7. • IL PERCHE’ DELLA RELAZIONE
• PRESENTARE I RISULTATI CLINICI E STATISTICI
SUL TRATTAMENTO DELLA MIOPIA
ATTRAVERSO UN NUOVO MODO DI
CONCEPIRE L’OPTOMETRIA
• NON PIU’ PER RINCORRERE UN PROBLEMA
CHE PEGGIORA, MA PER RIDIMENZIONARLO
8. • Lo studio che presentiamo è basato sul trattamento
di soggetti miopi o pre-miopi con lenti progressive
per il controllo, l’arresto o la riduzione della miopia.
• Le lenti progressive sono un mezzo che consente di
utilizzare al P.P. un valore diottrico che aiuti il sistema
accomodativo (sistema nervoso autonomo)
nell’impegno prossimo esoterico per assecondare le
richieste ergonomiche dell’ambiente (scuola, lavoro
prossimale).
9. • Un soggetto a cui si chiede di lavorare al PP.
per 5 ore scolastiche e spesso altrettanto a
casa, o è efficiente con le sue abilità visive o se
non è in grado di sostenere il lavoro
prossimale richiesto, ha due alternative
quando si stanca: o lascia il lavoro o si
miopizza (spesso la miopia è preceduta da
fenomeni astenopici, che scompaiono quando
raggiunge un buon adattamento miopico).
10. • Il primo segnale è posturale: avvicina il capo al
libro ad una REVIP molto più corta della sua
distanza di Harmon, segno che il suo sistema
accomodativo sta contraendosi molto di più delle
quote considerate fisiologiche (2,50 D.) perché ha
esaurito queste ultime e per continuare il lavoro il
suo sistema nervoso fa affluire nuova energia
sull’apparato accomodativo (portandolo per es. a
5,00 D. che dà una focale di 20 cm.).
Questo consumo maggiore di energia crea stress
che se ripetuto nel tempo causa un adattamento
miopico che risolve momentaneamente la
condizione di stress del sistema accomodativo.
11. • Quando si agisce compensando la
miopia e facendo utilizzare anche al
PP. la lente per il PR., si annulla
l’adattamento miopico e si scatena
nuova miopia: la lente negativa è
iatrogenetica. Esistono delle
eccezioni ma sono numericamente
molto poche.
12. Il Prof. Armand Bastien (Optometrista comportamentale) in un suo
lavoro intitolato: ”The shaping action of adaptive ergonomic
movement” (L’azione modellante di adattamento al movimento
ergonomico) pubblicato dalla S.O.E., afferma: “L’autore ha
sistematicamente eseguito la retinoscopia su centinaia di
bambini inferiori ai cinque anni, dai lattanti in braccio alla madre
sino ai più giovani ed autonomi esploratori dello spazio. La
regola generale è un riflesso paraemmetropico in direzione
positiva senza un significativo astigmatismo. A quelle età sono
rari i difetti oculari evidenti. Questi giovani corpi ed i loro
sistemi d’azione sono ancora soggetti all’influenza
ortomorfogenica della crescita e dei movimenti bilaterali e
diversificati. Soltanto dopo essere stati sottoposti a prolungate
attitudini distorgenti (blocco posturale) si verificheranno alcune
disarmonie secondarie del sistema d’azione. Disarmonie che,
con il tempo, divengono deformità strutturali; esse possono
essere sia oculari che posturo-scheletali. Tali disarmonie si
verificheranno in risposta alle richieste ergonomiche
dell’ambiente;
13. • ed è questo il caso di molti difetti oculari.
• L’autore è della ferma opinione (in base alle sue ricerche sulla miopia,
in base ai lavori di Harmon ed alle ricerche di Forrest) che molti difetti
oculari siano acquisiti e non innati.”
• Bastien aggiunge ancora: ”Dopo anni di osservazioni cliniche e
migliaia di casi, l’autore rifiuta qualsiasi tesi proponga che la miopia è
soprattutto congenita. L’autore rifiuta anche il concetto che la miopia
possa essere una malattia o conseguente ad un indefinito fenomeno
fisio-patologico oppure un effetto della crescita. Secondo l’autore,
qualsiasi teoria che neghi l’influenza ambientale, o che non colleghi
alle influenze ambientali un fenomeno attivo (in questo caso la miopia)
trascura qualsiasi elementare conoscenza biologica.
• Le osservazioni cliniche e gli innumerevoli casi indicano che tutte le
miopie sino a -8,00 D. sono acquisite. Nel corso della sua professione
l’autore ha visto gente progredire da +1,00 D. a -6,00 D. ed alcuni
anche sino a -8,00 D. In certi casi è stata osservata una combinazione
fra congenito ed acquisito progressivo. Per esempio una condizione di
-6,00 D. in OO rilevata a quattro anni di età evidentemente non
acquisita durante un processo di richiesta prossimo-esoterica) hanno
progredito sino ad un livello di -14,00 D. e -16,00 D. all’età di 14 anni.
Tale condizione non può essere astratta dal grande effetto di riduzione
(effetto smaller-in) delle forti lenti negative e della loro notevole
influenza nella riduzione del REVIP. Per esempio, un paio di lenti di -
10,00 D. portate a 13mm. riducono la dimensione del 16% e
restringono lo spazio sino al 38%.”
14. • J.D. Spooner autore di «Anatomia oculare»:»prima della
nascita l’occhio umano cresce 5000 volte, mentre dopo
la nascita cresce poco più di due volte. In molti libri di
testo l’aumento post natale viene dato come 3,25 volte .
Anche se si concede una tolleranza per la porzione
asferica anteriore prodotta dalla cornea, la proporzione
calcolata è soltanto 2,86 volte (H.E.Wilmer & R.E.
Scammon, 1950). Anche la crescita del cervello ritenuta
presso che parallela a quella degli occhi, produce un
aumento di 3,86 volte mentre il corpo cresce 18 volte
(femmina) 2 19 volte (maschio) (E.H.Watson &
G.H.Lovery, 1954). In ogni caso è evidente che la
crescita dell’occhio è più strettamente collegata al
sistema nervoso che ad altre strutture, aspetto del resto
già evidenziato dagli studi embriologici che indicano una
forte influenza ectodermale.
15. • La miopia è la risposta che l’organismo dà ad una condizione di
stress ripetuto nel tempo: prima c’è una modifica della funzione
visiva e poi della struttura; modifica della funzione rilevabile
con anticipo dall’analisi visiva.
• L’optometria è in condizione di prevenire, fermare o rallentare
un processo miopico.
• Ma quale valore positivo dare al soggetto in difficoltà? E
quando l’analisi visiva non dà valori meno negativi al P.P.?
• Il Prof. Bastien per risolvere questo problema iniziò ad
utilizzare al PP. per allontanare la REVIP, i valori lordi del 14B e
lì dove anche questo dava add. 0, formulò il seguente
intervento:
• Misurare il REVIP (per es. 20 cm.)
• Determinare l’equivalente diottrico del REVIP (100:20=5,00 D.)
• Dividere il risultato per 6 per stabilire il valore della sonda
comportamentale
• Porre la sonda davanti agli occhi e misurare il REVIP
• Se la sonda allunga il REVIP, essa è prescrivibile
indipendentemente dal valore dell’Exoforia.
16. • L.B. Giorgia
• Anni 7 nella prima analisi visiva: il 31/12/2004
• Cefalea a scuola
• Abita a circa 1000 Km. da dove lavoro e non è possibile
seguirla per il VT
• Presentava condizione pre-miopica
• Le fu prescritto multifocale +0,50 OO add.+1,00 che ha
usato solo fino al termine dell’anno scolastico, poi non
l’ha più usato fino alla visita successiva: il 14/4/2006,
dove presentava stessa sintomatologia, perdita
dell’ipermetropia e inizio miopico
17.
18.
19.
20.
21.
22.
23.
24.
25. QUALE VALORE POSITIVO PRESCRIVERE AL P.P.?
I NETTI DEL #14B? E’ EFFICACE?
I LORDI DEL #14B? E’ EFFICACE?
E SE IL #14B è uguale al #7 o al #7A?
E SE SI CAPOVOLGE LA PATTERN DI EQUILIBRIO?
26. • L’Analisi Visiva di Skeffington, letta
secondo il metodo Unicista (o Fisica
Quantistica) permette di comprendere la
condizione energetica del soggetto e
utilizzando la proprietà delle lenti di
modificare l’energia della luce (energia
ondulatoria= E- o forza centrifuga e
corpuscolare= E+ o forza centripeta) dà
la possibilità di equilibrare la condizione
del soggetto e di prescrivere add. anche
quando il #14B non lo permetterebbe.
27. • E’ fondamentale che si utilizzino lenti di
• altissima qualità.
• L’immagine seguente mostra tensioni che
disturbano il sistema nervoso
28.
29. • Vediamo un caso in cui secondo la lettura
dell’Analisi Visiva con il metodo di
Skeffington non sarebbe possibile
prescrivere add. positiva perché il #14B
risulta essere simile al #7A
30.
31.
32.
33. • In questo caso è stato possibile prescrivere add. positiva, utilizzando
il metodo Unicista, che mette in evidenza una appiattimento della
curva (la curva non è più pulsante fra le due forze E+ ed E-)che ha
come significato una forte contrazione energetica. La metodica
Unicista permette ugualmente di prescrivere addizione positiva.
•
• E’ stato prescritto: OD. -1,25-0,25x10 OS. -1,25-0,25x10 add.+1,25
• I casi che seguono mostrano che con il metodo Unicista, le lenti
vengono prescritte non in virtù delle letture strumentali «oggettive» o
del miglio visus, ma per riequilibrare la condizione energetica del
soggetto.
34. • CONDIZIONE ENERGETICA
CONTRATTA= la curva non è più pulsante
fra la forza E+ e E- , è quasi una riga.
• Prevalgono le forze contrattive
• Si deve prescrivere il minore valore
negativo al PR (altrimenti aumenterebbero
le contrazioni con possibili disturbi come
cefalea ecc. e il massimo positivo di
add.+) perché la lente negativa aumenta le
contrazioni.
Rx: OD.-2,25 OS.-2,75 add.+2,25
35.
36.
37.
38.
39. • CONDIZIONE ENERGETICA IPOTONICA
la curva non è più pulsante fra la forza E+
e E-
• Prevalgono le forze centrifughe
• Si può prescrivere maggiore valore –
(negativo, che contrae) per riequilibrare le
forze
40.
41.
42.
43. • L’IRO (Istituto Internazionale Ricerche Optometriche) seguendo il
protocollo che ora vedremo, ha ottenuto risultato positivo sulla
miopia pari al 95% dei casi trattati. Risultato eccezionale
considerando che in tutto il mondo occidentale la miopia in media
aumenta di 0,66 dt. Ogni anno, fino alla fine dell’Università.
• Per risultato positivo si intende:
• 1) regressione della miopia (cioè riduzione del difetto visivo)
• 2) si stabilizza (cioè non si modifica nel corso del tempo o
incremento annuo che non superi -0,12 D)
• 3) crescita (variazione annua oltre lo 0,12 D) circa il 5% (sono casi
considerati per l’Istituto degli insuccessi , in quanto la miopia si
sposta in media di 0,33 D l’anno, con punte massime che comunque
non superano la media della progressione mondiale dei paesi
industrializzati. Da quando la procedura è stata messa a punto,
nessun bambino che sia stato seguito fin dall’inizio nei centri di
ricerca, ha sviluppato un’alta miopia, cioè superiore alle 8 dt.. Sono
sparite le alte miopie che rendono il soggetto invalido.
44. • DIMOSTRAZIONE DELLA TESI
• NON ESISTE NESSUN STUDIO A
LIVELLO MONDIALE CHE SI AVVICINI
AI RISULTATI I.R.O.
• CENTRO I.R.O. STUDIO MC – LT
- STUDIO A.
- STUDIO B
- STUDIO C
45. • RISULTATI
STUDIO A
Numero dei casi studiati: MC: 70 LT: 147
Età soggetti: 6-36
Età media: 16.5
Durata trattamento: da 7m. a 21 anni Media: 3.5 anni
Risultati MC (%) LT (%) Media MC
dt./anno
Media LT
dt./anno
Crescita 4 8 -0.19 -0.24
Stabile 39 59 -0.04 -0.04
Riduzione 57 33 +0.15 +0.15
46. • RISULTATI
STUDIO B
Numero dei casi studiati: MC: 10 LT: 0
Età soggetti: 2-21
Età media: 7.5
Durata trattamento: da 2m. a 20 anni Media: 8.5 anni
Risultati MC (%) LT (%) Media MC
dt./anno
Crescita 0 -- 0
Stabile 0 -- 0
Riduzione 100 -- +0.68
47. • RISULTATI
STUDIO C
Numero dei casi studiati: MC: 22 LT:33
Età soggetti: 7-22
Età media: 11
Durata trattamento: da 10m. a 7 anni Media: 2 anni
Risultati MC (%) LT (%) Media MC
dt./anno
Crescita 100 100 0
Stabile 0 0 0
Riduzione 0 0 +0.68
Risultati MC (%) LT (%) Media MC
dt./anno
Media LT
dt./anno
Crescita 100 100 -0.33 -0.36
Stabile 0 0 0 0
Riduzione 0 0 0 0
48. • Il protocollo consiste in:
• 1) Anamnesi: se usa LAC, modalità, manutenzione e l’ultima
applicazione. Prendere visone di tutte le prescrizioni precedenti per
calcolare la progressione miopica annua e confrontarla con i risultati
ottenuti già nel primo anno con lenti a base energetica.
• 2) Controllo ed eventuale ripristino della deturgescenza corneale
(ripristino della norma funzionale) nel caso usi LAC
• 3) prescrizione degli occhiali a «base energetica»
• 4) scelta della montatura conforme alle necessità tecniche
• 5) adeguata tecnologia per le lenti oftalmiche, coordinate di
centratura ed assemblaggio delle stesse
• 6) Consegna degli occhiali al soggetto in tempi rapidi in caso di
instabilità
• 7) Igiene naturale e statistica
• 8) LAC morbide personalizzate, ottimizzate e regole d’uso
49. • 9) Controllo degli occhiali nei casi più difficili: se l’uso dell’occhiale
sta dando risultati positivi, il lavoro è terminato. Se i dati sono
negativi bisogna acquisire altre informazioni sull’igienismo
(ambiente e alimentazione) ed adottare strategie di trattamento
aggiuntive.
• 10) Trattamento del 5% dei casi dentro la statistica che hanno una
progressione comunque minore dei portatori di «occhiali da vista»
• 11) Trattamento dei casi più difficili, quelli fuori la statistica I.R.O.
50. • Alcuni soggetti non possono essere risolti
solo con il progressivo. Questi casi sono
stati aiutati con sistemi complementari fino
al momento in cui si è potuto usare una
lente che lo aiuti.
• Comunque anche nei casi peggiori la
miopia nella sua crescita si riduce almeno
del 50% con la sola lente.
51. • CAMPIONE
• TUTTI SOGGETTI NON PRESBITI, O
STUDENTI O CON UN LAVORO AL P.P.
• CHE AVESSERO COME MINIMO DUE
ANALISI DISTANZIATE DA ALMENO UN ANNO
52. • LO STUDIO DELLA NORMA DEI
PARAMETRI DELL’A.V. DELL’I.R.O.
• 1) Valutazione secondo Optom.Comporta.
• 2) Studi dell’O.E.P.
• 3) Confrontati con dati italiani di soggetti
esenti da problemi e presi come campione
53. • CARATTERISTICHE DI SOGGETTI
CAMPIONE:
• 1) paraemmetropi
• 2) quelli fra i 50 e 60 a. non sintomi di
presbiopia
• 3) tensione oculare 12 mHg
• 4) versioni oculari normali
• 5) i valori della focalizzazione partono
dagli studi del Dark Focus of
Accomodation che stabiliscono un’Iperme-
tropia Fisiologica di +0,50 al P.R.
54. • #19 (I.R.O.)
• <10 a. 12,00 D. (±1,25) 57÷59 a. 3,25 D. (±0,25)
• 10÷15 a. 11,00 D.(±1,25) 60÷62 a. 2,75 D. (±0,25)
• 16÷20 a. 9,50 D.(±1,00) 63÷65 a. 2,25 D. (±0,25)
• 21÷25 a. 8,50 D.(±1,00) 66÷68 a. 2,00 D. (±0,25)
• 26÷30 a. 7,50 D. (±0,75) 69÷71 a. 1,75 D. (±0,25)
• 31÷35 a. 7,00 D. (±0,75) 72 e oltre 1,50 D. (±0,25)
• 36÷40 a. 6,25 D. (±0,50)
• 41÷43 a. 5,75 D. (±0,50)
• 44÷46 a. 5,25 D. (±0,50)
• 47÷49 a. 4,75 D. (±0,50)
• 50÷52 a. 4,25 D. (±0,50)
• 53÷56 a. 3,75 D. (±0,25)
•
55. • La tabella successiva è la sintesi di studi
fatti nel tempo sul valore dell’Ampiezza
Accomodativa da vari autori.
57. • Le due tabelle Excel che raccolgono i dati provengono da due
aree geografiche diverse: Formia (Lazio) e Macerata (Marche).
La metodica usata è la stessa: Analisi Visiva letta con il metodo
Unicista
• E’ STATA FATTA UNA MEDIA FRA I VALORI DEI DUE OCCHI
PER OTTENERE UN VALORE UNICO (NELLA PRIMA ANALISI)
• CONFRONTATO CON QUELLO DELLA ULTIMA ANALISI
• TERZO VALORE E’ LA DIFFERENZA ± FRA QUESTE DUE
ANALISI CHE DETERMINA LA RIDUZIONE , LA STABILITA’ O LA
CRESCITA ANNUA MIOPICA
• L’IMMAGINE SUCCESSIVA MOSTRA COME IL SISTEMA
INFORMATICO USATO HA PERMESSO DI AIUTARE NELLE
RILEVAZIONI DEI DATI
58.
59. • Sono state controllate le schede dei
soggetti con crescita oltre il -0,12.
• Quelli che non hanno rispettato il
protocollo: non hanno usato lenti
progressive prescritte, o usato lac al PP. o
usate lenti progress. solo saltuariamente,
ecc., sono state spostate nello STUDIO C
60. • CONCLUSIONI
• IL LAVORO OPTOMETRICO E’ IN
CONTINUO CAMBIAMENTO, COME LA
VITA. QUESTO STUDIO APPORTA NUOVA
LINFA VITALE A CHI VUOLE CIMENTARSI
AL FINE DI RIDURRE I PROBLEMI
CONTRASTANDOLI.