2. Questione 1 Esprimere i propri contenuti nella libera composizione
di linee, forme, colori, senza imitare la realtà concreta
in cui viviamo.
Kandinski
paesaggio con pioggia
3. Questione 2 L’astratto nasce agli inizi del Novecento. Ma era già
presente in molta produzione estetica precedente, anche
molto antica, la figurazione astratta al solo fine estetico:
quello della decorazione.
4. Questione 3 Un fine completamente diverso: quello della comunicazione.
Vuole esprimere contenuti e significati, senza prendere in
prestito nulla dalle immagini già esistenti intorno a noi.
Kandinski-composizione IV 1911
5. Questione 4
L’esperienza estetica delle
avanguardie storiche è un modo
tendenzialmente astratto di
rappresentare la realtà.
Cubismo-Picasso
Futurismo-Boccioni
6. Questione 5
L’arte astratta nasce
come volontà di
espressione e
di comunicazione,
ma lo fa con un
linguaggio
di cui difficilmente
si conoscono le regole.
Kandinski-composizione VII-1909
7. Questione 6 Il problema interpretativo
dell’arte astratta è stato in genere impostato su due categorie
essenziali: la prima si affida alla psicologia gestaltica, la
seconda all’esistenzialismo
De kooning
8. A La psicologia gestaltica studia l’iterazione tra l’uomo e le forme.
Ossia, come la percezione delle forme
diviene esperienza psicologica.
Il modo come si struttura questa
esperienza psicologica segue leggi
universali.
Ad esempio, il cerchio tende ad
esprimere sempre la medesima
sensazione, indipendentemente da
cosa abbia forma circolare. E così
avviene per i colori.
In sostanza l’atto percettivo,
affidandosi ad esperienze già
possedute e a meccanismi di fondo,
tende a interpretare le cose che vede
indipendentemente da cosa esse
rappresentino.
9. B L’altro metodo di decifrazione dell’arte
astratta è quello di rintracciare
l’esperienza esistenziale da cui è nata
la specifica opera.
L’artista, come qualsiasi altra persona di
questo mondo, vive la medesima realtà
di tutti.
Riceve le medesime sollecitazioni, le
interpreta con la sua specifica
sensibilità, e, in più rispetto agli altri, le
sa tradurre in forma.
Il gesto creativo, sostanziandosi in
un’opera, diviene traccia esistenziale.
Paul Klee, Senecio - 1922
10. LINEE GUIDA CHE DETERMINANO LO SVILUPPO DELL’ASTRATTISMO LIRICO
11. Il termine "lirico" fa riferimento ad un atteggiamento poetico del pittore che si
sostanzia nei segni e nei colori stesi sulla tela, quale relazione tra l’uomo e le forme.
Kandinsky - Giallo, rosso e blu -1925
12. Kandinsky tiene un corso pratico-teorico di pittura, pubblica il suo saggio più
importante sulla pittura astratta, "Il punto e la linea in funzione della superficie" in
cui descrive la teoria dei rapporti fra la pittura e la musica, interpretando i colori
come un "coro" da fissare sulla tela, paragonando le regole a cui si attengono i
musicisti nel comporre a quelle che un pittore deve rispettare.
Composizione
VIII - 1925
13. L'unico senso da trovare sta in ciò che l'esperienza delle immagini prevede, e che
richiede la contemplazione prolungata. Quello che alcuni trovano difficile dell’ arte
astratta è il lavoro molto impegnativo, in termini di tempo che è implicitamente
viene richiesto. Eppure, se non guardiamo a lungo e con un cuore aperto, non
vedremo altro che carta da parati superiore.
Composizione VII - 1913
14. Paul Klee – strada principale
e strade secondarie -1929
Il dipinto dividendo lo spazio,
sembra suggerire una traccia
principale quasi regolare al
centro della composizione,
sembra di immergersi in un
paesaggio di terreni coltivati.
Eppure il soggetto viene
trattato al limite della leggibilità
e qui dobbiamo recuperare
l'economia di dettaglio
desiderato da Klee.
E come se volassimo sulla
scena alla maniera di un
paesaggio aereo con un senso
limitato di onniscienza, nel
senso dell’andare avanti, o
secondo un punto di vista
frontale se lo guardiamo
appeso come un arazzo.
15. Paul Klee – il giardino di
Tunisi-1919
Klee ha scritto, «il presente
lavoro pittorico per il profano
ha lo svantaggio di non sapere
da dove cominciare (la lettura),
ma per gli intenditori, il
vantaggio di un abbondante
varietà nell'ordine di lettura e
di avere ben consapevolezza
della molteplicità di significati
[..] l'occhio segue i percorsi
che si sono formati nel
lavoro.»
Questo dimostra che questo
tema dell’occhio dello
spettatore e della lettura
dell'opera è la questione
principale, che molti prima di
lui nella storia dell'arte si sono
posti.
17. Paul Klee – Senecio - 1922
Interpretata in svariati modi, Senecio è anche un autoritratto metaforico, di chi si
sente vicino alla vecchiaia: in essa si rivela un sottile umorismo e la capacità di
trasformare la realtà in un mondo poetico di favole e sogni.
Ci rivela l’attenzione per le espressioni «artistiche» dei bambini e per l’arte primitiva
extraeuropea, in particolare per le maschere tribali africane alle quali si ispira.
18. Paul Klee - polifonia -1932
La pittura di Klee nasce nella
sua immaginazione. In
un'accezione totale, come
analisi estrema di figure e
sensazioni, fisiche e
psicologiche, condotta
incessantemente come
esercizio spirituale necessario
e vitale per esplorare e
giustificare la propria presenza
nel mondo. Un esercizio che
talora prende forma di progetto
e che genera la
materializzazione di
un'immagine. L'immagine è il
frutto ultimo di una riflessione
strenua su di sè e sul proprio
pensiero, frutto generato con
cura e attenzione estreme.
20. Mondrian si ispira inizialmente alla pittura fauvista, eseguendo paesaggi
vivacemente colorati, densi di espressività. Tra il 1911 e il 1914 l’artista vive e
lavora a Parigi, in un gruppo di tele di questo periodo, il cui soggetto sono alberi
isolati, mostra la semplificazione del soggetto naturalistico: riduce foglie e rami a
una serie di segni schematici su una superficie piatta, sviluppando un’immagine
che sembra tenuta insieme da frammenti di linee verticali e orizzontali intersecate.
21. Secondo la teoria che lo stesso Mondrian definì Neoplasticismo, lo scopo
ultimo dell’artista consiste nel ridurre la rappresentazione alla sua funzione più
elementare: “In pittura si deve cercare, in primo luogo, di vedere la
composizione, il colore e la linea, e non la rappresentazione in quanto tale. Alla
fine si perverrà a percepire il soggetto come un impedimento”.
Mondrian, Blu, bianco e giallo, 1932
22. Composizione con piano rosso grande,
giallo, nero, grigio e blu - 1914
Per Mondrian, l’arte tradizionale prendeva come modello il mondo naturale,
determinando un equivoco di fondo, l'illusione di poter trovare un equilibrio tra
l’individuale e l’universale, mentre in realtà le forme, i colori naturali, il ritmo
naturale, le relazioni naturali tra loro esprimono, nella maggioranza dei casi, un
senso tragico, che non può essere risolto puntando su forme diverse di
rappresentazione della realtà naturale, ma rinunciando definitivamente a
conciliare gli opposti.
23. Composizione rosso giallo blu (1921)
L’artista evita di proposito ogni simmetria, che a suo parere rende la
composizione troppo statica e prevedibile: al contrario si sforza di darle un
ritmo, quasi musicale, giocando sui contrasti tra le linee e i colori.
24. Sala Mondrian al MoMA, New York
“Non cercate il quadro nella tela... è invece lì... nel muro bianco che lo circonda...”.
PRESENTAZIONE
a cura di
ANTONIO CURRELI