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Come l’Euro Zona
vincola le imprese
italiane
di Daniele Della Bona
danieledellabona.memmt@gmail.com
www.memmt.info
Sommario
Problemi
Causa problema
Soluzione
Ostacoli a
soluzione
I problemi
1. Mancanza di clientela, calo
fatturato, minori vendite
2. Livello di tassazione insostenibile
3. Richieste da parte delle banche più
stringenti
4. …………………
+ TASSAZIONE
- REDDITO
- CAPACITÀ SPESA
- DOMANDA BENI
E SERVIZI
+ DIFFICILE
PAGARE TASSE
+ PROBLEMI CON
BANCHE
- PRODUZIONE
+ DISOCCUPAZIONE
- REDDITI
- INVESTIMENTI
Investimenti
Esportazioni
Spesa
pubblica
PROFITTO
IMPRESA
Imposte
Risparmio
(Salari –
Consumi)
Importazioni
Opzioni
1. Maggiori INVESTIMENTI
2. Essere più COMPETITIVI
3. Maggiore SPESA PUBBLICA o minore
il livello di TASSAZIONE (o entrambe)
Come dovrebbe agire lo Stato?
“la stessa gestione della cosa pubblica dovrebbe
ispirarsi al principio di equilibrio dei conti che la
maggior parte delle famiglie italiane applica da sempre”
Mario Monti, 27 ottobre 2012
“Questo governo agirà come un padre di famiglia: un
padre di famiglia non fa debiti”.
Enrico Letta, 29 aprile 2013
Come dovrebbe agire lo Stato?
“Mettere a posto le cose a casa nostra dipende non da
quello che chiedono la signora Merkel e Draghi, ma dal
rispetto che dobbiamo ai nostri figli, alle persone che
verranno dopo di noi, rispetto che ci impone di guardare in
modo diverso ai conti pubblici rispetto a chi ha scialacquato
prima di noi”.
Matteo Renzi, 24 febbraio 2014
“Come in famiglia se non ci sono abbastanza soldi sono
mamma e papà che decidono cosa tagliare e cosa no”.
Matteo Renzi, 19 marzo 2014
Chi sceglie questa moneta?
“La moneta è una creatura dello
Stato”
Abba Lerner, 1947
Ogni Stato sceglie un’unità di
misura (unità di conto) che
utilizza per la propria spesa e
accetta come unico mezzo per il
regolamento degli obblighi
fiscali (pagamento imposte).
E se non credete (giustamente) a me:
“La necessità che alcune imposte debbano
essere pagate in una particolare carta
moneta può fare in modo che quella
moneta abbia un certo valore anche se
non convertibile. […] Un principe, che
potesse sancire che una certa parte delle
sue imposte debbano essere pagate in una
carta moneta di un certo tipo, potrebbe, in
virtù di questo, dare un certo valore a
questa moneta”.
Adam Smith, 1776.
Ma, se lo Stato è disposto ad
accettare quella che viene dichiarata
moneta per il pagamento delle
imposte e degli altri obblighi nei suoi
confronti il gioco è fatto. Ogni
persona che avrà degli obblighi verso
lo Stato accetterà i pezzi di carta con
cui potrà regolare tali obblighi, e
tutte le altre persone saranno
disposte ad accettare questi pezzi di
carta perché sanno che coloro che
devono pagare le imposte, in
definitiva, li accetteranno. D’altra
parte, se lo Stato rifiutasse di
accettare un qualche tipo di moneta
per gli obblighi verso esso, sarebbe
difficile credere che essa [la moneta,
nda] manterrebbe molta della sua
generale accettabilità”.
Abba Lerner, 1947
“In un’economia in cui il debito
pubblico è la principale attività nei
bilanci delle banche che emettono
depositi, il fatto che le imposte
debbano essere pagate dà valore
alla moneta di quella economia […]
La necessità di pagare le imposte
significa che le persone lavorano e
producono in modo da ottenere ciò
con cui le imposte possono essere
pagate”.
Hyman Minsky, 1986
“In virtù della sua disponibilità ad
accettare un’attività definita per il
pagamento delle imposte e degli
altri obblighi, il governo rende
quella attività accettabile per
chiunque abbia quel tipo di obbligo,
e in definitiva per coloro che hanno
un obbligo verso essi, e così via”.
James Tobin, 1998
La gerarchia della moneta:
STATO
Banche
Aziende
Cittadini
ORO
STATO
…
Fino al 1971
Settore statale e settore privato
STATO
SPESA
PUBBLICA
IMPOSTE
IMPRESE
FAMIGLIE
BANCHE
IMPRESE
FAMIGLIE
BANCHE
Settore statale, settore
privato e settore esteroSTATO
SPESA
PUBBLICA
ESTERO
IMPORT
FAMIGLIE
IMPRESE
BANCHE
SOLDI CHE
ENTRANO
IMPOSTE
SOLDI CHE ESCONO
-15
-10
-5
0
5
10
15
%PIL
Fonte: OCSE
Saldi settoriali dell'Italia (punti di PIL) dal 1970 al 2013.
Settore pubblico
Settore estero
Settore privato
Una politica fiscale SBAGLIATA crea la
disoccupazione
• Il denaro speso dal governo viene utilizzato in soli
due modi: pagare le imposte o risparmiato.
• Se la spesa da parte del governo non è sufficiente
a fare fronte a questi due utilizzi, il risultato sarà
la disoccupazione (e non ci sono riforme
strutturali che tengano).
• Ci saranno persone che hanno bisogno di denaro
ma non riescono a trovare un lavoro per
ottenerlo.
La politica fiscale deve essere
FUNZIONALE all’interesse pubblico
“L’idea centrale è che la politica fiscale del
governo, la sua spesa e la sua tassazione
[…] dovrebbe essere condotta prendendo
in considerazione esclusivamente i
risultati di queste azioni sull’economia e
non in base a una qualsiasi dottrina
tradizionale prestabilita su ciò che è sano e
ciò che è malsano. […] Il principio secondo
cui giudichiamo le misure fiscali in base
agli effetti che producono nell’economia
può essere chiamato FINANZA
FUNZIONALE”
Abba Lerner,
Functional finance and federal debt (1943)
Come si applica concretamente?
“Il governo può aumentare la spesa
totale aumentando la spesa stessa o
riducendo le tasse in modo che i
contribuenti abbiano più denaro da
spendere […] In nessun caso il governo
dovrebbe pensare che ci sia qualcosa
di buono o cattivo a riguardo”
Abba Lerner,
Functional finance and federal debt (1943)
Utilità disavanzo pubblico
“Se il settore pubblico viene gestito in
pareggio…il settore pubblico non
aggiunge e non toglie una lira di liquidità,
si limita a prendere da una parte e a
spendere dall’altra; le imprese ottengono
liquidità aggiuntiva soltanto dal settore
bancario con il conseguente
indebitamento”
Augusto Graziani,
Cambiare tutto per non cambiare niente
(1985)
- TASSAZIONE
+ SPESA PUBBLICA
+ REDDITO
+ CAPACITÀ
SPESA
+ DOMANDA
BENI E SERVIZI
+ FACILE PAGARE
TASSE
- PROBLEMI CON
BANCHE
- PRODUZIONE
- DISOCCUPAZIONE
+ REDDITI
+ INVESTIMENTI
Che cos’è il debito pubblico
La somma di tutte le passività
dello Stato per lo più sotto
forma di titoli di Stato
costituisce il debito pubblico.
Se lo Stato ha delle passività,
chi detiene le corrispondenti
attività?
Lo Stato è come una famiglia?
Quindi, a livello contabile il debito pubblico
rappresenta il risparmio accumulato dal
settore privato, è la ricchezza finanziaria dei
cittadini
Il debito dello Stato NON è il debito dei
cittadini perché lo Stato non è come una
famiglia: lo Stato EMETTE la sua moneta, i
cittadini la UTILIZZANO.
Il debito pubblico non è un numero
magico
“la maggior parte degli 'esperti' confonde la
solvibilità con alcune misure di 'sostenibilità'
basate su un rapporto piuttosto arbitrario fra
disavanzo/PIL e debito/PIL. Questi rapporti
possono essere applicabili sotto un regime di
tasso di cambio fisso o di gold standard, ma
sono irrilevanti per un paese che ha una
propria valuta non convertibile. Quando si
parla di un governo sovrano, il disavanzo o il
debito non sono numeri magici o rapporti che
hanno una qualche rilevanza per tutti i paesi
e in tutti i contesti. Non esiste alcuna soglia
che una volta superata sia insostenibile o
conduca a una crescita più bassa”.
Randall Wray, 2010
Ciò significa che lo Stato deve
spendere illimitatamente?
“Certamente, esiste un limite alla capacità di spesa del
governo e sicuramente esso non dovrebbe spendere in
maniera illimitata. Eppure, il governo sovrano non è
vincolato da un punto di vista finanziario, ossia non può
mai trovarsi in una situazione di insolvenza. Di nuovo,
esso è certamente vincolato in termini reali, ciò
significa che può verificarsi un altro tipo di problema di
sostenibilità: quante risorse all'interno di una nazione
possono essere mobilitate dal governo? Dato il livello
di risorse che il settore non governativo vuole
mobilitare, quanto dovrebbe essere ampio il disavanzo
pubblico per mobilitare il resto? Più di cinquant'anni fa,
Abba Lerner fornì la risposta a questa domanda. Se ci
sono persone disoccupate involontarie (dovremmo
aggiungere sottoccupate) significa che il disavanzo è
troppo basso”.
Randall Wray, 2010
E ma l’inflazione….
E ma l’inflazione….
Perché “non ci sono i soldi”? Il
problema EURO
L’Unione Monetaria Europea è un caso
eccezionale e unico nella storia:
La valuta è DIVISA dallo Stato: Euro è una
valuta straniera per i singoli Stati.
Stati dell’Eurozona hanno ceduto la loro
sovranità monetaria e il loro potere di
emissione della moneta: non sono più
EMETTITORI che possono creare l’Euro ma
solo UTILIZZATORI dell’Euro.
Chi emette l’Euro?
BCE
Banche
STATO
Famiglie e Aziende
Lo statuto della BCE
La piramide del denaro con l’Euro
STATO
BC
Banche
Aziende e
famiglie
BCE
Banche
STATO
Aziende e
famiglie
Perché “non ci sono i soldi”? Il
problema EURO
L’Unione Monetaria Europea è un caso
eccezionale e unico nella storia:
La valuta è DIVISA dallo Stato: Euro è una
valuta straniera per i singoli Stati.
Stati dell’Eurozona hanno ceduto la loro
sovranità monetaria e il loro potere di
emissione della moneta: non sono più
EMETTITORI che possono creare l’Euro ma
solo UTILIZZATORI dell’Euro.
Da emittitori a utilizzatori della
valuta
“Quel che è avvenuto in effetti è che entrando
nell’euro, Spagna e Italia si sono effettivamente
ridotte a Paesi del terzo mondo che DEVONO
PRENDERE IN PRESTITO UNA MONETA
STRANIERA CON TUTTI I DANNI CHE CIÒ
IMPLICA. In particolare, da quando i Paesi
dell’Eurozona non possono stampare moneta,
nemmeno in caso di emergenza, sono soggetti
a interruzioni di fondi [da parte dei mercati]
diversamente dai paesi che emettono la
propria valuta – e il risultato è quello che
vediamo oggi”.
Paul Krugman, Premio Nobel per l’economia
New York Times, 10 novembre 2011
Attualmente professore alla London
School of Economics e professore emerito
all’Università Leuven.
Ha lavorato al Fondo Monetario
Internazionale e alla Banca Centrale.
Editorialista del Financial Times.
“[…] hanno perso la loro capacità di
EMETTERE DEBITO IN UNA MONETA
SULLA QUALE HANNO IL PIENO
CONTROLLO. […] Ciò non avviene per i
Paesi che possono EMETTERE DEBITO
NELLA PROPRIA VALUTA. In questi
Paesi la banca centrale può sempre
fornire liquidità al [governo, nda]
sovrano per evitare il fallimento”.
Paul De Grauwe, 2011
Ha insegnato all’Università di Cambridge.
Ha lavorato al ministero del Tesoro
britannico.
“Se un governo non ha più la propria
valuta, non solo rinuncia ‘al controllo
sulla politica monetaria’ normalmente
intesa; ma anche la sua capacità di spesa
viene vincolata in un modo del tutto
nuovo. […] e ciò POTREBBE RISULTARE
ECCESSIVAMENTE COSTOSO O PERSINO
IMPOSSIBILE, in particolare in ‘situazione
di particolare emergenza’”.
Wynne Godley, 31 agosto 1997
Insegna all’Università del Missouri
Kansas-City.
“Per come è attualmente disegnata
l’Unione Monetaria Europea avrà una
banca centrale (la BCE) ma non avrà
nessun braccio fiscale. […] Sarà come se
ogni paese membro dell’EMU tentasse di
GESTIRE LA POLITICA FISCALE IN UNA
VALUTA STRANIERA; la spesa in deficit
richiederà prestiti in valuta straniera
conformemente ai dettami dei mercati
privati”.
Randall Wray, 1998
Ma gli economisti erano praticamente
tutti concordi
• Rodiger Dornbusch, 1996
• Milton friedman, 1998
• Alain Parguez, 1999
• Mathew Forstater, 1999
• Warren Mosler, 2001
• James Tobin, 2001
• Stephanie Bell Kelton, 2002
• Nouriel Roubini, 2006
• Paul Krugman, 2012
• Joseph Stiglitz, 2013
• Amartya Sen, 2013
• James Myrrless, 2013
• Christopher Pissarides, 2013
E lo confessano gli stessi architetti
dell’Euro
“[…] per ragioni sia politico-ideologiche sia
tecnologiche l'Unione ha fatto la scelta di
liberalizzare i movimenti di capitali al suo interno
ma anche all'esterno. Come lei dice, vantaggio per i
risparmiatori meno per i governi. E quindi questa
libertà, forse più ancora delle altre, mette in
rapporto più stretto mercato e politica, toglie un
vincolo all'operatività di mercati e IRROBUSTISCE
UN VINCOLO SULL'OPERATORE PUBBLICO. […] Gli
Stati membri si illudono se pensano se pensano di
avere ancora una piena sovranità fiscale nazionale.
Essi l'hanno già LARGAMENTE PERDUTA A
VANTAGGIO DEI MERCATI”.
Mario Monti, Intervista sull'Italia in Europa, a cura
di Federico Rampini, 1998.
Euro e mercato:
“I cambiamenti [del sistema
pensionistico, nda] ERANO
NECESSARI PER COMPIACERE
I MERCATI FINANZIARI,
altrimenti ci sarebero state
conseguenze ‘devastanti’”.
Elsa Fornero, ex ministro del
lavoro, 15 novembre 2012.
Se L’Euro non funziona perché
continuare a fare sacrifici?
“Lavoriamo con tutte le nostre forze per gli Stati uniti d'Europa”.
E. Letta, 9 maggio 2013
“Auguro ai miei figli, alla nuova generazione, che davvero si realizzino gli
Stati Uniti d'Europa, che l'Europa sia un sogno e una speranza, e non un
incubo”
Matteo Renzi, 9 maggio 2013
“Sono fiducioso che il governo tedesco sarà un governo che sara' con noi
sulla strada della legislatura della crescita. Anche la Germania capisce e
capirà che e' necessario che tutta l'Europa cresca”.
E. Letta, 7 novembre 2013
Come dovrebbero funzionare gli
Stati Uniti d’Europa
1) Un ministero del Tesoro Europeo e
quindi una politica europea di spesa
pubblica.
2) Eventuali trasferimenti dalla zone
più ricche a quelle più povere.
3) Coordinamento delle politiche
volto ad evitare squilibri fra le varie
aree.
Coordinamento: dovrebbe già esserci
E cosa dice questo fatidico articolo 3:
Cosa ha fatto la Germania entrando
nell’Euro?
“…il successo delle riforme tedesche,
iniziate nel 2003 con una liberalizzazione
del mercato del lavoro e un aumento degli
stipendi reali inferiore all' incremento della
produttività. Poi è seguito il taglio dei costi
del sistema sociale, l'aumento dell' età
pensionabile a 67 anni, la creazione di un
segmento di bassi salari”.
Roland Berger, consulente governo tedesco,
Corriere della sera
Quale coordinamento?
Lo dice anche la Commissione Europea
“La Germania negli ultimi 10 anni ha esercitato una
enorme moderazione salariale per poter diventare piu'
competitivita - e questo ha avuto conseguenze per gli
altri stati EU […] GLI SQUILIBRI NELL’EUROZONA NON
SONO SOLO IL RISULTATO DI POLITICHE SBAGLIATE NEI
PAESI IN CRISI. LA GERMANIA HA AVUTO UN RUOLO
IMPORTANTE, con la sua politica mercantilista ha
rafforzato gli squilibri in Europa e causato la crisi. In
futuro dovremo seguire da vicino lo sviluppo dei salari a
livello europeo e fare in modo che all'interno dell'area
monetaria non divergano in maniera così forte, come è
accaduto negli anni precedenti”.
Laszlò Andor, Commissario Europeo agli Affari sociali, 26
settembre 2012
E i trasferimenti fiscali come dovrebbero
funzionare. Uno sguardo agli USA.
E cosa dicono in Germania:
“MAI EUROBOND FINCHE VIVO”.
A. Merkel, 27 giugno 2012.
“non ci saranno eurobond [titoli del
debito pubblico a livello europeo,
nda]… LA CONDIVISIONE DEI DEBITI E’
SBAGLIATA”.
A. Merkel, 21 settembre 2013.
E in Europa cosa dicono?
“L’UNIONE EUROPEA NON DIVENTERA’ MAI GLI STATI UNITI
D’EUROPA. Siamo 27 o 28 con la Croazia, ciascuno ha la sua storia,
per alcuni lunga 200 anni, come per Belgio e per altri è una storia di
migliaia di anni. NON SIAMO COM,E UNO STATO AMERICANO.
Abbiamo le nostre lingue, 23 in Europa. Abbiamo un’identità
particolare in ogni nostro stato membro e situazioni molto
specifiche dovute alla nostra storia”.
H. Van Rompuy, 9 maggio 2012.
“Una politica di bilancio comune all’interno dell’Unione Europea
APPARE OGGI POCO CREDIBILE perché essa viene vista come un
modo per trasferire su altri Paesi il peso degli sprechi del passato”
M. Draghi, 27 settembre 2013.
E mentre inseguiamo e moriamo per
il sogno
I veri costi della politica sono le
decisioni sbagliate
Quale democrazia dovremmo
aspettarci in Europa
Federico Rampini: “Perché la Commissione
europea ha accettato di diventare il capro
espiatorio su cui scaricare l’impopolarità dei
sacrifici?”.
Risposta di Monti: “Perché, tutto sommato,
alle istituzioni europee interessava che i
Paesi facessero politiche di risanamento. E
hanno accettato l’onere
dell’impopolarità ESSENDO PIU’ LONTANE,
PIU’ AL RIPARO, DAL PROCESSO
ELETTORALE. Solo che questo un po’ per
volta ha reso grigia e poi nera l’immagine
dell’Europa presso i cittadini”.
Mario Monti, 1998
“Prendiamo una decisione, poi la
mettiamo sul tavolo e aspettiamo un
po’ per vedere cosa succede. Se non
provoca proteste né rivolte,
perché LA MAGGIOR PARTE DELLA
GENTE NON CAPISCE NIENTE DI
COSA E’ STATO DECISO, andiamo
avanti passo dopo passo fino
al PUNTO DI NON RITORNO”.
Jean Claude Juncker, (ex presidente
dell’Eurogruppo), 21 dicembre 1999
“Sono sicuro che l’Euro ci
costringerà a introdurre un nuovo
insieme di strumenti di politica
economica. Proporli adesso è
politicamente impossibile. MA UN
BEL GIORNO CI SARÀ UNA CRISI e
si creeranno i nuovi strumenti”.
Romano Prodi, 2001
“Nell’Europa continentale, un programma
completo di riforme strutturali deve oggi
spaziare nei campi delle pensioni, della
sanità, del mercato del lavoro, della scuola e
in altri ancora. Ma dev’essere guidato da un
unico principio: ATTENUARE QUEL
DIAFRAMMA DI PROTEZIONI CHE NEL
CORSO DEL VENTESIMO SECOLO HANNO
PROGRESSIVAMENTE ALLONTANATO
L’INDIVIDUO DAL CONTATTO DIRETTO CON
LA DUREZZA DEL VIVERE, con i rovesci della
fortuna, con la sanzione o il premio ai suoi
difetti o qualità”.
Tommaso Padoa Schioppa, 2003
“Essi [i leader Europei] hanno deciso
che il documento avrebbe dovuto
essere illeggibile. Essendo illeggibile
allora non sarebbe stato costituzionale
[…] Se fosse stato comprensibile, ci
sarebbero state ragioni per sottoporlo
a referendum, perché avrebbe
significato che c’era qualcosa di nuovo
[il riferimento qui è alla Costituzione
Europea bocciata nel 2005, nda]. I
primi ministri non produrranno niente
direttamente perché si sentono più al
sicuro con la cosa illeggibile. Essi
possono presentarla meglio, in modo
da EVITARE PERICOLOSI
REFERENDUM”.
Giuliano Amato, 2007
“I governi non fanno sempre la cosa
giusta. Se i governi facessero
sempre la cosa giusta non ci
troveremmo nella situazione in cui
ci troviamo oggi. LE DECISIONI
PRESE DALLA MAGGIOR PARTE
DELLE ISTITUZIONI DEMOCRATICHE
NEL MONDO SONO MOLTO SPESSO
SBAGLIATE”.
José Manuel Barroso, Presidente
Commissione Europea, 2010
“Abbiamo minuziosamente ‘dimenticato’
di includere l’articolo per uscire da
Maastricht.. In primo luogo, tutti coloro, e
io ho il privilegio di averne fatto parte, che
hanno partecipato alla stesura delle prime
bozze del Trattato di Maastricht, hanno…o
meglio ci siamo incoraggiati a fare in
modo che uscirne … sia impossibile.
Abbiamo attentamente “dimenticato” di
scrivere l’articolo che permetta di
uscirne. NON È STATO MOLTO
DEMOCRATICO, naturalmente, ma è stata
un’ottima garanzia per rendere le cose più
difficili, per costringerci ad andare avanti”.
Jacques Attali, 2011
“Le leadership politiche dei singoli Paesi
europei non hanno la forza di portare
definitivamente la questione al tavolo delle
decisioni SENZA LO STRESS E L’IMPULSO CHE
SOLTANTO LE CRISI RIESCONO A DARE.
L’EUROPA E’ NATA PER VIA DELLA GUERRA,
SENZA LA GUERRA PROBABILMENTE NON CI
SAREBBE STATA L’EUROPA. E CON LA CRISI E’
ARRIVATA UNA SORTA DI GUERRA.[…] Se
non approfittiamo della crisi perdiamo una
grande opportunità. Ce lo dicono le terribili
immagini della Grecia, le difficoltà dei singoli
Paesi membri, e soprattutto il fatto che tutti i
leader politici europei CHIEDONO OGGI UN
VINCOLO ESTERNO PER IMPORRE A
ELETTORATI, CORPORAZIONI E CORPI
INTERMEDI RILUTTANTI, SCELTE NECESSARIE
CHE NESSUNO HA LA FORZA DI IMPORRE
AUTONOMAMENTE”.
Enrico Letta, 2010
“Non dobbiamo sorprenderci
che L’EUROPA ABBIA BISOGNO DI
CRISI E DI GRAVI CRISI PER FARE PASSI
AVANTI. I passi avanti dell’Europa sono
per definizione cessioni di parti delle
sovranità nazionali a un livello
comunitario. È chiaro che il potere
politico ma anche il senso di
appartenenza dei cittadini a una
collettività nazionale possono essere
pronti a queste cessioni solo quando il
costo politico e psicologico del non
farle diventa superiore al costo del
farle perché c’è una crisi in atto visibile,
conclamata”.
Mario Monti, 2011
“In questo momento stiamo
distruggendo la domanda
interna attraverso il
consolidamento fiscale”
Mario Monti, 30 maggio 2012
alla CNBC
“Il consolidamento fiscale sta
producendo risultati, il dolore sta
dando i suoi frutti.[…] Abbiamo
bisogno di toni più morbidi,
mentre ci muoviamo nella stessa
direzione”.
Carlo Pier Padoan,
29 aprile 2013 al Wall Street Journal
Cosa potrebbe fare uno Stato con il
controllo sulla propria valuta
• Creare e mantenere piena occupazione: la
vera soluzione al problema della
disoccupazione.
• Il governo diventa datore di lavoro di ultima
istanza (idea di H. Minsky).
• E lo fa attraverso un programma di lavoro
garantito (PLG).
Di che si tratta:
1) Il programma prevede di offrire un lavoro a chiunque
sia in grado e voglia lavorare (senza distinzioni di razza,
sesso, educazione, esperienza lavorativa, stato sociale e
indipendentemente dall’andamento dell’economia).
2) Il programma funziona come una rete di sicurezza che
offre un lavoro alle persone che non trovano impiego
nel settore privato o in quello pubblico (nessuna
competizione con privati o occupati settore pubblico).
3) Il programma offre un salario adatto a condurre uno
stile di vita dignitoso: nuovo salario minimo economia.
Più un pacchetto di benefici: assistenza sanitaria,
assicurazione sul lavoro, ferie pagate.
4) I lavoratori saranno impiegati all’interno del programma in
attività ritenute di pubblico interesse: servizi pubblici, servizi
socio-sanitari, assistenza anziani, riqualificazione ambientale
ed edilizia, infrastrutture pubbliche, attività di riciclaggio
rifiuti.
5) Il programma sarà finanziato dal governo ma è consigliata una
gestione a livello decentrato da parte di istituzioni pubbliche
o organizzazioni no profit, associazioni (più vicine alle
esigenze e alle possibilità presenti sul territorio).
6) Una variante alla sua applicazione potrebbe essere
l’erogazioni di sussidi o sgravi fiscali alle aziende interessate a
proporre determinati progetti di pubblica utilità: tecnologie
sperimentali, rinnovabili, riciclaggio, servizi socio-sanitari,
riqualificazione ambientale ed edilizia.
Vantaggi diretti:
• Eliminazione della disoccupazione (chi non vorrà
lavorare lo farà per scelta e non per costrizione).
• Valorizzazione capitale umano: persone avendo la
possibilità di lavorare mantengono e migliorano
le proprie competenze lavorative (più facile
trovare impiego nel settore privato).
• Economia sana in cui aziende possono sempre
contare su una domanda stabile e quindi su un
livello di vendite adeguato
Vantaggi indiretti
• Abbattimenti dei costi indiretti derivanti dalla
disoccupazione
• Calo della spesa da parte dello Stato in sussidi di
disoccupazione, cassa integrazione ecc (nel 2012 arrivata a
23 miliardi di Euro)
• Interruzione delle situazioni di sfruttamento da parte del
settore privato (precariato, lavoro in nero, sottoccupazione,
sfruttamento lavoratore)
• Miglioramento nella qualità dei servizi offerti dal PLG a
beneficio di tutti (comprese aziende settore privato)
Stabilità dei prezzi
• Un salario minimo FISSATO dal governo stabilizza il valore della
valuta. Il valore della moneta è determinato da cosa serve per
ottenerla (esempio: immaginiamo che 10 Euro valgano 1 ora di
lavoro)
• Il governo è il monopolista della valuta e fissa un prezzo base
(quello del salario dei lavoratori del PLG), lasciando che le forze
di mercato determinino i prezzi restanti e la quantità di
lavoratori che entreranno nel PLG (fluttuante)
• Inoltre PLG incrementa produzione e produttività settore
privato (migliori servizi)
• In ogni caso, un eventuale spirale inflattiva sarebbe combattuta
con una riserva di occupati (PLG) e non di disoccupati (come
avviene oggi).
Alcune puntualizzazioni
1) Non si tratta di statalismo
• Il PLG si espanderà quando l’economia è in fase di
recessione e si ridurrà quando l’economia sarà in
crescita (come un polmone)
• Recessione -> Lo Stato assume (Il PLG si
espande) -> Aumentano i redditi -> Aumenta la
domanda di beni/servizi -> Aumenta la
produzione di beni/servizi -> Le imprese private
riniziano ad assumere -> Il PLG si riduce
Alcune puntualizzazioni
2) Non si tratta di incrementare a dismisura il livello della
domanda aggregata attraverso una spesa pubblica
eccessiva (o illimitata)
• Il PLG garantisce che la spesa sia distribuita in modo
mirato e al livello necessario a mantenere la piena
occupazione (la spesa finisce quando non ci sono più
disoccupati disponibili)
• Funzione di stabilizzatore automatico anti-ciclico,
affiancato a politiche di spesa pubbliche strutturali
(investimenti) decise indipendentemente dal PLG
SPESA
PUBBLICA
IMPOSTE
STATO
PLG
STATO
IMPRESE
FAMIGLIE
SPESA
PUBBLICA
USCITA
ENTRATA
Come dovremmo spendere
“C’è bisogno di cambiare la composizione
della produzione finale, indirizzandola verso
attività sostenibili per l’ambiente. Non si
tratta di incrementare la domanda di per sé,
ma di incrementarla in alcune aree di
attività”
Bill Mitchell, Univerity of Newcastle (Australia)
The job guarantee in a small open economy (2000)
Le possibilità di cambiare esistono,
basta vederle e capirle
“Il sistema monetario è una creazione
meravigliosa. Permette a ognuno di perseguire le
proprie scelte individuali e allo stesso tempo
consente al governo di accedere alle risorse
necessarie affinché lavori per noi per creare una
società giusta. Il sistema monetario alimenta la
spinta innovatrice. Finanzia, organizza e
distribuisce la maggior parte della produzione
nazionale. È uno dei meccanismi primari usati dal
governo per realizzare lo scopo pubblico”.
Randall Wray, University Kansas City Missouri
A meme for money (2012)

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2015 04-16 Fermo - Daniele della Bona

  • 1. Come l’Euro Zona vincola le imprese italiane di Daniele Della Bona danieledellabona.memmt@gmail.com www.memmt.info
  • 3. I problemi 1. Mancanza di clientela, calo fatturato, minori vendite 2. Livello di tassazione insostenibile 3. Richieste da parte delle banche più stringenti 4. …………………
  • 4. + TASSAZIONE - REDDITO - CAPACITÀ SPESA - DOMANDA BENI E SERVIZI + DIFFICILE PAGARE TASSE + PROBLEMI CON BANCHE - PRODUZIONE + DISOCCUPAZIONE - REDDITI - INVESTIMENTI
  • 6. Opzioni 1. Maggiori INVESTIMENTI 2. Essere più COMPETITIVI 3. Maggiore SPESA PUBBLICA o minore il livello di TASSAZIONE (o entrambe)
  • 7. Come dovrebbe agire lo Stato? “la stessa gestione della cosa pubblica dovrebbe ispirarsi al principio di equilibrio dei conti che la maggior parte delle famiglie italiane applica da sempre” Mario Monti, 27 ottobre 2012 “Questo governo agirà come un padre di famiglia: un padre di famiglia non fa debiti”. Enrico Letta, 29 aprile 2013
  • 8. Come dovrebbe agire lo Stato? “Mettere a posto le cose a casa nostra dipende non da quello che chiedono la signora Merkel e Draghi, ma dal rispetto che dobbiamo ai nostri figli, alle persone che verranno dopo di noi, rispetto che ci impone di guardare in modo diverso ai conti pubblici rispetto a chi ha scialacquato prima di noi”. Matteo Renzi, 24 febbraio 2014 “Come in famiglia se non ci sono abbastanza soldi sono mamma e papà che decidono cosa tagliare e cosa no”. Matteo Renzi, 19 marzo 2014
  • 9. Chi sceglie questa moneta? “La moneta è una creatura dello Stato” Abba Lerner, 1947 Ogni Stato sceglie un’unità di misura (unità di conto) che utilizza per la propria spesa e accetta come unico mezzo per il regolamento degli obblighi fiscali (pagamento imposte).
  • 10. E se non credete (giustamente) a me: “La necessità che alcune imposte debbano essere pagate in una particolare carta moneta può fare in modo che quella moneta abbia un certo valore anche se non convertibile. […] Un principe, che potesse sancire che una certa parte delle sue imposte debbano essere pagate in una carta moneta di un certo tipo, potrebbe, in virtù di questo, dare un certo valore a questa moneta”. Adam Smith, 1776.
  • 11. Ma, se lo Stato è disposto ad accettare quella che viene dichiarata moneta per il pagamento delle imposte e degli altri obblighi nei suoi confronti il gioco è fatto. Ogni persona che avrà degli obblighi verso lo Stato accetterà i pezzi di carta con cui potrà regolare tali obblighi, e tutte le altre persone saranno disposte ad accettare questi pezzi di carta perché sanno che coloro che devono pagare le imposte, in definitiva, li accetteranno. D’altra parte, se lo Stato rifiutasse di accettare un qualche tipo di moneta per gli obblighi verso esso, sarebbe difficile credere che essa [la moneta, nda] manterrebbe molta della sua generale accettabilità”. Abba Lerner, 1947
  • 12. “In un’economia in cui il debito pubblico è la principale attività nei bilanci delle banche che emettono depositi, il fatto che le imposte debbano essere pagate dà valore alla moneta di quella economia […] La necessità di pagare le imposte significa che le persone lavorano e producono in modo da ottenere ciò con cui le imposte possono essere pagate”. Hyman Minsky, 1986
  • 13. “In virtù della sua disponibilità ad accettare un’attività definita per il pagamento delle imposte e degli altri obblighi, il governo rende quella attività accettabile per chiunque abbia quel tipo di obbligo, e in definitiva per coloro che hanno un obbligo verso essi, e così via”. James Tobin, 1998
  • 14. La gerarchia della moneta: STATO Banche Aziende Cittadini ORO STATO … Fino al 1971
  • 15. Settore statale e settore privato STATO SPESA PUBBLICA IMPOSTE IMPRESE FAMIGLIE BANCHE IMPRESE FAMIGLIE BANCHE
  • 16. Settore statale, settore privato e settore esteroSTATO SPESA PUBBLICA ESTERO IMPORT FAMIGLIE IMPRESE BANCHE SOLDI CHE ENTRANO IMPOSTE SOLDI CHE ESCONO
  • 17. -15 -10 -5 0 5 10 15 %PIL Fonte: OCSE Saldi settoriali dell'Italia (punti di PIL) dal 1970 al 2013. Settore pubblico Settore estero Settore privato
  • 18.
  • 19. Una politica fiscale SBAGLIATA crea la disoccupazione • Il denaro speso dal governo viene utilizzato in soli due modi: pagare le imposte o risparmiato. • Se la spesa da parte del governo non è sufficiente a fare fronte a questi due utilizzi, il risultato sarà la disoccupazione (e non ci sono riforme strutturali che tengano). • Ci saranno persone che hanno bisogno di denaro ma non riescono a trovare un lavoro per ottenerlo.
  • 20. La politica fiscale deve essere FUNZIONALE all’interesse pubblico “L’idea centrale è che la politica fiscale del governo, la sua spesa e la sua tassazione […] dovrebbe essere condotta prendendo in considerazione esclusivamente i risultati di queste azioni sull’economia e non in base a una qualsiasi dottrina tradizionale prestabilita su ciò che è sano e ciò che è malsano. […] Il principio secondo cui giudichiamo le misure fiscali in base agli effetti che producono nell’economia può essere chiamato FINANZA FUNZIONALE” Abba Lerner, Functional finance and federal debt (1943)
  • 21. Come si applica concretamente? “Il governo può aumentare la spesa totale aumentando la spesa stessa o riducendo le tasse in modo che i contribuenti abbiano più denaro da spendere […] In nessun caso il governo dovrebbe pensare che ci sia qualcosa di buono o cattivo a riguardo” Abba Lerner, Functional finance and federal debt (1943)
  • 22. Utilità disavanzo pubblico “Se il settore pubblico viene gestito in pareggio…il settore pubblico non aggiunge e non toglie una lira di liquidità, si limita a prendere da una parte e a spendere dall’altra; le imprese ottengono liquidità aggiuntiva soltanto dal settore bancario con il conseguente indebitamento” Augusto Graziani, Cambiare tutto per non cambiare niente (1985)
  • 23. - TASSAZIONE + SPESA PUBBLICA + REDDITO + CAPACITÀ SPESA + DOMANDA BENI E SERVIZI + FACILE PAGARE TASSE - PROBLEMI CON BANCHE - PRODUZIONE - DISOCCUPAZIONE + REDDITI + INVESTIMENTI
  • 24.
  • 25.
  • 26.
  • 27. Che cos’è il debito pubblico La somma di tutte le passività dello Stato per lo più sotto forma di titoli di Stato costituisce il debito pubblico. Se lo Stato ha delle passività, chi detiene le corrispondenti attività?
  • 28. Lo Stato è come una famiglia? Quindi, a livello contabile il debito pubblico rappresenta il risparmio accumulato dal settore privato, è la ricchezza finanziaria dei cittadini Il debito dello Stato NON è il debito dei cittadini perché lo Stato non è come una famiglia: lo Stato EMETTE la sua moneta, i cittadini la UTILIZZANO.
  • 29. Il debito pubblico non è un numero magico “la maggior parte degli 'esperti' confonde la solvibilità con alcune misure di 'sostenibilità' basate su un rapporto piuttosto arbitrario fra disavanzo/PIL e debito/PIL. Questi rapporti possono essere applicabili sotto un regime di tasso di cambio fisso o di gold standard, ma sono irrilevanti per un paese che ha una propria valuta non convertibile. Quando si parla di un governo sovrano, il disavanzo o il debito non sono numeri magici o rapporti che hanno una qualche rilevanza per tutti i paesi e in tutti i contesti. Non esiste alcuna soglia che una volta superata sia insostenibile o conduca a una crescita più bassa”. Randall Wray, 2010
  • 30. Ciò significa che lo Stato deve spendere illimitatamente? “Certamente, esiste un limite alla capacità di spesa del governo e sicuramente esso non dovrebbe spendere in maniera illimitata. Eppure, il governo sovrano non è vincolato da un punto di vista finanziario, ossia non può mai trovarsi in una situazione di insolvenza. Di nuovo, esso è certamente vincolato in termini reali, ciò significa che può verificarsi un altro tipo di problema di sostenibilità: quante risorse all'interno di una nazione possono essere mobilitate dal governo? Dato il livello di risorse che il settore non governativo vuole mobilitare, quanto dovrebbe essere ampio il disavanzo pubblico per mobilitare il resto? Più di cinquant'anni fa, Abba Lerner fornì la risposta a questa domanda. Se ci sono persone disoccupate involontarie (dovremmo aggiungere sottoccupate) significa che il disavanzo è troppo basso”. Randall Wray, 2010
  • 33. Perché “non ci sono i soldi”? Il problema EURO L’Unione Monetaria Europea è un caso eccezionale e unico nella storia: La valuta è DIVISA dallo Stato: Euro è una valuta straniera per i singoli Stati. Stati dell’Eurozona hanno ceduto la loro sovranità monetaria e il loro potere di emissione della moneta: non sono più EMETTITORI che possono creare l’Euro ma solo UTILIZZATORI dell’Euro.
  • 36.
  • 37. La piramide del denaro con l’Euro STATO BC Banche Aziende e famiglie BCE Banche STATO Aziende e famiglie
  • 38. Perché “non ci sono i soldi”? Il problema EURO L’Unione Monetaria Europea è un caso eccezionale e unico nella storia: La valuta è DIVISA dallo Stato: Euro è una valuta straniera per i singoli Stati. Stati dell’Eurozona hanno ceduto la loro sovranità monetaria e il loro potere di emissione della moneta: non sono più EMETTITORI che possono creare l’Euro ma solo UTILIZZATORI dell’Euro.
  • 39. Da emittitori a utilizzatori della valuta “Quel che è avvenuto in effetti è che entrando nell’euro, Spagna e Italia si sono effettivamente ridotte a Paesi del terzo mondo che DEVONO PRENDERE IN PRESTITO UNA MONETA STRANIERA CON TUTTI I DANNI CHE CIÒ IMPLICA. In particolare, da quando i Paesi dell’Eurozona non possono stampare moneta, nemmeno in caso di emergenza, sono soggetti a interruzioni di fondi [da parte dei mercati] diversamente dai paesi che emettono la propria valuta – e il risultato è quello che vediamo oggi”. Paul Krugman, Premio Nobel per l’economia New York Times, 10 novembre 2011
  • 40. Attualmente professore alla London School of Economics e professore emerito all’Università Leuven. Ha lavorato al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Centrale. Editorialista del Financial Times. “[…] hanno perso la loro capacità di EMETTERE DEBITO IN UNA MONETA SULLA QUALE HANNO IL PIENO CONTROLLO. […] Ciò non avviene per i Paesi che possono EMETTERE DEBITO NELLA PROPRIA VALUTA. In questi Paesi la banca centrale può sempre fornire liquidità al [governo, nda] sovrano per evitare il fallimento”. Paul De Grauwe, 2011
  • 41. Ha insegnato all’Università di Cambridge. Ha lavorato al ministero del Tesoro britannico. “Se un governo non ha più la propria valuta, non solo rinuncia ‘al controllo sulla politica monetaria’ normalmente intesa; ma anche la sua capacità di spesa viene vincolata in un modo del tutto nuovo. […] e ciò POTREBBE RISULTARE ECCESSIVAMENTE COSTOSO O PERSINO IMPOSSIBILE, in particolare in ‘situazione di particolare emergenza’”. Wynne Godley, 31 agosto 1997
  • 42. Insegna all’Università del Missouri Kansas-City. “Per come è attualmente disegnata l’Unione Monetaria Europea avrà una banca centrale (la BCE) ma non avrà nessun braccio fiscale. […] Sarà come se ogni paese membro dell’EMU tentasse di GESTIRE LA POLITICA FISCALE IN UNA VALUTA STRANIERA; la spesa in deficit richiederà prestiti in valuta straniera conformemente ai dettami dei mercati privati”. Randall Wray, 1998
  • 43. Ma gli economisti erano praticamente tutti concordi • Rodiger Dornbusch, 1996 • Milton friedman, 1998 • Alain Parguez, 1999 • Mathew Forstater, 1999 • Warren Mosler, 2001 • James Tobin, 2001 • Stephanie Bell Kelton, 2002 • Nouriel Roubini, 2006 • Paul Krugman, 2012 • Joseph Stiglitz, 2013 • Amartya Sen, 2013 • James Myrrless, 2013 • Christopher Pissarides, 2013
  • 44.
  • 45.
  • 46.
  • 47.
  • 48.
  • 49.
  • 50.
  • 51. E lo confessano gli stessi architetti dell’Euro “[…] per ragioni sia politico-ideologiche sia tecnologiche l'Unione ha fatto la scelta di liberalizzare i movimenti di capitali al suo interno ma anche all'esterno. Come lei dice, vantaggio per i risparmiatori meno per i governi. E quindi questa libertà, forse più ancora delle altre, mette in rapporto più stretto mercato e politica, toglie un vincolo all'operatività di mercati e IRROBUSTISCE UN VINCOLO SULL'OPERATORE PUBBLICO. […] Gli Stati membri si illudono se pensano se pensano di avere ancora una piena sovranità fiscale nazionale. Essi l'hanno già LARGAMENTE PERDUTA A VANTAGGIO DEI MERCATI”. Mario Monti, Intervista sull'Italia in Europa, a cura di Federico Rampini, 1998.
  • 52. Euro e mercato: “I cambiamenti [del sistema pensionistico, nda] ERANO NECESSARI PER COMPIACERE I MERCATI FINANZIARI, altrimenti ci sarebero state conseguenze ‘devastanti’”. Elsa Fornero, ex ministro del lavoro, 15 novembre 2012.
  • 53. Se L’Euro non funziona perché continuare a fare sacrifici? “Lavoriamo con tutte le nostre forze per gli Stati uniti d'Europa”. E. Letta, 9 maggio 2013 “Auguro ai miei figli, alla nuova generazione, che davvero si realizzino gli Stati Uniti d'Europa, che l'Europa sia un sogno e una speranza, e non un incubo” Matteo Renzi, 9 maggio 2013 “Sono fiducioso che il governo tedesco sarà un governo che sara' con noi sulla strada della legislatura della crescita. Anche la Germania capisce e capirà che e' necessario che tutta l'Europa cresca”. E. Letta, 7 novembre 2013
  • 54. Come dovrebbero funzionare gli Stati Uniti d’Europa 1) Un ministero del Tesoro Europeo e quindi una politica europea di spesa pubblica. 2) Eventuali trasferimenti dalla zone più ricche a quelle più povere. 3) Coordinamento delle politiche volto ad evitare squilibri fra le varie aree.
  • 56. E cosa dice questo fatidico articolo 3:
  • 57. Cosa ha fatto la Germania entrando nell’Euro? “…il successo delle riforme tedesche, iniziate nel 2003 con una liberalizzazione del mercato del lavoro e un aumento degli stipendi reali inferiore all' incremento della produttività. Poi è seguito il taglio dei costi del sistema sociale, l'aumento dell' età pensionabile a 67 anni, la creazione di un segmento di bassi salari”. Roland Berger, consulente governo tedesco, Corriere della sera
  • 59. Lo dice anche la Commissione Europea “La Germania negli ultimi 10 anni ha esercitato una enorme moderazione salariale per poter diventare piu' competitivita - e questo ha avuto conseguenze per gli altri stati EU […] GLI SQUILIBRI NELL’EUROZONA NON SONO SOLO IL RISULTATO DI POLITICHE SBAGLIATE NEI PAESI IN CRISI. LA GERMANIA HA AVUTO UN RUOLO IMPORTANTE, con la sua politica mercantilista ha rafforzato gli squilibri in Europa e causato la crisi. In futuro dovremo seguire da vicino lo sviluppo dei salari a livello europeo e fare in modo che all'interno dell'area monetaria non divergano in maniera così forte, come è accaduto negli anni precedenti”. Laszlò Andor, Commissario Europeo agli Affari sociali, 26 settembre 2012
  • 60. E i trasferimenti fiscali come dovrebbero funzionare. Uno sguardo agli USA.
  • 61. E cosa dicono in Germania: “MAI EUROBOND FINCHE VIVO”. A. Merkel, 27 giugno 2012. “non ci saranno eurobond [titoli del debito pubblico a livello europeo, nda]… LA CONDIVISIONE DEI DEBITI E’ SBAGLIATA”. A. Merkel, 21 settembre 2013.
  • 62. E in Europa cosa dicono? “L’UNIONE EUROPEA NON DIVENTERA’ MAI GLI STATI UNITI D’EUROPA. Siamo 27 o 28 con la Croazia, ciascuno ha la sua storia, per alcuni lunga 200 anni, come per Belgio e per altri è una storia di migliaia di anni. NON SIAMO COM,E UNO STATO AMERICANO. Abbiamo le nostre lingue, 23 in Europa. Abbiamo un’identità particolare in ogni nostro stato membro e situazioni molto specifiche dovute alla nostra storia”. H. Van Rompuy, 9 maggio 2012. “Una politica di bilancio comune all’interno dell’Unione Europea APPARE OGGI POCO CREDIBILE perché essa viene vista come un modo per trasferire su altri Paesi il peso degli sprechi del passato” M. Draghi, 27 settembre 2013.
  • 63. E mentre inseguiamo e moriamo per il sogno
  • 64. I veri costi della politica sono le decisioni sbagliate
  • 65. Quale democrazia dovremmo aspettarci in Europa Federico Rampini: “Perché la Commissione europea ha accettato di diventare il capro espiatorio su cui scaricare l’impopolarità dei sacrifici?”. Risposta di Monti: “Perché, tutto sommato, alle istituzioni europee interessava che i Paesi facessero politiche di risanamento. E hanno accettato l’onere dell’impopolarità ESSENDO PIU’ LONTANE, PIU’ AL RIPARO, DAL PROCESSO ELETTORALE. Solo che questo un po’ per volta ha reso grigia e poi nera l’immagine dell’Europa presso i cittadini”. Mario Monti, 1998
  • 66. “Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere cosa succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché LA MAGGIOR PARTE DELLA GENTE NON CAPISCE NIENTE DI COSA E’ STATO DECISO, andiamo avanti passo dopo passo fino al PUNTO DI NON RITORNO”. Jean Claude Juncker, (ex presidente dell’Eurogruppo), 21 dicembre 1999
  • 67. “Sono sicuro che l’Euro ci costringerà a introdurre un nuovo insieme di strumenti di politica economica. Proporli adesso è politicamente impossibile. MA UN BEL GIORNO CI SARÀ UNA CRISI e si creeranno i nuovi strumenti”. Romano Prodi, 2001
  • 68. “Nell’Europa continentale, un programma completo di riforme strutturali deve oggi spaziare nei campi delle pensioni, della sanità, del mercato del lavoro, della scuola e in altri ancora. Ma dev’essere guidato da un unico principio: ATTENUARE QUEL DIAFRAMMA DI PROTEZIONI CHE NEL CORSO DEL VENTESIMO SECOLO HANNO PROGRESSIVAMENTE ALLONTANATO L’INDIVIDUO DAL CONTATTO DIRETTO CON LA DUREZZA DEL VIVERE, con i rovesci della fortuna, con la sanzione o il premio ai suoi difetti o qualità”. Tommaso Padoa Schioppa, 2003
  • 69. “Essi [i leader Europei] hanno deciso che il documento avrebbe dovuto essere illeggibile. Essendo illeggibile allora non sarebbe stato costituzionale […] Se fosse stato comprensibile, ci sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum, perché avrebbe significato che c’era qualcosa di nuovo [il riferimento qui è alla Costituzione Europea bocciata nel 2005, nda]. I primi ministri non produrranno niente direttamente perché si sentono più al sicuro con la cosa illeggibile. Essi possono presentarla meglio, in modo da EVITARE PERICOLOSI REFERENDUM”. Giuliano Amato, 2007
  • 70. “I governi non fanno sempre la cosa giusta. Se i governi facessero sempre la cosa giusta non ci troveremmo nella situazione in cui ci troviamo oggi. LE DECISIONI PRESE DALLA MAGGIOR PARTE DELLE ISTITUZIONI DEMOCRATICHE NEL MONDO SONO MOLTO SPESSO SBAGLIATE”. José Manuel Barroso, Presidente Commissione Europea, 2010
  • 71. “Abbiamo minuziosamente ‘dimenticato’ di includere l’articolo per uscire da Maastricht.. In primo luogo, tutti coloro, e io ho il privilegio di averne fatto parte, che hanno partecipato alla stesura delle prime bozze del Trattato di Maastricht, hanno…o meglio ci siamo incoraggiati a fare in modo che uscirne … sia impossibile. Abbiamo attentamente “dimenticato” di scrivere l’articolo che permetta di uscirne. NON È STATO MOLTO DEMOCRATICO, naturalmente, ma è stata un’ottima garanzia per rendere le cose più difficili, per costringerci ad andare avanti”. Jacques Attali, 2011
  • 72. “Le leadership politiche dei singoli Paesi europei non hanno la forza di portare definitivamente la questione al tavolo delle decisioni SENZA LO STRESS E L’IMPULSO CHE SOLTANTO LE CRISI RIESCONO A DARE. L’EUROPA E’ NATA PER VIA DELLA GUERRA, SENZA LA GUERRA PROBABILMENTE NON CI SAREBBE STATA L’EUROPA. E CON LA CRISI E’ ARRIVATA UNA SORTA DI GUERRA.[…] Se non approfittiamo della crisi perdiamo una grande opportunità. Ce lo dicono le terribili immagini della Grecia, le difficoltà dei singoli Paesi membri, e soprattutto il fatto che tutti i leader politici europei CHIEDONO OGGI UN VINCOLO ESTERNO PER IMPORRE A ELETTORATI, CORPORAZIONI E CORPI INTERMEDI RILUTTANTI, SCELTE NECESSARIE CHE NESSUNO HA LA FORZA DI IMPORRE AUTONOMAMENTE”. Enrico Letta, 2010
  • 73. “Non dobbiamo sorprenderci che L’EUROPA ABBIA BISOGNO DI CRISI E DI GRAVI CRISI PER FARE PASSI AVANTI. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario. È chiaro che il potere politico ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto visibile, conclamata”. Mario Monti, 2011
  • 74. “In questo momento stiamo distruggendo la domanda interna attraverso il consolidamento fiscale” Mario Monti, 30 maggio 2012 alla CNBC
  • 75. “Il consolidamento fiscale sta producendo risultati, il dolore sta dando i suoi frutti.[…] Abbiamo bisogno di toni più morbidi, mentre ci muoviamo nella stessa direzione”. Carlo Pier Padoan, 29 aprile 2013 al Wall Street Journal
  • 76. Cosa potrebbe fare uno Stato con il controllo sulla propria valuta • Creare e mantenere piena occupazione: la vera soluzione al problema della disoccupazione. • Il governo diventa datore di lavoro di ultima istanza (idea di H. Minsky). • E lo fa attraverso un programma di lavoro garantito (PLG).
  • 77. Di che si tratta: 1) Il programma prevede di offrire un lavoro a chiunque sia in grado e voglia lavorare (senza distinzioni di razza, sesso, educazione, esperienza lavorativa, stato sociale e indipendentemente dall’andamento dell’economia). 2) Il programma funziona come una rete di sicurezza che offre un lavoro alle persone che non trovano impiego nel settore privato o in quello pubblico (nessuna competizione con privati o occupati settore pubblico). 3) Il programma offre un salario adatto a condurre uno stile di vita dignitoso: nuovo salario minimo economia. Più un pacchetto di benefici: assistenza sanitaria, assicurazione sul lavoro, ferie pagate.
  • 78. 4) I lavoratori saranno impiegati all’interno del programma in attività ritenute di pubblico interesse: servizi pubblici, servizi socio-sanitari, assistenza anziani, riqualificazione ambientale ed edilizia, infrastrutture pubbliche, attività di riciclaggio rifiuti. 5) Il programma sarà finanziato dal governo ma è consigliata una gestione a livello decentrato da parte di istituzioni pubbliche o organizzazioni no profit, associazioni (più vicine alle esigenze e alle possibilità presenti sul territorio). 6) Una variante alla sua applicazione potrebbe essere l’erogazioni di sussidi o sgravi fiscali alle aziende interessate a proporre determinati progetti di pubblica utilità: tecnologie sperimentali, rinnovabili, riciclaggio, servizi socio-sanitari, riqualificazione ambientale ed edilizia.
  • 79. Vantaggi diretti: • Eliminazione della disoccupazione (chi non vorrà lavorare lo farà per scelta e non per costrizione). • Valorizzazione capitale umano: persone avendo la possibilità di lavorare mantengono e migliorano le proprie competenze lavorative (più facile trovare impiego nel settore privato). • Economia sana in cui aziende possono sempre contare su una domanda stabile e quindi su un livello di vendite adeguato
  • 80. Vantaggi indiretti • Abbattimenti dei costi indiretti derivanti dalla disoccupazione • Calo della spesa da parte dello Stato in sussidi di disoccupazione, cassa integrazione ecc (nel 2012 arrivata a 23 miliardi di Euro) • Interruzione delle situazioni di sfruttamento da parte del settore privato (precariato, lavoro in nero, sottoccupazione, sfruttamento lavoratore) • Miglioramento nella qualità dei servizi offerti dal PLG a beneficio di tutti (comprese aziende settore privato)
  • 81. Stabilità dei prezzi • Un salario minimo FISSATO dal governo stabilizza il valore della valuta. Il valore della moneta è determinato da cosa serve per ottenerla (esempio: immaginiamo che 10 Euro valgano 1 ora di lavoro) • Il governo è il monopolista della valuta e fissa un prezzo base (quello del salario dei lavoratori del PLG), lasciando che le forze di mercato determinino i prezzi restanti e la quantità di lavoratori che entreranno nel PLG (fluttuante) • Inoltre PLG incrementa produzione e produttività settore privato (migliori servizi) • In ogni caso, un eventuale spirale inflattiva sarebbe combattuta con una riserva di occupati (PLG) e non di disoccupati (come avviene oggi).
  • 82. Alcune puntualizzazioni 1) Non si tratta di statalismo • Il PLG si espanderà quando l’economia è in fase di recessione e si ridurrà quando l’economia sarà in crescita (come un polmone) • Recessione -> Lo Stato assume (Il PLG si espande) -> Aumentano i redditi -> Aumenta la domanda di beni/servizi -> Aumenta la produzione di beni/servizi -> Le imprese private riniziano ad assumere -> Il PLG si riduce
  • 83.
  • 84.
  • 85. Alcune puntualizzazioni 2) Non si tratta di incrementare a dismisura il livello della domanda aggregata attraverso una spesa pubblica eccessiva (o illimitata) • Il PLG garantisce che la spesa sia distribuita in modo mirato e al livello necessario a mantenere la piena occupazione (la spesa finisce quando non ci sono più disoccupati disponibili) • Funzione di stabilizzatore automatico anti-ciclico, affiancato a politiche di spesa pubbliche strutturali (investimenti) decise indipendentemente dal PLG
  • 87. Come dovremmo spendere “C’è bisogno di cambiare la composizione della produzione finale, indirizzandola verso attività sostenibili per l’ambiente. Non si tratta di incrementare la domanda di per sé, ma di incrementarla in alcune aree di attività” Bill Mitchell, Univerity of Newcastle (Australia) The job guarantee in a small open economy (2000)
  • 88. Le possibilità di cambiare esistono, basta vederle e capirle “Il sistema monetario è una creazione meravigliosa. Permette a ognuno di perseguire le proprie scelte individuali e allo stesso tempo consente al governo di accedere alle risorse necessarie affinché lavori per noi per creare una società giusta. Il sistema monetario alimenta la spinta innovatrice. Finanzia, organizza e distribuisce la maggior parte della produzione nazionale. È uno dei meccanismi primari usati dal governo per realizzare lo scopo pubblico”. Randall Wray, University Kansas City Missouri A meme for money (2012)

Editor's Notes

  1. MEMO: economia è costruzione sociale, una rete di relazioni sociali e gli Stati dovrebbero aiutare i propri cittadini a risolvere i problemi che essi non riescono a risolvere da soli. VOLANTE LERNER