2. Il Giocatore di calcio come unità
individuale
Un giocatore di calcio va interpretato sempre come
un’unità individuale:
Non è un insieme di parti che si possono scomporre,
analizzare, allenare e poi ricomporre; egli è unico.
UNITA’: il giocatore non si può dividere,è inscindibile e va
considerato come un tutt’uno
INDIVIDUALE: ognuno ha il proprio modo di comportarsi,
relazionarsi, muoversi, apprendere, reagire, ecc….
Ma perché allora viene suddiviso e analizzato in modo
settoriale, anzi analitico?
3. Il Giocatore di calcio come unità
individuale
Il giocatore di calcio viene suddiviso in categorie solo per
motivi di comprensione, per programmare, darci un
metodo nell’intervenire e correggere.
Qualsiasi allenatore (educatore) di calcio, deve
comportarsi come essere pensante: è colui che gestisce
le situazioni, è il punto di riferimento di ogni atleta, ecc…
L’allenatore deve sempre avere chiaro in testa
l’obbiettivo e i mezzi per raggiungerlo in considerazione
alle capacità di risposta del singolo o del gruppo.
4. Singolo e squadra – obbiettivi e mezzi
PRIORITA’ OBBIETTIVO
GIOVANI Quando si opera con i Formazione del
giovani l’attenzione è sul calciatore uomo
SINGOLO
ADULTI Quando si opera con gli Prestazione e risultato
adulti l’attenzione è sulla
SQUADRA
5. Allenatore – Istruttore - Educatore
La differenza tra queste figure è fondamentale per
sapere quale ruolo e quali obbiettivi deve avere ognuno
di noi.
Allenatore: prepara il giocatore di calcio a vincere la
partita ( Risultato).
Istruttore: il suo compito è la formazione dell’uomo,
possibilmente giocatore di calcio.
Educatore: il suo compito è la formazione dell’uomo
che pratica sport.
6. Qualità del giocatore di calcio = Unità individuale
PSICOMOTORIE TECNICA TATTICA PERSONALI E SOCIALI E
FISICO (FONDAMENTALI) INDIVIDUALE MENTALI MORALI
-ATLETICHE
capacità motorie di padronanza, senso tattico capacità educazione
base, competenza abilità tecnica individuale intellettuali morale e sportiva
corporea e tecnica comportamento nella gara appartenenza
capacità fisiche tattico di squadra personalità alla squadra
generali e specifiche del giocatore relazione e
aspetti comunicazione
psicologici fra il gruppo
(creatività
-forza di
volontà
-coraggio
-combattività)
7. Le capacità coordinative
Rapporto tra capacità coordinative ed abilità motorie
CAPACITA’ MOTORIE
CAPACITA’ MOTORIE
CAPACITA’
CAPACITA’ SCHEMI MOTORI DI
SCHEMI MOTORI DI CAPACITA’
CAPACITA’
COORDINATIVE
COORDINATIVE BASE
BASE CONDIZIONALI
CONDIZIONALI
Organizzano, regolano • Arti inferiori: Insieme delle caratteristiche
e controllano il camminare, correre, saltare metabolico- funzionali che
movimento. • Arti superiori: afferrare, consentono all’individuo di
Interessano il sistema lanciare, prendere realizzare una qualsiasi
nervoso. • Tronco: ruotare, attività motoria.
strisciare, arrampicarsi (Calligaris,1986)
Quantità-intensità-durata
Rapidità e velocità-forza-
PRESTAZIONE
PRESTAZIONE resistenza
ABILITA’
ABILITA’
8. Le capacità coordinative
Differenziazione: senso del movimento
Equilibrio: mono e bipodalico, statico e dinamico
Orientamento: senso dello spazio
Reazione: senso del tempo
Adattamento e trasformazione: senso del confronto
Combinazione o accoppiamento dei movimenti:
senso tattico
Ritmizzazione
Valutazione spazio temporale
Anticipazione motoria
9. Periodo evolutivo
L’essere umano come ogni altra unità biologica, dalla
nascita fino al raggiungimento della sua struttura
definitiva, è sottoposto ad un processo di mutamenti
caratterizzati da variazioni di quantità e di forma.
Lo spazio di tempo necessario al completo manifestarsi di
questi mutamenti prende il nome di periodo evolutivo.
Fattori che determinano lo sviluppo evolutivo:
A. Fattori relegati alla specie umana
B. Caratteri ereditari
C. Ambiente sociale
10. Periodo evolutivo
INFANZIA
INFANZIA ADOLESCENZA
ADOLESCENZA
(dalla nascita ai 9/10 anni)
(dalla nascita ai 9/10 anni) (dai 10 ai 19 anni)
(dai 10 ai 19 anni)
PRIMA INFANZIA
PRIMA INFANZIA PREPUBERALE
PREPUBERALE
(dalla nascita ai 4 anni) ((dai 10 ai 13 anni)
dai 10 ai 13 anni)
(dalla nascita ai 4 anni)
SECONDA INFANZIA PUBERALE
PUBERALE
SECONDA INFANZIA (dai 13 ai 15 anni)
(dai 4 ai 10 anni) (dai 13 ai 15 anni)
(dai 4 ai 10 anni)
POST PUBERALE
POST PUBERALE
(dai 16 ai 19 anni)
(dai 16 ai 19 anni)
OROLOGIO BIOLOGICO: determina la nostra evoluzione
e involuzione.
Non sempre l’età biologica ( sviluppo auxologico),
corrisponde a quella cronologica.
11. Sviluppo motorio
Ambiente sociale
L’autonomia psicologica e motoria sarà superiore se al
bambino verranno fornite maggiori varietà di esperienze
motorie. Maggiore sarà la risposta adattiva e crescita
della motricità.
Compito dell’istruttore (allenatore)
Aderire allo sviluppo dei suoi allievi offrendo al tempo
opportuno ciò che possono e sono in grado di ricevere
e devono acquisire.
Sollecitare, rispettando i ritmi auxologici di ciascuno,
quei processi di sviluppo delle capacità motorie che
sono in quel momento più sensibili. (né prima, né
dopo).
13. Stadi dello sviluppo coordinativo
1. Grezza del gesto: fase di costruzione
2. Coordinazione fine: fase più evoluta o più raffinata
3. Fase di disponibilità variabile del movimento:
dove il controllo e la gestione del gesto
assumeranno un automatismo più rispondente alle
esigenze sportive specifiche; attuando un metodo e
gioco globale fin dall’inizio, senza aspettare il
consolidamento tecnico (analitico).
14. Processo di apprendimento
Attività complessa che richiede l’analisi e
l’elaborazione di una serie di informazioni sensoriali e
propriocettive, (visivo - verbale).
L’allievo deve strutturare una nuova abilità motoria nelle
sue sequenze e tenere conto delle sequenze dell’azione
che già padroneggia.
Es: correre, poi variazione di corsa, poi correre con
palla…
15. Il carico di allenamento nei giovani
PRINCIPI FONDAMENTALI
Adeguatezza
Progressività
Successione corretta
Proporzionalità
Consolidamento
Consapevolezza
Coerenza
Importante è la varietà delle proposte poiché incidono
in modo positivo sull’apprendimento.
Attenzione ai tempi morti tra un’esercitazione e l’altra.
Multilateralità
16. L’allenamento
Un programma di allenamento deve essere razionale
e perciò deve rispettare alcuni principi sul piano
metodologico-funzionale.
PRINCIPI METODOLOGICI
1. Progressività
2. Alternanza
3. Ripetizione
4. Continuità
5. Individualizzazione
17. Principi di gestione dell’allenatore
nella seduta di allenamento
1. Consapevolezza
2. Partecipazione attiva
3. Metodicità
4. Varietà e molteplicità
5. Semplicità e chiarezza
6. Evidenza
7. Adattamento
18. Tecnica calcistica
L’insieme dei movimenti che il calciatore compie con
la palla o in funzione di questa durante la gara.
TECNICA CALCISTICA
TECNICA CALCISTICA
TECNICA DI BASE
TECNICA DI BASE TECNICA APPLICATA
TECNICA APPLICATA
La qualità del gioco dipende in massima parte dalle
qualità ed abilità tecniche dei calciatori.
La tecnica sopravvive senza la tattica,
la tattica senza la tecnica no.
19. Tecnica di base
Contatto e rapporto uomo palla.
Movimenti o gesti tecnici individuali (di fondamentale
importanza), che dovranno essere eseguiti nel modo
migliore.
1. Calciare 1. 2. Sono i 2 casi in cui si possono
effettuare tiro e passaggio.
2. Colpo di testa
3. Ricezione o stop
4. Guida della palla
5. Contrasto
6. Rimessa laterale 6. 7. sono gli unici 2 casi in cui si
7. Tecnica del portiere possono adoperare le mani.
20. Calciare
È il gesto tecnico base del gioco del calcio e lo
scomponiamo analiticamente. Gli elementi essenziali
per una corretta esecuzione indipendentemente dai
vari modi di calciare la palla sono:
1. Rincorsa (quando c’è) o approccio alla palla
2. Posizione del piede d’appoggio
3. Equilibrio sul piede d’appoggio
4. Escursione ed oscillazione della gamba calciante
5. Posizione del piede calciante
6. Punto d’impatto sulla palla
7. Prosecuzione del movimento di oscillazione della
gamba calciante nella direzione della palla (con
eventuale saltello)
8. Posizione delle braccia
21. Modi di calciare la palla
Sia chiaro che è possibile calciare la palla con tutte le
parti del piede: di punta, di tacco, di pianta …
Ma i modi più usati sono:
1. Interno piede
2. Interno collo
3. Collo pieno
4. Esterno collo
22. Colpo di testa
Si può effettuare con i piedi a contatto col terreno, in volo
o elevazione e in deviazione.
PIEDI A CONTATTO COL IN VOLO O ELEVAZIONE:
TERRENO:
a. In corsa
a. In avanti 1. In avanti
b. Laterale 2. Laterale
c. Indietro a. In tuffo
b. Sul posto
1. In avanti
DEVIAZIONE 2. Laterale
3. Indietro
23. Colpo di testa
Elementi essenziali per una corretta esecuzione
1. Rincorsa
2. Rullata/ caricamento
3. Spinta/stacco
4. Elevazione
5. Sospensione
6. Inarcamento
7. Frustata in avanti
8. Arrivo a terra con prosecuzione o movimento
24. Ricezione o stop
“controllo di palla come ricerca di uno scopo”
Per una buona esecuzione dello stop esistono alcuni
punti importanti da seguire:
1. Esatta valutazione della traiettoria, distanza e velocità
(capacità spazio – temporale).
2. Il calciatore si deve trovare il più vicino possibile alla
linea di arrivo della palla o sul punto di caduta se
avesse una traiettoria aerea (capacità di
orientamento).
3. Il calciatore deve saper decidere il più presto possibile
il tipo di stop che intende effettuare (capacità di
trasformazione). Più basso è il livello di destrezza,
maggiore è la necessità di una scelta preventiva.
4. Il calciatore deve essere in possesso di una buona
sensibilità muscolare (capacità di differenziazione).
25. Ricezione o stop
“controllo di palla come ricerca di uno scopo”
5. Il calciatore deve offrire al pallone in arrivo una
superficie adeguatamente rilassata (meno rilassata
nello stop a seguire).
6. La parte del corpo destinata al contatto con la palla
deve arretrare al momento dell’impatto per smorzare
l’urto. (nello stop a seguire indirizzare la palla con
tocco leggero verso la direzione voluta).
7. È importante la scelta di tempo altrimenti la palla
rischia di sfuggire al controllo.
8. Il calciatore deve essere sempre in perfetto equilibrio
(capacità di equilibrio).
26. Ricezione o stop
A. PALLONI TESI (rasoterra)
B. PALLONI A MEZZA ALTEZZA
C. PALLONI ALTI
VARI MODI DI CONTROLLO
DELLA PALLA:
1. CON LA GAMBA 2. VENTRE O STOMACO
- Interno piede 3. PETTO
- Collo piede
4. TESTA
- Esterno collo
- Suola
- Tallone
- Tibia
- Coscia
27. Ricezione o stop
BLOCCAGGIO RICEVERE
- Pianta del piede (pallone in volo)
- Interno piede - Interno piede
- Esterno piede - Petto
SMORZAMENTO RASOTERRA
(su palla in caduta dall’alto) - Interno piede
- Testa A SEGUIRE
- Coscia - Interno piede
- Punta del piede - Esterno piede
- Petto
- Testa
28. Guida della palla
La guida della palla è quel gesto tecnico che
permette di mantenere il possesso di palla, con una
serie di passaggi a sé stesso, lungo la direzione di
corsa.
MODI PRINCIPALI DI GUIDARE LA PALLA
Con l’interno collo del piede
Con pieno collo del piede
Con l’esterno collo del piede
Un’ottima dote sarebbe possedere un buon controllo di
palla ad alta velocità.
29. Guida della palla
Principi fondamentali
Il pallone deve essere colpito con tocco più o meno
leggero a seconda della situazione, quando si trova
all’altezza del piede d’appoggio.
La velocità non deve mai pregiudicare la sicurezza.
Il busto deve essere sempre inclinato in avanti a
protezione del pallone
Lo sguardo non deve essere rivolto costantemente al
pallone, ma deve seguire sia il pallone che il campo per
una buona visione di gioco (vista periferica).
30. Tecnica applicata e tattica individuale
Insieme di comportamenti che il calciatore compie in ogni
situazione delle 2 fasi di gioco (possesso o non
possesso), affinché la propria prestazione risulti efficace.
FASE DI POSSESSO FASE DI NON POSSESSO
(fase offensiva) (fase difensiva)
SMARCAMENTO PRESA DI POSIZIONE
CONTROLLO E DIFESA MARCAMENTO
DELLA PALLA INTERCETTAMENTO E
PASSAGGIO ANTICIPO
DRIBLING (FINTA) CONTRASTO
TIRO IN PORTA DIFESA DELLA PORTA
31. Principi generali della tattica nel gioco di
squadra
Predisposizione razionale ed equilibrata di tutti i giocatori atti
a svolgere azioni offensive e difensive affinché non ci siano
scompensi tra i diversi reparti al fine di ottenere un risultato
positivo (vittoria).
SCAGLIONAMENTO
FASE DI POSSESSO FASE DI NON POSSESSO
(fase offensiva) (fase difensiva)
VERTICALIZZAZIONE AZIONE DI RITARDO
AMPIEZZA FRONTE CONCENTRAZIONE IN ZONA
D’ATTACCO PALLA
MOBILITA’ EQUILIBRIO DIFENSIVO
IMPREVEDIBILITA’ CONTROLLO E CAUTELA
DIFENSIVA
32. Contrasto
Il contrasto è il gesto tecnico che permette al
difendente di conquistare o allontanare il pallone in
possesso all’avversario con l’obbiettivo di fermare
la sua azione.
Il contrasto non è facile da insegnare e difficile da
apprendere nei bambini: (paura) timore nell’impatto
e caduta.
33. Contrasto
CONTRASTO
CONTRASTO
Fondamentale Tecnica applicata
tecnica di base in fase difensiva
DIRETTO
DIRETTO INDIRETTO
INDIRETTO
(su giocatore con palla)
(su giocatore con palla) (su giocatore senza palla)
(su giocatore senza palla)
Contatto con Movimento anticipato di
l’avversario per la presa di posizione.
riconquista della palla
Obbiettivo: tentare di
mettere in zona
d’ombra l’avversario,
FRONTALE – LATERALE - SCIVOLATO impedire che riceva
palla.
34. Contrasto diretto
- Tempo dell’intervento rapido e deciso
- Piegamento e buon appoggio sulle gambe
- Forza del piede che effettua il contrasto, rivolta al
centro della palla
- Coraggio e concentrazione
- Determinazione
- Entrare e uscire dal tackle rapidamente
- No contrasto quando non si è sicuri!
- Il calciatore deve intervenire quando l’avversario a
poco spazio di manovra
35. Contrasto diretto
CONTRASTO
DIRETTO
FRONTALE LATERALE SCIVOLATO
Interno piede o collo Di fianco all’avversario Rischioso – emergenza –
del piede (più potente) con palla. coraggio – doti acrobatiche.
Piede portante vicino Gamba esterna – interno o
all’avversario, gamba collo piede
esterna entra in
Gamba interna – esterno o
contrasto.
collo piede (punte – pianta)
Interno o collo piede
36. Sistema di gioco
Un sistema di gioco rappresenta e spiega la dislocazione di
base attraverso i compiti e le funzioni dei giocatori in campo.
È un concetto dinamico, non statico.
Esso esprime il modo di gioco che si realizza
- sia per mezzo della posizione e dei movimenti preferenziali
dei calciatori, nelle due fasi di gioco;
- sia per mezzo degli sviluppi tattici adottati.
37. Caratteristiche e principi
di un sistema di gioco
A. EQUILIBRATO Rapidità, adeguamento tra possesso
e non possesso;
B. ELASTICO Adattarsi (senza squilibri),
modificarsi a seconda del comportamento
dell’avversario. 1. Si può mantenere lo stesso
sistema 2. Cambio
sistema e qualche giocatore in campo;
C. RAZIONALE Deve essere formulato in base alle
caratteristiche fisico – tecnico – tattiche – di
personalità dei calciatori a disposizione.
38. Terminologia
• Un sistema: è una costruzione ragionata, una chiara e
logica distribuzione delle forze, quindi una
predisposta suddivisione dei compiti dei
singoli giocatori nell’interesse dell’intera
squadra.
• Lo stile: un modo personale e particolare di
comportarsi; quindi il tipo di gioco di una squadra che viene
modellata in base alle capacità tecnico – tattiche, alle
potenzialità fisiche ed al comportamento morale dei
giocatori.