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Anna Galluzzi
anna.galluzzi@gmail.com
 La biblioteca pubblica: definizione e
posizionamento
 Le sue origini storiche e l’evoluzione degli ultimi
15 anni
 I modelli di biblioteca pubblica
 Le conseguenze della crisi economica e della
rivoluzione tecnologica
 Imparare dal passato: l’America degli anni
Settanta
 Riflettere sul presente: il rapporto con il welfare
 Verso la biblioteca sociale e partecipata
 Strategie e linee d’azione possibili
 Fenomeno su scala mondiale che si incontra in società e
culture differenti e a diversi livelli di sviluppo
 Organizzazione istituita, sostenuta e finanziata dalla
comunità, tramite l’amministrazione locale, regionale o
nazionale, oppure tramite altre forme di organizzazione
collettiva
 (Linee guida IFLA/Unesco 2001)
 L’unica che necessita di ridisegnare continuamente la
propria organizzazione, le proprie raccolte, i propri
servizi, seguendo i cambiamenti della società, del
contesto in cui nasce e cresce
 (Leslie Burger, past President ALA)
 Seconda metà del XIX secolo con l'industrializzazione
e l'ascesa della classe proletaria
 Il welfare o stato sociale è costituito dall’insieme dei
beni e servizi che vengono categorizzati come sociali
 Strumento di pace sociale e processo di formazione
del ceto medio
 Crisi economica degli anni ’70
 Anni ‘80-’90: fine del modello economico-politico del
socialismo reale
 Messa in discussione e ampliamento degli spazi di
gestione privata
 Vittoria del capitalismo finanziario
 Conseguenze sociali
 erosione del ceto medio e processi di polarizzazione sociale
 concentrazione di potere e ricchezza in un numero sempre più
limitato di persone
 nascita di un nuovo proletariato grazie all’avvento della
società low cost
 alla base della piramide sociale “nuovi poveri ed esclusi”
 Crisi dei sistemi democratici tradizionali:
 perdita di centralità dei parlamenti
 strapotere di partiti sempre più sganciati dalle loro basi
 distanza e crescente disinteresse dei cittadini nei confronti della politica
 nascita di movimenti “politici” alternativi
 trasferimento del dibattito politico nelle arene mediatiche
 assenza di politiche di medio e lungo termine a vantaggio di obiettivi con
ricadute elettorali
 forte crisi dello stato nazionale, schiacciato tra livello globale e locale
 Crisi finanziaria globale a partire dal 2008
 critica del turbocapitalismo
 crisi del welfare a fronte di risorse pubbliche sempre più
scarse
 ha acquisito credito la categoria dei beni comuni
 Rischio di marginalizzazione politica e sociale
 Crescente esigenza di cambiamento e adattamento a un
contesto politico, economico, sociale e tecnologico
nuovo
 I bibliotecari si interrogano sulle direzioni da prendere
e su come e quanto le biblioteche debbano cambiare
Imparare dal passato
Comprendere il presente
• nasce la public library
• intervento rivolto prevalentemente
alla working class
• concetto di welfare
• obiettivo: controllo sociale
Dicembre 2001
Giugno 2002
 conciliare piccole e grandi dimensioni
 realizzare servizi personalizzati, ma al contempo
standardizzati
 potenziare le funzioni di svago e, al contempo,
rafforzare quelle di studio e di ricerca
 lavorare sulle componenti funzionali, ma anche su quelle
esperienziali
 rilanciare la biblioteca come luogo pubblico della città
 mescolare fisicità e virtualità
•molte biblioteche realizzate o ripensate
•crisi economico-finanziaria
•rivoluzione tecnologica
 c'è chi entra per scaldarsi d'inverno
 chi perché ha bisogno di aiuto per cercare lavoro
 chi per usare attrezzature e software che alcune
biblioteche mettono a disposizione
 chi perché c'è un bagno
 chi perché c'è Internet e il wifi gratis
 chi per utilizzare le prese elettriche
 chi per frequentare un corso
 chi per leggere i giornali
 chi perché non sa come impiegare il proprio tempo
 chi per prendere dei libri o dei dvd in prestito
 chi perché vuole socializzare
 chi perché è appena arrivato nel nostro paese e non
sa come districarsi con la burocrazia
 chi per partecipare ad un'iniziativa della
biblioteca
 chi perché ha bisogno di un posto silenzioso
dove studiare
 chi perché necessita di uno spazio per lavorare
in gruppo
 chi perché ha bisogno di un posto sicuro dove
portare i bambini per attività ludico-formative
non scolastiche
 chi perché è uno dei pochi posti in cui non devi
giustificare perché sei lì ed è gratis
 chi perché si sente solo
 chi perché è il posto più vicino e aperto più a
lungo dove fermarsi per fare varie cose
Si amplia la base dell’utenza, oppure si trasforma la sua composizione?
UTENTI/USI “PROPRI”?
 Utenti “bibliografici” = quelli
interessati alle collezioni
 Utenti “culturali” = quelli interessati
alla fruizione degli spazi per attività
ludico-culturali e formative
 Utenti “partecipanti” = quelli
desiderosi di diventare parte attiva
nella organizzazione di iniziative e
nella produzione di nuova
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 Utenti “sociali” = singoli e gruppi con
bisogni di natura più propriamente
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servizio, bensì vengono in biblioteca
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prese, sedie) e/o perché è un luogo
non obbligatorio, gratuito e dove puoi
stare senza un motivo preciso
Poi ci sono gli studenti con i libri personali =
utenza “propria” o “impropria”?
Biblioteca Sormani – Milano Biblioteca comunale -Trento
I nuovi volti della biblioteca pubblica.Tra cultura e accoglienza, a cura di Maurizio Bergamaschi.
Milano: Franco Angeli, 2015
Problemi reali... Interrogativi legittimi
 1946: Public Library Inquiry
 Jesse H. Shera, Foundations of the public
library.The origins of the public library
movement in New England 1629-1855.
Chicago:The shoe string press, 1965
 Articoli pubblicati su Library journal tra il
1974 e il 1976
 Lawrence J. White, The public library in the
1980s:The problems of choice. Lexington:
Lexington Book, 1983
 Crisi economica e sociale seguita alla crisi
energetica
 ci si interroga sulla natura delle biblioteche pubbliche
e sull’opportunità del loro finanziamento pubblico
 già dagli anni ’50-’60 si torna a studiare la storia della
public library americana
 il dibattito si trascina fino agli anni ‘80
 Tipologia di utenti: Gli unici che usano regolarmente la biblioteca
sono ragazzi e bambini.Crollo dell'uso dopo l'età della scuola
 Livello di istruzione: sono molto scolarizzati. Chi ha studiato di
più è abituato a fare affidamento sui libri come fonti informative e
ricreative
 Status economico: La maggioranza proviene dalle classi a medio
reddito; non è usato né dai ricchi né dai poveri. Istituzione
sostenuta dalla classe media
 Concentrazione/dispersione dell'uso: pochi usano tanto, tanti
usano poco.
 Nuovi servizi ampliano l'utenza? Gli stessi utenti che sono più attenti alle proposte
culturali tendono a usare anche i nuovi servizi
 La biblioteca pubblica non è utilizzata come fonte di informazione. Il reference è usato
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 La fiction costituisce il 65% della circolazione, e nelle biblioteche più piccole ancora di
più. Metà della circolazione riguarda la "poor fiction"
 La circolazione diminuisce nelle fasi di prosperità e aumenta in quelle depressive
 I consigli del bibliotecario influenzano le letture? Poco (più amici, recensioni, pubblicità)
 Il pubblico generale sconta ampia ignoranza sulla biblioteca (chi la finanzia, che servizi fa,
dove sta)
 La gente pensa che la chiusura delle biblioteche danneggerebbe la cittadinanza ma non
loro; la biblioteca è considerata simbolicamente una cosa buona e giusta (ma qualcosa
che altri usano).
 23% entra in biblioteca per altri usi (luogo di incontro o uso del telefono)
Conclusioni:
 La biblioteca pubblica è aperta a tutti ma attrae una
minoranza che si autoseleziona
 L'universalità è impossibile, per quanto aggressiva possa
essere la promozione
 Dare strumenti politici e critici non è una funzione realmente
svolta dalla biblioteca, perché chi ne avrebbe bisogno non la
utilizza
 Servire meglio la minoranza e non inseguire la maggioranza?
 La biblioteca pubblica non ha mai veramente raggiunto il
pubblico al quale in teoria si rivolgeva (ossia quello che ne
avrebbe avuto bisogno) e non ha mai effettivamente
realizzato i suoi obiettivi di redistribuzione culturale
 Però ha usufruito della cosiddetta “library faith”:
 leggere è una cosa di per sé buona
 la lettura dei libri è utile e morale
 l’accesso gratuito e libero all’informazione accresce il progresso
individuale e migliora il processo democratico
Jesse Shera, sociologo, 1965
Lawrence J.White, economista, 1983
 rigidità istituzionali / limitata rapidità di risposta e di
adattamento ai cambiamenti
 risorse umane che non si rinnovano
 stato effettivo delle biblioteche, al di là delle poche
realtà avanzate e/o di eccellenza
 risorse economiche in diminuzione
 condizioni proibitive imposte da editori e fornitori /
obsoleta normativa sul copyright
 privatizzazione delle attività di gestione e accesso alla
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 Ritornare al passato? In che modo limitare l’accesso? Quali usi
sono propriamente "bibliotecari"? Chi stabilisce cosa è
opportuno che avvenga in biblioteca?
 Non intervenire? Non bastano i facili populismi e le altrettanto
facili risposte puramente ideologiche o romantiche
 Ask your community? La comunità non è un tutto omogeneo,
e forse oggi più che mai non c’è niente di più articolato,
contraddittorio e conflittuale
•mission e finalità istituzionali
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 Famiglia problematica con figli che da
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Perché dunque non portare il welfare territoriale in biblioteca,
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 Negli ultimi anni, condivisione degli spazi - e talvolta anche del
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 Convergenza e condivisione di spazi e finalità con persone e
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 Basta un bibliotecario competente e gentile a gestire le problematiche della
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di disagio?
 Basta un bibliotecario facilitatore e mediatore a gestire utilizzi degli spazi che
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 Basta un bibliotecario "smanettone" a garantire il corretto funzionamento di
un makerspace ovvero mettere in piedi servizi tecnologicamente avanzati?
 Basta l'apertura mentale e la volontà del bibliotecario a rendere le biblioteche
più partecipative?
 Idea store,Tower Hamlets, Londra
 Le persone desideravano avere
supporto formativo oltre che
informazioni.
 Nell’autunno del 1998 il Consiglio
[comunale] si accordò sullo sviluppare
una strategia che mettesse insieme
biblioteche e formazione per gli adulti.
 Da allora la partnership si è ampliata,
con l’aiuto delTower Hamlets College,
il più importante soggetto che si
occupa di formazione sul territorio.
 Biblioteca San Giorgio di Pistoia
 attività dedicate all'educazione non
formale degli adulti, che fanno parte,
in alcuni casi, dell'offerta formativa del
sistema EDA della provincia di Pistoia
 Corsi di scrittura
 Corsi di lingua straniera
 Corsi sul benessere personale e
interpersonale
 Corsi sul fai da te e tempo libero
 Corsi di informatica e di alfabetizzazione
digitale
 Dokk1, Aarhus, Denmark
 Abbiamo messo insieme un
certo numero di servizi pubblici
in un unico posto per rendere
tutto più facile per voi.
 I servizi includono informazioni
e assistenza, assicurazione
medica, passaporti, patenti,
cerimonie di matrimonio e aiuto
per l’uso self service delle
tecnologie, tra le altre cose.
 PuntoPero e PuntoCerchiate
 Servizi alla persona; Lavori
Pubblici; Ecologia; Edilizia
Privata; Commercio [SUAP]
Sportello unico attività
produttive;Tributi; Cultura;
Anagrafe
 San Francisco Public Library
 Leah Esguerra, un’operatrice sociale a
San Francisco, inizia la sua giornata
girando tra gli scaffali della Biblioteca
centrale della città.
 Cerca senzatetto che hanno bisogno
della sua assistenza.
 Esguerra è la prima operatrice sociale di
biblioteca. Dal 2009, fornisce servizi
sociali e programmi sociali di azione sul
campo a molti utenti senzatetto della
biblioteca.
 Biblioteca Sormani di Milano
 «Abbiamo chiamato i Servizi sociali, cercato
un'associazione di volontariato e messo in
piedi il primo gruppo di "auto aiuto" formato
dagli stessi nostri utenti borderline, che
proveranno a interagire e ad aiutarsi fra di
loro». Non solo.
 Parise, con l'appoggio di Paola Bocci,
consigliera comunale referente per le
biblioteche, ha pensato di mettere a
disposizione dei senzatetto della Sormani una
stanza ad hoc, con computer e un animatore
del Comune che farà la regia degli incontri
finalizzati a inventare magari un futuro
diverso, un curriculum, un lavoro.
(Jesse H. Shera, 1965)
Biblioteche per tutti? Imparare dal passato e riflettere sul presente

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Biblioteche per tutti? Imparare dal passato e riflettere sul presente

  • 2.  La biblioteca pubblica: definizione e posizionamento  Le sue origini storiche e l’evoluzione degli ultimi 15 anni  I modelli di biblioteca pubblica  Le conseguenze della crisi economica e della rivoluzione tecnologica
  • 3.  Imparare dal passato: l’America degli anni Settanta  Riflettere sul presente: il rapporto con il welfare  Verso la biblioteca sociale e partecipata  Strategie e linee d’azione possibili
  • 4.
  • 5.  Fenomeno su scala mondiale che si incontra in società e culture differenti e a diversi livelli di sviluppo  Organizzazione istituita, sostenuta e finanziata dalla comunità, tramite l’amministrazione locale, regionale o nazionale, oppure tramite altre forme di organizzazione collettiva  (Linee guida IFLA/Unesco 2001)
  • 6.  L’unica che necessita di ridisegnare continuamente la propria organizzazione, le proprie raccolte, i propri servizi, seguendo i cambiamenti della società, del contesto in cui nasce e cresce  (Leslie Burger, past President ALA)
  • 7.
  • 8.  Seconda metà del XIX secolo con l'industrializzazione e l'ascesa della classe proletaria  Il welfare o stato sociale è costituito dall’insieme dei beni e servizi che vengono categorizzati come sociali  Strumento di pace sociale e processo di formazione del ceto medio
  • 9.  Crisi economica degli anni ’70  Anni ‘80-’90: fine del modello economico-politico del socialismo reale  Messa in discussione e ampliamento degli spazi di gestione privata  Vittoria del capitalismo finanziario
  • 10.  Conseguenze sociali  erosione del ceto medio e processi di polarizzazione sociale  concentrazione di potere e ricchezza in un numero sempre più limitato di persone  nascita di un nuovo proletariato grazie all’avvento della società low cost  alla base della piramide sociale “nuovi poveri ed esclusi”
  • 11.  Crisi dei sistemi democratici tradizionali:  perdita di centralità dei parlamenti  strapotere di partiti sempre più sganciati dalle loro basi  distanza e crescente disinteresse dei cittadini nei confronti della politica  nascita di movimenti “politici” alternativi  trasferimento del dibattito politico nelle arene mediatiche  assenza di politiche di medio e lungo termine a vantaggio di obiettivi con ricadute elettorali  forte crisi dello stato nazionale, schiacciato tra livello globale e locale
  • 12.  Crisi finanziaria globale a partire dal 2008  critica del turbocapitalismo  crisi del welfare a fronte di risorse pubbliche sempre più scarse  ha acquisito credito la categoria dei beni comuni
  • 13.  Rischio di marginalizzazione politica e sociale  Crescente esigenza di cambiamento e adattamento a un contesto politico, economico, sociale e tecnologico nuovo  I bibliotecari si interrogano sulle direzioni da prendere e su come e quanto le biblioteche debbano cambiare
  • 15.
  • 16. • nasce la public library • intervento rivolto prevalentemente alla working class • concetto di welfare • obiettivo: controllo sociale
  • 17.
  • 20.
  • 21.  conciliare piccole e grandi dimensioni  realizzare servizi personalizzati, ma al contempo standardizzati  potenziare le funzioni di svago e, al contempo, rafforzare quelle di studio e di ricerca  lavorare sulle componenti funzionali, ma anche su quelle esperienziali  rilanciare la biblioteca come luogo pubblico della città  mescolare fisicità e virtualità
  • 22.
  • 23. •molte biblioteche realizzate o ripensate •crisi economico-finanziaria •rivoluzione tecnologica
  • 24.  c'è chi entra per scaldarsi d'inverno  chi perché ha bisogno di aiuto per cercare lavoro  chi per usare attrezzature e software che alcune biblioteche mettono a disposizione  chi perché c'è un bagno  chi perché c'è Internet e il wifi gratis  chi per utilizzare le prese elettriche  chi per frequentare un corso  chi per leggere i giornali  chi perché non sa come impiegare il proprio tempo  chi per prendere dei libri o dei dvd in prestito  chi perché vuole socializzare  chi perché è appena arrivato nel nostro paese e non sa come districarsi con la burocrazia  chi per partecipare ad un'iniziativa della biblioteca  chi perché ha bisogno di un posto silenzioso dove studiare  chi perché necessita di uno spazio per lavorare in gruppo  chi perché ha bisogno di un posto sicuro dove portare i bambini per attività ludico-formative non scolastiche  chi perché è uno dei pochi posti in cui non devi giustificare perché sei lì ed è gratis  chi perché si sente solo  chi perché è il posto più vicino e aperto più a lungo dove fermarsi per fare varie cose Si amplia la base dell’utenza, oppure si trasforma la sua composizione?
  • 25. UTENTI/USI “PROPRI”?  Utenti “bibliografici” = quelli interessati alle collezioni  Utenti “culturali” = quelli interessati alla fruizione degli spazi per attività ludico-culturali e formative  Utenti “partecipanti” = quelli desiderosi di diventare parte attiva nella organizzazione di iniziative e nella produzione di nuova conoscenza UTENTI/USI “IMPROPRI”?  Utenti “sociali” = singoli e gruppi con bisogni di natura più propriamente afferente al welfare sociale  Utenti “occupanti” e/o “free riders” = coloro che non sono alla ricerca di un servizio, bensì vengono in biblioteca per utilizzarne le facilities (bagni, prese, sedie) e/o perché è un luogo non obbligatorio, gratuito e dove puoi stare senza un motivo preciso Poi ci sono gli studenti con i libri personali = utenza “propria” o “impropria”?
  • 26. Biblioteca Sormani – Milano Biblioteca comunale -Trento
  • 27. I nuovi volti della biblioteca pubblica.Tra cultura e accoglienza, a cura di Maurizio Bergamaschi. Milano: Franco Angeli, 2015 Problemi reali... Interrogativi legittimi
  • 28.
  • 29.  1946: Public Library Inquiry  Jesse H. Shera, Foundations of the public library.The origins of the public library movement in New England 1629-1855. Chicago:The shoe string press, 1965  Articoli pubblicati su Library journal tra il 1974 e il 1976  Lawrence J. White, The public library in the 1980s:The problems of choice. Lexington: Lexington Book, 1983
  • 30.  Crisi economica e sociale seguita alla crisi energetica  ci si interroga sulla natura delle biblioteche pubbliche e sull’opportunità del loro finanziamento pubblico  già dagli anni ’50-’60 si torna a studiare la storia della public library americana  il dibattito si trascina fino agli anni ‘80
  • 31.  Tipologia di utenti: Gli unici che usano regolarmente la biblioteca sono ragazzi e bambini.Crollo dell'uso dopo l'età della scuola  Livello di istruzione: sono molto scolarizzati. Chi ha studiato di più è abituato a fare affidamento sui libri come fonti informative e ricreative  Status economico: La maggioranza proviene dalle classi a medio reddito; non è usato né dai ricchi né dai poveri. Istituzione sostenuta dalla classe media  Concentrazione/dispersione dell'uso: pochi usano tanto, tanti usano poco.
  • 32.  Nuovi servizi ampliano l'utenza? Gli stessi utenti che sono più attenti alle proposte culturali tendono a usare anche i nuovi servizi  La biblioteca pubblica non è utilizzata come fonte di informazione. Il reference è usato da un'utenza più specializzata  La fiction costituisce il 65% della circolazione, e nelle biblioteche più piccole ancora di più. Metà della circolazione riguarda la "poor fiction"  La circolazione diminuisce nelle fasi di prosperità e aumenta in quelle depressive  I consigli del bibliotecario influenzano le letture? Poco (più amici, recensioni, pubblicità)  Il pubblico generale sconta ampia ignoranza sulla biblioteca (chi la finanzia, che servizi fa, dove sta)  La gente pensa che la chiusura delle biblioteche danneggerebbe la cittadinanza ma non loro; la biblioteca è considerata simbolicamente una cosa buona e giusta (ma qualcosa che altri usano).  23% entra in biblioteca per altri usi (luogo di incontro o uso del telefono)
  • 33. Conclusioni:  La biblioteca pubblica è aperta a tutti ma attrae una minoranza che si autoseleziona  L'universalità è impossibile, per quanto aggressiva possa essere la promozione  Dare strumenti politici e critici non è una funzione realmente svolta dalla biblioteca, perché chi ne avrebbe bisogno non la utilizza  Servire meglio la minoranza e non inseguire la maggioranza?
  • 34.  La biblioteca pubblica non ha mai veramente raggiunto il pubblico al quale in teoria si rivolgeva (ossia quello che ne avrebbe avuto bisogno) e non ha mai effettivamente realizzato i suoi obiettivi di redistribuzione culturale  Però ha usufruito della cosiddetta “library faith”:  leggere è una cosa di per sé buona  la lettura dei libri è utile e morale  l’accesso gratuito e libero all’informazione accresce il progresso individuale e migliora il processo democratico
  • 37.
  • 38.
  • 39.  rigidità istituzionali / limitata rapidità di risposta e di adattamento ai cambiamenti  risorse umane che non si rinnovano  stato effettivo delle biblioteche, al di là delle poche realtà avanzate e/o di eccellenza
  • 40.  risorse economiche in diminuzione  condizioni proibitive imposte da editori e fornitori / obsoleta normativa sul copyright  privatizzazione delle attività di gestione e accesso alla conoscenza
  • 41.
  • 42.  Ritornare al passato? In che modo limitare l’accesso? Quali usi sono propriamente "bibliotecari"? Chi stabilisce cosa è opportuno che avvenga in biblioteca?  Non intervenire? Non bastano i facili populismi e le altrettanto facili risposte puramente ideologiche o romantiche  Ask your community? La comunità non è un tutto omogeneo, e forse oggi più che mai non c’è niente di più articolato, contraddittorio e conflittuale
  • 43. •mission e finalità istituzionali •aspettative degli utenti verso la biblioteca •come cambia il mondo e la società intorno a noi Questi tre input devono essere tenuti tutti e tre in conto (checks and balances)
  • 44. La taglia unica non va bene a tutti.
  • 45. Terreno di gioco, arbitri e giocatori: Bibliotecari tra competenze e alleanze
  • 46.
  • 47. BOLOGNA  Straniero in cerca di lavoro si presenta in biblioteca  Va reindirizzato ai servizi per l’impiego presenti sul territorio, non necessariamente in centro, non necessariamente con orari di apertura ampi PADERNO DUGNANO  Famiglia problematica con figli che da quando hanno scoperto la biblioteca trascorrono lì parecchio tempo, usandone i servizi ma anche creando non pochi problemi  La mamma chiede di non prestare più libri al figlio Perché dunque non portare il welfare territoriale in biblioteca, integrando personale e competenze?
  • 48.  Già negli anni ‘90 e ‘00 tendenza a far convergere tipologie di spazi e servizi differenti in un’unica struttura (one-stop-shops)  Negli ultimi anni, condivisione degli spazi - e talvolta anche del personale - con altri sportelli al cittadino delle amministrazioni locali  Convergenza e condivisione di spazi e finalità con persone e gruppi presenti sul territorio
  • 49.
  • 50.  Basta un bibliotecario competente e gentile a gestire le problematiche della convivenza tra utenti, talvolta con difficoltà mentali o provenienti da situazioni di disagio?  Basta un bibliotecario facilitatore e mediatore a gestire utilizzi degli spazi che talvolta contraddicono le regole minime della convivenza civile?  Basta un bibliotecario "smanettone" a garantire il corretto funzionamento di un makerspace ovvero mettere in piedi servizi tecnologicamente avanzati?  Basta l'apertura mentale e la volontà del bibliotecario a rendere le biblioteche più partecipative?
  • 51.  Idea store,Tower Hamlets, Londra  Le persone desideravano avere supporto formativo oltre che informazioni.  Nell’autunno del 1998 il Consiglio [comunale] si accordò sullo sviluppare una strategia che mettesse insieme biblioteche e formazione per gli adulti.  Da allora la partnership si è ampliata, con l’aiuto delTower Hamlets College, il più importante soggetto che si occupa di formazione sul territorio.  Biblioteca San Giorgio di Pistoia  attività dedicate all'educazione non formale degli adulti, che fanno parte, in alcuni casi, dell'offerta formativa del sistema EDA della provincia di Pistoia  Corsi di scrittura  Corsi di lingua straniera  Corsi sul benessere personale e interpersonale  Corsi sul fai da te e tempo libero  Corsi di informatica e di alfabetizzazione digitale
  • 52.  Dokk1, Aarhus, Denmark  Abbiamo messo insieme un certo numero di servizi pubblici in un unico posto per rendere tutto più facile per voi.  I servizi includono informazioni e assistenza, assicurazione medica, passaporti, patenti, cerimonie di matrimonio e aiuto per l’uso self service delle tecnologie, tra le altre cose.  PuntoPero e PuntoCerchiate  Servizi alla persona; Lavori Pubblici; Ecologia; Edilizia Privata; Commercio [SUAP] Sportello unico attività produttive;Tributi; Cultura; Anagrafe
  • 53.  San Francisco Public Library  Leah Esguerra, un’operatrice sociale a San Francisco, inizia la sua giornata girando tra gli scaffali della Biblioteca centrale della città.  Cerca senzatetto che hanno bisogno della sua assistenza.  Esguerra è la prima operatrice sociale di biblioteca. Dal 2009, fornisce servizi sociali e programmi sociali di azione sul campo a molti utenti senzatetto della biblioteca.  Biblioteca Sormani di Milano  «Abbiamo chiamato i Servizi sociali, cercato un'associazione di volontariato e messo in piedi il primo gruppo di "auto aiuto" formato dagli stessi nostri utenti borderline, che proveranno a interagire e ad aiutarsi fra di loro». Non solo.  Parise, con l'appoggio di Paola Bocci, consigliera comunale referente per le biblioteche, ha pensato di mettere a disposizione dei senzatetto della Sormani una stanza ad hoc, con computer e un animatore del Comune che farà la regia degli incontri finalizzati a inventare magari un futuro diverso, un curriculum, un lavoro.
  • 54.