Lezione al Polo Universitario Sistemi Logistici di Livorno
Master Universitario di 2° Livello: Soluzioni Innovative nell’Ingegneria Edile.
Soluzioni strutturali integrate: Adeguamento sismico.
Francesco Petrini
Pisa, 7 marzo 2014
Adeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco Petrini
1. School of Civil and Industrial Engineering
Sapienza University of Rome
Via Eudossiana 18
00184 Rome (ITALY)
Polo Universitario Sistemi Logistici di Livorno
Master Universitario di 2° Livello: Soluzioni Innovative nell’Ingegneria Edile
Soluzioni strutturali integrate:
Adeguamento sismico. Con particolare riguardo
all’utilizzo di acciaio o FRP
Pisa, 7 marzo 2014
Francesco Petrini
Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica,
Sapienza Università di Roma.
StroNGER S.r.l., Co-founder and Director
Via Giacomo Peroni 442-444, Tecnopolo Tiburtino, 00131 Roma.
1
2. SOMMARIO
• Richiami di progettazione sismica e Performance-Based Earthquake
Engineering (PBEE)
o Importanza del comportamento dissipativo
o Il caso delle strutture controventate in acciaio
o Una visione più ampia tramite il PBEE
• Adeguamento sismico
o Elementi normativi
o Concetti generali
o Interventi su strutture in cemento armato
o Metodo di analisi e verifica dell’adeguamento
o Interventi su strutture in muratura
• Caso applicativo
o Adeguamento sismico di un edificio storico in mutatura
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
2
3. StroNGER for Horizon 2020
3/61
3/45
3/61
1) Richiami di progettazione sismica
e Performance-Based Earthquake
Engineering (PBEE)
4. PROGETTAZIONE SISMICA - BASI
Comportamento
dissipativo
TRADIZIONALE
(Stati limite)
FILOSOFIE
DI PROGETTO
INNOVATIVA
(Performance
Based Design)
Comportamento
non dissipativo
Comportamento
dissipativo
Comportamento
non dissipativo
A differenza dei metodi tradizionali di progettazione, nella progettazione prestazionale (PerformanceBased Design – PBD), ci si basa come regola generale, solo sul soddisfacimento di criteri generali di
prestazione. Il progettista ha totale libertà nel selezionare il sistema strutturale più adeguato, affinché
per specificati livelli di intensità del sisma il danno possa essere contenuto entro limiti prefissati
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
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5. StroNGER for Horizon 2020
5/61
5/45
5/61
IMPORTANZA DEL
COMPORTAMENTO DISSIPATIVO
NEL METODO TRADIZIONALE
6. PROGETTAZIONE SISMICA – BASI
Il comportamento dissipativo
Per struttura con comportamento dissipativo si intende una struttura concepita in
maniera tale da avere elementi strutturali o parti di elementi strutturali in grado di
dissipare parte dell’energia sismica mediante cicli di deformazione inelastica.
Sotto l’azione del sisma vi saranno dunque elementi progettati per fornire un
comportamento plastico ed altri progettati per un comportamento di tipo elastico.
Costruzioni d’acciaio per le NTC2008
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7. PROGETTAZIONE SISMICA – BASI- abbattimento della energia
Il comportamento dissipativo
Per struttura con comportamento dissipativo si intende una struttura concepita in
maniera tale da avere elementi strutturali o parti di elementi strutturali in grado di
dissipare parte dell’energia sismica mediante cicli di deformazione inelastica.
Sotto l’azione del sisma vi saranno dunque elementi progettati per fornire un
comportamento plastico ed altri progettati per un comportamento di tipo elastico.
0.350
0.300
Abbattimento dell’energia
“sentita” dalla struttura
0.250
Nella progettazione classica la
dissipazione avviene per plasticizzazione
di zone (elementi) dedicate della struttura.
Siccome tale dissipazione avviene per
isteresi, le parti dissipative devono avere
una opportuna duttilità
Se [g]
0.200
0.150
0.100
0.050
0.000
0.000
0.500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
3.500
4.000
4.500
Periodo T [s]
SLV
SLD
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7
8. PROGETTAZIONE SISMICA – CASO DELLE STRUTTURE IN ACCIAIO –
requisiti per il conseguimento della duttilità
A livello di sistema
Si deve progettare il sistema strutturale in modo da permettere, prima
del collasso, la plasticizzazione de «la maggior parte possibile» di
struttura. Esempi: a) strutture a telaio prima della plasticizzazione
delle colonne si devono plasticizzare tutte le travi; b) strutture con
controventi
prima della plasticizz. Delle colonne si devono
plasticizzare tutte le travi e tutti i controventi
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
8
9. PROGETTAZIONE SISMICA – CASO DELLE STRUTTURE IN ACCIAIO –
requisiti per il conseguimento della duttilità
A livello di sistema
Questo richiede che
A livello di elementi
strutturali
Si deve progettare il sistema strutturale in modo da permettere, prima
del collasso, la plasticizzazione de «la maggior parte possibile» di
struttura. Esempi: a) strutture a telaio prima della plasticizzazione
delle colonne si devono plasticizzare tutte le travi; b) strutture con
controventi
prima della plasticizz. Delle colonne si devono
plasticizzare tutte le travi e tutti i controventi
Gli elementi strutturali si dividono in «dissipativi» e «non dissipativi»
(es. travi dissip. e colonne non dissip. Nelle strutture a telaio). Gli
elementi dissipativi devono possedere adeguata duttilità. Esempio:
nelle strutture a telaio le travi devono possedere adeguata capacità di
rotazione plastica (alta curvatura ultima) e le connessioni devono avere
una resistenza elastica maggiore della resistenza plastica delle travi
connesse.
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
9
10. PROGETTAZIONE SISMICA – CASO DELLE STRUTTURE IN ACCIAIO –
requisiti per il conseguimento della duttilità
A livello di sistema
Questo richiede che
A livello di elementi
strutturali
Questo richiede che
A livello di materiale
strutturali
Si deve progettare il sistema strutturale in modo da permettere, prima
del collasso, la plasticizzazione de «la maggior parte possibile» di
struttura. Esempi: a) strutture a telaio prima della plasticizzazione
delle colonne si devono plasticizzare tutte le travi; b) strutture con
controventi
prima della plasticizz. Delle colonne si devono
plasticizzare tutte le travi e tutti i controventi
Gli elementi strutturali si dividono in «dissipativi» e «non dissipativi»
(es. travi dissip. e colonne non dissip. Nelle strutture a telaio). Gli
elementi dissipativi devono possedere adeguata duttilità. Esempio:
nelle strutture a telaio le travi devono possedere adeguata capacità di
rotazione plastica (alta curvatura ultima) e le connessioni devono avere
una resistenza elastica maggiore della resistenza plastica delle travi
connesse.
Il materiale deve avere una alta duttilità εu >> εy.
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11. PROGETTAZIONE SISMICA – IMPORTANZA DELLA DISSIPAZIONE E
CAPACITY DESIGN NELLA PROGETTAZIONE TRADIZIONALE
Capacity design o Gerarchia delle Resistenze a livello di sistema
In condizioni limite, quale tipologia di
collasso globale è auspicabile?
Gli elementi, o parte di essi, destinati
alla dissipazione devono essere
scelti e progettati in modo da favorire
una particolare tipologia di collasso
globale
Gli elementi, o parte di essi, non
destinati alla dissipazione devono
essere progettati in modo da fornire
un’adeguata sovraresistenza
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12. PROGETTAZIONE SISMICA – IMPORTANZA DELLA DISSIPAZIONE E
CAPACITY DESIGN NELLA PROGETTAZIONE TRADIZIONALE
Principi base sulla Gerarchia delle Resistenze a livello di sistema (II)
Il coefficiente di sicurezza a, che può essere usato per aumentare la resistenza
dell’elemento fragile (caso A) o per ridurre la resistenza dell’elemento duttile (caso
B), è introdotto per tener in conto le incertezze sulle resistenze degli elementi.
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13. PROGETTAZIONE SISMICA – CASO DELLE STRUTTURE IN ACCIAIO –
requisito di materiale (micro-scala) per ottenimento della duttilità
DM2008. Il materiale acciaio – Prescrizioni addizionali per le zone
dissipative
݂ݑ
≥ 1.20
݂ݕ
ߝ%02 ≥ ݑ
La resistenza del materiale, per le zone dissipative, deve
essere amplificata con un coefficiente di sovraresistenza
gov , dato dal rapporto tra il valore di resistenza medio fym e
quello caratteristico fyk al fine di considerare l’aleatorietà di fy
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14. PROGETTAZIONE SISMICA – IMPORTANZA DELLA DISSIPAZIONE E
CAPACITY DESIGN NELLA PROGETTAZIONE TRADIZIONALE
Capacity design non applicato nelle strutture
in C.A.: piano soffice
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15. StroNGER for Horizon 2020
15/61
15/45
15/61
IL CASO DELLE STRUTTURE
CONTROVENTATE IN ACCIAIO
16. PROGETTAZIONE SISMICA – CASO STRUTTURE CONTROV. IN ACCIAIO
Le tipologie strutturali con controventi
LO SNERVAMENTO DEI DIAGONALI TESI DEVE PRECEDERE IL
RAGGIUNGIMENTO DELL’INSTABILITA’ DEI DIAGONALI COMPRESSI
VANTAGGI
SPOSTAMENTI LATERALI
CONTENUTI
SVANTAGGI
VINCOLI ARCHITETTONICI
ELEMENTI DEDICATI ALLA
DISSIPAZIONE
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17. PROGETTAZIONE SISMICA – CASO STRUTTURE CONTROV. IN ACCIAIO
Le tipologie strutturali con controventi concentrici (D.M. 2008)
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18. PROGETTAZIONE SISMICA – CASO STRUTTURE CONTROV. IN ACCIAIO
Le tipologie strutturali con controventi eccentrici (D.M. 2008)
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19. PROGETTAZIONE SISMICA – GERARCHIA RESISTENZE STRUTTURE
CONTROV. IN ACCIAIO CONCENTRICI
Caso A – Schema a
telaio (vincoli di
continuità tra travi e
colonne) con controventi
aggiuntivi. Travi con
elevata rigidezza
Caso B – Schema a
telaio (vincoli di
continuità tra travi e
colonne) con controventi
aggiuntivi. Travi con
bassa rigidezza
Caso C – Schema a ritti
pendolari (travi
incernierate alle
colonne) con
controventi aggiuntivi.
Travi con elevata
rigidezza
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Caso D – Schema a
ritti pendolari (travi
incernierate alle
colonne) con
controventi aggiuntivi.
Travi con bassa
rigidezza
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22. StroNGER for Horizon 2020
22/61
22/45
22/61
UNA VISIONE PIU’ AMPIA
TRAMITE IL PERFORMANCEBASED EARTHQIAKE
ENGINEERING (PBEE)
23. PROGETTAZIONE SISMICA - PERFORMANCE-BASED DESIGN
PBE in the design phase (Macro-level)
Il Performance-Based Engineering (PBE)
consiste in azioni quali la selezione dei siti, gli
sviluppi concettuali, predimensionamento e
progetto, costruzione e manutenzione,
dismissione e/o demolizione di una struttura, in
modo da assicurare che questa sia in grado di
fornire prestazioni con un certo grado di
affidabilità ed in maniera economica, durante
tutto il suo ciclo di vita.
Concetto di sostenibilità
Importanza del livello di conoscenza
SEAOC (1995). Vision 2000 - A Framework for Performance
Based Design. Vol. I-III, Structural Engineers Association
of California, Sacramento, CA.
Ang, G.K.I. and Wyatt, D.P. (1998). “The role of performance
specifications in the design agenda”, Proc. of the Design Agenda
Conference, September 1- 18, Bringhton, UK.
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23
25. STRATEGIE DI PROGETTAZIONE SISMICA - L’AZIONE SISMICA
Nel framework del PBEE esistono procedure volte a:
•
•
•
•
Tener esplicitamente conto delle incertezze
Specializzare l’analisi di pericolosità sismica per
la struttura in esame
Considerare il degrado strutturale nel ciclo di vita
Tener conto della sostenibilità delle diverse
soluzioni strutturali
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28. ELEMENTI NORMATIVI - CAP 8 COSTRUZIONI ESISTENTI
8 COSTRUZIONI ESISTENTI
DM 2008
8.1 OGGETTO .
8.2 CRITERI GENERALI.
8.3 VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA.
DEFINIZIONI
8.4 CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI.
8.4.1 Intervento di adeguamento .
8.4.2 Intervento di miglioramento .
8.4.3 Riparazione o intervento locale .
8.5 PROCEDURE PER LA VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA E LA REDAZIONE DEI PROGETTI
8.5.1 Analisi storico-critica .
8.5.2 Rilievo .
8.5.3 Caratterizzazione meccanica dei materiali.
IMPOSTAZIONE
8.5.4 Livelli di conoscenza e fattori di confidenza.
ANALISI
8.5.5 Azioni .
8.6 MATERIALI .
8.7 VALUTAZIONE E PROGETTAZIONE IN PRESENZA DI AZIONI SISMICHE..
8.7.1 Costruzioni in muratura..
8.7.2 Costruzioni in cemento armato o in acciaio .
METODI DI ANALISI E
8.7.3 Edifici misti .
METODI DI
8.7.4 Criteri e tipi d’intervento
8.7.5 Progetto dell’intervento
INTERVENTO
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29. ELEMENTI NORMATIVI - CAP 8 COSTRUZIONI ESISTENTI
8 COSTRUZIONI ESISTENTI
DM 2008
8.1 OGGETTO .
8.2 CRITERI GENERALI.
8.3 VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA.
DEFINIZIONI
8.4 CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI.
8.4.1 Intervento di adeguamento .
8.4.2 Intervento di miglioramento .
8.4.3 Riparazione o intervento locale .
8.5 PROCEDURE PER LA VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA E LA REDAZIONE DEI PROGETTI
8.5.1 Analisi storico-critica .
8.5.2 Rilievo .
8.5.3 Caratterizzazione meccanica dei materiali.
IMPOSTAZIONE
8.5.4 Livelli di conoscenza e fattori di confidenza.
ANALISI
8.5.5 Azioni .
8.6 MATERIALI .
8.7 VALUTAZIONE E PROGETTAZIONE IN PRESENZA DI AZIONI SISMICHE..
8.7.1 Costruzioni in muratura...
8.7.2 Costruzioni in cemento armato o in acciaio .
METODI DI ANALISI E
8.7.3 Edifici misti ..
METODI DI
8.7.4 Criteri e tipi d’intervento
8.7.5 Progetto dell’intervento
INTERVENTO
È definita costruzione esistente quella che abbia, alla data della redazione della
valutazione di sicurezza e/o del progetto di intervento, la struttura completamente realizzata.
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
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30. ELEMENTI NORMATIVI - CAP 8 COSTRUZIONI ESISTENTI
DM 2008
8.3 VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA
Le Verifiche agli SLU possono essere eseguite rispetto alla condizione di salvaguardia della
vita umana (SLV) o, in alternativa, alla condizione di collasso (SLC).
8.4 CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI
Si individuano le seguenti categorie di intervento:
-
interventi di adeguamento atti a conseguire i livelli di sicurezza previsti dalle presenti
norme;
-
interventi di miglioramento atti ad aumentare la sicurezza strutturale esistente, pur senza
necessariamente raggiungere i livelli richiesti dalle presenti norme;
-
riparazioni o interventi locali che interessino elementi isolati, e che comunque comportino
un miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti.
Gli interventi di adeguamento e miglioramento devono essere sottoposti a collaudo statico.
Per i beni di interesse culturale in zone dichiarate a rischio sismico, [..], è in ogni caso possibile
limitarsi ad interventi di miglioramento.
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
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31. ELEMENTI NORMATIVI - CAP 8 COSTRUZIONI ESISTENTI
8.4.1 INTERVENTO DI ADEGUAMENTO
DM 2008
È fatto obbligo di procedere alla valutazione della sicurezza e, qualora necessario,
all’adeguamento della costruzione, a chiunque intenda:
a)
sopraelevare la costruzione;
b)
ampliare la costruzione mediante opere strutturalmente connesse alla costruzione;
c)
apportare variazioni di classe e/o di destinazione d’uso che comportino incrementi
dei carichi globali in fondazione superiori al 10%; resta comunque fermo l’obbligo di
procedere alla verifica locale delle singole parti e/o elementi della struttura, anche
se interessano porzioni limitate della costruzione;
d)
effettuare interventi strutturali volti a trasformare la costruzione mediante un
insieme sistematico di opere che portino ad un organismo edilizio diverso dal
precedente.
In ogni caso, il progetto dovrà essere riferito all’intera costruzione e dovrà riportare le
verifiche dell’intera struttura post-intervento, secondo le indicazioni del presente capitolo.
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
31
32. ELEMENTI NORMATIVI - CAP 8 COSTRUZIONI ESISTENTI
8.4.1 INTERVENTO DI ADEGUAMENTO
DM 2008
È fatto obbligo di procedere alla valutazione della sicurezza e, qualora necessario,
all’adeguamento della costruzione, a chiunque intenda:
a)
sopraelevare la costruzione;
b)
ampliare la costruzione mediante opere strutturalmente connesse alla costruzione;
c)
apportare variazioni di classe e/o di destinazione d’uso che comportino incrementi
dei carichi globali in fondazione superiori al 10%; resta comunque fermo l’obbligo di
procedere alla verifica locale delle singole parti e/o elementi della struttura, anche
se interessano porzioni limitate della costruzione;
d)
effettuare interventi strutturali volti a trasformare la costruzione mediante un
insieme sistematico di opere che portino ad un organismo edilizio diverso dal
precedente.
In ogni caso, il progetto dovrà essere riferito all’intera costruzione e dovrà riportare le
verifiche dell’intera struttura post-intervento, secondo le indicazioni del presente capitolo.
Si deve presentare progettazione al Genio Civile
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
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33. ELEMENTI NORMATIVI - CAP 8 COSTRUZIONI ESISTENTI
DM 2008
8.4.2 INTERVENTO DI MIGLIORAMENTO
Rientrano negli interventi di miglioramento tutti gli interventi che siano comunque
finalizzati ad accrescere la capacità di resistenza delle strutture esistenti alle azioni
considerate.
È possibile eseguire interventi di miglioramento nei casi in cui non ricorrano le condizioni
specificate al paragrafo 8.4.1.
Il progetto e la valutazione della sicurezza dovranno essere estesi a tutte le parti della
struttura potenzialmente interessate da modifiche di comportamento, nonché alla
struttura nel suo insieme.
[..] 8.4 CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI
Per i beni di interesse culturale in zone dichiarate a rischio sismico, [..], è in ogni
caso possibile limitarsi ad interventi di miglioramento.
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
33
34. ELEMENTI NORMATIVI - CAP 8 COSTRUZIONI ESISTENTI
DM 2008
8.4.2 INTERVENTO DI MIGLIORAMENTO
Rientrano negli interventi di miglioramento tutti gli interventi che siano comunque
finalizzati ad accrescere la capacità di resistenza delle strutture esistenti alle azioni
considerate.
È possibile eseguire interventi di miglioramento nei casi in cui non ricorrano le condizioni
specificate al paragrafo 8.4.1.
Il progetto e la valutazione della sicurezza dovranno essere estesi a tutte le parti della
struttura potenzialmente interessate da modifiche di comportamento, nonché alla
struttura nel suo insieme.
[..] 8.4 CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI
Per i beni di interesse culturale in zone dichiarate a rischio sismico, [..], è in ogni
caso possibile limitarsi ad interventi di miglioramento.
Soprattutto per beni di interesse culturale
Si deve presentare progettazione al Genio Civile
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
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35. ELEMENTI NORMATIVI - CAP 8 COSTRUZIONI ESISTENTI
DM 2008
8.4.3 RIPARAZIONE O INTERVENTO LOCALE
In generale, gli interventi di questo tipo riguarderanno singole parti e/o elementi della
struttura e interesseranno porzioni limitate della costruzione.
Il progetto e la valutazione della sicurezza potranno essere riferiti alle sole parti e/o
elementi interessati e documentare che, rispetto alla configurazione precedente al danno,
al degrado o alla variante, non siano prodotte sostanziali modifiche al comportamento delle
altre parti e della struttura nel suo insieme e che gli interventi comportino un miglioramento
delle condizioni di sicurezza preesistenti.
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
35
36. ELEMENTI NORMATIVI - CAP 8 COSTRUZIONI ESISTENTI
DM 2008
8.4.3 RIPARAZIONE O INTERVENTO LOCALE
In generale, gli interventi di questo tipo riguarderanno singole parti e/o elementi della
struttura e interesseranno porzioni limitate della costruzione.
Il progetto e la valutazione della sicurezza potranno essere riferiti alle sole parti e/o
elementi interessati e documentare che, rispetto alla configurazione precedente al danno,
al degrado o alla variante, non siano prodotte sostanziali modifiche al comportamento delle
altre parti e della struttura nel suo insieme e che gli interventi comportino un miglioramento
delle condizioni di sicurezza preesistenti.
NON si deve presentare progettazione al Genio Civile
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
36
38. ELEMENTI NORMATIVI - CAP 8 COSTRUZIONI ESISTENTI
8 COSTRUZIONI ESISTENTI
DM 2008
8.1 OGGETTO .
8.2 CRITERI GENERALI.
8.3 VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA.
DEFINIZIONI
8.4 CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI.
8.4.1 Intervento di adeguamento .
8.4.2 Intervento di miglioramento .
8.4.3 Riparazione o intervento locale .
8.5 PROCEDURE PER LA VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA E LA REDAZIONE DEI PROGETTI
8.5.1 Analisi storico-critica .
8.5.2 Rilievo .
8.5.3 Caratterizzazione meccanica dei materiali.
IMPOSTAZIONE
8.5.4 Livelli di conoscenza e fattori di confidenza.
ANALISI
8.5.5 Azioni .
8.6 MATERIALI .
8.7 VALUTAZIONE E PROGETTAZIONE IN PRESENZA DI AZIONI SISMICHE..
8.7.1 Costruzioni in muratura...
8.7.2 Costruzioni in cemento armato o in acciaio .
METODI DI ANALISI E
8.7.3 Edifici misti ..
METODI DI
8.7.4 Criteri e tipi d’intervento
8.7.5 Progetto dell’intervento
INTERVENTO
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
38
39. CONCETTI GENERALI- STESURA DEL PROGETTO
8.7.5 PROGETTO DELL’INTERVENTO
DM 2008
Il progetto dell’intervento di miglioramento deve comprendere:
• Rappresentazione e verifica della struttura prima dell’intervento con
identificazione delle carenze e del livello di azione sismica per la quale viene
raggiunto lo SLU (e SLE se richiesto);
• scelta motivata dell’intervento;
• scelta delle tecniche e/o dei materiali;
• dimensionamento preliminare dei rinforzi e degli eventuali elementi
strutturali aggiuntivi;
• analisi strutturale considerando le caratteristiche della struttura postintervento;
• verifiche della struttura post-intervento.
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
39
40. CONCETTI GENERALI- STESURA DEL PROGETTO
8.7.5 PROGETTO DELL’INTERVENTO
DM 2008
Il progetto dell’intervento di miglioramento deve comprendere:
• Rappresentazione e verifica della struttura prima dell’intervento con
identificazione delle carenze e del livello di azione sismica per la quale viene
raggiunto lo SLU (e SLE se richiesto);
• scelta motivata dell’intervento;
• scelta delle tecniche e/o dei materiali;
• dimensionamento preliminare dei rinforzi e degli eventuali elementi
strutturali aggiuntivi;
• analisi strutturale considerando le caratteristiche della struttura postintervento;
• verifiche della struttura post-intervento.
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
40
41. CONCETTI GENERALI – STRATEGIE DI INTERVENTO I
Nicola Caterino. Analisi decisionale multicriterio per l’adeguamento sismico di edifici in c.a. Ph.D. dissertation, Università Degli Studi Di Napoli
Federico II. http://www.fedoa.unina.it/1504/1/Caterino_Rischio_Sismico.pdf
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
41
42. CONCETTI GENERALI – STRATEGIE DI INTERVENTO II
forza
RIDUZIONE DELLA DOMANDA (e.g. isolamento)
Sovrastruttura invariata
Domanda pre-isolamento
Domanda post-isolamento sulla sovrastruttura
spostamento
Zila Rinaldi. Tecniche di rinforzo con materiali innovativi. http://www.last.uniroma2.it/download/Presentazione%20Rinaldi.pdf
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42
43. RIDUZIONE DELLA DOMANDA
•
I controventi dissipativi
•
incrementano l’energia
dissipata (abbattimento
dello spettro di risposta
elastico) ed irrigidiscono la
struttura
L’isolamento alla base
tende a ridurre la
sollecitazione sismica
incrementando il periodo
della struttura
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43
45. INTERVENTI SULLE STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO
- Isolatori sismici
Globali
- Controventi (anche dissipativi)
- Incamiciatura delle aste
- Calastrellatura
- FRP
Locali
- Sistema CAM
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
45
46. INTERVENTI SULLE STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO
- Isolatori sismici
Globali
- Controventi (anche dissipativi)
- Incamiciatura delle aste
- Calastrellatura
- FRP
Locali
- Sistema CAM
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
46
47. Bollettino FIB-24 (: TECNICHE DI ADEGUAMENTO SISMICO
Tecnica
Effetti locali
Effetti globali
Iniezione di resine
Ripristino resistenza e rigidezza
Nessuno
Camicie in c.a.
Incremento rigidezza e resistenza ed
eventualemente duttilità
Modifica della risposta sismica. Se
applicate ai pilastri, sposta la richiesta
plastica verso le travi
Disturbo Costo
Basso
Approccio di ripristino
Da medio a Può porre rimedio alla risposta di
alto
"piano soffice". Se interessa pochi
piani, può spostare tale meccanismo ai
piani superiori
Basso
Efficace ove il principale problema sia
scarsa armatura trasversale. Veloce
installazione.
Camicie o collari in Incremento duttilità e resistenza a taglio.
Garantendo una forte azione composita,
acciaio
incremento di rigidezza
Incremento capacità deformativa
globale
Fasciatura parziale Sensibile incremento di duttilità. Limitati
effetti su resistenza o rigidezza
con FRP
Come per collari in acciaio
Basso
Riduce marginalmente il drift globale
riducendo la deformabilità dei nodi
trave-pilastro
Distribuzione delle rigidezze invariata
Basso
Come sopra
Basso
Come sopra
Rinforzo dei nodi
con FRP
Eliminazione rottura a taglio dei nodi
Fasciatura
completa in
FRP
Pareti in c.a.
Notevole incremento di duttilità e resistenza
a taglio; piccolo incremento di
rigidezza
Controventi in
acciaio
Protezione nei confronti del collasso
Incremento di duttilità globale a
di elementi fragili in c.a. posti nelle
Capacità dissipativa. Può
vicinanze. Può indurre notevoli sollecitazioni risolvere i problemi di "piano soffice".
nei nodi.
Inserimento di
pannelli Murari
Induce sensibili sollecitazioni nei nodi.
Incrementa la rigidezza di piano e
riduce quindi gli spostamenti di
Interpiano
Potrebbe portare ad un incremento di
sollecitazioni nelle inmediate vicinanze
Riduzione drastica della domanda di
deformazione in tutti gli altri elementi.
Risolve i problemi di "piano soffice"
Incremento di peso, dunque di forze
sismiche. Riduce il periodo, dunque
incrementa le accelerazioni. Se I
pannelli sono monolitici possono
modificare la
risposta globale fino ad un
comportamento a mensola.
Soluzione adeguata quando il costo
non è un criterio predominante
Alto
E' l'approccio più adeguato se il
"disturbo" arrecato non è un problema.
E' necessario un
drastico intervento in fondazione
Da basso a Occorre porre attenzione nel
medio
progetto di aste e connessioni al fine di
proteggersi da fenomeni di instabilità
locale e rotture post-buckling
Da medio Soluzione efficace quando i pannelli
ad alto
sono applicati all'esterno e ben
assicurati alla
struttura. È possibile adottare moduli di
calcestruzzo Prefabbricati anziché
pannelli in muratura.
Gaetano Manfredi. Metodi di adeguamento innovativo. http://www.ordineingegnerinapoli.it/news/documenti/corsosismica2007-cmarefrancesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
manfredi2.pdf
47
48. INTERVENTI SULLE STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO
- Isolatori sismici
- Controventi dissipativi
- Incamiciatura delle aste
L’isolamento
alla
base
presuppone un aumento degli
- Calastrellatura
spostamenti di corpo rigido e
quindi
è
di
difficile
- FRP
realizzazione per edifici in
adiacenza con altri. Sofisticata
inoltre
la
tecnica
di
- Sistema CAM
inserimento
che
prevede
sospensione e taglio delle
colonne
ed
inserimento
dell’isolatore.
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49. INTERVENTI SULLE STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO
- Isolatori sismici
- Controventi dissipativi
- Incamiciatura delle aste
- Calastrellatura
- FRP
- Sistema CAM
Comporta essenzialmente un incremento in termini di resistenza e rigidezza. Può essere
applicata sia per sanare danneggiamenti locali che come tecnica di rinforzo.
Sono interventi molto efficaci nel contrastare la rottura per schiacciamento di elementi
strutturali sottoposti a compressione o a pressoflessione.
Camillo Nuti. Recupero delle strutture esistenti. http://www.associazioneaicap.it/pdf/NUTI-%20relazione%20generale.pdf
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50. INTERVENTI SULLE STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO
- Isolatori sismici
- Controventi dissipativi
- Incamiciatura delle aste
- Calastrellatura
- FRP
- Sistema CAM
L’utilizzo di elementi in acciaio per la cerchiatura permette di raggiungere il necessario
incremento in termini di capacità locale senza però incrementare la rigidezza. L’applicazione
comporta un incremento in termini di resistenza e duttilità.
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51. INTERVENTI SULLE STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO
Rinforzo a
taglio
- Isolatori sismici
- Controventi dissipativi
- Incamiciatura delle aste
- Calastrellatura
(pressopiegati ad L e nastri
metallici pretesi in acciaio ad
altaFRP
- resistenza)
Pressopiegati ad L e
nastri pretesi in un
nodo d’angolo
- Sistema CAM (Cerchiatura Attiva Manufatti)
Al fine di garantire un buon comportamento d'insieme del sistema nodo travi-pilastri, e
garantire un significativo incremento della duttilità a tale sistema. Si consegue anche un
incremento della resistenza a taglio delle travi e dei pilastri nelle loro parti terminali
convergenti nel nodo ed un confinamento delle estremità dei pilastri, dove si concentrano le
massime richieste di duttilità in pressoflessione.
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52. INTERVENTI SULLE STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO
- Isolatori sismici
- Controventi (anche dissipativi)
- Incamiciatura delle aste
PROBLEMATICHE di progetto
- Calastrellatura
• Uniforme distribuzione del sistema di dissipazione
• - FRP
Definizione dei criteri di modellazione dei
controventi
• - Sistema CAM
Verificare plasticizzazione dispositivi
• Verifiche locali dei collegamenti: garantire
sovraresistenza connessioni
• Esclusione di rotture fragili in pilastri e travi
adiacenti i campi controventati
• Verifica dell'ampiezza dei giunti sismici
Franco Braga. Tecnologie innovative di protezione sismica, controventi dissipativi e loro applicazioni.
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
http://www.ordineingegnerimantova.it/corsi/sismica%20Intervento_Braga.pdf
53. PROGETTAZIONE DEI CONTROVENTI IN ACCIAIO
Finalità dell’intervento è quella di limitare le deformazioni interpiano e regolarizzare la
deformata. Obiettivo: Impedire il martellamento tra le strutture adiacenti e scongiurare
meccanismi di piano (regolarizzazione della deformata e limitare la deformazione
interpiano).
PROBLEMATICHE di progetto
•
Uniforme distribuzione del sistema di dissipazione
•
Definizione dei criteri di modellazione dei controventi
•
Verificare plasticizzazione dispositivi
•
Verifiche locali dei collegamenti: garantire sovraresistenza connessioni
•
Esclusione di rotture fragili in pilastri e travi adiacenti i campi controventati
•
Verifica dell'ampiezza dei giunti sismici
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53
54. EFFETTO DELL’INSERIMENTO DEI CONTROVENTI
SULL’ENTITA’ DELL’AZIONE SISMICA
Franco Braga. Tecnologie innovative di protezione sismica, controventi dissipativi e loro applicazioni.
http://www.ordineingegnerimantova.it/corsi/sismica%20Intervento_Braga.pdf
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54
55. EFFETTO DELL’INSERIMENTO DEI CONTROVENTI
DISSIPATIVI SULL’ENTITA’ DELL’AZIONE SISMICA
Franco Braga. Tecnologie innovative di protezione sismica, controventi dissipativi e loro applicazioni.
http://www.ordineingegnerimantova.it/corsi/sismica%20Intervento_Braga.pdf
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55
56. CONTROVENTI - CONFIGURAZIONI
Pericolosi perche’
insistono su pilastro
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56
57. Domanda
EFFETTO DELL’INSERIMENTO DEI CONTROVENTI
SULLA RIGIDEZZA
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57
58. DISSIPAZIONE CON CONTROVENTO IN CAMPO ELASTICO
Franco Braga. Tecnologie innovative di protezione sismica, controventi dissipativi e loro applicazioni.
http://www.ordineingegnerimantova.it/corsi/sismica%20Intervento_Braga.pdf
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58
59. Domanda preintervento
Domanda con
controvento
EFFETTO DELL’INSERIMENTO DEI CONTROVENTI
DISSIPATIVA SULLA RIGIDEZZA
Un controvento dissipativo oltre ad irrigidire la
struttura incrementa la dissipazione –riduce la
domanda
Franco Braga. Tecnologie innovative di protezione sismica, controventi dissipativi e loro applicazioni.
http://www.ordineingegnerimantova.it/corsi/sismica%20Intervento_Braga.pdf
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59
60. DISSIPAZIONE CON CONTROVENTO DISSIPATIVO E
TELAIO IN CAMPO ELASTICO
Franco Braga. Tecnologie innovative di protezione sismica, controventi dissipativi e loro applicazioni.
http://www.ordineingegnerimantova.it/corsi/sismica%20Intervento_Braga.pdf
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60
61. DISSIPAZIONE CON CONTROVENTO DISSIPATIVO E
TELAIO IN CAMPO PLASTICO
Franco Braga. Tecnologie innovative di protezione sismica, controventi dissipativi e loro applicazioni.
http://www.ordineingegnerimantova.it/corsi/sismica%20Intervento_Braga.pdf
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61
62. TIPI DI CONTROVENTO: GIUNTO DISSIPATIVO
http://www.angelobiondi.com/Download/Slideshow/Slideshow-InterventiC.A..pdf
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63. TIPI DI CONTROVENTO: CON ANIMA DISSIPATIVA
Dissipatori tipo “BRAD” (FIP)
Questi dispositivi sono costituti da un nucleo
interno in acciaio, una parte del quale è progettato
per dissipare energia in campo plastico, da un tubo
esterno in acciaio e da un riempimento in
calcestruzzo, la cui funzione è di evitare
l’instabilizzazione del nucleo interno.
Tra il calcestruzzo ed il nucleo interno è interposto
uno speciale materiale distaccante, per evitare il
trasferimento di tensioni tangenziali fra i due
componenti, consentendo inoltre al nucleo di
allungarsi ed accorciarsi liberamente, dissipando
energia.
http://www.angelobiondi.com/Download/Slideshow/Slideshow-InterventiC.A..pdf
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64. INTERVENTI SULLE STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO
La linea guida di riferimento per l’applicazione di FRP è la CNR-DT 200 R1/2013
- Isolatori sismici
- Controventi (anche dissipativi)
- Incamiciatura delle aste
- Calastrellatura
- FRP
• Rinforzo a flessione con FRP
• Rinforzo a taglio con FRP
- Sistema CAM
Sensibile aumento della duttilità locale
• Confinamento con FRP
• Rinforzo a flessione con FRP
• Rinforzo a taglio con FRP
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65. OBIETTIVI ADEGUAMENTO CON FRP
La linea guida di riferimento pper l’applicazione di FRP è la CNR-DT 200 R1/2013
Zila Rinaldi. Tecniche di rinforzo con materiali innovativi. http://www.last.uniroma2.it/download/Presentazione%20Rinaldi.pdf
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
65
66. FRP- COMPOSIZIONE
Zila Rinaldi. Tecniche di rinforzo con materiali innovativi. http://www.last.uniroma2.it/download/Presentazione%20Rinaldi.pdf
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
66
67. FRP- MAGGIORI TIPOLOGIE DI FIBRE
Zila Rinaldi. Tecniche di rinforzo con materiali innovativi. http://www.last.uniroma2.it/download/Presentazione%20Rinaldi.pdf
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67
68. FRP- CONFIGURAZIONE E CARATTERISTICHE DELLE
FIBRE
Acciaio da C.A.
NO RESISTENZA A
COMPRESSIONE
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68
69. FRP- APPLICAZIONE
Zila Rinaldi. Tecniche di rinforzo con materiali innovativi. http://www.last.uniroma2.it/download/Presentazione%20Rinaldi.pdf
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69
70. FRP- MODI DI ROTTURA
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70
71. FRP- AUMENTO DI DUTTILITA’
Gaetano Manfredi. Metodi di adeguamento innovativo. http://www.ordineingegnerinapoli.it/news/documenti/corsosismica2007-cmaremanfredi2.pdf
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71
72. RINFORZO CON FRP PER IL TAGLIO
sono consentite unicamente le configurazioni ad U o in avvolgimento;
sono consentiti unicamente rinforzi la cui direzione di maggior resistenza sia
ortogonale all’asse longitudinale dell’elemento (b =90°).
Continuo
Strisce verticali
Strisce diagonali
Gaetano Manfredi. Metodi di adeguamento innovativo. http://www.ordineingegnerinapoli.it/news/documenti/corsosismica2007-cmaremanfredi2.pdf
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72
73. RINFORZO IN FRP– ANCORAGGIO
Eventuali fili vanno fissati alle estremità tramite
lunghezze di ancoraggio opportune, oppure tramite
piastre o tramite sfiocchettamento sul piano
ortogonale
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73
74. FRP- APPLICAZIONI SUL C.A.- CONFINAMENTO NODI E
RINFORZO A TAGLIO
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74
75. FRP- APPLICAZIONI SUL C.A.- CONFINAMENTO NODI E
RINFORZO A TAGLIO
Gaetano francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
Manfredi. Metodi di adeguamento innovativo. http://www.ordineingegnerinapoli.it/news/documenti/corsosismica2007-cmaremanfredi2.pdf
75
76. StroNGER for Horizon 2020
76/61
76/45
76/61
METODO DI ANALISI E VERIFICA
DELL’ADEGUAMENTO
77. METODI DI ANALISI – STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO
DM 2008
8.7.2 COSTRUZIONI IN CEMENTO ARMATO O IN ACCIAIO
Nelle costruzioni esistenti in cemento armato o in acciaio soggette ad azioni sismiche viene
attivata la capacità di elementi e meccanismi resistenti, che possono essere “duttili” o “fragili”.
[…]
La plasticizzazione di un elemento o l’attivazione di un meccanismo duttile in genere non
comportano il collasso della struttura.
I meccanismi fragili possono localizzarsi in qualsiasi punto della struttura e possono determinare
il collasso dell’intera struttura.
L’analisi sismica globale deve utilizzare, per quanto possibile, metodi di analisi che consentano di
valutare in maniera appropriata sia la resistenza che la duttilità disponibile.
L’impiego di metodi di calcolo lineari richiede da parte del progettista un’opportuna definizione
del fattore di struttura in relazione alle caratteristiche meccaniche globali e locali della struttura in
esame.
I meccanismi “duttili” si verificano controllando che la domanda non superi la corrispondente
capacità in termini di deformazione. I meccanismi “fragili” si verificano controllando che la
domanda non superi la corrispondente capacità in termini di resistenza.
Per il calcolo della capacità di elementi/meccanismi duttili o fragili si impiegano le proprietà dei
materiali esistenti, determinate secondo le modalità indicate al punto 8.5.3, divise per i fattori di
confidenza in relazione al livello di conoscenza raggiunto.
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77
78. METODI DI ANALISI – VERIFICA IN TERMINI DI DEFORMAZIONE
– METODO N2
Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%20201004-26.pdf
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78
79. METODI DI ANALISI – VERIFICA IN TERMINI DI DEFORMAZIONE
– METODO N2
Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%20201004-26.pdf
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79
80. METODI DI ANALISI – VERIFICA IN TERMINI DI DEFORMAZIONE
– METODO N2
Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%20201004-26.pdf
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80
81. METODI DI ANALISI – VERIFICA IN TERMINI DI DEFORMAZIONE
– METODO N2
Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%20201004-26.pdf
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81
82. METODI DI ANALISI – VERIFICA IN TERMINI DI DEFORMAZIONE
– METODO N2
Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%20201004-26.pdf
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82
83. METODI DI ANALISI – VERIFICA IN TERMINI DI DEFORMAZIONE
– METODO N2
Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%20201004-26.pdf
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83
84. METODI DI ANALISI – VERIFICA IN TERMINI DI DEFORMAZIONE
– METODO N2
Performance
point
Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%20201004-26.pdf
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84
85. METODI DI ANALISI – VERIFICA IN TERMINI DI DEFORMAZIONE
– METODO N2
Performance
point
Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%20201004-26.pdf
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85
86. METODI DI ANALISI – VERIFICA IN TERMINI DI DEFORMAZIONE
– METODO N2
Walter Salvatore. Sistemi per la protezione passiva per le costruzioni in zona sismica.
http://www.usl2.toscana.it/sup/modulistica/luoghi_lavoro/salvatore_Sistemidiprotezionepassivaperlesmica.pdf
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86
87. INTERVENTI SULLE STRUTTURE IN C.A. - ALTERNATIVE
Gaetano Manfredi. Metodi di adeguamento innovativo. http://www.ordineingegnerinapoli.it/news/documenti/corsosismica2007-cmaremanfredi2.pdf
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87
88. StroNGER for Horizon 2020
88/61
88/45
88/61
INTERVENTI SULLE
STRUTTURE IN
MURATURA
89. INTERVENTI SULLE STRUTTURE IN MURATURA
- Cordoli
- Tirantature metalliche
Globali
- Iniezioni (anche armate)
- Cuci-Scuci
- Intonaco armato
- Cerchiatura aperture
- Elementi in breccia
Locali
- Iniezioni di miscele leganti
- FRP
- Sistema CAM
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89
90. INTERVENTI SULLE STRUTTURE IN MURATURA
- Cordoli
- Tirantature metalliche
Globali
- Iniezioni (anche armate)
- Cuci-Scuci
- Intonaco armato
- Cerchiatura aperture
- Elementi in breccia
Locali
Tipologie di
intervento mostrate
nella successiva
applicazione
- Iniezioni di miscele leganti
- FRP
- Sistema CAM
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90
91. StroNGER for Horizon 2020
91/61
91/45
91/61
3) Caso applicativo:
adeguamento sismico di un
palazzo storico in mutatura
92. CASO STUDIO – Palazzo Camponeschi, L’Aquila
chiesa dei Gesuiti
S. Margherita
Oggetto dell’intervento
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92
93. CONCETTI GENERALI- STESURA DEL PROGETTO
8.7.5 PROGETTO DELL’INTERVENTO
DM 2008
Il progetto dell’intervento di miglioramento deve comprendere:
• Rappresentazione e verifica della struttura prima dell’intervento con
identificazione delle carenze e del livello di azione sismica per la quale viene
raggiunto lo SLU (e SLE se richiesto);
• scelta motivata dell’intervento;
• scelta delle tecniche e/o dei materiali;
• dimensionamento preliminare dei rinforzi e degli eventuali elementi
strutturali aggiuntivi;
• analisi strutturale considerando le caratteristiche della struttura postintervento;
• verifiche della struttura post-intervento.
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93
94. IL PROCESSO LOGICO DEL PROGETTO DI ADEGUAMENTO
• Conoscenza
Geometria
Caratteristiche dei materiali
Condizioni di conservazione
• Definizione delle prestazioni richieste
Sismicità dell’area
Destinazione d’uso
Livello di protezione richiesto/accettato
• Valutazione della struttura esistente
Definizione del modello
Analisi sismica
Verifica di sicurezza
• Progetto di adeguamento
Scelta in relazione a vincoli e prestazioni richieste
Dimensionamento dell’intervento
• Valutazione della struttura adeguata
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94
95. IL PROCESSO LOGICO DEL PROGETTO DI ADEGUAMENTO
• Conoscenza
Geometria
Caratteristiche dei materiali
Condizioni di conservazione
• Definizione delle prestazioni richieste
Sismicità dell’area
Destinazione d’uso
Livello di protezione richiesto/accettato
• Valutazione della struttura esistente
Definizione del modello
Analisi sismica
Verifica di sicurezza
• Progetto di adeguamento
Scelta in relazione a vincoli e prestazioni richieste
Dimensionamento dell’intervento
• Valutazione della struttura adeguata
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95
96. ELEMENTI NORMATIVI - CAP 8 COSTRUZIONI ESISTENTI
8 COSTRUZIONI ESISTENTI
DM 2008
8.1 OGGETTO .
8.2 CRITERI GENERALI.
8.3 VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA.
DEFINIZIONI
8.4 CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI.
8.4.1 Intervento di adeguamento .
8.4.2 Intervento di miglioramento .
8.4.3 Riparazione o intervento locale .
8.5 PROCEDURE PER LA VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA E LA REDAZIONE DEI PROGETTI
8.5.1 Analisi storico-critica .
8.5.2 Rilievo .
8.5.3 Caratterizzazione meccanica dei materiali.
IMPOSTAZIONE
8.5.4 Livelli di conoscenza e fattori di confidenza.
ANALISI
8.5.5 Azioni .
8.6 MATERIALI .
8.7 VALUTAZIONE E PROGETTAZIONE IN PRESENZA DI AZIONI SISMICHE..
8.7.1 Costruzioni in muratura...
8.7.2 Costruzioni in cemento armato o in acciaio .
METODI DI ANALISI E
8.7.3 Edifici misti ..
METODI DI
8.7.4 Criteri e tipi d’intervento
8.7.5 Progetto dell’intervento
INTERVENTO
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96
99. CASO STUDIO – Stato di danneggiamento - Condizioni
Via Camponeschi
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99
100. CASO STUDIO – Stato di danneggiamento - Condizioni
Via Camponeschi
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
100
101. CASO STUDIO – Stato di danneggiamento - Condizioni
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
101
102. CASO STUDIO – Stato di danneggiamento - Condizioni
via dell’Annunziata
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
102
103. CASO STUDIO – Stato di danneggiamento - Condizioni
Prospetto su via dell’Annunziata
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
103
104. CASO STUDIO – Stato di danneggiamento - Condizioni
Prospetto su via Burri (1/2)
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
104
105. CASO STUDIO – Stato di danneggiamento - Condizioni
Prospetto su via Burri (2/2)
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
105
106. CASO STUDIO – Stato di danneggiamento - Condizioni
Intersezione tra i due corpi (1/2)
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
106
107. CASO STUDIO – Stato di danneggiamento - Condizioni
Intersezione tra i due corpi – vista dall’interno
Vista della connessione
tra gli edifici dall’interno
Piano secondo
Vista della connessione
tra gli edifici dall’interno
Piano primo
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
Sopralluogo 28 luglio 2011107
108. CASO STUDIO – Stato di danneggiamento - Condizioni
Piano terra (stanze lato Via Camponeschi)
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
108
109. CASO STUDIO – Stato di danneggiamento - Condizioni
Piano terra (corridoio lato Via Camponeschi)
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
109
110. CASO STUDIO – Stato di danneggiamento - Condizioni
Piano terra (stanza intersezione Via Camponeschi – Via Burri)
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
110
111. CASO STUDIO – Stato di danneggiamento - Condizioni
Piano primo (lato del muro con spanciamento)
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
111
112. CASO STUDIO – Stato di danneggiamento - Condizioni
Piano primo
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
112
113. CASO STUDIO – Stato di danneggiamento - Condizioni
Piano terra – corridoio – particolari della muratura
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
113
114. CASO STUDIO – Stato di danneggiamento - Condizioni
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
114
115. CASO STUDIO – Indagini
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
115
116. CASO STUDIO – Indagini
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
116
117. IL PROCESSO LOGICO DEL PROGETTO DI ADEGUAMENTO
•
Conoscenza
Geometria
Caratteristiche dei materiali
Condizioni di conservazione
•
Definizione delle prestazioni richieste
Sismicità dell’area
Destinazione d’uso
Livello di protezione richiesto/accettato
•
Valutazione della struttura esistente
Definizione del modello
Analisi sismica
Verifica di sicurezza
•
Progetto di adeguamento
Scelta in relazione a vincoli e prestazioni richieste
Dimensionamento dell’intervento
•
Valutazione della struttura adeguata
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
117
122. Configurazione topologica (1)
•
•
•
•
Il Palazzo Camponeschi fa parte di un aggregato che comprende,
tra l’altro, la Chiesa dei Gesuiti.
In presenza di un edificio in aggregato, contiguo, a contatto o
interconnesso con edifici adiacenti, l’analisi parte tenendo conto
delle possibili interazioni derivanti da queste vicinanze strutturali.
Allo stesso tempo, dal punto di vista del progetto l’intervento parte
dalla individuazione di blocchi costruttivi largamente omogenei e
regolari. Questo riconoscimento strategico, pone le basi per un
comportamento strutturale sicuro, al di là delle risultanze delle
verifiche numeriche, pur necessarie.
Per la ricostruzione del sistema strutturale, si ritiene che l’articolata
geometria di Palazzo Camponeschi, in cui sono presenti interventi
successivi nel tempo, possa essere scomposta nei tre blocchi
indicati in 1 e 2:
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122
123. Configurazione topologica (2)
– Blocco VA: comprende il corpo di origine medievale su via
dell’Annunziata, a due piani (seminterrato e piano terra in riferimento
alla quota del giardino); esso risulta profondamente trasformato con
struttura mista in muratura eterogenea e impalcati in c a., cui seguono
due ambienti a pianta quadrata realizzati con blocchi di pietra di
dimensioni maggiori ai 25cm e coperti da impalcati in c.a. bidirezionali.
– Blocco NO: il corpo originario centrale del lato orizzontale della “L”
posto sull’allineamento dell’antico tracciato viario di Via Forcella,
presenta una struttura in muratura a doppio paramento accostato
costituito da blocchi di pietra di dimensioni medie e risulta coperto da
volte a botte (corridoio) e a crociera (sale verso il giardino) in mattoni
posti generalmente di coltello.
– Blocco SE: il corpo settecentesco centrale del lato verticale della “L”
posto su via Camponeschi presenta una struttura a doppio paramento
accostato costituito da blocchi in pietra di dimensioni medie, coperto
da volte a botte (corridoio) e a geometria composita (sale verso il
giardino); in corrispondenza dell’angolo della L è presente una scala in
cui rampe e pianerottoli sono sostenuti da un sistema di volte, a
crociera per i pianerottoli e a botte per le rampe, mentre gli ambienti di
disimpegno adiacenti ad essa sono coperti da volte a vela.
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
123
126. Configurazione topologica (3)
•
•
•
Nei documenti di gara, il blocco SE e’ compreso nel braccio S-E, mentre
i sopra nominati blocchi VA e NO sono identificati come braccio N-O: si
ritiene importante la distinzione fatta in questa sede, perché esplicita
a) la differente natura costruttiva,
b) la presenza di un piano seminterrato e uno interrato, aspetto che
caratterizza in termini fondazionali questa parte rispetto al resto del
palazzo.
Dal punto di vista dell’analisi storica, questa suddivisione e’ sovrapposta
in 3 alle acquisizioni da parte della Compagnia ei Gesuiti per la
attuazione del programma edilizio, che ne avvalora la coerenza. In
particolare, appare la presenza della Via Forcella che distanzia Palazzo
Camponeschi dal resto dell’aggregato, ed in particolare dalla Chiesa dei
Gesuiti. Restano evidenti le aggiunte avvenute nel 1931-33 e nel 1960,
visibili ritornando alla 2.
La intrinseca suddivisione dei blocchi e’ confermata dal punto di vista
del comportamento strutturale dal quadro dei dissesti rilevati e
evidenziati in 4.
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
126
129. Configurazione topologica (4)
•
Con riferimento alla 5 e alla 6, la suddivisione nei blocchi VA, NO,
SE, viene realizzata, facendo riferimento ai fili (a) e (b), con le
seguenti modalità:
– Il Blocco NO e’ separato dai Blocchi VA e SE da due giunti
rispettivamente lungo i fili (a) e (b), dove sono costituiti due setti
trasversali, attraverso il ripristino dell’integrità dei setti murari esistenti
ovvero attraverso la realizzazione di nuove parti murarie simili; tali setti
sono continui dal piano terra fino alla sommità dell’edificio, attraverso
il primo e il secondo piano, in maniera rispettosa e congruente con le
volte presenti.
– A livello del piano terra, in considerazione del fatto che il Blocco NO
(come quello VA almeno in parte) e’ interrato sul lato Via Forcella e
che il Blocco NO e’ parzialmente interrato sul lato Via Camponeschi, e’
mantenuta la continuità della sola parete contro Via Forcella (7).
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
129
132. setto continuo dal
piano terra fino alla
sommità
dell’edificio
Via Forcella
Piano strada
7
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
Cortile
Piano strada
132
133. Configurazione sommità edificio
•
La conformazione della sommità dell’edificio, segue le indicazioni progettuali
precedenti riassunte in 8. In particolare:
– in 9 e’ prevista una cornice di sommità (cordolatura) realizzata principalmente da
travi in acciaio tipo IPE300 (disposte con l’anima in orizzontale) con alcune zone
rinforzate con travi in acciaio tipo IPE600; il coronamento così realizzato ha lo
scopo di connettere efficacemente le teste delle varie pareti murarie,
garantendone un comportamento coerente d’insieme;
– questo coronamento principale, si integra con una serie di elementi trasversali,
in particolare sui Blocchi NO e SE, composto come mostrato in 10 dai correnti
inferiori delle capriate in legno che costituiscono il tetto; queste capriate tramite i
loro correnti inferiori, costituiscono quindi parte integrante del sistema di
coronamento e connessione della sommità dell’edificio;
– tale insieme di travi in acciaio e legno, risulta nel complesso efficace e leggero,
essendo inoltre la parte composta da profilati in acciaio invisibile perché
innestata nella muratura e quella in vista in legno naturalmente comprensibile ed
apprezzabile per tradizione.
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
133
137. Coronamento principale
con profilati in acciaio
Completamento con
coronamento secondario
con travature in legno
o tiranti capriate
francesco.petrini@uniroma1.it
137
138. Coronamento principale
con profilati in acciaio
Completamento con
coronamento secondario
con travature in legno
o tiranti capriate
Palazzo Camponeschi - FB
francesco.petrini@uniroma1.it ,
138
142. Incatenamenti
•
•
•
•
•
•
Gli incatenamenti trasversali (in rosso) sono disposti nel sottofondo del
primo piano (sopra i riempimenti delle volte del piano terra) e nel sottofondo
del secondo piano. Sono costituiti da due barre Φ20 mm di acciaio B450C o
simile.
Gli incatenamenti trasversali avvolgono quelli longitudinali: questi ultimi sono
costituiti da una barra Φ26 mm di acciaio B450C o simile (in viola) in
opportuni collegamenti (zone in arancione). Alternativamente ove possibile,
sono da utilizzare nastri in acciaio di caratteristiche equivalenti.
Queste zone di collegamento realizzate con piastre in acciaio S235 di
spessore 20 mm opportunamente sagomate sono disposte il più possibile
vicino la faccia esterna del muro longitudinale.
All’ultimo livello, in sommità ai muri longitudinali, sono disposte delle travi
metalliche (IPE300) che svolgono il ruolo di cordoli e tiranti. Sui lati
trasversali estremi dell’edificio minore (lato Nord) sono disposte travi in
acciaio di dimensioni maggiori (IPE600).
Le travi metalliche sono collegate trasversalmente dai correnti inferiori (in
marrone) delle capriate che lavorano sia a trazione, sia a compressione.
Accanto a questi incatenamenti principali, sono previsti connessioni minori
ma diffuse tra tutti i solai e le pareti (pallini in viola).
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
142
143. Incatenamenti delle volte nord e nel
lato del piano terra)
nel sottofondo del primo piano (sopra i riempimenti
sottofondo del secondo piano
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143
144. Incatenamenti: piano secondo
TRAVE ACCIAIO
SOMMITA’
CORRENTE
INFERIORE
CAPRIATA IN
LEGNO
PIASTRE DI
DIFFUSIONE
CATENA
TRASVERSALE
CATENA
LONGITUDINALE
144
145. Incatenamenti delle volte del piano terra) e nel
lato sud
nel sottofondo del primo piano (sopra i riempimenti
sottofondo del secondo piano
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
145
154. Iniezioni e rinforzi in rete
• In 1 e 2, in azzurro e’ dove si prevede la disposizione di
rinforzo continuo in forma rete di basalto. Nelle zone
tratteggiate, la disposizione dipende localmente dalla
presenza di aperture. Sul lato di Via Camponeschi si deve
tenere in conto la pendenza della strada.
• Le reti sui due lati del muro devono essere connessi con barre
con estremità sfiocchettate in numero di 4 al mq.
• Le zone retinate in blu sono da pensare trattate con iniezione.
• Le fasce in azzurro in 3, 4 e 5, disposte orizzontalmente
sono le principali, devono essere trattenute (avvolte) dagli
incatenamenti trasversali. A loro volta, queste fasce orizzontali
sono sovrapposte (avvolgono) le fasce verticali secondarie.
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
154
155. Piano terra
rinforzo continuo in forma rete di basalto
iniezione
1
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
155
156. Primo e secondo piano
rinforzo continuo in forma rete di basalto
2
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
156
167. BASI DEL PROGETTO (2)
Parametri per le verifiche
strutturali
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
167
168. IL PROCESSO LOGICO DEL PROGETTO DI ADEGUAMENTO
•
Conoscenza
Geometria
Caratteristiche dei materiali
Condizioni di conservazione
•
Definizione delle prestazioni richieste
Sismicità dell’area
Destinazione d’uso
Livello di protezione richiesto/accettato
•
Valutazione della struttura esistente
Definizione del modello
Analisi sismica
Verifica di sicurezza
•
Progetto di adeguamento
Scelta in relazione a vincoli e prestazioni richieste
Dimensionamento dell’intervento
•
Valutazione della struttura adeguata
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
168
169. Domanda: Azione Sismica
NTC 2008 §2.4.1.
Vita nominale
NTC 2008 §2.4.2.
Classe d’uso
NTC 2008 §2.4.3.
C8.7.1.2
Periodo di riferimento per l’azione
sismica
Longitudine
Latitudine
Categoria di suolo
Coefficiente di amplificazione
topografico
Fattore di struttura
aSLV / g
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
VN = 50 anni
Classe III: Costruzioni il cui uso
preveda affollamenti
significativi
VR = VN ⋅CU =
= 50 ⋅1.5 = 75 anni
13.422 EST
42.535 NORD
B
ST = 1
q = 1.5 ⋅ 1.5 = 2.25
(edificio non regolare in altezza
e αU / αE = 1.5)
0.35
169
171. Capacita’: valori di progetto
caratteristiche meccaniche
muratura
Caratteristica
meccanica
(MPa)
Resistenza a
compressione
della muratura
Resistenza a
taglio della
muratura
Riduzione
per nucleo
ampio e
scadente
Incremento
per
connessione
trasversale
Incremento
per iniezione
di miscele
leganti
Valore
medio
Valore
caratteristico
Valore
di
progetto
1.40
1.22
0.61
0.55
0.82
1.64
0.26
0.23
0.11
0.10
0.15
0.31
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
171
172. Fattore di confidenza: FC=1.15
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
172
175. Altri materiali
• Acciaio per laminati S235
– fyk = 235 MPa
– fyd = 205 MPa
– Es = 200000 MPa
• Acciaio per barre B450C
– fyk = 450 MPa
– fyd = 390 MPa
– Es = 200000 MPa
• Rete in basalto
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
175
176. CARICHI VERTICALI
Analisi in campo lineare
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
176
177. Esistente: carichi verticali (1)
Nelle zone in grigio,
si supera la resistenza
a compressione
della muratura
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
Le zone in cui
si supera la
resistenza a
compression
e sono
estese e
collegate
VISTA DAVANTI
177
179. Proposta: carichi verticali (1bis)
Nelle zone in azzurro
necessitano
connessioni trasversali
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
Nelle zone in blu
necessitano iniezione
di miscele leganti
179
180. Esistente: carichi verticali (2)
VISTA DIETRO
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
Nelle zone in grigio,
si supera la resistenza
a compressione
della muratura
180
182. Proposta: carichi verticali (2bis)
Non e’
evidenziata la
necessità di
iniezioni nelle
Pareti esterne
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
182
183. Proposta: carichi verticali (2tris)
Si nota la
necessità di
iniezioni nei
maschi interni
VISTA DIETRO
SENZA PARETI ESTERNE
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
Nelle zone in blu
necessitano iniezione
di miscele leganti
183
184. Proposta: carichi verticali (2tris)
Si nota la
necessità di
iniezioni nei
maschi interni
VISTA DIETRO
SENZA PARETI ESTERNE
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
Nelle zone in blu
necessitano iniezione
di miscele leganti
184
185. Esistente: carichi verticali (3)
VISTA DA SOTTO
Nelle zone in grigio,
si supera la resistenza
a compressione
della muratura
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
Le zone in cui
si supera la
resistenza a
compression
e sono
estese e
collegate
185
187. Proposta: carichi verticali (3bis)
Nelle zone in azzurro
necessitano
connessioni trasversali
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
Nelle zone in blu
necessitano iniezione
di miscele leganti
187
188. AZIONE SISMICA
Analisi in campo lineare
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
188
189. Esistente: sisma direzione Y (1)
Nelle zone in grigio,
si supera la resistenza
a compressione
della muratura
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
Le zone in cui
si supera la
resistenza a
compression
e sono
estese e
collegate
VISTA DAVANTI
189
190. Proposta: sisma direzione Y (1)
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
190
191. Proposta: sisma direzione Y (1f)
analisi
non lineare
L’efficacia della rete di rinforzo,
specie nella parte in alto dell’edificio,
e’ mostrata da uno stato tensionale di trazione
significativo con valori intorno a 10 -30 MPa.
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
191
192. Proposta: sisma direzione Y (1ff)
analisi
non lineare
La rete di rinforzo,
specie nella parte in alto dell’edificio,
si fa carico delle trazioni di trazioni (in bianco)
che superano la capacità della muratura.
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
192
193. Proposta: sisma direzione Y (1f)
analisi
non lineare
Con l’azione nell’altro verso,
lo stato tensionale delle fibre orizzontali
si allevia.
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
193
194. Proposta: sisma direzione -Y (1ff)
analisi
non lineare
Con azione sismica nell’altro verso,
le fibre verticali acquistano un ruolo maggiore.
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
194
195. Proposta: sisma direzione Y (1bis)
Nelle zone in azzurro
necessitano
connessioni trasversali
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
Nelle zone in blu
necessitano iniezione
di miscele leganti
195
196. Esistente: sisma direzione Y (2)
VISTA DIETRO
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
Nelle zone in grigio,
si supera la resistenza
a compressione
della muratura
196
197. Proposta: sisma direzione Y (2)
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
197
198. Proposta: sisma direzione Y (2)
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
198
199. Proposta: sisma direzione Y (2bis)
Non e’
evidenziata la
necessità di
iniezioni nelle
Pareti esterne
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
199
200. Proposta: sisma direzione Y (2tris)
Si nota la
necessità di
iniezioni nei
maschi interni
VISTA DIETRO
SENZA PARETI ESTERNE
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
Nelle zone in blu
necessitano iniezione
di miscele leganti
200
201. Esistente: sisma direzione Y (3)
VISTA DA SOTTO
Nelle zone in grigio,
si supera la resistenza
a compressione
della muratura
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
Le zone in cui
si supera la
resistenza a
compression
e sono
estese e
collegate
201
202. Proposta: sisma direzione Y (3)
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
202
203. Proposta: sisma direzione Y (3bis)
Nelle zone in azzurro
necessitano
connessioni trasversali
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
Nelle zone in blu
necessitano iniezione
di miscele leganti
203
204. Esistente: sisma direzione Y (4)
Spostamento massimo:
3.0 cm
(amplificazione nel disegno = 50)
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
204
205. Proposta: sisma direzione Y (4)
Spostamento massimo:
2.6 cm
(amplificazione nel disegno = 50)
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
205
206. Esistente: sisma direzione X
Spostamento massimo:
2.5 cm
(amplificazione nel disegno = 50)
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
206
207. Proposta: sisma direzione X
Spostamento massimo:
2.5 cm
(amplificazione nel disegno = 50)
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
207
211. SOMMARIO
• Richiami di progettazione sismica e Performance-Based Earthquake
Engineering (PBEE)
o Importanza del comportamento dissipativo
o Il caso delle strutture controventate in acciaio
o Una visione più ampia tramite il PBEE
• Adeguamento sismico
o Elementi normativi
o Concetti generali
o Interventi su strutture in cemento armato
o Metodo di analisi e verifica dell’adeguamento
o Interventi su strutture in muratura
• Caso applicativo
o Adeguamento sismico di un edificio storico in mutatura
francesco.petrini@uniroma1.it , francesco.petrini@stronger2012.com
211
212.
213. StroNGER S.r.l.
Research Spin-off for Structures of the Next Generation:
Energy Harvesting and Resilience
Roma – Milano – Terni – Atene - Nice Cote Azur
Sede operativa: Via Giacomo Peroni 442-444, Tecnopolo Tiburtino,
00131 Roma (ITALY) - info@stronger2012.com
213