2. Storia
La celebre Camera degli sposi, o Camera Picta, può essere considerata una delle opere più
significative, se non la più significativa, di tulle quelle prodotte alla corte dei Gonzaga a Mantova.
L’affresco è importante non solo perché ci propone in modo realistico la famiglia Gonzaga al
completo, ma soprattutto perché rappresenta il manifesto autocelebrativo del potere raggiunto dalla
casata sotto l’abile guida del marchese Ludovico lì. Nel 1460, terminato il Concilio tenuto a
Mantova da papa Pio lì, il Gonzaga tirava le somme di una vita spesa nel tentativo di aumentare il
prestigio e la potenza della propria famiglia e della propria città. La sua piccola ma ricca capitale
era stata per alcuni mesi fulcro dei destini politici europei, e suo figlio Francesco indossava pur
diciassettenne la porpora cardinalizia, primo Gonzaga ad ottenere tale onore. Si può capire quindi,
quali significati fosse chiamato ad esprimere con il suo affresco il Mantegna.
Egli cominciò l’opera nel 1465, portandola a termine nel 1474. Nove anni in cui il pittore padovano
abbatté le pareti della stanza, dilatandone gli spazi, costruendo paesaggi immaginari e decori
mirabili. Egli dipinse con realistica maestria le figure dei protagonisti, che appaiono maestose e
solenni anche se cariche della loro reale umanità, del tutto prive di qualsiasi suggestione idealistica.
Andrea Mantegna concepisce lo spazio cubico della stanza come un continuo rimando tra realtà e
finzione.Ciascuna parete è interpretata come uno spazio scandito da tre aperture: nelle due pareti
più buie sono dipinti dei tendaggi dorati mentre nelle due pareti principali le cortine si aprono e,
come in uno spettacolo teatrale, entrano in scena i personaggi:
• Una prima parete (detta "della corte"), rappresentata da un punto di vista rialzato (all'altezza
dell'ampio camino), è dedicata al ritratto collettivo della famiglia Gonzaga: il marchese
Ludovico II e la moglie Barbara di Brandeburgo (nipote dell'imperatore Sigismondo di
Lussemburgo) sono attorniati dai figli e dai familiari.
3. • La seconda scena (detta "dell'incontro") raffigura Ludovico II Gonzaga in vesti ufficiali al
cospetto del figlio Francesco appena nominato cardinale. La scena è una sintesi della linea
dinastica di tre generazioni.
• La volta, dorata e sostenuta da putti dipinti a monocromo, è un omaggio agli imperatori
romani (raffigurati secondo il gusto della medaglistica classica) e si apre verso il cielo
attraverso l'oculo, l'apertura illusionistica del soffitto realizzata con un'eccezionale
applicazione della prospettiva in pittura. Da una balconata si affacciano dei putti, delle
fanciulle e delle figure misteriose.
4. Sullo sfondo di alcune scene si possono notare alcuni paesaggi di chiara derivazione classica,
oltre ad una Roma immaginata, che oltre a mettere in risalto la cultura umanistica del Mantegna
sono funzionali all’intento celebrativo del dipinto, lì ritmo compositivo, la qualità della
costruzione pittorica, la profondità del colore, il realismo della raffigurazione, fanno di
quest’opera uno dei più grandi capolavori del Rinascimento.
Tutela e conservazione
L’esigenza di preservare la conservazione dei dipinti del Mantegna ha portato alla scelta di
installare un impianto di ventilazione meccanica Nel contempo, si potranno migliorare le condizioni
di fruizione dell'opera da parte dei visitatori, senza penalizzarne la domanda. Non risultano
sostanziali controindicazioni ad un impianto di ventilazione (soluzione già utilizzata per il Cenacolo
a Milano e la Cappella degli Scrovegni a Padova) purché si osservino alcune cautele dettate dalla
prudenza e dalle speciali caratteristiche dell'ambiente e cioè:
• le condizioni interne non vengano sostanzialmente alterate;
• non si introducano velocità dell'aria eccessive che potrebbero modificare l'equilibrio
termoigrometrico delle superfici dipinte e mettere in movimento particelle di polvere;
• sia garantita la completa reversibilità dell'intervento, evitando di manomettere le strutture
edilizie
La soluzione impiantistica adottata si basa sugli studi finora eseguiti consente di ottenere i seguenti
vantaggi:
• tenere sotto controllo la qualità dell'aria all'interno della camera (che altrimenti sarebbe
determinata dagli scambi con gli ambienti attigui e con l'esterno, dovuti alla ventilazione
naturale);
• stabilizzare il contenuto di vapore acqueo dell'aria interna, evitando i fenomeni di
condensazione superficiale e contenendo la condensazione capillare;
• consentire un maggiore afflusso di visitatori.
Simulazione campi di temperatura, stratificazione dell'aria in
vettori velocità prossimità de l’impianto
5. Quest'ultima possibilità è funzione del numero di ricambi d'aria, che permettono di compensare
alcuni effetti sull'ambiente dovuti alla presenza di persone, come l'emissione di calore, di vapore
acqueo e di anidride carbonica.
Ne consegue che è opportuno limitare a 15 il numero di visitatori contemporaneamente presenti,
con eventuali variazioni che dipenderanno dalla verifica sperimentale dell'intervento.
Restauro e manutenzione
All'inizio degli anni '80 del secolo scorso, i dipinti murali si trovavano in pessimo stato di
conservazione.
Stato di conservazione dei dipinti agli inizi degli anni 80
- A partire dal 1984, l'Istituto Centrale del Restauro condusse tre campagne di restauro nel
corso delle quali le superfici dipinte, fotografate e mappate graficamente, furono pulite,
consolidate, stuccate e reintegrate da docenti ed allievi mentre nei laboratori si studiavano
materiali costitutivi e cause del degrado.
Fase della pulitura
Per pulitura di un dipinto si intende:
- la rimozione delle macchie superficiali dovute a colature, schizzi etc.;
- la rimozione dello sporco superficiale depositatosi e parzialmente
inglobatosi nel corso del tempo sulla superficie dell'opera;
- la rimozione delle ridipinture debordanti, snaturanti, deturpanti o
semplicemente alterate;
- la rimozione, o meglio l'assottigliamento, degli strati protettivi alterati
(le vernici sovrammesse e talvolta anche le vernici originali) che
impediscono o limitano fortemente la corretta lettura dell'opera.
Fase della stuccatura
La prima fase della reintegrazione prevede una stuccatura della lacuna,
eseguita generalmente facendo colare sulla zona interessata gesso e colla
caldi. Il gesso, una volta essiccato, viene portato al livello della superficie
pittorica grattando l'eccesso con la lama di un bisturi. Le pennellate e le
imperfezioni della superficie originale vengono in seguito imitate con gesso
e colla diluiti in una maggiore quantità d'acqua. In alcuni casi può essere
aggiunta al gesso una certa quantità di pigmento colorato allo scopo di
dare una intonazione simile a quella della preparazione originale.
Restauro ultimato
6. - Nel 1985 il Consorzio Arkè di Roma affiancò l'I.C.R., restaurando la scena dell'incontro
sulla parete ovest e le pareti est e sud decorate con lunette e tendaggi.
- Al termine della terza ed ultima campagna dell'I.C.R. per completare il restauro della parete
nord nel 1986 fu effettuato il restauro dei materiali lapidei dorati e dipinti (cornici delle
porte, dello sportello e del camino) ad opera del Consorzio Arkè di Roma.
Manutenzione
Per dieci anni non si mise più mano ai dipinti di Mantegna se non per ovviare a piccole alterazioni
dovute all'affiorare su alcune stuccature di sali di ferro rilasciati da grappe ossidate.
Nel 1996 la prima manutenzione verificò il generale buono stato di conservazione della Camera; fu
rilevato però che sulle superfici dipinte continuava il lento processo di degrado dovuto alla
migrazione in superficie di particelle di mica (orto-meta silicato di Alluminio con metalli alcalini)
contenuti negli strati di malta originale, con la conseguente caduta puntiforme della pellicola
pittorica.
caduta puntiforme della pellicola pittorica
Il movimento di questi cristalli è stimolato dal depositarsi dell'umidità di condensa sulle strutture
murarie. La percentuale di tale umidità cresce di molto con l'aumentare del numero di persone
presenti nell'ambiente. Da qui l'indicazione di limitare a quindici il numero delle persone che
possono sostare contemporaneamente nella Camera.
Risalgono al 1999 e al 2001 le manutenzioni successive.
In seguito al terremoto del 25 novembre 2004, la manutenzione eseguita tra gennaio ed aprile 2005
si è configurata come un pronto intervento verificando e ponendo rimedio ai limitati ma diffusi
distacchi tra gli strati preparatori. Tale operazione è stata graficizzata insieme alle fuoriuscite di sali,
ai piccoli sollevamenti ed alle cadute puntiformi della pellicola pittorica, nonché alle alterazioni dei
ritocchi. Con l'eliminazione di questi piccoli danni si è restituita una buona leggibilità ai dipinti.