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NURAGICO
L’EPOCA DEL BRONZO E DEL FERRO
(1800-238 a.C.)
VILLAGGI
LUOGHI DI CULTO
E
NURAGHI
Breve Storia della Sardegna
• età del bronzo antico 1800-1600
• età del bronzo medio 1600-1300
• età del bronzo recente 1300-900
• Prima età del ferro 900-500
• periodo fenicio-punico 500-238
Si ritiene che l’uomo compaia sull’isola nell’intervallo tra il 6000 ed il 3000 a.C. (Neolitico),
attratto dai giacimenti d’ossidiana del Monte Arci (Oristano). Con l’ossidiana si fabbricavano
strumenti affilati per la caccia, la raccolta delle erbe, della legna e per la costruzione di armi..
L’ era dei nuraghi è quella compresa tra il 1600 ed il 600 a.C. , il cui apogeo è stimato
nel 1000 a.C. Le opere architettoniche più affascinanti e per certi versi misteriose sono
le famose torri nuragiche o nuraghi, realizzati con la tecnica della "falsa volta", in
pratica sovrapponendo anelli di massi a secco sempre più vicini verso l’interno.
I nuraghi erano spesso costituiti
da una sola torre,
a due o tre piani, che
successivamente fu rinforzata
da altre torri e bastioni
di difesa per fronteggiare le
invasioni di vari popoli
mediterranei.
Spesso i nuraghi erano
circondati da capanne, fino a
formare dei veri e propri villaggi.
Tra il 900 ed il 500 a.C.
si sviluppano villaggi come
Barumini, Serra Orrios e
Tìscali,
ed i santuari di Santa Cristina
Santa Vittoria a Serri.
Sono di questo periodo anche le
prime statuette di pietra ed i
bronzetti.
I bronzetti nuragici, fusi da
provetti artigiani, sono la prova
dell’esistenza di una popolazione
suddivisa in tribù che vivevano
intorno ai nuraghi per una
questione di difesa dai nemici sia
isolani sia esterni. La società era
guidata da un capo e dai sacerdoti
e formata da contadini, artigiani,
pastori e guerrieri. Si praticava il
culto delle acque nei templi a
pozzo.
I Fenici (popolazione semitica
dell’Asia Minore) sbarcarono in
Sardegna intorno al 1800 a.C. con
l’obiettivo di fondare delle colonie
da usare per i loro commerci verso
l’occidente. Nel 509 a.C. furono i
Cartaginesi a sconfiggere Sardi e
Fenici, fondando poi numerose
colonie puniche dove già erano
quelle fenicie (Karalis, Bithia, Nora,
Sulci, Tharros e Cornus).
i Betili
Un'evoluzione dei menhir sono le pietre coniche o troncoconiche,
per lo più di basalto, presenti presso le tombe dei giganti, chiamate
betili.
I betili sono alti poco più di un metro, possono essere lisci
(aniconici) o segnati da elementi anatomici del corpo umano
(semianiconici).
Alcuni sono provvisti di attributi sessuali e mostrano rilievi indicanti
le mammelle o, ben segnato nella sommità con un taglio profondo,
l'orifizio del glande.
I betili semi antropomorfi esprimono, attraverso icone sessuali, il principio cosmico
femminile e quello maschile, rappresentato anche attraverso i coni betilici lisci, i quali
suggeriscono, con la loro forma essenziale, l'immagine del fallo.
I POZZI SACRI
I pozzi sacri e le fonti sacre sono delle
costruzioni di straordinario fascino, costruite
per l'approvvigionamento idrico e per la
celebrazione di cerimonie sacre del culto
delle acque, disseminate in tutto il territorio
sardo.
I POZZI SACRI
Tipo Ciclopico
Per tipo ciclopico intendo tutti quei pozzi o
quelle fonti composti da conci non lavorati o
semplicemente sbozzati a mazza, ove non si
percepisce la scrupolosità minuziosa della
lavorazione, benche il progetto architettonico
sia spesse volte il medesimo.
Tipo isodomo
Il tipo isodomo, a differenza del ciclopico, presenta una struttura ben curata negli
allineamenti e nella simmetria della struttura.
Lo studio della distribuzione del peso è, per il periodo in esame, sorprendente.
La progettazione di tali monumenti richiede conoscenze astronomiche, geometriche,
matematiche, fisiche e tecniche.
I POZZI SACRI Tipo Isodomo poligonale:
L'isodomo poligonale, a differenza dell'
isodomo, si differenzia per la minuziosa
lavorazione, la precisione della
misurazione nella messa in opera del
monumento, la cura degli incastri, e la
incredibile abilità nella lavorazione della
materia prima
I pozzi sacri, solitamente, sono costituiti da un vestibolo frontale di pianta
rettangolare o con spigoli smussati, che nella maggior parte dei casi non si è
conservata, da una scalinata aggettante con un numero di gradini variabile, da una
cupola circolare anch'essa composta da filari aggettanti e voltata a tholos, e da un
ulteriore pozzo realizzato sul fondo della sala circolare voltata a cupola. La parte fuori
terra del monumento presentava a sua volta un ambiente voltato a tholos, e il
vestibolo un tetto a spiovente.
I NURAGHI I protonuraghi o pseudonuraghi, sono delle
strutture ciclopiche di forma variabile composti
da una grossa massa muraria con all'interno dei
corridoi di dimensioni e lunghezze diverse,
spesso con due o più ingressi.
I NURAGHI
I nuraghi di tipo misto, sono caratterizzati
dal rifascio semicircolare o circolore,
quando il monumento lo permetteva, di
nuraghi a corridoio, infatti quest'ultimi
venivano rifasciati all'esterno e al secondo
piano, forse per un radicale cambio della
concezione di progettazione o a causa di
un simbologismo divinatorio, veniva
edificato un secondo piano a tholos.
Il nuraghe Orgono di Ghilarza
Singolare monumento che con lo sviluppo delle sue strutture racconta l’evoluzione dell’architettura nuragica:
dal nuraghe arcaico con camera allungata a forma di barca rovesciata alla torre troncoconica con camera
circolare a falsa cupola. Oltre ai segni dei diversi momenti di ristrutturazione, anche i depositi stratificati
delle due camere raccontano le vicende di utilizzo dall’età nuragica alla tarda età romana
Il nuraghe monotorre a tholos
struttura megalitica a pianta circolare, che rispetta i
principi fisici della distribuzione del peso applicata con i
triangoli.
Il monotorre, allineato solitamente con l'ingresso a
sud/sud-est, è composto da massi grezzi o sbozzati a
mazza, accuratamente messi in opera a filari concentrici e
uniti solo da un impasto di terra e pietrame, rendono il
massino dello spazio vuoto interno con il minor impiego di
struttura muraria.
L'alzato è composto da massi di notevole dimensione alla base, che, man mano che si sale con
l'opera muraria, si riducono per alleggerire il peso sulla struttura di base.
Il piano terra è composto da un ingresso architravato dal quale si accede ad un corridoio, che
nella maggior parte dei casi, per quanto riguarda il monotorre, ha una nicchia sulla destra e una
scala elicoidale oraria sulla sinista che conduce ad un piano sopraelevato;
dallo sbocco del corridoio, strombato verso l'esterno, si ha accesso alla sala circolare, che nella
maggior parte dei casi, è accompagnata da tre nicchie: una in asse con il corridoio d'accesso, e
altre due a faccia disposte perpendicolarmente ,o quasi, al suddetto asse.
Esistono anche esempi di nuraghi monotorre con scala antioraria e nicchia di corridoio a destra,
come sale con due nicchie, anche abbastanza di frequente, e raramente quattro.
Nuraghi a tancato
sono l'evoluzione più prossima dei nuraghi monotorre; essi infatti sono dovuti sicuramente ad
un ampliamento.
La loro caratteristica principale è quella di avere frontalmente alla torre principale un cortile
comunicante con una torre aggiunta.
Molti di essi in un secondo momento furono completati con altre torri, fanno parte dunque della
transizione da nuraghi monotorre a nuraghi polilobati. Un bell’esempio di questa tipologia è il
Santa Barbara di Villanova Truschedu.
I nuraghi polilobati
Sono il risultato di completamenti di nuraghi monotorre a tholos e a corridoio.
Sono costituiti da una torre centrale detta "mastio", che nella maggior parte dei casi
costituiscono la parte più antica del monumento, e da più torri secondarie (il massimo di
torri rilevate è di 10 nel nuraghe S'Uraki di San Vero Milis, aggiunte per l'ampliamento dei
mono torre in un secondo momento.
Le torri secondarie, solitamente, non comunicano direttamente con il mastio se non
tramite un cortile praticato frontalmente ad esso, dove in gran parte dei casi esiste un
pozzo per la fornitura dell'acqua, elemento fondamentale per la vita di questa
popolazione tanto da essere oggetto di culto.
Le torri secondarie, solitamente, non comunicano direttamente con il mastio se non tramite un
cortile praticato frontalmente ad esso, dove in gran parte dei casi esiste un pozzo per la fornitura
dell'acqua, elemento fondamentale per la vita di questa popolazione tanto da essere oggetto di
culto.
BARUMINI - COMPLESSO NURAGICO SU NURAXI
Il complesso nuragico di Barumini, così come è visibile oggi con il maestoso nuraghe
circondato da un ampio villaggio è il risultato di un'occupazione del sito durata quasi
2000 anni, dal 1600 a.C. circa, fino al III secolo d.C., in piena età romana.
In origine il complesso era costituito da cinque torri, quella centrale, chiamata anche Mastio, e
quattro torri laterali unite da mura rettilinee, all'interno delle quali si trova il cortile, dotato di un
pozzo con sorgente. Le torri erano tutte formate da due piani sovrapposti e ancora oggi
presentano intatto il soffitto del primo piano, mentre del secondo restano pochi filari di
muratura ad eccezione della torre centrale, che conserva internamente entrambi i piani.
La parte più alta delle torri, dove vi erano i terrazzi, era costruita molto finemente con
blocchi di dimensioni inferiori a quelli utilizzati più in basso, squadrati con molta
precisione e sovrapposti in più filari che terminavano con mensoloni sporgenti.
Attorno al nuraghe era presente un primitivo antemurale con tre torri, che circondava
la struttura parzialmente e che era forse integrato con palizzate di legno.
Nel villaggio le case più interessanti sono quelle databili all'inizio dell'età del Ferro, tra i
secoli IX, VIII e VII. Sono caratterizzate da una pianta complessa e irregolare, incentrata
su un cortile centrale su cui si affacciano varie stanze; spesso è riconoscibile la cucina,
dove si trovava il forno che in alcuni casi si è conservato fino ad oggi.
Tra le abitazioni, si trova ben conservato un ambiente circolare dotato di una panca in
pietra lungo il perimetro e con al centro un grande bacino che veniva forse utilizzato
per riti domestici concernenti il culto dell'acqua. Interessante è anche la capanna delle
riunioni, databile allo stesso periodo e caratterizzata dal perimetro circolare, sul cui
lato interno corre una panca di pietra, e sulle pareti alcune piccole nicchie.
Santu Antine
costruzione del 1500 a.C. è un nuraghe polilobato, con mastio centrale, e tre torri
inglobate nei bastioni, costruiti in un secondo tempo (circa tre secoli dopo il mastio).
L'interno presenta numerosi
collegamenti tra le torri, per mezzo di
corridoi lungo le mura, e cammini di
ronda ai piani superiori. Il mastio ha
quattro nicchie al piano terra.
Ai piani superiori si accede per mezzo di due scale situate nel cortile, ai lati esterni del
mastio, dove si trova anche un pozzo profondo 20 m. Il mastio in origine era alto circa
22 m., mentre oggi raggiunge 17 m. All'esterno del nuraghe si trovano i resti dei
villaggi abitativi di varie epoche: nuragica, cartaginese, e romana.
NURAGHE ARRUBIU – ORROLI
Uno dei più grandi della Sardegna, è l'unico pentalobato, formato da un mastio centrale e
cinque torri laterali integrate da un bastione con mura molto spesse. Fu costruito tra il XIII e il IX
secolo a.C. All' esterno il nuraghe è circondato da una seconda cinta di mura, formata da sette
torri parzialmente visibili unite da un muraglione, all'interno della quale sono stati individuati
dei muri che separavano gli spazi tra le torri.
Ancora più all'esterno si possono individuare i resti di una terza cinta muraria,
rafforzata da cinque torri. Oltre quest' ultima si trovano i resti di un villaggio di
capanne circolari. La fortezza, escluso il villaggio, occupa un'area di circa 3000 metri
quadri. Il mastio centrale ha attualmente un'altezza di 16 m. , e conserva intatti il
piano terra e il primo piano con relative tholos .
A partire dal 1300 a.C. compaiono nuraghe complessi molto sofisticati, con slanciate
torri, camere circolari e volte perfettamente ogivali. Sono le regge dei capi tribali. Su
Mulinu di Villanovafranca è un protonuraghe che nel tempo diventa “evoluto” con torri
che vengono aggiunte, cinta esterna con altre torri, terrazzi, feritoie e altri elementi
che contribuiscono a rendere l’edificio molto sicuro, con bastioni poderosi che
dominano sul territorio.
I grandi nuraghe potevano accogliere fino a 200 soldati e costituivano dei veri e propri
castelli autosufficienti dell’epoca.
I dati della proliferazione dei nuraghe nel Bronzo Medio ci fanno capire che la realtà
sociale ed economica si sviluppa prepotentemente in questo periodo e nei distretti
tribali si nota un’articolazione che evidenzia la volontà di un controllo capillare del
territorio. Si contano circa 8000 nuraghe e circa 3000 villaggi, un tessuto abitativo che
supera quello, pur importante, dell’epoca romana.
PRESENTAZIONE
a cura di
ANTONIO CURRELI
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Nuragico

  • 1. NURAGICO L’EPOCA DEL BRONZO E DEL FERRO (1800-238 a.C.) VILLAGGI LUOGHI DI CULTO E NURAGHI
  • 2. Breve Storia della Sardegna • età del bronzo antico 1800-1600 • età del bronzo medio 1600-1300 • età del bronzo recente 1300-900 • Prima età del ferro 900-500 • periodo fenicio-punico 500-238 Si ritiene che l’uomo compaia sull’isola nell’intervallo tra il 6000 ed il 3000 a.C. (Neolitico), attratto dai giacimenti d’ossidiana del Monte Arci (Oristano). Con l’ossidiana si fabbricavano strumenti affilati per la caccia, la raccolta delle erbe, della legna e per la costruzione di armi..
  • 3. L’ era dei nuraghi è quella compresa tra il 1600 ed il 600 a.C. , il cui apogeo è stimato nel 1000 a.C. Le opere architettoniche più affascinanti e per certi versi misteriose sono le famose torri nuragiche o nuraghi, realizzati con la tecnica della "falsa volta", in pratica sovrapponendo anelli di massi a secco sempre più vicini verso l’interno.
  • 4. I nuraghi erano spesso costituiti da una sola torre, a due o tre piani, che successivamente fu rinforzata da altre torri e bastioni di difesa per fronteggiare le invasioni di vari popoli mediterranei.
  • 5. Spesso i nuraghi erano circondati da capanne, fino a formare dei veri e propri villaggi. Tra il 900 ed il 500 a.C. si sviluppano villaggi come Barumini, Serra Orrios e Tìscali, ed i santuari di Santa Cristina Santa Vittoria a Serri. Sono di questo periodo anche le prime statuette di pietra ed i bronzetti.
  • 6. I bronzetti nuragici, fusi da provetti artigiani, sono la prova dell’esistenza di una popolazione suddivisa in tribù che vivevano intorno ai nuraghi per una questione di difesa dai nemici sia isolani sia esterni. La società era guidata da un capo e dai sacerdoti e formata da contadini, artigiani, pastori e guerrieri. Si praticava il culto delle acque nei templi a pozzo.
  • 7. I Fenici (popolazione semitica dell’Asia Minore) sbarcarono in Sardegna intorno al 1800 a.C. con l’obiettivo di fondare delle colonie da usare per i loro commerci verso l’occidente. Nel 509 a.C. furono i Cartaginesi a sconfiggere Sardi e Fenici, fondando poi numerose colonie puniche dove già erano quelle fenicie (Karalis, Bithia, Nora, Sulci, Tharros e Cornus).
  • 8. i Betili Un'evoluzione dei menhir sono le pietre coniche o troncoconiche, per lo più di basalto, presenti presso le tombe dei giganti, chiamate betili. I betili sono alti poco più di un metro, possono essere lisci (aniconici) o segnati da elementi anatomici del corpo umano (semianiconici). Alcuni sono provvisti di attributi sessuali e mostrano rilievi indicanti le mammelle o, ben segnato nella sommità con un taglio profondo, l'orifizio del glande.
  • 9. I betili semi antropomorfi esprimono, attraverso icone sessuali, il principio cosmico femminile e quello maschile, rappresentato anche attraverso i coni betilici lisci, i quali suggeriscono, con la loro forma essenziale, l'immagine del fallo.
  • 10. I POZZI SACRI I pozzi sacri e le fonti sacre sono delle costruzioni di straordinario fascino, costruite per l'approvvigionamento idrico e per la celebrazione di cerimonie sacre del culto delle acque, disseminate in tutto il territorio sardo.
  • 11. I POZZI SACRI Tipo Ciclopico Per tipo ciclopico intendo tutti quei pozzi o quelle fonti composti da conci non lavorati o semplicemente sbozzati a mazza, ove non si percepisce la scrupolosità minuziosa della lavorazione, benche il progetto architettonico sia spesse volte il medesimo.
  • 12. Tipo isodomo Il tipo isodomo, a differenza del ciclopico, presenta una struttura ben curata negli allineamenti e nella simmetria della struttura. Lo studio della distribuzione del peso è, per il periodo in esame, sorprendente. La progettazione di tali monumenti richiede conoscenze astronomiche, geometriche, matematiche, fisiche e tecniche.
  • 13. I POZZI SACRI Tipo Isodomo poligonale: L'isodomo poligonale, a differenza dell' isodomo, si differenzia per la minuziosa lavorazione, la precisione della misurazione nella messa in opera del monumento, la cura degli incastri, e la incredibile abilità nella lavorazione della materia prima
  • 14. I pozzi sacri, solitamente, sono costituiti da un vestibolo frontale di pianta rettangolare o con spigoli smussati, che nella maggior parte dei casi non si è conservata, da una scalinata aggettante con un numero di gradini variabile, da una cupola circolare anch'essa composta da filari aggettanti e voltata a tholos, e da un ulteriore pozzo realizzato sul fondo della sala circolare voltata a cupola. La parte fuori terra del monumento presentava a sua volta un ambiente voltato a tholos, e il vestibolo un tetto a spiovente.
  • 15. I NURAGHI I protonuraghi o pseudonuraghi, sono delle strutture ciclopiche di forma variabile composti da una grossa massa muraria con all'interno dei corridoi di dimensioni e lunghezze diverse, spesso con due o più ingressi.
  • 16. I NURAGHI I nuraghi di tipo misto, sono caratterizzati dal rifascio semicircolare o circolore, quando il monumento lo permetteva, di nuraghi a corridoio, infatti quest'ultimi venivano rifasciati all'esterno e al secondo piano, forse per un radicale cambio della concezione di progettazione o a causa di un simbologismo divinatorio, veniva edificato un secondo piano a tholos.
  • 17. Il nuraghe Orgono di Ghilarza Singolare monumento che con lo sviluppo delle sue strutture racconta l’evoluzione dell’architettura nuragica: dal nuraghe arcaico con camera allungata a forma di barca rovesciata alla torre troncoconica con camera circolare a falsa cupola. Oltre ai segni dei diversi momenti di ristrutturazione, anche i depositi stratificati delle due camere raccontano le vicende di utilizzo dall’età nuragica alla tarda età romana
  • 18. Il nuraghe monotorre a tholos struttura megalitica a pianta circolare, che rispetta i principi fisici della distribuzione del peso applicata con i triangoli. Il monotorre, allineato solitamente con l'ingresso a sud/sud-est, è composto da massi grezzi o sbozzati a mazza, accuratamente messi in opera a filari concentrici e uniti solo da un impasto di terra e pietrame, rendono il massino dello spazio vuoto interno con il minor impiego di struttura muraria.
  • 19. L'alzato è composto da massi di notevole dimensione alla base, che, man mano che si sale con l'opera muraria, si riducono per alleggerire il peso sulla struttura di base. Il piano terra è composto da un ingresso architravato dal quale si accede ad un corridoio, che nella maggior parte dei casi, per quanto riguarda il monotorre, ha una nicchia sulla destra e una scala elicoidale oraria sulla sinista che conduce ad un piano sopraelevato;
  • 20. dallo sbocco del corridoio, strombato verso l'esterno, si ha accesso alla sala circolare, che nella maggior parte dei casi, è accompagnata da tre nicchie: una in asse con il corridoio d'accesso, e altre due a faccia disposte perpendicolarmente ,o quasi, al suddetto asse. Esistono anche esempi di nuraghi monotorre con scala antioraria e nicchia di corridoio a destra, come sale con due nicchie, anche abbastanza di frequente, e raramente quattro.
  • 21. Nuraghi a tancato sono l'evoluzione più prossima dei nuraghi monotorre; essi infatti sono dovuti sicuramente ad un ampliamento. La loro caratteristica principale è quella di avere frontalmente alla torre principale un cortile comunicante con una torre aggiunta. Molti di essi in un secondo momento furono completati con altre torri, fanno parte dunque della transizione da nuraghi monotorre a nuraghi polilobati. Un bell’esempio di questa tipologia è il Santa Barbara di Villanova Truschedu.
  • 22. I nuraghi polilobati Sono il risultato di completamenti di nuraghi monotorre a tholos e a corridoio. Sono costituiti da una torre centrale detta "mastio", che nella maggior parte dei casi costituiscono la parte più antica del monumento, e da più torri secondarie (il massimo di torri rilevate è di 10 nel nuraghe S'Uraki di San Vero Milis, aggiunte per l'ampliamento dei mono torre in un secondo momento. Le torri secondarie, solitamente, non comunicano direttamente con il mastio se non tramite un cortile praticato frontalmente ad esso, dove in gran parte dei casi esiste un pozzo per la fornitura dell'acqua, elemento fondamentale per la vita di questa popolazione tanto da essere oggetto di culto.
  • 23. Le torri secondarie, solitamente, non comunicano direttamente con il mastio se non tramite un cortile praticato frontalmente ad esso, dove in gran parte dei casi esiste un pozzo per la fornitura dell'acqua, elemento fondamentale per la vita di questa popolazione tanto da essere oggetto di culto.
  • 24. BARUMINI - COMPLESSO NURAGICO SU NURAXI Il complesso nuragico di Barumini, così come è visibile oggi con il maestoso nuraghe circondato da un ampio villaggio è il risultato di un'occupazione del sito durata quasi 2000 anni, dal 1600 a.C. circa, fino al III secolo d.C., in piena età romana.
  • 25. In origine il complesso era costituito da cinque torri, quella centrale, chiamata anche Mastio, e quattro torri laterali unite da mura rettilinee, all'interno delle quali si trova il cortile, dotato di un pozzo con sorgente. Le torri erano tutte formate da due piani sovrapposti e ancora oggi presentano intatto il soffitto del primo piano, mentre del secondo restano pochi filari di muratura ad eccezione della torre centrale, che conserva internamente entrambi i piani.
  • 26. La parte più alta delle torri, dove vi erano i terrazzi, era costruita molto finemente con blocchi di dimensioni inferiori a quelli utilizzati più in basso, squadrati con molta precisione e sovrapposti in più filari che terminavano con mensoloni sporgenti. Attorno al nuraghe era presente un primitivo antemurale con tre torri, che circondava la struttura parzialmente e che era forse integrato con palizzate di legno.
  • 27. Nel villaggio le case più interessanti sono quelle databili all'inizio dell'età del Ferro, tra i secoli IX, VIII e VII. Sono caratterizzate da una pianta complessa e irregolare, incentrata su un cortile centrale su cui si affacciano varie stanze; spesso è riconoscibile la cucina, dove si trovava il forno che in alcuni casi si è conservato fino ad oggi.
  • 28. Tra le abitazioni, si trova ben conservato un ambiente circolare dotato di una panca in pietra lungo il perimetro e con al centro un grande bacino che veniva forse utilizzato per riti domestici concernenti il culto dell'acqua. Interessante è anche la capanna delle riunioni, databile allo stesso periodo e caratterizzata dal perimetro circolare, sul cui lato interno corre una panca di pietra, e sulle pareti alcune piccole nicchie.
  • 29. Santu Antine costruzione del 1500 a.C. è un nuraghe polilobato, con mastio centrale, e tre torri inglobate nei bastioni, costruiti in un secondo tempo (circa tre secoli dopo il mastio).
  • 30. L'interno presenta numerosi collegamenti tra le torri, per mezzo di corridoi lungo le mura, e cammini di ronda ai piani superiori. Il mastio ha quattro nicchie al piano terra.
  • 31. Ai piani superiori si accede per mezzo di due scale situate nel cortile, ai lati esterni del mastio, dove si trova anche un pozzo profondo 20 m. Il mastio in origine era alto circa 22 m., mentre oggi raggiunge 17 m. All'esterno del nuraghe si trovano i resti dei villaggi abitativi di varie epoche: nuragica, cartaginese, e romana.
  • 32. NURAGHE ARRUBIU – ORROLI Uno dei più grandi della Sardegna, è l'unico pentalobato, formato da un mastio centrale e cinque torri laterali integrate da un bastione con mura molto spesse. Fu costruito tra il XIII e il IX secolo a.C. All' esterno il nuraghe è circondato da una seconda cinta di mura, formata da sette torri parzialmente visibili unite da un muraglione, all'interno della quale sono stati individuati dei muri che separavano gli spazi tra le torri.
  • 33. Ancora più all'esterno si possono individuare i resti di una terza cinta muraria, rafforzata da cinque torri. Oltre quest' ultima si trovano i resti di un villaggio di capanne circolari. La fortezza, escluso il villaggio, occupa un'area di circa 3000 metri quadri. Il mastio centrale ha attualmente un'altezza di 16 m. , e conserva intatti il piano terra e il primo piano con relative tholos .
  • 34. A partire dal 1300 a.C. compaiono nuraghe complessi molto sofisticati, con slanciate torri, camere circolari e volte perfettamente ogivali. Sono le regge dei capi tribali. Su Mulinu di Villanovafranca è un protonuraghe che nel tempo diventa “evoluto” con torri che vengono aggiunte, cinta esterna con altre torri, terrazzi, feritoie e altri elementi che contribuiscono a rendere l’edificio molto sicuro, con bastioni poderosi che dominano sul territorio. I grandi nuraghe potevano accogliere fino a 200 soldati e costituivano dei veri e propri castelli autosufficienti dell’epoca.
  • 35. I dati della proliferazione dei nuraghe nel Bronzo Medio ci fanno capire che la realtà sociale ed economica si sviluppa prepotentemente in questo periodo e nei distretti tribali si nota un’articolazione che evidenzia la volontà di un controllo capillare del territorio. Si contano circa 8000 nuraghe e circa 3000 villaggi, un tessuto abitativo che supera quello, pur importante, dell’epoca romana.
  • 36. PRESENTAZIONE a cura di ANTONIO CURRELI ANTONIO CURRELI