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KIA TREND
Project work “KiA
Business Roundtable.
Verso una sostenibilità sistemica
Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019
A cura di:
Giorgio Amato
Sara Beccaluva
Giorgia Castelli
Alessandro Cerioni
Andrea Cocchi
Angelita Russo
Project work “KiA – Knowledge in Action”
Business Roundtable.
Verso una sostenibilità sistemica
orse Umane e Organizzazione 2019-2020
Verso una sostenibilità sistemica
2020
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020
INTRODUZIONE............................................................................................................................. 2
CAPITOLO I.................................................................................................................................... 3
RESPONSABILITA’ SOCIALE D’IMPRESA.................................................................................... 3
1.1 Introduzione al concetto di Responsabilità Sociale d’Impresa...................................................... 3
1.2 CRS: Corporate Social Responsibility .............................................................................................. 4
1.3 La Steakeholder Theory e la Triple Bottom Line............................................................................. 7
1.4 Dimensioni attuali e prospettiche della Responsabilità Sociale d’Impresa ................................. 9
CAPITOLO II................................................................................................................................. 12
LA BUSINESS ROUNDTABLE ..................................................................................................... 12
2.1 Statement on the purpose of a corporation: la sostenibilità prima del profitto.......................... 12
2.2 Le Società Benefit.............................................................................................................................. 14
2.3 Strumentalizzazione dell'etica? Critica alla Business Roundtable ............................................. 16
CAPITOLO III................................................................................................................................ 18
BEST PRACTICES....................................................................................................................... 18
3.1 Gli obiettivi di sviluppo sostenibile in Usa: il caso di 3M .............................................................. 18
3.2 Gli obiettivi di sviluppo sostenibile in Italia: l’esempio di SNAM ................................................. 19
CONCLUSIONI............................................................................................................................. 21
BIBLIOGRAFIA............................................................................................................................. 22
SITOGRAFIA................................................................................................................................ 22
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020
INTRODUZIONE
Nell’Agosto del 2019, i 181 CEO delle più importanti aziende americane, appartenenti alla
prestigiosa associazione statunitense che prende il nome di Business Roundtable, hanno
sottoscritto una dichiarazione con la quale s’impegnano ad orientare le loro attività non più e non
solo nell’interesse dei propri azionisti, ma di tutti gli stakeholders, ovvero di tutte quelle parti che
vanno sotto il nome di azionisti, creditori sociali, dipendenti, fornitori, clienti, sindacati, istituzioni,
comunità locali e che hanno un interesse diretto o indiretto nell’attività d’impresa.
In questo elaborato, si è cercato di porre luce sul tema della Responsabilità Sociale d’Impresa
(RSI), un tema tanto attuale quanto dibattuto, di cui il management aziendale deve sempre più
tenere conto. Ripercorrendo le tappe storiche che hanno portato all’affermazione di tale concetto,
si è voluto analizzare come e quanto la RSI abbia inciso sulle più moderne modalità di business.
Nel primo capitolo, dopo aver preso in esame le radici linguistiche del termine “Responsabilità
Sociale d'Impresa” e aver dato una definizione del concetto di Corporate Social Responsibility
(CSR) - che può essere inteso come «l'insieme di responsabilità che insistono in carico all'impresa
per gli effetti che lo svolgimento della sua attività genera sulla comunità di riferimento e
sull'ambiente» (Nicoletti) -, si è voluto analizzare in termini di profittabilità, e dunque di saldo tra
costi e benefici, gli effetti che la RSI comporta.
Particolare attenzione è stata rivolta altresì alla Teoria degli Stakeholders, elaborata da Robert
Freeman. Tale teoria introduce un’idea nuova di azienda, concepita come un sistema aperto e
fortemente interrelato, attenta alle esigenze dei propri portatori d’interesse.
Dall’osservazione dell’evoluzione del concetto di CSR si può evincere il passaggio da una visione
statica, in cui quest’ultima viene considerata esclusivamente come un centro di costo, ad una
visione dinamica, in cui viene valorizzato il suo ruolo strategico e di creazione di valore condiviso
per tutti gli attori sociali.
Con il secondo capitolo, ci si è poi soffermati più attentamente sull’analisi del contenuto del
Manifesto della Business Roundtable. Particolare attenzione è stata posta al cambiamento di
prospettiva che la sua sottoscrizione ha implicato per le aziende che vi hanno aderito. Ribaltando
la visione di Milton Friedman, i 181 CEO si sono impegnati a guidare le proprie aziende a beneficio
di tutti i propri stakeholders.
Interessante a tal proposito risulta la diffusione, nel panorama internazionale e - nello specifico -
all’interno dell’ordinamento giuridico italiano, delle Società Benefit, un modello innovativo, che va
ad integrare la strategia di business con la sua sostenibilità sociale e ambientale. Essere Società
Benefit consente infatti all’impresa, oltre che di massimizzare il profitto, anche di raggiungere uno
scopo di beneficio comune, così come fissato nello statuto.
Non tralasciando gli aspetti critici sollevati sul tema da parte della dottrina, nel terzo capitolo
vengono esaminate due realtà virtuose in relazione ai temi affrontati: 3M (multinazionale
statunitense famosa in tutto il mondo) e SNAM (società italiana leader in Europa nell’ambito delle
infrastrutture per il gas). Sono stati in particolare descritti gli obiettivi di sostenibilità prefissati dalle
aziende e le pratiche innovative da queste promosse, al fine di illustrare la strada da queste
intrapresa in un momento di sostanziale mutamento non soltanto economico ma anche culturale
dello scenario internazionale.
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020
CAPITOLO I
RESPONSABILITA’ SOCIALE D’IMPRESA
1.1 Introduzione al concetto di Responsabilità Sociale d’Impresa
Le radici linguistiche del termine responsabilità nascono dal latino “respondeo” e dal greco
“spendo”, entrambi con il significato di “impegnarsi l’uno di fronte all’altro nel momento in cui si
stipula un patto”.
Prendendo in esame il saggio di filosofia del diritto “Responsabilità e pena” di Herbert L. Hart,
possiamo indentificare quattro significati del termine “responsabile”:
• riferito alla persona, ovvero essere responsabile di un ruolo;
• agente causale, responsabile di un determinato avvenimento;
• imputabile, in riferimento alla responsabilità morale o giuridica sul piano civile e penale;
• riferito a persona che è capace di agire con consapevolezza.
Accanto alle radici linguistiche, alla fine del Settecento emerge il concetto di responsabilità
sociale che, tramite l’analisi di Hans Maier, è possibile ricondurre a tre tradizioni:
• greco-romana, in cui la responsabilità parte dall’assunto della virtù civica che caratterizzava il
mondo antico in cui bisognava vivere facendosi carico di ciò che è generale, rifiutando il
particolare;
• ebraico-cristiana, in cui “non si è responsabili ma si è fatti responsabili e chi ci fa responsabili è
la società”1
;
• moderna, riferito alla responsabilità in campo civile e penale, in cui la responsabilità è definita
come disponibilità a rispondere delle conseguenze delle proprie azioni.
Il concetto di responsabilità può avere significato diverso a seconda del contesto in cui viene
utilizzato, che può essere morale, civile o penale. In ogni caso, la responsabilità consiste
nell’abilità di dare risposte, di riconoscere ed accettare che i nostri pensieri, emozioni e
atteggiamenti possano produrre determinati risultati. Vuol dire, inoltre, essere abili nel rispondere
in maniera efficiente a qualsiasi evento. 2
“L’azione responsabile compie un doppio movimento: esce dalla passività per rispondere
creativamente a un bisogno dell’uomo. In questo movimento di azione e sottomissione sta il senso
e la grandezza della responsabilità umana sul piano personale come su quello sociale”. 3
Come afferma Porter, esiste una dipendenza tra impresa e società. L’impresa, d’altronde, oltre
ad essere uno strumento capace di generare reddito e di creare ricchezza, è ancor prima una
comunità spontanea, occasione di aggregazione fra uomini. Come è stato osservato da Giovanni
Paolo II: “Scopo dell’impresa, infatti, non è semplicemente la produzione del profitto, bensì
l’esistenza stessa dell’impresa come comunità di uomini che, in modi diversi, perseguono il
soddisfacimento dei loro bisogni fondamentali e costituiscono un particolare gruppo al servizio
dell’intera società. Il profitto è un regolatore della vita dell’azienda, ma non è l’unico; a esso va
1
Benedetto Croce, Responsabilità in etica e politica, Bari, 1945, p.127.
2
Sandra Carlo, Il significato di assumersi la responsabilità, in www.coachingtime.it, 2011.
3
Gianfranco Rusconi, La responsabilità sociale d’impresa, 2006, pp. 34-35.
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
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aggiunta la considerazione di altri fattori umani e morali che, sul lungo periodo, sono almeno
altrettanto essenziali per la vita dell’impresa”. 4
1.2 CRS: Corporate Social Responsibility
La Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) viene definita dalla Commissione Europea,
all’interno del “Libro Verde” (2001), come “l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed
ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti
interessate”. Nel 2011 il concetto è stato rielaborato e la RSI viene oggi definita come “la
responsabilità delle imprese per il loro impatto sulla società”.
Un’impresa si dice socialmente responsabile se si fa carico degli effetti che il suo
comportamento produce nei confronti dei propri stakeholders e se arricchisce le scelte di gestione
con considerazioni etiche, sociali ed ambientali.
La responsabilità sociale d’impresa si divide in una dimensione interna e in una dimensione
esterna.
La dimensione interna fa riferimento a:
• gestione delle risorse umane (rapporti con i lavoratori e tutela delle diversità);
• salute e sicurezza del lavoro;
• adattamento alle trasformazioni;
• gestione degli effetti sull’ambiente e sulle risorse naturali.
La dimensione esterna, invece, comprende:
• comunità locali;
• partnership commerciali;
• fornitori e consumatori;
• diritti dell’uomo e preoccupazioni ambientali a livello planetario.
Il Libro Verde promuove un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese:
“
, nell’ambiente e
nei rapporti con le altre parti interessate. L’applicazione di norme sociali che superano gli obblighi
giuridici fondamentali, ad esempio, nel settore della formazione, delle condizioni di lavoro o dei
rapporti tra la direzione e il persona
promossa
prevalentemente da grandi società o dalle multinazionali, essa riveste un’importanza per tutti i tipi
di imprese e per tutti i settori di attività. Un certo numero di imprese che ottengono buoni risultati
nel settore sociale o nel settore della protezione dell’ambiente indicano che tali attività possono
avere come risultato migliori prestazioni e possono generare maggiori profitti e crescita. Per
numerose imprese si tratta di un nuovo campo d’azione che richiede una valutazione di lungo
periodo”. 5
4
Paolo Ricci, L’articolo 41 della Costituzione Italiana e la responsabilità sociale d’impresa, in Scritti in onore di Vittorio
Coda.
5
Commissione delle comunità europee, Libro Verde, Bruxelles, 2001, pp. 6-7.
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
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Analizzando l’evoluzione del concetto di responsabilità sociale d’impresa, possiamo fare
riferimento innanzitutto agli anni ‘30 e ’50 del secolo scorso, quando negli Stati Uniti comincia ad
emergere l’idea che il manager non debba mirare alla sola realizzazione del profitto ma debba
assumersi anche obblighi sociali. Molti autori americani - quali Berle e Means - iniziano a discutere
riguardo la separazione tra proprietà e controllo. “I proprietari della proprietà passiva, cedendo il
controllo e la responsabilità sulla proprietà attiva, hanno ceduto il diritto a che la corporation venga
amministrata nel loro interesse esclusivo”. 6
Inizia quindi ad emergere la figura del manager come
decisore discrezionale.
Negli anni ’50, H. R. Bowen pubblica l’opera “Social Responsibility of the Businessman”, in
cui definisce gli uomini d’affari “servitori della società”, identificando in tali soggetti l’obbligo di
prendere decisioni, perseguire degli obiettivi e seguire delle linee di azione in base ai valori della
società, senza concentrarsi sui desideri degli azionisti.
Si inizia a parlare veramente di CSR quando A. B. Carroll, nell’opera “A Three-Dimensional
Conceptual Model Of Corporate Social Perform”, elabora una piramide nella quale identifica, in
ordine crescente, quattro livelli di responsabilità d’impresa: economica, legale, etica e filantropica.
La responsabilità di natura economica consiste nella creazione di valore, quali il profitto per gli
azionisti o la produzione di beni e servizi per il mercato. Questo tipo di responsabilità sta alla base
della piramide, in quanto viene sottolineata l’importanza del fine economico che un’impresa deve
sempre e comunque perseguire (ovvero la generazione di un profitto).
La seconda riguarda tutte le normative che le imprese devono rispettare, ovvero tutte quelle
modalità di funzionamento dei sistemi collettivi ed economici nei quali le singole realtà operano.
Quella etica riguarda invece i valori e il senso di equità, giustizia e imparzialità cui l’impresa deve
mirare.
Al vertice della piramide si trova infine la responsabilità filantropica. In questo livello Carroll include
tutte quelle attività volontarie svolte dall’impresa a favore dei dipendenti e delle comunità.
Quando parliamo di responsabilità sociale d’impresa, dobbiamo comunque domandarci se tale
scelta consenta all’azienda di sopravvivere e risultare competitiva sui mercati.
La questione della profittabilità della RSI, ovvero del saldo netto dei suoi effetti tra costi e
benefici, è estremamente centrale. Occorre chiedersi, in altri termini, se l’impresa socialmente
responsabile è in grado di sopravvivere all’interno del nostro sistema economico o addirittura
capace di contribuire a modificare le caratteristiche delle altre imprese in esso operanti.
La RSI comporta costi certi a fronte comunque di almeno cinque potenziali benefici.
I costi certi sono evidenti: in quasi tutti gli ambiti, una maggiore considerazione e attenzione verso
gli stakeholders comporta un aumento di costo per l’impresa. Solo per fare qualche esempio, nel
rapporto con i lavoratori, tutte le iniziative volte al miglioramento delle condizioni economiche e
sociali dei propri dipendenti comportano degli esborsi monetari. I processi volti a ridurre le
emissioni inquinanti o gli scarti di produzione sono costosi. Ancora, la promozione di attività
filantropiche nei confronti delle comunità locali non può che risultare onerosa. Infine, una maggiore
attenzione alle condizioni di lavoro nelle imprese che forniscono input intermedi alla produzione
implica la scelta di non accettare sempre e necessariamente la fornitura al prezzo più basso, bensì
quella più orientata al rispetto della dignità dei lavoratori e alla tutela dell’ambiente.
A fronte di questi costi certi, si possono riscontrare almeno cinque potenziali benefici in
grado di compensarli, se non addirittura offrire un vantaggio in termini di competitività.
Il primo potenziale beneficio consiste nella possibilità per le imprese socialmente responsabili di
essere premiate dal voto con il portafoglio dei consumatori. Se l’antropologia del consumatore
fosse sempre quella dell’homo oeconomicus, il prodotto con il prezzo più basso vincerebbe
6
Berls and Means, The Modern Corporation and Private Property, pp. 311-312.
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
Master in Ris
sempre e comunque rispetto ad un prodotto avente u
risulta dall’indagine da noi condotta
eterogenee (vedi Figura 1), esiste una quota consistente di consumatori che premia i prodotti
socialmente responsabili ed è per questo motivo disposta a pagare anche un prezzo maggiore per
acquistarli. Volendo fare qualche esempio, i c.d. prodotti equo
dei normali prodotti equivalenti. Eppure le quote di mercato di tali prodotti continuano
Analogamente, in campo bancario, esistono oggi alcuni istituti creditizi che propongono ai
risparmiatori di autoridursi il tasso di interesse su depositi o il rendimento delle obbligazioni di cui
sono titolari, quando questo sconto viene destin
sociale.
Figura 1
Un secondo potenziale beneficio potrebbe derivare dal fatto che la scelta di RSI potrebbe esser
letta come un segnale di maggiore attenzione che l’azienda ha nei confronti del cliente: essa
potrebbe dunque alimentare la fiducia dei consumatori verso l’impr
considerati tendenzialmente maggiormente qualitativi.
Un terzo importante beneficio –
responsabilità sociale d’impresa riesca a migliorare significativamente le relazi
stakeholders, limitando il rischio etico e minimizzando gli eventuali costi di transazione con i
medesimi.
Un quarto beneficio potenziale potrebbe ancora derivare dai possibili effetti dell’applicazione di
processi produttivi rispettosi dell’am
percorso sono oggi in grado di fruire di significativi risparmi energetici e di conseguenza economici.
In uno scenario in cui le preoccupazioni di sostenibilità ambientale diventano sempre più pre
è lecito inoltre aspettarsi una crescente severità nella regolazione ambientale dei comportamenti
tenuti dalle imprese. Essere all’avanguardia, in questo settore, può dunque diventare fonte di
vantaggio competitivo, stante anche la forte attenzione
rivolge al tema (vedi figura 2).
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
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sempre e comunque rispetto ad un prodotto avente un prezzo più alto. Al contrario, come anche
risulta dall’indagine da noi condotta su un campione di 135 soggetti di età e
), esiste una quota consistente di consumatori che premia i prodotti
per questo motivo disposta a pagare anche un prezzo maggiore per
acquistarli. Volendo fare qualche esempio, i c.d. prodotti equo-solidali costano generalmente di più
dei normali prodotti equivalenti. Eppure le quote di mercato di tali prodotti continuano
Analogamente, in campo bancario, esistono oggi alcuni istituti creditizi che propongono ai
risparmiatori di autoridursi il tasso di interesse su depositi o il rendimento delle obbligazioni di cui
sono titolari, quando questo sconto viene destinato al finanziamento di iniziative di rilevanza
Un secondo potenziale beneficio potrebbe derivare dal fatto che la scelta di RSI potrebbe esser
letta come un segnale di maggiore attenzione che l’azienda ha nei confronti del cliente: essa
potrebbe dunque alimentare la fiducia dei consumatori verso l’impresa stessa e i suoi prodotti,
considerati tendenzialmente maggiormente qualitativi.
da non sottovalutare – riguarda poi la possibilità che la
responsabilità sociale d’impresa riesca a migliorare significativamente le relazi
, limitando il rischio etico e minimizzando gli eventuali costi di transazione con i
Un quarto beneficio potenziale potrebbe ancora derivare dai possibili effetti dell’applicazione di
processi produttivi rispettosi dell’ambiente. Le imprese che da più tempo hanno intrapreso questo
percorso sono oggi in grado di fruire di significativi risparmi energetici e di conseguenza economici.
In uno scenario in cui le preoccupazioni di sostenibilità ambientale diventano sempre più pre
è lecito inoltre aspettarsi una crescente severità nella regolazione ambientale dei comportamenti
tenuti dalle imprese. Essere all’avanguardia, in questo settore, può dunque diventare fonte di
vantaggio competitivo, stante anche la forte attenzione che una fascia importante di consumatori
n prezzo più alto. Al contrario, come anche
su un campione di 135 soggetti di età e formazione
), esiste una quota consistente di consumatori che premia i prodotti
per questo motivo disposta a pagare anche un prezzo maggiore per
solidali costano generalmente di più
dei normali prodotti equivalenti. Eppure le quote di mercato di tali prodotti continuano a crescere.
Analogamente, in campo bancario, esistono oggi alcuni istituti creditizi che propongono ai
risparmiatori di autoridursi il tasso di interesse su depositi o il rendimento delle obbligazioni di cui
ato al finanziamento di iniziative di rilevanza
Un secondo potenziale beneficio potrebbe derivare dal fatto che la scelta di RSI potrebbe esser
letta come un segnale di maggiore attenzione che l’azienda ha nei confronti del cliente: essa
esa stessa e i suoi prodotti,
riguarda poi la possibilità che la
responsabilità sociale d’impresa riesca a migliorare significativamente le relazioni con gli
, limitando il rischio etico e minimizzando gli eventuali costi di transazione con i
Un quarto beneficio potenziale potrebbe ancora derivare dai possibili effetti dell’applicazione di
biente. Le imprese che da più tempo hanno intrapreso questo
percorso sono oggi in grado di fruire di significativi risparmi energetici e di conseguenza economici.
In uno scenario in cui le preoccupazioni di sostenibilità ambientale diventano sempre più pressanti,
è lecito inoltre aspettarsi una crescente severità nella regolazione ambientale dei comportamenti
tenuti dalle imprese. Essere all’avanguardia, in questo settore, può dunque diventare fonte di
che una fascia importante di consumatori
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
Master in Ris
Figura 2
Infine, uno dei benefici più interessanti derivante dalla scelta di RSI riguarda l’impatto sulla
produttività dei lavoratori. La teoria del sala
abbia maggiore riluttanza ad adottare comportamenti di scarsa produttività e collaborazione con il
datore di lavoro, perché il costo di essere licenziato è maggiore quando il salario è più elevato. Il
lavoratore meglio pagato ha inoltre anche minori incentivi a separarsi volontariamente dal proprio
datore di lavoro, riducendo dunque il rischio per l’impresa di investire a vuoto nella formazione di
un dipendente. 7
“La CSR non è solo una questione di e
di un fattore di competitività per le imprese che possono, attraverso i loro comportamenti
socialmente responsabili, rafforzare la propria brand reputation e stabilire relazioni proficue e di
grande valore aggiunto con la comunità di riferimento”.
1.3 La Steakeholder Theory e la Triple Bottom Line
All’interno di questo contesto
teoria etica e manageriale, utile per spiegare il funzionamento di un’azienda.
Il termine “stakeholder” viene citato per la prima volta nella letteratura economica degli anni
‘60 del ‘900. Letteralmente questo termine si può tradurre come “portatore d
identifica quei soggetti che influenzano in qualche modo i comportamenti e le scelte aziendali.
Gli stakeholders possono essere molteplici: essi si identificano con i clienti, i dipendenti, i
fornitori, i sindacati, le istituzioni pub
Organizzazioni Non Governative, le organizzazioni ambientaliste e la comunità territoriale locale.
Sicuramente la Teoria degli
come un sistema aperto e fortemente interrelato. Il più famoso e autorevole teorico è stato Robert
7
Leonardo Becchetti, Luigino Bruni, Stefano Zamagni,
8
Jacqueline Facconti, Responsabilità Sociale dell’impresa 2018: Guida completa
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020
Infine, uno dei benefici più interessanti derivante dalla scelta di RSI riguarda l’impatto sulla
produttività dei lavoratori. La teoria del salario di efficienza indica come un lavoratore più pagato
abbia maggiore riluttanza ad adottare comportamenti di scarsa produttività e collaborazione con il
perché il costo di essere licenziato è maggiore quando il salario è più elevato. Il
lavoratore meglio pagato ha inoltre anche minori incentivi a separarsi volontariamente dal proprio
datore di lavoro, riducendo dunque il rischio per l’impresa di investire a vuoto nella formazione di
“La CSR non è solo una questione di eticità e di evoluzione del concetto di qualità: si tratta
di un fattore di competitività per le imprese che possono, attraverso i loro comportamenti
socialmente responsabili, rafforzare la propria brand reputation e stabilire relazioni proficue e di
valore aggiunto con la comunità di riferimento”. 8
Steakeholder Theory e la Triple Bottom Line
contesto risulta necessario approfondire la Stakeholder Theory
teoria etica e manageriale, utile per spiegare il funzionamento di un’azienda.
viene citato per la prima volta nella letteratura economica degli anni
‘60 del ‘900. Letteralmente questo termine si può tradurre come “portatore di interesse”, perché
identifica quei soggetti che influenzano in qualche modo i comportamenti e le scelte aziendali.
possono essere molteplici: essi si identificano con i clienti, i dipendenti, i
fornitori, i sindacati, le istituzioni pubbliche, la comunità finanziaria, la stampa, gli azionisti, le
Organizzazioni Non Governative, le organizzazioni ambientaliste e la comunità territoriale locale.
Sicuramente la Teoria degli Stakeholders introduce un’idea nuova di azienda, concepita
sistema aperto e fortemente interrelato. Il più famoso e autorevole teorico è stato Robert
Leonardo Becchetti, Luigino Bruni, Stefano Zamagni, Microeconomia, Bologna, 2014, pp. 356-363.
, Responsabilità Sociale dell’impresa 2018: Guida completa, in www.webeconomia.it
Infine, uno dei benefici più interessanti derivante dalla scelta di RSI riguarda l’impatto sulla
rio di efficienza indica come un lavoratore più pagato
abbia maggiore riluttanza ad adottare comportamenti di scarsa produttività e collaborazione con il
perché il costo di essere licenziato è maggiore quando il salario è più elevato. Il
lavoratore meglio pagato ha inoltre anche minori incentivi a separarsi volontariamente dal proprio
datore di lavoro, riducendo dunque il rischio per l’impresa di investire a vuoto nella formazione di
ticità e di evoluzione del concetto di qualità: si tratta
di un fattore di competitività per le imprese che possono, attraverso i loro comportamenti
socialmente responsabili, rafforzare la propria brand reputation e stabilire relazioni proficue e di
Stakeholder Theory, una
viene citato per la prima volta nella letteratura economica degli anni
i interesse”, perché
identifica quei soggetti che influenzano in qualche modo i comportamenti e le scelte aziendali.
possono essere molteplici: essi si identificano con i clienti, i dipendenti, i
bliche, la comunità finanziaria, la stampa, gli azionisti, le
Organizzazioni Non Governative, le organizzazioni ambientaliste e la comunità territoriale locale.
introduce un’idea nuova di azienda, concepita
sistema aperto e fortemente interrelato. Il più famoso e autorevole teorico è stato Robert
.
www.webeconomia.it, 2018.
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
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Freeman, autore dell’opera “Strategic Management: A Stakeholder Approach”, pubblicata nel 1984
ed in seguito ripresa da altri autori come William Frederick e Archie Carroll. Freeman definisce gli
Stakeholders come quei gruppi “da cui dipende l’organizzazione per la sua sopravvivenza”. 9
La
Teoria degli Stakeholders è fortemente collegata con il concetto di Responsabilità Sociale
d’Impresa. Un’azienda socialmente responsabile deve conoscere i propri stakeholders e trovare il
giusto equilibrio tra le pretese da questi avanzate.
L’applicazione della Stakeholder Theory rappresenta un passaggio innovativo perché è un
modello che per la prima volta identifica “verso chi” la governance dell’impresa deve essere
responsabile. 10
Viene naturale collegare la Stakeholder Theory con il concetto di sostenibilità
ambientale. Questo collegamento nasce dall’assunto secondo cui, per arrivare alla crescita
economica senza compromettere allo stesso tempo la vivibilità del pianeta, sia necessaria la
collaborazione di diversi attori, come le istituzioni pubbliche, le parti sociali e le aziende. 11
L’azienda deve avere una chiara conoscenza dei propri stakeholders. Questa relazione si basa sul
“meccanismo della reciprocità”, in base a cui, se da un lato l’impresa riceve risorse e forza lavoro
dai propri stakeholders, dall’altro contraccambia elargendo servizi e benefici che possono essere
in grado di migliorare la vita della comunità circostante (Triple Bottom Line).
Un’ulteriore definizione individua gli stakeholders come “coloro che hanno una ‘posta in
gioco’ nelle decisioni e nelle attività aziendali e che, al contempo, sono in grado di influenzarne il
funzionamento”. 12
Il successo nel riuscire a bilanciare e soddisfare gli interessi delle parti sociali è
per le aziende uno strumento di accountability, cioè un mezzo per farsi conoscere e creare
un’immagine positiva della propria attività.
I diversi gruppi di stakeholders possono essere più o meno importanti per le imprese, ma il loro
grado di influenza non è stabilito da queste ultime, bensì dipende dalla capacità di attirare
l’attenzione del management.
Gli stakeholders possono essere divisi tra normativi (primari) e derivati (secondari). Con
stakeholders normativi vengono indicati “coloro verso il cui benessere l’impresa ha un’obbligazione
morale diretta”13
, ovvero la comunità locale, i dipendenti, i clienti, i fornitori. Sono considerati
stakeholders derivati le parti che, pur non avendo un rapporto paritario, come quello degli
stakeholders normativi, riescono comunque ad interagire con l’azienda.
La Teoria degli Stakeholders può essere efficacemente spiegata attraverso il concetto di
triple bottom line. La triple bottom line è un modello di rendicontazione sociale, che mira a
costituire un confronto tra le prestazioni di lavoro e i servizi offerti, nel rapporto tra aziende e
stakeholders. L’idea che sta alla base di questa teoria è quella secondo cui i prodotti e i servizi
offerti dalle imprese riescono a compensare i “costi sociali” che derivano dall’elargizione dei
servizi.
Questa teoria è definita triplice perché vi è un piano sociale, un piano ambientale ed uno
economico-finanziario. Sulla base di questi tre piani i manager devono rendere conto delle proprie
9
, R. Freeman, D. L. Reed, Stockholders and Stakeholders: A new perspective on corporate governance, in California
Management Review, vol.25, num.3, 1983, p. 91.
10
M. Caramazza, C. Carroli, M. Monaci, F. M. Pini, La responsabilità in azione. Pratiche strategie e valori socialmente
responsabili nel mondo d’impresa, Il Sole 24 Ore, 2016, p. 110.
11
M. Caramazza, C. Carroli, M. Monaci, F. M. Pini, La responsabilità in azione. Pratiche strategie e valori socialmente
responsabili nel mondo d’impresa, Il Sole 24 Ore, 2016, p. 124.
12
M. Caramazza, C. Carroli, M. Monaci, F. M. Pini, La responsabilità in azione. Pratiche strategie e valori socialmente
responsabili nel mondo d’impresa, Il Sole 24 Ore, 2016, p. 110.
13
M. Caramazza, C. Carroli, M. Monaci, F. M. Pini, La responsabilità in azione. Pratiche strategie e valori socialmente
responsabili nel mondo d’impresa, Il Sole 24 Ore, 2016, p. 133.
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scelte a tutti coloro che sono influenzati dalle attività aziendali. Questo modello di rendicontazione
sociale si fonda sull’idea che, tramite l’ottenimento di una buona performance sociale, la
governance dell’impresa ne tragga beneficio nel medio-lungo periodo. Possono essere mosse
diverse critiche alla Stakeholder Theory. In primo luogo, si può affermare che non vengono rese
esplicite le modalità con cui gli stakeholders possano partecipare alla governance dell’impresa.
Una seconda critica può essere il fatto che la Stakeholder Theory non fornisca delle chiare linee
guida volte ad identificare il decision-making aziendale. 14
La teoria non permette dunque di distinguere quelle che sono le priorità dell’azienda nei
confronti dei vari stakeholders, non essendo possibile stabilire né il grado di legittimità delle
pretese dei diversi stakeholders, né quale sia il loro effettivo potere di negoziazione verso le
imprese. Vi sono, a tal proposito, tre elementi con cui viene valutata l’influenza esercitata dai
medesimi stakeholders:
1) il potere di influenzare l’impresa;
2) la legittimità della relazione tra lo stakeholder e l’impresa;
3) l’urgenza (ovvero la sensibilità temporale) delle aspettative degli stakeholders nei confronti
dell’impresa.
1.4 Dimensioni attuali e prospettiche della Responsabilità Sociale d’Impresa
Secondo Molteni (2004), fondatore e direttore di ALTIS nonché direttore di CSR Manager
Network Italia, fenomeni quali la globalizzazione, la crescente attenzione verso i diritti dell’uomo e
dei lavoratori, la diffusione della figura del consumatore socialmente responsabile hanno portato le
imprese a prestare sempre più attenzione ai temi della Corporate Social Responsibility.
Analizzandone l’evoluzione applicativa nelle strategie aziendali, Molteni individua cinque
diversi stadi di sviluppo (vedi Figura 3):
• CSR informale: il tema della responsabilità sociale, sebbene condiviso, non viene affrontato in
modo consapevole e formalizzato.
•
.
• CSR Sistematica: le imprese percepiscono l’approccio socialmente responsabile come un
approccio efficiente ed efficace, capace, a livello potenziale, di produrre ricchezza. Si comincia
a dar sostanza pratica alle azioni svolte fino a quel momento.
• CSR Innovativa: la responsabilità sociale viene intesa in questo stadio come una fonte di
vantaggio competitivo.
• CSR Dominante: l’impresa fa della CSR il cuore pulsante della propria attività, della propria
immagine e delle proprie decisioni.
14
M. Caramazza, C. Carroli, M. Monaci, F. M. Pini, La responsabilità in azione. Pratiche strategie e valori socialmente
responsabili nel mondo d’impresa, Il Sole 24 Ore, 2016, ibidem.
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
Master in Ris
Figura 3 – Fonte: Molteni, Gli stadi di sviluppo della CSR nelle strategie aziendali, 2007.
Galbreath, in uno studio svolto nel 2006, afferma che la decisione di non investire in politiche di
CSR, oltre a non portare benefici economici all’impresa, può avere ulte
in termini di costi. L’autore propone, a tal proposito, una classificazione delle strategie
individuando quattro “strategic options
1. la shareholder strategy, nella quale l’impresa mira esclusivamente alla massimizzazi
del valore per i propri azionisti, in accordo con quanto affermato da Friedman. Un’impresa
che soddisfa le esigenze degli
mercato, ma contribuisce al benessere ed alla prosperità della società
quindi possono essere attuate, ma solo se contribuiscono alla massimizzazione del valore
dell’impresa per i propri azionisti;
2. l’altruistic strategy, nella quale l’impresa riconosce di dover restituire qualcosa alla
comunità in cui opera, attraverso delle attività filantropiche. Questo contributo positivo
deriva dal surplus economico che l’impresa, attraverso le proprie attività, è in grado di
generare;
3. la reciprocal strategy, nella quale l’obiettivo strategico coincide con l’ottenimen
sia per l’impresa che per gli
direttamente connesse al core business
4. la citizenship strategy, nella quale l’impresa, come “un cittadino in una società”, sente di
avere una responsabilità verso tutti gli altri cittadini, ovvero verso tutti i suoi
sia interni che esterni.15
15
Chiara Motta, Mariachiara Suman, La formalizzazione della CSR: obiettivi e strumenti
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020
Fonte: Molteni, Gli stadi di sviluppo della CSR nelle strategie aziendali, 2007.
Galbreath, in uno studio svolto nel 2006, afferma che la decisione di non investire in politiche di
CSR, oltre a non portare benefici economici all’impresa, può avere ulteriori conseguenze negative
in termini di costi. L’autore propone, a tal proposito, una classificazione delle strategie
strategic options”:
, nella quale l’impresa mira esclusivamente alla massimizzazi
del valore per i propri azionisti, in accordo con quanto affermato da Friedman. Un’impresa
che soddisfa le esigenze degli shareholders non solo assicura la propria sopravvivenza sul
mercato, ma contribuisce al benessere ed alla prosperità della società. Le iniziative di CSR
quindi possono essere attuate, ma solo se contribuiscono alla massimizzazione del valore
dell’impresa per i propri azionisti;
, nella quale l’impresa riconosce di dover restituire qualcosa alla
era, attraverso delle attività filantropiche. Questo contributo positivo
deriva dal surplus economico che l’impresa, attraverso le proprie attività, è in grado di
, nella quale l’obiettivo strategico coincide con l’ottenimen
sia per l’impresa che per gli stakeholders. Le attività di CSR in questo caso sono
core business;
, nella quale l’impresa, come “un cittadino in una società”, sente di
verso tutti gli altri cittadini, ovvero verso tutti i suoi
La formalizzazione della CSR: obiettivi e strumenti, 2010.
Fonte: Molteni, Gli stadi di sviluppo della CSR nelle strategie aziendali, 2007.
Galbreath, in uno studio svolto nel 2006, afferma che la decisione di non investire in politiche di
riori conseguenze negative
in termini di costi. L’autore propone, a tal proposito, una classificazione delle strategie corporate,
, nella quale l’impresa mira esclusivamente alla massimizzazione
del valore per i propri azionisti, in accordo con quanto affermato da Friedman. Un’impresa
non solo assicura la propria sopravvivenza sul
. Le iniziative di CSR
quindi possono essere attuate, ma solo se contribuiscono alla massimizzazione del valore
, nella quale l’impresa riconosce di dover restituire qualcosa alla
era, attraverso delle attività filantropiche. Questo contributo positivo
deriva dal surplus economico che l’impresa, attraverso le proprie attività, è in grado di
, nella quale l’obiettivo strategico coincide con l’ottenimento di benefici
. Le attività di CSR in questo caso sono
, nella quale l’impresa, come “un cittadino in una società”, sente di
verso tutti gli altri cittadini, ovvero verso tutti i suoi stakeholders,
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020
Porter e Kramer, introducendo il concetto di share value, affermano che le imprese dovrebbero
fare da collante tra politica e società, tendendo alla creazione di valore economico e sociale.
Per creare share value l’impresa deve essere in grado di identificare i bisogni di una società.
Creare valore sociale significa dare impulso al progresso economico attraverso la creazione di
benefici sociali.
“L’azienda deve essere in grado di individuare le sue opportunità di creazione di valore,
selezionando gli ambiti in cui opera e lasciando ad altri quelle in cui non può mettere al servizio
della società la sua esperienza e conoscenza. Questo le permetterà non solo di creare benefici per
la comunità in cui si trova, ma anche di ottenere dei vantaggi economici”. 16
16
Alice Cecchellero, University Social Responsibility in Italia: analisi di 5 atenei, 2016.
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020
CAPITOLO II
LA BUSINESS ROUNDTABLE
2.1 Statement on the purpose of a corporation: la sostenibilità prima del profitto
«Gli americani meritano un'economia che consenta a ciascuna persona di avere successo
attraverso il duro lavoro e la creatività e di condurre una vita di significato e dignità. Riteniamo che
il sistema del libero mercato sia il mezzo migliore per generare buoni posti di lavoro, un'economia
forte e sostenibile, innovazione, un ambiente sano e opportunità economiche per tutti.
Le imprese svolgono un ruolo vitale nell'economia creando posti di lavoro, promuovendo
l'innovazione e fornendo beni e servizi essenziali. […] Mentre ciascuna delle nostre singole società
ha il proprio scopo aziendale, condividiamo un impegno fondamentale nei confronti di tutti i nostri
stakeholders. Ci impegniamo a:
• Offrire valore ai nostri clienti. Promuoveremo la tradizione delle aziende americane
all'avanguardia nel soddisfare o superare le aspettative dei clienti.
• Investire nei nostri dipendenti. Questo processo inizia compensandoli equamente e fornendo
loro importanti benefici. Include anche il supporto attraverso la formazione e l'educazione, che
aiutano a sviluppare nuove competenze per un mondo in rapido cambiamento. Promuoviamo
la diversità e l'inclusione, la dignità e il rispetto.
• Trattare in modo equo ed etico i nostri fornitori. Ci impegniamo a servire come buoni partner le
altre società, grandi e piccole, che ci aiutano a soddisfare le nostre missioni.
• Supportare le comunità in cui lavoriamo. Rispettiamo le persone nelle nostre comunità e
proteggiamo l'ambiente, adottando pratiche sostenibili in tutte le nostre attività.
• Generare valore a lungo termine per gli azionisti, che forniscono il capitale che consente alle
aziende di investire, crescere e innovare.
Ciascuno dei nostri Stakeholders è essenziale. Ci impegniamo a fornire valore a tutti loro, per il
futuro successo delle nostre aziende, delle nostre comunità e del nostro paese»17
.
È con questa dichiarazione che il 19 agosto 2019 i Ceo di 181 importanti aziende
americane – tra cui Blackrock, Amazon, Apple, General Motors – riconducibili alla Business
Roundtable (associazione che annovera tra i suoi soci i colossi dell’economia mondiale) si
impegnano a riformulare il rapporto fino ad oggi esistente fra imprese e stakeholders, ripensando
l’impatto che le decisioni dei manager possono avere sull’ambiente e sulle comunità locali.
La dichiarazione contiene tre punti fondamentali.
«In primo luogo le multinazionali si impegnano a sviluppare una supply chain etica: ciò comporta
una maggiore attenzione verso tutti i fornitori e, ovviamente, verso tutte le piccole e medie imprese
che interagiscono a vari livelli con queste grandi società.
Il secondo punto è dedicato ai dipendenti, che vanno valorizzati promuovendo politiche di
formazione continua e iniziative di welfare, come sanità integrativa e previdenza complementare.
17
https://www.businessroundtable.org/business-roundtable-redefines-the-purpose-of-a-corporation-to-promote-an-
economy-that-serves-all-americans.
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
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L'ultimo aspetto riguarda le comunità locali: l'impegno è quello di supportare e promuovere le
realtà in cui le aziende operano, anche (e soprattutto) sotto il profilo ambientale»18
.
La strada intrapresa dalla Business Roundtable segna un interessante passo in avanti per
la nostra società.
Il fatto che alcune tra le più importanti aziende mondiali abbiano sottoscritto, in modo
unitario, un documento in cui si impegnano a perseguire finalità sociali è qualcosa di nuovo e mai
visto finora. Tale scelta evidenzia come oggi si stia vivendo una fase di grande trasformazione -
del lavoro, del welfare e della società in generale - in cui anche le imprese sono chiamate a
rivedere le logiche attraverso cui producono risorse, si relazionano con i propri stakeholders e con
la comunità tutta.
Nella dichiarazione si evince come il profitto e il primato degli azionisti non possano più
essere considerati i soli principi che guidano una società. Si tratta di una svolta piuttosto radicale,
se si tiene conto che, a partire dal 1997, la Business Roundtable in ogni documento aveva sempre
sostenuto e approvato il principio del “primato degli azionisti”. Se fino ad oggi le grandi aziende
sono esistite solo per servire gli interessi dei loro portatori di capitale, con questa nuova
dichiarazione gli amministratori delegati si impegnano a guidare le proprie aziende a beneficio di
tutte le parti interessate, ovvero di tutti i clienti, dipendenti, fornitori e dell’intera comunità di
riferimento.
In contrapposizione a quanto sostenuto da Milton Friedman, il quale affermava che i
manager di un’azienda avrebbero dovuto avere come unico obiettivo la massimizzazione dei
profitti e il soddisfacimento degli azionisti, oggi si assiste dunque ad un radicale mutamento della
prospettiva.
Come sostiene Zamagni, «il contributo che l’impresa dà alla creazione di valore per la società non
è il profitto ma il valore aggiunto. La torta del valore aggiunto creato può poi essere spartita tra i
vari stakeholders e il profitto è la fetta che va agli azionisti. Confondere il profitto con la creazione
di valore vuol dire allora confondere la dimensione della torta con la fetta che va ad uno dei suoi
beneficiari»19
.
Le duecento imprese che fanno parte della Business Roundtable danno complessivamente
lavoro a circa quindici milioni di persone, investono 150 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo e
distribuiscono 300 miliardi di dollari di dividendi ai loro azionisti, generando un fatturato di 500
miliardi di dollari per le imprese dell’indotto.
Si capisce dunque che, se 181 tra gli amministratori delegati di queste imprese firmano
una dichiarazione con la quale si impegnano a orientare le loro attività non più e non solo
nell’interesse dei propri azionisti, ma di tutti gli stakeholders, questa non può che rappresentare
una svolta.
«Nel concreto questo impegno si sostanzia in una nuova governance e in scelte aziendali
orientate su varie direttrici: dall’assicurare una remunerazione equa e una formazione costante ai
propri dipendenti ad un rapporto di co-creazione di valore con i fornitori; dall’ interesse concreto
per l’ambiente naturale e sociale nel quale l’impresa opera, fino alla trasparenza nell’uso dei
capitali forniti dagli investitori e dagli azionisti. Si afferma in questo modo una visione plurale e
multidimensionale del ruolo dell’impresa come creatrice di valore condiviso con tutta la comunità, e
non solo di ricchezza distribuita agli azionisti»20
.
18
Valentino Santoni, Corporate Social Responsibility, verso una svolta etica delle grandi corporation americane?, in
www.secondowelfare.it, 2019.
19
Leonardo Becchetti, Luigino Bruni, Stefano, Microeconomia. Un testo di economia civile, Il Mulino, Bologna, 2014, p.
354.
20
Vittario Pelligra, La svolta etica delle corporation è vera svolta?, in www.vita.it, 2019.
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
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La dichiarazione sottoscritta ad agosto è dunque un chiaro segnale dell’intenzione degli
amministratori delegati americani di voler cambiare non solo la governance aziendale, ma anche il
ruolo che le aziende rivestono all’interno della società.
Un aspetto particolarmente interessante di questo spostamento verso una governance aziendale
socialmente consapevole è che apre le porte a nuovi modelli d’impresa per un futuro sostenibile.
Oggi più che mai, a seguito della crisi economica e delle preoccupazioni sociali e
ambientali degli ultimi anni, si percepisce la necessità – e talvolta l’urgenza - di un cambiamento di
quello che è il modello economico tradizionale, puntando alla creazione di un’economia più
responsabile e sostenibile. «Le imprese debbono diventare sempre più capaci di coniugare il
business con l’attenzione all’ambiente e al sociale, creare valore condiviso, coinvolgere gli
stakeholders, collaborare al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile»21
.
Pur senza rinunciare al profitto, esse debbono essere in grado di avere un impatto positivo
su individui ed ambiente. Etica del business e governance, impegno sociale ed ambientale
debbono diventare le nuove parole chiave del fare impresa.
Riprendendo le parole di Laurence Fink, presidente di BlackRock – una delle più grandi
società di investimento al mondo - “per prosperare nel tempo ogni società non si deve limitare a
ottenere risultati sul piano finanziario, ma deve anche dimostrare di dare un contributo positivo alla
società”.
Il cambiamento delle imprese e del loro modo di fare business viene richiesto peraltro dagli stessi
consumatori, i quali sono sempre più decisi a premiare le imprese più virtuose che, con le loro
attività economiche, generano impatti positivi nelle comunità locali e nell’ambiente in cui operano.
2.2 Le Società Benefit
Uno dei nuovi modelli di business capaci di rispondere ai nuovi bisogni dell’economia reale
e della società e di contribuire così al raggiungimento degli SDGs (Sustainable Economic Goals),
previsti dall’Agenda ONU 2030, è quello delle cosiddette Società Benefit (SB).
Introdotto in Italia – primo paese in Europa a dotarsi di uno strumento simile a livello normativo -
con la Legge 28 dicembre 2015, n. 208 (Legge di Stabilità 2016), «si tratta di un modello
innovativo, che va ad integrare la strategia di business con la sua sostenibilità sociale e
ambientale, da perseguire nel lungo termine. Essere società benefit consente infatti all’impresa,
oltre che di massimizzare il profitto, anche di raggiungere uno scopo di beneficio comune, così
come fissato nel proprio statuto»22
.
«Le Società Benefit (SB) rappresentano una evoluzione del concetto stesso di azienda. Mentre le
società tradizionali esistono con l’unico scopo di distribuire dividendi agli azionisti, le società
benefit sono espressione di un paradigma più evoluto: integrano nel proprio oggetto sociale, oltre
agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera. Una
Società Benefit è un nuovo strumento legale che crea una solida base per l’allineamento della
missione nel lungo termine e la creazione di valore condiviso»23
.
21
Maria Concetta Rizzo, Nuovi modelli di impresa per un futuro sostenibile: le Società Benefit, in
www.economiaefinanzaverde.it, 2019.
22
Maria Concetta Rizzo, Nuovi modelli di impresa per un futuro sostenibile: le Società Benefit, cit.
23
Stefano Zamagni, Cosa sono le Società Benefit?, in www.societabenefit.net.
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
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Non si tratta di Imprese Sociali o di una evoluzione del non profit, ma di una trasformazione
positiva dei modelli dominanti di impresa a scopo di lucro, per renderli più adeguati alle sfide e alle
opportunità dei mercati del XXI secolo.
«Le società benefit perseguono volontariamente, nell’esercizio dell’attività d’impresa, oltre
allo scopo di lucro, anche una o più finalità di beneficio comune. Per beneficio comune si intende il
perseguimento di uno o più effetti positivi (perseguibili anche riducendo gli effetti negativi) su
persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri
portatori di interessi. Le società benefit perseguono tali finalità di beneficio comune in modo
responsabile, sostenibile e trasparente. La gestione delle società benefit richiede ai manager il
bilanciamento tra l’interesse dei soci e l’interesse della collettività»24
.
Tutti i tipi societari possono ambire ad acquisire tale qualifica, così come espressamente
chiarito dal legislatore al comma 377 dell’articolo 1 della legge 208/2015.
Il legislatore, al fine di consentire un controllo da parte dei soci e
degli stakeholders sull'attività effettivamente svolta per il perseguimento della dual mission, ha
previsto l'obbligo per gli amministratori di redigere annualmente una relazione sul beneficio
comune perseguito, la quale deve essere allegata al bilancio e pubblicata sul sito internet della
società, qualora esistente.
A norma del comma 382 dell’articolo 1 della legge di stabilità 2016, la relazione deve
contenere:
a) la descrizione degli obiettivi specifici, delle modalità e delle azioni attuati dagli amministratori per
il perseguimento delle finalità di beneficio comune e delle eventuali circostanze che lo hanno
impedito o rallentato;
b) la valutazione dell'impatto generato;
c) la descrizione dei nuovi obiettivi che la società intende perseguire nell'esercizio successivo.
Pur non essendo previsti sgravi fiscali di alcun tipo, il numero di Società Benefit in Italia è in
crescita e i vantaggi nel seguire questo modello di business sono significativi.
«Nelle economie avanzate, specie negli ultimi anni, è cresciuta e continua a crescere la
domanda di prodotti e servizi in grado di rispondere ai bisogni della società, i quali provengono da
imprese orientate ai principi di sostenibilità. Al contempo è aumentato anche l’interesse degli
investitori nei confronti di quelle imprese che abbiano innovato il proprio sistema operativo al fine di
contribuire al benessere sociale ed ambientale». 25
«[…] Le Società Benefit rappresentano l’innovazione e il futuro: sono aziende che creano profitto e
utilizzano una parte di questo per migliorare il mondo in qualche modo. L’opportunità di essere
un’azienda pioniera nel cambiamento, che restituisce valore alla comunità e all’ambiente, porta ad
un importante riconoscimento e al perseguimento di scopi che vanno ben oltre il guadagno
economico». 26
Il perseguimento dello scopo di beneficio sociale e ambientale è un fattore fondamentale
anche per il recruitment: un numero sempre più elevato di giovani lavoratori desidera entrare a far
parte di un’azienda che contribuisce fattivamente al cambiamento. Tali imprese risultano pertanto
maggiormente attraenti per una consistente fascia di lavoratori.
Infine, le Società Benefit risultano spesso anche maggiormente competitive sul
mercato rispetto alle aziende tradizionali. Di fronte ad un consumatore sempre più attento ai temi
24
Stefano Zamagni, Cosa sono le Società Benefit?, cit.
25
Domenico Cannizzaro, Alessandro Mercurio, Società Benefit: un nuovo modello di business, in www.filodiritto.com,
2018.
26
Kirsten Ruffoni, Società Benefit: quali sono i vantaggi, in www.teamsystem.com, 2017.
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
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della sustainability, un riposizionamento strategico dell’impresa contribuisce alla notorietà, al
miglioramento dell’immagine, all’incremento di valore del brand. È per queste ragioni che il numero
di Società Benefit presente nel nostro Paese continua incessantemente a salire.
2.3 Strumentalizzazione dell'etica? Critica alla Business Roundtable
Le dichiarazioni contenute nella Business Roundtable (BRT) non hanno ricevuto unanimità
di consensi. Più voci, provenienti anche da influenti personaggi del panorama politico ed
economico americano, hanno manifestato il loro scetticismo riguardo i principi espressi nel
documento.
In un'intervista, Steve Mnuchin - banchiere, produttore cinematografico ed attuale
Segretario al Tesoro degli Stati Uniti d'America - ha dichiarato che non avrebbe firmato l'iniziativa.
Ritiene, infatti, inconciliabile l'inserimento delle finalità aziendali prospettate dalla BRT con il
perseguimento del profitto, vero ed unico obiettivo dell'impresa.27
Ancora più netta ed articolata risulta essere la posizione espressa da Charles Elson,
Presidente della Corporate Governance presso l'Università del Delaware ed attualmente membro
del C.d.A. di Encompass Health. La dichiarazione della BRT del 19 agosto 2019, pone gli azionisti,
definiti “fornitori di capitale”, all'ultimo posto tra gli stakeholders, dopo clienti, dipendenti, fornitori,
comunità ed ambiente. L'impegno nei loro confronti, da parte dei CEO aderenti, è quello di
generare valore a lungo termine.28
A tal proposito, Elson ha dichiarato che «porre gli azionisti per
ultimi e definirli “fornitori di capitale” è un po' come chiamare i propri genitori “fornitori genetici
dell'esistenza”».29
Con questa analogia egli evidenzia come la BRT stia sottraendo indebitamente
importanza agli investitori. Inoltre, si domanda se qualcuno dei CEO abbia mai contattato il proprio
consiglio di amministrazione prima di firmare l'impegno, ritenendo impossibile che un C.d.A., eletto
dagli azionisti, possa aver approvato simili contenuti. Si tratterebbe, dunque, di un irrispettoso
declassamento di questi soggetti che, avendo fiducia nell'azienda, avevano deciso di investire in
essa i propri risparmi, e che ora si troverebbero in fondo alla lista dei soggetti nei confronti dei quali
la stessa impresa si impegna. Oltretutto, Elson è convinto che cercare di soddisfare in ogni
decisione gli interessi ed i bisogni di tutti gli stakeholders non porti buoni risultati. Cita, quale
esempio, quello di una società che, per mantenere aperto un impianto al solo fine di rispettare il
proprio impegno con i dipendenti e con la comunità di quel posto, finisce col fallire producendo ben
più gravi conseguenze con ricadute su un numero molto maggiore di persone.30
La principale critica emersa dai quotidiani online è quella che afferma che le ultime
dichiarazioni espresse nel manifesto della BRT siano puramente retoriche, non rappresentando
una nuova svolta per il capitalismo.31
L'idea di strumentalizzare l'etica per fini commerciali non è
nuova. La filosofa Michela Marzano, trattando il tema della gestione della vita privata alla stregua
di una gestione imprenditoriale, ha affermato che «la maggior parte degli studi commissionati dalle
aziende, del resto, si basano sul presupposto che “l’etica paghi” e danno per scontato che la
27
Eric Rosenbaum, Steve Mnuchin dissed 181 major CEOs in a new battle over the future of profits, in www.cnbc.com,
2019.
28
https://www.businessroundtable.org/business-roundtable-redefines-the-purpose-of-a-corporation-to-promote-an-
economy-that-serves-all-americans
29
Eric Rosenbaum, Steve Mnuchin dissed 181 major CEOs in a new battle over the future of profits, in www.cnbc.com,
2019.
30
Eric Rosenbaum, Steve Mnuchin dissed 181 major CEOs in a new battle over the future of profits, in www.cnbc.com,
2019.
31
Matteo Cavallito, La svolta etica del capitalismo USA? È una bella fake news, in www.valori.it, 2019.
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
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buona condotta (reale o solo presunta) dell’azienda si tradurrà in un investimento redditizio. In
questo quadro, l’annuncio conta di più del suo contenuto. Si “fa” etica un pò come si “fa” pubblicità:
si vende bene, e consente di attirare l’attenzione del grande pubblico.»32
La filosofa romana ha poi
individuato altri vantaggi che derivano dall'approcciarsi ad un business attraverso la
manifestazione di valori etico-morali: «In realtà, l’argomento della responsabilità sociale delle
imprese e l’etica degli affari permettono ai dirigenti d’azienda non solo di sottrarsi (o di sperar di
sottrarsi) a movimenti sociali o mediatici che potrebbero rivelarsi estremamente faticosi, ma anche
di garantirsi i favori dell’opinione pubblica interna (i dipendenti) ed esterna (i consumatori, le
istituzioni)».33
Il documento, inoltre, è carente di impegni e proposte concrete da parte dei CEO.34
Non
solo: in esso non si scorge alcun richiamo allo Stato, alla politica, al legislatore. “Accanto ai
proclami sulla «creazione di valore», «gli investimenti sui lavoratori», «il sostegno alle comunità» e
«il rapporto etico con i fornitori», insomma, non vi è traccia di alcuna delega a quegli attori che si
collocano al di fuori della tradizionale catena di produzione e consumo”.35
Tale mancanza ha fatto
supporre ad una figura del calibro di Larry Summers, ex Segretario del Tesoro durante la
presidenza Clinton, che «la retorica dei portatori di interesse rappresenti in parte una strategia per
tenere alla larga le necessarie riforme fiscali e regolamentari».36
Le autorità statali e sovranazionali, che in un mondo globalizzato sono indispensabili per
garantire il rispetto delle regole minime, sono i soggetti competenti a prevedere le norme e gli atti
di controllo sul comportamento delle aziende, il rispetto dei diritti di lavoratori e fornitori, la tutela
dell’ambiente, il pagamento delle imposte che mantengono i servizi sociali indispensabili. Inoltre,
dovrebbe essere sempre la politica a farsi carico dei grandi problemi climatici e delle emergenze
sociali e internazionali, a cominciare da alimentazione, istruzione, sanità.
Partendo da tale presupposto, il nuovo manifesto della Business Roundtable non solo viene
etichettato come un “banale papiello di pubblicità aziendale inoffensiva con la scusa dell'etica”
(Filippo Astone), bensì gli si attribuisce anche l'idea, considerata pericolosa, che le aziende
coinvolte intendano auto-governarsi, al di fuori del controllo statale, dannoso per lo sviluppo
economico e l'arricchimento dell'azienda.37
In tal senso già si esprimeva Michela Marzano: «Decretando le regole che desidera
seguire, la “azienda responsabile” si sottrae così in un sol gesto alla morale e alla politica. Con le
sue dichiarazioni, le carte e i codici, l’azienda si pone progressivamente al di sopra di tutte le
istanze esterne che potrebbero richiamarla alle sue responsabilità. Al fine di esibire l’immagine
voluta, recupera una serie di concetti etici, sia perché è una “buona cosa” per i suoi prodotti, sia
perché è un valido modo per sottrarsi ai vincoli imposti dalla società, la cui autorità rifiuta: la
promessa di mostrarsi maggiormente responsabili verso l’ambiente, naturale e umano, può deviare
l’attenzione del pubblico dalla necessità di regolamentazioni più severe».38
32
Michela Marzano, Estensione del dominio della manipolazione. Dall'azienda alla vita privata, Mondadori, Milano,
2009, p. 91.
33
Michela Marzano, Estensione del dominio della manipolazione. Dall'azienda alla vita privata, Mondadori, Milano,
2009, p. 90.
34
Filippo Astone, Il manifesto della Business Roundtable sulle aziende che non devono solo far guadagnare gli azionisti:
sciocchezze pericolose, in www.industriaitaliana.it.
35
Matteo Cavallito, La svolta etica del capitalismo USA? È una bella fake news, in www.valori.it.
36
Matteo Cavallito, La svolta etica del capitalismo USA? È una bella fake news, in www.valori.it.
37
Filippo Astone, Il manifesto della Business Roundtable sulle aziende che non devono solo far guadagnare gli azionisti:
sciocchezze pericolose,inwww.industriaitaliana.it.
38
Michela Marzano, Estensione del dominio della manipolazione. Dall'azienda alla vita privata, Mondadori, Milano,
2009, p. 92.
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Per altra parte della critica, gli impegni presi dai CEO, da soli, non possono apportare un
reale cambiamento. Il reale potere di rivoluzionare la strategia di business rimarrebbe in mano agli
azionisti, i quali, attraverso i loro investimenti, possono premiare le aziende che decidono di
adottare comportamenti virtuosi, riducendo le disuguaglianze, proteggendo l’ambiente, offrendo
soluzioni migliori ai propri lavoratori. 39
CAPITOLO III
BEST PRACTICES
3.1 Gli obiettivi di sviluppo sostenibile in Usa: il caso di 3M
Come detto, la Business Roundtable promuove una nuova visione aziendale non più
incentrata esclusivamente sul profitto e sulla leadership di mercato, ma interessata a rispondere
alle necessità dei vari stakeholders, creando così connessioni tra azionisti, lavoratori e fornitori.
Le imprese statunitensi investono sempre più nella sicurezza economica dei propri
dipendenti e nelle comunità in cui operano; tali investimenti consentono la creazione di
un’economia fiorente e la nascita di numerose opportunità.
3M Company è un’azienda multinazionale statunitense fondata nel 1902, con filiali in tutto il
mondo: nel 2019 l’azienda contava 65 consociate in 71 paesi con circa 91000 dipendenti. 3M
opera in ambito industriale, occupandosi della produzione di prodotti come materiali elettrici, circuiti
elettronici, prodotti dentali, protezioni antincendio, pellicole rifrangenti, dispositivi a protezione
individuale, adesivi e abrasivi.
Nel 2014 e nel 2016, 3M ha collaborato con Globscan (società di ricerca e consulenza
strategica indipendente) per meglio comprendere le visioni degli stakeholders riguardo
problematiche sociali ed ambientali.
In seguito a tale collaborazione, sono stati individuati una serie di obiettivi da raggiungere entro il
2025:
1. Rispettare le risorse del pianeta e riutilizzare i rifiuti come nuova materia prima:
• sviluppando materiali e prodotti più sostenibili;
• riducendo ulteriormente la produzione di rifiuti del 10%;
• ottenendo lo stato di "discarica zero" in oltre il 30% dei siti produttivi;
• promuovendo la catena di approvvigionamento e sostenibilità attraverso la tracciabilità
mirata delle materie prime e la garanzia delle prestazioni dei fornitori.
2. Promuovere acqua pulita per tutti:
• riducendo il consumo globale di acqua di un ulteriore 10%;
• aiutando le comunità con scarsità d’acqua nella gestione delle risorse idriche.
3. Trasformare il modo in cui il mondo utilizza l'energia:
• migliorando l'efficienza energetica del 30%;
• incrementando la quota di elettricità proveniente da fonti rinnovabili, portandola al 25%;
• riducendo le emissioni di gas a effetto serra.
39
Luciano Balbo, Business Roundtable: il futuro lo decidono gli investitori e non i CEO, in www.oltreventure.com.
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020
4. Migliorare la salute e la sicurezza delle persone:
• fornendo formazione a 5 milioni di persone sulla sicurezza dei lavoratori e dei pazienti.
5. Investire sul potenziamento della logistica aziendale e sulla formazione dei lavoratori:
• investendo denaro e prodotti per programmi educativi, di comunità e ambientali;
• incentivando la partecipazione dei dipendenti ai programmi di sviluppo per migliorare le
capacità individuali e organizzative;
• costruendo una forza lavoro diversificata.
Il coinvolgimento degli stakeholders potrebbe avere un impatto diretto sul successo finanziario
di un'azienda (vendite, prezzo delle azioni e investimenti), sulle sue operations e sulla sua
reputazione.
3M ha stretto numerose partnership con varie organizzazioni a livello globale, al fine di
promuovere la sostenibilità d’impresa. Le partnership consentono, infatti, di ottenere una migliore
comprensione delle posizioni degli stakeholders, favorendo la promozione dei concetti di
sostenibilità all’interno delle aziende e nel mondo.
L’analisi di materialità, ovvero della rilevanza dei singoli portatori di interesse individuati
attraverso la mappatura degli stakeholders, permette l’identificazione delle priorità sociali e
ambientali, in riferimento alla propria strategia di business.
Parlando di rendicontazione di sostenibilità, possono essere chiamati materiali tutti quei
fattori che potrebbero influenzare considerevolmente le decisioni e le valutazioni degli stakeholders
e che impattano in modo significativo sulle performance sociali, ambientali ed economiche delle
società. L’analisi di materialità considera, dunque, non solo il punto di vista dell’organizzazione ma
anche quello degli stakeholders.
3M, guidata dai propri stakeholders, mediante un’attenta analisi di materialità, ha sviluppato
una serie di programmi e iniziative volti a favorire la sostenibilità d’impresa a livello globale. “Ci
siamo impegnati con numerosi stakeholders interni ed esterni per stabilire i nostri Sustainability
Goals per il 2025. Le nostre analisi di materialità del 2014 e 2016 hanno dimostrato che i goals
fissati per il 2025 rimangono allineati con le aspettative dei nostri stakeholders. I nostri obiettivi
sono in linea con le sfide globali più rilevanti, così come con i Sustainable Development Goals
stabiliti per il 2030 dalle Nazioni Unite. Questi ultimi presentano opportunità uniche per
cooperazioni e collaborazioni, che 3M ha intenzione di cogliere.” 40
3.2 Gli obiettivi di sviluppo sostenibile in Italia: l’esempio di SNAM
Il concetto di sostenibilità si sta diffondendo anche in Europa e in Italia: un caso è quello di
SNAM, una delle principali società europee di infrastrutture per il gas, che nel 2017 ha dato vita a
una fondazione con lo scopo di realizzare iniziative di sviluppo sociale e ambientale nei territori in
cui l’azienda opera.
Tale fondazione, tramite lo sviluppo e il sostegno ad attività culturali ed ecologiche, mira alla
promozione di pratiche innovative in grado di favorire lo sviluppo economico, civile e culturale in
aree prioritarie di interesse pubblico. 41
Nello specifico, sono state intraprese le seguenti azioni:
40
https://multimedia.3m.com/mws/media/1542803O/2018-Sustainability-report.pdf.
41
https://www.snam.it/it/sostenibilita/strategie_e_impegni.
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020
• Promozione di un piano strategico volto al miglioramento della qualità dell’aria, alla riduzione
delle emissioni di gas climalteranti e al contenimento dei costi energetici;
• Promozione dell’utilizzo di gas funzionali ai processi di decarbonizzazione;
• Avvio di una campagna volta alla realizzazione di un’infrastruttura in Sicilia in grado di produrre
biometano da rifiuti solidi;
• Acquisizione del ramo aziendale rivolto alle soluzioni tecnologiche per stazioni di rifornimento
di gas naturale per l’autotrazione di M.T.M.;
• Creazione di intese con Eni per la costruzione di nuove stazioni di rifornimento CNG per
autotrazione e con il Gruppo API per la realizzazione di nuovi impianti di rifornimento di
biometano e gas naturale;
• Acquisizione di una delle principali ESCo italiane (TEP Energy Solution);
• Adesione alla “Task Force on Climate Reated Financial Disclosure – TCDF”;
• Pubblicazione del “Climate Action Bond Framework”, che ha consentito l’emissione di bond
finalizzati al finanziamento di investimenti sostenibili. Inoltre, la conversione di linee di credito in
“sustainable loan” da 3,2 miliardi ha permesso di allineare gli obiettivi di sostenibilità con la
strategia di finanziamento;
• Realizzazione di investimenti per la costruzione di turbine a gas a basse emissioni che, nel
2018, ha permesso una riduzione delle emissioni di metano del 7,9% rispetto al 2016;
• Avvio del progetto “Snam4Safety” sulla sicurezza in azienda, che ha ridotto gli infortuni sul
lavoro del 36% rispetto allo scorso anno;
• Adozione di misure per garantire ai lavoratori un impiego continuativo e stabile;
• Promozione di numerose iniziative per i dipendenti come la Corporate University “Snam
Institute”, un organismo educativo all’interno dell’azienda che consente ai lavoratori di acquisire
un’adeguata formazione manageriale e tecnica;
• Integrazione delle imprese sociali nella catena di fornitura grazie a una politica di social supply
chain;
• Adesione ai principi del Global Compact e agli SDGs definiti dall’ONU 42
.
Grazie alle analisi della documentazione disponibile, alle politiche adottate ed ai principali rischi
individuati dal modello ERM (Enterprise Risk Management) , SNAM ha potuto identificare le
problematiche maggiormente rilevanti per l’azienda. Tali problematiche sono poi state sottoposte
alla direzione attraverso interviste dirette con i dirigenti di ciascun dipartimento. A partire dai
risultati dell'analisi di materialità dell'ultimo anno, SNAM ha così avviato un processo di
aggiornamento e di sviluppo di innovative pratiche aziendali. 43
«Il mestiere dell’azienda deve cambiare radicalmente: da entità impegnata a decidere e
realizzare iniziative nell’interesse dei propri azionisti deve diventare un’entità che crea connessioni
tra azionisti, lavoratori, fornitori e territori, per capire e rispondere alle necessità di tutti gli
Stakeholders.» (Marco Alverà, Amministratore delegato di Snam). 44
42
https://www.snam.it/repository/file/investor_relations/bilanci_relazioni/bilanci_annuali/2018/report_di_
sostenibilita_2018.pdf.
43
https://www.snam.it/en/Sustainability/strategy_and_commitments/analysis_of_materiality.html.
44
http://www.affaritaliani.it/economia/il-purpose-sociale-delle-aziende-l-esempio-di-snam-622036.html.
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020
CONCLUSIONI
La dichiarazione firmata nell’agosto del 2019 dai CEO di 181 importanti aziende americane, con la
quale quest’ultimi si sono impegnati a promuovere una visione aziendale non più esclusivamente
incentrata sul profitto e sul soddisfacimento degli azionisti, ma orientata a rispondere alle necessità
di tutti gli stakeholders, rappresenta senza dubbio un’importante svolta nell’attuale modo di fare
business.
Tale documento, sebbene sia stato recepito da più parti con scetticismo, nasconde delle innegabili
potenzialità.
Malgrado l’applicazione dei principi della Corporate Social Responsibility comporti costi
innegabilmente più elevati, molteplici risultano infatti essere i benefici che da essa discendono, fra i
quali possono essere citati una maggiore attenzione che l’azienda pone nei confronti
dell’ambiente, migliori relazioni con i vari stakeholders e una maggiore produttività da parte dei
dipendenti.
La globalizzazione, i repentini cambiamenti nell’economia mondiale, l’importanza sempre maggiore
attribuita al ruolo degli stakeholders e l’assunzione di consapevolezza da parte dei consumatori sui
temi riguardanti la sustainability hanno indotto le aziende ad adattarsi a tali trasformazioni,
traendone peraltro in molti casi un importante vantaggio competitivo.
In questo contesto, il concetto di CSR si è evoluto da semplice dichiarazione formale a concreta
azione.
Ne sono un tangibile esempio gli obiettivi che le due note ed importanti aziende prese in esame –
3M e SNAM – si sono prefissate. Queste ed altre imprese in tutto il mondo si sono impegnate a
prendersi cura dei propri dipendenti, ad investire nella formazione, a promuovere uno sviluppo
sostenibile dal punto di vista economico ed ambientale, e soprattutto a porre attenzione alla figura
del consumatore, oggi sempre più consapevole delle proprie scelte ed in grado di spostare gli
equilibri in maniera sostanziale.
A conferma di ciò, nel sondaggio da noi condotto, circa l’80% dei partecipanti ha mostrato un
elevato interesse per i temi della responsabilità sociale d’impresa, oltre l’87% sostiene che le
aziende debbano contribuire allo sviluppo economico e sociale della collettività (anziché limitarsi a
distribuire semplicemente utili ai propri azionisti) e la stessa percentuale di intervistati si dichiara
disposta a sostenere spese più elevate per l’acquisizione di prodotti sostenibili.
Alla luce del lavoro svolto e dei risultati emersi, riteniamo che nel tessuto sociale vi sia una forte
fiducia nei confronti dei principi della Corporate Social Responsibility e, conseguentemente, che il
Manifesto della Business Roundtable possa effettivamente apportare un cambiamento radicale
all’interno del tradizionale sistema capitalistico.
Similmente, va sottolineato come anche le aziende, dalla loro parte, abbiano compreso come sia
necessario investire tenendo conto dei bisogni e delle richieste espressi dai portatori di interesse;
pertanto, crediamo che tale documento, sottoscritto dai CEO di molteplici ed importanti aziende
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020
statunitensi, possa rappresentare l’inizio di una nuova era nei rapporti tra le aziende e le comunità
in cui quest’ultime risultano immerse.
BIBLIOGRAFIA
Becchetti Leonardo, Bruni Luigini, Zamagni Stefano, Microeconomia, Bologna, 2014
Berle and Means, The Modern Corporation and Private Property, 1932
Caramazza, Carroli, Monaci, Pini, La responsabilità in azione. Pratiche strategie e valori
socialmente responsabili nel mondo d’impresa, Il Sole 24 Ore, 2016
Cecchellero Alice, University Social Responsibility in Italia: analisi di 5 atenei, 2016
Commissione delle comunità europee, Libro Verde, Bruxelles, 2001
Croce Benedetto, Responsabilità in etica e politica, Bari, 1945
Freeman, Reed, Stockholders and Stakeholders: A new perspective on corporate governance, in
California Management Review, vol.25, num.3, 1983
Marzano Michela, Estensione del dominio della manipolazione. Dall'azienda alla vita privata,
Mondadori, Milano, 2009
Motta Chiara, Suman Mariachiara, La formalizzazione della CSR: obiettivi e strumenti, 2010
Ricci Paolo, L’articolo 41 della Costituzione Italiana e la responsabilità sociale d’impresa, in Scritti
in onore di Vittorio Coda
Rusconi Gianfranco, La responsabilità sociale d’impresa, 2006
SITOGRAFIA
Analysis of materiality, https://www.snam.it/it/index.html, 2019
Astone Filippo, Il manifesto della Business Roundtable sulle aziende che non devono solo far
guadagnare gli azionisti: sciocchezze pericolose, in www.industriaitaliana.it
Balbo Luciano, Business Roundtable: il futuro lo decidono gli investitori e non i CEO, in
www.oltreventure.com
Business Roundtable, https://www.businessroundtable.org/business-roundtable-redefines-the-
purpose-of-a-corporation-to-promote-an-economy-that-serves-all-americans, 2019
Cannizzaro Domenico, Mercurio Alessandro, Società Benefit: un nuovo modello di business, in
www.filodiritto.com, 2018
Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica
Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020
Cavallito Matteo, La svolta etica del capitalismo USA? È una bella fake news, in www.valori.it,
2019
Facconti Jacqueline, Responsabilità Sociale dell’impresa 2018: Guida completa, in
www.webeconomia.it, 2018
Demond Rachon Bryant Jr., Improving lives, Sustainability Report, in
https://multimedia.3m.com/mws/media/1542803O/2018-Sustainability-report.pdf, 2018
Il “purpose” sociale delle aziende e l’esempio di Snam, in https://www.affaritaliani.it/economia/il-
purpose-sociale-delle-aziende-l-esempio-di-snam-622036.html, 2019
Pelligra Vittario, La svolta etica delle corporation è vera svolta?, in www.vita.it, 2019
Rizzo Maria Concetta, Nuovi modelli di impresa per un futuro sostenibile: le Società Benefit, in
www.economiaefinanzaverde.it, 2019
Rosenbaum Eric, Steve Mnuchin dissed 181 major CEOs in a new battle over the future of profits,
in www.cnbc.com, 2019
Ruffoni Kirsten, Società Benefit: quali sono i vantaggi, in www.teamsystem.com, 2017
Sandra Carlo, Il significato di assumersi la responsabilità, in www.coachingtime.it, 2011
Santoni Valentino, Corporate Social Responsibility, verso una svolta etica delle grandi corporation
americane?, in www.secondowelfare.it, 2019
Zamagni Stefano, Cosa sono le Società Benefit?, in www.societabenefit.net

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  • 1. KIA TREND Project work “KiA Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019 A cura di: Giorgio Amato Sara Beccaluva Giorgia Castelli Alessandro Cerioni Andrea Cocchi Angelita Russo Project work “KiA – Knowledge in Action” Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica orse Umane e Organizzazione 2019-2020 Verso una sostenibilità sistemica 2020
  • 2. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 INTRODUZIONE............................................................................................................................. 2 CAPITOLO I.................................................................................................................................... 3 RESPONSABILITA’ SOCIALE D’IMPRESA.................................................................................... 3 1.1 Introduzione al concetto di Responsabilità Sociale d’Impresa...................................................... 3 1.2 CRS: Corporate Social Responsibility .............................................................................................. 4 1.3 La Steakeholder Theory e la Triple Bottom Line............................................................................. 7 1.4 Dimensioni attuali e prospettiche della Responsabilità Sociale d’Impresa ................................. 9 CAPITOLO II................................................................................................................................. 12 LA BUSINESS ROUNDTABLE ..................................................................................................... 12 2.1 Statement on the purpose of a corporation: la sostenibilità prima del profitto.......................... 12 2.2 Le Società Benefit.............................................................................................................................. 14 2.3 Strumentalizzazione dell'etica? Critica alla Business Roundtable ............................................. 16 CAPITOLO III................................................................................................................................ 18 BEST PRACTICES....................................................................................................................... 18 3.1 Gli obiettivi di sviluppo sostenibile in Usa: il caso di 3M .............................................................. 18 3.2 Gli obiettivi di sviluppo sostenibile in Italia: l’esempio di SNAM ................................................. 19 CONCLUSIONI............................................................................................................................. 21 BIBLIOGRAFIA............................................................................................................................. 22 SITOGRAFIA................................................................................................................................ 22
  • 3. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 INTRODUZIONE Nell’Agosto del 2019, i 181 CEO delle più importanti aziende americane, appartenenti alla prestigiosa associazione statunitense che prende il nome di Business Roundtable, hanno sottoscritto una dichiarazione con la quale s’impegnano ad orientare le loro attività non più e non solo nell’interesse dei propri azionisti, ma di tutti gli stakeholders, ovvero di tutte quelle parti che vanno sotto il nome di azionisti, creditori sociali, dipendenti, fornitori, clienti, sindacati, istituzioni, comunità locali e che hanno un interesse diretto o indiretto nell’attività d’impresa. In questo elaborato, si è cercato di porre luce sul tema della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI), un tema tanto attuale quanto dibattuto, di cui il management aziendale deve sempre più tenere conto. Ripercorrendo le tappe storiche che hanno portato all’affermazione di tale concetto, si è voluto analizzare come e quanto la RSI abbia inciso sulle più moderne modalità di business. Nel primo capitolo, dopo aver preso in esame le radici linguistiche del termine “Responsabilità Sociale d'Impresa” e aver dato una definizione del concetto di Corporate Social Responsibility (CSR) - che può essere inteso come «l'insieme di responsabilità che insistono in carico all'impresa per gli effetti che lo svolgimento della sua attività genera sulla comunità di riferimento e sull'ambiente» (Nicoletti) -, si è voluto analizzare in termini di profittabilità, e dunque di saldo tra costi e benefici, gli effetti che la RSI comporta. Particolare attenzione è stata rivolta altresì alla Teoria degli Stakeholders, elaborata da Robert Freeman. Tale teoria introduce un’idea nuova di azienda, concepita come un sistema aperto e fortemente interrelato, attenta alle esigenze dei propri portatori d’interesse. Dall’osservazione dell’evoluzione del concetto di CSR si può evincere il passaggio da una visione statica, in cui quest’ultima viene considerata esclusivamente come un centro di costo, ad una visione dinamica, in cui viene valorizzato il suo ruolo strategico e di creazione di valore condiviso per tutti gli attori sociali. Con il secondo capitolo, ci si è poi soffermati più attentamente sull’analisi del contenuto del Manifesto della Business Roundtable. Particolare attenzione è stata posta al cambiamento di prospettiva che la sua sottoscrizione ha implicato per le aziende che vi hanno aderito. Ribaltando la visione di Milton Friedman, i 181 CEO si sono impegnati a guidare le proprie aziende a beneficio di tutti i propri stakeholders. Interessante a tal proposito risulta la diffusione, nel panorama internazionale e - nello specifico - all’interno dell’ordinamento giuridico italiano, delle Società Benefit, un modello innovativo, che va ad integrare la strategia di business con la sua sostenibilità sociale e ambientale. Essere Società Benefit consente infatti all’impresa, oltre che di massimizzare il profitto, anche di raggiungere uno scopo di beneficio comune, così come fissato nello statuto. Non tralasciando gli aspetti critici sollevati sul tema da parte della dottrina, nel terzo capitolo vengono esaminate due realtà virtuose in relazione ai temi affrontati: 3M (multinazionale statunitense famosa in tutto il mondo) e SNAM (società italiana leader in Europa nell’ambito delle infrastrutture per il gas). Sono stati in particolare descritti gli obiettivi di sostenibilità prefissati dalle aziende e le pratiche innovative da queste promosse, al fine di illustrare la strada da queste intrapresa in un momento di sostanziale mutamento non soltanto economico ma anche culturale dello scenario internazionale.
  • 4. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 CAPITOLO I RESPONSABILITA’ SOCIALE D’IMPRESA 1.1 Introduzione al concetto di Responsabilità Sociale d’Impresa Le radici linguistiche del termine responsabilità nascono dal latino “respondeo” e dal greco “spendo”, entrambi con il significato di “impegnarsi l’uno di fronte all’altro nel momento in cui si stipula un patto”. Prendendo in esame il saggio di filosofia del diritto “Responsabilità e pena” di Herbert L. Hart, possiamo indentificare quattro significati del termine “responsabile”: • riferito alla persona, ovvero essere responsabile di un ruolo; • agente causale, responsabile di un determinato avvenimento; • imputabile, in riferimento alla responsabilità morale o giuridica sul piano civile e penale; • riferito a persona che è capace di agire con consapevolezza. Accanto alle radici linguistiche, alla fine del Settecento emerge il concetto di responsabilità sociale che, tramite l’analisi di Hans Maier, è possibile ricondurre a tre tradizioni: • greco-romana, in cui la responsabilità parte dall’assunto della virtù civica che caratterizzava il mondo antico in cui bisognava vivere facendosi carico di ciò che è generale, rifiutando il particolare; • ebraico-cristiana, in cui “non si è responsabili ma si è fatti responsabili e chi ci fa responsabili è la società”1 ; • moderna, riferito alla responsabilità in campo civile e penale, in cui la responsabilità è definita come disponibilità a rispondere delle conseguenze delle proprie azioni. Il concetto di responsabilità può avere significato diverso a seconda del contesto in cui viene utilizzato, che può essere morale, civile o penale. In ogni caso, la responsabilità consiste nell’abilità di dare risposte, di riconoscere ed accettare che i nostri pensieri, emozioni e atteggiamenti possano produrre determinati risultati. Vuol dire, inoltre, essere abili nel rispondere in maniera efficiente a qualsiasi evento. 2 “L’azione responsabile compie un doppio movimento: esce dalla passività per rispondere creativamente a un bisogno dell’uomo. In questo movimento di azione e sottomissione sta il senso e la grandezza della responsabilità umana sul piano personale come su quello sociale”. 3 Come afferma Porter, esiste una dipendenza tra impresa e società. L’impresa, d’altronde, oltre ad essere uno strumento capace di generare reddito e di creare ricchezza, è ancor prima una comunità spontanea, occasione di aggregazione fra uomini. Come è stato osservato da Giovanni Paolo II: “Scopo dell’impresa, infatti, non è semplicemente la produzione del profitto, bensì l’esistenza stessa dell’impresa come comunità di uomini che, in modi diversi, perseguono il soddisfacimento dei loro bisogni fondamentali e costituiscono un particolare gruppo al servizio dell’intera società. Il profitto è un regolatore della vita dell’azienda, ma non è l’unico; a esso va 1 Benedetto Croce, Responsabilità in etica e politica, Bari, 1945, p.127. 2 Sandra Carlo, Il significato di assumersi la responsabilità, in www.coachingtime.it, 2011. 3 Gianfranco Rusconi, La responsabilità sociale d’impresa, 2006, pp. 34-35.
  • 5. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 aggiunta la considerazione di altri fattori umani e morali che, sul lungo periodo, sono almeno altrettanto essenziali per la vita dell’impresa”. 4 1.2 CRS: Corporate Social Responsibility La Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) viene definita dalla Commissione Europea, all’interno del “Libro Verde” (2001), come “l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”. Nel 2011 il concetto è stato rielaborato e la RSI viene oggi definita come “la responsabilità delle imprese per il loro impatto sulla società”. Un’impresa si dice socialmente responsabile se si fa carico degli effetti che il suo comportamento produce nei confronti dei propri stakeholders e se arricchisce le scelte di gestione con considerazioni etiche, sociali ed ambientali. La responsabilità sociale d’impresa si divide in una dimensione interna e in una dimensione esterna. La dimensione interna fa riferimento a: • gestione delle risorse umane (rapporti con i lavoratori e tutela delle diversità); • salute e sicurezza del lavoro; • adattamento alle trasformazioni; • gestione degli effetti sull’ambiente e sulle risorse naturali. La dimensione esterna, invece, comprende: • comunità locali; • partnership commerciali; • fornitori e consumatori; • diritti dell’uomo e preoccupazioni ambientali a livello planetario. Il Libro Verde promuove un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese: “ , nell’ambiente e nei rapporti con le altre parti interessate. L’applicazione di norme sociali che superano gli obblighi giuridici fondamentali, ad esempio, nel settore della formazione, delle condizioni di lavoro o dei rapporti tra la direzione e il persona promossa prevalentemente da grandi società o dalle multinazionali, essa riveste un’importanza per tutti i tipi di imprese e per tutti i settori di attività. Un certo numero di imprese che ottengono buoni risultati nel settore sociale o nel settore della protezione dell’ambiente indicano che tali attività possono avere come risultato migliori prestazioni e possono generare maggiori profitti e crescita. Per numerose imprese si tratta di un nuovo campo d’azione che richiede una valutazione di lungo periodo”. 5 4 Paolo Ricci, L’articolo 41 della Costituzione Italiana e la responsabilità sociale d’impresa, in Scritti in onore di Vittorio Coda. 5 Commissione delle comunità europee, Libro Verde, Bruxelles, 2001, pp. 6-7.
  • 6. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 Analizzando l’evoluzione del concetto di responsabilità sociale d’impresa, possiamo fare riferimento innanzitutto agli anni ‘30 e ’50 del secolo scorso, quando negli Stati Uniti comincia ad emergere l’idea che il manager non debba mirare alla sola realizzazione del profitto ma debba assumersi anche obblighi sociali. Molti autori americani - quali Berle e Means - iniziano a discutere riguardo la separazione tra proprietà e controllo. “I proprietari della proprietà passiva, cedendo il controllo e la responsabilità sulla proprietà attiva, hanno ceduto il diritto a che la corporation venga amministrata nel loro interesse esclusivo”. 6 Inizia quindi ad emergere la figura del manager come decisore discrezionale. Negli anni ’50, H. R. Bowen pubblica l’opera “Social Responsibility of the Businessman”, in cui definisce gli uomini d’affari “servitori della società”, identificando in tali soggetti l’obbligo di prendere decisioni, perseguire degli obiettivi e seguire delle linee di azione in base ai valori della società, senza concentrarsi sui desideri degli azionisti. Si inizia a parlare veramente di CSR quando A. B. Carroll, nell’opera “A Three-Dimensional Conceptual Model Of Corporate Social Perform”, elabora una piramide nella quale identifica, in ordine crescente, quattro livelli di responsabilità d’impresa: economica, legale, etica e filantropica. La responsabilità di natura economica consiste nella creazione di valore, quali il profitto per gli azionisti o la produzione di beni e servizi per il mercato. Questo tipo di responsabilità sta alla base della piramide, in quanto viene sottolineata l’importanza del fine economico che un’impresa deve sempre e comunque perseguire (ovvero la generazione di un profitto). La seconda riguarda tutte le normative che le imprese devono rispettare, ovvero tutte quelle modalità di funzionamento dei sistemi collettivi ed economici nei quali le singole realtà operano. Quella etica riguarda invece i valori e il senso di equità, giustizia e imparzialità cui l’impresa deve mirare. Al vertice della piramide si trova infine la responsabilità filantropica. In questo livello Carroll include tutte quelle attività volontarie svolte dall’impresa a favore dei dipendenti e delle comunità. Quando parliamo di responsabilità sociale d’impresa, dobbiamo comunque domandarci se tale scelta consenta all’azienda di sopravvivere e risultare competitiva sui mercati. La questione della profittabilità della RSI, ovvero del saldo netto dei suoi effetti tra costi e benefici, è estremamente centrale. Occorre chiedersi, in altri termini, se l’impresa socialmente responsabile è in grado di sopravvivere all’interno del nostro sistema economico o addirittura capace di contribuire a modificare le caratteristiche delle altre imprese in esso operanti. La RSI comporta costi certi a fronte comunque di almeno cinque potenziali benefici. I costi certi sono evidenti: in quasi tutti gli ambiti, una maggiore considerazione e attenzione verso gli stakeholders comporta un aumento di costo per l’impresa. Solo per fare qualche esempio, nel rapporto con i lavoratori, tutte le iniziative volte al miglioramento delle condizioni economiche e sociali dei propri dipendenti comportano degli esborsi monetari. I processi volti a ridurre le emissioni inquinanti o gli scarti di produzione sono costosi. Ancora, la promozione di attività filantropiche nei confronti delle comunità locali non può che risultare onerosa. Infine, una maggiore attenzione alle condizioni di lavoro nelle imprese che forniscono input intermedi alla produzione implica la scelta di non accettare sempre e necessariamente la fornitura al prezzo più basso, bensì quella più orientata al rispetto della dignità dei lavoratori e alla tutela dell’ambiente. A fronte di questi costi certi, si possono riscontrare almeno cinque potenziali benefici in grado di compensarli, se non addirittura offrire un vantaggio in termini di competitività. Il primo potenziale beneficio consiste nella possibilità per le imprese socialmente responsabili di essere premiate dal voto con il portafoglio dei consumatori. Se l’antropologia del consumatore fosse sempre quella dell’homo oeconomicus, il prodotto con il prezzo più basso vincerebbe 6 Berls and Means, The Modern Corporation and Private Property, pp. 311-312.
  • 7. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Ris sempre e comunque rispetto ad un prodotto avente u risulta dall’indagine da noi condotta eterogenee (vedi Figura 1), esiste una quota consistente di consumatori che premia i prodotti socialmente responsabili ed è per questo motivo disposta a pagare anche un prezzo maggiore per acquistarli. Volendo fare qualche esempio, i c.d. prodotti equo dei normali prodotti equivalenti. Eppure le quote di mercato di tali prodotti continuano Analogamente, in campo bancario, esistono oggi alcuni istituti creditizi che propongono ai risparmiatori di autoridursi il tasso di interesse su depositi o il rendimento delle obbligazioni di cui sono titolari, quando questo sconto viene destin sociale. Figura 1 Un secondo potenziale beneficio potrebbe derivare dal fatto che la scelta di RSI potrebbe esser letta come un segnale di maggiore attenzione che l’azienda ha nei confronti del cliente: essa potrebbe dunque alimentare la fiducia dei consumatori verso l’impr considerati tendenzialmente maggiormente qualitativi. Un terzo importante beneficio – responsabilità sociale d’impresa riesca a migliorare significativamente le relazi stakeholders, limitando il rischio etico e minimizzando gli eventuali costi di transazione con i medesimi. Un quarto beneficio potenziale potrebbe ancora derivare dai possibili effetti dell’applicazione di processi produttivi rispettosi dell’am percorso sono oggi in grado di fruire di significativi risparmi energetici e di conseguenza economici. In uno scenario in cui le preoccupazioni di sostenibilità ambientale diventano sempre più pre è lecito inoltre aspettarsi una crescente severità nella regolazione ambientale dei comportamenti tenuti dalle imprese. Essere all’avanguardia, in questo settore, può dunque diventare fonte di vantaggio competitivo, stante anche la forte attenzione rivolge al tema (vedi figura 2). Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 sempre e comunque rispetto ad un prodotto avente un prezzo più alto. Al contrario, come anche risulta dall’indagine da noi condotta su un campione di 135 soggetti di età e ), esiste una quota consistente di consumatori che premia i prodotti per questo motivo disposta a pagare anche un prezzo maggiore per acquistarli. Volendo fare qualche esempio, i c.d. prodotti equo-solidali costano generalmente di più dei normali prodotti equivalenti. Eppure le quote di mercato di tali prodotti continuano Analogamente, in campo bancario, esistono oggi alcuni istituti creditizi che propongono ai risparmiatori di autoridursi il tasso di interesse su depositi o il rendimento delle obbligazioni di cui sono titolari, quando questo sconto viene destinato al finanziamento di iniziative di rilevanza Un secondo potenziale beneficio potrebbe derivare dal fatto che la scelta di RSI potrebbe esser letta come un segnale di maggiore attenzione che l’azienda ha nei confronti del cliente: essa potrebbe dunque alimentare la fiducia dei consumatori verso l’impresa stessa e i suoi prodotti, considerati tendenzialmente maggiormente qualitativi. da non sottovalutare – riguarda poi la possibilità che la responsabilità sociale d’impresa riesca a migliorare significativamente le relazi , limitando il rischio etico e minimizzando gli eventuali costi di transazione con i Un quarto beneficio potenziale potrebbe ancora derivare dai possibili effetti dell’applicazione di processi produttivi rispettosi dell’ambiente. Le imprese che da più tempo hanno intrapreso questo percorso sono oggi in grado di fruire di significativi risparmi energetici e di conseguenza economici. In uno scenario in cui le preoccupazioni di sostenibilità ambientale diventano sempre più pre è lecito inoltre aspettarsi una crescente severità nella regolazione ambientale dei comportamenti tenuti dalle imprese. Essere all’avanguardia, in questo settore, può dunque diventare fonte di vantaggio competitivo, stante anche la forte attenzione che una fascia importante di consumatori n prezzo più alto. Al contrario, come anche su un campione di 135 soggetti di età e formazione ), esiste una quota consistente di consumatori che premia i prodotti per questo motivo disposta a pagare anche un prezzo maggiore per solidali costano generalmente di più dei normali prodotti equivalenti. Eppure le quote di mercato di tali prodotti continuano a crescere. Analogamente, in campo bancario, esistono oggi alcuni istituti creditizi che propongono ai risparmiatori di autoridursi il tasso di interesse su depositi o il rendimento delle obbligazioni di cui ato al finanziamento di iniziative di rilevanza Un secondo potenziale beneficio potrebbe derivare dal fatto che la scelta di RSI potrebbe esser letta come un segnale di maggiore attenzione che l’azienda ha nei confronti del cliente: essa esa stessa e i suoi prodotti, riguarda poi la possibilità che la responsabilità sociale d’impresa riesca a migliorare significativamente le relazioni con gli , limitando il rischio etico e minimizzando gli eventuali costi di transazione con i Un quarto beneficio potenziale potrebbe ancora derivare dai possibili effetti dell’applicazione di biente. Le imprese che da più tempo hanno intrapreso questo percorso sono oggi in grado di fruire di significativi risparmi energetici e di conseguenza economici. In uno scenario in cui le preoccupazioni di sostenibilità ambientale diventano sempre più pressanti, è lecito inoltre aspettarsi una crescente severità nella regolazione ambientale dei comportamenti tenuti dalle imprese. Essere all’avanguardia, in questo settore, può dunque diventare fonte di che una fascia importante di consumatori
  • 8. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Ris Figura 2 Infine, uno dei benefici più interessanti derivante dalla scelta di RSI riguarda l’impatto sulla produttività dei lavoratori. La teoria del sala abbia maggiore riluttanza ad adottare comportamenti di scarsa produttività e collaborazione con il datore di lavoro, perché il costo di essere licenziato è maggiore quando il salario è più elevato. Il lavoratore meglio pagato ha inoltre anche minori incentivi a separarsi volontariamente dal proprio datore di lavoro, riducendo dunque il rischio per l’impresa di investire a vuoto nella formazione di un dipendente. 7 “La CSR non è solo una questione di e di un fattore di competitività per le imprese che possono, attraverso i loro comportamenti socialmente responsabili, rafforzare la propria brand reputation e stabilire relazioni proficue e di grande valore aggiunto con la comunità di riferimento”. 1.3 La Steakeholder Theory e la Triple Bottom Line All’interno di questo contesto teoria etica e manageriale, utile per spiegare il funzionamento di un’azienda. Il termine “stakeholder” viene citato per la prima volta nella letteratura economica degli anni ‘60 del ‘900. Letteralmente questo termine si può tradurre come “portatore d identifica quei soggetti che influenzano in qualche modo i comportamenti e le scelte aziendali. Gli stakeholders possono essere molteplici: essi si identificano con i clienti, i dipendenti, i fornitori, i sindacati, le istituzioni pub Organizzazioni Non Governative, le organizzazioni ambientaliste e la comunità territoriale locale. Sicuramente la Teoria degli come un sistema aperto e fortemente interrelato. Il più famoso e autorevole teorico è stato Robert 7 Leonardo Becchetti, Luigino Bruni, Stefano Zamagni, 8 Jacqueline Facconti, Responsabilità Sociale dell’impresa 2018: Guida completa Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 Infine, uno dei benefici più interessanti derivante dalla scelta di RSI riguarda l’impatto sulla produttività dei lavoratori. La teoria del salario di efficienza indica come un lavoratore più pagato abbia maggiore riluttanza ad adottare comportamenti di scarsa produttività e collaborazione con il perché il costo di essere licenziato è maggiore quando il salario è più elevato. Il lavoratore meglio pagato ha inoltre anche minori incentivi a separarsi volontariamente dal proprio datore di lavoro, riducendo dunque il rischio per l’impresa di investire a vuoto nella formazione di “La CSR non è solo una questione di eticità e di evoluzione del concetto di qualità: si tratta di un fattore di competitività per le imprese che possono, attraverso i loro comportamenti socialmente responsabili, rafforzare la propria brand reputation e stabilire relazioni proficue e di valore aggiunto con la comunità di riferimento”. 8 Steakeholder Theory e la Triple Bottom Line contesto risulta necessario approfondire la Stakeholder Theory teoria etica e manageriale, utile per spiegare il funzionamento di un’azienda. viene citato per la prima volta nella letteratura economica degli anni ‘60 del ‘900. Letteralmente questo termine si può tradurre come “portatore di interesse”, perché identifica quei soggetti che influenzano in qualche modo i comportamenti e le scelte aziendali. possono essere molteplici: essi si identificano con i clienti, i dipendenti, i fornitori, i sindacati, le istituzioni pubbliche, la comunità finanziaria, la stampa, gli azionisti, le Organizzazioni Non Governative, le organizzazioni ambientaliste e la comunità territoriale locale. Sicuramente la Teoria degli Stakeholders introduce un’idea nuova di azienda, concepita sistema aperto e fortemente interrelato. Il più famoso e autorevole teorico è stato Robert Leonardo Becchetti, Luigino Bruni, Stefano Zamagni, Microeconomia, Bologna, 2014, pp. 356-363. , Responsabilità Sociale dell’impresa 2018: Guida completa, in www.webeconomia.it Infine, uno dei benefici più interessanti derivante dalla scelta di RSI riguarda l’impatto sulla rio di efficienza indica come un lavoratore più pagato abbia maggiore riluttanza ad adottare comportamenti di scarsa produttività e collaborazione con il perché il costo di essere licenziato è maggiore quando il salario è più elevato. Il lavoratore meglio pagato ha inoltre anche minori incentivi a separarsi volontariamente dal proprio datore di lavoro, riducendo dunque il rischio per l’impresa di investire a vuoto nella formazione di ticità e di evoluzione del concetto di qualità: si tratta di un fattore di competitività per le imprese che possono, attraverso i loro comportamenti socialmente responsabili, rafforzare la propria brand reputation e stabilire relazioni proficue e di Stakeholder Theory, una viene citato per la prima volta nella letteratura economica degli anni i interesse”, perché identifica quei soggetti che influenzano in qualche modo i comportamenti e le scelte aziendali. possono essere molteplici: essi si identificano con i clienti, i dipendenti, i bliche, la comunità finanziaria, la stampa, gli azionisti, le Organizzazioni Non Governative, le organizzazioni ambientaliste e la comunità territoriale locale. introduce un’idea nuova di azienda, concepita sistema aperto e fortemente interrelato. Il più famoso e autorevole teorico è stato Robert . www.webeconomia.it, 2018.
  • 9. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 Freeman, autore dell’opera “Strategic Management: A Stakeholder Approach”, pubblicata nel 1984 ed in seguito ripresa da altri autori come William Frederick e Archie Carroll. Freeman definisce gli Stakeholders come quei gruppi “da cui dipende l’organizzazione per la sua sopravvivenza”. 9 La Teoria degli Stakeholders è fortemente collegata con il concetto di Responsabilità Sociale d’Impresa. Un’azienda socialmente responsabile deve conoscere i propri stakeholders e trovare il giusto equilibrio tra le pretese da questi avanzate. L’applicazione della Stakeholder Theory rappresenta un passaggio innovativo perché è un modello che per la prima volta identifica “verso chi” la governance dell’impresa deve essere responsabile. 10 Viene naturale collegare la Stakeholder Theory con il concetto di sostenibilità ambientale. Questo collegamento nasce dall’assunto secondo cui, per arrivare alla crescita economica senza compromettere allo stesso tempo la vivibilità del pianeta, sia necessaria la collaborazione di diversi attori, come le istituzioni pubbliche, le parti sociali e le aziende. 11 L’azienda deve avere una chiara conoscenza dei propri stakeholders. Questa relazione si basa sul “meccanismo della reciprocità”, in base a cui, se da un lato l’impresa riceve risorse e forza lavoro dai propri stakeholders, dall’altro contraccambia elargendo servizi e benefici che possono essere in grado di migliorare la vita della comunità circostante (Triple Bottom Line). Un’ulteriore definizione individua gli stakeholders come “coloro che hanno una ‘posta in gioco’ nelle decisioni e nelle attività aziendali e che, al contempo, sono in grado di influenzarne il funzionamento”. 12 Il successo nel riuscire a bilanciare e soddisfare gli interessi delle parti sociali è per le aziende uno strumento di accountability, cioè un mezzo per farsi conoscere e creare un’immagine positiva della propria attività. I diversi gruppi di stakeholders possono essere più o meno importanti per le imprese, ma il loro grado di influenza non è stabilito da queste ultime, bensì dipende dalla capacità di attirare l’attenzione del management. Gli stakeholders possono essere divisi tra normativi (primari) e derivati (secondari). Con stakeholders normativi vengono indicati “coloro verso il cui benessere l’impresa ha un’obbligazione morale diretta”13 , ovvero la comunità locale, i dipendenti, i clienti, i fornitori. Sono considerati stakeholders derivati le parti che, pur non avendo un rapporto paritario, come quello degli stakeholders normativi, riescono comunque ad interagire con l’azienda. La Teoria degli Stakeholders può essere efficacemente spiegata attraverso il concetto di triple bottom line. La triple bottom line è un modello di rendicontazione sociale, che mira a costituire un confronto tra le prestazioni di lavoro e i servizi offerti, nel rapporto tra aziende e stakeholders. L’idea che sta alla base di questa teoria è quella secondo cui i prodotti e i servizi offerti dalle imprese riescono a compensare i “costi sociali” che derivano dall’elargizione dei servizi. Questa teoria è definita triplice perché vi è un piano sociale, un piano ambientale ed uno economico-finanziario. Sulla base di questi tre piani i manager devono rendere conto delle proprie 9 , R. Freeman, D. L. Reed, Stockholders and Stakeholders: A new perspective on corporate governance, in California Management Review, vol.25, num.3, 1983, p. 91. 10 M. Caramazza, C. Carroli, M. Monaci, F. M. Pini, La responsabilità in azione. Pratiche strategie e valori socialmente responsabili nel mondo d’impresa, Il Sole 24 Ore, 2016, p. 110. 11 M. Caramazza, C. Carroli, M. Monaci, F. M. Pini, La responsabilità in azione. Pratiche strategie e valori socialmente responsabili nel mondo d’impresa, Il Sole 24 Ore, 2016, p. 124. 12 M. Caramazza, C. Carroli, M. Monaci, F. M. Pini, La responsabilità in azione. Pratiche strategie e valori socialmente responsabili nel mondo d’impresa, Il Sole 24 Ore, 2016, p. 110. 13 M. Caramazza, C. Carroli, M. Monaci, F. M. Pini, La responsabilità in azione. Pratiche strategie e valori socialmente responsabili nel mondo d’impresa, Il Sole 24 Ore, 2016, p. 133.
  • 10. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 scelte a tutti coloro che sono influenzati dalle attività aziendali. Questo modello di rendicontazione sociale si fonda sull’idea che, tramite l’ottenimento di una buona performance sociale, la governance dell’impresa ne tragga beneficio nel medio-lungo periodo. Possono essere mosse diverse critiche alla Stakeholder Theory. In primo luogo, si può affermare che non vengono rese esplicite le modalità con cui gli stakeholders possano partecipare alla governance dell’impresa. Una seconda critica può essere il fatto che la Stakeholder Theory non fornisca delle chiare linee guida volte ad identificare il decision-making aziendale. 14 La teoria non permette dunque di distinguere quelle che sono le priorità dell’azienda nei confronti dei vari stakeholders, non essendo possibile stabilire né il grado di legittimità delle pretese dei diversi stakeholders, né quale sia il loro effettivo potere di negoziazione verso le imprese. Vi sono, a tal proposito, tre elementi con cui viene valutata l’influenza esercitata dai medesimi stakeholders: 1) il potere di influenzare l’impresa; 2) la legittimità della relazione tra lo stakeholder e l’impresa; 3) l’urgenza (ovvero la sensibilità temporale) delle aspettative degli stakeholders nei confronti dell’impresa. 1.4 Dimensioni attuali e prospettiche della Responsabilità Sociale d’Impresa Secondo Molteni (2004), fondatore e direttore di ALTIS nonché direttore di CSR Manager Network Italia, fenomeni quali la globalizzazione, la crescente attenzione verso i diritti dell’uomo e dei lavoratori, la diffusione della figura del consumatore socialmente responsabile hanno portato le imprese a prestare sempre più attenzione ai temi della Corporate Social Responsibility. Analizzandone l’evoluzione applicativa nelle strategie aziendali, Molteni individua cinque diversi stadi di sviluppo (vedi Figura 3): • CSR informale: il tema della responsabilità sociale, sebbene condiviso, non viene affrontato in modo consapevole e formalizzato. • . • CSR Sistematica: le imprese percepiscono l’approccio socialmente responsabile come un approccio efficiente ed efficace, capace, a livello potenziale, di produrre ricchezza. Si comincia a dar sostanza pratica alle azioni svolte fino a quel momento. • CSR Innovativa: la responsabilità sociale viene intesa in questo stadio come una fonte di vantaggio competitivo. • CSR Dominante: l’impresa fa della CSR il cuore pulsante della propria attività, della propria immagine e delle proprie decisioni. 14 M. Caramazza, C. Carroli, M. Monaci, F. M. Pini, La responsabilità in azione. Pratiche strategie e valori socialmente responsabili nel mondo d’impresa, Il Sole 24 Ore, 2016, ibidem.
  • 11. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Ris Figura 3 – Fonte: Molteni, Gli stadi di sviluppo della CSR nelle strategie aziendali, 2007. Galbreath, in uno studio svolto nel 2006, afferma che la decisione di non investire in politiche di CSR, oltre a non portare benefici economici all’impresa, può avere ulte in termini di costi. L’autore propone, a tal proposito, una classificazione delle strategie individuando quattro “strategic options 1. la shareholder strategy, nella quale l’impresa mira esclusivamente alla massimizzazi del valore per i propri azionisti, in accordo con quanto affermato da Friedman. Un’impresa che soddisfa le esigenze degli mercato, ma contribuisce al benessere ed alla prosperità della società quindi possono essere attuate, ma solo se contribuiscono alla massimizzazione del valore dell’impresa per i propri azionisti; 2. l’altruistic strategy, nella quale l’impresa riconosce di dover restituire qualcosa alla comunità in cui opera, attraverso delle attività filantropiche. Questo contributo positivo deriva dal surplus economico che l’impresa, attraverso le proprie attività, è in grado di generare; 3. la reciprocal strategy, nella quale l’obiettivo strategico coincide con l’ottenimen sia per l’impresa che per gli direttamente connesse al core business 4. la citizenship strategy, nella quale l’impresa, come “un cittadino in una società”, sente di avere una responsabilità verso tutti gli altri cittadini, ovvero verso tutti i suoi sia interni che esterni.15 15 Chiara Motta, Mariachiara Suman, La formalizzazione della CSR: obiettivi e strumenti Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 Fonte: Molteni, Gli stadi di sviluppo della CSR nelle strategie aziendali, 2007. Galbreath, in uno studio svolto nel 2006, afferma che la decisione di non investire in politiche di CSR, oltre a non portare benefici economici all’impresa, può avere ulteriori conseguenze negative in termini di costi. L’autore propone, a tal proposito, una classificazione delle strategie strategic options”: , nella quale l’impresa mira esclusivamente alla massimizzazi del valore per i propri azionisti, in accordo con quanto affermato da Friedman. Un’impresa che soddisfa le esigenze degli shareholders non solo assicura la propria sopravvivenza sul mercato, ma contribuisce al benessere ed alla prosperità della società. Le iniziative di CSR quindi possono essere attuate, ma solo se contribuiscono alla massimizzazione del valore dell’impresa per i propri azionisti; , nella quale l’impresa riconosce di dover restituire qualcosa alla era, attraverso delle attività filantropiche. Questo contributo positivo deriva dal surplus economico che l’impresa, attraverso le proprie attività, è in grado di , nella quale l’obiettivo strategico coincide con l’ottenimen sia per l’impresa che per gli stakeholders. Le attività di CSR in questo caso sono core business; , nella quale l’impresa, come “un cittadino in una società”, sente di verso tutti gli altri cittadini, ovvero verso tutti i suoi La formalizzazione della CSR: obiettivi e strumenti, 2010. Fonte: Molteni, Gli stadi di sviluppo della CSR nelle strategie aziendali, 2007. Galbreath, in uno studio svolto nel 2006, afferma che la decisione di non investire in politiche di riori conseguenze negative in termini di costi. L’autore propone, a tal proposito, una classificazione delle strategie corporate, , nella quale l’impresa mira esclusivamente alla massimizzazione del valore per i propri azionisti, in accordo con quanto affermato da Friedman. Un’impresa non solo assicura la propria sopravvivenza sul . Le iniziative di CSR quindi possono essere attuate, ma solo se contribuiscono alla massimizzazione del valore , nella quale l’impresa riconosce di dover restituire qualcosa alla era, attraverso delle attività filantropiche. Questo contributo positivo deriva dal surplus economico che l’impresa, attraverso le proprie attività, è in grado di , nella quale l’obiettivo strategico coincide con l’ottenimento di benefici . Le attività di CSR in questo caso sono , nella quale l’impresa, come “un cittadino in una società”, sente di verso tutti gli altri cittadini, ovvero verso tutti i suoi stakeholders,
  • 12. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 Porter e Kramer, introducendo il concetto di share value, affermano che le imprese dovrebbero fare da collante tra politica e società, tendendo alla creazione di valore economico e sociale. Per creare share value l’impresa deve essere in grado di identificare i bisogni di una società. Creare valore sociale significa dare impulso al progresso economico attraverso la creazione di benefici sociali. “L’azienda deve essere in grado di individuare le sue opportunità di creazione di valore, selezionando gli ambiti in cui opera e lasciando ad altri quelle in cui non può mettere al servizio della società la sua esperienza e conoscenza. Questo le permetterà non solo di creare benefici per la comunità in cui si trova, ma anche di ottenere dei vantaggi economici”. 16 16 Alice Cecchellero, University Social Responsibility in Italia: analisi di 5 atenei, 2016.
  • 13. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 CAPITOLO II LA BUSINESS ROUNDTABLE 2.1 Statement on the purpose of a corporation: la sostenibilità prima del profitto «Gli americani meritano un'economia che consenta a ciascuna persona di avere successo attraverso il duro lavoro e la creatività e di condurre una vita di significato e dignità. Riteniamo che il sistema del libero mercato sia il mezzo migliore per generare buoni posti di lavoro, un'economia forte e sostenibile, innovazione, un ambiente sano e opportunità economiche per tutti. Le imprese svolgono un ruolo vitale nell'economia creando posti di lavoro, promuovendo l'innovazione e fornendo beni e servizi essenziali. […] Mentre ciascuna delle nostre singole società ha il proprio scopo aziendale, condividiamo un impegno fondamentale nei confronti di tutti i nostri stakeholders. Ci impegniamo a: • Offrire valore ai nostri clienti. Promuoveremo la tradizione delle aziende americane all'avanguardia nel soddisfare o superare le aspettative dei clienti. • Investire nei nostri dipendenti. Questo processo inizia compensandoli equamente e fornendo loro importanti benefici. Include anche il supporto attraverso la formazione e l'educazione, che aiutano a sviluppare nuove competenze per un mondo in rapido cambiamento. Promuoviamo la diversità e l'inclusione, la dignità e il rispetto. • Trattare in modo equo ed etico i nostri fornitori. Ci impegniamo a servire come buoni partner le altre società, grandi e piccole, che ci aiutano a soddisfare le nostre missioni. • Supportare le comunità in cui lavoriamo. Rispettiamo le persone nelle nostre comunità e proteggiamo l'ambiente, adottando pratiche sostenibili in tutte le nostre attività. • Generare valore a lungo termine per gli azionisti, che forniscono il capitale che consente alle aziende di investire, crescere e innovare. Ciascuno dei nostri Stakeholders è essenziale. Ci impegniamo a fornire valore a tutti loro, per il futuro successo delle nostre aziende, delle nostre comunità e del nostro paese»17 . È con questa dichiarazione che il 19 agosto 2019 i Ceo di 181 importanti aziende americane – tra cui Blackrock, Amazon, Apple, General Motors – riconducibili alla Business Roundtable (associazione che annovera tra i suoi soci i colossi dell’economia mondiale) si impegnano a riformulare il rapporto fino ad oggi esistente fra imprese e stakeholders, ripensando l’impatto che le decisioni dei manager possono avere sull’ambiente e sulle comunità locali. La dichiarazione contiene tre punti fondamentali. «In primo luogo le multinazionali si impegnano a sviluppare una supply chain etica: ciò comporta una maggiore attenzione verso tutti i fornitori e, ovviamente, verso tutte le piccole e medie imprese che interagiscono a vari livelli con queste grandi società. Il secondo punto è dedicato ai dipendenti, che vanno valorizzati promuovendo politiche di formazione continua e iniziative di welfare, come sanità integrativa e previdenza complementare. 17 https://www.businessroundtable.org/business-roundtable-redefines-the-purpose-of-a-corporation-to-promote-an- economy-that-serves-all-americans.
  • 14. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 L'ultimo aspetto riguarda le comunità locali: l'impegno è quello di supportare e promuovere le realtà in cui le aziende operano, anche (e soprattutto) sotto il profilo ambientale»18 . La strada intrapresa dalla Business Roundtable segna un interessante passo in avanti per la nostra società. Il fatto che alcune tra le più importanti aziende mondiali abbiano sottoscritto, in modo unitario, un documento in cui si impegnano a perseguire finalità sociali è qualcosa di nuovo e mai visto finora. Tale scelta evidenzia come oggi si stia vivendo una fase di grande trasformazione - del lavoro, del welfare e della società in generale - in cui anche le imprese sono chiamate a rivedere le logiche attraverso cui producono risorse, si relazionano con i propri stakeholders e con la comunità tutta. Nella dichiarazione si evince come il profitto e il primato degli azionisti non possano più essere considerati i soli principi che guidano una società. Si tratta di una svolta piuttosto radicale, se si tiene conto che, a partire dal 1997, la Business Roundtable in ogni documento aveva sempre sostenuto e approvato il principio del “primato degli azionisti”. Se fino ad oggi le grandi aziende sono esistite solo per servire gli interessi dei loro portatori di capitale, con questa nuova dichiarazione gli amministratori delegati si impegnano a guidare le proprie aziende a beneficio di tutte le parti interessate, ovvero di tutti i clienti, dipendenti, fornitori e dell’intera comunità di riferimento. In contrapposizione a quanto sostenuto da Milton Friedman, il quale affermava che i manager di un’azienda avrebbero dovuto avere come unico obiettivo la massimizzazione dei profitti e il soddisfacimento degli azionisti, oggi si assiste dunque ad un radicale mutamento della prospettiva. Come sostiene Zamagni, «il contributo che l’impresa dà alla creazione di valore per la società non è il profitto ma il valore aggiunto. La torta del valore aggiunto creato può poi essere spartita tra i vari stakeholders e il profitto è la fetta che va agli azionisti. Confondere il profitto con la creazione di valore vuol dire allora confondere la dimensione della torta con la fetta che va ad uno dei suoi beneficiari»19 . Le duecento imprese che fanno parte della Business Roundtable danno complessivamente lavoro a circa quindici milioni di persone, investono 150 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo e distribuiscono 300 miliardi di dollari di dividendi ai loro azionisti, generando un fatturato di 500 miliardi di dollari per le imprese dell’indotto. Si capisce dunque che, se 181 tra gli amministratori delegati di queste imprese firmano una dichiarazione con la quale si impegnano a orientare le loro attività non più e non solo nell’interesse dei propri azionisti, ma di tutti gli stakeholders, questa non può che rappresentare una svolta. «Nel concreto questo impegno si sostanzia in una nuova governance e in scelte aziendali orientate su varie direttrici: dall’assicurare una remunerazione equa e una formazione costante ai propri dipendenti ad un rapporto di co-creazione di valore con i fornitori; dall’ interesse concreto per l’ambiente naturale e sociale nel quale l’impresa opera, fino alla trasparenza nell’uso dei capitali forniti dagli investitori e dagli azionisti. Si afferma in questo modo una visione plurale e multidimensionale del ruolo dell’impresa come creatrice di valore condiviso con tutta la comunità, e non solo di ricchezza distribuita agli azionisti»20 . 18 Valentino Santoni, Corporate Social Responsibility, verso una svolta etica delle grandi corporation americane?, in www.secondowelfare.it, 2019. 19 Leonardo Becchetti, Luigino Bruni, Stefano, Microeconomia. Un testo di economia civile, Il Mulino, Bologna, 2014, p. 354. 20 Vittario Pelligra, La svolta etica delle corporation è vera svolta?, in www.vita.it, 2019.
  • 15. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 La dichiarazione sottoscritta ad agosto è dunque un chiaro segnale dell’intenzione degli amministratori delegati americani di voler cambiare non solo la governance aziendale, ma anche il ruolo che le aziende rivestono all’interno della società. Un aspetto particolarmente interessante di questo spostamento verso una governance aziendale socialmente consapevole è che apre le porte a nuovi modelli d’impresa per un futuro sostenibile. Oggi più che mai, a seguito della crisi economica e delle preoccupazioni sociali e ambientali degli ultimi anni, si percepisce la necessità – e talvolta l’urgenza - di un cambiamento di quello che è il modello economico tradizionale, puntando alla creazione di un’economia più responsabile e sostenibile. «Le imprese debbono diventare sempre più capaci di coniugare il business con l’attenzione all’ambiente e al sociale, creare valore condiviso, coinvolgere gli stakeholders, collaborare al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile»21 . Pur senza rinunciare al profitto, esse debbono essere in grado di avere un impatto positivo su individui ed ambiente. Etica del business e governance, impegno sociale ed ambientale debbono diventare le nuove parole chiave del fare impresa. Riprendendo le parole di Laurence Fink, presidente di BlackRock – una delle più grandi società di investimento al mondo - “per prosperare nel tempo ogni società non si deve limitare a ottenere risultati sul piano finanziario, ma deve anche dimostrare di dare un contributo positivo alla società”. Il cambiamento delle imprese e del loro modo di fare business viene richiesto peraltro dagli stessi consumatori, i quali sono sempre più decisi a premiare le imprese più virtuose che, con le loro attività economiche, generano impatti positivi nelle comunità locali e nell’ambiente in cui operano. 2.2 Le Società Benefit Uno dei nuovi modelli di business capaci di rispondere ai nuovi bisogni dell’economia reale e della società e di contribuire così al raggiungimento degli SDGs (Sustainable Economic Goals), previsti dall’Agenda ONU 2030, è quello delle cosiddette Società Benefit (SB). Introdotto in Italia – primo paese in Europa a dotarsi di uno strumento simile a livello normativo - con la Legge 28 dicembre 2015, n. 208 (Legge di Stabilità 2016), «si tratta di un modello innovativo, che va ad integrare la strategia di business con la sua sostenibilità sociale e ambientale, da perseguire nel lungo termine. Essere società benefit consente infatti all’impresa, oltre che di massimizzare il profitto, anche di raggiungere uno scopo di beneficio comune, così come fissato nel proprio statuto»22 . «Le Società Benefit (SB) rappresentano una evoluzione del concetto stesso di azienda. Mentre le società tradizionali esistono con l’unico scopo di distribuire dividendi agli azionisti, le società benefit sono espressione di un paradigma più evoluto: integrano nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera. Una Società Benefit è un nuovo strumento legale che crea una solida base per l’allineamento della missione nel lungo termine e la creazione di valore condiviso»23 . 21 Maria Concetta Rizzo, Nuovi modelli di impresa per un futuro sostenibile: le Società Benefit, in www.economiaefinanzaverde.it, 2019. 22 Maria Concetta Rizzo, Nuovi modelli di impresa per un futuro sostenibile: le Società Benefit, cit. 23 Stefano Zamagni, Cosa sono le Società Benefit?, in www.societabenefit.net.
  • 16. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 Non si tratta di Imprese Sociali o di una evoluzione del non profit, ma di una trasformazione positiva dei modelli dominanti di impresa a scopo di lucro, per renderli più adeguati alle sfide e alle opportunità dei mercati del XXI secolo. «Le società benefit perseguono volontariamente, nell’esercizio dell’attività d’impresa, oltre allo scopo di lucro, anche una o più finalità di beneficio comune. Per beneficio comune si intende il perseguimento di uno o più effetti positivi (perseguibili anche riducendo gli effetti negativi) su persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interessi. Le società benefit perseguono tali finalità di beneficio comune in modo responsabile, sostenibile e trasparente. La gestione delle società benefit richiede ai manager il bilanciamento tra l’interesse dei soci e l’interesse della collettività»24 . Tutti i tipi societari possono ambire ad acquisire tale qualifica, così come espressamente chiarito dal legislatore al comma 377 dell’articolo 1 della legge 208/2015. Il legislatore, al fine di consentire un controllo da parte dei soci e degli stakeholders sull'attività effettivamente svolta per il perseguimento della dual mission, ha previsto l'obbligo per gli amministratori di redigere annualmente una relazione sul beneficio comune perseguito, la quale deve essere allegata al bilancio e pubblicata sul sito internet della società, qualora esistente. A norma del comma 382 dell’articolo 1 della legge di stabilità 2016, la relazione deve contenere: a) la descrizione degli obiettivi specifici, delle modalità e delle azioni attuati dagli amministratori per il perseguimento delle finalità di beneficio comune e delle eventuali circostanze che lo hanno impedito o rallentato; b) la valutazione dell'impatto generato; c) la descrizione dei nuovi obiettivi che la società intende perseguire nell'esercizio successivo. Pur non essendo previsti sgravi fiscali di alcun tipo, il numero di Società Benefit in Italia è in crescita e i vantaggi nel seguire questo modello di business sono significativi. «Nelle economie avanzate, specie negli ultimi anni, è cresciuta e continua a crescere la domanda di prodotti e servizi in grado di rispondere ai bisogni della società, i quali provengono da imprese orientate ai principi di sostenibilità. Al contempo è aumentato anche l’interesse degli investitori nei confronti di quelle imprese che abbiano innovato il proprio sistema operativo al fine di contribuire al benessere sociale ed ambientale». 25 «[…] Le Società Benefit rappresentano l’innovazione e il futuro: sono aziende che creano profitto e utilizzano una parte di questo per migliorare il mondo in qualche modo. L’opportunità di essere un’azienda pioniera nel cambiamento, che restituisce valore alla comunità e all’ambiente, porta ad un importante riconoscimento e al perseguimento di scopi che vanno ben oltre il guadagno economico». 26 Il perseguimento dello scopo di beneficio sociale e ambientale è un fattore fondamentale anche per il recruitment: un numero sempre più elevato di giovani lavoratori desidera entrare a far parte di un’azienda che contribuisce fattivamente al cambiamento. Tali imprese risultano pertanto maggiormente attraenti per una consistente fascia di lavoratori. Infine, le Società Benefit risultano spesso anche maggiormente competitive sul mercato rispetto alle aziende tradizionali. Di fronte ad un consumatore sempre più attento ai temi 24 Stefano Zamagni, Cosa sono le Società Benefit?, cit. 25 Domenico Cannizzaro, Alessandro Mercurio, Società Benefit: un nuovo modello di business, in www.filodiritto.com, 2018. 26 Kirsten Ruffoni, Società Benefit: quali sono i vantaggi, in www.teamsystem.com, 2017.
  • 17. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 della sustainability, un riposizionamento strategico dell’impresa contribuisce alla notorietà, al miglioramento dell’immagine, all’incremento di valore del brand. È per queste ragioni che il numero di Società Benefit presente nel nostro Paese continua incessantemente a salire. 2.3 Strumentalizzazione dell'etica? Critica alla Business Roundtable Le dichiarazioni contenute nella Business Roundtable (BRT) non hanno ricevuto unanimità di consensi. Più voci, provenienti anche da influenti personaggi del panorama politico ed economico americano, hanno manifestato il loro scetticismo riguardo i principi espressi nel documento. In un'intervista, Steve Mnuchin - banchiere, produttore cinematografico ed attuale Segretario al Tesoro degli Stati Uniti d'America - ha dichiarato che non avrebbe firmato l'iniziativa. Ritiene, infatti, inconciliabile l'inserimento delle finalità aziendali prospettate dalla BRT con il perseguimento del profitto, vero ed unico obiettivo dell'impresa.27 Ancora più netta ed articolata risulta essere la posizione espressa da Charles Elson, Presidente della Corporate Governance presso l'Università del Delaware ed attualmente membro del C.d.A. di Encompass Health. La dichiarazione della BRT del 19 agosto 2019, pone gli azionisti, definiti “fornitori di capitale”, all'ultimo posto tra gli stakeholders, dopo clienti, dipendenti, fornitori, comunità ed ambiente. L'impegno nei loro confronti, da parte dei CEO aderenti, è quello di generare valore a lungo termine.28 A tal proposito, Elson ha dichiarato che «porre gli azionisti per ultimi e definirli “fornitori di capitale” è un po' come chiamare i propri genitori “fornitori genetici dell'esistenza”».29 Con questa analogia egli evidenzia come la BRT stia sottraendo indebitamente importanza agli investitori. Inoltre, si domanda se qualcuno dei CEO abbia mai contattato il proprio consiglio di amministrazione prima di firmare l'impegno, ritenendo impossibile che un C.d.A., eletto dagli azionisti, possa aver approvato simili contenuti. Si tratterebbe, dunque, di un irrispettoso declassamento di questi soggetti che, avendo fiducia nell'azienda, avevano deciso di investire in essa i propri risparmi, e che ora si troverebbero in fondo alla lista dei soggetti nei confronti dei quali la stessa impresa si impegna. Oltretutto, Elson è convinto che cercare di soddisfare in ogni decisione gli interessi ed i bisogni di tutti gli stakeholders non porti buoni risultati. Cita, quale esempio, quello di una società che, per mantenere aperto un impianto al solo fine di rispettare il proprio impegno con i dipendenti e con la comunità di quel posto, finisce col fallire producendo ben più gravi conseguenze con ricadute su un numero molto maggiore di persone.30 La principale critica emersa dai quotidiani online è quella che afferma che le ultime dichiarazioni espresse nel manifesto della BRT siano puramente retoriche, non rappresentando una nuova svolta per il capitalismo.31 L'idea di strumentalizzare l'etica per fini commerciali non è nuova. La filosofa Michela Marzano, trattando il tema della gestione della vita privata alla stregua di una gestione imprenditoriale, ha affermato che «la maggior parte degli studi commissionati dalle aziende, del resto, si basano sul presupposto che “l’etica paghi” e danno per scontato che la 27 Eric Rosenbaum, Steve Mnuchin dissed 181 major CEOs in a new battle over the future of profits, in www.cnbc.com, 2019. 28 https://www.businessroundtable.org/business-roundtable-redefines-the-purpose-of-a-corporation-to-promote-an- economy-that-serves-all-americans 29 Eric Rosenbaum, Steve Mnuchin dissed 181 major CEOs in a new battle over the future of profits, in www.cnbc.com, 2019. 30 Eric Rosenbaum, Steve Mnuchin dissed 181 major CEOs in a new battle over the future of profits, in www.cnbc.com, 2019. 31 Matteo Cavallito, La svolta etica del capitalismo USA? È una bella fake news, in www.valori.it, 2019.
  • 18. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 buona condotta (reale o solo presunta) dell’azienda si tradurrà in un investimento redditizio. In questo quadro, l’annuncio conta di più del suo contenuto. Si “fa” etica un pò come si “fa” pubblicità: si vende bene, e consente di attirare l’attenzione del grande pubblico.»32 La filosofa romana ha poi individuato altri vantaggi che derivano dall'approcciarsi ad un business attraverso la manifestazione di valori etico-morali: «In realtà, l’argomento della responsabilità sociale delle imprese e l’etica degli affari permettono ai dirigenti d’azienda non solo di sottrarsi (o di sperar di sottrarsi) a movimenti sociali o mediatici che potrebbero rivelarsi estremamente faticosi, ma anche di garantirsi i favori dell’opinione pubblica interna (i dipendenti) ed esterna (i consumatori, le istituzioni)».33 Il documento, inoltre, è carente di impegni e proposte concrete da parte dei CEO.34 Non solo: in esso non si scorge alcun richiamo allo Stato, alla politica, al legislatore. “Accanto ai proclami sulla «creazione di valore», «gli investimenti sui lavoratori», «il sostegno alle comunità» e «il rapporto etico con i fornitori», insomma, non vi è traccia di alcuna delega a quegli attori che si collocano al di fuori della tradizionale catena di produzione e consumo”.35 Tale mancanza ha fatto supporre ad una figura del calibro di Larry Summers, ex Segretario del Tesoro durante la presidenza Clinton, che «la retorica dei portatori di interesse rappresenti in parte una strategia per tenere alla larga le necessarie riforme fiscali e regolamentari».36 Le autorità statali e sovranazionali, che in un mondo globalizzato sono indispensabili per garantire il rispetto delle regole minime, sono i soggetti competenti a prevedere le norme e gli atti di controllo sul comportamento delle aziende, il rispetto dei diritti di lavoratori e fornitori, la tutela dell’ambiente, il pagamento delle imposte che mantengono i servizi sociali indispensabili. Inoltre, dovrebbe essere sempre la politica a farsi carico dei grandi problemi climatici e delle emergenze sociali e internazionali, a cominciare da alimentazione, istruzione, sanità. Partendo da tale presupposto, il nuovo manifesto della Business Roundtable non solo viene etichettato come un “banale papiello di pubblicità aziendale inoffensiva con la scusa dell'etica” (Filippo Astone), bensì gli si attribuisce anche l'idea, considerata pericolosa, che le aziende coinvolte intendano auto-governarsi, al di fuori del controllo statale, dannoso per lo sviluppo economico e l'arricchimento dell'azienda.37 In tal senso già si esprimeva Michela Marzano: «Decretando le regole che desidera seguire, la “azienda responsabile” si sottrae così in un sol gesto alla morale e alla politica. Con le sue dichiarazioni, le carte e i codici, l’azienda si pone progressivamente al di sopra di tutte le istanze esterne che potrebbero richiamarla alle sue responsabilità. Al fine di esibire l’immagine voluta, recupera una serie di concetti etici, sia perché è una “buona cosa” per i suoi prodotti, sia perché è un valido modo per sottrarsi ai vincoli imposti dalla società, la cui autorità rifiuta: la promessa di mostrarsi maggiormente responsabili verso l’ambiente, naturale e umano, può deviare l’attenzione del pubblico dalla necessità di regolamentazioni più severe».38 32 Michela Marzano, Estensione del dominio della manipolazione. Dall'azienda alla vita privata, Mondadori, Milano, 2009, p. 91. 33 Michela Marzano, Estensione del dominio della manipolazione. Dall'azienda alla vita privata, Mondadori, Milano, 2009, p. 90. 34 Filippo Astone, Il manifesto della Business Roundtable sulle aziende che non devono solo far guadagnare gli azionisti: sciocchezze pericolose, in www.industriaitaliana.it. 35 Matteo Cavallito, La svolta etica del capitalismo USA? È una bella fake news, in www.valori.it. 36 Matteo Cavallito, La svolta etica del capitalismo USA? È una bella fake news, in www.valori.it. 37 Filippo Astone, Il manifesto della Business Roundtable sulle aziende che non devono solo far guadagnare gli azionisti: sciocchezze pericolose,inwww.industriaitaliana.it. 38 Michela Marzano, Estensione del dominio della manipolazione. Dall'azienda alla vita privata, Mondadori, Milano, 2009, p. 92.
  • 19. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 Per altra parte della critica, gli impegni presi dai CEO, da soli, non possono apportare un reale cambiamento. Il reale potere di rivoluzionare la strategia di business rimarrebbe in mano agli azionisti, i quali, attraverso i loro investimenti, possono premiare le aziende che decidono di adottare comportamenti virtuosi, riducendo le disuguaglianze, proteggendo l’ambiente, offrendo soluzioni migliori ai propri lavoratori. 39 CAPITOLO III BEST PRACTICES 3.1 Gli obiettivi di sviluppo sostenibile in Usa: il caso di 3M Come detto, la Business Roundtable promuove una nuova visione aziendale non più incentrata esclusivamente sul profitto e sulla leadership di mercato, ma interessata a rispondere alle necessità dei vari stakeholders, creando così connessioni tra azionisti, lavoratori e fornitori. Le imprese statunitensi investono sempre più nella sicurezza economica dei propri dipendenti e nelle comunità in cui operano; tali investimenti consentono la creazione di un’economia fiorente e la nascita di numerose opportunità. 3M Company è un’azienda multinazionale statunitense fondata nel 1902, con filiali in tutto il mondo: nel 2019 l’azienda contava 65 consociate in 71 paesi con circa 91000 dipendenti. 3M opera in ambito industriale, occupandosi della produzione di prodotti come materiali elettrici, circuiti elettronici, prodotti dentali, protezioni antincendio, pellicole rifrangenti, dispositivi a protezione individuale, adesivi e abrasivi. Nel 2014 e nel 2016, 3M ha collaborato con Globscan (società di ricerca e consulenza strategica indipendente) per meglio comprendere le visioni degli stakeholders riguardo problematiche sociali ed ambientali. In seguito a tale collaborazione, sono stati individuati una serie di obiettivi da raggiungere entro il 2025: 1. Rispettare le risorse del pianeta e riutilizzare i rifiuti come nuova materia prima: • sviluppando materiali e prodotti più sostenibili; • riducendo ulteriormente la produzione di rifiuti del 10%; • ottenendo lo stato di "discarica zero" in oltre il 30% dei siti produttivi; • promuovendo la catena di approvvigionamento e sostenibilità attraverso la tracciabilità mirata delle materie prime e la garanzia delle prestazioni dei fornitori. 2. Promuovere acqua pulita per tutti: • riducendo il consumo globale di acqua di un ulteriore 10%; • aiutando le comunità con scarsità d’acqua nella gestione delle risorse idriche. 3. Trasformare il modo in cui il mondo utilizza l'energia: • migliorando l'efficienza energetica del 30%; • incrementando la quota di elettricità proveniente da fonti rinnovabili, portandola al 25%; • riducendo le emissioni di gas a effetto serra. 39 Luciano Balbo, Business Roundtable: il futuro lo decidono gli investitori e non i CEO, in www.oltreventure.com.
  • 20. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 4. Migliorare la salute e la sicurezza delle persone: • fornendo formazione a 5 milioni di persone sulla sicurezza dei lavoratori e dei pazienti. 5. Investire sul potenziamento della logistica aziendale e sulla formazione dei lavoratori: • investendo denaro e prodotti per programmi educativi, di comunità e ambientali; • incentivando la partecipazione dei dipendenti ai programmi di sviluppo per migliorare le capacità individuali e organizzative; • costruendo una forza lavoro diversificata. Il coinvolgimento degli stakeholders potrebbe avere un impatto diretto sul successo finanziario di un'azienda (vendite, prezzo delle azioni e investimenti), sulle sue operations e sulla sua reputazione. 3M ha stretto numerose partnership con varie organizzazioni a livello globale, al fine di promuovere la sostenibilità d’impresa. Le partnership consentono, infatti, di ottenere una migliore comprensione delle posizioni degli stakeholders, favorendo la promozione dei concetti di sostenibilità all’interno delle aziende e nel mondo. L’analisi di materialità, ovvero della rilevanza dei singoli portatori di interesse individuati attraverso la mappatura degli stakeholders, permette l’identificazione delle priorità sociali e ambientali, in riferimento alla propria strategia di business. Parlando di rendicontazione di sostenibilità, possono essere chiamati materiali tutti quei fattori che potrebbero influenzare considerevolmente le decisioni e le valutazioni degli stakeholders e che impattano in modo significativo sulle performance sociali, ambientali ed economiche delle società. L’analisi di materialità considera, dunque, non solo il punto di vista dell’organizzazione ma anche quello degli stakeholders. 3M, guidata dai propri stakeholders, mediante un’attenta analisi di materialità, ha sviluppato una serie di programmi e iniziative volti a favorire la sostenibilità d’impresa a livello globale. “Ci siamo impegnati con numerosi stakeholders interni ed esterni per stabilire i nostri Sustainability Goals per il 2025. Le nostre analisi di materialità del 2014 e 2016 hanno dimostrato che i goals fissati per il 2025 rimangono allineati con le aspettative dei nostri stakeholders. I nostri obiettivi sono in linea con le sfide globali più rilevanti, così come con i Sustainable Development Goals stabiliti per il 2030 dalle Nazioni Unite. Questi ultimi presentano opportunità uniche per cooperazioni e collaborazioni, che 3M ha intenzione di cogliere.” 40 3.2 Gli obiettivi di sviluppo sostenibile in Italia: l’esempio di SNAM Il concetto di sostenibilità si sta diffondendo anche in Europa e in Italia: un caso è quello di SNAM, una delle principali società europee di infrastrutture per il gas, che nel 2017 ha dato vita a una fondazione con lo scopo di realizzare iniziative di sviluppo sociale e ambientale nei territori in cui l’azienda opera. Tale fondazione, tramite lo sviluppo e il sostegno ad attività culturali ed ecologiche, mira alla promozione di pratiche innovative in grado di favorire lo sviluppo economico, civile e culturale in aree prioritarie di interesse pubblico. 41 Nello specifico, sono state intraprese le seguenti azioni: 40 https://multimedia.3m.com/mws/media/1542803O/2018-Sustainability-report.pdf. 41 https://www.snam.it/it/sostenibilita/strategie_e_impegni.
  • 21. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 • Promozione di un piano strategico volto al miglioramento della qualità dell’aria, alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti e al contenimento dei costi energetici; • Promozione dell’utilizzo di gas funzionali ai processi di decarbonizzazione; • Avvio di una campagna volta alla realizzazione di un’infrastruttura in Sicilia in grado di produrre biometano da rifiuti solidi; • Acquisizione del ramo aziendale rivolto alle soluzioni tecnologiche per stazioni di rifornimento di gas naturale per l’autotrazione di M.T.M.; • Creazione di intese con Eni per la costruzione di nuove stazioni di rifornimento CNG per autotrazione e con il Gruppo API per la realizzazione di nuovi impianti di rifornimento di biometano e gas naturale; • Acquisizione di una delle principali ESCo italiane (TEP Energy Solution); • Adesione alla “Task Force on Climate Reated Financial Disclosure – TCDF”; • Pubblicazione del “Climate Action Bond Framework”, che ha consentito l’emissione di bond finalizzati al finanziamento di investimenti sostenibili. Inoltre, la conversione di linee di credito in “sustainable loan” da 3,2 miliardi ha permesso di allineare gli obiettivi di sostenibilità con la strategia di finanziamento; • Realizzazione di investimenti per la costruzione di turbine a gas a basse emissioni che, nel 2018, ha permesso una riduzione delle emissioni di metano del 7,9% rispetto al 2016; • Avvio del progetto “Snam4Safety” sulla sicurezza in azienda, che ha ridotto gli infortuni sul lavoro del 36% rispetto allo scorso anno; • Adozione di misure per garantire ai lavoratori un impiego continuativo e stabile; • Promozione di numerose iniziative per i dipendenti come la Corporate University “Snam Institute”, un organismo educativo all’interno dell’azienda che consente ai lavoratori di acquisire un’adeguata formazione manageriale e tecnica; • Integrazione delle imprese sociali nella catena di fornitura grazie a una politica di social supply chain; • Adesione ai principi del Global Compact e agli SDGs definiti dall’ONU 42 . Grazie alle analisi della documentazione disponibile, alle politiche adottate ed ai principali rischi individuati dal modello ERM (Enterprise Risk Management) , SNAM ha potuto identificare le problematiche maggiormente rilevanti per l’azienda. Tali problematiche sono poi state sottoposte alla direzione attraverso interviste dirette con i dirigenti di ciascun dipartimento. A partire dai risultati dell'analisi di materialità dell'ultimo anno, SNAM ha così avviato un processo di aggiornamento e di sviluppo di innovative pratiche aziendali. 43 «Il mestiere dell’azienda deve cambiare radicalmente: da entità impegnata a decidere e realizzare iniziative nell’interesse dei propri azionisti deve diventare un’entità che crea connessioni tra azionisti, lavoratori, fornitori e territori, per capire e rispondere alle necessità di tutti gli Stakeholders.» (Marco Alverà, Amministratore delegato di Snam). 44 42 https://www.snam.it/repository/file/investor_relations/bilanci_relazioni/bilanci_annuali/2018/report_di_ sostenibilita_2018.pdf. 43 https://www.snam.it/en/Sustainability/strategy_and_commitments/analysis_of_materiality.html. 44 http://www.affaritaliani.it/economia/il-purpose-sociale-delle-aziende-l-esempio-di-snam-622036.html.
  • 22. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 CONCLUSIONI La dichiarazione firmata nell’agosto del 2019 dai CEO di 181 importanti aziende americane, con la quale quest’ultimi si sono impegnati a promuovere una visione aziendale non più esclusivamente incentrata sul profitto e sul soddisfacimento degli azionisti, ma orientata a rispondere alle necessità di tutti gli stakeholders, rappresenta senza dubbio un’importante svolta nell’attuale modo di fare business. Tale documento, sebbene sia stato recepito da più parti con scetticismo, nasconde delle innegabili potenzialità. Malgrado l’applicazione dei principi della Corporate Social Responsibility comporti costi innegabilmente più elevati, molteplici risultano infatti essere i benefici che da essa discendono, fra i quali possono essere citati una maggiore attenzione che l’azienda pone nei confronti dell’ambiente, migliori relazioni con i vari stakeholders e una maggiore produttività da parte dei dipendenti. La globalizzazione, i repentini cambiamenti nell’economia mondiale, l’importanza sempre maggiore attribuita al ruolo degli stakeholders e l’assunzione di consapevolezza da parte dei consumatori sui temi riguardanti la sustainability hanno indotto le aziende ad adattarsi a tali trasformazioni, traendone peraltro in molti casi un importante vantaggio competitivo. In questo contesto, il concetto di CSR si è evoluto da semplice dichiarazione formale a concreta azione. Ne sono un tangibile esempio gli obiettivi che le due note ed importanti aziende prese in esame – 3M e SNAM – si sono prefissate. Queste ed altre imprese in tutto il mondo si sono impegnate a prendersi cura dei propri dipendenti, ad investire nella formazione, a promuovere uno sviluppo sostenibile dal punto di vista economico ed ambientale, e soprattutto a porre attenzione alla figura del consumatore, oggi sempre più consapevole delle proprie scelte ed in grado di spostare gli equilibri in maniera sostanziale. A conferma di ciò, nel sondaggio da noi condotto, circa l’80% dei partecipanti ha mostrato un elevato interesse per i temi della responsabilità sociale d’impresa, oltre l’87% sostiene che le aziende debbano contribuire allo sviluppo economico e sociale della collettività (anziché limitarsi a distribuire semplicemente utili ai propri azionisti) e la stessa percentuale di intervistati si dichiara disposta a sostenere spese più elevate per l’acquisizione di prodotti sostenibili. Alla luce del lavoro svolto e dei risultati emersi, riteniamo che nel tessuto sociale vi sia una forte fiducia nei confronti dei principi della Corporate Social Responsibility e, conseguentemente, che il Manifesto della Business Roundtable possa effettivamente apportare un cambiamento radicale all’interno del tradizionale sistema capitalistico. Similmente, va sottolineato come anche le aziende, dalla loro parte, abbiano compreso come sia necessario investire tenendo conto dei bisogni e delle richieste espressi dai portatori di interesse; pertanto, crediamo che tale documento, sottoscritto dai CEO di molteplici ed importanti aziende
  • 23. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 statunitensi, possa rappresentare l’inizio di una nuova era nei rapporti tra le aziende e le comunità in cui quest’ultime risultano immerse. BIBLIOGRAFIA Becchetti Leonardo, Bruni Luigini, Zamagni Stefano, Microeconomia, Bologna, 2014 Berle and Means, The Modern Corporation and Private Property, 1932 Caramazza, Carroli, Monaci, Pini, La responsabilità in azione. Pratiche strategie e valori socialmente responsabili nel mondo d’impresa, Il Sole 24 Ore, 2016 Cecchellero Alice, University Social Responsibility in Italia: analisi di 5 atenei, 2016 Commissione delle comunità europee, Libro Verde, Bruxelles, 2001 Croce Benedetto, Responsabilità in etica e politica, Bari, 1945 Freeman, Reed, Stockholders and Stakeholders: A new perspective on corporate governance, in California Management Review, vol.25, num.3, 1983 Marzano Michela, Estensione del dominio della manipolazione. Dall'azienda alla vita privata, Mondadori, Milano, 2009 Motta Chiara, Suman Mariachiara, La formalizzazione della CSR: obiettivi e strumenti, 2010 Ricci Paolo, L’articolo 41 della Costituzione Italiana e la responsabilità sociale d’impresa, in Scritti in onore di Vittorio Coda Rusconi Gianfranco, La responsabilità sociale d’impresa, 2006 SITOGRAFIA Analysis of materiality, https://www.snam.it/it/index.html, 2019 Astone Filippo, Il manifesto della Business Roundtable sulle aziende che non devono solo far guadagnare gli azionisti: sciocchezze pericolose, in www.industriaitaliana.it Balbo Luciano, Business Roundtable: il futuro lo decidono gli investitori e non i CEO, in www.oltreventure.com Business Roundtable, https://www.businessroundtable.org/business-roundtable-redefines-the- purpose-of-a-corporation-to-promote-an-economy-that-serves-all-americans, 2019 Cannizzaro Domenico, Mercurio Alessandro, Società Benefit: un nuovo modello di business, in www.filodiritto.com, 2018
  • 24. Business Roundtable. Verso una sostenibilità sistemica Master in Risorse Umane e Organizzazione 2019-2020 Cavallito Matteo, La svolta etica del capitalismo USA? È una bella fake news, in www.valori.it, 2019 Facconti Jacqueline, Responsabilità Sociale dell’impresa 2018: Guida completa, in www.webeconomia.it, 2018 Demond Rachon Bryant Jr., Improving lives, Sustainability Report, in https://multimedia.3m.com/mws/media/1542803O/2018-Sustainability-report.pdf, 2018 Il “purpose” sociale delle aziende e l’esempio di Snam, in https://www.affaritaliani.it/economia/il- purpose-sociale-delle-aziende-l-esempio-di-snam-622036.html, 2019 Pelligra Vittario, La svolta etica delle corporation è vera svolta?, in www.vita.it, 2019 Rizzo Maria Concetta, Nuovi modelli di impresa per un futuro sostenibile: le Società Benefit, in www.economiaefinanzaverde.it, 2019 Rosenbaum Eric, Steve Mnuchin dissed 181 major CEOs in a new battle over the future of profits, in www.cnbc.com, 2019 Ruffoni Kirsten, Società Benefit: quali sono i vantaggi, in www.teamsystem.com, 2017 Sandra Carlo, Il significato di assumersi la responsabilità, in www.coachingtime.it, 2011 Santoni Valentino, Corporate Social Responsibility, verso una svolta etica delle grandi corporation americane?, in www.secondowelfare.it, 2019 Zamagni Stefano, Cosa sono le Società Benefit?, in www.societabenefit.net