Corso tenuto presso l'Università per la Formazione Permanente degli Adulti GIOVANNA BOSI MARAMOTTI, Ravenna (2012).
Le due facce dell'epoca d'oro dell'arte italiana: il pieno Rinascimento. A fianco delle straordinarie ed esplosive esperienze dei tre grandi geni (Leonardo, Michelangelo e Raffaello) scopriremo quello che la critica chiama “antirinascimento”, ossia una serie di correnti anticlassiche (manieriste, espressioniste, allegoriche e simboliche) che nel panorama culturale del '500 convivono e si intrecciano con le meglio conosciute espressioni del “classicismo” e dell'ordine razionale.
E sorge anche una nuova e inconsueta immagine dell'artista, inteso come personaggio eccentrico e “marginale”, la cui dote creativa è, secondo l'astrologia, ascritta all'influsso di un pianeta capriccioso e caratteriale: Saturno.
Approfondiremo quindi le tematiche del Rinascimento e dell'“antirinascimento”, dei grandi artisti del panorama “ufficiale” e dei meno conosciuti, ma non meno interessanti, artisti “saturnini”, portatori di aspetti eccentrici e trasgressivi del capriccioso, del grottesco, del mostruoso e del deforme che hanno popolato l'immaginazione del Cinquecento.
Saturno contro. All’ombra dei giganti del Rinascimento. 4. Manierismo I
1. Saturno contro.
All’ombra dei giganti del
Rinascimento
Corso di Antichità Medievali
Università per la Formazione Permanente
degli Adulti “Bosi Maramotti”, Ravenna
LEZIONE 4:
MANIERISMO E MANIERISMI
Italia centrale (Toscana e Lazio)
2. Caratteristiche del MANIERISMO
imitazione non più della natura, ma dell’arte
• una costruzione della composizione complessa, molto studiata, fino ad essere artificiosa, talvolta con
distorsioni della prospettiva, talvolta con eccentricità nella disposizione dei soggetti, tipica è la figura
serpentina (da Michelangelo);
• un uso importante della luce, finalizzato a sottolineare espressioni e movimenti, a costo di essere a volte
irrealistico;
• grande varietà e teatralità di sguardi ed espressioni, normalmente legate al soggetto e alla situazione
rappresentata: intense, dolorose, a volte assenti, metafisiche, a volte maestose, soprannaturali;
• grande varietà nelle pose, che come quelle di Buonarroti intendono suggerire movimenti, stati d'animo;
• uso del drappeggio molto variegato, importante e caratteristico, fino a diventare artificioso e innaturale;
• i colori delle vesti, ma talvolta anche degli sfondi, consentono di staccarsi dalle tinte più comuni in natura e
portare l'effetto di tutta l'opera su coloriture più artefatte e insolite.
3. MANIERISMO secondo Giorgio VASARI
L'opera manieristica deve contenere "la varietà di tante bizzarrie, la vaghezza de'
colori, la università de' casamenti, e la lontananza e varietà ne' paesi", poi: "una
invenzione copiosa di tutte le cose" (Giorgio Vasari, Vite)
21. Pontormo
Undicimila Martiri,
1529-1530
Scena del Martirio di San Maurizio e della
legione Tebana che, non volendo
abiurare, furono crocifissi sul Monte Ararat
dall’imperatore Massimiano, III sec. d.C.
Richiamo alla Battaglia di Cascina e al
ritratto di Giuliano de Medici
30. Pontormo
Affreschi nel coro della chiesa di San Lorenzo,
1546-1556
Cristo giudice e creazione di Eva
Giustificazione attraverso la sola fede: l'accostamento di Gesù
risorto (dopo la Passione) alle storie dei Progenitori sottintende una
nuova creazione dell'uomo