1. Stage formativo MODELLI DI WELFARE COME RISPONDERE AI BISOGNI I servizi alla persona e sociosanitari come osservatorio privilegiato delle nuove politiche di Welfare locale
2. Un grazie a … … Lucia Marchetti (Scienze Sociali) Maria Petresi (Scienze Naturali) Daniela Veloccia (Diritto) Mara Migliari (Tutor) Fiorenza Masoch (Tutor)
3. Tutor Interno Lucia Marchetti Tutor Esterni Mara Migliari Fiorenza Masoch Tirocinanti Laura Aguiari Enrico Cazzola Gaia Lambertini Tommaso Zabbari
4. ... IN FONDO LA VECCHIAIA È UNA QUESTIONE DI PROSPETTIVA
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6. Vivere è la cosa più rara del mondo: i più, esistono solamente. Oscar Wilde
10. Ogni società tende a vivere, a sopravvivere; esalta il vigore, la fecondità legati alla giovinezza; teme il logoramento e la sterilità della vecchiaia. Questa situazione è riscontrabile particolarmente nelle società antiche. Al di là delle variazioni di dettaglio, in effetti s'impone un' impressione generale di pessimismo e d'ostilità nei confronti della vecchiaia : risulta evidente che sempre e dappertutto la giovinezza fu preferita alla vecchiaia. Dall'alba della storia i vecchi rimpiangono la loro gioventù e i giovani temono l'arrivo della vecchiaia. Per il pensiero occidentale la vecchiaia è un male, un'infermità, un'età triste che prepara la morte. Quali sono i diversi fattori che entrano in gioco per definire lo statuto sociale del vecchio? La storia della vecchiaia dall’antichità ai giorni nostri
12. La fragilità fisica La condizione dei vecchi sarà peggiore nelle società fondate sulla legge del più forte, come nel mondo merovingio e nel complesso dell'Alto Medioevo. Invece, le società più strutturate, dove lo Stato e la legge hanno una maggiore autorità per far rispettare l'ordine, proteggeranno meglio i deboli dagli assalti fisici dei più forti; sarà il caso che si verificherà a Roma e nelle monarchie assolute del secolo XVI.
13. L'esperienza Saranno più favorevoli ai vecchi le società che riposano sulla tradizione orale e sul costume, come la Grecia e soprattutto il Medioevo. Al contrario sarà loro sfavorevole la progressiva diffusione dello scritto, degli archivi, delle leggi scritte; la loro conoscenza dei costumi diventerà inutile. Il libro a stampa fu un tempo il nemico del vecchio. Sotto questo aspetto gli furono nefasti Roma e il Rinascimento.
14. L'alterazione dei tratti fisici Le società che hanno il culto della bellezza fisica sono portate a deprezzare la vecchiaia; questo si fece sentire in modo particolarmente preciso in Grecia e durante il Rinascimento. Al contrario, le società che hanno un ideale estetico più astratto e più simbolico proveranno meno ripugnanza davanti a un viso rugoso perché scorgono al di là del visibile una bellezza spirituale; è questo il caso soprattutto del Medioevo.
15. L’urbanizzazione della società , avvenuta nel XX ゜ secolo, rilevò i primi segni di disgregamento della famiglia patriarcale. La transizione da una struttura ed una cultura di tipo rurale-artigianale ad un sistema urbano-industriale mette in crisi il tradizionale asse della famiglia, i vecchi schemi parentali entro i quali l'anziano si muoveva, e le espressioni di tipo corale, obbedienti al tipo di comunità chiusa ed autosufficiente del passato. Il vecchio appare fuori gioco. Inoltre, lo sviluppo tecnologico ed il flusso delle nuove conoscenze in perenne rinnovamento tolgono valore all'esperienza accumulata negli anni del lavoro .
16. Le rivoluzioni ideologiche , la nascita del proletariato , l' aumento del numero dei vecchi , la opportunità di mantenere l'ordine sociale, assicurando livelli di sopravvivenza per tutti i cittadini, portano alla definizione dell' istituto del pensionamento e quindi, per la prima volta nella storia, alla istituzionalizzazione della vecchiaia. L'aspettativa di vita, in questa prima parte del secolo, è ancora relativamente bassa, sicché il numero dei pensionati non è di tale entità da creare problemi agli istituti previdenziali, a fronte di un gettito contributivo consistente da parte delle generazioni attive.
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18. È il sistema dei valori che definisce il significato della vecchiaia e svela, senza equivoci, la vera essenza dei principi e dei fini di ciascuna società. È l'ambiente sociale, in definitiva, a creare l'immagine del vecchio, partendo dalle norme e dagli ideali umani dell'epoca. Ogni civiltà ha il suo modello di vecchio e giudica il vecchio riferendosi a questo campione. Più il modello è idealizzato, più la società è esigente e crudele, e finché il procedimento non sarà invertito, il vecchio non sarà integrato veramente al gruppo. Quando le società partiranno dalla realtà, dalla vecchiaia vissuta, invece di partire da un modello astratto , si sarà fatto un gran passo. Per questo bisognerà aspettare l'avvento delle scienze sociali, della psicologia e della medicina geriatrica . Studiare i vecchi e adattare la società ai loro bisogni, piuttosto che l'inverso. Riconoscere che LA PERSONA ANZIANA HA DEI BISOGNI , anche fisici, e PERMETTERE LA SODDISFAZIONE DI QUESTI BISOGNI , piuttosto che decretare che il vecchio è un saggio e volerlo forzare a divenire tale. Percorrendo trasversalmente la storia della vecchiaia è possibile, dunque, affermare che…
20. In Italia sembrano non esserci abbastanza ricerche o cure mediche a disposizione delle persone anziane proprio a causa della loro età. Il problema di questa discriminazione, forse dovuta a una generale indifferenza, crea gravi problemi alla persona anziana e a chi ne spetta la tutela. Sono sempre più le famiglie, infatti, che devono badare ai “propri vecchi” , mentre l’assistenza pubblica si lascia piuttosto desiderare: ma questo si tramuta inevitabilmente in un ritmo di vita troppo frenetico, che spesso i famigliari non riescono a sostenere a lungo. ANZIANI, PAZIENTI PARTICOLARI Ecco allora il sopraggiungere dell’ultimo “fenomeno socio-culturale” delle “ BADANTI ”, che sembrano poter essere la temporanea soluzione a questi problemi, lasciando l’anziano libero di vivere tra le proprie mura di casa.
21. La piena occupazione, fondata sul massimo impiego delle capacità produttive del lavoro, non è più il tratto distintivo delle società moderne. Le persone oggi vengono valutate, infatti, secondo i loro livelli di consumo. E i poveri, come pure gli anziani, cessando così di essere considerati come un potenziale produttivo, sono esclusi in quanto “sottoconsumatori”. COME LO STATO ASSISTENZIALE ITALIANO TUTELA LA VECCHIAIA
22. La popolazione anziana, al di sopra dei 65 anni costituisce il 27 percento della popolazione del nostro Paese. L’attesa di vita si allunga, e sono sempre più numerosi gli anziani che stanno bene, lavorano e/o fanno volontariato. Occorre valorizzare il contributo di questa popolazione attiva al benessere sociale, e nello stesso tempo preparare adeguati strumenti di sostegno per la fascia della QUARTA ETÀ , non più attiva, sempre più numerosa, e spesso, in condizioni di POVERTÀ .
23. I servizi sociali I servizi socio-sanitari Gli attori dell’assistenza Vecchiaia-p.v.psicologico
24. I SERVIZI SOCIALI PER LA PERSONA ANZIANA Per " servizi sociali " si intendono tutte le attività relative alla predisposizione ed erogazione di servizi, gratuiti ed a pagamento, o di prestazioni economiche destinate a rimuovere e superare le situazioni di bisogno e di difficoltà che la persona umana incontra nel corso della sua vita , escluse soltanto quelle assicurate dal sistema previdenziale e sa quello sanitario, nonché quelle assicurate in sede di amministrazione della giustizia. Le singole prestazioni sono definite a livello locale, nell'ambito dei programmi per le politiche sociali. I SERVIZI SOCIALI
25. Le case di riposo Le case albergo I centri sociali anziani Le banche del tempo Le università della terza età I pasti a domicilio L’assenza domiciliare Il servizio di accompagnamento Il segretariato sociale I SERVIZI SOCIALI PIÙ DIFFUSI IN ITALIA INDIETRO
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33. Il servizio di accompagnamento II servizio di accompagnamento e di compagnia (generalmente gratuito) è rivolto alle persone che hanno difficoltà a muoversi autonomamente , per aiutarle a spostarsi nelle città. I SERVIZI SOCIALI
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35. I SERVIZI SOCIO-SANITARI PER LA PERSONA ANZIANA I servizi socio-sanitari sono rivolti a persone che hanno bisogno di aiuto per problemi di salute e per difficoltà di natura sociale . Questi servizi devono dunque essere erogati da più persone che devono avere competenze mediche ed infermieristiche ma anche sociali. I SERVIZI SOCIO-SANITARI
36. I SERVIZI SOCIO-SANITARI PIÙ DIFFUSI IN ITALIA Le comunità alloggio I centri diurni Le residenze sanitarie assistenziali Le residenze sociali assistite Il telesoccorso e il telecontrollo L’assistenza domiciliare integrata Le case protette INDIETRO
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41. II telesoccorso ed il telecontrollo Il telesoccorso è un sistema elettronico , collegato ad un telecomando o ad un campanello oppure ad un telefono particolare, che permette di chiedere aiuto immediato per un'emergenza (malori, cadute, fughe di gas, incendi, eccetera) ad una centrale di assistenza attiva 24 ore su 24. Il telesoccorso è rivolto a tutti gli anziani , ai portatori di handicap o alle persone non autosufficienti, ed è diffuso in molti Comuni italiani. Oltre al telesoccorso, può essere attivo il telecontrollo che, con più telefonate settimanali, prova il buon funzionamento dei dispositivi di teleassistenza e verifica se l'utente ha bisogno di aiuto. COSTO: può essere prevista una compartecipazione alla spesa, secondo il reddito della persona che lo richiede. I SERVIZI SOCIO-SANITARI
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44. GLI ATTORI DELL'ASSISTENZA "Il sistema integrato di interventi e servizi sociali deve realizzarsi con il concorso di una pluralità di attori, istituzionali e non, pubblici e privati...". Sono le premesse del Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001-2003, che mira a promuovere la partecipazione attiva di tutti nella realizzazione dei benessere sociale . Di seguito il ruolo svolto dai principali protagonisti. GLI ATTORI DELL’ASSISTENZA
45. GLI ATTORI DELL’ASSISTENZA IN ITALIA Le organizzazioni e gli enti non profit Le Ipab I Patronati I Comuni Le Regioni Lo Stato INDIETRO
46. Le organizzazioni e gli enti non profit Poiché tutti siamo responsabili nel promuovere il benessere e la solidarietà, tutti siamo chiamati ad essere soggetti attivi e protagonisti nella costruzione della rete di servizi sociali. Per questo la legge prevede e promuove attività socio-assistenziali da parte di associazioni di cittadini , quali le Onlus, le cooperative sociali, le organizzazioni di volontariato, gli enti di promozione sociale e le fondazioni. Questi organismi possono offrire e gestire alcuni servizi, alternativi a quelli degli enti pubblici , rivolti ai cittadini che ne hanno bisogno. Inoltre, rappresentanti di tutte le associazioni concorrono alla programmazione, all'organizzazione e alla gestione del sistema integrato dei servizi sociali insieme con le istituzioni pubbliche . GLI ATTORI DELL’ASSISTENZA
47. Le Ipab Fra gli enti che offrono servizi sociali rivolti principalmente alla gestione di case residenziali e di asili per l'infanzia vi sono le Istituzioni di Pubblica Assistenza e Beneficenza : le Ipab. Le Ipab, più note come Opere Pie, sono nate nel medioevo come istituti per lo più religiosi finalizzati all'assistenza ai poveri : distribuzione di elemosine, di cibo e di vestiti, e gestione di scuole per l'educazione e l'istruzione. Questi enti, divenuti statali alla fine del XIX secolo, sono in via di trasformazione in aziende pubbliche di servizi alla persona, in fondazioni o in associazioni. GLI ATTORI DELL’ASSISTENZA
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51. Lo Stato Lo Stato deve stabilire gli obiettivi generali delle politiche sociali ed i requisiti minimi dell'assistenza sociale, validi per tutto il territorio nazionale. È il Dipartimento delle politiche sociali e della previdenza del ministero del Welfare , d'accordo con gli altri ministeri interessati, primi fra tutti il ministero della Salute ed il ministero dell'Economia, che delinea le linee programmatiche della politica sociale del Governo , che coordina gli interventi sociali e che verifica l'operato delle singole Regioni . Lo stato si fa carico anche della spesa per pensioni, assegni e indennità considerati di natura assistenziale, tra cui le indennità spettanti agli invalidi civili, l'assegno sociale, il reddito minimo di inserimento ed eventuali progetti di settore.
52. “ Vecchiaia” dal punto di vista psicologico ENTRA
53. Viviamo in un mondo in cui i vecchi sono sempre più numerosi. In molte delle nostre città la quota di popolazione che ha più di sessanta anni è maggiore di quella che ne ha meno di diciotto. Ma la figura del vecchio autorevole, saggio e forte è quasi estinta nelle società occidentali avanzate . I vecchi sono tanti, spesso non sono più "produttivi", sono propensi ad ammalarsi ed anche a morire più del resto della popolazione. Ora si tende a considerare i vecchi come un peso, i miti correnti della cultura giovanile si fanno spietatamente beffe dei vecchi, LI DISPREZZANO . Elogio della vecchiaia
54. I vecchi non valgono nulla perché pensiamo che essi non abbiano più nulla d'importante da dirci. Le MEMORIE della famiglia, del paese, della valle non interessano ai giovani. I racconti delle sofferenze patite nella guerra mondiale, sui ghiacci russi o nelle sabbie africane non sono di moda. Le storie della civiltà contadina sono svanite insieme alle fiabe che venivano narrate dai nonni davanti al focolare. L'esperienza personale e collettiva non viene più costruita intorno alla tavola, attraverso i discorsi che accompagnano il cibo, il vino, i gesti. Si sono ridotti gli spazi e i tempi destinati a valutare le situazioni, commentare gli eventi, riflettere sul corso delle cose . In realtà, che cosa possono darci i vecchi? Una mappa per orientarsi nella vita, un posto nella propria comunità.
55. Il ricordo del passato è più un inciampo che un aiuto nella società post-moderna. Dobbiamo guardare a culture differenti, oppure rievocare la nostra in altri momenti della sua storia, se vogliamo trovare il vecchio valorizzato come modello pratico di vita, protagonista della trasmissione culturale . È in questa funzione che il vecchio è importante; egli non è debole, incerto e balbettante, se non forse fisicamente, nel momento in cui il suo organismo cede alla tarda età o alla malattia. Moralmente, il vecchio è forte. È il custode del rituale, dei principi, dei valori della sua CULTURA . Da lui la generazione successiva riceve la tradizione come qualcosa di vivo e di vissuto, con il suo carico di successi e di sofferenze.
56. La cultura fornisce il grande repertorio operativo, fatto di scopi e di azioni reciprocamente riconoscibili, a cui le persone ricorrono per costruire i loro progetti di vita . In ogni cultura esiste una distinzione fondamentale tra correttezza e scorrettezza, tra adeguatezza ed inadeguatezza delle azioni che si eseguono per compiere un determinato atto. Ogni scelta è irripetibile, ma la sua cornice di riferimento è relativamente stabile. È la capacità di distinguere tra ciò che è appropriato e ciò che non lo è che il vecchio capo trasmette al figlio che, anche se adulto, ne ha bisogno . Ogni scelta, anche la più obbediente, rispetta e nello stesso tempo sovverte la tradizione. Il momento della MORTE
57. L’ultima tappa terrena dell’esistenza umana, la morte , è al centro dell’attenzione del vecchio . Ma la morte è rimossa dalla nostra società : i giovani, come regola generale, non muoiono mai, salvo che per inesplicabili accidenti che possono capitare il sabato sera. I vecchi sì che muoiono , ma sempre lontano dallo sguardo dei loro cari. Relegati in un ospedale, in una casa di riposo, in un albergo per ricchi turisti soli, dovunque, purché la loro presenza prima e la loro dipartita poi siano impersonali, inavvertite, indolori . La morte solitaria a cui ci stiamo abituando non solo mortifica la dignità del vecchio, rimuovendolo dalla scena nel momento culminante della sua carriera morale, ma tronca in modo irreparabile la trasmissione culturale.
59. Il maggior mistero della medicina non è la malattia bensì la salute. Ogni giorno il nostro corpo è invaso da miliardi di germi, è sottoposto allo stress della vita moderna e subisce gli "insulti" che noi stessi gli facciamo (fumo, sedentarietà, cattiva alimentazione ecc.): ciò nonostante ci manteniamo sani, almeno entri certi limiti. Questa capacità di sopravvivere del nostro organismo è così singolare che c’è veramente da meravigliarsi che qualcuno riesca ad ammalarsi. Il fatto è che la nostra salute è protetta da una serie ingegnosa di difese disposte in profondità, come linee successive di un esercito trincerato per respingere l’invasore.. Un apporto dalla gerontologia
60. I globuli bianchi del sangue, per esempio, costituiscono una delle nostre difese più curiose ed efficaci: essi sono attratti come da una calamita verso la sede di invasione dei germi; quando la raggiungono "ingoiano" tutte le particelle estranee che vi trovano oppure le distruggono tramite quella specie di siluri chiamati anticorpi.
61. Ma la cosa forse più affascinante, tra tutte le meraviglie della vita, è la capacità dell’organismo di riparare i danni subiti e di continuare a vivere. Siamo tutti portati a considerare questa capacità rigenerativa come una cosa semplice, naturale, e quindi a non darle molta importanza: in realtà, se non ci fosse, anche la più piccola ferita potrebbe portare alla morte. Inoltre, gli organi del nostro corpo possiedono riserve alle quali si può fare ricorso in caso di bisogno. Nella lotta contro la malattia abbiamo dunque una preziosissima alleata: una forza difensiva naturale straordinariamente potente, ingegnosa e silenziosa, che combatte ogni giorno per garantirci la salute. Questa stessa forza naturale tenta ogni giorno di opporsi al fenomeno dell’ INVECCHIAMENTO .
62. Non è possibile stabilire un momento critico a partire dal quale si possa parlare di invecchiamento , in quanto questo inizia dal momento stesso della prima formazione dei tessuti : tranne le cellule nervose, tutte le altre cellule nascono, crescono, invecchiano, muoiono in continuazione e vengono sostituite da sempre nuove cellule durante tutta la vita. Quando i meccanismi di sostituzione non avvengono più con ritmo efficiente allora si parla di senescenza . Con il termine invecchiamento si intende la graduale modificazione cui vanno incontro le strutture dell’organismo con il passare degli anni, modificazione non imputabile a malattie prevedibili o ad altre situazioni morbose suscettibili di aumentare le probabilità di morte; dunque l’invecchiamento riguarda soprattutto la quantità di modificazioni che hanno luogo nel tempo a livello cellulare e tessutale. La senescenza , invece, riguarda la qualità delle modificazioni e la comparsa di quelle deleterie; essa rappresenta la fase più tardiva dell’invecchiamento).
63. Se volessimo dare alla vita un significato teleologico, finalistico, potremmo pensare che l’organismo va incontro alla senescenza, cioè ad un processo di degenerazione, perché ad un certo punto viene a mancare la spinta evolutiva . In altre parole l’organismo , una volta oltrepassata l’età fertile, non essendo più utile ai fini del mantenimento della specie e cioè non essendo più utile ai disegni prestabiliti dal processo evolutivo, sarebbe per così dire lasciato a se stesso, indifeso , e andrebbe in questo modo incontro più o meno rapidamente alla propria eliminazione . Dunque l’evoluzione sembrerebbe avere scelto la strategia dell’usa e getta.
64. Volendo comunque dare una definizione sintetica non in prospettiva evoluzionistica, possiamo dire che l’invecchiamento è un processo biologico, in massima parte geneticamente determinato , caratterizzato da un progressivo decadimento dei meccanismi di difesa verso le normali variazioni dell’ambiente esterno.
65. In particolare, l’attuale attenzione degli studiosi è focalizzata essenzialmente su due teorie dell’invecchiamento , che vedono entrambe come attore principale il DNA Teoria della senescenza programmata Teoria della senescenza non programmata Se NON vuoi vedere gli approfondimenti delle due teorie, clicca sulla freccia per procedere oltre.
66. Teoria della senescenza programmata (detta anche teoria fondamentalista oppure, con termine suggestivo, teoria dell’ orologio biologico ): secondo questa ipotesi l’invecchiamento sarebbe il risultato di un programma genetico predeterminato , che configurerebbe una sequenza ordinata di espressioni genetiche differenti, analogamente al processo di sviluppo. In parole più semplici, secondo questa teoria la senescenza dipenderebbe da una serie di eventi già programmati, almeno in via generale, fin dal momento della nascita . Si può così supporre che un vero e proprio orologio biologico marchi il ciclo vitale della cellula portandola inevitabilmente verso l’inattività e la morte.
67. Teoria della senescenza non programmata (detta anche teoria stocastica ): secondo questa teoria l’invecchiamento sarebbe invece un fenomeno del tutto casuale, dovuto all’accumulo di errori acquisiti nel corso del tempo dalle molecole contenenti l’informazione genetica a causa di stress, infezioni, traumi, fattori dietetici negativi, sollecitazioni varie. Secondo quest’altra ipotesi, dunque, si invecchierebbe soltanto a causa dell’impatto con l’ambiente e non per eventi già "scritti", predeterminati . I deficit dell'invecchiamento sarebbero cioè il risultato dell'accumulo di danni a carico del materiale genetico, danni che ridurrebbero progressivamente la funzionalità delle cellule, fino a causarne la morte.
68. Nonostante il gran numero di teorie diverse, la maggior parte dei ricercatori è comunque d'accordo sul fatto che l'invecchiamento non sia il risultato di un singolo evento o meccanismo, ma di un INSIEME DI PROCESSI che agiscono in modo concertato. Concetto di NORMALITÀ nell’anziano
69. CONCETTO DI NORMALITÀ NELL’ ANZIANO i valori di riferimento che noi dovremmo guardare parlando di invecchiamento dovrebbero essere desunti non dallo studio della popolazione giovane-adulta bensì da popolazione anziana "normale". Ma a questo punto sorge il difficilissimo problema della DEFINIZIONE DELLA PAROLA NORMALE , per cui sarebbe meglio parlare di valori più comuni in una popolazione di una certa età presumibilmente sana . In realtà molti dei criteri diagnostici impiegati in medicina si basano su confronti tra giovani e anziani, anziché su confronti tra anziani sani e anziani malati.
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71. LE MALATTIE DELLA TERZA ET Á LE MALATTIE DELLA TERZA ET Á Malattia di Alzheimer, cardiopatie, depressione, diabete e osteoporosi sono alcune delle patologie che sono più frequenti di altre dopo i 50 o i 60 anni. Gli esperti sottolineano anche quanto sia importante affidarsi alla diagnosi precoce – quando possibile – che si ottiene sottoponendosi a semplici esami, in ospedale o in ambulatorio. Rivolgersi al proprio medico di famiglia è un ottimo modo per avere consigli e suggerimenti mirati, anche sulla prevenzione che spesso si basa su sane abitudini alimentari e un corretto stile di vita. Qui di seguito l’elenco delle malattie più diffuse tra gli anziani.
72. Artrite reumatoide Le malattie respiratorie croniche Cancro del colon retto Scompenso cardiaco Ictus cerebrale Cardiopatie Arteriosclerosi La malattia di Alzheimer Il morbo di Parkinson L’osteoporosi Tumore dell’ovaio e tumore dell’utero Tumore della mammella La depressione senile Tumore della prostata , ipertrofia , prostatite La glicemia e il diabete La pressione alta LE MALATTIE DELLA TERZA ET Á INDIETRO
73. Artrite reumatoide Di origine autoimmunitaria, l’artrite reumatoide è una patologia infiammatoria che colpisce le articolazioni . Le cause sono ancora sconosciute, quindi non è possibile prevenire la sua comparsa anche se è molto importante fare una diagnosi precoce che permette di iniziare tempestivamente le cure che permettono di contrastare in modo efficace la malattia. COME SI SVILUPPA . A causa di un malfunzionamento del sistema immunitario dell’organismo gli anticorpi riconoscono come estranea al corpo la pellicola sinoviale che riveste internamente tutte le articolazioni. Attaccandola, la distruggono lentamente. Con il progredire della malattia vengono distrutte cartilagine e tessuti delle articolazioni, fino alla superficie delle ossa nello stadio più avanzato. Col tempo l’organismo sostituzione i tessuti danneggiati con nuovi tessuti cicatriziali che sono i responsabili delle rigidità e delle deformazioni tipiche di questa malattia. I SINTOMI DELL’ARTRITE REUMATOIDE . Debolezza muscolare e anemia, gonfiore e dolore alla articolazioni, stanchezza, perdita di peso e febbre. La patologia colpisce le articolazioni in modo simmetrico: ad esempio entrambi i polsi, o i gomiti o le ginocchia. LE MALATTIE DELLA TERZA ET Á
74. La bronchite è un'infiammazione dei bronchi, la più frequente malattia delle vie respiratorie. SINTOMI : tosse, difficoltà di respirazione, febbre e dolore al torace. L'enfisema polmonare è una malattia che colpisce gli alveoli dei polmoni, piccole cavità dalle pareti sottili che si trovano, a grappoli, all'estremità delle ramificazioni dei bronchi e sono circondate da vasi capillari. La funzione ridotta degli alveoli non assicura un giusto apporto di ossigeno all'organismo. Tra i SINTOMI dell'enfisema sono mancanza di respiro, tosse cronica e difficoltà di respirazione caratterizzata dalla tipica sensazione di "fame d'aria". L 'asma è una malattia infiammatoria delle vie respiratorie. L'attacco d'asma è caratterizzato dalla difficoltà di passaggio dell'aria nei bronchi, cioè da un'ostruzione bronchiale. I suoi SINTOMI sono difficoltà a respirare e a far fuoriuscire il catarro che si forma nei bronchi infiammati, tosse, respiro sibilante. Le cause dell'asma possono essere varie: sostanze allergiche presenti nell'aria come acari e pollini, ma anche conseguenze di altre infezioni respiratorie. Le malattie respiratorie croniche: bronchite, asma ed enfisema LE MALATTIE DELLA TERZA ET Á
75. Cancro del colon retto Il cancro del colon retto riguarda una delle due porzioni dell’ intestino , il tenue e il crasso . Quest’ultimo si divide a sua volta in due sezioni: colon e retto. Da qui la definizione del tumore colon rettale. I SINTOMI del cancro del colon retto. Presenza di sangue nelle feci; costipazione o diarrea senza motivo; perdita di peso apparentemente senza motivo; dolore all’addome o all’ano; sensazione di non aver svuotato sufficientemente l’intestino dopo aver evacuato le feci; malessere, costipazione, dolore colico e sensazione di pienezza all’addome, sono i sintomi che si hanno quando il carcinoma causa un blocco o un’ostruzione dell’intestino . LE MALATTIE DELLA TERZA ET Á
76. Scompenso cardiaco Lo scompenso cardiaco si ha quando il muscolo cardiaco, il cuore , non riesce più a pompare con la giusta forza il flusso del sangue che deve ossigenare e nutrire a sufficienza i tessuti e gli organi di tutto il corpo. Tra le cause più comuni dell'indebolimento del cuore rientrano l'infarto e la pressione alta, o ipertensione. Primi SINTOMI dello scompenso cardiaco. Difficoltà a respirare; tachicardia; stanchezza muscolare; gonfiore ai piedi e alle gambe. LE MALATTIE DELLA TERZA ET Á
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78. L’ angina è una sofferenza del muscolo cardiaco, una sindrome dolorosa che si verifica quando il flusso del sangue e l’ossigeno che arrivano al cuore sono insufficienti. Di solito è una conseguenza dell’arteriosclerosi, accumulo di grassi sulle pareti interne delle arterie che, per questo, si restringono e impediscono il corretto afflusso di sangue al cuore. SINTOMI . Dolore al petto, aumento frequenza cardiaca e pressione arteriosa. L’ infarto si ha quando una parte del cuore viene danneggiata irrimediabilmente e "muore", a causa dell’arteriosclerosi delle coronarie, l’otturazione delle arterie che forniscono il sangue al muscolo cardiaco. SINTOMI . Dolore intenso e protratto al centro del petto, dietro lo sterno; forte difficoltà a respirare e intensa sudorazione. Cardiopatie: angina pectoris e infarto LE MALATTIE DELLA TERZA ET Á
79. Arteriosclerosi L’alterazione patologica di arterie e vasi sanguigni, l’arteriosclerosi, è una delle cause principali dell’insorgere di malattie cardiovascolari tra cui angina pectoris, ictus e infarto. Si ha quando grassi (lipidi) e colesterolo si depositano sulle pareti interne dei vasi sanguigni e delle arterie facendole degenerare e restringendo il condotto dove passa il flusso del sangue pompato dal cuore. Le conseguenze di questa patologia sono alcuni importanti disturbi circolatori : quando il sangue scorre con fatica nei suoi naturali condotti (i vasi) si possono formare coaguli o trombi, cioè ostruzioni dei vasi sanguigni che portano all’ infarto se sono localizzati a livello del cuore o ictus , se sono a livello cerebrale. L’arteriosclerosi NON DÀ SINTOMI e si sviluppa lentamente nel corso della vita. LE MALATTIE DELLA TERZA ET Á
80. La malattia di Alzheimer La malattia di Alzheimer è una patologia che colpisce la memoria e altre funzioni cognitive , altera le normali attività della persona in seguito a uno stato di confusione, comporta cambiamenti di umore e disorientamento spaziale e temporale. È la più diffusa forma di demenza e colpisce le cellule del sistema nervoso centrale che muoiono progressivamente. È una malattia degenerativa che si sviluppa in varie fasi. La prima è la meno riconoscibile perché i SINTOMI possono essere lievi e passare inosservati alla persona ammalata e a chi gli sta vicino. Inizialmente si manifesta con una lieve diminuzione delle capacità di ricordare, imparare nuovi concetti ed esprimersi. In seguito si manifestano anche alterazioni del carattere e della personalità e difficoltà nei rapporto con il mondo esterno. Col progredire della malattia, i SINTOMI diventano sempre più percettibili, e cominciano a interferire con le attività giornaliere personali e sociali fino a impedire al malato di fare molte cose come camminare e lavarsi da solo costringendolo a dipendere completamente dagli altri: come accade nella fase conclusiva della malattia. L'Alzheimer colpisce sia persone di età inferiore che superiore ai 65 anni. Nel primo caso si parla di demenza presenile, nel secondo caso senile. LE MALATTIE DELLA TERZA ET Á
81. Il morbo di Parkinson Il morbo di Parkinson è una delle malattie neurodegenerative frequenti nelle persone anziane. E’ caratterizzato principalmente da disturbi del movimento muscolare . Le cause del morbo di Parkinson dipendono da una degenerazione delle cellule cerebrali che producono la dopamina, una sostanza chimica importante per un controllo preciso dei movimenti. In chi è colpito dalla malattia, la mancanza di dopamina crea uno squilibrio all’interno dei centri nervosi che controllano i movimenti automatici. Generalmente la malattia interessa le persone over 50, con un picco fra i 59 e i 62 anni, ma esistono casi in cui si manifesta in età più giovane. Il morbo di Parkinson colpisce in eguale misura uomini e donne. I SINTOMI tipici della malattia. Tremore; lentezza dei movimenti; rigidità muscolare del tronco e degli arti; instabilità posturale. LE MALATTIE DELLA TERZA ET Á
82. L’osteoporosi L’osteoporosi è una patologia provocata da una progressiva riduzione di calcio nelle ossa , che causa un indebolimento e una maggiore fragilità dell’osso, con conseguente rischio di fratture sia spontanee sia provocate da cadute o traumi. Colpisce molto più le donne degli uomini. I SINTOMI dell’osteoporosi sono difficilmente riconoscibili; il dolore osseo dovuto all’osteoporosi viene spesso confuso con l’artrosi. Tuttavia, il dolore dell’artrosi si manifesta all’inizio di un movimento, dopo un periodo di immobilità, in particolare al mattino quando ci alziamo dal letto, poi tende a diminuire; mentre il dolore dell’osteoporosi si manifesta e aumenta quando si sta in piedi e in movimento, spesso è localizzato nella parte lombare della colonna vertebrale . LE MALATTIE DELLA TERZA ET Á
83. Tumore dell’ovaio e tumore dell’utero I tumori che colpiscono l’apparato genitale femminile rappresentano dal 10 al 15 % del totale delle neoplasie che interessano le donne . Queste forme tumorali riguardano i tumori dell’ovaio e i tumori dell’utero, più precisamente del collo e del corpo dell’utero. I tumori dell’ovaio sono una delle principali cause di morte per tumori femminili. La fascia di età più a rischio per questo tipo di patologia è quella compresa tra i 50 e i 60 anni. I SINTOMI più comuni di una neoplasia ovarica. Perdite vaginali atipiche; perdita dell’appetito e calo di peso; disturbi della digestione, senso di nausea e distensione addominale; gonfiore progressivo dell’addome; dolore nella regione addominale inferiore. LE MALATTIE DELLA TERZA ET Á
84. Il tumore della mammella è attualmente la forma tumorale più frequente nella donna . In Italia coinvolge circa 30.000 pazienti ogni anno, in particolare donne di età compresa tra i 45 ed i 65 anni. Le ricerche sui carcinomi mammari hanno dimostrato che in alcune donne fattori fisiologici, familiari, ed ambientali, rendono più elevata la possibilità di ammalarsi di cancro al seno. Tumore alla mammella LE MALATTIE DELLA TERZA ET Á
85. La depressione senile La depressione è una malattia caratterizzata da una alterazione del tono dell’umore che si manifesta con malinconia, tristezza, voglia di piangere senza motivi precisi, tendenza ad isolarsi dal resto del mondo, perdita di interesse per le cose abituali come leggere i giornali, guardare la televisione, frequentare gli amici, uscire di casa. La depressione senile è causata solitamente da malattie dovute all’invecchiamento fisico e mentale, oppure a situazioni sociali ed economiche disagiate. I SINTOMI : senso di debolezza al minimo sforzo, mal di testa, palpitazioni, dolori, vertigini, dispnea, difficoltà respiratorie. LE MALATTIE DELLA TERZA ET Á
86. Tumore della prostata, ipertrofia e prostatite La Prostata: una preziosa ghiandola dell’apparato genitale maschile. Posta sotto la vescica urinaria, ha la funzione di produrre, insieme ad altri organi, il liquido seminale in cui sono contenuti gli spermatozoi nell’eiaculazione. Sono comuni, soprattutto in età avanzata, patologie di tipo infiammatorie (la prostatite), o derivate da ingrossamenti della ghiandola (l’ipertrofia), o ancora trasformazioni maligne dei tessuti (tumori e carcinomi). LE MALATTIE DELLA TERZA ET Á
87. La glicemia e il diabete La glicemia è la quantità di glucosio nel sangue, la principale fonte di energia e di nutrimento per l’organismo. La glicemia è regolata da un ormone, l'insulina, prodotta dal pancreas, organo dell'apparato digerente. Se l'insulina non agisce in modo corretto, o non è presente nella giusta quantità, si ha un accumulo di glucosio nel sangue : è questa una condizione di iperglicemia, sintomo principale delle varie forme di diabete . Alcuni SINTOMI determinati dall'iperglicemia: aumento di sete o di fame, frequente necessità di urinare, perdita di peso, sensazione di affaticamento. LE MALATTIE DELLA TERZA ET Á
88. La pressione alta La pressione alta, o ipertensione , è uno dei fattori di rischio più importanti per le persone anziane: a questa è strettamente legata la frequenza di ictus , di deterioramento delle arterie e di varie malattie cardiovascolari , che rappresentano in Italia la prima causa di morte e tra le prime di disabilità. L’ipertensione si riferisce alla pressione che il sangue esercita sulle arterie quando circola nell'organismo , spinto dalla contrazione del cuore. Questa pressione, misurata in millimetri di mercurio (mmHg), è massima durante la contrazione del cuore, la pressione sistolica, e scende al minimo quando il cuore si riempie di sangue, la pressione diastolica. La pressione alta è definita come una pressione massima pari o maggiore di 140 mmHg o una pressione minima pari o maggiore di 90 mmHg. LE MALATTIE DELLA TERZA ET Á
90. L'“AUTUNNO SPLENDENTE” DELLA TERZA ETÀ Oggi che la ricerca ha smesso di badare solo a quello che andiamo perdendo con l'età, per guardare di più a quello che si mantiene o si acquista , l'invecchiamento assume un miglior aspetto. Il livello di capacità e di attività varia da un individuo all'altro a settanta, ottanta, novant'anni esattamente come in gioventù. Si vanno accumulando le prove che le nostre competenze mentali rimangono integre finché lo rimane il nostro stato di salute, purché ci manteniamo attivi mentalmente e fisicamente. Il principio guida è esercitare le funzioni se non vogliamo perderle . La MEMORIA è probabilmente il campo più studiato per quanto riguarda la relazione fra età e abilità mentali.
91. Gli psicologi distinguono tre tipi di memoria La memoria primaria , o immediata, è il tipo di memoria che usiamo per ricordare un numero di telefono dal momento che lo leggiamo sull'elenco a quando lo facciamo sull'apparecchio. La memoria secondaria , quella che entra in gioco nell'apprendimento di liste di parole, diventa meno efficiente con l'età, specialmente se fra la memorizzazione e la rievocazione c'è un intervallo di tempo. Il terzo tipo di memoria , la capacità di conservare a lungo termine il ricordo di cose familiari, normalmente non declina per nulla o quasi con l'invecchiamento. Le persone anziane vi riescono particolarmente bene, purché la rapidità non sia un criterio di riuscita. Di seguito, una strategia “moderna” per tener sempre in allenamento la memoria …
93. I Nonni e il Web Imparare ad utilizzare le tecnologie informatiche, telematiche, demotiche e a convivere con esse all'interno delle case, dei servizi e del territorio urbano significa per la persona anziana poter prolungare i tempi e la qualità delle proprie autonomie . Occorre però dare una direzione a questo processo, partendo dalle condizioni e dall'ottica di chi le utilizza: per quanto riguarda gli anziani, richiede il superamento della barriera di carattere motivazionale verso ciò che è nuovo e sconosciuto ed un approccio facilitato ai codici in modo tale che questi entrino nella pratica quotidiana. In termini di accesso ad Internet gli anziani sono, inoltre, discriminati da una serie di difficoltà tecniche. Garantire l'accesso e la fruizione di quella che è stata chiamata la quarta conoscenza diventa un nodo decisivo anche dal punto di vista della democrazia sostanziale .
94. I nonni amano poco le nuove tecnologie L'anziano ha paura delle tecnologie non sa che farsene, non ne conosce le potenzialità; non sa come utilizzare uno strumento piombato all'improvviso e imposto dalla società in tempi assolutamente fulminei , perché lo strumento stesso non è in grado di venire incontro alle esigenze di chi non ha familiarità con le tecnologie. Si evidenzia qui un paradosso: coloro che realizzano il Web hanno la possibilità di scegliere se vivere la Rete o meno, mentre chi potrebbe trarre i maggiori vantaggi, sempre più spesso si trova costretto ad affrontare mille peripezie per adeguarsi a uno strumento sconosciuto.