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Rapporto sulla violenza di genere
I dati di cinque anni di attività
del Centro Antiviolenza Mascherona
Il Cerchio delle Relazioni
Indice
Premessa
Nota metodologica
Introduzione
Cap.1 Le donne accolte dal Centro Antiviolenza Mascherona:
Primi contatti con il Centro
Fasce di età
Tipi di violenza
Presenza di minori
Nazionalità
Cap.2 Le strutture di protezione
Cap.3 I maltrattanti
Legame con la donna
Spazio Uomo
Premessa
Questo lavoro è stato realizzato dalle volontarie del Servizio Civile Nazionale presso la cooperativa
sociale Il Cerchio delle Relazioni nell'anno 2015/2016.
Il rapporto si suddivide in tre capitoli.
Nel primo sono esposti i dati relativi al lavoro svolto all'interno del Centro Antiviolenza
Mascherona nel corso degli anni 2011-2015. In particolare, sono analizzati i primi contatti delle
donne vittima di violenza con il Centro. Questi sono suddivisi per fasce di età e tipi di violenza.
Inoltre, nell'ultima parte del capitolo, sono esposti i dati relati alla violenza sui minori.
Nel secondo capitolo sono descritti i tipi di strutture gestiti dalla cooperativa e i loro obiettivi ed è
presentata l'attività svolta nell'ultimo anno all'interno delle strutture protette..
Nel terzo e ultimo capitolo l'attenzione si sposta all'uomo autore di violenza. Nella prima parte
vengono presentati i dati relativi al rapporto che intercorre tra essi e le donne vittime di violenza.
Nella seconda parte viene presentato il lavoro svolto all'interno dello Spazio Uomo. Sia attraverso la
descrizione della mission e degli obiettivi, sia attraverso i dati degli uomini che si sono rivolti al
S.U. dalla sua nascita ad oggi.
Il rapporto non si pone l'obiettivo di essere esaustivo rispetto al lavoro svolto dalla cooperativa, ma
presenta semplicemente alcuni dati selezionati dalle realizzatrici.
Nota metodologica
Per la prima parte di questo rapporto viene presentata l’analisi dei dati caricati sul database
provinciale “Centri Antiviolenza Online” da parte del Centro Antiviolenza Mascherona e relativi al
lavoro del centro stesso negli anni 2011, 2012, 2013, 2014 e 2015.
I dati registrati sul database sono raccolti nelle varie fasi di attività con le donne che entrano in
contatto con i servizi offerti dal Centro. Sono stati presi in esame solo quelli relativi al primo
contatto, raccolti attraverso la compilazione di una scheda cartacea che contiene i dati socio-
anagrafici (nominativo, luogo e data di nascita, residenza, recapito, nazionalità, stato civile,
occupazione), il motivo della chiamata, il canale attraverso cui si è venute a conoscenza del centro,
il soggetto segnalante (nel caso la persona si sia rivolta al centro a seguito di segnalazione esterna),
il tipo di violenza subita, l’eventuale presenza di figli coinvolti nella violenza, le prime impressioni
dell’operatrice e i dati socio-anagrafici dei soggetti maltrattanti.
Tutte le informazioni raccolte attraverso le schede cartacee vengono successivamente caricate dalle
operatrici nel database online all’indirizzo https://centroantiviolenza.provincia.genova.it.
In questo lavoro non sono presenti i dati raccolti nella scheda che segue la presa in carico delle
donne maltrattate.
Nel secondo e nel terzo capitolo del lavoro sono presentati i dati forniti dalla responsabile delle
strutture protette e dalla responsabile del S.U.
Introduzione
La Cooperativa sociale Il Cerchio delle Relazioni1
è nata nel 2007 con l’obiettivo di offrire servizi a
singoli, coppie, famiglie, minori, enti pubblici e privati integrando diverse professionalità
(psicologhe, pedagogiste, mediatrici familiari, counselor, avvocate, formatrici). La cooperativa,
specializzatasi nel corso degli anni sulle tematiche relative alla violenza contro le donne, opera dal
2007 come Centro Antiviolenza ed è socia dell’associazione nazionale dei centri antiviolenza
D.i.Re. (Donne in Rete contro la Violenza).
Le attività principali della cooperativa si articolano su diversi piani. In primo luogo essa costituisce
una risorsa centrale nella rete territoriale impegnata nel sostegno diretto alle donne vittime di
violenza. Tale funzione è svolta attraverso la gestione del Centro Antiviolenza Mascherona, di
diverse strutture protette per donne vittime di violenza (con o senza figli) e di una comunità per
minori. Il consolidamento di tali servizi è uno dei maggiori risultati dell’implementazione del
progetto Di.a.n.a (Diventare adulte nell’autonomia) che, ideato dalla cooperativa, ha preso il via nel
novembre del 2012 – finanziato grazie all’avviso nazionale “Sostegno ai Centri Antiviolenza”,
indetto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento delle Pari Opportunità2
. Al
contempo Il Cerchio delle Relazioni è impegnato attivamente nell’ambito della prevenzione rispetto
al fenomeno della violenza di genere. Attraverso lo svolgimento di incontri formativi miranti alla
sensibilizzazione e all’informazione, opera sul territorio allo scopo di valorizzazione la cultura della
parità e l’educazione di genere. Aderisce al Patto di Sussidiarietà, ai sensi della Legge Regionale
n.42/12 (Regione Liguria), per la realizzazione di un “Sistema di interventi di prevenzione,
informazione, consulenza e sostegno delle donne oggetto di violenza di genere”.
Il Centro Antiviolenza Mascherona è stato istituito nel 2008 come servizio comunale, in
ottemperanza alla Legge Regionale 12/2007 a contrasto della violenza di genere, grazie alla
collaborazione tra la Regione Liguria, la Provincia di Genova, il Comune di Genova e tutte le
Associazioni e gli Enti aderenti alla Rete Provinciale contro la violenza di genere. Dal 2012 il
centro è gestito dal Cerchio delle Relazioni. Pensato come spazio di ascolto e accoglienza destinato
a ricevere le donne che autonomamente hanno scelto di avviare un percorso di fuoriuscita dalla
violenza, il centro dispone di un’équipe composta da educatrici, psicologhe, avvocate e volontarie
preparate a fornire informazioni, accogliere, indirizzare e supportare rispetto al tema specifico della
violenza di genere.
1 Piazza Colombo 1/13 ab - tel: 010-541224, www.ilcerchiodellerelazioni.it.
2 G.U. 133 dell’11/11/2011.
I servizi offerti dal Centro Antiviolenza sono:
• Accoglienza telefonica e servizio di segreteria telefonica e reperibilità nelle ore di chiusura del
centro.
• Colloqui individuali di accoglienza e presa in carico, destinati a individuare i bisogni e a
elaborare un possibile progetto di uscita dalla situazione di violenza attraverso l’analisi della
stessa e la valorizzazione delle risorse disponibili (sia della donna che del territorio). Sulla base
di queste si prospettano alla donna diversi percorsi: sarà poi lei ad individuare quello che ritiene
più idoneo per se stessa, nel rispetto del principio di autodeterminazione.
• Consulenza legale, civile e penale, con possibilità di usufruire del gratuito patrocinio.
• Sostegno psicologico, attraverso percorsi finalizzati a una prima fase di presa di coscienza e in
seguito all’elaborazione dei propri vissuti legati all’esperienza del maltrattamento.
• Gruppi di auto-aiuto (condotti da una facilitatrice) per confrontarsi con altre donne e supportarsi
vicendevolmente, per rafforzare le proprie capacità di problem solving e l’autostima.
• Collaborazione con le istituzioni territoriali per l’inserimento in strutture protette delle donne
sole e/o con minori vittime di violenza.
• Sostegno e accompagnamento nell’accesso ai servizi del territorio quali Forze dell’Ordine,
Servizi sociali, Tribunali, per costruire una rete solida a sostegno della donna che subisce
violenza e dei suoi figli.
• Iniziative di prevenzione, informazione e sensibilizzazione rivolte a varie istituzioni (scuola,
forze dell’ordine) e ad altre professioni (giornalisti, avvocati).
 Colloqui psicopedagogici per minori vittime di violenza assistita e/o subita per permettere anche
ai figli di donne maltrattate uno spazio per esporre le proprie problematiche in un ambiente
protetto.
Capitolo 1. Le donne accolte dal Centro Antiviolenza Mascherona
Primi contatti con il Centro Mascherona
Le donne che si rivolgono al Centro Antiviolenza Mascherona sono accolte, in primis, dalle
operatici telefoniche in quanto, solitamente, il primo contatto con il centro avviene tramite telefono.
La volontaria che risponde offre un primo ascolto a cui segue un primo appuntamento per colloquio
individuale in cui la donna può illustrare meglio la motivazione per cui ha deciso di rivolgersi al
Centro Antiviolenza. Le vengono fornite le informazioni adeguate e le viene dato il supporto per
avviare un percorso di uscita dalla violenza, diversificato in base alla situazione.
In alcuni casi, non è la donna che si rivolge direttamente al Centro, ma viene segnalata da altri terzi
(servizi sociali, forze dell'ordine, associazioni, etc) che collaborano grazie alla rete territoriale.
Anche le donne segnalate vengono ricevute da un'operatrice che stabilisce con loro il percorso da
fare per fuoriuscire dalla violenza.
Sempre nel rispetto totale della volontà della donna, della segretezza e dell'anonimato.
Di seguito riportiamo i dati relativi al primo contatto.
Tab.1 – Segnalazioni e contatti. Anni 2011-2015.
Segnalazioni e
contatti/anno Segnalazioni Contatti
Totale segnalazioni
e
contatti
2011 33 213 246
2012 83 272 355
2013 85 377 462
2014 57 361 418
2015 16 339 355
Totali 274 1562 1836
La tabella 1 riporta i dati che registrano i contatti diretti e le segnalazioni da parte di terzi relativi
agli ultimi cinque anni di attività del Centro antiviolenza Mascherona. La tabella evidenzia negli
anni 2013 e 2014 un aumento del totale di contatti e segnalazioni rispetto agli anni precedenti,
mentre nell’anno 2015 si registra un ritorno al valore dell’anno precedente rispetto ai due anni di
implementazione del progetto D.i.a.n.a (2013-2014). Secondo le operatrici, il calo del 2015
potrebbe essere influenzato dalla riduzione dell’orario di apertura del centro. Tale misura si è resa
necessaria a fronte della crescente contrazione di finanziamenti a sostegno delle attività.
Tab.2 – Contatti divisi per fasce di età. Anni 2011-2015.
Fasce di
età
per anno
0-17 18-25 26-36 37-50 51-60 >60
2011 0 12 28 75 39 28
2012 1 12 40 107 40 30
2013 0 16 62 145 57 41
2014 1 32 67 135 43 35
2015 1 39 68 113 54 37
La tabella 2 riporta i dati dei contatti con il centro divisi per fasce di età relativi agli ultimi cinque
anni. Un dato interessante che emerge dalla tabella è relativo, come si può vedere, all’aumento degli
accessi di giovani donne (18-25) negli anni 2014 e 2015 rispetto agli anni precedenti. Le giovani
donne tra i 18 e i 25 anni che si sono rivolte al centro, infatti, costituiscono il 10,22% del totale dei
contatti nel 2014, e il 10,25% nel 2015. Nel 2011, 2012 e 2013 erano rispettivamente il 6,59%, il
5,22% e il 4,98% (cfr. Figura 1). Quali cha siano le ragioni di tale incremento, sulle quali non è qui
possibile avanzare alcuna ipotesi, il dato appare importante nella misura in cui segnala una presenza
non trascurabile del fenomeno della violenza nella fascia di età successiva a quella della formazione
secondaria. Tale dato, a nostro avviso, contribuisce a testimoniare l’importanza di intraprendere
percorsi di formazione rispetto al tema della violenza contro le donne precisamente in quest’ultima
fascia di scolarizzazione e – laddove possibile – in quella precedente.
Figura 1. Percentuale fascia 18-25 sul totale dei contatti.
Tab.3 Tipi di violenza
Tipi di
violenza
per anno
Fisica Psicologica Sessuale Economica Mobbing Stalking
2011 135 187 22 54 2 58
2012 202 253 32 37 2 25
2013 235 337 22 44 10 51
2014 240 274 29 39 2 69
2015 200 272 24 49 4 39
Nella tabella 3 abbiamo riportato il tipo di violenza subita dalle vittime nei cinque anni presi in
esame. I tipi di violenza sono classificati in:
– violenza fisica
– violenza psicologica
– violenza sessuale
– violenza economica
– mobbing
– stalking
Le donne che si rivolgono al Centro Antiviolenza denunciano soprattutto la violenza nella sua
rappresentazione intima, che è quella del maltrattamento dentro le mura domestiche piuttosto che la
violenza sessuale/stupro o il mobbing. Per questi tipi di violenza, probabilmente le donne si
rivolgono ad altri servizi come le Forze dell’Ordine o i Servizi Sanitari o, per la violenza sul posto
di lavoro, ai sindacati.
I dati mostrano che la maggior parte delle donne che si è rivolta nei cinque anni presi in esame al
Centro Antiviolenza Mascherona hanno denunciato prevalentemente violenza di tipo fisico (1012
casi tra il 2011 e il 2015) e psicologico (1323 nello stesso periodo). Mentre la prima è quella più
facilmente dimostrabile perché lascia segni visibili (spintoni, calci, schiaffi, strangolamenti, ustioni,
ferite da armi bianche o da fuoco fino al femminicidio), la violenza psicologica è meno
“dimostrabile”, ma al contempo è maggiormente lesiva poiché danneggia l'identità e l'autostima
della donna, la sua possibilità di benessere.
I tipi di violenza non sono escludenti, anzi molto spesso si ha la compresenza di due o più tipi.
Nel grafico successivo, sono espressi in percentuale i dati numerici della tabella 3. Come si può
notare, nel corso dei cinque anni, le denunce di violenza fisica e psicologica non hanno subito
variazioni notevoli, mentre per quanto riguarda lo stalking (atti persecutori) sono scese di più di 10
punti percentuali, dal 23,57% del 2011 al 10,98% del 2015.
Grafico 2 Percentuale tipo di violenza
Come abbiamo già visto in precedenza, le donne che si sono rivolte al Centro Antiviolenza
Mascherona hanno denunciato prevalentemente violenze di tipo domestico, che accadono dentro le
mura di casa, la stessa casa in cui molto spesso ci sono anche dei bambini. Per questo nella schede
di rilevazione viene dato spazio al dato relativo alla presenza di minori (tabella 4) e a quello relativo
alla violenza assistita/subita da minori (tabella 5). Nei cinque anni presi in esame, 601 minori hanno
vissuto in nuclei familiari “violenti”. Di questi 434 hanno assistito alla violenza, cioè hanno visto la
madre picchiata o denigrata, mentre 97 hanno subito a loro volta violenza. Si tratta, però, di dati
parziali poiché molto spesso la violenza assistita dai minori non viene percepita delle donne vittime
di violenza.
Tab. 4 Presenza di figli minori
Figli Minori Si No
2011 79 132
2012 102 151
2013 146 211
2014 146 190
2015 128 168
Tab. 5 Minori vittime di violenza
Anno Violenza Assistita Violenza Subita
2011 90 21
2012 92 15
2013 104 18
2014 78 23
2015 70 20
2011 2012 2013 2014 2015
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
violenza fisica
violenza psicologica
violenza sessuale
violenza economica
Nella tabella 6 è stato raccolto il dato relativo alla nazionalità delle donne che si sono rivolte nel
corso dei vari anni. Si è deciso di procedere solo distinguendo tra italiane e straniere. Nel grafico
sottostante, si evidenzia come la predominanza è delle donne italiane: 67,47% sul totale dei cinque
anni. La percentuale è leggermente aumentata nel tempo: 64% nel 2011; 61,76% nel 2012; 69,76%
nel 2013; 70,36% nel 2014; 66,66% nel 2015.
Tab. 6 Nazionalità donne vittime di violenza
Anno Italiane Straniere Non specificato
2011 143 65 5
2012 168 93 11
2013 263 100 14
2014 254 102 5
2015 226 104 9
totale 1054 464 44
Grafico 3 Nazionalità donne
Anno 2011
italiane
straniere
non
specif icato
Anno 2012
italiane
straniere
non
specif icato
Anno 2013
italiane
straniere
non
specif icato
Anno 2014
italiane
straniere
non
specif icato
Anno 2015
italiane
straniere
non
specif icato
Totale
italiane
straniere
non
specif icato
Capitolo 2. Le strutture di protezione
Le strutture gestite da Il Cerchio delle Relazioni
La cooperativa sociale Il Cerchio delle Relazioni gestisce attualmente tre strutture ad indirizzo
segreto per accogliere donne, con o senza figli, vittime di maltrattamento e abuso o che vivono
condizioni di disagio e vulnerabilità sociale. Queste case sono un luogo di protezione, osservazione
e supporto rivolto a donne che escono da situazioni di violenza intra ed extra familiare. Rispetto al
percorso del nucleo verso l'autonomia, si caratterizzano, inoltre, come luogo di osservazione e
sostegno alle funzioni genitoriali.
Peculiarità delle strutture è un approccio integrato psico-educativo, che caratterizza tutte le fasi
dell’intervento. Ciò si realizza mediante la presenza, all’interno dell’équipe, di educatrici
professionali e psicologhe che operano in stretta connessione, costituendo con la coordinatrice del
servizio micro-équipes stabili referenti per ciascun nucleo.
In queste strutture possono essere ospitati fino a 9 nuclei, per un totale di 20 persone.
Si tratta di luoghi in cui, in perfetta conformità con la mission della cooperativa, alla donna vengono
offerte possibilità di empowerment:
• aiutandola a rielaborare i propri vissuti e a recuperare l’autostima e la fiducia di sè per
ripensare a un’alternativa di vita;
• valorizzando il ruolo genitoriale affinchè possa prendersi cura del proprio bambino in
maniera “sufficientemente buona”;
• aiutando il bambino a esprimere le proprie emozioni e a sviluppare le condizioni per
continuare nel modo più sereno possibile la propria crescita;
• offrendo alla coppia madre-bambino la possibilità di ricostruire e sperimentare la relazione
affettiva con diversi interventi;
• supportando il reinserimento sociale e lavorativo.
Nel corso del 2015 sono stati accolti in totale nelle tre strutture 14 donne e 21 minori. Si tratta di un
dato spurio, in quanto il percorso verso l'autonomia prevede il passaggio della donna in almeno due
strutture.
Capitolo 3. Gli autori di violenza
Legame con gli autori di violenza
Nella tabella seguente sono riportati i dati relativi al legame che intercorre tra la donna vittima di
violenza e l'uomo maltrattante. Come si può facilmente notare dal grafico percentuale, negli anni
analizzati circa il 59% dei maltrattamenti avvengono ad opera del partner, poco più del 20% dall'ex.
Il restante 20% è suddiviso tra parente, datore di lavoro, persona sconosciuta e persona conosciuta.
Tab.7 Legame con il maltrattante
Anno Partner Ex Parente Datore di
lavoro
Persona
Sconosciuta
Persona
Conosciuta
2011 112 40 19 1 8 13
2012 132 39 22 6 7 29
2013 188 66 18 6 10 25
2014 188 81 22 2 2 19
2015 176 65 22 2 6 26
totale 796 291 103 17 33 112
Grafico 4. Legame con il maltrattante
2011 2012 2013 2014 2015 totale
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Persona Conosciuta
Persona Sconosciuta
Datore di lavoro
Parente
Ex
Partner
Spazio Uomo 3
Nell’ottica del contrasto alla violenza di genere, e nell’ampliamento dei servizi offerti, a partire da
Novembre 2012 l’Associazione di promozione sociale Il Cerchio delle Relazioni ha attivato un
servizio denominato Spazio Uomo.
Tale iniziativa è stata resa possibile dal Progetto Di.A.NA (Diventare Adulte Nell’Autonomia),
realizzatosi grazie a fondi vinti attraverso un bando ministeriale.
Il pensiero alla base del S.U. parte dalla convinzione che i servizi di ascolto, di accoglienza e di
sostegno per gli uomini autori di violenza sono una parte ormai irrinunciabile di un sistema più
ampio d’intervento contro la violenza di genere; un sistema d’intervento integrato che collabori a
stretto contatto con i servizi dedicati alle donne vittime e ai loro bambini, la cui sicurezza rimane
comunque priorità assoluta anche del lavoro con gli uomini stessi.
Il punto di partenza del percorso con gli autori di violenza è considerare gli uomini con cui si lavora
come responsabili della violenza di cui fanno uso ed enfatizzare la necessità da parte loro di
assumersi la piena responsabilità per il loro comportamento violento e per le sue conseguenze.
Il maltrattamento domestico non viene quindi concepito come una forma di patologia, ma piuttosto
come risultante di un insieme complesso composto da aspetti relazionali, psicologici, sociali e
culturali.
Lo scopo principale del lavoro è l’interruzione di ogni forma di violenza (fisica, psicologica,
sessuale, economica).
Tale scopo deve essere esplicitato in modo chiaro agli uomini con cui si lavora, al fine di evitare
possibili strumentalizzazioni e tentativi di manipolazione del rapporto clinico.
Quali obiettivi raggiungere:
•potenziare la consapevolezza maschile in relazione ai temi della mascolinità, del rispetto della
differenza di genere, del riconoscimento delle proprie emozioni e della loro relativa gestione;
•riflettere su un piano transgenerazionale rispetto ai modelli relazionali interiorizzati, sia sul
piano coniugale, sia sul piano genitoriale;
•decostruire ogni forma di negazione, giustificazione, minimizzazione, scusa o biasimo per altri
o per le circostanze;
•ri-narrare in modo analitico i comportamenti violenti, ricostruendo le azioni concrete, i pensieri
e i sentimenti, mettendo in condizione gli autori di riconoscere il loro ruolo attivo nell’uso della
violenza;
•facilitare l’assunzione di un auto-responsabilità consapevole al fine di evitare le recidive
violente e la possibilità di costruire una solida alternativa al comportamento violento stesso;
3 Il contenuto di questo paragrafo è preso da http://www.ilcerchiodellerelazioni.it/cooperativa-e-ass-di-promozione-
sociale/
•incoraggiare l’empatia, attraverso la riflessione sugli effetti del proprio comportamento
violento sugli altri.
Quest’area è gestita da l’Associazione di promozione sociale Il Cerchio delle Relazioni, in uno
spazio separato rispetto alle attività della Cooperativa sociale.
Nella seguente tabella sono riportati i dati relativi all'attività svolta dal S.U. dalla sua nascita ad
oggi. Come si può notare, la maggior parte degli uomini che si sono rivolti al S.U. sono stati inviati
da altre strutture, in particolare dalle A.T.S.
Tab.8 Attività del S.U.
totale inviati spontanei Progetto
concluso
In carico sospeso
maltrattanti 32 23 9 12 19 1

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Rapporto sulla violenza di genere. I dati di cinque anni di attività del Centro Antiviolenza Mascherona-Il Cerchio delle Relazioni

  • 1. Rapporto sulla violenza di genere I dati di cinque anni di attività del Centro Antiviolenza Mascherona Il Cerchio delle Relazioni
  • 2. Indice Premessa Nota metodologica Introduzione Cap.1 Le donne accolte dal Centro Antiviolenza Mascherona: Primi contatti con il Centro Fasce di età Tipi di violenza Presenza di minori Nazionalità Cap.2 Le strutture di protezione Cap.3 I maltrattanti Legame con la donna Spazio Uomo
  • 3. Premessa Questo lavoro è stato realizzato dalle volontarie del Servizio Civile Nazionale presso la cooperativa sociale Il Cerchio delle Relazioni nell'anno 2015/2016. Il rapporto si suddivide in tre capitoli. Nel primo sono esposti i dati relativi al lavoro svolto all'interno del Centro Antiviolenza Mascherona nel corso degli anni 2011-2015. In particolare, sono analizzati i primi contatti delle donne vittima di violenza con il Centro. Questi sono suddivisi per fasce di età e tipi di violenza. Inoltre, nell'ultima parte del capitolo, sono esposti i dati relati alla violenza sui minori. Nel secondo capitolo sono descritti i tipi di strutture gestiti dalla cooperativa e i loro obiettivi ed è presentata l'attività svolta nell'ultimo anno all'interno delle strutture protette.. Nel terzo e ultimo capitolo l'attenzione si sposta all'uomo autore di violenza. Nella prima parte vengono presentati i dati relativi al rapporto che intercorre tra essi e le donne vittime di violenza. Nella seconda parte viene presentato il lavoro svolto all'interno dello Spazio Uomo. Sia attraverso la descrizione della mission e degli obiettivi, sia attraverso i dati degli uomini che si sono rivolti al S.U. dalla sua nascita ad oggi. Il rapporto non si pone l'obiettivo di essere esaustivo rispetto al lavoro svolto dalla cooperativa, ma presenta semplicemente alcuni dati selezionati dalle realizzatrici. Nota metodologica Per la prima parte di questo rapporto viene presentata l’analisi dei dati caricati sul database provinciale “Centri Antiviolenza Online” da parte del Centro Antiviolenza Mascherona e relativi al lavoro del centro stesso negli anni 2011, 2012, 2013, 2014 e 2015. I dati registrati sul database sono raccolti nelle varie fasi di attività con le donne che entrano in contatto con i servizi offerti dal Centro. Sono stati presi in esame solo quelli relativi al primo contatto, raccolti attraverso la compilazione di una scheda cartacea che contiene i dati socio- anagrafici (nominativo, luogo e data di nascita, residenza, recapito, nazionalità, stato civile, occupazione), il motivo della chiamata, il canale attraverso cui si è venute a conoscenza del centro, il soggetto segnalante (nel caso la persona si sia rivolta al centro a seguito di segnalazione esterna), il tipo di violenza subita, l’eventuale presenza di figli coinvolti nella violenza, le prime impressioni dell’operatrice e i dati socio-anagrafici dei soggetti maltrattanti. Tutte le informazioni raccolte attraverso le schede cartacee vengono successivamente caricate dalle operatrici nel database online all’indirizzo https://centroantiviolenza.provincia.genova.it. In questo lavoro non sono presenti i dati raccolti nella scheda che segue la presa in carico delle
  • 4. donne maltrattate. Nel secondo e nel terzo capitolo del lavoro sono presentati i dati forniti dalla responsabile delle strutture protette e dalla responsabile del S.U.
  • 5. Introduzione La Cooperativa sociale Il Cerchio delle Relazioni1 è nata nel 2007 con l’obiettivo di offrire servizi a singoli, coppie, famiglie, minori, enti pubblici e privati integrando diverse professionalità (psicologhe, pedagogiste, mediatrici familiari, counselor, avvocate, formatrici). La cooperativa, specializzatasi nel corso degli anni sulle tematiche relative alla violenza contro le donne, opera dal 2007 come Centro Antiviolenza ed è socia dell’associazione nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re. (Donne in Rete contro la Violenza). Le attività principali della cooperativa si articolano su diversi piani. In primo luogo essa costituisce una risorsa centrale nella rete territoriale impegnata nel sostegno diretto alle donne vittime di violenza. Tale funzione è svolta attraverso la gestione del Centro Antiviolenza Mascherona, di diverse strutture protette per donne vittime di violenza (con o senza figli) e di una comunità per minori. Il consolidamento di tali servizi è uno dei maggiori risultati dell’implementazione del progetto Di.a.n.a (Diventare adulte nell’autonomia) che, ideato dalla cooperativa, ha preso il via nel novembre del 2012 – finanziato grazie all’avviso nazionale “Sostegno ai Centri Antiviolenza”, indetto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento delle Pari Opportunità2 . Al contempo Il Cerchio delle Relazioni è impegnato attivamente nell’ambito della prevenzione rispetto al fenomeno della violenza di genere. Attraverso lo svolgimento di incontri formativi miranti alla sensibilizzazione e all’informazione, opera sul territorio allo scopo di valorizzazione la cultura della parità e l’educazione di genere. Aderisce al Patto di Sussidiarietà, ai sensi della Legge Regionale n.42/12 (Regione Liguria), per la realizzazione di un “Sistema di interventi di prevenzione, informazione, consulenza e sostegno delle donne oggetto di violenza di genere”. Il Centro Antiviolenza Mascherona è stato istituito nel 2008 come servizio comunale, in ottemperanza alla Legge Regionale 12/2007 a contrasto della violenza di genere, grazie alla collaborazione tra la Regione Liguria, la Provincia di Genova, il Comune di Genova e tutte le Associazioni e gli Enti aderenti alla Rete Provinciale contro la violenza di genere. Dal 2012 il centro è gestito dal Cerchio delle Relazioni. Pensato come spazio di ascolto e accoglienza destinato a ricevere le donne che autonomamente hanno scelto di avviare un percorso di fuoriuscita dalla violenza, il centro dispone di un’équipe composta da educatrici, psicologhe, avvocate e volontarie preparate a fornire informazioni, accogliere, indirizzare e supportare rispetto al tema specifico della violenza di genere. 1 Piazza Colombo 1/13 ab - tel: 010-541224, www.ilcerchiodellerelazioni.it. 2 G.U. 133 dell’11/11/2011.
  • 6. I servizi offerti dal Centro Antiviolenza sono: • Accoglienza telefonica e servizio di segreteria telefonica e reperibilità nelle ore di chiusura del centro. • Colloqui individuali di accoglienza e presa in carico, destinati a individuare i bisogni e a elaborare un possibile progetto di uscita dalla situazione di violenza attraverso l’analisi della stessa e la valorizzazione delle risorse disponibili (sia della donna che del territorio). Sulla base di queste si prospettano alla donna diversi percorsi: sarà poi lei ad individuare quello che ritiene più idoneo per se stessa, nel rispetto del principio di autodeterminazione. • Consulenza legale, civile e penale, con possibilità di usufruire del gratuito patrocinio. • Sostegno psicologico, attraverso percorsi finalizzati a una prima fase di presa di coscienza e in seguito all’elaborazione dei propri vissuti legati all’esperienza del maltrattamento. • Gruppi di auto-aiuto (condotti da una facilitatrice) per confrontarsi con altre donne e supportarsi vicendevolmente, per rafforzare le proprie capacità di problem solving e l’autostima. • Collaborazione con le istituzioni territoriali per l’inserimento in strutture protette delle donne sole e/o con minori vittime di violenza. • Sostegno e accompagnamento nell’accesso ai servizi del territorio quali Forze dell’Ordine, Servizi sociali, Tribunali, per costruire una rete solida a sostegno della donna che subisce violenza e dei suoi figli. • Iniziative di prevenzione, informazione e sensibilizzazione rivolte a varie istituzioni (scuola, forze dell’ordine) e ad altre professioni (giornalisti, avvocati).  Colloqui psicopedagogici per minori vittime di violenza assistita e/o subita per permettere anche ai figli di donne maltrattate uno spazio per esporre le proprie problematiche in un ambiente protetto.
  • 7. Capitolo 1. Le donne accolte dal Centro Antiviolenza Mascherona Primi contatti con il Centro Mascherona Le donne che si rivolgono al Centro Antiviolenza Mascherona sono accolte, in primis, dalle operatici telefoniche in quanto, solitamente, il primo contatto con il centro avviene tramite telefono. La volontaria che risponde offre un primo ascolto a cui segue un primo appuntamento per colloquio individuale in cui la donna può illustrare meglio la motivazione per cui ha deciso di rivolgersi al Centro Antiviolenza. Le vengono fornite le informazioni adeguate e le viene dato il supporto per avviare un percorso di uscita dalla violenza, diversificato in base alla situazione. In alcuni casi, non è la donna che si rivolge direttamente al Centro, ma viene segnalata da altri terzi (servizi sociali, forze dell'ordine, associazioni, etc) che collaborano grazie alla rete territoriale. Anche le donne segnalate vengono ricevute da un'operatrice che stabilisce con loro il percorso da fare per fuoriuscire dalla violenza. Sempre nel rispetto totale della volontà della donna, della segretezza e dell'anonimato. Di seguito riportiamo i dati relativi al primo contatto. Tab.1 – Segnalazioni e contatti. Anni 2011-2015. Segnalazioni e contatti/anno Segnalazioni Contatti Totale segnalazioni e contatti 2011 33 213 246 2012 83 272 355 2013 85 377 462 2014 57 361 418 2015 16 339 355 Totali 274 1562 1836 La tabella 1 riporta i dati che registrano i contatti diretti e le segnalazioni da parte di terzi relativi agli ultimi cinque anni di attività del Centro antiviolenza Mascherona. La tabella evidenzia negli anni 2013 e 2014 un aumento del totale di contatti e segnalazioni rispetto agli anni precedenti, mentre nell’anno 2015 si registra un ritorno al valore dell’anno precedente rispetto ai due anni di implementazione del progetto D.i.a.n.a (2013-2014). Secondo le operatrici, il calo del 2015 potrebbe essere influenzato dalla riduzione dell’orario di apertura del centro. Tale misura si è resa necessaria a fronte della crescente contrazione di finanziamenti a sostegno delle attività.
  • 8. Tab.2 – Contatti divisi per fasce di età. Anni 2011-2015. Fasce di età per anno 0-17 18-25 26-36 37-50 51-60 >60 2011 0 12 28 75 39 28 2012 1 12 40 107 40 30 2013 0 16 62 145 57 41 2014 1 32 67 135 43 35 2015 1 39 68 113 54 37 La tabella 2 riporta i dati dei contatti con il centro divisi per fasce di età relativi agli ultimi cinque anni. Un dato interessante che emerge dalla tabella è relativo, come si può vedere, all’aumento degli accessi di giovani donne (18-25) negli anni 2014 e 2015 rispetto agli anni precedenti. Le giovani donne tra i 18 e i 25 anni che si sono rivolte al centro, infatti, costituiscono il 10,22% del totale dei contatti nel 2014, e il 10,25% nel 2015. Nel 2011, 2012 e 2013 erano rispettivamente il 6,59%, il 5,22% e il 4,98% (cfr. Figura 1). Quali cha siano le ragioni di tale incremento, sulle quali non è qui possibile avanzare alcuna ipotesi, il dato appare importante nella misura in cui segnala una presenza non trascurabile del fenomeno della violenza nella fascia di età successiva a quella della formazione secondaria. Tale dato, a nostro avviso, contribuisce a testimoniare l’importanza di intraprendere percorsi di formazione rispetto al tema della violenza contro le donne precisamente in quest’ultima fascia di scolarizzazione e – laddove possibile – in quella precedente. Figura 1. Percentuale fascia 18-25 sul totale dei contatti.
  • 9. Tab.3 Tipi di violenza Tipi di violenza per anno Fisica Psicologica Sessuale Economica Mobbing Stalking 2011 135 187 22 54 2 58 2012 202 253 32 37 2 25 2013 235 337 22 44 10 51 2014 240 274 29 39 2 69 2015 200 272 24 49 4 39 Nella tabella 3 abbiamo riportato il tipo di violenza subita dalle vittime nei cinque anni presi in esame. I tipi di violenza sono classificati in: – violenza fisica – violenza psicologica – violenza sessuale – violenza economica – mobbing – stalking Le donne che si rivolgono al Centro Antiviolenza denunciano soprattutto la violenza nella sua rappresentazione intima, che è quella del maltrattamento dentro le mura domestiche piuttosto che la violenza sessuale/stupro o il mobbing. Per questi tipi di violenza, probabilmente le donne si rivolgono ad altri servizi come le Forze dell’Ordine o i Servizi Sanitari o, per la violenza sul posto di lavoro, ai sindacati. I dati mostrano che la maggior parte delle donne che si è rivolta nei cinque anni presi in esame al Centro Antiviolenza Mascherona hanno denunciato prevalentemente violenza di tipo fisico (1012 casi tra il 2011 e il 2015) e psicologico (1323 nello stesso periodo). Mentre la prima è quella più facilmente dimostrabile perché lascia segni visibili (spintoni, calci, schiaffi, strangolamenti, ustioni, ferite da armi bianche o da fuoco fino al femminicidio), la violenza psicologica è meno “dimostrabile”, ma al contempo è maggiormente lesiva poiché danneggia l'identità e l'autostima della donna, la sua possibilità di benessere. I tipi di violenza non sono escludenti, anzi molto spesso si ha la compresenza di due o più tipi. Nel grafico successivo, sono espressi in percentuale i dati numerici della tabella 3. Come si può notare, nel corso dei cinque anni, le denunce di violenza fisica e psicologica non hanno subito variazioni notevoli, mentre per quanto riguarda lo stalking (atti persecutori) sono scese di più di 10 punti percentuali, dal 23,57% del 2011 al 10,98% del 2015.
  • 10. Grafico 2 Percentuale tipo di violenza Come abbiamo già visto in precedenza, le donne che si sono rivolte al Centro Antiviolenza Mascherona hanno denunciato prevalentemente violenze di tipo domestico, che accadono dentro le mura di casa, la stessa casa in cui molto spesso ci sono anche dei bambini. Per questo nella schede di rilevazione viene dato spazio al dato relativo alla presenza di minori (tabella 4) e a quello relativo alla violenza assistita/subita da minori (tabella 5). Nei cinque anni presi in esame, 601 minori hanno vissuto in nuclei familiari “violenti”. Di questi 434 hanno assistito alla violenza, cioè hanno visto la madre picchiata o denigrata, mentre 97 hanno subito a loro volta violenza. Si tratta, però, di dati parziali poiché molto spesso la violenza assistita dai minori non viene percepita delle donne vittime di violenza. Tab. 4 Presenza di figli minori Figli Minori Si No 2011 79 132 2012 102 151 2013 146 211 2014 146 190 2015 128 168 Tab. 5 Minori vittime di violenza Anno Violenza Assistita Violenza Subita 2011 90 21 2012 92 15 2013 104 18 2014 78 23 2015 70 20 2011 2012 2013 2014 2015 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 violenza fisica violenza psicologica violenza sessuale violenza economica
  • 11. Nella tabella 6 è stato raccolto il dato relativo alla nazionalità delle donne che si sono rivolte nel corso dei vari anni. Si è deciso di procedere solo distinguendo tra italiane e straniere. Nel grafico sottostante, si evidenzia come la predominanza è delle donne italiane: 67,47% sul totale dei cinque anni. La percentuale è leggermente aumentata nel tempo: 64% nel 2011; 61,76% nel 2012; 69,76% nel 2013; 70,36% nel 2014; 66,66% nel 2015. Tab. 6 Nazionalità donne vittime di violenza Anno Italiane Straniere Non specificato 2011 143 65 5 2012 168 93 11 2013 263 100 14 2014 254 102 5 2015 226 104 9 totale 1054 464 44 Grafico 3 Nazionalità donne Anno 2011 italiane straniere non specif icato Anno 2012 italiane straniere non specif icato Anno 2013 italiane straniere non specif icato Anno 2014 italiane straniere non specif icato Anno 2015 italiane straniere non specif icato Totale italiane straniere non specif icato
  • 12. Capitolo 2. Le strutture di protezione Le strutture gestite da Il Cerchio delle Relazioni La cooperativa sociale Il Cerchio delle Relazioni gestisce attualmente tre strutture ad indirizzo segreto per accogliere donne, con o senza figli, vittime di maltrattamento e abuso o che vivono condizioni di disagio e vulnerabilità sociale. Queste case sono un luogo di protezione, osservazione e supporto rivolto a donne che escono da situazioni di violenza intra ed extra familiare. Rispetto al percorso del nucleo verso l'autonomia, si caratterizzano, inoltre, come luogo di osservazione e sostegno alle funzioni genitoriali. Peculiarità delle strutture è un approccio integrato psico-educativo, che caratterizza tutte le fasi dell’intervento. Ciò si realizza mediante la presenza, all’interno dell’équipe, di educatrici professionali e psicologhe che operano in stretta connessione, costituendo con la coordinatrice del servizio micro-équipes stabili referenti per ciascun nucleo. In queste strutture possono essere ospitati fino a 9 nuclei, per un totale di 20 persone. Si tratta di luoghi in cui, in perfetta conformità con la mission della cooperativa, alla donna vengono offerte possibilità di empowerment: • aiutandola a rielaborare i propri vissuti e a recuperare l’autostima e la fiducia di sè per ripensare a un’alternativa di vita; • valorizzando il ruolo genitoriale affinchè possa prendersi cura del proprio bambino in maniera “sufficientemente buona”; • aiutando il bambino a esprimere le proprie emozioni e a sviluppare le condizioni per continuare nel modo più sereno possibile la propria crescita; • offrendo alla coppia madre-bambino la possibilità di ricostruire e sperimentare la relazione affettiva con diversi interventi; • supportando il reinserimento sociale e lavorativo. Nel corso del 2015 sono stati accolti in totale nelle tre strutture 14 donne e 21 minori. Si tratta di un dato spurio, in quanto il percorso verso l'autonomia prevede il passaggio della donna in almeno due strutture.
  • 13. Capitolo 3. Gli autori di violenza Legame con gli autori di violenza Nella tabella seguente sono riportati i dati relativi al legame che intercorre tra la donna vittima di violenza e l'uomo maltrattante. Come si può facilmente notare dal grafico percentuale, negli anni analizzati circa il 59% dei maltrattamenti avvengono ad opera del partner, poco più del 20% dall'ex. Il restante 20% è suddiviso tra parente, datore di lavoro, persona sconosciuta e persona conosciuta. Tab.7 Legame con il maltrattante Anno Partner Ex Parente Datore di lavoro Persona Sconosciuta Persona Conosciuta 2011 112 40 19 1 8 13 2012 132 39 22 6 7 29 2013 188 66 18 6 10 25 2014 188 81 22 2 2 19 2015 176 65 22 2 6 26 totale 796 291 103 17 33 112 Grafico 4. Legame con il maltrattante 2011 2012 2013 2014 2015 totale 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Persona Conosciuta Persona Sconosciuta Datore di lavoro Parente Ex Partner
  • 14. Spazio Uomo 3 Nell’ottica del contrasto alla violenza di genere, e nell’ampliamento dei servizi offerti, a partire da Novembre 2012 l’Associazione di promozione sociale Il Cerchio delle Relazioni ha attivato un servizio denominato Spazio Uomo. Tale iniziativa è stata resa possibile dal Progetto Di.A.NA (Diventare Adulte Nell’Autonomia), realizzatosi grazie a fondi vinti attraverso un bando ministeriale. Il pensiero alla base del S.U. parte dalla convinzione che i servizi di ascolto, di accoglienza e di sostegno per gli uomini autori di violenza sono una parte ormai irrinunciabile di un sistema più ampio d’intervento contro la violenza di genere; un sistema d’intervento integrato che collabori a stretto contatto con i servizi dedicati alle donne vittime e ai loro bambini, la cui sicurezza rimane comunque priorità assoluta anche del lavoro con gli uomini stessi. Il punto di partenza del percorso con gli autori di violenza è considerare gli uomini con cui si lavora come responsabili della violenza di cui fanno uso ed enfatizzare la necessità da parte loro di assumersi la piena responsabilità per il loro comportamento violento e per le sue conseguenze. Il maltrattamento domestico non viene quindi concepito come una forma di patologia, ma piuttosto come risultante di un insieme complesso composto da aspetti relazionali, psicologici, sociali e culturali. Lo scopo principale del lavoro è l’interruzione di ogni forma di violenza (fisica, psicologica, sessuale, economica). Tale scopo deve essere esplicitato in modo chiaro agli uomini con cui si lavora, al fine di evitare possibili strumentalizzazioni e tentativi di manipolazione del rapporto clinico. Quali obiettivi raggiungere: •potenziare la consapevolezza maschile in relazione ai temi della mascolinità, del rispetto della differenza di genere, del riconoscimento delle proprie emozioni e della loro relativa gestione; •riflettere su un piano transgenerazionale rispetto ai modelli relazionali interiorizzati, sia sul piano coniugale, sia sul piano genitoriale; •decostruire ogni forma di negazione, giustificazione, minimizzazione, scusa o biasimo per altri o per le circostanze; •ri-narrare in modo analitico i comportamenti violenti, ricostruendo le azioni concrete, i pensieri e i sentimenti, mettendo in condizione gli autori di riconoscere il loro ruolo attivo nell’uso della violenza; •facilitare l’assunzione di un auto-responsabilità consapevole al fine di evitare le recidive violente e la possibilità di costruire una solida alternativa al comportamento violento stesso; 3 Il contenuto di questo paragrafo è preso da http://www.ilcerchiodellerelazioni.it/cooperativa-e-ass-di-promozione- sociale/
  • 15. •incoraggiare l’empatia, attraverso la riflessione sugli effetti del proprio comportamento violento sugli altri. Quest’area è gestita da l’Associazione di promozione sociale Il Cerchio delle Relazioni, in uno spazio separato rispetto alle attività della Cooperativa sociale. Nella seguente tabella sono riportati i dati relativi all'attività svolta dal S.U. dalla sua nascita ad oggi. Come si può notare, la maggior parte degli uomini che si sono rivolti al S.U. sono stati inviati da altre strutture, in particolare dalle A.T.S. Tab.8 Attività del S.U. totale inviati spontanei Progetto concluso In carico sospeso maltrattanti 32 23 9 12 19 1