2. La dieta da seguire è semplice. Bisogna evitare tutti i cibi raffinati come lo zucchero e i
prodotti che lo contengono, tutte le farine e tutti i cibi raffinati come pasta bianca, riso,
pane bianco.
Il motivo è dovuto al fatto che questi cibi non stimolano correttamente il sistema
omeostatico glicemico, rappresentato soprattutto dalle incretine GIP e GLP1.
La mancata risposta incretinica in primis dà origine all’insulino resistenza, cui si associa
l’ipertensione arteriosa,mentre invece dopo diversi anni di iperinsulinismo compensatorio,
si arriva all’iperglicemia del diabete tipo2,dal momento che diminuisce la produzione di
insulina sufficiente a contrastare quel valore di insulino resistenza.
Utilizzando, perciò, tutti i cibi integrali, quelli che non hanno subìto manipolazioni da parte
dell’uomo, si permette al sistema omeostatico, rappresentato dalle incretine, di funzionare
correttamente.
3. La stimolazione infatti delle cellule “ELLE”
dell’ultimo tratto dell’intestino tenue e della prima
parte del colon, avviene per il tramite della via
vagale, in rapporto alla masticazione dei cibi
introdotti, per contatto diretto invece in rapporto
alla quantità di cibo che arriva in quella sede.
Tutto questo è possibile solo se i cibi sono ricchi
di fibre. il cibo, privo di esse, viene digerito e
assorbito quasi del tutto, impedendo così una
sufficiente stimolazione di questo tratto
intestinale che ,con le sue cellule ELLE, produce la
più potente incretina del sistema, che, inibendo il
rilascio di glucagone, è insulinosensibilizzante,dal
momento che viene ad essere bloccato un ormone
contro insulare, i cui intimi meccanismi biochimici
e fisiologici sono descritti in un altro articolo sul
sito, dal titolo «Guarire dal diabete tipo2».
4. Per questo motivo è consentito l’uso di tutte le verdure e ortaggi sia
crudi che cotti, avendo cura di metterli al primo posto sia a pranzo che
a cena, rispettando così il motto francese: d’abord les crudités (prima i
cibi crudi). Tutto questo perchè, quanto maggiore è il numero di input
provenienti dalla masticazione, maggiore sarà la risposta vagale di
stimolo sulle cellule K e ELLE, importanti queste ultime per essere
quelle produttrici della più potente incretina dell’organismo che è la
GLP1.
Là dove è possibile le verdure e gli ortaggi vanno mangiati crudi dal
momento che una masticazione più intensa stimola una maggiore
produzione di incretine e anche di GLP1.
5. Utilizzare tutti i tipi di legumi, meglio se cotti al vapore, per il fatto che la loro
maggiore consistenza, obbliga a una più intensa e prolungata masticazione,
oltre al fatto che ,la notevole quantità di fibre, solubili e insolubili, fanno tutto
il resto, nel senso che vanno a stimolare correttamente la produzione di
GLP1,dal momento che consentono a una maggiore quantità di cibo di
raggiungere questa seconda stazione intestinale produttrice di incretina che,
giova ripeterlo, è prodotta dalle cellule ELLE dell’ultimo tratto del tenue e
della prima parte del colon.
Ottimi, tra i legumi, anche i lupini gialli, che hanno un basso indice glicemico
e una notevole capacità incretinomimetica per la necessità che si ha di doverli
masticare a lungo, e intensamente.
6. Possibile mangiare tutti i cibi proteici,
come carne, pesce, uova ecc., alimenti che
però stimolano solo la produzione di GIP
da parte del duodeno, contribuendo così
alla liberazione di insulina.
Per quanto riguarda pasta e pane usare
solo quella integrale. Assicurarsi per il
pane che sia assolutamente integrale-
Quello integrale contiene almeno 8-9
grammi di fibre per cento grammi di
prodotto.
Consentiti i semi oleosi-ottimi i semi di zucca, che per essere mangiati
obbligano a una lenta e lunga masticazione, oltre ad essere ricchi di fibre e di
grassi buoni che contribuiscono al rallentamento dello svuotamento gastrico.
Evitare i formaggi, dal momento che, l’eccesso di grassi compete col glucosio
per la formazione dell’acetil coenzima A, riducendo il consumo di glucosio che
è un’altra fonte di produzione di acetil coenzima A.
7. Possibile l’uso dell’olio di oliva che favorisce il rallentamento dello
svuotamento gastrico.
Latte intero e yogurt intero; utilizzare quest’ultimo con le mele disidratate, che
sono ad alto contenuto di fibre ma soprattutto di pectina che è una fibra
solubile che ritarda lo svuotamento gastrico e consente una buona stimolazione
incretinomimetica delle cellule ELLE produttrici di GLP1.
La frutta va mangiata con la buccia (al primo posto le mele).
L’arancia va mangiata senza togliere la parte bianca che si trova
immediatamente sotto la buccia e che è ricca di pectina una fibra solubile,
contenuta peraltro anche nei legumi, che ha il potere di intrappolare parte del
cibo ingerito, ma che ha, anche, la proprietà di assorbire acqua e quindi di
rigonfiarsi. In questo modo si arriva a una buona stimolazione sia delle cellule
K ,che delle cellule ELLE. Per ottenere questo risultato, togliere la buccia
superficialmente in modo da lasciare intatta la parte bianca che invece, quasi
sempre, viene tolta assieme alla buccia. Si ricorda che tra i cibi ricchi di
pectina, che è una fibra solubile, ci sono i carciofi. Non a caso i cuori di carciofi
contengono oltre 4 grammi per cento di fibre e meno di un grammo di
carboidrati e quasi niente grassi. Possibile utilizzarli frullati a mò di patè, in
modo da consumarne una buona quantità.
8. Una dieta così concepita, anche se
normocalorica, consentirà un
dimagrimento sensibile di almeno un
kg a settimana, per l’azione della
leptina che vede ripristinata in questo
modo la sua sensibilità e per l’azione
dell’adiponectina, che, se attivata, fa
bruciare il grasso del tessuto bruno
contribuendo all’aumento anche di un
grado di temperatura, e che, quindi,
va ad accelerare il consumo energetico
delle cellule.
La leptino resistenza, come l’insulino
resistenza, sono in rapporto
all’iperglucagonemia che, come
ormone contro insulare, annulla
l’effetto fisiologico di entrambe. Il
blocco delle cellule alfa per il tramite
delle cellule DELTA, produttrici di
somatostatina, è in rapporto alla
produzione di GLP1.
9. Inoltre, si ristabilisce la normosensibilità all’insulina perchè la maggiore
produzione dell’incretina GLP1 blocca il glucagone che è l’ormone contro
insulare causa di insulino resistenza, oltre al fatto che dopo mesi di
iperstimolazione incretinica riprende lo sviluppo della massa delle betacellule
e si riduce il patrimonio delle cellule alfa produttrici di glucagone, causa inoltre
anche di ipergluconeogenesi e di aumento degli acidi grassi nel diabete tipo2.
In questo modo, ripristinando la
normale omeostasi glicemica e del
peso, il soggetto ritorna alla norma
come peso e vede la guarigione dal
diabete tipo2
In parole povere ,questa dieta, così
concepita, va a simulare l’intervento
di diversione bilio-pancreatica che
consente la guarigione nel 100% dei
casi.
10. Si aggiunga però il vantaggio che ,in questo modo,
si evita l’intervento chirurgico e si evitano gli
inconvenienti della sindrome da
malassorbimento che si viene a determinare
saltando il tratto bilio-pancreatico che è la sede di
digestione e di assorbimento degli alimenti
introdotti.
Una dieta così concepita, può essere associata a
un farmaco incretino mimetico per via orale in
modo da amplificare la normale fisiologica
risposta, GIP e GLP1, indotta da tale
alimentazione.
11. Fino ad oggi, i farmaci incretinomimetici per os,
che sono quelli che bloccano l’enzima
dipeptildipeptidasi 4, non hanno dato risultati
incoraggianti dal momento che essi agivano su
un substrato notevolmente ridotto, mentre
invece, la dieta appena suggerita, stimolando
fisiologicamente la produzione dell’incretina
GLP1,riesce a fornire un substrato molto più
significativo e consentire un’azione
farmacologica più intensa.
Associando a una dieta capace di stimolare il
sistema incretinico un farmaco inibitore delle
dipeptildipeptidasi 4, si assiste a una riduzione
sensibile dei valori glicemici nel giro di pochi
giorni, ma la cosa che più sorprende è la
diminuzione di peso che è davvero significativa.
12. Seguendo questo schema, una mia paziente
con valori inziali di 530 di glicemia, ha visto nel
giro di una settimana una perdita di peso di
oltre 2 kg e la normalizzazione della glicemia.
Lo schema appena presentato, facilmente
adottabile sia dai pazienti con diabete tipo2
che dai soggetti obesi, dovrebbe essere
utilizzato soprattutto dai diabetologi che
vedono una popolazione diabetica ampia e
avere modo così di verificare la possibilità di
guarigione nel giro di alcuni mesi, ottenendo
lo stesso risultato che i chirurghi bariatrici
realizzano con l’intervento di diversione bilio-pancreatica,
in un tempo più breve dal
momento che, viene prodotta una
stimolazione delle cellule ELLE più intensa e
più prolungata per cui questi pazienti
finiscono col mangiare molto di più di un
soggetto normale, proprio a causa del ridotto
assorbimento secondario e, ovviamente, a una
ridotta digestione.
13. Tale intervento infatti, saltando il tratto
bilio-pancreatico, fa arrivare all’ultimo
tratto dell’intestino tenue, dove ci sono le
famose cellule “elle” produttrici di
GLP1,una grande quantità di cibo che ne
determina una iperstimolazione che
consente il blocco della produzione di
glucagone da parte delle cellule alfa, ma
ne consente altresì anche la riduzione
della massa cellulare, così come va a
determinare un incremento della massa
delle betacellule. Si consideri inoltre, fatto
non secondario, che le stesse cellule ELLE,
se non stimolate, riducono il loro
patrimonio, mentre invece lo riacquistano
se continuamente sollecitate.
Per questo motivo nel soggetto diabetico troviamo una riduzione dell’incretina GLP1,
proprio perchè la minore stimolazione nel corso del tempo ne va a diminuire la massa
cellulare che invece riprende a crescere nel momento in cui sono di nuovo stimolate.
Se non fosse così non si spiegherebbe il fatto che un soggetto diabetico ipoproduttore
di GLP1,a breve distanza dall’intervento di diversione bilio-pancreatica, diventa invece
un iperproduttore come peraltro è stato verificato da autori francesi che ne hanno
determinato il dosaggio in soggetti sottoposti a tale intervento chirurgico.
14. Infatti chi è stato sottoposto a tale tipo
d’intervento, non solo guarisce dal diabete, ma
diventa ipersensibile all’insulina portando l’indice
di HOMA a 0,5, là dove siamo soliti osservare nei
soggetti normali un valore di 1 che è sicuramente
espressione del corretto funzionamento del
sistema omeostatico glicemico.
Fermo restando quanto detto fino a questo
momento conviene far presente che il movimento
può ritornare utile dal momento che simula
l’azione dell’insulina, perchè il consumo di
glucosio da parte dei muscoli, sposta per
differenza di concentrazione il glucosio dal
sangue ai muscoli. Un risultato migliore ci sarà se
il movimento avviene dopo aver ingerito
carboidrati, consentendo così un risparmio di
insulina. Per questo motivo si è notato un
miglioramento sensibile della glicemia nei
soggetti che camminano solo 15 minuti dopo
pranzo.
L'indice HOMA è un paramentro che
viene calcolato a partire da glicemia a
digiuno e insulinemia basale e ci
permette di sapere se abbiamo
una INSULINO-RESISTENZA...cioè
se la nostra insulina non funziona più
bene e se quindi siamo a rischio
diabete....questo può avvenire anche
se i singoli paramentri sono nella
norma. I valori normali dell'indice
HOMA sono: Adulti = 0.23 - 2.5
Bambini = 0.23 - 3.6
15. CCAAPPAACCIITTAA’’ IINNCCRREETTIINNOO MMIIMMEETTIICCAA DDEEII CCIIBBII
Dopo quanto detto fino a questo momento è necessario introdurre il concetto di
capacità incretino-mimetica dei cibi.
Ogni cibo, per le sue caratteristiche, ha la capacità di stimolare il sistema
incretinico dell’intestino, formato dalle incretine GIP e GLP1, prodotte dalle
cellule K e dalle cellule Elle, situate queste ultime nell’ultimo tratto dell’intestino
e nella prima parte del colon.
16. Tale sistema è stimolato per il
tramite della via vagale e per il
contatto diretto col cibo, per cui, a
seconda dei casi varia la capacità
incretino mimetica di ogni cibo.
Un esempio ci aiuterà meglio a
capire tale concetto dal momento
che la perdita da parte di tanti cibi,
che vengono utilizzati
normalmente nella dieta
quotidiana, dell’originaria capacità
incretino mimetica, porta
all’instaurarsi di quell’insulino
resistenza che è la premessa nel
tempo per arrivare al diabete tipo2.
Se, ad esempio, due persone mangiano dieci mele della stessa grandezza e dello
stesso peso e quindi con eguale composizione nutrizionale, può capitare che a
seconda di come esse vengano mangiate, si avrà una risposta diversa da parte del
sistema omeostatico incretinico.
17. Il soggetto, infatti, che sbuccia le mele
e le frulla e poi ne ingerisce il
prodotto, non ha lo stesso risultato di
chi non le sbuccia e le mangia, senza
nemmeno l’aiuto del coltello.
Nel primo caso infatti il numero di
stimoli vagali che vengono prodotti
dall’introduzione del frullato è
sicuramente minore di chi invece le
mangia masticandole. Si consideri
inoltre che la quantità di cibo che
arriva all’ultimo tratto del tenue è
sicuramente maggiore in chi ha
mangiato la frutta con la buccia.
In parole povere, ci si rende conto che lo stesso cibo ha prodotto una diversa e
sensibile risposta incretino mimetica, con particolare riguardo all’incretina GLP1 che,
oltre a bloccare il glucagone, interviene sul centro della fame inibendolo oltre a
un’azione antipertensiva sia per l’effetto di vasodilatazione generalizzata che per
quello diuretico.
18. Si capisce che tale
discorso potrà essere
esteso a tutti i cibi
che entrano
nell’alimentazione
quotidiana, dove
siamo soliti
osservare che, molti
di essi, sono stati
modificati in modo
tale da renderli più
adatti a essere
mangiati in grande
quantità.
Da tutto questo si capisce che chi non mangia cibi integrali, cioè non modificati,
corre il rischio di ridurre sensibilmente la capacità incretino-mimetica di cui la
più importante è quella che consente la produzione della GLP1 che, per essere
quella che blocca la produzione di glucagone, ormone controinsulare, è quella che
favorisce il ritorno alla normosensibilizzazione all’insulina.
19. Si consideri inoltre che la
minore produzione di GLP1
col tempo riduce il
patrimonio delle cellule
beta, produttrici di
insulina, e va a
incrementare il patrimonio
delle cellule alfa, col
risultato finale che viene
prodotta meno insulina e
più glucagone.
Per questo motivo l’attuale impostazione dietetica, consigliata dalla maggior parte
dei diabetologi, basata su una dieta ipocalorica e ipoglucidica finisce col dare
scarsi risultati dal momento che diventa una dieta a bassa capacità incretino
mimetica, incapace di ripristinare il normale rapporto tra le cellule beta e le alfa,
premessa questa che, col tempo, porta alla necessità della terapia insulinica che
opera sempre contro una maggiore insulino resistenza.
20. In questa fase i pazienti diabetici,
passando alla terapia insulinica,
aumentano sensibilmente di peso
al punto che sono i primi a
lamentarsi, ottenendo come
risposta che non c’è altra via per
abbassare la glicemia, mentre,
invece, è necessario ripristinare la
normosensibilità all’insulina
attraverso l’incremento
fisiologico dell’incretina GLP1.
Tutto questo è possibile solo
attraverso una dieta ad alta
capacità incretino mimetica.
La risposta a tale dieta potrà essere ulteriormente amplificata con l’aggiunta di un
farmaco incretino-mimetico per os, inibitore delle dipeptidildipeptidasi4,che ha
così la possibilità di agire su un substrato sicuramente maggiore di quello
prodotto da una dieta raffinata che ha una scarsa capacità incretino mimetica.
21. CCOONNCCLLUUSSIIOONNII
Fino a quando non saranno chiari tutti i passaggi prima indicati, si finisce col non
poter sfruttare le potenzialità di tali farmaci che invece in questo modo possono
accelerare sensibilmente il processo di guarigione del diabete tipo2, attraverso sia
la scomparsa dell’insulino-resistenza che avviene attraverso il blocco delle cellule
alfa produttrici di glucagone, che come ormone contro insulare antagonizza
l’azione dell’insulina, sia attraverso il ripristino del rapporto cellule beta —
cellule alfa.
Solo così potremo ottenere la guarigione dal diabete tipo 2 che invece viene
considerata una patologia cronica a vita, a meno che il soggetto non si sottoponga
a intervento di chirurgia bariatrica, tra cui quello di diversione bilio-pancreatica è
quello che dà i migliori risultati quasi al 100%.
Per avere un’idea della dieta da seguire leggere l’articolo: «Programmi alimentari
tipo» sempre sullo stesso sito.