Le origini del pensiero ricorrente/ripetitivo nella ruminazione
1.
2. aa 2015-16 Psicologia Clinica 2
INTRODUZIONE
Iperattivazione delle
facoltà cognitive
• Memoria
• Associazione
• Formazione dei
concetti
• Pattern
recognition
• Linguaggio
• Attenzione
• Percezione
• Azione
• Problem Solving
• Immagini mentali
Ruminazione ≠ Rimuginio
• Ruminazione
(rumination):
Tendenza a
perseverare sulle
esperienze
negative del
passato.
• Rimuginio
(worry): Modalità
di pensiero
anticipatorio,
senso di minaccia
o pericolo
incombente.
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BACKGROUND TEORICO
La convinzione che la ruminazione
sia una strategia cognitiva adattiva
predice l’inizio della ruminazione.
La convinzione che la ruminazione
sia una strategia cognitiva disadattiva
o incontrollabile media la relazione tra
ruminazione e sintomatologia depressiva.
È stato trovato che la ruminazione causa l’incapacità di sganciare
l’attenzione in un anti-saccade task e anche
l’incapacità di inibire le impostazioni di un compito precedente in un
task-switching paradigm usando materiale emotigeno o non emotigeno.
CREDENZE METACOGNITIVE
DISFUNZIONI COGNITIVE
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RUMINAZIONE E SOPPRESSIONE MNESTICA
Il collegamento tra ruminazione e deficit del controllo inibitorio in
compiti attentivi ha sollevato la possibilità che tale disordine potesse
estendersi al controllo inibitorio di pensieri e ricordi.
SOPPRESSIONE
MNESTICA
• Abilità di
sopprimere il
recupero di un
ricordo
indesiderato
quando ci si trova
di fronte a
qualcosa che
sollecita il ricordo
(reminder)
THINK/NO-THINK
PARADIGM
• FASI:
• Apprendimento
3/3 word pairs
• Think/No-Think
2/3 word pairs
• Test
3/3 word pairs
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IPOTESI DELLO STUDIO
1. LA RUMINAZIONE È ASSOCIATA A RIDOTTA CAPACITÀ DI
SOPPRESSIONE DEL RICORDO E DI CONSEGUENZA A
MINORE OBLIO INDOTTO DALLA SOPPRESSIONE (VD)
OPERAZIONALIZZATO DA % DI ITEMS-TARGET RECUPERATI.
2. LA RELAZIONE TRA RUMINAZIONE E DEFICIT DI OBLIO
INDOTTO DALLA SOPPRESSIONE RIMANE ANCHE DOPO
AVER CONTROLLATO LA TENDENZA DEI RUMINATORI A
RIELABORARE GLI ITEMS NO-THINK/SUPPRESS.
3. L’ISTRUZIONE DI USARE STRATEGIA DI SOPPRESSIONE
DIRETTA
DETERMINA L’UTILIZZO DI QUESTA STRATEGIA
MAGGIORMENTE RISPETTO ALL’UTILIZZO DI STRATEGIE DI
SOPPRESSIONE ALTERNATIVE. (COINVOLGILMENTO DEL
MECCANISMO MODULATORE FRONTO-IPPOCAMPALE).
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ASPETTI «INNOVATIVI» DELLO STUDIO
1. SOMMINISTRAZIONE DI COPPIE DI PAROLE A VALENZA
NEUTRALE (NON EMOTIGENE) PER STABILIRE CHE
EVENTUALE DEFICIT DI OBLIO INDOTTO DA SOPPRESSIONE
RIFLETTESSE UNA DIFFICOLTÀ GENERALE DI CONTROLLO
INIBITORIO SUL RICORDO.
2. ISTRUZIONE DI USARE UNA STRATEGIA UNIVOCA DI
SOPPRESSIONE DIRETTA PER QUANTIFICARE MEGLIO LA
VARIAZIONE DI UN PROCESSO INIBITORIO RITENUTO
COMUNE ALLA SOPPRESSIONE MNESTICA E AL CONTROLLO
DEL PENSIERO RICORRENTE.
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DISEGNO SPERIMENTALE WITHIN SUBJECTS, 1 VI A 3 LIVELLI:
THINK/RESPOND, BASELINE, NO-THINK/SUPPRESS.
PARTECIPANTI
STIMOLI
PROCEDURA… (SuperLab 4.0)
96 PP
41 MASCHI
55 FEMMINE
54 COPPIE
DI PAROLE
18 FILLER
36 SPERIMENTALI
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STRUMENTI DI MISURA / VD
The 22-item Ruminative Responses Scale.
• α = .88
• r ≈ .80
STRATEGIA DI SOPPRESSIONE
• Questionario self-report su cui il partecipante indicava con quale
frequenza impiegava la strategia di soppressione diretta vs sostituzione
del pensiero durante la fase Think/No-Think.
RIELABORAZIONE ITEMS NO-THINK (VIOLAZIONE ISTRUZIONE)
• Questionario self-report su cui il partecipante indicava con quale
frequenza rifletteva sulla parola-target prima di sopprimerla, durante le
prove (trials) no-think; e con quale frequenza il partecipante rivisitava i
pensieri riguardo la parola-target dopo ogni trial no-think.
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DISCUSSIONE DEI RISULTATI
o Le analisi sono state condotte sul ricordo delle parole-target,
condizionato dalla performance di apprendimento iniziale. Nella fase di
test al think/no-think paradigm, è stato considerato valido esclusivamente
il ricordo per le parole-target che erano state ricordate anche durante il
test di criterio al think/no-think paradigm.
o F(2, 188) = 21.62, MSE = 127.46, p < .001
Baseline – Suppress = 9.13%
Respond – Baseline = 0.38%
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DISCUSSIONE DEI RISULTATI
o Strategia di soppressione diretta (M = 1.92, SE = 0.07) risultò più
comune rispetto a uso di strategia di sostituzione del pensiero (M = 0.68,
SE = 0.06), t(92) = 13.93, p < .001, d = 2.90
CORRELAZIONI
o Correlazione tra oblio indotto da soppressione e ruminazione:
r = - 0.25, p = .014
o Correlazione tra oblio indotto da soppressione e rielaborazione:
r = - 0.22, p = .034
o Nessuna correlazione tra effetto positivo del controllo e ruminazione:
r = - 0.05, p = .640
o Nessuna correlazione tra effetto positivo del controllo e rielaborazione:
r = - 0.14, p = .166
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DISCUSSIONE DEI RISULTATI
o Correlazione tra ruminazione e rielaborazione: r = 0.25, p = .014
o Analisi di correlazione
semi-parziale VD
Suppression-
induced forgetting
VI
Deliberate re-
processing
VI
Rumination
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DISCUSSIONE DEI RISULTATI
QUARTILE SPLIT ANALYSES
BASELINE COSTANTE
ù Differenza* tra Low rumination group e
High rumination group per la variabile
suppression-induced forgetting dovuta
alla differenza numerica, tra i gruppi, di
items-target ricordati nella condizione no-
think/suppress t(46) = 3.05, p = .004
Respond – Baseline = ns
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DISCUSSIONE DEI RISULTATI
QUARTILE SPLIT ANALYSES
BASELINE NON COSTANTE
Differenza* tra Low Re-processing group e
High Re-processing group per la variabile
suppression-induced forgetting t(46) = 2.09,
p = .042) non dovuta solo alla differenza
numerica, tra i gruppi, di items-target
ricordati nella condizione no-think/suppress
Respond – Baseline = ns
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LIMITI DELLO STUDIO
LE CONCLUSIONI DELLO STUDIO POSSONO ESSERE ESTESE
AD UN CAMPIONE CLINICO?
MISURAZIONE RETROSPETTIVA DELLA VD
RIELABORAZIONE ITEMS NO-THINK
RIELABORAZIONE ITEMS NO-THINK = DEFICIT INIBITORIO
(INTRUSIONI AUTOMATICHE/INVOLONTARIE)
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