Modulo: Aspetti educativi e di comunicazione del multimedia
1. Modulo Aspetti educativi e di comunicazione del Multimedia Dott.ssa Caterina Policaro [email_address] - caterinapolicaro @ elearningpertutti . org www.elearningtouch.it – www.elearningpertutti.org Master Multimedia Management Potenza Dicembre 2005 Master Multimedia Management - Forsage
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3. Programma del modulo Tecnologie didattiche e didattica attraverso il multimedia Concetti fondamentali Presentazioni multimediali Formazione a distanza E-learning CMC – Comunicazione Mediata da Computer Generazioni di FAD Glossario Fattori di forza/debolezza Interazioni docenti/studenti/tutor Dimensioni dell’apprendimento Ambienti e software Scelta delle tecnologie Approcci e tipologie Linguaggio Strumenti per l’interazione Web Forum Chat Newsgroup Mailing List Videoconferenza Weblog Messenger Wiki Ecc.
4. Tecnologie didattiche e didattica attraverso il multimedia Parte prima Concetti fondamentali Presentazioni multimediali
5. Tecnologie Multimediali Tecnologie multimediali, tecnologie didattiche… … e modelli di rappresentazione dell’informazione e della comunicazione in rete
6. Tecnologie didattiche… … e didattica attraverso il multimedia podcasting wiki newsletter mailinglist forum chat blog email messenger videoconferencing Tecnologie Didattiche e Multimediali Progetto e realizzazione di materiali didattici Criteri di selezione ed uso di mezzi e metodi Valutazione processi formativi Tecniche di strutturazione dei contenuti Task analysis Computer come agente didattico Stili di apprendimento Strategie di insegnamento individualizzato FAD e-learning Multi ed ipermedia Apprendimento collaborativo WWW Telematica
7. Evoluzione delle Tecnologie didattiche… computer tutor computer multimediale computer tool personale computer tool collaborativo Tools Tutee COOPERAZIONE ANNI ‘80 ANNI ‘90 2000.. WORD PROCESSOR (sw general purpose) IPERTESTO GROUPWARE
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9. Una rete di documenti, testi legati tra loro come in una ragnatela, rimandi da una pagina all’altra. Link da una parola, immagine o pulsante. Ipertesto Ipertesto Caratteristiche: reticolarità interattività multimedialità
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11. Strutturazione logica del contenuto Il testo elettronico è articolato in nodi (unità minori) e in connessioni ( link ) che suggeriscono la dimensione reticolare e multilineare con cui il testo può essere attraversato e successivamente attualizzato.
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13. Un prodotto multimediale è interattivo se consente all’utente di intervenire nella fruizione dei contenuti , ognuno può scegliersi il suo programma, il suo contenuto. Interattività Multimedialità Classe globale Molteplicità comunicativa Multisensorialità Multidimensionalità prospettica
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16. I formati non testuali non possono svolgere la funzione di semplice supporto al testo (in funzione di mera “spettacolarizzazione” ) ma devono interfacciarsi reciprocamente secondo modalità specifiche del nuovo ambiente comunicativo che è strutturalmente un ambiente di sintesi (tra tv, editoria cartacea, informatica, telecomunicazione). Multimedialità interattiva
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21. La facilità di impiego di PowerPoint potrebbe trasformarsi nel suo peggior nemico. Per quanto semplice e coinvolgente risulti per la costruzione di diapositive e grafica che richiamano l'attenzione, non si può dimenticare che PowerPoint non è autonomo. "PowerPoint non fa le presentazioni, PowerPoint crea diapositive", "Non si può dimenticare che le diapositive devono essere utilizzate come supporto alla presentazione orale." Raramente assistiamo a presentazioni con PowerPoint e altri programmi in cui l'oratore appare pronto a proporre il suo programma. Alla fine risulta chiaro che l'oratore si è lasciato prendere da tutte le trovate, effetti speciali e gingilli disponibili. Tuttavia le presentazioni PowerPoint più efficaci sono semplici: grafici di facile interpretazione e immagini che riflettono quello che l'oratore sta dicendo. Alcuni esperti suggeriscono di utilizzare non più di cinque parole per riga e cinque righe per ogni diapositiva. "Non riempite la presentazione di parole e immagini", Il tranello che tende PowerPoint sta nella sua capacità di trasmettere idee e supportare i commenti dell'oratore in modo conciso. Ma è difficile ottenere questo risultato utilizzando una moltitudine di numeri e statistiche. Nella maggior parte dei casi le presentazioni PowerPoint più efficaci non investono gli spettatori con cifre e numeri. Al contrario è preferibile lasciare questi dati per una fase successiva, che possa essere assimilata a fondo e affidata a documenti che vengono consegnati al termine della presentazione. Se si desidera sottolineare un dato statistico con PowerPoint, valutare la possibilità di utilizzare la grafica o un'immagine per comunicare l'aspetto importante. Non così…insomma…
22. Ma proviamo…ad esempio con Powerpoint Powerpoint è lo strumento più diffuso per creare presentazioni da proiettare o stampare (seminari, lauree,…). Powerpoint può scrivere un ipertesto composto da una serie di files HTML contenenti un indice e le singole diapositive. Queste presentazioni possono essere condivise in rete, trasformandole in file HTML
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25. “ Massima informazione in minimo numero di parole” Punto di partenza della scrittura delle slides. Condensare in poche parole , significative e pregnanti, i concetti che costituiscono la scaletta del discorso. Ogni diapositiva deve contenere un testo concluso e autonomo (= un’unità informativa), tuttavia le slides sono pensate per essere proiettate (e quindi lette) in sequenza . Come in un libro, gli utenti devono seguire necessariamente l’ordine prestabilito dall’autore. Slides efficaci
26. Presentazioni brillanti e intelligenti – n.1 La facilità di impiego di PowerPoint potrebbe trasformarsi nel tuo peggior nemico . Per quanto semplice e coinvolgente risulti per la costruzione di diapositive e grafica che richiamano l'attenzione, PowerPoint non è autonomo . Gli spettatori vogliono ascoltare un oratore e non semplicemente fissare immagini visualizzate su uno schermo. Non dimentichiamo che i commenti dell'oratore devono essere altrettanto avvincenti . " PowerPoint non fa le presentazioni, PowerPoint crea diapositive“"Non si può dimenticare che le diapositive devono essere utilizzate come supporto alla presentazione orale ." (Matt Thornhill presidente di Audience First) Priorità dell'obiettivo sottolineata da materiale convincente 1
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28. Presentazioni brillanti e intelligenti – n.3 Il tranello: trasmettere idee e supportare i commenti dell'oratore in modo conciso. Le presentazioni più efficaci non investono gli spettatori con cifre e numeri che è preferibile lasciare ad una fase successiva in documenti consegnati al termine. Per sottolineare un dato statistico: valutare la possibilità di utilizzare la grafica o un'immagine per comunicare l'aspetto importante. Ad esempio, parlando della diffusione dell'Alzheimer, utilizzare la fotografia di una donna anziana invece di mostrare semplicemente dei numeri... Numero minimo di diapositive 3
29. Presentazioni brillanti e intelligenti – n.4 Una delle abitudini più diffuse ed errate : leggere semplicemente la presentazione davanti agli spettatori. Approccio ridondante : la presenza dell'oratore ha come unica funzione quella di premere il pulsante di avanzamento delle diapositive rende mortalmente noiosa anche la presentazione visivamente migliore. Il meglio da una presentazione : commenti orali che arricchiscono la discussione, invece di ripetere semplicemente quello che appare sullo schermo. …” è necessario stabilire un contatto diretto con gli spettatori…Il pubblico non viene certo per vedere la vostra nuca." Roberta Prescott di The Prescott Group Non ripetere i dati contenuti nelle presentazioni 4
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31. Presentazioni brillanti e intelligenti – n.6 Strumento visivo di supporto alle parole. Non aver paura di lasciare lo schermo vuoto di tanto in tanto. In questo modo gli spettatori possono riposare gli occhi per un attimo e l'attenzione si può concentrare sugli scambi verbali, discussioni di gruppo o domande e risposte… Dare tempo al pubblico 6
32. Presentazioni brillanti e intelligenti – n.7 Un contrasto evidente fra parole, immagini e sfondo può essere molto efficace per comunicare sia messaggi che emozioni. Utilizzare colori vivaci 7
33. Presentazioni brillanti e intelligenti – n.8 È consigliabile evitare di limitare la presentazione alle funzionalità offerte dal software utilizzato. L'utilizzo di immagini e grafica esterni rendono più variegata e stimolante la presentazione, compresi i video. "Solitamente proietto uno o due video clip molto brevi prima della presentazione, migliorano lo stato d'animo, trasmettono un messaggio e rompono il ghiaccio con gli spettatori." Ramon Ray, consulente tecnologico di New York. Importazione di immagini e grafica 8
34. Presentazioni brillanti e intelligenti – n.9 Alcuni potrebbero non essere d'accordo su questo punto. Ma nessun oratore ama parlare a un pubblico occupato a leggere una grossa mole di materiale. Se non è assolutamente essenziale che gli spettatori seguano la documentazione durante la presentazione, è consigliabile aspettare la conclusione per distribuirla. Distribuzione dei documenti al termine e non durante la presentazione 9
35. Presentazioni brillanti e intelligenti – n.10 È essenziale non perdere mai la prospettiva degli spettatori. Dopo aver completato la bozza delle diapositive, è utile immaginare di essere uno degli spettatori che ascoltano i vostri commenti ed eseguire un controllo accurato. Se qualcosa risulta poco convincente, deviante o poco chiaro, le modifiche devono essere radicali. Aumenteranno così le possibilità che la presentazione risulti efficace. Modificare senza tentennamenti prima della presentazione 10
36. Per approfondire (biblio e webliografia): Cosa fare e cosa non fare quando si presenta con le slides: http://www.microsoft.com/italy/pmi/comefare/lavoro/comepresentare/article/article3.mspx Errori, orrori, luoghi comuni. http://download.microsoft.com/documents/italy/SBP/comefare/ComePresentare.pdf tratti da Giacomo Mason, Come si presenta con le slide , Milano (MI), Tecniche Nuove, 2005
37. Formazione a distanza Parte seconda Generazioni di FAD Glossario Fattori di forza e debolezza
38. Formazione a distanza - Introduzione Attività formativa rivolta agli adulti (occupati e non) ed ai giovani per l’acquisizione di nuove competenze nel corso della vita lavorativa. Processo di formazione che comincia con la scuola materna e continua nelle varie fasi personali e professionali, accompagnando lo sviluppo delle persone per tutta la vita. Ambito professionale. Percorso formativo professionalizzante: apprendimento programmato delle conoscenze e competenze di base per una professione, continua dopo l'inserimento lavorativo come formazione sul lavoro (affiancamento ad altri, alternanza tra momenti di lavoro e momenti di formazione, corsi di aggiornamento veri e propri); riprofessionalizza in caso di professioni obsolete. Formazione continua
39. Si svolge in modalità esclusivamente autonoma e in assenza di interazione, con l’ausilio di supporti didattici appositamente strutturati, ad esempio corsi in rete (o eventualmente su CD-ROM) che possono essere utilizzati quando e dove si ritiene opportuno. Autoformazione Auto -formazione
40. La Formazione a distanza - FAD Separazione spazio-temporale degli atti di insegnamento e di apprendimento Organizzazione fortemente strutturata dei processi Collegare il materiale da apprendere alle modalità dell’apprendimento (quantità, qualità, dignità) Attivare modalità di comunicazione interpersonale e verifica dei feedback Eventuali momenti di interazione “in presenza” Esplicitazione degli obiettivi, stile chiaro, anticipazione dei problemi, accurata strutturazione dei contenuti, domande di autodiagnosi
41. Tre generazioni di FAD a confronto FAD di 4a generazione: mobile learning & the next thing Oggi FAD di 1a generazione: corsi per corrispondenza Sviluppo della stampa e del trasporto ferroviario Interazione lenta, basata sullo scambio di elaborati e questionari FAD di 2a generazione: corsi multimediali Invenzione di radio, TV, telefono, fax, registratori Uso integrato di materiale a stampa, trasmissioni radio – televisive, registrazioni sonore, assistenza telefonica, comunicazioni via fax e anche con il computer FAD di 3a generazione: formazione in rete – e-learning Sviluppo e diffusione delle tecnologie informatiche La maggior parte del processo formativo avviene in rete, mediante una comunicazione assidua con e tra i partecipanti
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46. E-learning Parte terza Interazioni docenti/studenti/tutor Ambienti e software Scelta delle tecnologie Dimensioni dell’apprendimento
47. Interazione del discente in un sistema e-learning Discente Siti web Scuola e altre ag. formative Docenti esperti E-mail, corsi Forum Biblioteche istituzioni culturali Database on line Internet www Comunità virtuali di apprendimento Forum Mailing-list, Chat Centri di formazione di aziende e compagnie Siti web, risorse Corsi
48. Dimensioni dell’apprendimento in rete Dimensione centrifuga Brainstorming in rete (anche solo a livello di web-forum) Costruzione di un knowledge di base, attraverso un archivio condiviso su cui tutti possono effettuare osservazioni e aggiunte (“learning in a knowledge-built community” – Scardamalia e Bereiter) Costruttivismo in rete (uso di strumenti comuni per elaborare modelli) Dimensione centripeta Struttura organizzativa: ambienti altamente formali con grande chiarezza di obiettivi, procedure, contenitori e modalità di gestione delle interazioni Condivisione di idee e di intenti: un complesso di scelte compiute a monte dell’attività interattiva stessa, condivisione della cornice, dei ruoli, delle fasi Presenza di un “decisore” e/o di sistemi espliciti e condivisi di risoluzione degli eventuali conflitti decisionali Produzione aperta, esplorativa, accrescitiva Produzione specifica, esaustiva, coerente, strutturata (es. un progetto) Soggetti sostanzialmente adulti, altamente motivati e orientati verso un fine condiviso
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50. 5. «non tutti i tentativi di apprendimento collaborativo avranno successo»: in alcuni casi la collaborazione può portare alla conformità, a perdite di tempo, mancanza di iniziativa, conflitto, incomprensioni e compromessi e i potenziali beneficiari non sempre sono realizzati; 6. «l'apprendimento collaborativo non sempre implica apprendere in un gruppo organizzato», ma significa essere capace di affidarsi ad altre persone per avere un supporto al proprio apprendimento e per dare un feedback, come e quando necessario, all'interno di un ambiente non competitivo; 7. «qualsiasi compito o processo collaborativo ha una durata definita», un inizio e una fine, e la natura delle interazioni di gruppo e i bisogni del supporto del gruppo cambieranno in questo arco di tempo. Dimensioni comunitaria e cooperativa
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52. Gruppo di persone che condividono un insieme di pratiche, attività, interessi lavorativi o conoscitivi e che trovano in Internet l’ambiente per incontrarsi, condividere esperienze e conoscenze. Traggono beneficio dallo scambio di informazioni e dal sistema di relazioni che si instaurano… Comunità di dialogo Comunità di dialogo
53. L’apprendimento consiste nel negoziare nuovi significati in un’interazione di partecipazione e reificazione. L’apprendimento è un processo essenzialmente esperienziale e sociale , crea strutture emergenti, contribuisce alla costruzione della nostra identità attraverso l’appartenenza a comunità Comunità di pratica Comunità di pratica
54. Si assume il modello della ricerca scientifica Si valorizza l’apprendere Come si apprende Apprendistato cognitivo Reciprocal teaching Comunità e circoli di apprendimento Progetti collaborativi tra scuole in rete Comunità di apprendimento Circoli di apprendimento
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58. Immagine tratta da: Cisco Systems. 2001, E-Learning. Slide Show . In rete: http://www.cisco.com/ Uno dei rischi da evitare è quindi il sovraccarico, la dispersione, il rumore… In generale le tecnologie favoriscono un approccio centrato sull’utente ( learner-centered ) al posto di quello centrato sul docente ( instructor-centered learning ). Lo studente si trova così ad interagire con una molteplicità di strumenti e di risorse da selezionare. Lo studente al centro
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61. Sequenziale Ogni componente del gruppo, a turno , agisce sul semilavorato apportandovi il proprio contributo Parallela Ogni componente del gruppo lavora in autonomia su una parte specifica del prodotto complessivo I componenti del gruppo lavorano in regime di forte interdipendenza su ognuna delle parti del prodotto complessivo Reciprocità (G. Trentin, 1998) Strategie organizzative per cooperare
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63. Un numero? (2003) Sono gli ambienti software o i "sistemi" per la formazione online censiti da Tech Learn Trends. ( http://www.techlearn.com ) Ormai molti di più... Perché così tanti, rispetto ad altre tipologie di software? Almeno 2 le ragioni. 1. Sono in atto enormi investimenti in questa direzione: è uno dei business del futuro e ancora il "mercato" non si è assestato. 2. Si punta sulla personalizzazione : anziché poche proposte per affrontare i problemi in generale, molte soluzioni per risolvere problemi specifici . A m bienti di apprendimento e ambienti software 5 1 6
64. L'eccessiva quantità di soluzioni in circolazione ha varie implicazioni : - L'eccesso di offerta può portare ad una sorta di "paralisi" decisionale: gli utenti sono confusi , anche perché stabilire la superiorità di una piattaforma rispetto ad un'altra appare di estrema difficoltà. - L'eccesso di strumenti e la sovrabbondanza di tipologie e funzionalità rende difficoltosa l'acquisizione lato utenti delle abilità necessarie per usufruire a fondo delle potenzialità dei vari ambienti, i più sono intimiditi di fronte all'idea di doversi continuamente aggiornare. Scelta delle infrastrutture tecnologiche
65. Per affrontare le difficoltà della scelta infrastrutturale si possono individuare almeno due strategie e due soluzioni: 1. Soluzione dosata In una soluzione dosata l'infrastruttura tecnologica è minima e il focus è soprattutto sugli attori . 2. Soluzione integrata In una soluzione integrata si fa uso di piattaforme strutturate e il focus è soprattutto sul "sistema" . Due soluzioni principali
66. L'alternativa più interessante all'uso di software complessi o costosi per mettere a punto un "sistema" per la formazione in rete o gestire una "classe virtuale" è probabilmente rappresentata dall'uso dosato di pochi semplici strumenti , come la posta elettronica, un chatting, un forum/bacheca, un blog… In questo caso la soluzione di alcune problematiche, come la gestione delle dinamiche comunicative e il management del gruppo, sarà affidata più all'organizzazione e al coordinamento che non al software in senso stretto. Certamente è più difficile effettuare il monitoraggio . Soluzione dosata
67. Soluzione dosata Per puntare a una soluzione dosata bisogna soprattutto fare chiarezza sugli obiettivi del corso online e sulle modalità di interazione tra gli attori e tra attori e risorse, in modo da scegliere di conseguenza gli "utensili" più adatti. I punti di forza: · L'assenza di una vera e propria piattaforma garantisce estrema flessibilità nella gestione del processo · Il costo iniziale è molto basso e non sono richiesti particolari investimenti · Non sono richieste particolari abilità agli attori coinvolti e le attività possono cominciare subito I punti di debolezza: · Continuo rischio di " overload " del tutor e rischi generali di disorganizzazione · Il costo dell'attività formativa non si abbassa nel tempo in modo significativo · Il monitoraggio sul processo e la sua valutazione devono essere affidati a persone (con conseguente aumenti dei costi) o a tecniche tradizionali
68. Soluzione integrata Si può parlare di soluzione integrata in quei casi in cui i progettisti e gli organizzatori di un corso online decidono di orientarsi su una piattaforma specifica per risolvere integralmente o in larga parte il problema dell'infrastruttura tecnologica che supporterà l'attività.
69. Soluzione integrata Una soluzione integrata presuppone un'analisi e una valutazione delle piattaforme tecnologiche per la formazione in rete disponibili sul mercato e una selezione basata sulla rispondenza tra le potenzialità dello strumento individuato, le esigenze in gioco, gli obietti del corso e il modello didattico che si intende applicare. Punti di forza: · Il costo dell'attività formativa si abbassa significativamente col passare del tempo · Il monitoraggio del processo e certe analisi in vista della valutazione complessiva sono agevolati dalla piattaforma e talora fortemente automatizzati Punti di debolezza: · La gestione delle attività è legata alle potenzialità della piattaforma e ogni variante richiede una certa "fatica" · Sono richiesti investimenti iniziali talora rilevanti · Agli attori coinvolti sono richieste specifiche abilità e questo implica una fase preliminare di formazione tecnologica, che ha un costo e incide sui tempi del processo
70. Come si può definire una piattaforma per la formazione in rete? Tipicamente, è un software che cerca di rispondere ad alcune esigenze : - gestione di flussi di dati - gestione di messaggistica - erogazione di materiali didattici - management della "classe virtuale" - verifica dei risultati Le piattaforme e-learning
71. Si possono individuare varie tipologie di piattaforme per la formazione in rete e l’e-learning: - Desktop Conferencing Systems in senso stretto www.firstclass.com - Groupware orientati ai contenuti - Groupware orientati alle dinamiche di interazione - Ambienti di editing e authoring di materiali formativi - Ambienti di erogazione e management di corsi strutturati - Ambienti polivalenti o misti Tipologie di ambienti
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73. L’essenziale per la scelta della soluzione tecnologica Bisognerebbe sempre chiedersi: Cosa serve davvero? Delle infinite funzionalità di un software, quante ne usiamo realmente? Sono domande che valgono ogni volta che usiamo una tecnologia: in particolare quando si tratta di individuare uno strumento valido e utile per i nostri obiettivi tra centinaia di proposte.
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75. 5. Poter scambiare messaggi in modo che siano visibili a tutti o a parte dei coinvolti. 6. Poter condividere documenti e file di vario genere inviandoli al server e ottenendo automaticamente indici aggiornati per consultarli 7. Poter condividere dinamicamente link a risorse in rete. 8. Poter contare su un riepilogo di quanto è accaduto o ricavare facilmente dati per monitorare l'esperienza e le interazioni intercorse, oltre che per valutare l'efficacia complessiva del sistema. 8 criteri per la scelta
76. Un software per la formazione in rete dovrebbe prima di tutto rispondere ai criteri illustrati: C'è tutto quello che serve? Manca qualcosa? Si può ovviare alla mancanza in altro modo? Ci sono altre funzionalità? Sono davvero utili o appesantiscono inutilmente l'ambiente e ne rendono difficoltoso l'utilizzo? Quali i criteri? Altre domande
77. - Non richiedere l' installazione e la configurazione di un client o renderla del tutto trasparente. - Garantire la riproducibilità di una qualsiasi esperienza in qualunque altro contesto. - Essere possibilmente utilizzabile sia a livello di Internet che a livello di Intranet o LAN. - Essere relativamente semplice da configurare sul versante server o non richiedere la configurazione di un server. Ed inoltre … !! !! !! !!
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79. Tecnologie per ambienti virtuali di apprendimento Ambiente virtuale per l’educazione Attività didattica Corso, modulo Curricula Integrazione di servizi
80. Alcune variabili dello scenario L’ambiente e le persone Le tecnologie I modelli formativi
81. Scenario 1: erogazione di contenuti L’ambiente e le persone Le tecnologie I modelli formativi Formazione universitaria Tecnologie come mezzo di diffusione Trasmissione verticale Accesso all’informazione
82. Scenario 2: la comunità Le tecnologie L’ambiente e le persone I modelli formativi Formazione universitaria, comunità di pratica Tecnologie come sistema di intermediazione a supporto della collaborazione tutoraggio, cooperazione tra pari Accesso alle persone
83. Scenario 3: apprendimento just-in-time Le tecnologie L’ambiente e le persone I modelli formativi Formazione aziendale CBT, WBT Apprendimento autonomo, supervisione e valutazione di esperti
84. Scenario 4: m-learning L’ambiente e le persone Le tecnologie I modelli formativi Anytime anywhere mobile edutainment learning-pills
85. FAD – e-learning approccio sistemico docenti studenti risorse e mezzi spazi fisici sistema burocratico/ gestionale Programmi scolastici Esigenze Educative Tradizione didattica Contesto culturale, Sociale ed economico materiali didattici processo
86. Ciclo di vita di un corso e-learning Requisiti Progetto Realizzazione Controllo Conduzione corso Specifiche Contesto del corso (esigenze, popolazione) scopi e contenuti di massima approcci e fonti utilizzabili prime ipotesi di soluzione Misure di qualità tecnica, qualità didattica gestionale attraverso simulazioni e prove sul campo preparazione dei materiali (testi, software, ecc.) e del sistema gestione Progetto didattico (divisione in Moduli) Scelta strategie e mezzi. Progetto prove di verifica Struttura contenuti e obiettivi del corso, vincoli (prerequisiti, tempi,..), misure di qualità richieste
87. 1. Definire una outline delle pagine Web su cui si basa o si appoggia il corso, puntando su soluzioni a più livelli di approfondimento o di sviluppo. 2. Rendere esplicite le differenze tra le varie tipologie di materiali prodotti evidenziando almeno: A. I suggerimenti didattici B. I materiali da consultare C. Gli approfondimenti D. Gli esercizi e i compiti da svolgere E. Le regole di interazione Relativamente ai materiali da consultare e agli approfondimenti evidenziare almeno: 1. Le informazioni cruciali (materiali che "devono essere letti") 2. Le informazioni importanti (materiali che "dovrebbero essere letti") 3. Le informazioni "godibili" (materiali che "possono essere letti") Strutturazione contenuti di un corso e-learning
88. Selezione risorse di un corso e-learning Relativamente alla selezione delle risorse aver cura di: 1. Segnalare risorse che possono rappresentare modelli , archetipi o paradigmi . 2. Proporre una selezione di risorse eterogenea e sufficientemente ricca . 3. Selezionare le risorse non solo per rispondere a richieste specifiche ma anche per offrire spunti di riflessione che vadano oltre l'immediato. 4. Individuare risorse che possano diventare occasioni per riflettere sull'uso di Internet come mezzo per condividere esperienze e conoscenze.
89. Messa a fuoco delle problematiche legate all'interazione tra gli attori : - Essere chiari nel definire gli obiettivi - Predisporre una netiquette chiara - Predisporre un'agenda per i tutor - Invitare gli "studenti" a fornire feedback Le interazioni in un corso e-learning: suggerimenti
90. - Stabilire scadenze precise. - Verificare che gli studenti rispettino le consegne intervenendo ad personam per sollecitare lo svolgimento di un compito o la chiusura di una discussione. - Garantire una costante visibilità al processo in modo che gli studenti percepiscano la presenza del tutor o di altri attori come costante nel tempo. Le interazioni in un corso e-learning: suggerimenti
91. 1. Le oggettive difficoltà di familiarizzazione ed impiego tecnologica del corsista. Abbagliati dalla pubblicità e dalla presunzione che un software possa essere un oggetto semplice da usare molti neofiti mettono in mano a corsisti inesperti complessi strumenti per attività cooperative. La fase di familiarizzazione può rivelarsi in questo caso molto più lunga del previsto e si correranno seri rischi di insuccesso. Fattori di rischio da non sottovalutare
92. 2. Le caratteristiche del tutor : si ritiene erroneamente che un bravo tutor in presenza o un soggetto attento ai rapporti umani e capace di muoversi all'interno di gruppi di lavoro tradizionale sia tale anche in rete. Non è necessariamente vero. La specificità della formazione del tutor capace di operare online è uno degli elementi/chiave del successo di un corso. Fattori di rischio da non sottovalutare
93. 3. I fattori infrastrutturali , il mantenimento e il coordinamento del processo. Non si dovrebbe impiegare un software se non è stato sufficientemente sperimentato . Per quanto sia largamente auspicabile la collaborazione tra gli studenti e una relativa libertà organizzativa di ciascuno non si dovrebbe dimenticare che la comunità virtuale di apprendimento va saputa gestire e, se necessario, orientare al rispetto di vincoli e regole. Fattori di rischio da non sottovalutare
94. 4. La qualità complessiva dei contenuti . Non ci si improvvisa "esperti" in qualcosa, né, pur essendolo, si è per questo automaticamente capaci di distribuire contenuti e materiali sugli argomenti di nostra competenza nei nuovi e molteplici formati imposti dalla comunicazione in rete. Fattori di rischio da non sottovalutare
96. LMS: Learning Management System Insieme di funzioni amministrative di una infrastruttura software di e-learning . Consente di gestire le attività di un ambiente di formazione distribuita (preparazione dei corsi e dei curricula, creazione dei cataloghi e dei calendari degli insegnamenti, iscrizione degli studenti, monitoraggio dello studio, misurazione e valutazione dei risultati, certificazione). Sistema che gestisce aule fisiche e virtuali e l’inventario dei materiali didattici. Un buon LMS comprende le funzioni che coinvolgono le diverse figure che possono operare nell’ambiente di formazione distribuita: gli studenti, gli amministratori, i docenti e i tutor. Contiene strumenti di comunicazione sincroni e asincroni. Piattaforme, LMS, CMS, LCMS e Open Source LMS
97. Un LMS permette di: - Erogare formazione a distanza strutturata, solitamente strutturata in un corso (o WBT). Possono essere erogati tramite un LMS anche E-book, filmati, dialoghi, software di tipo didattico, link ad altri siti. - Assegnare i WBT agli utenti o a classi di utenza. - Rilevare delle statistiche di fruizione dei corsi stessi da parte degli studenti ed altri feedback. - Creare i contenuti didattici , o importare contenuti didattici creati esternamente all’LMS. Piattaforme, LMS, CMS, LCMS e Open Source Corsisti Docenti tutor Materiali didattici Dati LMS
98. LMS: Docebo www.docebolms.org versione 2.0 - piattaforma Open Source per l'e-learning nata in italia e ora considerata tra i 5 progetti di LMS Open Source più diffusi al mondo. DoceboLMS include anche funzioni per la gestione della formazione in ambito aziendale, in particolare sistemi per l'autoapprendimento, report sintetici per il management e molto altro, per questi elementi si differenzia da tutte le altre piattaforme Open Source che sono focalizzate solo sulla formazione in ambito Universitario. Sul sito della community, oltre alla manualistica e' a disposizione un corso online gratuito.
99. CMS: Content Management System Un database in cui sono registrati tutti i possibili contenuti utilizzati per l’e-learning: testi,filmati, grafica, pagine HTML, etc.. Piattaforme, LMS, CMS, LCMS e Open Source CMS Dati digitali dai diversi content provvider Contenuti di organizzazioni editoriali Dati da stazioni editoriali interne Creazione di nuovi contenuti Documenti cartacei testi elettronici HTML, XML (documenti categorizzati) Multimedia content Infrastruttura tecnologica Content repository Web Server App Server Personalization Server Contenuti a palinsesto editoriale Contenuti da utenti Contenuti da Profilazione utenti Ricezione dei contenuti da diverse fonti Trattamento dei contenuti Pre-produzione Pubblicazione Add Meta Data Workflow Management Web publishing Manage Web Objects Il sistema dovrebbe gestire anche: Look & Feel, Authoring, Shared Web Repository, processi di approvazione, processi di pubblicazione, definizione ruoli e permessi utenti, aggregazione dimanica pagine Web su rules predefinite
100. I CMS posso essere realmente complicati, e i portali di ultima generazione sono difficili da utilizzare ed economicamente troppo costosi . Mambo è costruito proprio per cambiare questo stato di cose. E' autorizzato sotto licenza GNU/GPL, semplice da installare ed amministrare , e molto affidabile . Mambo non costringe l'utente alla conoscenza di linguaggi di programmazione per la creazione di pagine dinamiche, perché offre tutti gli strumenti necessari per operare in estrema semplicità , mediante l'adozione di un'evoluta interfaccia grafica e di menu altamente intuitivi. Piattaforme, LMS, CMS, LCMS e Open Source CMS: Mambo http://www.mamboserver.com/
101. Motore di ricerca interno per articoli, notizie, link, file dell'area download Editor visuale (simile al Microsoft Word) per la preparazione di contenuti (articoli, notizie, ecc.) Gestione multi-utente dei contributi (articoli, immagini, file) Layout e grafica completamente personalizzabili Media manager browser per la gestione di foto e immagini direttamente dal vostro pc Sistema per la gestione di Sondaggi con risultati in tempo reale Generatore casuale di notizie flash Gestione dei News feed per integrare nel sito news da tutto il mondo Generazione al volo di versioni PDF e stampabili di tutti gli articoli CMS: Caratteristiche di Mambo
102. CMS: Joomla http://www.joomla.org/ http://www.joomla.it/ Piattaforme, LMS, CMS, LCMS e Open Source
103. Piattaforme, LMS, CMS, LCMS e Open Source LCMS: Learning Content Management System Piattaforma software che consente di gestire, su rete intranet o internet, l'intero processo di formazione: il sistema di valutazione delle competenze; il catalogo dei corsi on-line; l'offerta formativa (tradizionale e non); la pianificazione dei curricula formativi; i processi di iscrizione, registrazione e autorizzazione degli allievi; l'erogazione di corsi web based; il tracking dell'utente, ossia la sua "biografia formativa"; il monitoraggio e la valutazione dei risultati della formazione. LCMS
104. Il Learning Content Management System costituisce quindi qualcosa di più e di diverso rispetto a un mezzo per erogare e distribuire corsi on-line: rappresenta un concreto e prezioso supporto per le aziende che vogliono ottimizzare il sistema di gestione delle competenze e dei processi formativi collegati; il LCMS è di fatto uno strumento utile per lo sviluppo delle risorse umane e per la realizzazione di sistemi di formazione continua. Piattaforme, LMS, CMS, LCMS e Open Source Componenti Content management: supporto ad editor per produzione moduli didattici Content delivery: distribuzione e organizzazione moduli didattici Community: supporto all’interazione tra i partecipanti all’azione formativa
107. Moodle è un’alternativa alle soluzioni software commerciali, di tipo proprietario, per la formazione online, ed è distribuito gratuitamente sotto la licenza Open Source. Un’organizzazione ha accesso completo al codice sorgente e può anche apportare modifiche allo stesso. Il progetto modulare di Moodle permette inoltre una facile creazione di corsi e la semplice aggiunta di contenuti e attività formative. L’interfaccia intuitiva di Moodle permette agli Insegnanti di creare facilmente i corsi. Gli Studenti devono solo essere capaci di navigare su Internet per iniziare l’apprendimento. Modular Object-Oriented Dynamic Learning Environment Moodle
111. L'open source e' anche un modo di sviluppare software distribuito. Viste le caratteristiche delle licenze open source, conviene sia agli utenti che agli sviluppatori diffondere modifiche, commenti, codice ecc. In questo modo si sfrutta una vastissima comunita', in grado di segnalare errori, suggerire modifiche e, in generale, migliorare il software La grande modularita' riduce lo sforzo di coordinamento e integrazione tra progetti diversi, e incoraggia l'adozione (o la creazione) di standard realmente interoperabili Caratteristiche principali Open Source
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114. CMC – Comunicazione Mediata da Computer Parte quarta Approcci e tipologie Linguaggio Strumenti per l’interazione Web Forum Chat Newsgroup Mailing List Videoconferenza Weblog Messenger Wiki
118. La CMC non esclude tutte le informazioni relative al contesto, anche se certamente non veicola i normali codici non verbali. Se il contesto della comunicazione enfatizza l'identità sociale ( l'appartenenza ad un gruppo ), Il modello SIDE distingue l'identità personale dell'individuo dalle diverse identità sociali che esso assume in ogni particolare situazione in cui è coinvolto. Tutto dipende dal contesto in cui la comunicazione avviene. le persone tendono ad osservare le norme socialmente riconosciute dal gruppo di riferimento, fino a giungere a comportamenti ipersociali e molto più rigidi (normativamente parlando) rispetto ad una conversazione faccia a faccia. Modello SIDE – Social Identity individuation
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121. Sulla comunicazione analogica si ha un raggio d'intervento limitato in termini di elaborabilità ed è inoltre necessario un certo grado di ridondanza del messaggio, per rimediare ai possibili errori causati da eventuali disturbi durante la trasmissione. Al contrario, i messaggi in formato digitale possono essere compressi e corretti prima di essere ritrasformati in segnali analogici, ma soprattutto consentono di essere modificati. Linguaggio analogico: negli ultimi anni l'evoluzione tecnologica ha dato vita a nuovi strumenti comunicativi ed un importante passaggio è stato quello tra trasmissione dei dati su base analogica a quella digitale. Limitata compatibilità tra i media : tutti i sistemi di comunicazione tradizionale usano uno specifico linguaggio tecnico, scarsamente o per nulla compatibile con gli altri. Di conseguenza, ad esempio, le immagini visibili al cinema non possono essere trasmesse dalla televisione, se non dopo essere state riversate su un nastro. Lo stesso vale per gli altri mezzi di comunicazione, che necessitano di sistemi di traduzione per poter condividere gli stessi dati; Comunicazione tradizionale Vs. CMC
122. Comunicazione tradizionale Vs. CMC Scarsa interattività e asimmetria comunicativa : «Un oggetto informativo (ad esempio un programma) si dice interattivo se può partecipare a un processo di comunicazione modificando in maniera esplicita l'informazione emessa, in corrispondenza delle scelte degli altri partecipanti a tale processo». Monomedialità : i media comunicano utilizzando un codice predominante, quindi la radio ha utilizzato solo il canale sonoro, i libri ed i giornali hanno veicolato informazioni attraverso la scrittura e così via.
123. Mezzi di comunicazione tradizionali = sistemi relativamente passivi l'utente ha un raggio d'azione piuttosto limitato per poter influenzare i contenuti ricevuti. Esempio: Il lettore di un giornale può scegliere gli articoli da leggere, ma entro un numero limitato di possibilità date a priori. Asimmetria comunicativa scarsa interattività che concedono i media tradizionali Nella maggior parte dei casi il ricevente di un messaggio non può intervenire in tempo reale e rispondere alla comunicazione. Soltanto il telefono riesce a riprodurre le condizioni di una comunicazione interattiva, nonostante la mancanza della presenza fisica degli attori coinvolti. Comunicazione tradizionale Vs. CMC
124. Mezzi di comunicazione di massa sono nati allo scopo di informare: l'aspetto dell'interattività stava assolutamente in secondo piano, rispetto alla possibilità di poter mettere al corrente le persone di ciò che stava accadendo dall'altra parte dell'emisfero. Si sa che la soddisfazione di un'esigenza coincide con l'origine di un nuovo bisogno. Oggi non ci si limita ad informare gli utenti. Negli ultimi anni si è assistito allo sviluppo di una comunicazione più integrata , da uno scarso livello d'interattività i media tradizionali sono passati a modelli d'interazione più completa; La nascita del cinema e della televisione, ha fatto muovere i primi passi verso la multimedialità , utilizzando più codici contemporaneamente. Comunicazione tradizionale Vs. CMC
125. Comunicazione in presenza - caratteristiche Comunicazione orale Caratterizzata da una condivisione spazio temporale tra gli attori tutti gli interlocutori devono trovarsi in un determinato posto e in un determinato momento Si annulla nell’istante in cui si produce Uno a molti (lezione in aula) Uno a uno (dialogo) Ridondanze Effetto sui Presenti Codici Paralinguistici e Mimico gestuali
126. Comunicazione a distanza – Modello classico Comunicazione visiva Uno a uno Uno a molti (ampificato dalla tecnologia) Materiale Informativo ricevuto dal soggetto in diverse forme Indipendenza dal luogo e dal tempo di erogazione Sfrutta tutti i sistemi e codici tecnologici della comunicazione mediata dalla multimedialità Organizzazione razionale e progettazione preventiva, priva di ridondanza
127. Caratteristiche della CMC Il Contesto La comunicazione non avviene tra “luoghi”, ma in un ambiente, svincolato da limiti fisici, che si propone esso stesso come “luogo” di comunicazione Si tratta di comunicazione “mediata” in cui i vincoli della relazione sono posti dall’interfaccia del programma in uso e, per quanto si possano simulare situazioni vicine a quelle della comunicazione naturale, siamo sempre in una comunicazione fortemente strutturata Tipologie di interazione Sono possibili tutte le combinazioni (uno-uno, uno-molti, molti-uno, molti-molti), con la possibilità comunità di lavoro, sottogruppi e classi virtuali con modalità flessibili e adattabili di volta in volta
128. Caratteristiche della CMC Dimensione fenomenologica Specificità del linguaggio (a metà strada tra lo scritto e il parlato) Senso di “presenza virtuale” (più forte di quello generato dalla lettera) e, conseguentemente, senso di “indifferenza virtuale” (es. e-mail) Norme sociali, identità e ruoli al centro di un dibattito: l’assenza di segni presenziali attenua le discriminazioni, norme di buon comportamento ( netiquette ) “ Ecologia comunicativa” e possibili effetti di overload processing (con possibile sovrastimolazione relazionale e sovraccarico cognitivo)
129. Caratteristiche della CMC Dimensione semiologica Attualmente la CMC tende a trovare nella comunicazione testuale il suo spazio semiologico prevalente, con integrazioni di tipo multimediale (immagini, suoni), mentre sono meno presenti i segnali prossemici e paralinguistici del cui valore semiologico deve farsi carico il linguaggio. Dimensione pragmatica Forte orientamento a stimolare reazioni, anche di tipo emotivo, con un’attenzione significativa alle dinamiche relazionali (è essenziale che i tutor non generino, anche nel fare correzioni, sensi di frustrazione di cui non avrebbero un feedback immediato) Si generano nuove forme del senso di appartenenza sociale
130. Caratteristiche della CMC Dimensione formativa e didattica Ruolo dinamico nella costruzione della conoscenza da parte degli allievi, con elaborazioni attive e cooperative. Materiale digitalizzato facilmente revisionabile Il contesto è più funzionale a strategie di problematizzazione che di mera trasmissione di informazioni, comunque raccolte in unità interfacciabili in forma reticolare (moduli)
131. Differenze tra le tipologie della comunicazione Valutazione formativa, autovalutazione, importanza delle interazioni e del clima Valutazione formativa (con autocorrezione) Valutazione sommativa, colloquio prova scritta e) Valutazione Problem solving, apprendimento collaborativo, costruzione sociale della conoscenza Interazione uno-uno (tutoraggio) Lezione, lavoro in piccolo gruppo d) Strategie didattiche Personalizzazione Individualizzazione Scarsa attenzione c) Diversificazione dei percorsi Unità organizzabili in percorsi modularizzabili Unità didattica organizzabile in sequenza lineare con altre unità Unità discorsiva, lezione b) Contenuto Parzialmente strutturata. Rimangono spazi per ampliamenti e revisioni Minuziosa e completa Scarsa. La presentazione procede “a soggetto” Tipologia formativa a) Progettazione didattica Presenza in uno o più contesti di apprendimento Coinvolgimento nel percorso di autoapprendimento Presenza fisica ed emozionale nel contesto di apprendimento Tipologia fenomenologica Orientata a sollecitare l’espansione e l’arricchimento del clima sociale Orientata all’introflessione Orientata al mantenimento del clima sociale Tipologia pragmatica Contrazione degli indici simbolici paralinguistici ed extralinguistici. Comunicazione prevalentemente testuale e ipertestuale/ipermediale Comunicazione testuale e multimediale Comunicazione orale, paralinguistica ed extralinguistica Tipologia semiologica Uno-uno e uno-molti, ma anche molti-molti Uno-uno e uno-molti Uno-uno e uno-molti Tipologia comunicativa Dipendente dall’alfabetizzazione informatica Incorporato nel processo di alfabetizzazione Incorporato in acquisizioni culturali di base Accesso tecnico Indipendenza dall’hic et nunc Indipendenza dall’hic et nunc Dipendenza dall’hic et nunc Contesto Comunicazione mediata da computer Comunicazione a distanza Comunicazione in presenza
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133. Cinque caratteristiche che caratterizzano l'interattività di un mezzo (Andrew Lippman) : interrompibile : ognuno degli attori coinvolti deve poter interrompere l'altro quando vuole; degradazione dolce : non deve avvenire una netta interruzione della comunicazione, deve esserci la possibilità di riprenderla o di cambiarla con altri argomenti; visione avanti-limitata : gli attori coinvolti devono avere un obiettivo da perseguire e devono essere consapevoli dei passi da muovere per raggiungere tale scopo; tempo reale : è importante avere un tempo di risposta adeguato per simulare lo scambio tra due esseri umani, risposta che non deve essere ne troppo rapida ne troppo lenta. banca dati infinita : si deve dare l'impressione che il medium non abbia limiti alla sua possibilità d'interazione. Tutte queste caratteristiche sono volte a riprodurre il più possibile una comunicazione naturale. 1 3 2 4 5 CMC e interattività
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135. ( Ted Nelson 1965 ) Genere di testo non organizzato come un documento classico, lineare, da leggere dall'inizio alla fine. Sfruttando le possibilità offerte dai riferimenti incrociati (link), permette di spostarsi rapidamente da una parte all'altra o addirittura di saltare ad un diverso documento. ( anni Novanta ) «ipermedia» (ipertesto multimediale). Dal testo …all’ipertesto…all’ipermedia
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137. comunicazione sincrona comunicazione asincrona La comunicazione sincrona (come la videoconferenza) implica la compresenza temporale dell'emittente e del destinatario del messaggio. Per motivi tecnici non molto diffusa: necessità di utilizzare apparecchi molto più sofisticati (e quindi anche più costosi), per ottenere una buona qualità nella comunicazione. La comunicazione asincrona, (come la posta elettronica) da la possibilità di scegliere il momento in cui partecipare all'interazione, dato che non è necessaria la contemporanea presenza in rete delle persone coinvolte. Il mittente invia un messaggio che il destinatario leggerà nel momento più opportuno. Ha ottenuto un grande successo, proprio perché consente di superare le barriere spazio temporali a costi piuttosto economici. Tipologie di comunicazione in internet
138. Internet Relay Chat : chat = "chiacchierare“ spazio virtuale composto da stanze o canali (solitamente le stanze rappresentano un particolare argomento o una particolare categoria di utenti). Al loro ingresso agli utenti può essere chiesto di scegliere uno pseudonimo ( nickname in inglese), dopo di che può iniziare la conversazione con gli altri membri. Il testo digitato su tastiera compare sugli schermi di tutti i partecipanti, oppure si può scegliere di coinvolgere un singolo utente in una conversazione privata, in questo caso i due interlocutori visualizzeranno una finestra a parte, in cui comparirà il testo del loro dialogo. chat 3D: un'evoluzione. La conversazione avviene in un ambiente tridimensionale in cui i partecipanti sono rappresentati da personaggi (cosiddetti Avatar ) che attraverso il mouse o la tastiera possono muoversi, incontrarsi e interagire con gli altri. I messaggi digitati su tastiera compaiono sotto forma di fumetto sulla testa degli Avatar. CMC Sincrona: chat
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140. ICQ: («I seek you» = «ti cerco») consente di comunicare con utenti remoti. Una volta installato il programma ed inserita la lista dei propri contatti (le e-mail e i nomi delle persone che possiedono lo stesso software), ICQ avverte quando gli altri utenti sono collegati. A quel punto è possibile aprire una finestra a parte ed iniziare la discussione in tempo reale. Ci sono diversi programmi che permettono di effettuare questo tipo di comunicazione, come MSN Messanger di Microsoft e Pow Wow di Tribal Voice ed in generale sono chiamati sistemi di Instant messanging . Attraverso questi software è anche possibile scambiarsi dati ed inviare e-mail CMC Sincrona: ICQ
142. MUD : (Multi User Domain) versione telematica di un famoso gioco di ruolo: Dungeons and Dragons . Gli utenti non si limitano a comunicare tra loro in un ambiente virtuale, ma hanno delle regole e degli scopi ben precisi e devono fare attenzione ai vari ostacoli e pericoli che incontrano nel loro percorso. Una volta assunto un certo ruolo, l'utente si trova a vivere un'avventura in cui è attivamente coinvolto. Può quindi competere con gli altri giocatori o allearsi per portare a termine il loro obiettivo. CMC Sincrona: MUD
143. Videoconferenze : CU-SeeMe e NetMeeting sono i software più usati per effettuare videoconferenze tramite Internet, basta disporre di una WebCam e di un microfono. Compare una finestra sul monitor in cui viene visualizzata la ripresa della WebCam dell'utente con cui si sta effettuando la conversazione. Oltre alla comunicazione audiovisiva, questi software offrono in parallelo una chat testuale, la possibilità di scambiarsi file ed una lavagna elettronica condivisa. Il vantaggio economico è evidente, dato che in Internet è indifferente inviare informazioni di tipo audio, video o testuali. La qualità sia audio che video è legata alla velocità della connessione alla rete non è ancora molto diffusa rispetto alle Chat o ai sistemi di Instant Messagging CMC Sincrona: Videoconferenza
146. Mailing list : consistono nello scambio di informazioni tra un gruppo predefinito di persone che solitamente condividono uno stesso interesse. Possono essere i membri di un'organizzazione commerciale che ricevono periodicamente comunicazioni di aggiornamento, come individui che condividono uno stesso hobby. Una volta iscritti alla lista, queste persone possono entrare in contatto reciprocamente, in modo tale che ogni messaggio spedito sia ricevuto da tutte le altre. Newsgroup : bacheche elettroniche dedicate ad uno specifico argomento. I membri possono accedere e leggere o rispondere ai messaggi pubblicati. A differenza delle Mailing List, i Newsgroup danno la possibilità di leggere solo i messaggi che interessano, selezionandoli dall'elenco. CMC Asincrona: newsgroup
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149. Nella comunicazione sincrona (in chat ad esempio) questa caratteristica è ancora più esasperata. Il testo deve essere digitato molto velocemente per rispondere con prontezza all'interlocutore e questo a spinto la comunità delle chat a creare una sorta di nuovo linguaggio. Le abbreviazioni sono utilizzate tantissimo, come «cmq» e «dgt», (comunque – digitare), le lettere maiuscole sono praticamente inutilizzate. Un altro espediente è l'uso di acronimi, un esempio inglese molto comune è «a/s/l», contrazione di age, sex, location, utilizzata quando si chiede una breve presentazione ad un nuovo interlocutore. Per quanto riguarda gli aspetti non verbali, potendo contare solo sulla forma scritta, è stato creato un modo per riprodurre le espressioni mimiche facciali e di conseguenza gli stati d'animo, con un insieme di simboli topografici: le emoticons o smiley, molto comuni sono « :-) sorriso, :-o stupore, etc.». E' sempre più frequente trovare segni di "contaminazione" dello stile comunicativo della chat negli altri sistemi di comunicazione mediata, così che quello che era il linguaggio esclusivo della comunità delle IRC, sta diventando il linguaggio globale della rete. Il linguaggio della CMC
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151. Strumenti per l’interazione in rete Tipo di software Sincrono/asincrono Funzionalità Mailing list (lista di discussione) Asincrono. Arriva sotto forma di e-mail. *costituita da un gruppo di persone che si scambiano messaggi via e-mail impegnandosi ad una completa visibilità e al rispetto di una serie di regole. *coordina la distribuzione delle e-mail a gruppi di utenti che per accedere al servizio devono registrarsi. *tecnologia comunicativa di tipo push : l’iniziativa della comunicazione non proviene esclusivamente dall’utente ma spesso l’utente riceve passivamente informazioni dai membri della lista.
152. Strumenti per l’interazione Forum (Bulletin Board system o Newsgroup) Asincrono. Gli utenti lasciano messaggi “appendendoli” in bacheca. *basato sulla metafora della bacheca fisica: ciascun utente, utilizzando un apposito form, può depositare messaggi o elaborati che vengono ordinati per argomento ( thread ) in modo che il nesso sia evidente. *molti forum offrono modelli di authoring, funzioni di ricerca, capacità di mailing privato e icone per l’annotazione dei messaggi. *si consulta e si usa attraverso il browser (VS mailing list) e non richiede l’installazione di un client specifico *tecnologia di tipo pull : è l’utente che assume l’iniziativa di verificare la presenza di determinate informazioni sul forum.
153. Strumenti per l’interazione Chat Testo sincrono. Brevi messaggi in rapido movimento. *consente lo scambio rapido di brevi commenti. *nasce come ambiente testuale, ora è spesso sviluppata in 2D e 3D dotati di avatar, in modo da dare ai partecipanti l’impressione della presenza.
154. Strumenti per l’interazione Newsletter Asincrono. Arriva sotto forma di e-mail. * è un messaggio di posta elettronica che viene inviato periodicamente e gratuitamente a coloro che lo abbiano richiesto e che contiene informazioni aggiornate su argomenti di loro interesse. *abbonamento alla newsletter avviene solitamente compilando un modulo di iscrizione (web form) presente sul sito. *per aumentare l'efficacia della newsletter, è importante: · definire un piano editoriale e poi rispettarlo; · definire un layout standard del messaggio da usare ogni volta; · indicare sempre all'abbonato un modo semplice e chiaro per cancellare la sua iscrizione.
155. La newsletter è una mail inviata ad un utente con il suo consenso che porta con se notizie o materiale. La presenza di una newsletter in un sito può essere fondamentale per aiutare l'utente a ritornare nel sito e verificare se siano presenti eventuali aggiornamenti. Una newsletter può avere il "compito" di inviare agli utenti le novità presenti sul sito, materiale riguardante il sito che offre il servizio. A cosa può servire una newsletter ai fini di pubblicizzare un sito web? La risposta è che nelle newsletter che hanno un certo numero di iscritti è possibile scambiare con altri siti degli spot pubblicitari all'interno di esse. Oppure, se le newsletter sono ben fatte è con un elevato numero di visitatori è possibile vendere gli spazi pubblicitari, per poi utilizzare il denaro guadagnato con la newsletter per acquistare delle campagne pubblicitarie su portali etc. e così pubblicizzare il vostro sito. NEWSLETTER: definizione
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157. Gli utenti quando decidono di iscriversi al servizio di newsletter offerto dal vostro sito accettano di ricevere le mail sia in formato testo che in formato HTML . Il formato html permette di inviare delle mail come se fossero delle pagine web , così potendo inserire degli oggetti quali form di iscrizione ad altri servizi, immagini e qualsiasi altra forma di interiezione tra mail-utente. Quindi attraverso l'inserimento di immagini o addirittura di animazioni flash il formato HTML permette di rendere la pagina più bella ed animata, ma attenzione a non rendere la mail molto pesante, sarebbe molto controproducente. Il formato solo testo invece si presenta in maniera molto meno elegante, ma ha il pregio di pesare pochissimo e quindi di essere scaricato in pochissimi secondi, ma poi non permette l'inserimento di oggetti interattivi all'interno della mail. Newsletter
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159. Com'è noto, i navigatori del Web non sono affatto fedeli e chi gestisce un sito sa bene che la cosa più difficile non è trovare nuovi utenti, quanto piuttosto fidelizzare quelli che già si possiede. Sono molti i modi per fidelizzare un navigatore. Uno strumento molto duttile, poco costoso e dal sicuro successo è la newsletter. La newsletter è un efficacissimo strumento per: 1) Fidelizzare gli utenti di un sito 2) Aumentare la base di utenti 3) Generare profitti Newsletter
160. Uno dei motivi che spinge un navigatore a ritornare (magari ad ogni collegamento in Rete) su un sito che si conosce e che si apprezza è il suo costante aggiornamento. Un sito bello, ma aggiornato sporadicamente, non potrà mai ottenere un successo duraturo, soprattutto in un periodo come questo dove non esistono nicchie dorate. Ma come fare per comunicare ai propri utenti che il sito è migliorato, che sono stati aggiunti nuovi servizi etc.? Il modo migliore è pubblicare periodicamente una newsletter del sito. La newsletter di un sito, oltre a essere un potentissimo strumento di fidelizzazione, è un ottimo viatico per raggiungere nuovi utenti in maniera virale, senza spendere una lira in advertising, ma affidandosi fiduciosamente al word of mouth, al passaparola che ancora oggi è una delle vie più efficaci per portare nuovi user a un sito di qualità. Newsletter…considerazioni
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162. 2) Chiarezza: è fondamentale che l'iscritto alla newsletter comprenda subito il suo argomento. Per fare questo è necessario un titolo molto semplice e chiaro (e possibilmente accattivante). Inoltre sarebbe auspicabile grassettare le frasi-chiave della newsletter. In questo modo, anche il lettore più frettoloso può, attraverso una rapida scorsa, comprendere il focus dell'argomento e coglierne l'essenziale. E' infine molto utile dividere la newsletter in paragrafi ben spaziati fra loro. 3) Novità: pochi sono disposti a impiegare del tempo per leggere di cose note e arcinote. La newsletter deve esporre un contenuto nuovo e fresco, soprattutto se riguarda il sito stesso. Suggerimenti per realizzare una Newsletter
163. 4) Periodicità: é sconsigliabile pubblicare una newsletter a frequenza più alta che quella settimanale. Molti consigliano addirittura di spedire le newsletter mensilmente. Forse la cosa migliore è tenersi fra questi due estremi. Nel decidere la periodicità di una newsletter è assolutamente necessario considerare e prevedere il tempo necessario alla sua realizzazione. E' fondamentale poi non tradire la fiducia dei propri iscritti ritardando di giorni la pubblicazione della newsletter; una newsletter elettronica è come una rivista. Chi non sarebbe contrariato ad andare in edicola e accorgersi che la rivista non è ancora uscita e che nemmeno si sa quando sarà pubblicata? Suggerimenti per realizzare una Newsletter
164. 5) Gratuità: lanciare una newsletter a pagamento è una delle cose più difficili da fare. A oggi ci sono, soprattutto negli Usa, molte newsletter a pagamento, ma tutte hanno cominciato gratuitamente. Prima di far pagare per ricevere una newsletter bisogna considerare diversi fattori: il pubblico diverrà molto più esigente e quindi sarà necessario impiegare maggiori risorse per la sua realizzazione. Si è disposti a perdonare le defaillance di un servizio gratuito, ma non quelle di uno a pagamento. Inoltre, bisogna anche preventivare una drastica riduzione degli iscritti alla newsletter. Un'alternativa a questa dicotomia è questa (anche in virtù di quel che abbiamo detto sopra della possibilità di realizzare due versioni della newsletter): pubblicare gratis la versione breve della newsletter e a pagamento quella completa. In questo modo un iscritto avrebbe l'opportunità di pagare per leggere nella loro versione completa solo le newsletter d'interesse. In questo caso si potrebbe parlare di "pay per read". Suggerimenti per realizzare una Newsletter
165. NEWSLETTER AIF http://www.aiflazio.it/newsletter. php Offre un servizio di Newsletter - Mailing List per raggiungere facilmente tutti i soci e tutte le persone interessate alle tematiche della formazione degli adulti (per ricordare loro un appuntamento, presentare un evento, invitarli ad un incontro). Iscrizione gratuita: è sufficiente inviare una email vuota con Oggetto "Iscrizione Newsletter" a [email_address] BOTTEGA DELLA FORMAZIONE http://www.bottegadellaformazione.it/pages/newsletter/newsletter.shtml Sito e newsletter dedicati a chi si occupa di formazione nelle aziende, a formatori e addestratori non abituali e a chi è interessato all’autoformazione [email_address] http://formare. erickson . it / Sito e newsletter dedicati alle tematiche della formazione a distanza in ambito universitario, aziendale, ecc. MANAGERZEN http://www.managerzen.it/Newsletter/news2002-03-28.htm Nasce per offrire un luogo di incontro e di confronto sulle singole esperienze, sulle aspettative, sui tentativi già operati da parte di aziende e di persone. NEWSLETTER PER UNA NUOVA PA http://www.forumpa.it/forumpanet/2001/10/16/newsletter.html Una PA orientata ai risultati e realmente al servizio dei cittadini è l’obiettivo di una comunità di “innovatori” che già esiste su tutto il territorio nazionale Offre una newsletter per costruire una rete di comunicazione utile a quel cambiamento culturale che il Paese si aspetta. Per approfondire..e “copiare”…