1. Giuliano Cianfrocca 2012
Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
Geografia
della Memorianel Lazio
Regione Lazio – Fondazione Museo della Shoah – Liceo Ginnasio E. Q. Visconti
Prima lezione introduttiva
2. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
Sono i nazionalismi
a creare le nazioni
(E. Hobsbawn)
La nazione è una
creatura moderna
dalle sembianze
antiche
(H.-U. Wehler)
Giuliano Cianfrocca 2012
3. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
Nel corso dell’Ottocento si afferma,
in Europa, la volontà di far
coincidere gli Stati con le Nazioni.
Gli imperi multietnici (Russo,
Austriaco, Ottomano) sono agitati
da movimenti nazionalisti
(per l’autonomia, la separazione,
l’indipendenza).
Anche alcuni Stati nazionali sono
attraversati da tensioni nazionali: le
minoranze culturali, linguistiche e
nazionali spesso premono per avere
spazi propri.
Dopo il 1870 il nazionalismo italiano
si concentrò verso la “redenzione”
dei territori nordorientali dal
dominio austriaco.
In Francia si ebbe il “revanscismo”
(revanche = rivincita)
Giuliano Cianfrocca 2012
Irlanda
Catalogna
Provenza
Polonia
Boemia
Trento
Trieste
Jugoslavia
Euzkadi
Alsazia e
Lorena
Schleswig
4. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
La Terza Guerra d’Indipendenza
Nel 1866 il Regno d’Italia, alleato della
Prussia, combatté contro l’Austria.
Nonostante le numerose e gravi
sconfitte (Custoza e Lissa) e grazie alle
vittorie prussiane, riuscì ad ottenere il
Veneto e il Friuli Occidentale, dove
abitava una numerosa minoranza
slovena.
Inizia così il difficile rapporto tra il
giovanissimo Stato italiano e le
minoranze .
Giuliano Cianfrocca 2012
5. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
L’Irredentismo
Negli anni Settanta del XIX secolo
nasce in Italia l’Irredentismo, con la
rivendicazione di Trento e Trieste, città
di cultura italiana.
Una contraddizione
• Per ragioni strategico-militari, imperiali--
ste e di prestigio si punta al confine
geografico (“spartiacque”), segnato in
rosso.
• Il confine “culturale” (segnato in verde) è
definito, in genere, su base linguistica e
non corrisponde a quello geografico.
• Pertanto popolazioni di lingua (e in parte
cultura) straniera (in verde e in blu)
abitavano le zone rivendicate, implicita-
mente o esplicitamente.
La contraddizione divenne dirompente
dopo la Prima Guerra Mondiale
Giuliano Cianfrocca 2012
6. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
Sotto l’Impero Austriaco (1866-1918)
La monarchia Austro-Ungarica era un
grande impero multietnico, orgoglioso
di esserlo: in esso convivevano (più o
meno felicemente e non con pari
dignità) numerosi gruppi linguistico-
culturali.
In questa carta del 1911 ne sono
riportati 10, mancano quelli senza una
base territoriale, Ebrei e Rom.
Si vede bene che mai un confine
naturale (fiume o spartiacque)
corrisponde a un confine linguistico.
In quest’altra carta, più dettagliata, si
vede come la costa occidentale sia in
gran parte popolata da “italofoni”,
(arancione) mentre l’interno e la costa
orientale siano a maggioranza slovena
(verde scuro) o croata (verde chiaro)
Giuliano Cianfrocca 2012
Le autorità austriache dimostravano facilmente che
ogni spartizione dell’Impero secondo confini
“etnici” sarebbe stata impossibile prima che ingiusta
7. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
Sotto l’Impero Austriaco (1866-1918)
Era interesse del Governo austriaco
ridurre l’incidenza percentuale degli
italiani, anche per evitare successive
guerre con l’Italia.
IL 12 novembre del 1866 il verbale
Misure contro l'elemento italiano
affermava: “Sua Maestà ha espresso il
preciso ordine che si agisca in modo
deciso contro l’influenza degli
elementi italiani ancora presenti in
alcune regioni della Corona e [...] si
operi nel Tirolo del Sud, in Dalmazia e
sul Litorale per la germanizzazione e la
slavizzazione di detti territori [...] con
energia e senza riguardo alcuno.”
Le prime iniziative sono
nell’ambito dell’istruzione e della
Scuola.
Giuliano Cianfrocca 2012
8. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
Sotto l’Impero Austriaco (1866-1918)
Nell’Impero infatti la scuola
elementare era obbligatoria fin dal
1774; l’Imperatrice Maria Teresa aveva
decretato una Riforma Scolastica di
evidente ispirazione illuminista.
L’insegnamento, in ogni ordine di
scuola, era in tedesco e/o nella lingua
stabilita dalle autorità scolastiche e
amministrative.
Tra il 1867 e il 1914 vengono istituite
nel Litorale Austro-Illirico centinaia di
scuole rurali e nei piccoli centri. In esse
l’insegnamento è molto spesso in
sloveno: molti istituti superiori
adottarono invece il tedesco.
L’italiano era lingua di
insegnamento soprattutto nelle
città e nelle scuole superiori.
Giuliano Cianfrocca 2012
9. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
Sotto l’Impero Austriaco (1866-1918)
Nel cinquantennio che seguì, in tutto
l’Impero asburgico le nazionalità
cercarono di acquisire peso politico.
Si trattò di un fenomeno storico “di
lunga durata” che interessò
progressivamente tutte le componenti
etnico-culturali del grande Impero.
Innanzitutto gli Ungheresi,
poi gli Italiani,
quindi gli Slavi,
i Romeni (Transilvani),
gli Ebrei.
Man mano che le borghesie di questi
popoli diventavano coscienti ed
“egemoni”, chiedevano margini di
autonomia nazionale.
Giuliano Cianfrocca 2012
1. Arciducato d'Austria Inferiore
2. Arciducato d'Austria Superiore
3. Regno di Boemia
4. Margraviato di Moravia
5. Ducato di Slesia
6. Regno di Galizia e Lodomeria
7. Ducato di Bucovina
8. Regno di Dalmazia
9. Litorale Austro-Illirico (Contea di
Gorizia e Gradisca, Margraviato d'Istria,
Città immediata di Trieste)
10. Ducato di Carniola
11. Ducato di Stiria
12. Ducato di Carinzia
13. Ducato di Salisburgo
14. Principato del Tirolo
15. Terra di Vorarlberg
16. Regno d'Ungheria (incluse la
Transilvania e Voivodina)
17. Regno di Croazia e Slavonia
18. La città di Fiume.
19. Bosnia ed Erzegovina
10. Il Confine
Orientale
Nazioni e
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a confronto
Sotto l’Impero Austriaco (1866-1918)
La situazione con il tempo si modificò
più volte.
Le forze che puntavano alla secessione
dall’Austria-Ungheria e al passaggio
sotto il Regno d’Italia erano
minoritarie ma molto attive.
Intellettuali, studenti e laureati
dell’Università di Trieste (in lingua
italiana), professionisti e alcuni
scrittori e poeti (Scipio Slataper, Giani
Stuparich ecc.) si impegnarono in
un’azione che fu chiamata
Irredentismo.
Giuliano Cianfrocca 2012
11. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
)
Il carattere elitario e colto
dell’Irredentismo è testimoniato anche
dal continuo riferimento a Dante come
“fondatore” della pretesa di portare
fino alla Dalmazia i confini del Regno
d’Italia.
La Società Dante Alighieri, così come
associazioni sportive e ginniche furono
utilizzate dalle élites irredentistiche
per diffondere l’aspirazione all’unione
con l’Italia.
Giuliano Cianfrocca 2012
Sì come ad Arli, ove Rodano stagna,
sì com’a Pola, presso del Carnaro
ch’Italia chiude e suoi termini bagna,
fanno i sepulcri tutt’il loco varo,
così facevan quivi d’ogne parte,
salvo che ‘l modo v’era più amaro;
ché tra gli avelli fiamme erano sparte,
per le quali eran sì del tutto accesi,
che ferro più non chiede verun’arte.
Inferno IX, 112-120
12. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
Sotto l’Impero Austriaco (1866-1918
In ogni occasione, sfidando la
“tolleranza” del governo austro-
ungarico, artisti e agitatori
sottolineavano l’«Italianità» di Trieste
e dell’Istria.
Le aspirazioni nazionalistiche e
addirittura la fedeltà alla monarchia
Sabauda si manifestavano con frasi
ambigue, abbigliamento tricolore,
richiami alla grandezza di Dante e
all’italianità linguistica.
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13. Il Confine
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Nazioni e
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a confronto
Sotto l’Impero Austriaco (1866-1918)
La borghesia industriale e finanziaria
triestina non appoggiava, in genere,
l’Irredentismo, perché temeva di
perdere il ruolo di “sbocco al mare” del
grande impero continentale.
Anche il governo italiano pose freni
all’agitazione irredentista per motivi
diplomatici e di politica internazionale,
soprattutto dopo la stipula della
Triplice Alleanza con Austria e
Germania (maggio 1882).
Giuliano Cianfrocca 2012
14. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
Sotto l’Impero Austriaco (1866-1918)
L’episodio più grave dell’agitazione
irredentista prima della Grande Guerra
fu il complotto alla vita dell’Imperato-
re Francesco Giuseppe ad opera di
Wilhelm Oberdank (Guglielmo
Oberdan).
Era il 1882, lo stesso anno della Triplice
Intesa; Francesco Giuseppe era in
visita a Trieste per il cinquecentesimo
anniversario della Dedizione della città
all’Austria.
Oberdan aderì ad una congiura per
ucciderlo.
Scoperto, confessò e fu giustiziato il 20
dicembre 1882.
Giuliano Cianfrocca 2012
15. Il Confine
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Nazioni e
patriottismi
a confronto
Sotto l’Impero Austriaco (1866-1918)
L’Irredentismo fu mantenuto vivo, in
Italia, soprattutto dai circoli di destra,
nazionalisti e intellettuali.
Studiosi nazionalisti italiani coniarono
allora il nome di Venezia Giulia per
indicare l’entroterra triestino.
Le rivendicazioni territoriali nei
confronti dell’Austria furono uno dei
pretesti per l’entrata dell’Italia nella
Grande Guerra.
Il Regno d’Italia, in violazione della
Triplice Alleanza, si schierò con
Francia, Russia e Inghilterra avendo in
cambio la promessa di annessioni
nell’Istria e Dalmazia.
Giuliano Cianfrocca 2012
16. Il Confine
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Nazioni e
patriottismi
a confronto
Sotto l’Impero Austriaco (1866-1918)
Come gli irredentisti italiani, anche i
nazionalisti sloveni erano una
minoranza .
La grande maggioranza della
popolazione, slavofona o italofona, era
lealista.
Il sistema elettorale austriaco
premiava i ricchi e i colti, quindi
deputati e dirigenti politici del Litorale
erano del Partito Italiano Liberal-
nazionale.
I nazionalisti sloveni si appoggiavano
alle altre minoranze slave: croati, serbi,
cechi e polacchi.
Giuliano Cianfrocca 2012
17. Il Confine
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Nazioni e
patriottismi
a confronto
Sotto l’Impero Austriaco (1866-1918)
Nel corso del cinquantennio le
industrie, soprattutto i cantieri di
Trieste e Monfalcone, attrassero molti
sloveni dai paesi dell’entroterra.
Nel primo decennio del Novecento,
quindi, gli sloveni non erano più
soltanto contadini, come era stato
finora.
Nacque una dinamica borghesia slo-
vena, che rivendicava i propri diritti
nazionali. E si formò un proletariato
industriale sloveno, profondamente in-
fluenzato dal Partito Socialdemocra-
tico e dalle sue idee di internaziona-
lismo.
Giuliano Cianfrocca 2012
18. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
Sotto l’Impero Austriaco (1866-1918)
Nel frattempo la popolazione di lingua
e cultura slovena crebbe notevolmente
di numero e, in parte, anche
economicamente e socialmente.
La nazionalità slovena e quella croata
erano minoritarie nelle città (Trieste,
Pola, Fiume), ma maggioritarie nelle
campagne e nei borghi.
Gli sloveni si erano ritenuti più fedeli
alla Monarchia della media degli
italofoni: per questo il favore
imperiale verso di loro si manifestò in
molti modi., per esempio con la
nomina di prelati sloveni come
arcivescovi di Gorizia e vescovi di
Trieste.
Giuliano Cianfrocca 2012
19. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
Il dopoguerra (1918-1924)
La Grande Guerra terminò con la
dissoluzione dell’Impero Austrounga-
rico tra il settembre e l’ottobre del
1918 tutte le maggiori nazionalità si
dichiararono indipendenti.
L’esercito austriaco si dissolse e gli
italiani poterono finalmente rompere il
fronte e occupare Trento e Trieste.
Le trattative di pace furono molto
laboriose: anche gli slavi si ritenevano
vittime dell’Austria-ungheria e non
sconfitti nella guerra.
Giuliano Cianfrocca 2012
20. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
Il dopoguerra (1918-1924)
Alla conferenza di pace di Versailles si
scontravano le diverse aspirazioni dei
governi partecipanti. La difficoltà di
definire un confine accettabile portò a
ipotesi diverse, ognuna deludente per
qualcuno.
Se partiamo da una cartolina
propagandistica dell’Esercito Italiano
vediamo come, anche al vincitore,
risulti impossibile indicare un confine
“giusto”, a oriente.
Giuliano Cianfrocca 2012
21. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
Il dopoguerra (1918-1924)
Per semplificare, osserviamo la carta
che riporta il Confine 1866, quello
proposto dal Presidente USA Wilson, e
quello definitivo.
Il confine antico NON segue né lo
spartiacque, né il confine “linguistico,
ma (in parte) il fiume Isonzo.
La proposta di mediazione di Wilson
contraddiceva gli stessi principi
“nazionali” che vanno sotto il suo
nome .
Il confine “definitivo” (che fino al 1924
escludeva Fiume), segue in parte lo
spartiacque e include nel Regno circa
300.000 sloveni (270.000 “nuovi”
sudditi), 150.000 croati e 70.000
tedeschi.
Giuliano Cianfrocca 2012
22. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
Il dopoguerra (1918-1924)
Mentre tanta popolazione slava
diventa suddita d’Italia, una cittadina
con circa cinquantamila abitanti di cui
venticinquemila italofoni venne
destinata alla Jugoslavia. Si tratta di
Fiume (Rijeka, in sloveno).
Il conflitto per la città sembrò dover
condurre ad un’altra guerra.
L’11 settembre 1919 D’Annunzio parte
da Ronchi, nei pressi di Monfalcone,
con 2400 e raggiunge Fiume con
volontari e truppe che si sono
aggregati o l’hanno preceduto.
Per un anno D’Annunzio governò la
città, in un discutibile ma interessante
esperimento politico.
Giuliano Cianfrocca 2012
23. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
Il dopoguerra (1918-1924)
Per oltre quattordici mesi, fino al Natale
(cd. “di sangue”) del 1920, D’Annunzio e
i suoi Legionari terranno la città, sotto
lo sguardo non ostile dei militari
italiani.
Fu una rivendicazione di italianità della
cittadina, ma la Costituzione che
scrissero D’Annunzio e Alceste De
Ambris (Carta del Carnaro) garantisce i
diritti di tutte le minoranze linguistiche.
Il Fascismo si dichiarò erede dei
Legionari di Fiume, ma né D’Annunzio
né i suoi dimostrarono mai il disprezzo e
l’odio per gli slavi che ebbero Mussolini
e il suo movimento.
Giuliano Cianfrocca 2012
24. Il Confine
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Nazioni e
patriottismi
a confronto
Il dopoguerra (1918-1924)
Nel frattempo, come in tutta Italia, era
scoppiato il Biennio Rosso.
Minatori, ferrovieri, operai delle
fabbriche e dei cantieri navali iniziarono
duri scioperi per aumentare salario e
potere.
Gli industriali, a Trieste, a Pola e a
Monfalcone, in risposta, appoggiarono e
talvolta finanziarono l’azione delle
squadre d’azione fasciste.
Nel marzo del 1920, con l’aiuto anche del
governo, di ufficiali dell’esercito e dei
carabinieri, nasce il Fascio di Trieste, che
per un periodo sarà il più numeroso
d’Italia.
Nato con caratteristiche nazionaliste,
antisocialiste e d’”ordine”, il “Fascismo di
confine” assumerà caratteristiche razziste
e antislave.
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25. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
Il dopoguerra (1918-1924)
Il Partito Socialista e il sindacato CGL
rappresentavano innanzitutto gli
operai delle grandi fabbriche.
Gli sloveni erano maggioritari tra
manovali e operai non specializzati; il
PSI e la CGL praticavano
l’internazionalismo proletario e quindi
non li discriminavano. Nacque così il
mito degli slavosocialisti (e poi
slavocomunisti).
L’identificazione sloveno=socialista fu
un efficace strumento di propaganda
fin dal 1920.
Il primo maggio 1920 in tutta Italia la
repressione militare fu durissima.
A Pola i soldati della Marina militare
spararono sugli operai in festa: 4
morti.
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26. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
Il dopoguerra (1918-1924)
Tra i maggiori finanziatori del fascismo
istriano e triestino furono eminenti i
Cosulich, armatori monfalconesi di
origine croata.
Protessero e sfruttarono il fascismo in
chiave antisocialista: il loro cognome
slavo non costituì mai un problema.
Il Fascismo contribuì, insieme
all’esercito, alla repressione delle
aspirazioni operaie con assalti alle sedi
sindacali, del Partito Socialista, delle
Leghe contadine e bracciantili.
Contemporaneamente furono assalite
anche le sedi culturali, politiche e
associative slave.
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27. Il Confine
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Nazioni e
patriottismi
a confronto
Il dopoguerra (1918-1924)
L’episodio squadristico più grave e
simbolico in Istria fu l’incendio del
Narodni Dom di Trieste.
Era un bell’edificio in stile Secessione,
costruito nel 1904.
Ospitava un albergo, l’Hotel Balkan e una
serie di associazioni e società slovene. Era
il simbolo, a Trieste della comunità
slovena e della sua ascesa.
Fu attaccato il 13 luglio 1920 da una
colonna di squadristi guidati dal
“federale” Francesco Giunta.
Contro l’albergo fecero fuoco anche i
soldati addetti all’ordine pubblico.
L’edificio fu bruciato, muore lo sloveno
Hugen Roblek
Con un fotomontaggio fu prodotta una
cartolina per commemorare l’evento.
Giuliano Cianfrocca 2012
28. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
Il dopoguerra (1918-1924)
Sempre nel luglio del 1920 i fascisti
assalgono e bruciano anche il Narodni
Dom di Pola.
Nel corso del 1920-1921-1922 ci sono
decine di aggressioni a singoli,
organizzazioni, rappresentanti della
sinistra e degli slavi.
I fascisti impongono i termini slavo-
comunista, slavo-socialista, slavo-
bolscevico. Ma in alcune province tale
identificazione va a tutto svantaggio
dei fascisti: a Gorizia sono eletti cinque
deputati, quattro sloveni e un
comunista.
Ma la Marcia su Roma del 28 ottobre
1922, con la complicità di Vittorio
Emanuele III, mise fine per 20 anni alla
libertà.
Giuliano Cianfrocca 2012
29. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
Il dopoguerra (1918-1924)
Il Fascismo al governo, che non era
ancora una dittatura, si impegna per
risolvere la Questione di Fiume,
rimasta sospesa dopo il “Natale di
sangue” del 1920.
Il Trattato di Roma del 27 gennaio
1924 sancisce l’annessione di Fiume
all’Italia.
Ma ebbe un territorio circostante
tanto piccolo che ogni espansione
industriale, cantieristica e turistica fu
impossibile.
L’annessione, economicamente disa-
strosa, ebbe un grande effetto
propagandistico.
Giuliano Cianfrocca 2012
Patto di amicizia e di collaborazione cordiale
fra il Regno d’Italia
e
il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni
Il Governo di S. M. il Re dei Serbi, Croati e Sloveni e il Governo di S. M. il Re
d’Italia fermamente decisi ad assicurare la pace come pure i risultati ottenuti nel
corso della grande guerra e sanzionati dai Trattati di pace, si sono messi d’accordo
per stabilire la convenzione seguente, conseguenza naturale sia dell’amicizia
esistente fra i due Regni, sia del rispetto reciproco dei loro diritti per terra e per
mare e sono convenuti sugli articoli seguenti:
Articolo 1
Le due Alte Parti contraenti si impegnano mutualmente a prestarsi il loro
reciproco appoggio e collaborare cordialmente allo scopo di mantenere l’ordine
stabilito dai Trattati di pace conclusi al Trianon, a S. Germano e a Neuilly e a
rispettare ed eseguire le obbligazioni stipulate in questi trattati.
Articolo 2
Nel caso in cui una delle Alte Parti contraenti fosse oggetto di un attacco non
provocato da essa, esercitato da una o più potenze, l’altra parte si impegna a
mantenere la sua neutralità durante tutto il tempo della durata del conflitto.
Parimenti nel caso in cui la sicurezza e gli interessi di una delle Alte Parti
contraenti fossero minacciati in seguito a violente incursioni provenienti
dall’estero, l’altra parte si impegna a prestarle col suo concorso benevolo il suo
appoggio politico e diplomatico allo scopo di contribuire a far scomparire le cause
esteriori di questo pericolo.
30. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
La “snazionalizzazione” (1924-1940)
Il Fascismo si struttura come un vero e
proprio regime a partire dal 1924 (le
“leggi fascistissime” lo codificheranno
nel novembre del 1925.
Nei territori del Carso e dell’Istria (che
dal 1922 si erano chiamati “Venezia
Giulia”) il fascismo coincide con la
soppressione di ogni individualità
nazionale e culturale degli slavi.
I punti di partenza sono due.
La scuola riformata da Giovanni
Gentile abolisce dal 1925
l’insegnamento nella e della lingua
slovena.
Vengono ridisegnati ripetutamente i
confini delle province, affinché in
ognuna di esse gli sloveni si trovino ad
essere minoranza.
Giuliano Cianfrocca 2012
31. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
La “snazionalizzazione” (1924-1940)
Si procede a marce forzate e il
Fascismo attacca gli slavi da più fronti.
Economico. Le cooperative e le casse
rurali e artigiane vengono sciolte,
accorpate ad altre “italiane”, acquisite
da grandi gruppi nazionali.
I contadini sloveni, a corto di credito,
vendono spesso all’Ente Rinascita
Agraria Tre Venezie, che cede a basso
prezzo a “italiani” fedeli al Regime.
Associazionistico. Vengono sciolte più
di 500 associazioni musicali, teatrali, di
lettura, sportive.
Editoriale. Una legge del 1923
proibiva la pubblicazione di giornali in
lingua straniera. Chiudono decine di
giornali slavi. Sopravvivono i bollettini
parrocchiali.
Giuliano Cianfrocca 2012
32. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
La “snazionalizzazione” (1924-1940)
Si procede a marce forzate e il
Fascismo attacca gli slavi da più fronti.
Linguistico. La lingua slovena è
proibita nei tribunali, negli enti
pubblici, nella scuola.
Toponomastico. Vengono cambiati i
nomi di migliaia di paesi, contrade,
frazioni e località.
Culturale. Si distruggono targhe e
lapidi che ricordano artisti e studiosi di
etnia slava.
Storico. La cultura di regime nega che
sia mai esistita una autonoma cultura
slovena.
Personale. Decine di migliaia di
persone hanno il cognome cambiato:
spariscono i nomi slavi, ma solo quelli
dei poveri.
Giuliano Cianfrocca 2012
33. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
La “snazionalizzazione” (1924-1940)
La reazione slovena e croata agisce su
vari aspetti.
Si cerca di mantenere vive la
tradizione, la lingua e la cultura:
•I vescovi e i parroci usano lo sloveno
e il croato nelle cerimonie.
•Proseguono feste e cori tradizionali.
•I vecchi organizzano scuole informali
della lingua familiare.
Si sviluppa anche una lotta armata,
con episodi di guerriglia: è la prima
lotta armata in Italia contro il Fascismo
regime.
L’organizzazione clandestina più diffusa
si chiama TIGR (Trst, Istra, Gorica e
Reka). Era nato, per contrasto,
l’Irredentismo Jugoslavo, nazionalista e
intollerante quanto il fascismo
Giuliano Cianfrocca 2012
34. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
La “snazionalizzazione” (1924-1940)
Un episodio che è diventato simbolo del
tentativo d “genocidio culturale” è quello
di Lojze Bratuž.
Era un musicista, maestro del coro e
organizzatore di gruppi musicali e
folcloristici sul Carso.
Diverse volte i fascisti lo minacciarono di
morte per la sua attività culturale e
musicale.
Il 27 dicembre 1936 un gruppo di fascisti
lo rapì Bratuž Venne brutalmente
picchiato e fu costretto a bere olio di
ricino miscelato con olio di motore. Dopo
atroci sofferenze morì il 16 febbraio.
Pochi giorni prima della sua morte i suoi
sostenitori, riuniti sotto la finestra
dell'ospedale, cantarono una canzone
slovena e poi fuggirono prima di venire
arrestati.
Giuliano Cianfrocca 2012
35. Il Confine
Orientale
Nazioni e
patriottismi
a confronto
La “snazionalizzazione” (1924-1940)
I venti anni di “Fascismo di confine”
conobbero migliaia di episodi meno
tragici ma terribilmente distruttivi di slavi
e croati “puniti” per aver parlato nella
propria lingua.
•Bambini costretti a leccare il pavimento
dell’aula scolastica.
•Maestri cacciati dalle scuole.
•Avventori allontanati da osterie e caffè
•Dipendenti delle Poste o delle Ferrovie
licenziai o trasferiti lontano.
•Giovanotti multati pesantemente per
aver cantato serenate sotto le finestre
della fidanzata.
Tutto questo alimenterà un clima d’odio
che troverà il culmine durante
l’occupazione nazifascista dei Balcani e il
suo tragico ribaltamento nelle stragi del
1943 e del 1945.
Giuliano Cianfrocca 2012