L’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione di Psicologo rappresenta una tappa importante della carriera di chi ha deciso di svolgere questa professione: è l’ultimo scoglio da superare per poter finalmente essere psicologi e il primo passo verso la propria realizzazione professionale.
In che cosa consiste?
L’EDS si articola nelle seguenti prove:
Prima Prova: stesura di un elaborato scritto inerente diverse aree della psicologia
Seconda prova: svolgimento di un progetto
Terza Prova: prova scritta applicativa, concernente la discussione di un caso
Quarta Prova: prova orale sugli argomenti delle prove scritte e su questioni teorico-pratiche relative all'attività svolta durante il tirocinio professionale, nonché su aspetti di legislazione e deontologia professionale.
TERZA PROVA
Per chi ha una laurea specialistica/magistrale l’esame di stato prevede una terza prova scritta applicativa concernente la discussione di un caso relativo a un progetto di intervento su individui ovvero in strutture complesse. Questa prova richiede quindi di rispondere a domande di carattere clinico basandosi sulle informazioni anamnesiche e sintomatologiche proposte dalla traccia. Essa richiede al candidato di individuare i sintomi significativi.
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ESEMPIO
Si presenta alla consultazione psicologica un uomo di 37 anni lamentando
profonda infelicità e una continua spossatezza che lo costringe a dormire per
gran parte della giornata interferendo sensibilmente con il suo rendimento
professionale. Afferma anche di trovare particolarmente difficile concentrarsi
su una qualsiasi occupazione.
Lavora on line da casa come programmatore web con discreto successo.
Quattro mesi fa, poco prima dell’esordio dei sintomi, gli è stato offerto di
esercitare tale attività presso una nota azienda, opportunità che ha rifiutato
a malincuore poiché spaventato dalla prospettiva di dover lavorare in
gruppo.
Afferma di essersi sempre sentito estremamente impacciato e inadeguato nelle
relazioni interpersonali. Anche attualmente non ha amici stretti.
Descrive la madre (maestra d’asilo) come una donna profondamente
giudicante e affettivamente distante, e il padre (carpentiere) come un uomo
fondamentalmente assente. Vive da solo dall’età di 19 anni.
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ESEMPIO
Si presenta alla consultazione psicologica un uomo di 37 anni lamentando
profonda infelicità e una continua spossatezza che lo costringe a dormire per
gran parte della giornata interferendo sensibilmente con il suo rendimento
professionale. Afferma anche di trovare particolarmente difficile concentrarsi
su una qualsiasi occupazione.
Lavora on line da casa come programmatore web con discreto successo.
Quattro mesi fa, poco prima dell’esordio dei sintomi, gli è stato offerto di
esercitare tale attività presso una nota azienda, opportunità che ha rifiutato
a malincuore poiché spaventato dalla prospettiva di dover lavorare in
gruppo.
Afferma di essersi sempre sentito estremamente impacciato e inadeguato nelle
relazioni interpersonali. Anche attualmente non ha amici stretti.
Descrive la madre (maestra d’asilo) come una donna profondamente
giudicante e affettivamente distante, e il padre (carpentiere) come un uomo
fondamentalmente assente. Vive da solo dall’età di 19 anni.
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EPISODIO DEPRESSIVO
MAGGIORE
• umore depresso
• marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività
• significativa perdita di peso o aumento di peso oppure diminuzione o aumento
dell’appetito quasi ogni giorno.
• insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno
• agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno (osservabile)
• faticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno
• sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi (non semplicemente autoaccusa
o sentimenti di colpa per essere ammalato)
• ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione
• pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrente ideazione
suicidaria senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio, o l’ideazione di
un piano specifico per commettere suicidio.
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EPISODIO DEPRESSIVO
MAGGIORE
• I sintomi non soddisfano i criteri per un Episodio Misto.
• I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del
funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti.
• I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per
es., una droga di abuso, un medicamento) o di una condizione medica
generale (per es., ipotiroidismo).
• I sintomi non sono meglio giustificati da Lutto, cioè, dopo la perdita di una
persona amata, i sintomi persistono per più di 2 mesi o sono caratterizzati
da una compromissione funzionale marcata, autosvalutazione patologica,
ideazione suicidaria, sintomi psicotici o rallentamento psicomotorio.
• Almeno 2 settimane
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ESEMPIO
Lavora on line da casa -> DIST.DEPR. MAGGIORE
Quattro mesi fa, poco prima dell’esordio dei sintomi
spaventato dalla prospettiva di dover lavorare in gruppo -> DIST.DEPR.
MAGGIORE, DIST. PARANOIDE/EVITANTE/SCHIZOIDE DI PERS. ,
FOBIA SOCIALE
sempre sentito estremamente impacciato e inadeguato nelle relazioni
interpersonali. ->DIST.DEPR. MAGGIORE, DIST.
PARANOIDE/EVITANTE/SCHIZOIDE DI PERS. , FOBIA SOCIALE
Anche attualmente non ha amici stretti. -> DIST.DEPR. MAGGIORE,
DIST. PARANOIDE/EVITANTE/SCHIZOIDE DI PERS., FOBIA
SOCIALE
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DISTURBO PARANOIDE DI PERSONALITA’
Criteri:
Pervasiva sfiducia e sospettosità nei confronti degli altri le cui motivazioni
sono interpretate malevolmente, come indicato da almeno 4 dei seguenti
elementi:
• Il paziente si aspetta, senza motivi sufficienti, di essere sfruttato o
danneggiato dagli altri;
• dubita senza giustificazione della lealtà o della sfiducia di amici e colleghi;
riluttante nel confidarsi con gli altri; interpreta comportamenti oscuri e
significati minacciosi in osservazioni o eventi benevoli;
• porta sempre rancore e non perdona insulti, offese o affronti;
• percepisce degli attacchi incomprensibili agli altri nei confronti del suo
carattere e della sua reputazione e reagisce prontamente con rabbia o
contrattaccando;
• dubita frequentemente, senza giustificazione, della fedeltà del coniuge o
del partner sessuale
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DISTURBO SCHIZOTIPICO DI
PERSONALITA’
Un disagio acuto e da una ridotta capacità nelle relazioni intime così come
distorsioni cognitive o percettive ed eccentricità comportamentali,
comparse entro la prima età adulta e presenti in una varietà di contesti ,
come indicato da almeno 5 dei seguenti elementi:
• idee di riferimento
• strane credenze o pensiero magico, che influenzano il comportamento
• esperienze percettive insolite, comprese le illusioni corporee
• pensiero e linguaggio strani (ad es. strano, circostanziato, metaforico,
iperelaboarato, stereotipato)
• sospettosità o ideazione paranoide
• affettività inappropriata
• comportamento strano, eccentrico o singolare
• nessun amico stretto o confidente oltre ai parenti di primo grado
• eccessiva ansia sociale che non diminuisce con la familiarità
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DISTURBO SCHIZOIDE DI PERSONALITA’
Una modalità pervasiva di distacco dalle relazioni sociali ed una gamma
ristretta di espressività relazionale nel contesto interpersonale, come
indicato da almeno 4 dei seguenti elementi:
• Il paziente non desidera né prova piacere nelle relazioni strette, incluso il
far parte di una famiglia;
• quasi sempre sceglie attività solitarie;
• dimostra poco o nessun desiderio di avere esperienze sessuali con un'altra
persona;
• trae piacere, ammesso che ciò accada, in poche attività;
• non ha amici stetti o confidenti a parte parenti stretti;
• appare indifferente nei confronti delle lodi o delle critiche degli altri;
• mostra una freddezza ed un distacco emozionale, o un'affettività ristretta
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DISTURBO EVITANTE DI PERSONALITA’
Inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza e ipersensibilità verso i giudizi
negativi, comparsa entro la prima età adulta e presente in una varietà di
contesti, come indicato da almeno 4 dei seguenti elementi:
• il soggetto evita attività lavorative che implicano un significativo contatto
interpersonale, perchè teme critiche, disapprovazione o rifiuto;
• è riluttante nell'entrare in relazione con gli altri a meno che non sia certo di
piacere;
• riservato nelle relazioni intime per paura di essere umiliato e ridicolizzato;
• è preoccupato nelle situazioni sociali per la possibilità di essere criticato o
rifiutato;
• dimostra inibizione nelle nuove situazioni interpersonali per sentimenti di
inadeguatezza;
• si vede socialmente incapace, privo di fascino, o inferiore rispetto agli altri;
• è eccessivamente riluttante ad assumere su di sé dei rischi o a
intraprendere nuove attività poiché possono rilevarsi imbarazzanti.
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Si presenta alla consultazione psicologica un uomo di 37 anni lamentando
profonda infelicità e una continua spossatezza che lo costringe a dormire per
gran parte della giornata interferendo sensibilmente con il suo rendimento
professionale. Afferma anche di trovare particolarmente difficile concentrarsi
su una qualsiasi occupazione.
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Quattro mesi fa, poco prima dell’esordio dei sintomi, gli è stato offerto di
esercitare tale attività presso una nota azienda, opportunità che ha rifiutato a
malincuore poiché spaventato dalla prospettiva di dover lavorare in gruppo.
Afferma di essersi sempre sentito estremamente impacciato e inadeguato nelle
relazioni interpersonali. Anche attualmente non ha amici stretti.
Descrive la madre (maestra d’asilo) come una donna profondamente
giudicante e effettivamente distante, e il padre (carpentiere) come un uomo
fondamentalmente assente. Vive da solo dall’età di 19 anni.
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profonda infelicità e una continua spossatezza che lo costringe a dormire per
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professionale. Afferma anche di trovare particolarmente difficile concentrarsi
su una qualsiasi occupazione.
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Quattro mesi fa, poco prima dell’esordio dei sintomi, gli è stato offerto di
esercitare tale attività presso una nota azienda, opportunità che ha rifiutato a
malincuore poiché spaventato dalla prospettiva di dover lavorare in gruppo.
Afferma di essersi sempre sentito estremamente impacciato e inadeguato nelle
relazioni interpersonali. Anche attualmente non ha amici stretti.
Descrive la madre (maestra d’asilo) come una donna profondamente
giudicante e effettivamente distante, e il padre (carpentiere) come un uomo
fondamentalmente assente. Vive da solo dall’età di 19 anni.
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su una qualsiasi occupazione.
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Quattro mesi fa, poco prima dell’esordio dei sintomi, gli è stato offerto di
esercitare tale attività presso una nota azienda, opportunità che ha rifiutato a
malincuore poiché spaventato dalla prospettiva di dover lavorare in gruppo.
Afferma di essersi sempre sentito estremamente impacciato e inadeguato nelle
relazioni interpersonali. Anche attualmente non ha amici stretti.
Descrive la madre (maestra d’asilo) come una donna profondamente
giudicante e effettivamente distante, e il padre (carpentiere) come un uomo
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I prossimi webinar di Obiettivo
Psicologia:
Primo colloquio clinico: dall’accoglienza alla definizione del contratto
Lunedì 18 e 25 Maggio - Dott.ssa Sara Eba Di Vaio
La gestione dei comportamenti-problema in contesti educativi: il
modello di Glasser
Giovedì 18 Giugno - Dott.ssa Adriana Saba
DSA: normative, linee guida e ruolo dello psicologo nella diagnosi e nel
trattamento
Giovedì 16 Luglio – Dott. Davide Viola
Per info: webinar@obiettivopsicologia.it