4. Il Business Plan
4
Eâ uno degli output del processo di formulazione della
strategia, oltre a piani strategici, operativi e budget.
DOCUMENTO ORIENTATO AL FUTURO ED HA PER
OGGETTO UNO SPECIFICO BUSINESS
5. 5
Le funzioni del Business Plan
Interna
Esterna
Apprendimento
Riduzione del rischio
Integrazione Organizzativa
Comunicare
Ottenere risorse
Il BP non sostituisce la creativitĂ e lâintuito, necessari per la messa
a punto di un progetto imprenditoriale di successo.
6. Il Business Plan
Il processo è piÚ importante del documento finale
Plans Are Worthless, But Planning Is Everything.
(Eisenhower )
7. La funzione del businessplan
Non svela il futuro, ma consente di analizzare criticamente lâidea imprenditoriale, il modello
di business e le stime e le ipotesi poste a base del piano, sottoponendoli a sfidanti test di
sostenibilitĂ economico- finanziaria e di fattibilitĂ tecnica:
per porre in luce eventuali errori di progettazione (esempio: insufficienza della domanda,
sovra- o sotto-dimensionamento della capacitĂ produttiva e distributiva, surplus o carenze di
personale, sovra-indebitamento, ecc.), da correggere prima di dare vita allâimpresa
per âapprendereâ attraverso il confronto con la realtĂ e, per questa via, fare evolvere
lâimpresa coerentemente con i cambiamenti ambientali (di mercato e di settore), dopo che
lâimpresa è stata avviata
8. Lo sviluppo di un business plan è un lavoro progressivo, cui dedicare una
continua attenzione e raffinamento dei dati, fino al raggiungimento di un
equilibrio tra le ipotesi ed il loro sviluppo che porti ad una valutazione di
fattibilitĂ accettata (dai redattori).
Nel caso delle start up richiede una particolare attenzione aggiuntiva, rivolta a
sensibilizzare e accompagnare i promotori nella corretta impostazione del
piano e della loro effettiva attivitĂ .
9.
10. Un problema cruciale per le start-up: la mancanza di una storia e di una reputazione e i legami fiduciari
âdeboliâ con gli stakeholder
â Le imprese riescono ad attrarre le risorse umane, tecniche e finanziarie necessarie per svolgere
lâattivitĂ se forniscono ricompense adeguate agli stakeholder
â Le imprese giovani non hanno una storia che possa testimoniare la loro capacitĂ di fornire
remunerazioni adeguate agli stakeholder
â Di conseguenza, esse stentano ad acquisire le risorse generalmente riescono a costruire legami
fiduciari âdeboliâ con gli stakeholder
â Non appena si verificano problemi, questi legami deboli si recidono e le giovani imprese collassano su
sĂŠ stesse
11. Alcune determinanti fondamentali della reputazione dellestartup
Prodotto/
servizio
Team Risorse umane
Distribuzione
e approvvig.to
Capitaledi
rischio
Capitaledi
prestito
Ottenimento di premi e
riconoscimenti
Gradimento
manifestato dai clienti
rispetto a esperimenti-
pilota e prototipi
Il prodotto rispondead
unâesigenza che è
avvertita dal mercato /
risolve un problema
che è sentito e che non
ha avuto unasoluzione
adeguata da parte dei
concorrenti
Presenza di un
imprenditore con
riconosciute doti di
leadership
Istruzione, competenze,
capacitĂ ed esperienza
dei componenti del
team
QualitĂ delle relazioni
interpersonali nelteam
Istruzione,
competenze, capacitĂ
ed esperienza dei
lavoratori
Clima ebenessere
organizzativo
Alleanze strategichee
partecipazione a
network consolidati
Attrazione di soci e di
operatori del private
equity
Successo di campagne
di crowdfunding
Ottenimento di
finanziamenti
- Ordinari
- Agevolati
- Familiari
- Amici
13. I principi di redazione del BP
Principio di chiarezza
⢠SemplicitĂ di lettura/comprensibilitĂ
⢠Concetto di univocità terminologica: aiuta a concentrarsi sui contenuti
Principio di completezza
⢠Concetto di completezza sostanziale
- Analisi di tutte le aree aziendali coinvolte nellâevento
- Identificazione interferenze evento/impresa
- Analisi causa-effetto interferenze sullâimpresa
⢠Concetto di completezza formale
14. I principi di redazione del BP
Principio di affidabilitĂ
Il Business plan è affidabile se e soltanto se sono affidabili i procedimenti attraverso i quali avviene la formulazione
delle proiezioni e la derivazione delle conclusioni, quindi:
⢠Se la raccolta dei dati sia documentata
⢠Lâelaborazione dei dati sia sistematica
⢠Lâanalisi dei dati sia controllabile
Principio di attendibilitĂ
Il BP è attendibile quando il suo contenuto complessivo ed i suoi singoli elementi costitutivi risultano compatibili,
coerenti e ragionevoli.
Va verificato con riguardo:
⢠Alla congruità delle singole risorse allocate e combinate per il processo produttivo inteso in senso ampio
⢠Agli scenari complessivi previsti e rappresentati in relazione alle possibili aree di rischio
15. I principi di redazione del BP
Principio di neutralitĂ
Il B.P. deve essere steso con criteri oggettivi e quindi non deve essere influenzato da obiettivi non
dichiarati che lâestensore o il suo mandante vogliono perseguire
Principio di trasparenza
Trasparenza nel BP:
⢠Deve essere possibile percorrere a ritroso ogni elaborazione del piano, dal risultato di
sintesi ad ogni singolo elemento di analisi
⢠Di ciascun dato elementare deve essere identificabile la fonte
16. APPROCCIO AL BUSINESS PLAN PER LE START UP
⢠La prima manifestazione dellâidea e del progetto ( pitch deck)
⢠Il business model
⢠La riservatezza del progetto
⢠La macro struttura del piano, dei processi, dei tempi
⢠La definizione degli scenari (i dati esterni)
17. PRIMA MANIFESTAZIONE IDEA E PROGETTO - IL BUSINESS MODEL
ll pitch è una presentazione del proprio progetto, sintetico, che consenta di guardare il
progetto solo a grandi linee, nel suo insieme, toccando tutti gli aspetti fondamentali per
un investitore.
18. PRIMA MANIFESTAZIONE IDEA E PROGETTO - IL BUSINESS MODEL
Business model, spiega come unâazienda crea, fornisce e acquista valore.
Lo fa esponendo in sintesi i principali punti:
⢠Clienti: identificati per bisogni, interessi, tipo di relazione, altri filtri
⢠Valore offerto: cosa lâazienda è in grado di fornire
⢠Canali: il mezzo con cui lâazienda raggiunge il cliente, presente e futuro
⢠Relazioni con i clienti: come lâazienda li conquista e li mantiene
⢠Ricavi: dei propri prodotti e servizi e modalità di loro liquidazione
⢠Risorse: quali lâazienda usa per produrre il valore e a che condizioni
⢠Attività da porre in essere per produrre il valore
⢠Con chi lâazienda (fornitori, partner, alleanza) lavorerĂ per creare valore
19. Condividere unâidea, unâopportunitĂ , linee di azioni può voler dire condividere - in una fase delicata -
dei veri e propri asset.
Occorre aiutare i promotori a cautelarsi, con intese pre-contrattuali che abbiano efficacia
immediatamente vincolante, indipendentemente dallâesito del progetto.
Queste intese sono gli accordi di riservatezza o altrimenti detti âaccordi di non divulgazioneâ (No
Disclosure Agreement - NDA), mediante i quali le parti decidono di non svelare dati sensibili
(informazioni commerciali, dati finanziari, strategie di marketing, segreti industriali, know-how, ecc.) che
non sono di pubblico dominio.
20. Lâaccordo di riservatezza può essere reciproco o vincolare una sola delle parti che possa prevedere:
1. La definizione di quali siano le informazioni confidenziali (brevetti, know-how, informazioni
finanziarie, strategie, business plan, ecc.);
2. I tipi di divulgazioni ammesse (per esempio quelle richieste dallâautoritĂ giudiziaria);
3. I doveri dei dipendenti, dei collaboratori e dei consulenti del soggetto che si è impegnato alla riservatezza;
4. La durata degli obblighi di non divulgazione;
5. La durata di validitĂ dellâaccordo di riservatezza;
6. La quantificazione del danno derivante da violazione degli accordi;
7. Lâesclusione di cosa non deve essere confidenziale.
21. Lâobiettivo della customer
discovery è individuare i clienti
e capire se il problema che la
startup vuole risolvere è
effettivamente importante per
loro.
Customer
discovery
Lâobiettivo della customer
validation è mettere a punto
un processo di vendita ripetibile e
testato sul campo.
Customer
validation
La fase di customer creation
prende le mosse dai primi
successi di vendita: deve
sostenere la domanda del
prodotto.
Customer
creation
La fase di company building,
infine, rappresenta il
passaggio da
unâorganizzazione informale,
basata sullâapprendimento e la
scoperta, a una struttura
formale.
Company
building
Fonte: Steve Blank, Alexander Osterwalder, loro pubblicazioni
Fare una startup significa essere disposti a intraprendere un percorso di scoperta e apprendimento
26. Le domande per lo sviluppo di un BP
⢠Che profilo hanno i clienti che si vogliono servire? Clienti e non clienti
⢠Quali dei loro bisogni si intendono soddisfare e quali no ? Impliciti ed espliciti
⢠Con che sistema di offerta ?
⢠Come ci faremo conoscere dai clienti ?
⢠Come distribuiremo, produrremo e aggiorneremo il prodotto ?
27. Le domande per lo sviluppo di un BP
Chi sono i competitor ?
Che strategia hanno?Qual è la struttura
economica del
business? La scala è
rilevante? Quali sono
gli investimenti
necessari ?
Come definiremo il
prezzo ? Come sarĂ
il revenue model?
Qual è il raggio di
azione geografico
ideale ?
Lâdea è sostenibile ?
Quali sono i trend in
atto nel mercato ?
BP
28. Il modello di business
Relazioni fra i diversi elementi
Mercato
Offerta
Comuni-
cazione
Concor-
renza
Finan-
ziamenti
Econo-
mics
Struttura
I diversi elementi si devono
adattare reciprocamente
31. Cosa significa essere orientati al mercato
⢠Non significa
Appiattirsi sulle preferenze espresse dalla maggior parte dei consumatori
⢠Significa
Immaginare ciò che il cliente potrebbe apprezzare, anche se ancora non lo sa.
Preoccuparsi non solo dei clienti diretti ( intermediari) ma anche degli utenti finali.
32. Cosa significa essere orientati al mercato
Vestirsi nei panni dei clienti ! E non chiedere cosa vuole e cosa non vuole ..
Lâidea del walkman non sarebbe mai venuta da una
ricerca di mercato.
34. La segmentazione del mercato. Come segmentare ?
Considerare anche i criteri di segmentazione specifici di settore
I criteri di segmentazione da privilegiare dipendono :
⢠Dal settore
⢠Dallâobiettivo perseguito
Le modalitĂ di segmentazione possono influenzare il grado di innovazione del sistema
di offerta e delle politiche di comunicazione.
35. Come si svolge il processo di acquisto e di consumo
Chi acquista e chi
non acquista ?
Che cosa viene
acquistato ?
Quando si
acquista ?
PerchĂŠ si
acquista ?
Con quale
frequenza si
acquista ?
Come si
articolano i ruoli
nel processo di
acquisto ?
Il processo
di acquisto
di una
vendita di
un viaggio
36.
37. Segmentazione, targeting e posizionamento
Segmentazione
⢠Identificare i criteri,
studiare i profili e i
processi dâacquisto
Positioning
⢠Identificare il
sistema di offerta e
le politiche di
comunicazione
Targeting
⢠Valutare attrattivitĂ
e potenziali di
ciascun segmento
e decidere su quali
segmenti operare
38. Nonostante siano numerosissimi i consumatori che possano risultare potenzialmente interessati alla nostra offerta, molto spesso il gap di
potenziale, ossia la differenza tra la domanda potenziale e la domanda reale, è particolarmente elevato.
Volumi di
vendita
Domanda Potenziale
Tempo
Domanda di Mercato
Gap di potenziale
ď§ Gap di consumatori
ď§ Gap di occasioni
ď§ Gap di dose
Gap concorrenziale
ď§CompetitivitĂ offerta
ď§Prezzo relativo
ď§Comunicazione specifica
Domanda Specifica
41. Spunti di innovazione per definire il
sistema di offerta
Il giudizio del cliente è globale
Pensare anche ai clienti dei clienti
Pensare anche ai non clienti
I clienti possono influenzare il valore
Valore assoluto ( cliente ) e valore relativo
42. Definire il sistema di offerta
Gli elementi del valore assoluto per il cliente
VALORE ASSOLUTO = BENEFICI - COSTI
⢠Elementi tangibili
⢠Elementi immateriali ( prestigio, status, sicurezza,
immagine del marchio )
⢠Gamma
⢠Durata/Obsolescenza
⢠Garanzia
⢠Modalità di acquisto
⢠Diffusione
⢠Compatibilità con altri beni
BENEFICI
⢠Costi informativi
⢠Costi di acquisto
⢠Costi di accesso
⢠Costi di installazione
⢠Apprendimento
⢠Costi di conversione
⢠Costi di esercizio
⢠Manutenzione e aggiornamento
⢠Inutilizzabilità dei beni complementari già in possesso
dellâacquirente
COSTI
43. Quali sono gli elementi economici
del sistema di offerta
Gli elementi economici includono il prezzo, gli altri costi monetari lungo
tutto il ciclo di vita del bene, la garanzia, i tempi e il luogo di consegna, i
tempi e le modalitĂ di pagamento.
La valutazione di
clienti non è del
tutto razionale
( Costa
Crociere)
Gli utenti finali
danno poco
valore al tempo (
ikea )
I prezzi possono
essere definiti in
funzione :
⢠costi
⢠Concorrenza
⢠Mercato
Il prezzo può
essere
variamente
articolato
44. Gli elementi del sistema di offerta
Classificazione per natura
â Elementi tangibili
â Elementi intangibili
â Elementi economici
â Costi non monetari
45. Il revenue model
Articolazione dei prezzi
Volumi
Prezzo
Prezzo
elevato
Volumi
Prezzo
Prezzo
basso
Volumi
Prezzo
Prezzo personalizzato
(2 versioni)
Volumi
Prezzo
Prezzo personalizzato
(molte versioni)
46. Il revenue model
La Struttura del Modello di Revenue
La forma da utilizzare per definire e strutturare il Revenue Model, è la seguente:
⢠KPI: sono le metriche non economiche alla base dei flussi di ricavi;
⢠Ricavi: sono i flussi stimati sulla base dei KPI e dei prezzi medi di vendita;
Tutti questi elementi servono per definire il MOL (Margine Operativo Lordo), uno degli indicatori
fondamentali della fattibilitĂ di un progetto.
47. I KPI, le metriche non economiche
⢠Con lâacronimo KPI (Key Performance Indicator, in italiano indicatore chiave di prestazione) ci si riferisce a tutte
quelle metriche utili a monitorare lâandamento dei processi aziendali.
Possiamo identificare quattro tipologie di KPI aziendali:
⢠Generali: misurano il volume del lavoro;
⢠Di qualità : valutano la qualità dei risultati in base a determinati standard;
⢠Di costo
⢠Di servizio o di tempo: misurano il tempo di risposta, dallâavvio del processo fino alla conclusione.
La caratteristica principale dei KPI aziendali è la misurabilità . Per poter analizzare correttamente la progressione di un
progetto è essenziale poter quantificare con esattezza i parametri di valutazione.
Inoltre, è molto importante fissare delle scadenze temporali e misurare i KPI con periodicità prefissate per poter fare
confronti efficaci (mese su mese, trimestre su trimestre, ecc.). âDiventare leader nel mio settoreâ non è un KPI perchĂŠ
non è nĂŠ quantificabile, nĂŠ circoscritto nel tempo. Mentre âOttenere X nuovi clienti nei prossimi tre mesiâ sĂŹ, in quanto
oggettivamente misurabile.
48. I KPI, le metriche non economiche
Alcuni parametri sono piĂš importanti di altri per capire se lâazienda sta seguendo la giusta rotta. Ad esempio:
⢠Il fatturato, evidentemente utile a capire se lâattivitĂ nel suo complesso o piĂš specificatamente le iniziative commerciali e di
marketing si traducano o meno in un aumento delle vendite, e quindi degli introiti.
⢠Il costo per lead, ossia quanto costa generare un nuovo contatto (la misurazione va fatta per ogni canale attivato, per
capire quale consente una maggior efficienza).
⢠Il customer lifetime value (CLV), ossia il valore del cliente nel lungo periodo. I rapporti durevoli hanno un valore maggiore
rispetto alle transazioni isolate. In questâottica, è necessario conoscere il valore del cliente nel lungo periodo e mettere in
atto le giuste strategie per incrementarlo, favorendo le fidelizzazioni.
⢠Il ROI (return on investment), ossia il ritorno economico sugli investimenti.
⢠Il rapporto tra volume del traffico e lead generati: un numero di visite elevato non si traduce automaticamente in nuovi
contatti. Lo scopo è capire come migliorare questo parametro.
⢠Il rapporto tra lead e clienti effettivi: un conto è generare un nuovo contatto, un altro è trasformarlo in un acquirente.
Possiamo aver scoperto la formula per attirare molti lead, ma se non siamo in grado di convertirli in veri e propri clienti
dobbiamo cambiare strategia.
⢠Il numero di conversioni rispetto a ogni landing page. Una landing page è una pagina web che si raggiunge dopo aver
cliccato su un link o su una pubblicitĂ . Ha lo scopo di trasformare gli utenti in clienti, fornendogli informazioni su un
prodotto o inducendoli a compiere unâazione, come iscriversi o scaricare del materiale.
49. I KPI, le metriche non economiche
Costruzione dei flussi di ricavo che un idea di business può generare, evidenziando delle metriche non economiche,
utilizzando un approccio di funnel marketing .
In estrema sintesi, bisonga identificare le fasi che portano l'utente dalla prima interazione, fino ad arrivare alla
conversione (vendita, ad esempio).
Per esempio, ipotizziamo che il funnel sia come quello mostrato nell'immagine seguente: supponendo un CPC di 1,2âŹ, 100
visitatori ti costano 120⏠e, di conseguenza, realizzando 5 vendite ognuna ti costa 24âŹ.
Quindi il numero di vendite, è direttamente correlato al budget di marketing che si imposta. Chi valuta il Business Plan può
capire se il numero di vendite prefissato è realistico, semplicemente analizzando i tassi di conversione e il CPC originario .
120 euro / 5 vendite = 24 euro
Ad esempio: il primo mese parti da 1200⏠di budget per avere 50 clienti (CPA 24âŹ); per arrivare al
18° mese con 6000⏠di budget per avere 400 clienti (CPA 15âŹ).
50. I Ricavi, flussi stimati sulla base di KPI e prezzi medi di
vendita
⢠Una volta definiti i volumi di vendita, è necessario trasformarli in flussi economici: banalmente, è necessario
capire qual è il pricing.
⢠Se lâazienda è mono-prodotto è facile definire il valore di una singola vendita. Viceversa, se offri molti prodotti
eterogenei tra di loro, le cose si complicano, e potrai seguire due strade:
⢠Differenziare il funnel: se i tuoi prodotti appartengono a categorie ben distinte e riesci a differenziare in misura
accettabile i canali di marketing, ti conviene separare il tutto e trattarli come una âaggregazioneâ di aziende mono-
prodotto.
⢠Stimare il carrello medio: quando le tue unità di vendita sono troppo eterogenee per adottare la strategia
precedente, o semplicemente hai un catalogo troppo ampio, devi necessariamente stimare il valore medio di una
vendita. Questa è unâoperazione molto importante e pone un obiettivo che devi perseguire con costanza.
Il flusso di ricavi si ottiene dalla combinazione del princing e dei volumi di vendita stimati nei KPI.
51. Definire una Unique Selling Proposition
La Unique Selling Proposition rappresenta la motivazione portante per cui i consumatori dovrebbero
preferire un brand ad un altro, infatti la differenziazione è una delle armi strategiche piÚ importanti per
unâazienda che vuole emergere nel mercato.
Essa contiene la caratteristica del prodotto che maggiormente ci distingue dai competitors e che offre
dei benefits unici ai clienti.
Questa caratteristica dovrebbe essere presentata con tale forza da persuadere lâacquirente di non poter
rinunciare al beneficio che essa porta.
52. Definire una Unique Selling Proposition
Elencare gli attributi ai quali i clienti target prestano + attenzione
Rappresentazione grafica degli attributi (profilo di offerta)
Importante:
ďConcentrarsi sugli attributi piĂš rilevanti
ď Segmenti diversi ď attributi diversi
ď Alcuni attributi sono presenti in tutti i sistemi di offerta, altri no
Bass
o
Alto
Livellodellâofferta
Attribut
o7
Attribut
o3
Attribut
o6
Attribut
o9
Attribut
o8
Attribut
o1
Attribut
o2
Attribut
o5
Attribut
o4
Attribut
o10
Concorrente B
Concorrente A
53. I profili di offerta
Esempio di innovazione: il caso Formule 1
Basso
Alto
Livellodellâofferta
Comfortstanza
Pulizia
Comfortletto
Prezzo
Silenzio
2 Stelle
1 Stella
Attributi del sistema di offerta
Selfservice
AspettoHall
Bagni
Design
Reception24h
Dimensionestanze
54. Esempio Unique Selling Proposition
Stanze senza bagno
No reception h24
Stanze pulite e minimal
Letto molto confortevole
56. Localizzazione
Struttura di approvvigionamento
Struttura produttiva
Struttura commerciale
Altro (R&S, progettazione, preventivi)
Struttura organizzativa e meccanismi operativi
Accordi con altre imprese
La struttura aziendale ( risorse e competenze )
INTERNA ESTERNA
57. Ă un documento che raccoglie e riassume unâidea di
business, il modello di funzionamento che gli sta
dietro, le azioni definite e la valutazione delle
conseguenze economico-finanziarie in termini di:
RISORSE (richieste)
RISULTATI (attesi)
RISCHI (possibili)
Rappresentazione
organica di un
progetto
imprenditoriale
Cosâè il
Business Plan
58. Elementi essenziali del business plan(1/6)
Executive summary
Molto spesso è lâunico elemento del piano esaminato dagli investitori (o che si ha il
tempo di illustrare agli investitori) La capacitĂ di descrivere in sintesi gli elementi-chiave
del piano indica che è chiaro il modello di business Nellâesecutive summary si deve
descriveresinteticamente:
la businessidea
la mission
la filosofia organizzativa e gestionale gli obiettivistrategici
le fonti di finanziamento necessarie (mezzi propri e mezzi di terzi)
la redditivitĂ attesa
i tempi di âentrata a regimeâ
quanto è possibile attendere la risposta positiva del mercato prima di esaurire la liquidità disponibile
59. Elementi essenziali del business plan(2/6)
Descrizione dellâimpresa
La missione - La meta (cosa lâimpresa vuol diventare nel medio-lungo termine) e gli obiettivi intermedi
che si propone di raggiungere - La filosofia aziendale (cosa è importante per lâimpresa)
Il mercato (cenni e rinvio alla successiva parte dedicata al piano di mercato)
Il settore. Ă in fase di crescita, in stagnazione o in crisi? Quali cambiamenti sono prevedibili nel breve e
nel medio-lungo termine? Lâimpresa ha le capacitĂ di trarne vantaggio? Quali cambiamenti nella
tecnologia, nella regolamentazione, nellâeconomia e nel settore potrebbero causare problemi
allâimpresa? - I punti di forza e le competenze tipiche dellâimpresa? Da cosa dipenderĂ il successo
dellâimpresa? - Forma giuridica (motivi per i quali è stata scelta quella forma giuridica)
Team
biografia sintetica dei componenti del team, privilegiando le eventuali esperienze imprenditoriali, i titoli
accademici, i master, PhD (tutto ciò che può fare apparire vincenti, anche riconoscimentisportivi)
60. Elementi essenziali del business plan(3/6)
Descrizione delprodotto/servizio
Le caratteristiche di ciascun prodotto e servizio
PerchÊ e in cosa ciascuno di essi è migliore rispetto a quelli presenti nel mercato? Come i potenziali
clienti valutano il prodotto (indicare il risultato di esperimenti pilota)?
Obiettivi dimercato
Quali clienti e segmenti di mercato si intendono raggiungere?
Qual è il fatturato complessivo del mercato e il suo tasso di crescita?
Qual è il fatturato che si ritiene di poter conseguire nei primi 3-5 anni di vita? Qual è la quota di
mercatoobiettivo?
Quali sono i driver della crescita e i profitti medi del mercato?
Piano per il raggiungimento degli obiettivi di mercato
PerchĂŠ si ritiene di potere raggiungere gli obiettivi di quota di mercato? In quanto
tempo? Quali sono le basi del vantaggio competitivo che si intende conseguire? Come si
pensa di difendere il vantaggio competitivo dagli attacchi dei concorrenti? Quali sono le
barriere allâentrata (elevati investimenti, elevati costi di produzione e/o di marketing,
competenze, tecnologia, licenze, dazi e regolamentazione, ecc.)?
61. Elementi essenziali del business plan(4/6)
Concorrenza
Qual è il vantaggio competitivo che si intende conseguire?
Quali sono i principali concorrenti per ciascun prodotto/servizio, gruppo di clienti, area geografica? Mediante
tabelle porre in luce il posizionamento dellâimpresa rispetto ai concorrenti per quanto attiene ai prodotti, ai
prezzi, alla qualitĂ , alla reputazione aziendale, allâimmagine, al design, alla localizzazione, alla pubblicitĂ , alle
metodologie di vendita.
Come si pensa di difendere il vantaggio competitivo dagli attacchi dei concorrenti? Quali
sono i potenziali sostituti e barriere alla sostituzione
Quali sono i potenziali entranti e barriere allâingresso (elevati investimenti, elevati costi di produzione e/o di
marketing, competenze, tecnologia, licenze, dazi e regolamentazione, ecc.)
Obiettivi dimercato
Quali clienti e segmenti di mercato si intendono raggiungere?
Qual è il fatturato complessivo del mercato e il suo tasso di crescita?
Qual è il fatturato che si ritiene di poter conseguire nei primi 3-5 anni di vita? Qual è la quota di mercato
obiettivo?
Quali sono i driver della crescita e i profitti medi del mercato?
PerchĂŠ si ritiene di potere raggiungere gli obiettivi di quota di mercato? In
quanto tempo?
Strategia dimarketing
Promozione: Quali media? PerchĂŠ? Con quale frequenza? Quanto si investirĂ in promozione= Prezzo: analisi
comparativa con iconcorrenti Distribuzione: come si venderĂ (dettaglio, vendite dirette, ingrosso, agenti, ecc.)
62. Elementi essenziali del business plan(5/6)
Piano operativo
produzione
ubicazione della produzione/vendita
profili giuridici
personale
fornitori
distributori
Organizzazione
63. Alcuni elementi essenziali delbusiness plan (6/6)
Piano economico-finanziario
Gli investitori necessitano soprattutto di sapere in quanto tempo lâimpresa potrĂ realisticamente
recuperare lâinvestimento e raggiungere gli obiettivi e quali profitti lâazienda potrĂ essere in grado
di produrre.
Analisi di sensitivitĂ (âWhat ... ifâ) /i test di vulnerabilitĂ della strategia
Non basta concepire un piano, è necessario dimostrare che lâimpresa è in grado di resistere alle
turbolenze ambientali ed anche al manifestarsi di scenari meno favorevoli di quelli delineati nel
piano.
Pertanto, è opportuno riportare i risultati dellâanalisi di volatilitĂ dei risultati attesi rispetto a
possibili variazioni delle variabili da cui essi derivano, segnatamente: prezzi unitari (p), costi
variabili unitari (cv) e volumi di vendita(q)
64. Innovazione, incertezza e vulnerabilitĂ delle startup
Le startup si caratterizzano per un elevato grado di innovativitĂ del
prodotto/servizio e/o del modello di business e/o del modo in cui
svolgono le attivitĂ della catena del valore
Ne deriva unâelevata incertezza delle previsioni della delle
vendite che rende vulnerabili le giovani imprese
65. I piĂš comuni fattori di criticitĂ delle startup 1/2
â Inadeguata pianificazione che porta a sotto-stimare i tempi necessari per raggiungere
le vendite di equilibrio e, di conseguenza, il capitale iniziale: numerose startup âbrucianoâ
tutta la cassa disponibile prima di raggiungere lâequilibrio
â Inadeguata conoscenza del mercato e del settore (concorrenza): molti startupper
avviano lâattivitĂ troppo velocemente senza effettuare una analisi del mercato e del
settore, perchĂŠ ritengono che un avvio veloce sia di per sĂŠ garanzia di successo
(impazienza) e perchĂŠ temono che qualcun altro possa sfruttare la loro idea
â Inadeguato approccio al mercato: spesso gli startupper si dedicano personalmente
alle vendite e alle strategie di marketing, senza avvalersi di specialisti
66. I piĂš comuni fattori di criticitĂ delle startup 2/2
Eccessiva importanza data al prodotto/servizio Gli startupper sono sovente tecnici o
ricercatori e, quindi considerano la tecnologia piĂš importante degli aspetti
economico- finanziari del business sulla base dellâassunto che âun buon prodotto si
vende da sĂŠâ realizzano un prodotto/servizio che soddisfa le esigenze di una nicchia
assai ristretta di utilizzatori professionali, trascurando le esigenze della massa dei
consumatori (semplicitĂ diutilizzo).
Eccessiva importanza è data ad indicatori effimeri di gradimento dei clienti, quali: il numero
dei visite alla pagina web e dei âmi piaceâ
Alcune startup basate su internet spostano la competizione dalla creazione di valore per il
cliente al basso prezzo di vendita. Internet ha ridotto le barriere all'ingresso in numerosi
settori, causando una caduta degli investimenti nella creazione di valore per il cliente.
Vendendo a prezzi che non riflettono i reali costi, esse a volte distruggono interi settori e
mettono a rischio la loro stessa sopravvivenza (M.E. Porter, Internet and Strategy, HBR, 79, no. 3,
Marzo 2001: 62â78)
67. Il business plan: funzioni
Oltre che per valutare la sostenibilitĂ economico-finanziaria e competitiva di unâidea
dâimpresa, il business plan assolve anche alle seguenti funzioni:
â coordinamento, guida, motivazione e tensione al raggiungimento degli obiettivi
â integrazione organizzativa, negoziazione e comunicazione interna controllo dellâefficacia,
dellâefficienza e dellâeconomicitĂ programmazione, oltre che di controllo
â orientamento al miglioramento continuo della performance (prospettiva feed-
forward)
68. Il business plan:
lâiter logico di redazione
P revision e
domanda
Imprese
comm.li e
di servizi
Imprese
in du stria li
Piano strategico
B udget annuali
B u d g e t ve ndite
B u d g e t dei costi
di distribuzione
B udg e t degli
acquisti di merci
e servizi
B udget
della
pro duzio ne
Budget
dei costi
del lavoro
B udget delle
funzioni
generali
B udget degli
acquisti di
materie
B udget degli
investimenti
69.
70. Il piano delle vendite e i budget commerciali
Ă il punto di partenza della redazione del business plan e dei budget annuali nei quali esso si
articola: stimare quanto e cosa si potrà vendere è il presupposto necessario per programmare gli
investimenti da effettuare per dotare lâimpresa della capacitĂ produttiva necessaria per far fronte
alla domanda prevista
Generalmente nel programmare gli investimenti durevoli è necessario far riferimento alla stima della
domanda prevista nel medio-lungo termine. Le start-up innovative, a differenza di quelle che
operano nei settori tradizionali, non devono programmare gli investimenti durevoli assumendo
come riferimento la domanda prevista nellâanno di âentrata a regimeâ. Ciò perchĂŠ sono assai
modeste le probabilitĂ di realizzare il piano delle vendite rispettando la tempistica indicata business
plan. Gli investimenti necessari per soddisfare la domanda prevista âa regimeâ, devono essere
effettuati soltanto dopo aver avuto inequivocabili segnali di gradimento da parte del mercato.
Il piano delle vendite e i budget commerciali annuali e intra-annuali accolgono i ricavi di vendita
previsti e i costi commerciali
Per la redazione di questi si inizia con la predisposizione della distinta commerciale, nella quale si
indicano le variabili rilevanti: prezzo unitario, sconti, provvigioni, % costi di trasporto