Il diritto di accesso ai documenti amministrativi è un diritto appartenente al cittadino e riguarda i rapporti con lo Stato e la Pubblica amministrazione affinché sia assicurata la trasparenza di quest’ultima.
Il diritto di accesso ai documenti amministrativi - Agnese Cremaschi
1. Il diritto di accesso ai documenti amministrativi è un diritto appartenente al cittadino
e riguarda i rapporti con lo Stato e la Pubblica amministrazione affinché sia assicurata
la trasparenza di quest’ultima.
Attraverso l’affermazione di questo importante diritto viene dato un maggiore
impulso alla partecipazione dei cittadini all’amministrazione della res publica, ed è
solo nel momento in cui la partecipazione si consolida concretamente che lo Stato
costituzionale può definirsi realmente democratico.
Il cittadino deve avere, in ogni momento, la possibilità di conoscere l’operato delle
istituzioni sia a livello nazionale che della propria realtà locale. Solo con questi
presupposti, tra governato e governanti, si potrà instaurare un rapporto basato sulla
fiducia.
Il diritto di accesso è regolato dal Capo V della legge n. 241/90 attraverso la quale
viene assicurata la più ampia circolazione possibile delle informazioni sia all’interno
dell’amministrazione che tra quest’ultima e la popolazione.
«Essa pone regole e principi completamente nuovi rispetto a precedenti regole
consolidate, che non vengono però esplicitamente abrogate. Stabilisce, oltre che
regole giuridiche, dei principi politico-amministrativi, ponendo su basi diverse
l’antico rapporto di sostanziale subordinazione del cittadino rispetto alla pubblica
amministrazione. Scalfisce la posizione di privilegio dell’amministrazione pubblica;
allontana consolidati istituti, quali il segreto d’ufficio, il silenzio della p.a., la
sostanziale irresponsabilità di essa, ecc2
».
Il cittadino diviene, quindi, parte attiva del processo decisionale e non più solamente
un semplice ricettore di comandi amministrativi3
.
Come è possibile leggere sul sito del Governo italiano, per far sì che tutto ciò si
realizzi nel concreto, per diritto di accesso si intende, in base alla normativa vigente,
«il diritto degli interessati a prendere visione e ad estrarre copia dei documenti
amministrativi ».
Come è ben spiegato, da V. Italia e M. Bassanini, nel volume dedicato alla legge
241/1990 appartenente alla collana Leggi commentate, è importante sottolineare
la volontà del legislatore di affrontare congiuntamente, per giustificate ragioni di
connessione, la materia del procedimento amministrativo e quella dell’accesso ai
documenti amministrativi a cui è dedicata la seconda parte di questa legge4
.
Il diritto di accesso
ai documenti amministrativi
LA DOTT.SSA AGNESE CREMASCHI
INTERVISTA LA DOTT.SSA LABIANCA FRANCESCA
«Liberare i dati della pubblica amministrazione per realizzare
quel principio di trasparenza che deve essere alla base di una
democrazia funzionante».1
1
@eradellatrasparenza, Twitter
2
V. Italia & M. Bassani, Procedimento amministrativo e diritto di accesso ai documenti (Legge
7 agosto 1990, n. 241), Giuffrè editore, Milano 1991, p. V
3
Art 22, comma 1, lettera a) legge 7 agosto 1990, n.241.
4
V. Italia & M. Bassani, Procedimento amministrativo e diritto di accesso ai documenti (Legge
7 agosto 1990, n. 241), Giuffrè editore, Milano 1991, p. 408.
2. 5
Italia & M. Bassani, Procedimento amministrativo e diritto di accesso ai documenti (Legge 7
agosto 1990, n. 241), Giuffrè editore, Milano 1991, p. 409.
Fino ad allora vigeva il principio della segretezza circa l’attività della pubblica
amministrazione in quanto era possibile conoscere solo la determinazione finale,
espressione quindi della supremazia del potere pubblico nei confronti dei cittadini5
;
grazie all’introduzione di questo diritto, tale principio è stato capovolto a favore di un
altro diametralmente opposto: la trasparenza.
Vaspecificato,però,cheildirittodiaccessoagliattiamministrativinonèpropriamente
una diretta applicazione del principio di trasparenza in quanto […] la norma prevede
che per la sua messa in pratica debba sussistere un interesse qualificato.
È altresì importante che la tutela di un diritto non arrechi, allo stesso tempo, danno
a terzi; nella fattispecie è importante considerare il conflitto che potrebbe nascere in
svariate istanze tra diritto di accesso e tutela della privacy.
Essendo entrambi diritti fondamentali del cittadino è bene che ad ogni situazione il
rapporto tra accesso e difesa della riservatezza corrisponda un bilanciamento tra
gli interessi in gioco e tra le parti in modo tale che né un diritto né l’altro venga
ingiustamente disapplicato.
È fondamentale soffermarsi anche sui limiti del diritto in esame; per poter dire di
conoscere a pieno un diritto che ci appartiene è opportuno comprendere anche i
casi nei quali questo diritto non può essere applicato. La mia attenzione è stata
particolarmente catturata dal tema dei segreti di Stato; seppur la ricerca dei
materiali non è stata semplicissima ho avuto modo di comprendere fino in fondo
che, l’istituto del segreto di Stato può essere visto come un arma a doppio taglio: un
validissimo strumento per la difesa della sicurezza nazionale ma che se, riposto nelle
mani “sbagliate”, può divenire un potenziale nemico della democrazia.
La politica e l’amministrazione devono essere in assoluto vicine e soprattutto
accessibili al cittadino, dal momento in cui direttamente o indirettamente ne
condizionano la vita. L’istituzione dell’accesso ai documenti come diritto del singolo
e il suo potersi espletare concretamente nel quotidiano è stato ed è, a mio parere,
alla base di un sano rapporto tra istituzioni e il paese reale.
Negli ultimi decenni la fiducia tra gli italiani e le istituzioni ha vacillato sempre più
fino, ai giorni nostri, alla sua completa perdita in seguito a numerosissimi scandali di
corruzione e ruberie; tutto ciò non ha fatto altro che annerire, nell’immaginario del
cittadino, la percezione della politica e dell’Amministrazione che invece dovrebbe
essere emblema di chiarezza, purezza e trasparenza, appunto.
Il principio di trasparenza trova concretizzazione nel concetto di “accessibilità totale”
ai dati e alle informazioni in modo da consentire il controllo sociale sull’operato delle
pubbliche amministrazioni e prevenire e contrastare i fenomeni di illegalità e di
corruzione.
Solo investendo energie e risorse sull’attuazione della cosiddetta trasparenza
amministrativa, di una vera trasparenza, si potrà tentare di ricucire quella ferita,
ormai profonda, tra cittadini e istituzioni.
Agnese Cremaschi