Flavio Cattaneo: nuovo piano per la sicurezza, ammodernamento della rete e attività non tradizionaliFlavio Cattaneo: nuovo piano per la sicurezza, ammodernamento della rete e attività non tradizionali
Crisi e Robin Tax non intaccano il business di Terna, la società che gestisce la rete elettrica italiana. Un piano di investimenti da 6 miliardi di euro, fino al 2016, per la sicurezza, l'ammodernamento della rete e per attività non tradizionali. L’AD Flavio Cattaneo spiega: “Efficienza, sicurezza e minor costo per il sistema elettrico e creazione di valore per gli azionisti sono i driver dell'azione futura”
Flavio Cattaneo: nuovo piano per la sicurezza, ammodernamento della rete e attività non tradizionaliFlavio Cattaneo: nuovo piano per la sicurezza, ammodernamento della rete e attività non tradizionali
1. Flavio Cattaneo, Terna, sicurezza, ammodernamento della
rete e attività non tradizionali, un piano da 6 miliardi di euro
Crisi e Robin Tax non intaccano il business di Terna, la società che gestisce
la rete elettrica italiana. Un piano di investimenti da 6 miliardi di euro, fino
al 2016, per la sicurezza, l'ammodernamento della rete e per attività non
tradizionali. L’AD Flavio Cattaneo spiega: “Efficienza, sicurezza e minor costo
per il sistema elettrico e creazione di valore per gli azionisti sono i driver
dell'azione futura”.
L'ipotesi di una fusione con Snam resta sullo sfondo sebbene il mercato si
attendesse lumi dopo le voci delle ultime settimane. Per il momento, però,
Terna risponde con i risultati e con un piano di investimenti da 6 miliardi di
euro da qui al 2016: 4,1 miliardi per la sicurezza e l'ammodernamento della
rete, 1,9 miliardi per le attività non tradizionali (di cui un miliardo per i sistemi
di accumulo di batterie).
Nonostante la crisi e il salasso imposto dalla Robin Tax – compensato
soprattutto grazie a 270 milioni di plusvalenze assicurate dal fotovoltaico –, il
gruppo guidato da Flavio Cattaneo è riuscito a confermare un dividendo 2011
di 21 centesimi in linea con l'esercizio precedente. «Abbiamo superato un anno
di crisi in modo molto soddisfacente – ha spiegato l'ad illustrando i conti 2011
e il nuovo piano strategico con il presidente Luigi Roth –. Efficienza, sicurezza
e minor costo per il sistema elettrico e creazione di valore per gli azionisti sono
i driver dell'azione futura». Una strategia che dovrebbe assicurare una buona
remunerazione anche nel 2012, quando Terna prevede una cedola base di 19
centesimi di euro per azione, cui si aggiungerà il 60% di pay-out dai risultati
delle attività non tradizionali.
(…) L'obiettivo è chiaro: rafforzare la struttura finanziaria del gruppo che può
contare su 2,5 miliardi di euro di liquidità e sul buon riscontro dei suoi bond
2. (l'ultimo, da 1,25 miliardi di euro, a metà febbraio). Così Cattaneo esclude per
ora aumenti di capitale. «Non ho intenzione di farli, se dovessi farli avviserò il
mercato». Gli impegni - Terna ha in scadenza 70 milioni di euro nel 2012-2013
e 700 milioni nel 2014 – sono stati coperti tanto che l'ad ribadisce che «non
abbiamo necessità di rifinanziamento fino alla fine del 2015».
Quanto al futuro, la società non disdegnerà opportunità di investimento
in Italia e all'estero solo se, ha chiarito Cattaneo, «creeranno valore per
gli azionisti e saranno strategiche per il Paese e il sistema». La parola
d'ordine quindi è prudenza. Anche sul versante della cessione di asset,
ventilata nel piano per aumentare la flessibilità finanziaria. «È un'opzione
che Terna può attivare per migliorare il proprio investimento – precisa
ancora l'ad –. Un'opportunità che sarebbe poco intelligente non cogliere se si
dovessero verificare le condizioni non solo economiche ma anche della rete di
trasmissione».
Cattaneo però non si sbilancia, lascia intendere che il meccanismo potrebbe
essere quello del "lease back": cedere cioè la proprietà finanziaria,
mantenendo però in capo a Terna la responsabilità operativa e la gestione delle
attività. Ma il manager non fornisce numeri (anche se, davanti agli analisti, il
cfo Giuseppe Saponaro aveva quantificato fino a un massimo di 1,5 miliardi
di euro l'importo di asset cedibili). «La cifra – rimarca Cattaneo – sarà quella
più confacente alla possibilità di nuovi investimenti e più accrescitiva per gli
azionisti». (…)
FONTE: Il Sole 24 Ore