SlideShare a Scribd company logo
1 of 23
Realizzato da: Dalla Costa Riccardo e Pavanello Nicholas
Gascromatografo

La gascromatografia, nota
anche come GC, è una
tecnica cromatografica
impiegata a scopo analitico. Si
tratta di una tecnica di chimica
analitica piuttosto diffusa, che
si basa sulla ripartizione della
miscela da analizzare tra una
fase stazionaria ed una fase
mobile, in funzione della
diversa affinità di ogni
sostanza della miscela con le
fasi.
• In GC è fondamentale che gli analiti possano essere
vaporizzati per via termica e a pressione ambiente
(principale limite GC)
• I componenti della miscela una volta vaporizzati sono
separati in seguito alla ripartizione tra una fase gassosa
mobile e una fase stazionaria
• La fase mobile non interagisce con l’analita. La sua solo
funzione è di carrier.
• La separazione dipende quindi dalle caratteristiche
chimico-fisiche della fase stazionaria e dalla temperatura
SCHEMA A BLOCCHI DELLO STRUMENTO
Classificazione delle tecniche
gascromatografiche
I criterio (stato fisico fase stazionaria)
GC
Gas solido

Gas liquido

II criterio (caratteristiche geometriche colonna )
GC
Colonne impaccate

Colonne capillari
Fasi stazionarie per GC
Fasi stazionarie solide (di uso limitato rispetto alle fasi liquide): Il meccanismo di
separazione è per adsorbimento (la separazione dipende dalla forza di legame tra le
molecole di analita e i siti attivi della fase stazionaria).

Si utilizza tale tecnica per separare gas che non ripartiscono nella fase liquida (azoto,
ossigeno, monossido di carbonio) e molecole organiche e in genere composti bassobollenti
(metanolo, etanolo, acqua).
I materiali più usati come fase stazionaria sono:

Gel di silice
Allumina
Carbone attivo (mediamente polare)
Zeoliti (silicati di alluminio e sodio)
Fasi stazionarie liquide: In tale tecnica le molecole di analita si sciolgono nella fase
stazionaria liquida. Si ha quindi una ripartizione dell’analita tra la fase fissa (liquido) e la
fase gassosa.
Nelle colonne impaccate e nelle SCOT, la fase liquida è ancorata su un supporto inerte che

deve avere le seguenti caratteristiche:
• Inerzia chimica
• Resistenza meccanica e termica
• Buon grado di bagnabilità da parte del liquido di ripartizione
• Bassa resistenza al flusso di gas
• Disponibilità sotto forma di particelle sferiche
I materiali più usati sono
Terra di diatomee (scheletri di piante unicellulari): materiale molto poroso con un buon
grado di assorbività (fino al 30% del suo peso). I numerosi gruppi idrossilici vengono rimossi
per silanizzazione con dimetilclorosilano (DMCS) o esametildisilazano (HMDS)
Teflon: poco adsorbenti
Vetro: poco adsorbenti
Nelle colonne WCOT, la fase stazionaria viene depositata sulle superficie interna della
colonna di vetro o di silice fusa
Liquidi di ripartizione:
Il liquido di ripartizione da depositare sul supporto solido deve soddisfare numerosi requisiti
tra cui:
• Bassa tensione di vapore (per minimizzare la perdita di liquido durante le analisi) (la
tensione di vapore aumenta esponenzialmente all’aumentare della temperatura)
• elevata stabilità termica
• Elevata inerzia chimica
• Buon effetto solvente sulla miscela
• Bassa viscosità per diminuire la resistenza al trasferimento di massa

Sulla base della polarità i liquidi di ripartizione si possono suddividere nelle seguenti classi:
• prima classe: apolari (idrocaarburi o siliconi con sostituenti non polari)
• seconda classe a bassa polarità quali derivati siliconici (polisilossani) con sostituenti
polari
• terza classe: polari (poliglicoli, polialcol e loro esteri)
• Quarta classe: molto polari (glicoli, glicerina, idrossiacidi)
COLONNE PER GAS-CROMATOGRAFIA

Colonne impaccate:
la fase stazionaria è formata
da un solido granulare
poroso o da un liquido
depositato su un supporto
costituito da elementi inerti.
La colonna è costituita da un
tubo di acciaio o vetro di
lunghezza compresa da 1 a
6 metri con diametro
variabile tra 0.75-4 mm.
Colonne capillari : la fase stazionaria viene depositata sotto forma
di film sottilissimo (0.1 - 5µm) sulla parete interna di un capillare con
diametro 0.1-0.75 mm e lungo da 15 a 100 m. Il carrier percorre il canale
lasciato libero dalla fase stazionaria
Le prestazioni di una separazione GC
vengono valutate in base a:
• selettività: in GC dipende solo dalla fase stazionaria e dalla sua temperatura.
Non esistono differenze tra colonne impaccate e capillari

• efficienza: Notevoli differenze tra colonne impaccate e capillari: le colonne
impaccate hanno 4000 piatti teorici mentre le colonne capillari ne hanno 50000-150000.
(la permeabilità è nettamente superiore nelle colonne capillari e questo permette di
raggiungere lunghezze fino anche a 150 m).
Per aumentare l’efficienza si può agire sulle seguenti variabili:
1. Lunghezza colonna
2. Diametro delle particelle (per colonne impaccate)
3. Liquido di ripartizione: altamente selettivo per l’analita e poco viscoso

4. diametro interno della colonna (sia per colonne impaccate sia per quelle
capillari)

• Risoluzione: Data dal numero di piatti teorici, è solitamente maggiore per le
colonne capillari rispetto a quelle impaccate
Fase Mobile: Il gas Carrier
Il gas carrier deve avere le seguenti caratteristiche:
•

elevata inerzia chimica verso gli analiti e la fase stazionaria (gas nobili e azoto)
• elevato grado di purezza. In particolare devono essere assenti umidità
(disattivazione fase stazionaria), ossigeno (ossidazione fase stazionaria) e
idrocarburi (aumento linea base)
• Compatibilità con il rivelatore

I gas di trasporto più usati sono:
•

idrogeno

•
•
•
•

elio e miscele elio/idrogeno
azoto
argon
Diossido di carbonio
Polarità soluti

Regola per la
scelta della fase
stazionaria: la
scelta si basa
sulla regola “il
simile sciogli il
simile”. Es. le
colonne apolari
sono le migliori
per i soluti apolari
e viceversa
Componenti
olio di menta

Colonna apolare

Colonna polare (Carbovax)
Sistema di iniezione del campione
Il campione viene iniettato (mediante opportuna siringa) attraverso un setto
di gomma o silicone nella camera riscaldata in testa alla colonna
La camera viene generalmente riscaldata
circa 50°C oltre il p.e. del componente
meno volatile.
Per le colonne impaccate il volume del
campione varia da 0.1 a 20 µl.
Per le colonne capillari la portata è
notevolmente inferiore (almeno un fattore
di 100) e richiedono un sistema di
ripartizione
Iniezione frazionata (split)
Le colonne capillari hanno una bassa portata: è quindi necessario che
solo una frazione del campione iniettato raggiunga la colonna. Il sistema
di ripartizione (split) invia solo una parte del campione alla colonna e la
rimanente parte viene scaricata (rapporto di frazionamento da 1:50 a
1:100). Si usa tale tecnica quando gli analiti costituiscono almeno lo 0.1%
del campione
Sistema di termostatazione della colonna
La temperatura è cruciale nelle separazioni cromatografiche e pertanto la
colonna è alloggiata in forni termostatati. L’analisi GC può essere
effettuata a T costante (isoterma) o variabile (gradiente di temperatura).
Le rampe di temperatura possono essere lineari o asimmetriche con
diverse fasi di plateau.
Isoterma (45°C)

Isoterma (145°C)

Gradiente (da 30 a 180°C)
Rivelatori
I rivelatori sono dispositivi posti in uscita alla colonna che
consentono di individuare i componenti di una miscela. Si
distinguono in rivelatori universali e selettivi, quest’ultimi
consentono di individuare solo particolari categorie di
composti.

Il rivelatore ideale ha le seguenti caratteristiche:
• adeguata sensibilità
• buona stabilità e riproducibilità
• risposta lineare in un intervallo di parecchi ordini di
grandezza
• tempo di risposta breve
Rivelatori a ionizzazione di fiamma (FID):
L’effluente della colonna viene
direzionato in una fiamma

aria/idrogeno.
La maggior parte dei composti
organici quando pirolizzati in
tale fiamma producono ioni ed
elettronii che generano una
corrente elettrica (segnale)
Vantaggi: buona sensibilità,
range dinamico, robusto
Svantaggi: metodo distruttivo;
non sensibile a composti non
idrocarburici come ad es. N2,
O2, CO2, NH3
Rivelatori a cattura di elettroni (ECD):
• Risponde in maniera selettiva a composti organici contenenti
alogeni.
• Il gas che entra nel rivelatore viene ionizzato da elettroni ad alta
energia (radiazioni

) emessi da una lamina contenente Ni63

radioattivo.
• La ionizzazione del gas di trasporto (solitamente N2) genera un
flusso di elettroni attratti dall’anodo (corrente stazionaria).
• Quando le molecole dell’analita ad elevata affinità elettronica
entrano nel rivelatore, catturano gli elettroni riducendo la corrente

Vantaggi: sensibilità elevata per composti alogenati
Svantaggi: non sensibile per ammine, alcoli e idrocarburi
Analisi quantitativa in gas-cromatografia
• La gascromatografia è ampiamente usata per l’analisi
quantitativa: l’altezza o l’area dei picchi è proporzionale con
la quantità dei diversi componenti la miscela analizzata
•

Esistono diversi metodi di misura della concentrazione tra
cui:

1. Normalizzazione interna: è il metodo usato per determinare
la composizione percentuale quando tutti i componenti
della miscela sono rappresentati nel cromatogramma
2. Metodo della standardizzazione esterna: consente di

determinare la concentrazione di uno o più componenti
utilizzando lo standard e allestendo la curva di calibrazione
3. Aggiunta singola o multipla
 In GC si preferisce l’uso di uno standard interno che consente analisi
quantitative più accurate: tale tecnica prevede l’aggiunta di una molecola
alla miscela da analizzare in quantità nota.
 Curva di calibrazione: l’asse delle y non fa riferimento all’area del
picco dell’analita ma al rapporto tra l’area del picco dell’analita e quella
dello standard interno
 Lo standard interno deve soddisfare i seguenti requisiti:
- Non essere presente nella miscela da analizzare
- Essere ben risolto dagli altri componenti
- Avere un TR simile a quello dell’analita
- Avere una concentrazione simile a quella dell’analita
- Non contenere impurezze
- Non reagire con il campione

More Related Content

What's hot

PLGA Role in Biopharmaceutics
PLGA Role in Biopharmaceutics PLGA Role in Biopharmaceutics
PLGA Role in Biopharmaceutics Dr.Ali Hussein
 
Understanding Your Particle Size Analyzer Results
Understanding Your Particle Size Analyzer ResultsUnderstanding Your Particle Size Analyzer Results
Understanding Your Particle Size Analyzer ResultsHORIBA Particle
 
Chromatography
ChromatographyChromatography
ChromatographyZahra Naz
 
Low Temperature Synthesis of ZnO Nanoparticles
Low Temperature Synthesis of ZnO NanoparticlesLow Temperature Synthesis of ZnO Nanoparticles
Low Temperature Synthesis of ZnO Nanoparticlescurtistaylor80
 
Thin layer chromatography
Thin layer chromatographyThin layer chromatography
Thin layer chromatographyPratyay Seth
 
Preparation of catalysts_by_impregnation_methods
Preparation of catalysts_by_impregnation_methods Preparation of catalysts_by_impregnation_methods
Preparation of catalysts_by_impregnation_methods THOMAS DANIYA
 
Gas chromatography print this
Gas chromatography print thisGas chromatography print this
Gas chromatography print thisRuta Angel
 
gas chromatography (GC)
gas chromatography (GC)gas chromatography (GC)
gas chromatography (GC)ummiabah
 
Высокомолекулярные соединения
Высокомолекулярные соединенияВысокомолекулярные соединения
Высокомолекулярные соединенияkassy2003
 

What's hot (20)

PLGA Role in Biopharmaceutics
PLGA Role in Biopharmaceutics PLGA Role in Biopharmaceutics
PLGA Role in Biopharmaceutics
 
Hplc detectors
Hplc detectorsHplc detectors
Hplc detectors
 
Gas Chromatography
Gas ChromatographyGas Chromatography
Gas Chromatography
 
Understanding Your Particle Size Analyzer Results
Understanding Your Particle Size Analyzer ResultsUnderstanding Your Particle Size Analyzer Results
Understanding Your Particle Size Analyzer Results
 
HPLC Column
HPLC ColumnHPLC Column
HPLC Column
 
Gas chromatography
Gas chromatographyGas chromatography
Gas chromatography
 
Phys 4710 lec 6,7
Phys 4710 lec 6,7Phys 4710 lec 6,7
Phys 4710 lec 6,7
 
Chromatography
ChromatographyChromatography
Chromatography
 
Gas chromatography
Gas chromatographyGas chromatography
Gas chromatography
 
Low Temperature Synthesis of ZnO Nanoparticles
Low Temperature Synthesis of ZnO NanoparticlesLow Temperature Synthesis of ZnO Nanoparticles
Low Temperature Synthesis of ZnO Nanoparticles
 
Thin layer chromatography
Thin layer chromatographyThin layer chromatography
Thin layer chromatography
 
Monochromators
MonochromatorsMonochromators
Monochromators
 
Xrd lecture 1
Xrd lecture 1Xrd lecture 1
Xrd lecture 1
 
Preparation of catalysts_by_impregnation_methods
Preparation of catalysts_by_impregnation_methods Preparation of catalysts_by_impregnation_methods
Preparation of catalysts_by_impregnation_methods
 
Affinity Chromatography
Affinity ChromatographyAffinity Chromatography
Affinity Chromatography
 
Gas chromatography print this
Gas chromatography print thisGas chromatography print this
Gas chromatography print this
 
Gas chromatography GC
Gas chromatography GCGas chromatography GC
Gas chromatography GC
 
My presentation
My presentationMy presentation
My presentation
 
gas chromatography (GC)
gas chromatography (GC)gas chromatography (GC)
gas chromatography (GC)
 
Высокомолекулярные соединения
Высокомолекулярные соединенияВысокомолекулярные соединения
Высокомолекулярные соединения
 

Viewers also liked

Spettrofotometro UV-visibile
Spettrofotometro UV-visibileSpettrofotometro UV-visibile
Spettrofotometro UV-visibileLorek3
 
Flipped laboratory
Flipped laboratoryFlipped laboratory
Flipped laboratoryLorek3
 
Assorbimento atomico
Assorbimento atomico Assorbimento atomico
Assorbimento atomico Lorek3
 
La vetreria
La vetreriaLa vetreria
La vetreriaLorek3
 
Analisi chimica metodi sabella
Analisi chimica metodi sabellaAnalisi chimica metodi sabella
Analisi chimica metodi sabellamauro_sabella
 
chromatographic techniques
chromatographic techniqueschromatographic techniques
chromatographic techniquesMeenal Aggarwal
 
Principles in chromatography
Principles in chromatographyPrinciples in chromatography
Principles in chromatographyFLI
 
Chromatography and its types
Chromatography and its typesChromatography and its types
Chromatography and its typesnadeem akhter
 

Viewers also liked (9)

Spettrofotometro UV-visibile
Spettrofotometro UV-visibileSpettrofotometro UV-visibile
Spettrofotometro UV-visibile
 
Flipped laboratory
Flipped laboratoryFlipped laboratory
Flipped laboratory
 
Assorbimento atomico
Assorbimento atomico Assorbimento atomico
Assorbimento atomico
 
Gc fracassi
Gc fracassiGc fracassi
Gc fracassi
 
La vetreria
La vetreriaLa vetreria
La vetreria
 
Analisi chimica metodi sabella
Analisi chimica metodi sabellaAnalisi chimica metodi sabella
Analisi chimica metodi sabella
 
chromatographic techniques
chromatographic techniqueschromatographic techniques
chromatographic techniques
 
Principles in chromatography
Principles in chromatographyPrinciples in chromatography
Principles in chromatography
 
Chromatography and its types
Chromatography and its typesChromatography and its types
Chromatography and its types
 

Similar to Gas Cromatografo

Similar to Gas Cromatografo (12)

Iniettori e Liners - best pratic
Iniettori e Liners - best praticIniettori e Liners - best pratic
Iniettori e Liners - best pratic
 
Colonne GC, Fast & Ultrafast
Colonne GC, Fast & UltrafastColonne GC, Fast & Ultrafast
Colonne GC, Fast & Ultrafast
 
Rapy 3 gc, hplc, etc
Rapy 3   gc, hplc, etcRapy 3   gc, hplc, etc
Rapy 3 gc, hplc, etc
 
Introduzione alla Gascromatografia
Introduzione alla GascromatografiaIntroduzione alla Gascromatografia
Introduzione alla Gascromatografia
 
Centrifugazione e frazionamento
Centrifugazione e frazionamentoCentrifugazione e frazionamento
Centrifugazione e frazionamento
 
Test di cessione DM 5/2/1998
Test di cessione DM 5/2/1998Test di cessione DM 5/2/1998
Test di cessione DM 5/2/1998
 
Misura della conducibilità in acqua
Misura della conducibilità in acquaMisura della conducibilità in acqua
Misura della conducibilità in acqua
 
Alcalinità
AlcalinitàAlcalinità
Alcalinità
 
Paper&board contaminants and hplc testing
Paper&board contaminants and hplc testingPaper&board contaminants and hplc testing
Paper&board contaminants and hplc testing
 
Sensore di cloro libero residuo
Sensore di cloro libero residuoSensore di cloro libero residuo
Sensore di cloro libero residuo
 
Metodo EPA 8260
Metodo EPA 8260Metodo EPA 8260
Metodo EPA 8260
 
Atlas
AtlasAtlas
Atlas
 

More from Lorek3

Presentazione mais piralide
Presentazione mais piralidePresentazione mais piralide
Presentazione mais piralideLorek3
 
Ricerca delle vitamine nel mais con hplc
Ricerca delle vitamine nel mais con hplcRicerca delle vitamine nel mais con hplc
Ricerca delle vitamine nel mais con hplcLorek3
 
Ricerca delle aflatossine nel mais con hplc
Ricerca delle aflatossine nel mais con hplcRicerca delle aflatossine nel mais con hplc
Ricerca delle aflatossine nel mais con hplcLorek3
 
Kedjal
KedjalKedjal
KedjalLorek3
 
Presentazione mitosi1
Presentazione mitosi1Presentazione mitosi1
Presentazione mitosi1Lorek3
 
Conduttimetria
ConduttimetriaConduttimetria
ConduttimetriaLorek3
 
pH-metria
pH-metriapH-metria
pH-metriaLorek3
 
Presentazione HPLC
Presentazione HPLCPresentazione HPLC
Presentazione HPLCLorek3
 

More from Lorek3 (9)

Presentazione mais piralide
Presentazione mais piralidePresentazione mais piralide
Presentazione mais piralide
 
Ricerca delle vitamine nel mais con hplc
Ricerca delle vitamine nel mais con hplcRicerca delle vitamine nel mais con hplc
Ricerca delle vitamine nel mais con hplc
 
Ricerca delle aflatossine nel mais con hplc
Ricerca delle aflatossine nel mais con hplcRicerca delle aflatossine nel mais con hplc
Ricerca delle aflatossine nel mais con hplc
 
Kedjal
KedjalKedjal
Kedjal
 
Mais
MaisMais
Mais
 
Presentazione mitosi1
Presentazione mitosi1Presentazione mitosi1
Presentazione mitosi1
 
Conduttimetria
ConduttimetriaConduttimetria
Conduttimetria
 
pH-metria
pH-metriapH-metria
pH-metria
 
Presentazione HPLC
Presentazione HPLCPresentazione HPLC
Presentazione HPLC
 

Gas Cromatografo

  • 1. Realizzato da: Dalla Costa Riccardo e Pavanello Nicholas
  • 2. Gascromatografo La gascromatografia, nota anche come GC, è una tecnica cromatografica impiegata a scopo analitico. Si tratta di una tecnica di chimica analitica piuttosto diffusa, che si basa sulla ripartizione della miscela da analizzare tra una fase stazionaria ed una fase mobile, in funzione della diversa affinità di ogni sostanza della miscela con le fasi.
  • 3. • In GC è fondamentale che gli analiti possano essere vaporizzati per via termica e a pressione ambiente (principale limite GC) • I componenti della miscela una volta vaporizzati sono separati in seguito alla ripartizione tra una fase gassosa mobile e una fase stazionaria • La fase mobile non interagisce con l’analita. La sua solo funzione è di carrier. • La separazione dipende quindi dalle caratteristiche chimico-fisiche della fase stazionaria e dalla temperatura
  • 4. SCHEMA A BLOCCHI DELLO STRUMENTO
  • 5. Classificazione delle tecniche gascromatografiche I criterio (stato fisico fase stazionaria) GC Gas solido Gas liquido II criterio (caratteristiche geometriche colonna ) GC Colonne impaccate Colonne capillari
  • 6. Fasi stazionarie per GC Fasi stazionarie solide (di uso limitato rispetto alle fasi liquide): Il meccanismo di separazione è per adsorbimento (la separazione dipende dalla forza di legame tra le molecole di analita e i siti attivi della fase stazionaria). Si utilizza tale tecnica per separare gas che non ripartiscono nella fase liquida (azoto, ossigeno, monossido di carbonio) e molecole organiche e in genere composti bassobollenti (metanolo, etanolo, acqua). I materiali più usati come fase stazionaria sono: Gel di silice Allumina Carbone attivo (mediamente polare) Zeoliti (silicati di alluminio e sodio)
  • 7. Fasi stazionarie liquide: In tale tecnica le molecole di analita si sciolgono nella fase stazionaria liquida. Si ha quindi una ripartizione dell’analita tra la fase fissa (liquido) e la fase gassosa. Nelle colonne impaccate e nelle SCOT, la fase liquida è ancorata su un supporto inerte che deve avere le seguenti caratteristiche: • Inerzia chimica • Resistenza meccanica e termica • Buon grado di bagnabilità da parte del liquido di ripartizione • Bassa resistenza al flusso di gas • Disponibilità sotto forma di particelle sferiche I materiali più usati sono Terra di diatomee (scheletri di piante unicellulari): materiale molto poroso con un buon grado di assorbività (fino al 30% del suo peso). I numerosi gruppi idrossilici vengono rimossi per silanizzazione con dimetilclorosilano (DMCS) o esametildisilazano (HMDS) Teflon: poco adsorbenti Vetro: poco adsorbenti
  • 8. Nelle colonne WCOT, la fase stazionaria viene depositata sulle superficie interna della colonna di vetro o di silice fusa Liquidi di ripartizione: Il liquido di ripartizione da depositare sul supporto solido deve soddisfare numerosi requisiti tra cui: • Bassa tensione di vapore (per minimizzare la perdita di liquido durante le analisi) (la tensione di vapore aumenta esponenzialmente all’aumentare della temperatura) • elevata stabilità termica • Elevata inerzia chimica • Buon effetto solvente sulla miscela • Bassa viscosità per diminuire la resistenza al trasferimento di massa Sulla base della polarità i liquidi di ripartizione si possono suddividere nelle seguenti classi: • prima classe: apolari (idrocaarburi o siliconi con sostituenti non polari) • seconda classe a bassa polarità quali derivati siliconici (polisilossani) con sostituenti polari • terza classe: polari (poliglicoli, polialcol e loro esteri) • Quarta classe: molto polari (glicoli, glicerina, idrossiacidi)
  • 9. COLONNE PER GAS-CROMATOGRAFIA Colonne impaccate: la fase stazionaria è formata da un solido granulare poroso o da un liquido depositato su un supporto costituito da elementi inerti. La colonna è costituita da un tubo di acciaio o vetro di lunghezza compresa da 1 a 6 metri con diametro variabile tra 0.75-4 mm.
  • 10. Colonne capillari : la fase stazionaria viene depositata sotto forma di film sottilissimo (0.1 - 5µm) sulla parete interna di un capillare con diametro 0.1-0.75 mm e lungo da 15 a 100 m. Il carrier percorre il canale lasciato libero dalla fase stazionaria
  • 11. Le prestazioni di una separazione GC vengono valutate in base a: • selettività: in GC dipende solo dalla fase stazionaria e dalla sua temperatura. Non esistono differenze tra colonne impaccate e capillari • efficienza: Notevoli differenze tra colonne impaccate e capillari: le colonne impaccate hanno 4000 piatti teorici mentre le colonne capillari ne hanno 50000-150000. (la permeabilità è nettamente superiore nelle colonne capillari e questo permette di raggiungere lunghezze fino anche a 150 m). Per aumentare l’efficienza si può agire sulle seguenti variabili: 1. Lunghezza colonna 2. Diametro delle particelle (per colonne impaccate) 3. Liquido di ripartizione: altamente selettivo per l’analita e poco viscoso 4. diametro interno della colonna (sia per colonne impaccate sia per quelle capillari) • Risoluzione: Data dal numero di piatti teorici, è solitamente maggiore per le colonne capillari rispetto a quelle impaccate
  • 12. Fase Mobile: Il gas Carrier Il gas carrier deve avere le seguenti caratteristiche: • elevata inerzia chimica verso gli analiti e la fase stazionaria (gas nobili e azoto) • elevato grado di purezza. In particolare devono essere assenti umidità (disattivazione fase stazionaria), ossigeno (ossidazione fase stazionaria) e idrocarburi (aumento linea base) • Compatibilità con il rivelatore I gas di trasporto più usati sono: • idrogeno • • • • elio e miscele elio/idrogeno azoto argon Diossido di carbonio
  • 13. Polarità soluti Regola per la scelta della fase stazionaria: la scelta si basa sulla regola “il simile sciogli il simile”. Es. le colonne apolari sono le migliori per i soluti apolari e viceversa
  • 14. Componenti olio di menta Colonna apolare Colonna polare (Carbovax)
  • 15. Sistema di iniezione del campione Il campione viene iniettato (mediante opportuna siringa) attraverso un setto di gomma o silicone nella camera riscaldata in testa alla colonna La camera viene generalmente riscaldata circa 50°C oltre il p.e. del componente meno volatile. Per le colonne impaccate il volume del campione varia da 0.1 a 20 µl. Per le colonne capillari la portata è notevolmente inferiore (almeno un fattore di 100) e richiedono un sistema di ripartizione
  • 16. Iniezione frazionata (split) Le colonne capillari hanno una bassa portata: è quindi necessario che solo una frazione del campione iniettato raggiunga la colonna. Il sistema di ripartizione (split) invia solo una parte del campione alla colonna e la rimanente parte viene scaricata (rapporto di frazionamento da 1:50 a 1:100). Si usa tale tecnica quando gli analiti costituiscono almeno lo 0.1% del campione
  • 17. Sistema di termostatazione della colonna La temperatura è cruciale nelle separazioni cromatografiche e pertanto la colonna è alloggiata in forni termostatati. L’analisi GC può essere effettuata a T costante (isoterma) o variabile (gradiente di temperatura). Le rampe di temperatura possono essere lineari o asimmetriche con diverse fasi di plateau.
  • 19. Rivelatori I rivelatori sono dispositivi posti in uscita alla colonna che consentono di individuare i componenti di una miscela. Si distinguono in rivelatori universali e selettivi, quest’ultimi consentono di individuare solo particolari categorie di composti. Il rivelatore ideale ha le seguenti caratteristiche: • adeguata sensibilità • buona stabilità e riproducibilità • risposta lineare in un intervallo di parecchi ordini di grandezza • tempo di risposta breve
  • 20. Rivelatori a ionizzazione di fiamma (FID): L’effluente della colonna viene direzionato in una fiamma aria/idrogeno. La maggior parte dei composti organici quando pirolizzati in tale fiamma producono ioni ed elettronii che generano una corrente elettrica (segnale) Vantaggi: buona sensibilità, range dinamico, robusto Svantaggi: metodo distruttivo; non sensibile a composti non idrocarburici come ad es. N2, O2, CO2, NH3
  • 21. Rivelatori a cattura di elettroni (ECD): • Risponde in maniera selettiva a composti organici contenenti alogeni. • Il gas che entra nel rivelatore viene ionizzato da elettroni ad alta energia (radiazioni ) emessi da una lamina contenente Ni63 radioattivo. • La ionizzazione del gas di trasporto (solitamente N2) genera un flusso di elettroni attratti dall’anodo (corrente stazionaria). • Quando le molecole dell’analita ad elevata affinità elettronica entrano nel rivelatore, catturano gli elettroni riducendo la corrente Vantaggi: sensibilità elevata per composti alogenati Svantaggi: non sensibile per ammine, alcoli e idrocarburi
  • 22. Analisi quantitativa in gas-cromatografia • La gascromatografia è ampiamente usata per l’analisi quantitativa: l’altezza o l’area dei picchi è proporzionale con la quantità dei diversi componenti la miscela analizzata • Esistono diversi metodi di misura della concentrazione tra cui: 1. Normalizzazione interna: è il metodo usato per determinare la composizione percentuale quando tutti i componenti della miscela sono rappresentati nel cromatogramma 2. Metodo della standardizzazione esterna: consente di determinare la concentrazione di uno o più componenti utilizzando lo standard e allestendo la curva di calibrazione 3. Aggiunta singola o multipla
  • 23.  In GC si preferisce l’uso di uno standard interno che consente analisi quantitative più accurate: tale tecnica prevede l’aggiunta di una molecola alla miscela da analizzare in quantità nota.  Curva di calibrazione: l’asse delle y non fa riferimento all’area del picco dell’analita ma al rapporto tra l’area del picco dell’analita e quella dello standard interno  Lo standard interno deve soddisfare i seguenti requisiti: - Non essere presente nella miscela da analizzare - Essere ben risolto dagli altri componenti - Avere un TR simile a quello dell’analita - Avere una concentrazione simile a quella dell’analita - Non contenere impurezze - Non reagire con il campione