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Armando Caligaris 61
La valutazione funzionale
considerazione la valutazione funzionale
iniziale, secondo il nostro pensiero può au-
mentare i rischi d’infortunio durante la car-
riera dell’atleta.
La consapevolezza della miglior postura del
soggetto passa attraverso un lavoro psico-
motorio attivo. Come detto in precedenza,
è un lavoro teso alla percezione proprio-
cettiva. L’“accomodamento” a una buona
funzionalità indurrà il giovane a non aver
bisogno di alcun intervento volontario sui
meccanismi di regolazione posturale. Ci si
deve basare dunque su meccanismi regola-
tori riflessi per consentire un buon adatta-
mento della posizione alle esigenze dell’a-
zione.
Durante la mia esperienza decennale nel
mondo del calcio, ho rilevato con stupore
come quasi la totalità dei giocatori di tutte
le categorie giovanili nascondesse, dietro la
qualità tecnica, vizi posturali inficianti il ge-
sto tecnico stesso. Purtroppo asimmetrie,
dismetrie, anti-retroversioni, lateroversio-
ni, traslazioni e torsioni, catene muscolari
retratte, iper-compensi delle curve fisiolo-
giche, escursioni limitate delle articolazioni,
muscolatura ipotonica dei muscoli che ga-
rantiscono la stazione eretta sono alcune
delle cause dei traumi all’apparato musco-
lo-scheletrico.
Impostare programmi di preparazione at-
letica nei giovani calciatori senza tenere in
Fig. 1 L’uomo vitruviano
APPROCCIO PSICOCINETICO AL CALCIO62
4 CAPITOLO
dell’asse corporeo, dall’altra per-
mettere la miglior presa d’infor-
mazione visiva.
L’insieme di queste regolazioni posturali si
deve realizzare dunque senza l’intervento
piramidale; dipende essenzialmente dall’a-
zione cerebellare: nessun intervento inten-
zionale deve essere esercitato sui dettagli
della postura.
Quest’ultima necessità implica che il pro-
gramma posturale cosciente si basi sulla
rappresentazione mentale della globalità
della postura e ciò dipende dalla qualità
dello schema corporeo.
Purtroppo l’atteggiamento descritto non è
quello che abitualmente è stato riscontra-
to in migliaia di valutazioni fatte a giovani
calciatori.
Ad esempio, nella posizione eretta è stata
riscontrata un’estensione delle gambe. La
struttura dell’articolazione del ginocchio è
tale che l’estensione completa, punte dei
piedi ruotate all’esterno, blocca il ginocchio
e trasforma l’arto inferiore in un “bastone
rigido”, sostituendo la tensione attiva dei
muscoli con una resistenza passiva dell’os-
satura.
È stato dimostrato da qualche tempo che è
il gioco dei muscoli antigravitari il responsa-
bile del mantenimento della posizione per
mezzo dei riflessi di stiramento. Studi elet-
tromiografici mostrano una partecipazione
dei gemelli, soprattutto degli ischio-tibiali,
dei lombari, dei muscoli delle docce verte-
brali per assicurare la stazione eretta.
Alcune precisazioni sull’azione degli
ischio-tibiali sono dovute, vista l’impor-
tanza del loro ruolo. Essi infatti entrano
in azione quando il centro di gravità del
corpo passa davanti alla linea delle anche,
cioè quando il bacino va in antiversione,
per ristabilire l’equilibrio. In questo modo
4.1 Educazione dell’atteggiamento
successivo a Valutazione Funzionale
L’attitudine che serve da base allo sforzospor-
tivo efficace deve rispondere a più condizioni:
•	la totalità delle trasmissioni di for-
za all’asse corporeo deve essere
assicurata con il minimo di disper-
sione; in particolare la forza usata
non deve irradiarsi a livello delle
articolazioni vertebrali (soprattut-
to nella zona lombare);
•	la stabilità posturale dell’asse cor-
poreo deve conciliarsi con la ne-
cessità di scioltezza delle articola-
zioni intervertebrali necessarie al
funzionamento dei riflessi d’equi-
librio;
•	in tutti gli sforzi in appoggio sui
piedi, la necessità di velocità e di
equilibrio esige che la partenza
dell’azione avvenga in flessione;
ciò permette di mantenere dispo-
nibili le regolazioni riflesse a livello
delle articolazioni coxo-femorale,
del ginocchio e della caviglia;
•	la cintura scapolare deve assicu-
rare la trasmissione totale delle
spinte senza che ne risulti alcun
irrigidimento;
•	l’articolazione scapolo-omerale
deve rimanere completamente
mobile; per questo la muscolatura
fasica dell’arto superiore deve es-
sere elastica;
•	il capo deve essere perfettamente
equilibrato senza alcuna tensione
dei muscoli della nuca; questa po-
sizione della testa ha due obietti-
vi: da una parte assicurare, in co-
operazione col bacino, il controllo
Armando Caligaris 63
La valutazione funzionale
Dopo aver fatto un breve excursus teorico,
affrontiamo la fase operativa riguardante la
valutazione funzionale della postura.
Questa tematica è affrontata sotto due
aspetti:
•	educazione dell’atteggiamento suc-
cessivo a valutazione funzionale;
•	la valutazione funzionale come
indice del carico di lavoro in una
scuola calcio.
La trattazione vuole riferirsi ad una popo-
lazione che approccia alla scuola calcio, an-
che se purtroppo laddove non ci sia stato
un intervento preventivo, si deve ipotizzare
l’utilizzo anche in età più avanzata.
La misurazione della taglia di un atleta e la
valutazione della sua struttura e composi-
zione corporea sono determinanti ai fini sia
di una prima forma di prevenzione che di
una ottimizzazione delle risorse.
Nella mia osservazione di eventuali “vizi” di
postura mi avvalgo, ormai da tempo, di una
macchina fotografica digitale che mi dia la
possibilità di aprire uno studio più approfon-
dito rispetto a ciò che si vede a occhio nudo.
Questo può essere un buon compromesso
tra qualità e operatività in una scuola calcio
anche professionistica, laddove i giocato-
ri da monitorare siano molti e le rilevazioni
debbano essere ripetute nell’arco della sta-
gione calcistica. Sette scatti, riprodotti qui
di seguito, possono essere sufficientemente
esaustivi sugli elementi da analizzare.
la sollecitazione di questi muscoli è già for-
te in una situazione statica, con blocco in
estensione del ginocchio ed extrarotazione
dei piedi, e ciò spiega perché siano sede di
tensioni parassite frequenti. Si stabilisce in
questo modo uno stereotipo di posizione:
l’estensione delle gambe, che inizialmen-
te poteva essere assunta perché ritenuta
economica, diventa allora una necessità.
Nel calcio, dove bisogna flettere le gambe
per compiere i vari aggiustamenti motori,
gli ischio-tibiali sono distesi e non possono
più esercitare la loro funzione di fissazione
del bacino alle cosce. Il soggetto si sente
in posizione instabile, il suo bacino diventa
molto mobile ed ha la tendenza a ricercare
rapidamente l’estensione delle gambe.
L’obiettivo del nostro lavoro diventa allo-
ra assicurare la stabilizzazione del bacino,
punto di appoggio delle catene muscolari
riflesse, non più tramite la solidarizzazione
con le cosce, ma tramite quella con il tron-
co.
Per assicurare il bacino all’asse corporeo e
non agli arti inferiori il nostro training si svi-
luppa in tre fasi:
•	propriocezione del movimento
del bacino in anti/retro/laterover-
sione a ginocchia sbloccate;
•	dissociazione degli arti inferiori ri-
spetto al busto eretto tramite l’ar-
ticolazione coxo-femorale;
•	intervento degli addominali pro-
fondi ed essenzialmente il trasver-
so dell’addome.
É appoggiandosi sul bacino così stabilizzato
che le due catene riflesse, una discendente
verso i piedi, l’altra ascendente verso la te-
sta, regolano l’insieme della stabilità postu-
rale assicurando l’equilibrio statico.
APPROCCIO PSICOCINETICO AL CALCIO64
4 CAPITOLO
Nel primo scatto si possono rilevare la
centralità dell’occipite sulla base d’appog-
gio, asimmetrie, dismetrie, traslazioni e/o
torsioni sul piano frontale (evidentissime
osservando lo spazio che intercorre tra il
busto e i due arti superiori), compensi, late-
roversioni del bacino, varismo e valgismo di
ginocchia e piedi nonché, in senso più gene-
rale, le proporzioni del corpo.
Nel secondo scatto si nota anche in questo
caso la perpendicolarità dell’occipite rispet-
to alla base d’appoggio, i compensi lordo –
cifotici, l’antiversione – retroversione del
bacino, le scapole alate, le spalle antepo-
ste, il “recurvatum” del ginocchio.
Nel terzo scatto oltre ad ulteriori evidenze
possiamo avere conferme o meno di ciò
che è stato rilevato nella posizione frontale
anteriore.
Dallo “squat test” (Cuzzolin) frontale, si può
valutare la mobilità dell’articolazione della ca-
viglia, la capacità e la simmetria dei flessori.
Inoltre si acutizzano eventuali vizi in torsione.
Dallo “squat test” laterale abbiamo ulteriori
informazioni sull’angolo di tenuta dei flessori.
È valutabile l’ “insellamento” dell’arco lom-
bare, è visibile qualche limitazione nell’escur-
sione della scapolo–omerale.
In questi due scatti valutiamo le retrazioni a
carico rispettivamente della catena anterio-
re e posteriore. Nella prima, oltre alle ten-
sioni eccessive, si possono notare asimme-
trie. Nellasecondasipuòcapireselaretrazione
èintotooèsoloparziale. Da una attenta ana-
lisi e valutazione si passa alla parte educati-
va o rieducativa legata all’atteggiamento di
ogni soggetto.
Fig 2
Posizione
frontale
Fig. 3
Posizione
laterale
Fig. 4
Posizione
frontale
Fig. 5
Squat test
frontale
Fig. 6
Squat test
laterale
Fig. 7 Catena anteriore Fig. 8 Catena posteriore
Armando Caligaris 65
La valutazione funzionale
Esercizi del piede e della caviglia
Esercizio 1.1
Sdraiato dorsale, flessione (ad artiglio),
estensione delle dita.
Eserciziario pratico
Esercizio 1 .2
Flessione, abduzione, adduzione, pro-
nazione, supinazione, circonduzione
della caviglia in posizione sdraiato dor-
sale, seduto alla panchetta.
Fig. 9 flessione plantare
Fig. 11 abduzione
Fig. 13 supinazione
Fig. 10 flessione dorsale
Fig. 12 adduzione
Fig. 14 pronazione
APPROCCIO PSICOCINETICO AL CALCIO66
4 CAPITOLO
Esercizio 1 .4
In stazione eretta, adduzione, abduzio-
ne dei due piedi simultaneamente.
Esercizio 1 .5
In stazione eretta, peso del corpo su due
piedi (progressivamente passare all’ap-
poggio monolaterale ), spostare l’asse
della caviglia che si vuole caricare in den-
troedinfuori,percepirelacadutadelpie-
de verso l’interno e verso l’esterno.
Esercizio 1 .6
Stesso esercizio con bilanciamento an-
tero–posteriore.
Esercizio 1 .7
Combinazione dei due precedenti eser-
cizi con rotazione sull’asse delle cavi-
glie.
Esercizio 1 .8
Deambulazione con appoggio sull’e-
sterno, interno del piede, punte, tallo-
ni.
Esercizio 1 .9
Bilanciamento con lancio e presa della
palla medica.
Esercizio 1 .10
Deambulazione con presa di coscien-
za della “macinazione” (piede perno)
dell’arto posteriore.
Esercizio 1 .3
Elevazione sulla punta dei piedi, riposo, po-
sizionesuitalloni(bracciaespallerilasciate)
Fig. 15 appoggio pronato
Fig. 16 appoggio supinato
Armando Caligaris 67
La valutazione funzionale
Esercizi del ginocchio
Esercizio 2 .11
In stazione eretta, percezione del cedi-
mento e dell’iperestensione del ginoc-
chio.
Esercizio 2 .12
In stazione eretta, piedi paralleli legger-
mente aperti, passare alternativamen-
te dalla posizione valgo alla posizione
varo.
Esercizio 2 .13
In stazione eretta, percezione della po-
sizione di equilibrio laterale.
Esercizi pelvi-lombari
Esercizio 3 .14
Percezione dei movimenti di antiretro-
versione senza l’intervento della parte
alta del busto partendo da posizione
sdraiata (progressione: gambe sempre
meno	 flesse, polpacci su uno sgabel-
lo, gambe flesse con piedi posati a ter-
ra, gambe semidistese, gambe distese
per i tre quarti, gambe tese), seduto
alla panchetta, a carponi, in ginocchio
seduto sui talloni, seduto su un cubo di
legno con gambe incrociate, in stazio-
ne eretta.
Fig. 19 antiversione del bacino
Fig. 17 ginocchio valgo Fig. 18 ginocchio varo
APPROCCIO PSICOCINETICO AL CALCIO68
4 CAPITOLO
Esercizio 3 .16
Percezione dei movimenti di laterover-
sione. In decubito supino, gambe tese,
movimento alternato di allungamento
assiale della gamba (spingere il tallo-
ne), retrazione assiale della gamba (far
rientrare la gamba contro il ventre), as-
sociazione dei due movimenti simme-
tricamente opposti.
Esercizio 3.17
Seduto alla panchetta, percezione del
movimento di rotolamento del bacino
verso destra e sinistra (spostamento
del peso del corpo da una natica all’al-
tra) percezione dell’equilibrio laterale
seduto.
Esercizio 3.18
In piedi, gambe tese, “accorciare” una
gamba per spostamento laterale del
bacino, metterla a riposo.
Esercizio 3 .19
Ritto, percezione della posizione an-
cheggiata. Lasciar flettere una gamba
e lasciar cadere il bacino da questo lato,
poi riportarlo in orizzontale.
Fig. 20 retroversione del bacino
Esercizio 3.15
Movimenti di antiretroversione del bacino
eseguitiinspostamento(due/quattropassi
in antiversione, altrettanti in retroversio-
ne).
Armando Caligaris 69
La valutazione funzionale
Educazione pelvi–perineale
Esercizio 4.20
In decubito supino, gambe semifles-
se, piedi al suolo; respirare portando il
bacino in retroversione, poi sollevare
il sedere mantenendo la retroversio-
ne. Ritornare lentamente inspirando e
svolgendo le reni al suolo.
Esercizio 4.21
Il soggetto è seduto su un piano duro e
liscio, busto eretto, gambe tese, talloni
uniti. Contrarre le natiche e portare le
cosce in rotazione esterna in modo da
provocare un’elevazione del corpo. Re-
stare due secondi e ritornare.
Esercizio 4.22
In decubito supino, contrazioni dina-
miche volontarie ritmate delle natiche
e della placca perineale. Inspirazione
durante il rilassamento, espirazione du-
rante la contrazione.
Liberazione neuromotrice
della coxo–femorale
Esercizio 5.23
Indipendenza gamba-bacino. Sdraiato
dorsale, gambe flesse, piedi a terra, brac-
cia lungo il corpo, mantenere il bacino in
linea con il busto (non incavare le reni)
nei seguenti movimenti progressivi:
A - flessione di una gamba sul ventre
e riposo (facilitazione del colloca-
mento del bacino con la gamba
rimasta in appoggio).
B - una gamba mantenuta in flessione,
movimentodiflessione-riposodell’al-
tra gamba (facilitazione del collo-
camento del bacino con la gamba
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Fig. 21
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Valutazione funzionale dell'atleta esercizi

  • 1. Armando Caligaris 61 La valutazione funzionale considerazione la valutazione funzionale iniziale, secondo il nostro pensiero può au- mentare i rischi d’infortunio durante la car- riera dell’atleta. La consapevolezza della miglior postura del soggetto passa attraverso un lavoro psico- motorio attivo. Come detto in precedenza, è un lavoro teso alla percezione proprio- cettiva. L’“accomodamento” a una buona funzionalità indurrà il giovane a non aver bisogno di alcun intervento volontario sui meccanismi di regolazione posturale. Ci si deve basare dunque su meccanismi regola- tori riflessi per consentire un buon adatta- mento della posizione alle esigenze dell’a- zione. Durante la mia esperienza decennale nel mondo del calcio, ho rilevato con stupore come quasi la totalità dei giocatori di tutte le categorie giovanili nascondesse, dietro la qualità tecnica, vizi posturali inficianti il ge- sto tecnico stesso. Purtroppo asimmetrie, dismetrie, anti-retroversioni, lateroversio- ni, traslazioni e torsioni, catene muscolari retratte, iper-compensi delle curve fisiolo- giche, escursioni limitate delle articolazioni, muscolatura ipotonica dei muscoli che ga- rantiscono la stazione eretta sono alcune delle cause dei traumi all’apparato musco- lo-scheletrico. Impostare programmi di preparazione at- letica nei giovani calciatori senza tenere in Fig. 1 L’uomo vitruviano
  • 2. APPROCCIO PSICOCINETICO AL CALCIO62 4 CAPITOLO dell’asse corporeo, dall’altra per- mettere la miglior presa d’infor- mazione visiva. L’insieme di queste regolazioni posturali si deve realizzare dunque senza l’intervento piramidale; dipende essenzialmente dall’a- zione cerebellare: nessun intervento inten- zionale deve essere esercitato sui dettagli della postura. Quest’ultima necessità implica che il pro- gramma posturale cosciente si basi sulla rappresentazione mentale della globalità della postura e ciò dipende dalla qualità dello schema corporeo. Purtroppo l’atteggiamento descritto non è quello che abitualmente è stato riscontra- to in migliaia di valutazioni fatte a giovani calciatori. Ad esempio, nella posizione eretta è stata riscontrata un’estensione delle gambe. La struttura dell’articolazione del ginocchio è tale che l’estensione completa, punte dei piedi ruotate all’esterno, blocca il ginocchio e trasforma l’arto inferiore in un “bastone rigido”, sostituendo la tensione attiva dei muscoli con una resistenza passiva dell’os- satura. È stato dimostrato da qualche tempo che è il gioco dei muscoli antigravitari il responsa- bile del mantenimento della posizione per mezzo dei riflessi di stiramento. Studi elet- tromiografici mostrano una partecipazione dei gemelli, soprattutto degli ischio-tibiali, dei lombari, dei muscoli delle docce verte- brali per assicurare la stazione eretta. Alcune precisazioni sull’azione degli ischio-tibiali sono dovute, vista l’impor- tanza del loro ruolo. Essi infatti entrano in azione quando il centro di gravità del corpo passa davanti alla linea delle anche, cioè quando il bacino va in antiversione, per ristabilire l’equilibrio. In questo modo 4.1 Educazione dell’atteggiamento successivo a Valutazione Funzionale L’attitudine che serve da base allo sforzospor- tivo efficace deve rispondere a più condizioni: • la totalità delle trasmissioni di for- za all’asse corporeo deve essere assicurata con il minimo di disper- sione; in particolare la forza usata non deve irradiarsi a livello delle articolazioni vertebrali (soprattut- to nella zona lombare); • la stabilità posturale dell’asse cor- poreo deve conciliarsi con la ne- cessità di scioltezza delle articola- zioni intervertebrali necessarie al funzionamento dei riflessi d’equi- librio; • in tutti gli sforzi in appoggio sui piedi, la necessità di velocità e di equilibrio esige che la partenza dell’azione avvenga in flessione; ciò permette di mantenere dispo- nibili le regolazioni riflesse a livello delle articolazioni coxo-femorale, del ginocchio e della caviglia; • la cintura scapolare deve assicu- rare la trasmissione totale delle spinte senza che ne risulti alcun irrigidimento; • l’articolazione scapolo-omerale deve rimanere completamente mobile; per questo la muscolatura fasica dell’arto superiore deve es- sere elastica; • il capo deve essere perfettamente equilibrato senza alcuna tensione dei muscoli della nuca; questa po- sizione della testa ha due obietti- vi: da una parte assicurare, in co- operazione col bacino, il controllo
  • 3. Armando Caligaris 63 La valutazione funzionale Dopo aver fatto un breve excursus teorico, affrontiamo la fase operativa riguardante la valutazione funzionale della postura. Questa tematica è affrontata sotto due aspetti: • educazione dell’atteggiamento suc- cessivo a valutazione funzionale; • la valutazione funzionale come indice del carico di lavoro in una scuola calcio. La trattazione vuole riferirsi ad una popo- lazione che approccia alla scuola calcio, an- che se purtroppo laddove non ci sia stato un intervento preventivo, si deve ipotizzare l’utilizzo anche in età più avanzata. La misurazione della taglia di un atleta e la valutazione della sua struttura e composi- zione corporea sono determinanti ai fini sia di una prima forma di prevenzione che di una ottimizzazione delle risorse. Nella mia osservazione di eventuali “vizi” di postura mi avvalgo, ormai da tempo, di una macchina fotografica digitale che mi dia la possibilità di aprire uno studio più approfon- dito rispetto a ciò che si vede a occhio nudo. Questo può essere un buon compromesso tra qualità e operatività in una scuola calcio anche professionistica, laddove i giocato- ri da monitorare siano molti e le rilevazioni debbano essere ripetute nell’arco della sta- gione calcistica. Sette scatti, riprodotti qui di seguito, possono essere sufficientemente esaustivi sugli elementi da analizzare. la sollecitazione di questi muscoli è già for- te in una situazione statica, con blocco in estensione del ginocchio ed extrarotazione dei piedi, e ciò spiega perché siano sede di tensioni parassite frequenti. Si stabilisce in questo modo uno stereotipo di posizione: l’estensione delle gambe, che inizialmen- te poteva essere assunta perché ritenuta economica, diventa allora una necessità. Nel calcio, dove bisogna flettere le gambe per compiere i vari aggiustamenti motori, gli ischio-tibiali sono distesi e non possono più esercitare la loro funzione di fissazione del bacino alle cosce. Il soggetto si sente in posizione instabile, il suo bacino diventa molto mobile ed ha la tendenza a ricercare rapidamente l’estensione delle gambe. L’obiettivo del nostro lavoro diventa allo- ra assicurare la stabilizzazione del bacino, punto di appoggio delle catene muscolari riflesse, non più tramite la solidarizzazione con le cosce, ma tramite quella con il tron- co. Per assicurare il bacino all’asse corporeo e non agli arti inferiori il nostro training si svi- luppa in tre fasi: • propriocezione del movimento del bacino in anti/retro/laterover- sione a ginocchia sbloccate; • dissociazione degli arti inferiori ri- spetto al busto eretto tramite l’ar- ticolazione coxo-femorale; • intervento degli addominali pro- fondi ed essenzialmente il trasver- so dell’addome. É appoggiandosi sul bacino così stabilizzato che le due catene riflesse, una discendente verso i piedi, l’altra ascendente verso la te- sta, regolano l’insieme della stabilità postu- rale assicurando l’equilibrio statico.
  • 4. APPROCCIO PSICOCINETICO AL CALCIO64 4 CAPITOLO Nel primo scatto si possono rilevare la centralità dell’occipite sulla base d’appog- gio, asimmetrie, dismetrie, traslazioni e/o torsioni sul piano frontale (evidentissime osservando lo spazio che intercorre tra il busto e i due arti superiori), compensi, late- roversioni del bacino, varismo e valgismo di ginocchia e piedi nonché, in senso più gene- rale, le proporzioni del corpo. Nel secondo scatto si nota anche in questo caso la perpendicolarità dell’occipite rispet- to alla base d’appoggio, i compensi lordo – cifotici, l’antiversione – retroversione del bacino, le scapole alate, le spalle antepo- ste, il “recurvatum” del ginocchio. Nel terzo scatto oltre ad ulteriori evidenze possiamo avere conferme o meno di ciò che è stato rilevato nella posizione frontale anteriore. Dallo “squat test” (Cuzzolin) frontale, si può valutare la mobilità dell’articolazione della ca- viglia, la capacità e la simmetria dei flessori. Inoltre si acutizzano eventuali vizi in torsione. Dallo “squat test” laterale abbiamo ulteriori informazioni sull’angolo di tenuta dei flessori. È valutabile l’ “insellamento” dell’arco lom- bare, è visibile qualche limitazione nell’escur- sione della scapolo–omerale. In questi due scatti valutiamo le retrazioni a carico rispettivamente della catena anterio- re e posteriore. Nella prima, oltre alle ten- sioni eccessive, si possono notare asimme- trie. Nellasecondasipuòcapireselaretrazione èintotooèsoloparziale. Da una attenta ana- lisi e valutazione si passa alla parte educati- va o rieducativa legata all’atteggiamento di ogni soggetto. Fig 2 Posizione frontale Fig. 3 Posizione laterale Fig. 4 Posizione frontale Fig. 5 Squat test frontale Fig. 6 Squat test laterale Fig. 7 Catena anteriore Fig. 8 Catena posteriore
  • 5. Armando Caligaris 65 La valutazione funzionale Esercizi del piede e della caviglia Esercizio 1.1 Sdraiato dorsale, flessione (ad artiglio), estensione delle dita. Eserciziario pratico Esercizio 1 .2 Flessione, abduzione, adduzione, pro- nazione, supinazione, circonduzione della caviglia in posizione sdraiato dor- sale, seduto alla panchetta. Fig. 9 flessione plantare Fig. 11 abduzione Fig. 13 supinazione Fig. 10 flessione dorsale Fig. 12 adduzione Fig. 14 pronazione
  • 6. APPROCCIO PSICOCINETICO AL CALCIO66 4 CAPITOLO Esercizio 1 .4 In stazione eretta, adduzione, abduzio- ne dei due piedi simultaneamente. Esercizio 1 .5 In stazione eretta, peso del corpo su due piedi (progressivamente passare all’ap- poggio monolaterale ), spostare l’asse della caviglia che si vuole caricare in den- troedinfuori,percepirelacadutadelpie- de verso l’interno e verso l’esterno. Esercizio 1 .6 Stesso esercizio con bilanciamento an- tero–posteriore. Esercizio 1 .7 Combinazione dei due precedenti eser- cizi con rotazione sull’asse delle cavi- glie. Esercizio 1 .8 Deambulazione con appoggio sull’e- sterno, interno del piede, punte, tallo- ni. Esercizio 1 .9 Bilanciamento con lancio e presa della palla medica. Esercizio 1 .10 Deambulazione con presa di coscien- za della “macinazione” (piede perno) dell’arto posteriore. Esercizio 1 .3 Elevazione sulla punta dei piedi, riposo, po- sizionesuitalloni(bracciaespallerilasciate) Fig. 15 appoggio pronato Fig. 16 appoggio supinato
  • 7. Armando Caligaris 67 La valutazione funzionale Esercizi del ginocchio Esercizio 2 .11 In stazione eretta, percezione del cedi- mento e dell’iperestensione del ginoc- chio. Esercizio 2 .12 In stazione eretta, piedi paralleli legger- mente aperti, passare alternativamen- te dalla posizione valgo alla posizione varo. Esercizio 2 .13 In stazione eretta, percezione della po- sizione di equilibrio laterale. Esercizi pelvi-lombari Esercizio 3 .14 Percezione dei movimenti di antiretro- versione senza l’intervento della parte alta del busto partendo da posizione sdraiata (progressione: gambe sempre meno flesse, polpacci su uno sgabel- lo, gambe flesse con piedi posati a ter- ra, gambe semidistese, gambe distese per i tre quarti, gambe tese), seduto alla panchetta, a carponi, in ginocchio seduto sui talloni, seduto su un cubo di legno con gambe incrociate, in stazio- ne eretta. Fig. 19 antiversione del bacino Fig. 17 ginocchio valgo Fig. 18 ginocchio varo
  • 8. APPROCCIO PSICOCINETICO AL CALCIO68 4 CAPITOLO Esercizio 3 .16 Percezione dei movimenti di laterover- sione. In decubito supino, gambe tese, movimento alternato di allungamento assiale della gamba (spingere il tallo- ne), retrazione assiale della gamba (far rientrare la gamba contro il ventre), as- sociazione dei due movimenti simme- tricamente opposti. Esercizio 3.17 Seduto alla panchetta, percezione del movimento di rotolamento del bacino verso destra e sinistra (spostamento del peso del corpo da una natica all’al- tra) percezione dell’equilibrio laterale seduto. Esercizio 3.18 In piedi, gambe tese, “accorciare” una gamba per spostamento laterale del bacino, metterla a riposo. Esercizio 3 .19 Ritto, percezione della posizione an- cheggiata. Lasciar flettere una gamba e lasciar cadere il bacino da questo lato, poi riportarlo in orizzontale. Fig. 20 retroversione del bacino Esercizio 3.15 Movimenti di antiretroversione del bacino eseguitiinspostamento(due/quattropassi in antiversione, altrettanti in retroversio- ne).
  • 9. Armando Caligaris 69 La valutazione funzionale Educazione pelvi–perineale Esercizio 4.20 In decubito supino, gambe semifles- se, piedi al suolo; respirare portando il bacino in retroversione, poi sollevare il sedere mantenendo la retroversio- ne. Ritornare lentamente inspirando e svolgendo le reni al suolo. Esercizio 4.21 Il soggetto è seduto su un piano duro e liscio, busto eretto, gambe tese, talloni uniti. Contrarre le natiche e portare le cosce in rotazione esterna in modo da provocare un’elevazione del corpo. Re- stare due secondi e ritornare. Esercizio 4.22 In decubito supino, contrazioni dina- miche volontarie ritmate delle natiche e della placca perineale. Inspirazione durante il rilassamento, espirazione du- rante la contrazione. Liberazione neuromotrice della coxo–femorale Esercizio 5.23 Indipendenza gamba-bacino. Sdraiato dorsale, gambe flesse, piedi a terra, brac- cia lungo il corpo, mantenere il bacino in linea con il busto (non incavare le reni) nei seguenti movimenti progressivi: A - flessione di una gamba sul ventre e riposo (facilitazione del colloca- mento del bacino con la gamba rimasta in appoggio). B - una gamba mantenuta in flessione, movimentodiflessione-riposodell’al- tra gamba (facilitazione del collo- camento del bacino con la gamba mantenuta in flessione). Associazio- ne dei due movimenti precedenti. Fig. 21 Fig. 22