1. "IL PRIMO CONTATTO: FANTASIE, PENSIERI ED
EMOZIONI DEL PAZIENTE E DEL TERAPEUTA
Dott. ssa Romana G. Colantonio
Dott. ssa Paola Bisciglia
Associazione Argo Rende (CS)
6. Molti degli schemi di vita attuali di un soggetto, hanno
origine nell'infanzia.
L‘Analisi Transazionale elabora spiegazioni di come l'adulto
riproponga continuamente le strategie che ha appreso
nell'infanzia, anche quando esse generano risultati dolorosi
o autolesionisti
Gli Occhiali del Terapeuta
Analitico - Transazionale
7. Berne, in "Ciao e poi ... " definisce il copione:
"...un piano di vita deciso nell'infanzia, rinforzato dai
genitori, sostenuto da decisioni successive, recitato e con
un tornaconto finale".
Il Copione di vita
8. Berne, in “Ciao!… E poi?” (1972)
Guarire significa uscire dal copione, recuperare la propria autonomia,
attraverso tre importanti capacità
consapevolezza, intesa come
capacità di esser in contatto con il
presente senza filtrarlo attraverso le
esperienze passate;
spontaneità, intesa come la
capacità di reagire alle situazioni
scegliendo in tutta libertà tra tutte
quelle sensazioni, pensieri e
comportamenti che una persona può
sentire, pensare ed agire senza
costrizioni, utilizzando liberamente
tutti e tre gli stati dell’Io;
intimità ovvero la capacità di condividere liberamente le
emozioni, i pensieri e i comportamenti con un’altra
persona. E’ l’intimità che permette alle persone di creare
legami dando e ricevendo affetto.
9. …i intanto??!
La pancia vibra…da
…subito
Non solo il paziente
sceglie il terapeuta
ma anche il terapeuta
10. risonanze
sistemi umani diversi possono entrare in
risonanza sotto l’effetto di un elemento
comune, come quei corpi che si mettono a
vibrare sotto l’effetto di una frequenza
determinata
M. Elkaim
all’interno del contesto specifico del
setting
della famiglia della famiglia
d’origine del in terapia
terapeuta
11.
12. perché un sistema interpersonale si costituisca come tale deve
esistere un certo grado di interazione tra i suoi membri: il
meccanismo che sta alla base di essa è lo scambio di parti di sé
che ciascun membro attua con l’altro
M. Klein : IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA
processo normale della vita psichica che fonda il
vincolo di empatia con l’oggetto
proiezione non solo di parti non desiderate, ma anche di parti
buone del sé verso gli oggetti esterni…
necessaria per riconoscere gli oggetti esterni e per cercare nuovi
legami significativi
mentre ci si pone nei panni dell’altro per comprenderlo si evoca
nell’altro risonanza emozionale, attraverso la forma con cui gli si
parla oltre che attraverso il contenuto
e l’altro “funziona anch’esso con le sue rispettive identificazioni e si
produce così uno scambio in entrambe le direzioni”…
in un gioco continuo di proiezioni e introiezioni: ognuno stimolando
l’altro a “diventare l’incarnazione della persona complementare”
di cui ha bisogno
naturalmente ognuno deve avere un proprio interesse a svolgere
questa funzione!
14. Carmine Saccu :
I pazienti non vengono a caso
ma
è S. Pietro che ce li manda!
15.
16. Von Foester
La conoscenza è prodotta da un rapporto attivo col mondo
L’osservatore è colui che ordina e organizza il mondo
costruito dalla sua stessa esperienza
Vediamo ciò che siamo in grado di vedere
Capiamo attraverso uno degli infiniti modi di leggere il
mondo
Perdita della neutralità e oggettività
Dal “che cosa” al “come”
17. J. Amati Mehler et Al.
Non
solo l analizzando sceglie l analista ma
anche l analista sceglie l analizzando e
lo sceglie
inevitabilmente sotto la spinta di sue
economiche e dinamiche esigenze, in
forma di emozioni e di
interessi che affondano le loro radici
nei suoi bisogni inconsci e nelle
aspettative da essi derivanti
(Formazione della coppia analitica e
identità dell analista, 1980).
18. “perché un sistema interpersonale si costituisca come tale deve
esistere un certo grado di interazione tra i suoi membri: il
meccanismo che sta alla base di essa è lo scambio di parti di sé
che ciascun membro attua con l’altro…che M. Klein chiama
“identificazione proiettiva”… processo normale della vita psichica
che fonda il vincolo di empatia con l’oggetto…è la proiezione non
solo di parti non desiderate, ma anche di parti buone del sé verso
gli oggetti esterni…utile e necessaria non solo per riconoscere gli
oggetti esterni, ma anche per cercare nuovi oggetti con cui
stabilire legami significativi…è necessario che uno si ponga nei
panni dell’altro per capirne sentimenti, comportamenti,
atteggiamenti, reazioni”; contemporaneamente evoca nell’altro
risonanza emozionale, attraverso la forma con cui gli parla, ma
anche il contenuto e l’altro “funziona anch’esso con le sue
rispettive identificazioni e si produce così uno scambio in
entrambe le direzioni”…in un gioco continuo di proiezioni e
introiezioni: ognuno stimolando l’altro a “diventare l’incarnazione
della persona complementare” di cui ha bisogno: naturalmente
ognuno deve avere un proprio interesse a svolgere questa
funzione!