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Leda Guidi
leda.guidi@unibo.it
leda.guidi@gmail.com
Quale genere di
comunicazione istituzionale?
Home - Commissione europea
Innovazione, comunicazione, inclusione, genere
Negli Stati Membri dell’Unione europea, la comunicazione
pubblica e istituzionale è considerata una politica a pieno titolo
e ha come obiettivi principali
•  lo sviluppo del dibattito e del dialogo con i cittadini
•  il potenziamento del diritto all’informazione e della
libertà di espressione.
Le azioni che ne conseguono hanno come finalità il
miglioramento dell’educazione civica attraverso
•  strategie di democrazia partecipata
•  il collegamento dei cittadini tra loro e dei cittadini
con le istituzioni pubbliche nella dimensione di una
cittadinanza attiva.
La PA nel contesto europeo
•  comunica servizi,
•  fornisce informazioni,
•  aiuta l’integrazione degli dei vari uffici,
•  semplifica il linguaggio riduce i tempi di attesa,
facilita l’accesso alle informazioni e
•  favorisce la partecipazione attiva.
Il futuro (e l’oggi) della comunicazione pubblica e istituzionale
si basa sulla capacità di ascolto, indispensabile per
comprendere e intercettare i bisogni del cittadino e anticipare
il cambiamento, attraverso…..
Innovazione, cambiamento, comunicazione, inclusione
“Disciplina delle attività di informazione
e di comunicazione delle pubbliche
amministrazioni”
Definisce le modalità attraverso cui affrontare i
problemi posti dai diversi tipi di comunicazione
che le pubbliche amministrazioni sono tenute a
realizzare
Legge n.150 del 7 Giugno 2000
Comunicare e relazionarsi con i cittadini in modo inclusivo
per una istituzione pubblica significa obbligatoriamente
praticare un
‘cambiamento di paradigma’
• nel modo di funzionare
• nel modo di lavorare
• nel modo di interagire
all’interno e
all’esterno della
organizzazione
Innovazione, comunicazione, inclusione
Innovazione, comunicazione, inclusione
Una comunicazione pubblica inclusiva multicanale ha a
che fare con un insieme ampio di diritti, che riguardano
• informazione (dai dati ai documenti..)
• comunicazione
• collaborazione
• coprogettazione
• partecipazione
e con l’ accesso a competenze:
• per utilizzare di modo critico e proattivo/produttivo
• per interagire in modo consapevole per lavoro/studio/
formazione……
anche alle risorse della rete e della sfera digitale
Innovazione, cambiamento,
inclusione:
un approccio olistico
Le Pubbliche Amministrazioni sono sollecitate a
•  giocare un ruolo fondamentale nel rendere possibile ai
cittadini e alle cittadine, in tutti i momenti della vita
sociale/economica/culturale, l’accesso equo a
informazioni e servizi (digitali e non)
•  “immaginare” e mettere in atto politiche e pratiche
innovative di inclusione secondo un approccio di
relazione e di comunicazione olistico, che tenga
insieme, in modo trasversale, tutti gli ambiti/i settori
dell’attività amministrativa, abililtando una “sfera
pubblica” evoluta, generativa, partecipata, inclusiva e
sostenibile.
Innovazione, cambiamento,
comunicazione, inclusione:
un approccio olistico
Per facilitare l’inclusione le Pubbliche Amministrazioni
cominciano a inserire:
• negli Statuti
• nei documenti formali/regolamentari
•  politici
•  programmatici e di pianificazione
•  operativi /esecutivi
•  di misurazione delle performance e degli impatti
dell’azione amministrativa
• i diritti digitali
• i servizi on line
• i processi partecipativi
accompagnati dalle modalità di comunicazione e dai percorsi
che li rendono effettivamente esigibili in modo equo e
rispettopso delle differenze, a cominciare da quelle di genere
Innovazione, cambiamento,
comunicazione, inclusione:
un approccio olistico
Statuto città metropolitana
di Bologna
www.cittametropolitana.bo.it/
consiglio/Engine/RAServePG.php/P/258811620501/
Art. 11 - Cittadinanza digitale
1. Tutti i cittadini hanno eguale diritto di accedere alla rete internet, in condizione di
parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di
ordine economico, sociale e territoriale. La Città metropolitana si impegna a sviluppare
progettualità adeguate per garantire l’esercizio di tale diritto.
2. I dati prodotti dalla Città metropolitana di Bologna sono resi universalmente
disponibili sotto forma di dati aperti (Open data).
3. La Città metropolitana si impegna ad utilizzare prioritariamente software liberi o a
codice sorgente aperto (Open source).
4. La Città metropolitana, al fine di organizzare la diffusione di procedure informatiche
omogenee e condivise tra i territori che la compongono, promuove e coordina i sistemi
di informatizzazione e digitalizzazione in ambito metropolitano.
5. La Città metropolitana agli scopi sopra descritti assicura un ampio ricorso a forme di
consultazione e modalità di partecipazione in rete, promuovendo l'elaborazione e lo
sviluppo delle forme di democrazia digitale.
COMUNICAZIONE
APERTURA
INCLUSIONE
ascolto e dialogo
costante
comunicazione esterna come
trasparenza, accesso, apertura
processi
partecipativi /
inclusivi co-
progettazione
/co-design
comunicazione interna come
sviluppo delle competenze
un modello di piano di comunicazione inclusiva e attenta
alle diversità
Due modelli di comunicazione su internet
Innovazione, comunicazione, inclusione, genere
Da tecnologie come prevalenti piattaforme distributive
§  Logica gerarchica, tecnocratica
§  Relazione verticale, asimmetrica
§  Squilibrio di “potere” fra gli attori
e regole del gioco non negoziate
A tecnologie come dimensione
di comunicazione e scambio
§  Pluralità e multiformità della dimensione reticolare in
internet
§  Approccio orizzontale, paritario, policentrico, inclusivo “by
design”
processi innovativi e aperti in rete:
un paradigma di engagement
la comunicazione inclusiva e la rete
I media civici e le piattaforme social – i nuovi ambienti di
comunicazione pubblica - vanno inseriti nella strategia di
comunicazione complessiva dell’organizzazione
Governati da finalità
•  di informazione e di formazione
•  di tutela / sicurezza informatica e e dei dati
personali
•  di empowerment dei cittadini e delle cittadine
•  di rispetto delle differenze, a cominciare da quelle
di genere
L’adesione alla “cultura dei beni comuni” e delle
piattaforme civiche (media civici) è una condizione
fondamentale per un rapporto inclusivo di partenariato
tra comunità e istituzioni.
Questo approccio
amplia l’ambito di declinazione della comunicazione
pubblica, premessa ed evoluzione
•  della partecipazione
•  della cittadinanza attiva
http://www.opendatacommons.org/
Un approccio inclusivo, di genere non retorico deve essere
trasversale
•  alle strategie,
•  ai linguaggi utilizzati,
•  alle modalità di interazione,
•  ai criteri di accesso a informazioni, servizi e percorsi
collaborativi e partecipativi
scelti da chi fa comunicazione
Una comunicazione pubblica attenta a combattere
•  stereotipi,
•  bias culturali,
•  marginalizzazioni,
•  impegnata a colmare i diversi gender gap, non ultimo quello
digitale.
http://www.opendatacommons.org/
In questo scenario evolutivo
•  protagonismo,
•  visibilità e riconoscimento,
•  competenza,
•  esperienza,
•  creatività,
•  valorizzazione
•  delle donne professioniste della comunicazione, nel
pubblico e nel privato, nei diversi ruoli
•  delle donne cittadine interlocutrici in un processo di
scambio che parta dall’ascolto e dal dialogo, sono
condizioni da fare emergere e da includere pienamente nei
processi di innovazione e cambiamento.
http://www.opendatacommons.org/
Le attività, formative e progettuali della comunicazione
pubblica e istituzionale, devono essere volte anche a
stimolare chi si occupa di comunicazione a tutti i
livelli nelle PA e nelle Università, una attivazione
personale e professionale, verso
iniziative di sensibilizzazione al genere - dal dato
aperto alle forme più complesse di espressione
multimediale/crossmediale - nell’ambito delle
comunità “aziendali/istituzionali” e nelle comunità di
riferimento,
http://www.opendatacommons.org/
Un’azione culturale ed etica che riguarda
comunicatrici e comunicatori che si evidenzia
come urgente in questo secondo anno di
pandemia che vede la metà della popolazione,
quella femminile, a livello globale, europeo e
nazionale
•  sopportare in misura prevalente i carichi
di cura non retribuiti/riconosciuti/rilevati
•  l’espulsione dal mondo del lavoro
•  l’impoverimento economico e sociale, e in
generale un misurabile arretramento dei
diritti.
http://www.opendatacommons.org/
Numerosissimi studi e analisi ci restituiscono “fotografie”
preoccupanti, in ambiti diversi, della situazione delle
donne, delle cittadine.
Le donne si sono ritrovate più esposte su molteplici
fronti, economico, familiare e sanitario.
D’altra parte il tema della gender equality è il numero 5, dei
17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable
Development Goals, o SDGs) indicati dalle Nazioni Unite,
e l’emergenza Covid-19 ci ha fatto capire che
siamo ancora ben lontani dal praticarlo.
La pandemia sta infatti amplificando le disuguaglianze
esistenti.
http://www.opendatacommons.org/
Questo svantaggio in Italia è da tempo particolarmente
significativo in relazione al contesto europeo, è stato
accelerato dalla trasformazione tecnologica che
riguarda da vicino la comunicazione istituzionale -
quella politica, quella di servizio e quella rivolta ai
media - prodotta dalle Amministrazioni pubbliche e dalle
loro articolazioni.
Un ulteriore ostacolo all’esercizio dei diritti di
cittadinanza inclusiva, digitali e non, che non ci
possiamo permettere di non oltrepassare, nemmeno a
livello economico: sappiamo come la diversity sia
anche un vantaggio competitivo per le organizzazioni
che ne fanno un valore e una policy aziendale.
http://www.opendatacommons.org/
Il programma Next Generation EU assume il
superamento dei gender gap come obiettivo
centrale.
La realizzazione concreta va monitorata parole rituali e
pinkwashing in questo contesto drammatico non
sono accettabili, prima di tutto per il bene
comune.
Le linee guida pubblicate dall’UE a fine gennaio 2021
indicano come obbligatoria la valutazione impatto di
genere in ogni capitolo d’investimento.
http://www.opendatacommons.org/
Gli Stati membri devono cioè valutare ex ante come e in che
misura (quantitativa e qualitativa) gli investimenti
•  infrastrutturali,
•  energetici,
•  digitali
impattino il mondo del lavoro di uomini e donne, se creano
posti e per chi, se agevolano la riduzione del carico del
lavoro di cura permettendo alle donne di tornare al
lavoro.
Gli interventi previsti dal Programma Nazionale di
Ripresa e Resilienza (PNRR) richiedono alle Pubbliche
Amministrazioni un impegno straordinario.
http://www.opendatacommons.org/
•  L'accesso al patrimonio informativo della PA è pubblico.
•  Nel rispetto delle norme sulla privacy, da questo principio
devono derivare funzionalità evolute di
•  descrizione
•  trattamento
•  integrazione
•  visualizzazione
•  consultazione
•  dei dati messi a disposizione di cittadini, associazioni,
imprese, professionisti, mondo accademico e della ricerca,
e delle stesse amministrazioni.
•  La disponibilità sul web in formato aperto dei dati pubblici
in possesso dell'amministrazione crea le premesse per
processi decisionali, politiche e azioni trasparenti e
monitorabili.
http://www.opendatacommons.org/
Una comunicazione pubblica inclusiva
•  responsabile
•  trasparente
•  multicanale (dalla gestione delle relazioni in presenza
fino alla crossmedialità)
•  e gender sensitive
a partire
dai dati aperti declinati per genere e dalla loro
valorizzazione
•  comunicativa,
•  parlante,
•  verificabile
è funzionale al cambiamento culturale e al rinnovamento
delle organizzazioni pubbliche, anche per il raggiungimento
degli obiettivi 2030.
http://www.opendatacommons.org/
Promuovere la cultura e l’uso dei dati, gli atomi semantici
che sono sottesi agli ecosistemi digitali, consente a chi
governa di
•  elaborare e mettere in campo politiche e azioni più
efficaci e monitorabili
•  progettare servizi
•  abitare le piattaforme civiche
con una nuova attenzione alla riproduzione, anche
involontaria, di
•  biases
•  pregiudizi
•  stereotipi
•  asimmetrie - di genere e di diversità –
“ i n c o r p o r a t i ” n e g l i a l g o r i t m i e r i p r o p o s t i
esponenzialmente da questi.
http://www.opendatacommons.org/
E’ essenziale una comunicazione verso i cittadini
•  chiara, basata su dati e fatti controllabili
•  capace di rendicontare progressivamente i benefici e i
miglioramenti degli interventi messi a terra, a partire dal
PNRR, sulla vita delle donne, e delle persone in generale.
Una comunicazione pubblica che innovi, mantenendo salde le
proprie finalità etiche, non guidata dall’offerta tecnologica del
momento,
Una comunicazione pubblica capace di gestire i nuovi media e
i nuovi ambienti tecnologici per formare comunità
competenti e rispettose della parità di genere (a partire dal
personale delle istituzioni pubbliche).
http://www.opendatacommons.org/
Una comunicazione pubblica che contribuisca a un
modello
•  di cittadinanza,
•  di “sfera pubblica” – anche digitale - larga e
democratica,
•  di una collettività più giusta e cooperativa,
maggiormente in grado di interagire con
contenuti e soluzioni di servizio più efficienti,
riusabili, sostenibili e inclusive.
http://www.opendatacommons.org/
Per questo rendere disponibili
•  dati aperti (open data),
•  differenziati per genere,
•  disaggregati per tema/politica/progetto,
in particolare focalizzati oggi sulle diverse marginalità causate
e/o ampliate dalla dirompente trasformazione digitale in atto,
•  dati ri-utilizzabili
•  dalle Istituzioni,
•  dai singoli e
•  dalle organizzazioni della società civile interessati –
che li possono ricombinare e riaggregare per arricchirne
significati, interpretazioni e racconti possibili - è una pratica
politica e di comunicazione che produce innovazione digitale,
civica, sociale.
http://www.opendatacommons.org/
https://www.openpolis.it/i-dati-di-genere-ancora-mancanti-in-italia/
https://www.thinktankperiod.org/
http://www.opendatacommons.org/
https://www.openpolis.it/i-dati-di-genere-ancora-mancanti-in-italia/
http://www.opendatacommons.org/
Ci sono buone pratiche in questo senso:
il Comune di Bologna ha pubblicato dataset relativi alla situazione
demografica e socio-economica divisi per genere
h t t p s : / / o p e n d a t a . c o m u n e . b o l o g n a . i t / p a g e s /
combattere_divario_genere_attraverso_i_dati/
utili al porre in essere politiche pubbliche volte al colmare i gender
gap.
E’ compito delle PA contrastare nei e con i fatti l’assenza cronica di
dati di qualità
•  accessibili,
•  confrontabili,
•  incrociabili
•  misurabili,
elementi di conoscenza indispensabili per programmare azioni
impegnate per l’uguaglianza di genere.
http://www.opendatacommons.org/
http://www.opendatacommons.org/
http://www.opendatacommons.org/
https://www.worldbank.org/en/data/datatopics/gender
http://www.opendatacommons.org/
https://opendatawatch.com/blog/visualization-for-a-better-look-at-gender-data/
https://opendatawatch.com/blog/visualization-for-a-better-look-at-gender-data/
http://www.opendatacommons.org/
http://www.opendatacommons.org/
La trasformazione digitale può essere una grande
opportunità di inclusione (anche in ragione delle
risorse dedicate di Next Generation EU),
ma anche di potenziale esclusione se non agita,
soprattutto a livello territoriale, di prossimità, in
modo da ampliare la platea
•  di tutte e tutti coloro che godono di una piena
e consapevole cittadinanza – digitale e non – ,
•  di coloro che esercitano diritti, e diritti
digitali.
http://www.opendatacommons.org/
Per raggiungere gli obiettivi sfidanti del PNRR è
strategica una comunicazione istituzionale
•  realmente dialogica,
•  che attivi la partecipazione,
•  abilitata e supportata da dati aperti e
controllabili,
•  capace di rendicontare progressivamente i
benefici e i miglioramenti degli interventi
sulla vita delle donne, e delle persone in generale.
http://www.opendatacommons.org/
Centralità della persona
•  nei processi trasformativi,
•  nella tutela dei dati e del loro uso etico,
•  approccio non tecnocratico o soluzionistico alle
ICT
devono essere valori-guida per le Pubbliche
Amministrazioni che si misurano con una
comunicazione/produzione/progettazione - in e
con la rete - funzionale all’empowerment e dei cittadini
che interagiscono con le tecnologie.
http://www.opendatacommons.org/
Costruire indicatori che
•  incorporino nei processi di progettazione e di
esecuzione degli interventi, assieme agli altri
elementi, anche una comunicazione pubblica
e istituzionale attenta al genere,
e che
•  valorizzino il contributo di questa funzione –
assieme organizzativa e culturale – è utile a
un più efficace al raggiungimento degli
obiettivi.
http://www.opendatacommons.org/
E’ necessario
•  farsi carico delle diseguaglianze nell’accesso
alle tecnologie
•  rimuovere le barriere, a cominciare da quelle
di genere (gender digital gap)
•  occuparsi di tutte le “periferie” - sociali,
culturali, economiche, infrastrutturali –
attivando dinamiche relazionali e comunicative
“dal fuori al dentro/centro”.
http://www.opendatacommons.org/
Rafforzamento delle competenze a tutti i livelli,
•  accompagnamento e sensibilizzazione,
•  azioni di awarness,
•  disponibilità larga e capillare dei device
appropriati,
sono le precondizioni su cui investire per le PA.
Fondamentale è una adeguata, dettagliata
conoscenza dei fenomeni in atto, in qualche modo
amplificati e resi più discriminanti dalla presenza/
mancanza del digitale, per non lasciare indietro
nessuno.
Il syllabus delle competenze digitali nellaPA
www.competenzedigitali.gov.it/syllabus.html
Descrive l’insieme minimo delle conoscenze e abilità che ogni
dipendente pubblico, non specialista IT, dovrebbe possedere
per partecipare attivamente alla trasformazione digitale della
pubblica amministrazione.
Organizzato in cinque aree tematiche e tre livelli di
padronanza il Syllabus rappresenta lo strumento di riferimento
per l’attività di autoverifica delle competenze digitali e la
definizione di corsi finalizzati ai fabbisogni formativi rilevati
Area di competenza
•  Dati, informazioni e documenti informatici
•  Comunicazione e condivisione
•  Sicurezza
•  Servizi on-line
•  Trasformazione digitale
I nuovi profili professionali
• Un importante passo avanti sulla strada di
comunicazione pubblica è stato fatto nel 2018
con profili professionali dedicati e una
migliore organizzazione.
• articolo 13 nel contratto della sanità
• articolo 95 nel contratto statali
• articolo 59 nel contratto della scuola
• articolo 18 bis nel contratto Enti locali
dedicato all’istituzione di nuovi profili per le
attività di comunicazione e informazione.
Associazione per la Comunicazione
Pubblica e Istituzionale
Il 24 novembre 1990 un centinaio di comunicatori
pubblici danno vita a Roma all’Associazione Italiana
della Comunicazione Pubblica e Istituzionale,
“Associazione Comunicazione Pubblica”.
Dopo l’approvazione della 150/2000, l’Associazione
approva il codice deontologico e di buona condotta e
i profili professionali dei comunicatori pubblici
www.compubblica.it/index.html?pg=13&mn=3
Viene sucessivamente approvata la “Carta di Bologna”
www.compubblica.it/index.html?idnews=170 , documenti
fondamentali per arrivare alla conferma e al
consolidamento dei nuovi compiti e delle nuove
funzioni
Associazione per la Comunicazione
Pubblica e Istituzionale
L’Associazione diventa uno degli attori decisivi per
• la elaborazione scientifica
• l’attività di lobbying
• l’ approvazione della Legge 150 del 2000
Per la prima volta nel nostro Paese una legge definisce
attività e professioni nel settore dell’informazione e della
comunicazione nelle Pubbliche Amministrazioni
strettamente connesse e interdipendenti con i processi di
• innovazione
• modernizzazione
• cambiamento
Associazione per la Comunicazione Pubblica e
Istituzionale
http://www.opendatacommons.org/
L’Associazione della Comunicazione Pubblica e
Istituzionale da trent’anni si occupa – attraverso
studi, progetti, attività e iniziative sul campo - di
promuovere la cultura della comunicazione
delle/nelle istituzioni pubbliche, la formazione
e la professione del comunicatore/della
comunicatrice, quali leve strategiche per
innovazione, modernizzazione, trasparenza e
cambiamento delle PA.
Associazione per la Comunicazione
Pubblica e Istituzionale
L'Associazione "Comunicazione Pubblica” ha ottenuto
nel 2013 il riconoscimento per rilasciare l'attestazione
professionale di "comunicatore pubblico" ai sensi della
Legge 4/2013.
Questo atto che ha un particolare valore, in quanto
nello statuto associativo approvato dal Ministero è
esplicitamente richiamata la Legge 150/2000, sono
dettagliati i profili professionali, che da essa
direttamente derivano, e vi è un chiaro e praticato
Codice deontologico, affiancato da una attività
consolidata di formazione professionale qualificata.
Associazione per la Comunicazione
Pubblica e Istituzionale
Dal 1° agosto 2014 "Comunicazione Pubblica" è
operativamente associazione attestante la professione di
comunicatore pubblico/comunicatrice pubblica.
L'attestazione verifica e conferma annualmente la
professione di chi è iscritto all'Associazione, che garantisce,
come chiede la Legge di riferimento, l'attività effettivamente
esercitata.
Questo quadro sancisce una moderna formula di
associazionismo professionale, una visione più europea del
riconoscimento delle professioni che non sostituisce ma
affianca il sistema ordinistico già esistente.
Comunicazione Pubblica è l'unica associazione
riconosciuta per l’attestazione nel settore della
comunicazione pubblica.
http://www.opendatacommons.org/
L’ Associazione agisce la parità di genere a
cominciare dalla governance, e si impegna
attraverso di essa e attraverso la rete dei soci
e delle socie che lavorano nelle pubbliche
amministrazioni del Paese (centrali e
territoriali) a immaginare e promuovere azioni,
iniziative, percorsi formativi, progetti, partenariati
che facciano della parità e dell’equità di
genere una condizione fondante e praticata.
Associazione per la Comunicazione
Pubblica e Istituzionale

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Quale genere di comunicazione istituzionale? - Leda Guidi

  • 2. Home - Commissione europea Innovazione, comunicazione, inclusione, genere Negli Stati Membri dell’Unione europea, la comunicazione pubblica e istituzionale è considerata una politica a pieno titolo e ha come obiettivi principali •  lo sviluppo del dibattito e del dialogo con i cittadini •  il potenziamento del diritto all’informazione e della libertà di espressione. Le azioni che ne conseguono hanno come finalità il miglioramento dell’educazione civica attraverso •  strategie di democrazia partecipata •  il collegamento dei cittadini tra loro e dei cittadini con le istituzioni pubbliche nella dimensione di una cittadinanza attiva.
  • 3. La PA nel contesto europeo •  comunica servizi, •  fornisce informazioni, •  aiuta l’integrazione degli dei vari uffici, •  semplifica il linguaggio riduce i tempi di attesa, facilita l’accesso alle informazioni e •  favorisce la partecipazione attiva. Il futuro (e l’oggi) della comunicazione pubblica e istituzionale si basa sulla capacità di ascolto, indispensabile per comprendere e intercettare i bisogni del cittadino e anticipare il cambiamento, attraverso….. Innovazione, cambiamento, comunicazione, inclusione
  • 4. “Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni” Definisce le modalità attraverso cui affrontare i problemi posti dai diversi tipi di comunicazione che le pubbliche amministrazioni sono tenute a realizzare Legge n.150 del 7 Giugno 2000
  • 5. Comunicare e relazionarsi con i cittadini in modo inclusivo per una istituzione pubblica significa obbligatoriamente praticare un ‘cambiamento di paradigma’ • nel modo di funzionare • nel modo di lavorare • nel modo di interagire all’interno e all’esterno della organizzazione Innovazione, comunicazione, inclusione
  • 6. Innovazione, comunicazione, inclusione Una comunicazione pubblica inclusiva multicanale ha a che fare con un insieme ampio di diritti, che riguardano • informazione (dai dati ai documenti..) • comunicazione • collaborazione • coprogettazione • partecipazione e con l’ accesso a competenze: • per utilizzare di modo critico e proattivo/produttivo • per interagire in modo consapevole per lavoro/studio/ formazione…… anche alle risorse della rete e della sfera digitale
  • 7. Innovazione, cambiamento, inclusione: un approccio olistico Le Pubbliche Amministrazioni sono sollecitate a •  giocare un ruolo fondamentale nel rendere possibile ai cittadini e alle cittadine, in tutti i momenti della vita sociale/economica/culturale, l’accesso equo a informazioni e servizi (digitali e non) •  “immaginare” e mettere in atto politiche e pratiche innovative di inclusione secondo un approccio di relazione e di comunicazione olistico, che tenga insieme, in modo trasversale, tutti gli ambiti/i settori dell’attività amministrativa, abililtando una “sfera pubblica” evoluta, generativa, partecipata, inclusiva e sostenibile.
  • 8. Innovazione, cambiamento, comunicazione, inclusione: un approccio olistico Per facilitare l’inclusione le Pubbliche Amministrazioni cominciano a inserire: • negli Statuti • nei documenti formali/regolamentari •  politici •  programmatici e di pianificazione •  operativi /esecutivi •  di misurazione delle performance e degli impatti dell’azione amministrativa • i diritti digitali • i servizi on line • i processi partecipativi accompagnati dalle modalità di comunicazione e dai percorsi che li rendono effettivamente esigibili in modo equo e rispettopso delle differenze, a cominciare da quelle di genere
  • 9. Innovazione, cambiamento, comunicazione, inclusione: un approccio olistico Statuto città metropolitana di Bologna www.cittametropolitana.bo.it/ consiglio/Engine/RAServePG.php/P/258811620501/ Art. 11 - Cittadinanza digitale 1. Tutti i cittadini hanno eguale diritto di accedere alla rete internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico, sociale e territoriale. La Città metropolitana si impegna a sviluppare progettualità adeguate per garantire l’esercizio di tale diritto. 2. I dati prodotti dalla Città metropolitana di Bologna sono resi universalmente disponibili sotto forma di dati aperti (Open data). 3. La Città metropolitana si impegna ad utilizzare prioritariamente software liberi o a codice sorgente aperto (Open source). 4. La Città metropolitana, al fine di organizzare la diffusione di procedure informatiche omogenee e condivise tra i territori che la compongono, promuove e coordina i sistemi di informatizzazione e digitalizzazione in ambito metropolitano. 5. La Città metropolitana agli scopi sopra descritti assicura un ampio ricorso a forme di consultazione e modalità di partecipazione in rete, promuovendo l'elaborazione e lo sviluppo delle forme di democrazia digitale.
  • 10. COMUNICAZIONE APERTURA INCLUSIONE ascolto e dialogo costante comunicazione esterna come trasparenza, accesso, apertura processi partecipativi / inclusivi co- progettazione /co-design comunicazione interna come sviluppo delle competenze un modello di piano di comunicazione inclusiva e attenta alle diversità
  • 11. Due modelli di comunicazione su internet Innovazione, comunicazione, inclusione, genere
  • 12. Da tecnologie come prevalenti piattaforme distributive §  Logica gerarchica, tecnocratica §  Relazione verticale, asimmetrica §  Squilibrio di “potere” fra gli attori e regole del gioco non negoziate A tecnologie come dimensione di comunicazione e scambio §  Pluralità e multiformità della dimensione reticolare in internet §  Approccio orizzontale, paritario, policentrico, inclusivo “by design” processi innovativi e aperti in rete: un paradigma di engagement
  • 13. la comunicazione inclusiva e la rete I media civici e le piattaforme social – i nuovi ambienti di comunicazione pubblica - vanno inseriti nella strategia di comunicazione complessiva dell’organizzazione Governati da finalità •  di informazione e di formazione •  di tutela / sicurezza informatica e e dei dati personali •  di empowerment dei cittadini e delle cittadine •  di rispetto delle differenze, a cominciare da quelle di genere
  • 14. L’adesione alla “cultura dei beni comuni” e delle piattaforme civiche (media civici) è una condizione fondamentale per un rapporto inclusivo di partenariato tra comunità e istituzioni. Questo approccio amplia l’ambito di declinazione della comunicazione pubblica, premessa ed evoluzione •  della partecipazione •  della cittadinanza attiva
  • 15. http://www.opendatacommons.org/ Un approccio inclusivo, di genere non retorico deve essere trasversale •  alle strategie, •  ai linguaggi utilizzati, •  alle modalità di interazione, •  ai criteri di accesso a informazioni, servizi e percorsi collaborativi e partecipativi scelti da chi fa comunicazione Una comunicazione pubblica attenta a combattere •  stereotipi, •  bias culturali, •  marginalizzazioni, •  impegnata a colmare i diversi gender gap, non ultimo quello digitale.
  • 16. http://www.opendatacommons.org/ In questo scenario evolutivo •  protagonismo, •  visibilità e riconoscimento, •  competenza, •  esperienza, •  creatività, •  valorizzazione •  delle donne professioniste della comunicazione, nel pubblico e nel privato, nei diversi ruoli •  delle donne cittadine interlocutrici in un processo di scambio che parta dall’ascolto e dal dialogo, sono condizioni da fare emergere e da includere pienamente nei processi di innovazione e cambiamento.
  • 17. http://www.opendatacommons.org/ Le attività, formative e progettuali della comunicazione pubblica e istituzionale, devono essere volte anche a stimolare chi si occupa di comunicazione a tutti i livelli nelle PA e nelle Università, una attivazione personale e professionale, verso iniziative di sensibilizzazione al genere - dal dato aperto alle forme più complesse di espressione multimediale/crossmediale - nell’ambito delle comunità “aziendali/istituzionali” e nelle comunità di riferimento,
  • 18. http://www.opendatacommons.org/ Un’azione culturale ed etica che riguarda comunicatrici e comunicatori che si evidenzia come urgente in questo secondo anno di pandemia che vede la metà della popolazione, quella femminile, a livello globale, europeo e nazionale •  sopportare in misura prevalente i carichi di cura non retribuiti/riconosciuti/rilevati •  l’espulsione dal mondo del lavoro •  l’impoverimento economico e sociale, e in generale un misurabile arretramento dei diritti.
  • 19. http://www.opendatacommons.org/ Numerosissimi studi e analisi ci restituiscono “fotografie” preoccupanti, in ambiti diversi, della situazione delle donne, delle cittadine. Le donne si sono ritrovate più esposte su molteplici fronti, economico, familiare e sanitario. D’altra parte il tema della gender equality è il numero 5, dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, o SDGs) indicati dalle Nazioni Unite, e l’emergenza Covid-19 ci ha fatto capire che siamo ancora ben lontani dal praticarlo. La pandemia sta infatti amplificando le disuguaglianze esistenti.
  • 20. http://www.opendatacommons.org/ Questo svantaggio in Italia è da tempo particolarmente significativo in relazione al contesto europeo, è stato accelerato dalla trasformazione tecnologica che riguarda da vicino la comunicazione istituzionale - quella politica, quella di servizio e quella rivolta ai media - prodotta dalle Amministrazioni pubbliche e dalle loro articolazioni. Un ulteriore ostacolo all’esercizio dei diritti di cittadinanza inclusiva, digitali e non, che non ci possiamo permettere di non oltrepassare, nemmeno a livello economico: sappiamo come la diversity sia anche un vantaggio competitivo per le organizzazioni che ne fanno un valore e una policy aziendale.
  • 21. http://www.opendatacommons.org/ Il programma Next Generation EU assume il superamento dei gender gap come obiettivo centrale. La realizzazione concreta va monitorata parole rituali e pinkwashing in questo contesto drammatico non sono accettabili, prima di tutto per il bene comune. Le linee guida pubblicate dall’UE a fine gennaio 2021 indicano come obbligatoria la valutazione impatto di genere in ogni capitolo d’investimento.
  • 22. http://www.opendatacommons.org/ Gli Stati membri devono cioè valutare ex ante come e in che misura (quantitativa e qualitativa) gli investimenti •  infrastrutturali, •  energetici, •  digitali impattino il mondo del lavoro di uomini e donne, se creano posti e per chi, se agevolano la riduzione del carico del lavoro di cura permettendo alle donne di tornare al lavoro. Gli interventi previsti dal Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) richiedono alle Pubbliche Amministrazioni un impegno straordinario.
  • 23. http://www.opendatacommons.org/ •  L'accesso al patrimonio informativo della PA è pubblico. •  Nel rispetto delle norme sulla privacy, da questo principio devono derivare funzionalità evolute di •  descrizione •  trattamento •  integrazione •  visualizzazione •  consultazione •  dei dati messi a disposizione di cittadini, associazioni, imprese, professionisti, mondo accademico e della ricerca, e delle stesse amministrazioni. •  La disponibilità sul web in formato aperto dei dati pubblici in possesso dell'amministrazione crea le premesse per processi decisionali, politiche e azioni trasparenti e monitorabili.
  • 24. http://www.opendatacommons.org/ Una comunicazione pubblica inclusiva •  responsabile •  trasparente •  multicanale (dalla gestione delle relazioni in presenza fino alla crossmedialità) •  e gender sensitive a partire dai dati aperti declinati per genere e dalla loro valorizzazione •  comunicativa, •  parlante, •  verificabile è funzionale al cambiamento culturale e al rinnovamento delle organizzazioni pubbliche, anche per il raggiungimento degli obiettivi 2030.
  • 25. http://www.opendatacommons.org/ Promuovere la cultura e l’uso dei dati, gli atomi semantici che sono sottesi agli ecosistemi digitali, consente a chi governa di •  elaborare e mettere in campo politiche e azioni più efficaci e monitorabili •  progettare servizi •  abitare le piattaforme civiche con una nuova attenzione alla riproduzione, anche involontaria, di •  biases •  pregiudizi •  stereotipi •  asimmetrie - di genere e di diversità – “ i n c o r p o r a t i ” n e g l i a l g o r i t m i e r i p r o p o s t i esponenzialmente da questi.
  • 26. http://www.opendatacommons.org/ E’ essenziale una comunicazione verso i cittadini •  chiara, basata su dati e fatti controllabili •  capace di rendicontare progressivamente i benefici e i miglioramenti degli interventi messi a terra, a partire dal PNRR, sulla vita delle donne, e delle persone in generale. Una comunicazione pubblica che innovi, mantenendo salde le proprie finalità etiche, non guidata dall’offerta tecnologica del momento, Una comunicazione pubblica capace di gestire i nuovi media e i nuovi ambienti tecnologici per formare comunità competenti e rispettose della parità di genere (a partire dal personale delle istituzioni pubbliche).
  • 27. http://www.opendatacommons.org/ Una comunicazione pubblica che contribuisca a un modello •  di cittadinanza, •  di “sfera pubblica” – anche digitale - larga e democratica, •  di una collettività più giusta e cooperativa, maggiormente in grado di interagire con contenuti e soluzioni di servizio più efficienti, riusabili, sostenibili e inclusive.
  • 28. http://www.opendatacommons.org/ Per questo rendere disponibili •  dati aperti (open data), •  differenziati per genere, •  disaggregati per tema/politica/progetto, in particolare focalizzati oggi sulle diverse marginalità causate e/o ampliate dalla dirompente trasformazione digitale in atto, •  dati ri-utilizzabili •  dalle Istituzioni, •  dai singoli e •  dalle organizzazioni della società civile interessati – che li possono ricombinare e riaggregare per arricchirne significati, interpretazioni e racconti possibili - è una pratica politica e di comunicazione che produce innovazione digitale, civica, sociale.
  • 31. http://www.opendatacommons.org/ Ci sono buone pratiche in questo senso: il Comune di Bologna ha pubblicato dataset relativi alla situazione demografica e socio-economica divisi per genere h t t p s : / / o p e n d a t a . c o m u n e . b o l o g n a . i t / p a g e s / combattere_divario_genere_attraverso_i_dati/ utili al porre in essere politiche pubbliche volte al colmare i gender gap. E’ compito delle PA contrastare nei e con i fatti l’assenza cronica di dati di qualità •  accessibili, •  confrontabili, •  incrociabili •  misurabili, elementi di conoscenza indispensabili per programmare azioni impegnate per l’uguaglianza di genere.
  • 37. http://www.opendatacommons.org/ La trasformazione digitale può essere una grande opportunità di inclusione (anche in ragione delle risorse dedicate di Next Generation EU), ma anche di potenziale esclusione se non agita, soprattutto a livello territoriale, di prossimità, in modo da ampliare la platea •  di tutte e tutti coloro che godono di una piena e consapevole cittadinanza – digitale e non – , •  di coloro che esercitano diritti, e diritti digitali.
  • 38. http://www.opendatacommons.org/ Per raggiungere gli obiettivi sfidanti del PNRR è strategica una comunicazione istituzionale •  realmente dialogica, •  che attivi la partecipazione, •  abilitata e supportata da dati aperti e controllabili, •  capace di rendicontare progressivamente i benefici e i miglioramenti degli interventi sulla vita delle donne, e delle persone in generale.
  • 39. http://www.opendatacommons.org/ Centralità della persona •  nei processi trasformativi, •  nella tutela dei dati e del loro uso etico, •  approccio non tecnocratico o soluzionistico alle ICT devono essere valori-guida per le Pubbliche Amministrazioni che si misurano con una comunicazione/produzione/progettazione - in e con la rete - funzionale all’empowerment e dei cittadini che interagiscono con le tecnologie.
  • 40. http://www.opendatacommons.org/ Costruire indicatori che •  incorporino nei processi di progettazione e di esecuzione degli interventi, assieme agli altri elementi, anche una comunicazione pubblica e istituzionale attenta al genere, e che •  valorizzino il contributo di questa funzione – assieme organizzativa e culturale – è utile a un più efficace al raggiungimento degli obiettivi.
  • 41. http://www.opendatacommons.org/ E’ necessario •  farsi carico delle diseguaglianze nell’accesso alle tecnologie •  rimuovere le barriere, a cominciare da quelle di genere (gender digital gap) •  occuparsi di tutte le “periferie” - sociali, culturali, economiche, infrastrutturali – attivando dinamiche relazionali e comunicative “dal fuori al dentro/centro”.
  • 42. http://www.opendatacommons.org/ Rafforzamento delle competenze a tutti i livelli, •  accompagnamento e sensibilizzazione, •  azioni di awarness, •  disponibilità larga e capillare dei device appropriati, sono le precondizioni su cui investire per le PA. Fondamentale è una adeguata, dettagliata conoscenza dei fenomeni in atto, in qualche modo amplificati e resi più discriminanti dalla presenza/ mancanza del digitale, per non lasciare indietro nessuno.
  • 43. Il syllabus delle competenze digitali nellaPA www.competenzedigitali.gov.it/syllabus.html Descrive l’insieme minimo delle conoscenze e abilità che ogni dipendente pubblico, non specialista IT, dovrebbe possedere per partecipare attivamente alla trasformazione digitale della pubblica amministrazione. Organizzato in cinque aree tematiche e tre livelli di padronanza il Syllabus rappresenta lo strumento di riferimento per l’attività di autoverifica delle competenze digitali e la definizione di corsi finalizzati ai fabbisogni formativi rilevati Area di competenza •  Dati, informazioni e documenti informatici •  Comunicazione e condivisione •  Sicurezza •  Servizi on-line •  Trasformazione digitale
  • 44. I nuovi profili professionali • Un importante passo avanti sulla strada di comunicazione pubblica è stato fatto nel 2018 con profili professionali dedicati e una migliore organizzazione. • articolo 13 nel contratto della sanità • articolo 95 nel contratto statali • articolo 59 nel contratto della scuola • articolo 18 bis nel contratto Enti locali dedicato all’istituzione di nuovi profili per le attività di comunicazione e informazione.
  • 45. Associazione per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale Il 24 novembre 1990 un centinaio di comunicatori pubblici danno vita a Roma all’Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale, “Associazione Comunicazione Pubblica”. Dopo l’approvazione della 150/2000, l’Associazione approva il codice deontologico e di buona condotta e i profili professionali dei comunicatori pubblici www.compubblica.it/index.html?pg=13&mn=3 Viene sucessivamente approvata la “Carta di Bologna” www.compubblica.it/index.html?idnews=170 , documenti fondamentali per arrivare alla conferma e al consolidamento dei nuovi compiti e delle nuove funzioni
  • 46. Associazione per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale L’Associazione diventa uno degli attori decisivi per • la elaborazione scientifica • l’attività di lobbying • l’ approvazione della Legge 150 del 2000 Per la prima volta nel nostro Paese una legge definisce attività e professioni nel settore dell’informazione e della comunicazione nelle Pubbliche Amministrazioni strettamente connesse e interdipendenti con i processi di • innovazione • modernizzazione • cambiamento
  • 47. Associazione per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale http://www.opendatacommons.org/ L’Associazione della Comunicazione Pubblica e Istituzionale da trent’anni si occupa – attraverso studi, progetti, attività e iniziative sul campo - di promuovere la cultura della comunicazione delle/nelle istituzioni pubbliche, la formazione e la professione del comunicatore/della comunicatrice, quali leve strategiche per innovazione, modernizzazione, trasparenza e cambiamento delle PA.
  • 48. Associazione per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale L'Associazione "Comunicazione Pubblica” ha ottenuto nel 2013 il riconoscimento per rilasciare l'attestazione professionale di "comunicatore pubblico" ai sensi della Legge 4/2013. Questo atto che ha un particolare valore, in quanto nello statuto associativo approvato dal Ministero è esplicitamente richiamata la Legge 150/2000, sono dettagliati i profili professionali, che da essa direttamente derivano, e vi è un chiaro e praticato Codice deontologico, affiancato da una attività consolidata di formazione professionale qualificata.
  • 49. Associazione per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale Dal 1° agosto 2014 "Comunicazione Pubblica" è operativamente associazione attestante la professione di comunicatore pubblico/comunicatrice pubblica. L'attestazione verifica e conferma annualmente la professione di chi è iscritto all'Associazione, che garantisce, come chiede la Legge di riferimento, l'attività effettivamente esercitata. Questo quadro sancisce una moderna formula di associazionismo professionale, una visione più europea del riconoscimento delle professioni che non sostituisce ma affianca il sistema ordinistico già esistente. Comunicazione Pubblica è l'unica associazione riconosciuta per l’attestazione nel settore della comunicazione pubblica.
  • 50. http://www.opendatacommons.org/ L’ Associazione agisce la parità di genere a cominciare dalla governance, e si impegna attraverso di essa e attraverso la rete dei soci e delle socie che lavorano nelle pubbliche amministrazioni del Paese (centrali e territoriali) a immaginare e promuovere azioni, iniziative, percorsi formativi, progetti, partenariati che facciano della parità e dell’equità di genere una condizione fondante e praticata. Associazione per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale