2. Caratteristiche dei Longobardi
Sono il “popolo dalle lunghe barbe (o lance)”.
Provengono dalla penisola scandinava (Norvegia,
Svezia, Finlandia) ma si insediano poi in Pannonia
(Ungheria, Germania dell’Est).
Organizzati in fare (tribù), ciascuna comandata da un
duca (capofamiglia). I guerrieri si chiamano arimanni.
3. La migrazione dei Longobardi
Penisola
scandinava
(sud): SVEZIA
La Pannonia
oggi è
l’UNGHERIA.
Re Alboino varca le
Alpi, conquistando
Cividale del Friuli,
Aquileia, Vicenza,
Verona, Milano e
infine PAVIA.
I Longobardi
ridiscendono lungo
il corso del fiume
Elba.
Lo spietato re Alboino, proprio a Verona, offre alla moglie Rosmunda del vino
versato nel teschio di suo padre (che ha fatto uccidere in precedenza),
esclamando: “Su, bevi lietamente in compagnia di tuo padre!”. Rosmunda
decide, assieme al proprio amante, di ucciderlo.
4. Particolare di un piatto d’argento ritrovato a Isola Rizza (VR), e ora conservato al Museo di
Castelvecchio, che ritrae un cavaliere longobardo mentre trafigge il nemico.
(fine V sec. – inizio VI sec.)
5. Sono alti, in media, 1.70 cm (i Romani 1.55).
Hanno un’alimentazione basata su grassi e proteine
animali (carne di maiale, cacciagione, latte, burro…).
Distillano la birra.
Sono abili orafi.
Combattono sia con spade molto lunghe che con spade
corte (scramax). I Romani usavano prevalentemente la
spada corta (gladio).
6. Corredo funerario di un cavaliere longobardo ritrovato a Collegno (Torino)
Spada lunga
Elementi
metallici di due
cinture (la
pelle si è
consumata)
Lancia
Croce
d’oro
Coltelli
Scudo da
parata
(ornamentale)
con manico
Sperone
7. La “chioccia con i pulcini” conservata nel Duomo di Monza
La chioccia
con i sette
pulcini
rappresenta il
rinnovarsi
della vita.
Qualcuno sostiene
che sia la regina
Teodolinda con i
suoi sudditi, altri vi
vedono Cristo e i
suoi fedeli.
8. La loro cultura è, ovviamente, orale.
Le loro leggi ricorrono al sistema della faida (vendetta
privata, “occhio per occhio, dente per dente”).
Praticano anche l’ordalia (consuetudine di sottoporre a
una prova chi è sospettato di reato; solo chi è innocente
può superarla, poiché merita l’aiuto di Dio).
Sono pagani o ariani (eretici cristiani per i quali Gesù e
“meno divino” di Dio).
9. L’emigrazione longobarda
Migrano in 200 000 (guerrieri, donne, vecchi, bambini), condotti
dal re Alboino; passano proprio per Verona.
Gli Italici, stremati da guerre, carestie, peste, non oppongono
resistenza e sono costretti a subire numerose violenze.
Si stanziano in Longobardia (Lombardia), con capitale Pavia.
Conquistano anche, a sud, i ducati di Spoleto e Benevento.
Alcuni fuggiaschi veneti fondano Venezia.
Ai Bizantini resta la Romània (Romagna), cioè cinque città
romagnole + Roma + Sud + Isole.
10.
11. Il Canal Grande da Palazzo Flangini alla Chiesa di San Marcuola (Tintoretto, 1738)
Nei sestieri (quartieri)
poveri la popolazione
vive ammassata: l’igiene
è carente e le epidemie
frequenti.
Le case sono costruite su
molti piani, a causa del
poco spazio. Le
fondamenta affondate
nell’acqua sono insalubri
(non sane).
L’acqua dei canali non è
potabile: si raccoglie quella
piovana in appositi pozzi isolati
con sabbia.
I canali sono vie di trasporto ma
sono anche sudici e infestati dai
topi. L’alta marea porta la
sporcizia fino ai primi piani delle
case
12. Il re Ròtari
Nel 643 emana l’Editto di Rotari, raccolta di leggi
longobarde scritte però… in latino (“omaggio” alla
cultura romana)!
La faida viene sostituita dal guidrigildo (risarcimento in
denaro alla vittima).
13. La donna longobardahttp://www.storiadimilano.it/Personaggi/Ritratti%20femminili/longobarde.htm
La figlia è posta sotto la tutela (mundio) del padre o dei fratelli.
La donne non libera (serva) vale suppergiù come un animale: chi picchia una serva
incinta paga una multa di tre solidi, chi taglia la coda a una cavallo sei.
L’età minima per sposarsi è 12 anni per le femmine, 13 per i maschi.
Prima ci si fidanza, cioè si stipula un accordo a voce alla presenza delle famiglie.
Lo sposo “paga” una somma in denaro (meta) alla famiglia della sposa.
Il matrimonio consiste in un corteo nuziale (gruppo di persone che cammina dietro alla
“festeggiata”) che accompagna la sposa alla sua nuova dimora.
Non si può divorziare.
Il marito che uccide la moglie deve risarcire la famiglia (ma non nel caso in cui sia stata
uccisa perché sorpresa insieme all’amante). La donna che uccide il marito viene uccisa
essa stessa.
Se resta vedova, la donna torna sotto la tutela della famiglia ma può risposarsi.
14. Teodolinda, regina dei Longobardi, sposa Agilulfo, duca di Torino (dettaglio).
1444, Affresco Zavattari, Duomo di Monza