Eventi formativi ODG Sicilia con Associazione siciliana della stampa
Palermo- 27 settembre 2014
Catania- 17 ottobre 2014 (con Mario Tedeschini Lalli)
Rosa Maria Di Natale- giornalista
Unavoidable. Ridefinire il giornalismo nell'era del web
1. UNAVOIDABLE
RIDEFINIRE IL GIORNALISMO NELL’ERA DEL WEB
NUOVI ORIENTAMENTI, NUOVE OPPORTUNITÀ
Eventi formativi ODG con Associazione siciliana della stampa
Palermo- 27 settembre 2014
Catania- 17 ottobre 2014
Rosa Maria Di Natale- giornalista
3. Aprile 2013 #IJF13: Keynote speech di Emily Bell, ha collaborato a fine 2012, con C.
W. Anderson e Clay Shirky, alla stesura di uno dei saggi più influenti degli ultimi anni
sul futuro dei media digitali: Post-Industrial Journalism: Adapting To The Present
4. Post Industrial journalism
Per redigere il
paper gli autori
hanno intervistato
oltre 50 persone e
agenzie di
stampa
In parte indagine,
in parte Manifesto
sulla pratica
giornalistica.
5. C.W.Anderson
Emily Bell
Tra gli obiettivi NON c’è quello di parlare del futuro delle news, “in parte perché quel
futuro è già qui, in parte perché una cosa come l’industria delle notizie non esiste più”
“L’effetto del cambiamento dell’ecosistema: riduzione della qualità delle notizie, le città
medie o piccole rischiano di restare senza quotidiani”.
La speranza è quella di limitare la portata, la profondità e la durata di tale decadimento
indicando un giornalismo pronto ad utilizzare strumenti impensabili 10 anni fa.
6. Clay Shirky
Le nuove possibilità per il giornalismo richiedono nuove forme di
organizzazione.
Gli organi di informazione tradizionali tendono a conservare metodi di
lavoro e gerarchie. I vecchi modelli di business sono al collasso.
Ciò che precedentemente era “pubblico” non è più composto da
semplici spettatori e bisogna adattarsi a questo cambiando tattiche e
autoconcezione.
7. I ricavi pubblicitari non
funzionano nel nuovo mondo dei
media e non c’è alcuna garanzia
nemmeno a favore dei sistemi
basati sull’abbonamento.
Un metodo fondamentale
attraverso cui le organizzazioni
di stampa possono rinnovarsi è
tramite la specializzazione e
l’individualizzazione.
“Il giornalismo da prodotto
confezionato si sta trasformando
nell’attuale giornalismo
individuale”, ha detto Bell.
Raccontare non è più sufficiente:
lo sa fare la comunità.
8. Le indicazioni
Ri-Organizzarsi
• L'unico modo per uscire
dalla crisi è creare
qualcosa di nuovo ed è
difficile farlo all'interno
delle aziende. Puoi riuscire
a proteggere il tuo business
e mantenere gli attuali costi
del lavoro a breve termine,
ma non credo che questo
sia sostenibile a lungo
termine. Bisogna capire che
tutto sta cambiando. C’ è
gente che ha raccontato
l'attentato di Boston dalla
finestra della sua stanza da
letto con un tweet".
Lettori e storie
• Nel periodo in cui il discorso
pubblico era scarso (vale a
dire, tutta la storia fino ad oggi),
il giornalismo era
semplicemente quello che
hanno fatto i giornalisti, i
giornalisti erano solo persone
assunte dagli editori, e gli
editori erano la relativa
manciata di persone che hanno
avuto accesso al mezzi di
rendere pubblico il discorso.
• Raccontare storie vere e
importanti.
9. “Uno degli aspetti sottolineati dallo studio della
Columbia è infatti il vero e proprio lancio del
guanto di sfida nei confronti degli operatori
giornalistici: riuscire a navigare in acque nuove e
sconosciute richiede capacità d’adattamento e
freschezza, in uno scenario appunto post-industriale
nel quale, qualsiasi modello di riproduzione
economica il sistema editoriale sarà in grado
di trovare, non sarà comunque capace di
fornire gli stessi benefici economici e lo
stesso status professionale che il mestiere ha
garantito per decenni: non si tratta di trovare un
nuovo business model, precisano gli autori, dacché
non si intravede ancora un’alternativa credibile, né è
possibile scorgere quale possa essere il futuro del
panorama editoriale – sia perché il futuro,
rammentano, è già qui, sia perché una cosa
chiamata news industry in realtà non esiste
già da tempo”
Vincenzo Marino #Ijf13
13. Cos’è il Data journalism
“Il data journalism, (giornalismo basato sui dati) è un
approccio a cavallo tra ricerca e inchiesta giornalistica che
fa un uso intensivo di database, mappe digitali e software
per analizzare, raccontare e visualizzare un fenomeno o una
notizia, spesso producendo dei mashup di elementi diversi.
La digitalizzazione dei dati e lo sviluppo di Internet sono
considerate un'opportunità senza precedenti per
l'innovazione del giornalismo che negli ultimi anni ha già
prodotto diversi premi Pulitzer e sta facendo emergere
nuove figure di giornalisti-programmatori”. (cit.Fondazione
ahref)
14. Il profilo del data journalist
È ancora difficile riunire in un’unica figura professionale tutte le abilità e le
attitudini necessarie al Data Journalism.
Non si può però prescindere dalla conoscenza delle attuali pratiche nel
campo del #ddj e della visualizzazione interattiva dei dati. Ecco le priorità:
Ricercare dati: Python per raccogliere automaticamente i dati
Interrogare, pulire i dati: Elementi di statistica e fogli di calcolo, Excel,
My sql, Open Refine
Visualizzazione dati: Storicamente abilità di designer e programmatori,
oggi conoscenza dei principali tools
15. I tre profili base del Data team
1. Un giornalista specializzato in grado di analizzare i dati
nascosti nella Rete per scoprire i risultati più interessanti e
giornalisticamente rilevanti. Sa utilizzare i fogli di calcolo e i
software di mappatura.
2. Un programmatore in grado di comprendere quali siano il
modo e la forma migliore per presentare i dati all’utente
finale. Possiede le competenze pratiche per la creazione di
programmi con il quale l’utente interagisce indirettamente,
oltre che una profonda conoscenza dei linguaggi di
formattazione più comuni come HTML, CSS e JavaScript.
3. Lo specialista della visualizzazione dati: evoluzione del
grafico professionista, è uno specialista nel presentare i dati
in maniera interessante e accessibile. La grafica deve
essere interattiva; deve possedere le nozioni dei principali
linguaggi di programmazione. (cit. Gordon)
16. +
Journalism ++, un modello
Data driven stories: Paris, Amsterdam, Cologne, Berlin, Porto, Stockolm
17. Dalla cronaca al Brand Journalism
Lisa Ostrikoff: da giornalista a startupper di web e social media per il brand journalism
“(…)Utilizzare giornalisti, con una professionalità ben definita, per produrre
video o articoli per blog può aiutare i brand ad attrarre audience con
contenuti interessanti e ben curati. Come sostiene lo strategist David
Meerman Scott, “il brand journalism sta vincendo su tutte le tecniche
di direct marketing per attirare attenzione. Sono convinto che i
professionisti di marketing, o pubbliche relazioni non siano le persone
giuste per fare questo lavoro. C’è bisogno delle capacità di un giornalista”.
http://www.brandjournalism.it/dalla-cronaca-al-brand-journalism-la-storia-di-lisa-ostrikoff/
22. SNOW FALL
(2012)
Diviso in 8 parti, racconta della valanga
che sorprese un gruppo di sciatori,
professionisti del fuoripista, mentre
percorrevano il Tunnel Creek, sulle
innevate montagne dello stato di
Washington. Il modo in cui la storia viene
raccontata rivoluziona (sí, rivoluziona) la
forma di raccontare una storia giornalistica.
E soprattutto il modo di leggerla: mescola
video e immagini, grafici interattivi e testo.
Il tutto creando un flusso narrativo che
lascia sempre al centro la lettura (Pulitzer
2013)
http://www.nytimes.com/projects/2012/snow-fall/#/?
part=tunnel-creek
23. Quasi un kolossal per risorse economiche
e professionali impiegate ( team di 15
professionisti).
Aumenta il valore del brand NYT,
l’interazione con il lettore e il tempo di
permanenza nello stesso sul sito (anche
40 minuti per 30 mila battute).
Design unico, il layout sfrutta l’estensione
di tutta la pagina
Scrolling verticale (scorrimento in
parallasse come nei videogames).
Potenzialità multimediale sfruttata al
massimo (testo, video, audio, foto,
documenti, mappe e grafici interattivi).
24. Snowfalll/ing
To snowfall, che sta per “costruire un racconto giornalistico multimediale
complesso fuori dai template classici dei siti dei giornali e a sviluppo
(prevalentemente) verticale”. È la nuova narrativa multimediale del NYT
http://www.nytimes.com/projects/2012/snow-fall/#/?part=tunnel-creek
25. Invisible Child
Cosa: Per oltre un anno una giornalista e una fotografa hanno seguito da molto
vicino la vita di Desani, 11 anni, sette fratelli e genitori tossicodipendenti. È una
dei 22 mila bambini senza casa a New York
Dove: La famiglia vive in un asilo per senzatetto di Brooklyn
Quando: Dai primi giorni di scuola in prima media sino al primo mese della
seconda media (settembre 2012- settembre 2013)
http://www.nytimes.com/projects/2013/invisible-child/#/?chapt=1
26. Come:
Grande giornalismo d’inchiesta ≠ scoop
Il punto di forza = ritmo slow, guardare da vicino la storia
Un team di 18 persone, un nuovo modello di squadra
Uno dei nuovi prodotti digitali destinati ai tablet
Il “peso” del testo: 5 capitoli, 30 mila parole
27. Il New York Times organizza una apposita redazione per studiare produrre
progetti di questo genere
Un futuro di app a pagamento?
Contenuti progettati in modo “responsive”, la grafica cioè si adatta allo
strumento adoperato per visualizzarli: desktop, laptop, tablet o smartphone.
Web non necessariamente breve e veloce
29. Venezia, #Acqualta: sensori e data
I sensori e gli open data monitorano l’acqua alta
Progetto a costo zero per la collettività
Team di scienziati, appassionati di open data e cittadini
Intervista a Luca Corsato- 20/09/14 #Digit14
Panel #sensorjournalism
http://www.rosamariadinatale.it/?p=423
31. #MigrantFiles
Il più importante monitoraggio delle migrazioni attraverso il Mediterraneo che
sia mai stato realizzato grazie ad un team internazionale di 10 giornalisti di sei
diversi paesi. Lavoro di #ddj pubblicato su L’Espresso (“Migranti la guerra del
Mediterraneo”) e su DataNinja (“Mediterraneo, tomba dei Migranti). Ventitremila
persone morte in 14 annui, il 50% in più rispetto le stime ufficiali. (Database
associazioni e osservatori). Finanziato da Journalism Fund.
32. Giornalismo digitale in Italia:
Nelle redazioni domina
ancora la ‘’carta’’ ma la talpa
del cambiamento sta
scavando
33. Il focus dell’indagine
il digitale più come uno
strumento tecnico/tecnologico
che come un nuovo modo di
fare giornalismo
• l’ organizzazione e le
gerarchie interne restano
sostanzialmente quelle della
carta
• testate native: le redazioni
conservano per molti versi la
strutturazione tipica della
carta, con una rigida
divisione fra lavoro
giornalistico e attività tecnica
• I materiali provenienti dagli
utenti in generale vengono
considerati più che altro
come degli spunti per
eventuali servizi affidati a
redattori invece che come
materiale redazionale frutto
di una conversazione
specifica con il pubblico
36. Il digitale come opportunità
“Digitale non significa semplicemente pubblicare una
storia sul web. È una ridefinizione fondamentale del
rapporto dei giornalisti con il pubblico, della nostra
opinione sui nostri lettori, della nostra percezione del
nostro ruolo nella società, del nostro status”.
Katharine Viner, deputy editor*
• Non siamo più giornalisti onniscienti
• Il lettore non è più passivo
• C’è un “ex” pubblico (Dan Gillmor We the media, Knight center)
*A deputy editor is an editing professional who may work in print, Internet, or video media
37. Il digitale rappresenta un cambiamento culturale e sociologico
per tutti. Può diventare un’opportunità se il cambiamento viene
cavalcato
Un web aperto permette di interagire con il pubblico come mai in
precedenza
I lettori vogliono sapere come si arriva a una storia
I lettori vogliono che i giornalisti raccontino una storia originale
non il “pacchetto confezionato”
Essere aperti significa far parte dell’ecosistema del web, parlarne la
lingua, conoscere la cultura digitale, gestire i data
Accettare l’idea che le storie possano essere raccontate da non
giornalisti
Osservare il traffico delle news in maniera diversa rispetto al passato
K.Viner
38. lnchiesta multimediale vincitrice del bando di Fondazione
<ahref per l’informazione innovativa che mappa i siti
inquinati in Italia e le buone pratiche dei cittadini.
39. Il sito web di Forbes – o “piattaforma”, come Lewis D’ Vorkin, uno dei
boss della testata, preferisce chiamarlo – , pubblica centinaia di articoli
al giorno, alimentati non solo dai propri giornalisti ma da una comunità
di 1.300 collaboratori e da un decina di grandi aziende che su
BrandVoice – un settore specifico del sito – pubblicano a pagamento
dei loro contenuti giornalistici (e per produrli stanno assumendo
giornalisti).
40. Sulla prima pagina
del «Bourne Local» di
venerdì, i lettori
vengono invitati a
iscriversi. L’invito: essere
una parte della nuova era
del loro giornale locale,
presentare fotografie,
articoli e recensioni per gli
argomenti di loro
interesse. Invito che era
stato ampiamente
anticipato nei giorni
precedenti con “call to
action” attraverso
Facebook e Twitter.
Da “Il Giornalaio”
43. #Ijf14 Perugia
300 eventi
544 relatori
2000 giornalisti accreditati
14 presentazioni
50 workshop gratuiti
20 mila accessi giornalieri alla webtv del festival
50 mila tweet in 5 giorni
200 giovani volontari
Arianna Ciccone ideatrice e coorganizzatrice del festival
44.
45.
46. “Non l'istinto o i dati: entrambi.
Non il telefono o Twitter: entrambi”.
K.VINER
47.
48. FONTI e spunti
Per l’indagine sul giornalismo digital
http://www.slideshare.net/mobile/vittorio.pasteris/rapporto-odg-completo
Per Snowfalling
http://www.nytimes.com/projects/2012/snow-fall/#/?part=tunnel-creek
http://mariotedeschini.blog.kataweb.it/giornalismodaltri/2013/12/09/una-bambina-senza-casa-un-anno-di-lavoro-
oltre-cento-cartelle-di-testo-lezioni-di-giornalismo-dinchiesta-senza-scoop/
http://mariotedeschini.blog.kataweb.it/giornalismodaltri/2013/10/25/snowfall-per-tutti-gli-strumenti-per-diventare-
piccoli-nyt-multimediali/
http://senzamegafono.com/tag/the-new-york-times/
Analisi dei cambiamenti
www.lsdi.it
http://www.brandjournalism.it/dalla-cronaca-al-brand-journalism-la-storia-di-lisa-ostrikoff/
http://buoneidee.blogspot.it/2012/03/droni-e-giornalismo-drones-journalism.html
https://www.detective.io/detective/the-migrants-files/
Indagini
http://towcenter.org/wp-content/uploads/2012/11/TOWCenter-Post_Industrial_Journalism.pdf
www.datamediahub.it
http://www.slideshare.net/mauro.turcatti/edelman-twitterijf13
http://news-italia.org/2013/04/25/presentazione-dei-risultati-delledizione-2013-dellindagine/