Presentazione alla conferenza: Dipendenze Patologiche e sessualità: alla ricerca del piacere perduto (o mai avuto), Società Italiana Tossicodipendenze, Sezione Lazio
1. CRAVING, PENSIERO
DESIDERANTE, SESSUALITÀ:
MODELLI DI INTERVENTO
PSICOTERAPEUTICO
Gabriele Caselli PhD
Psicologo, Psicoterapeuta
Studi Cognitivi, Milano, Italy
London South Bank Univerisity, London, UK
Università di Pavia
E-Mail: g.caselli@studicognitivi.net
2. Marcantonio M. Spada
Sandra Sassaroli
Giovanni M. Ruggiero
Daniela Rebecchi
Chiara Manfredi
Francesca Martino
Antonella Gemelli
Bruce Fernie
Ana Nikcevic
Adrian Wells
RESEARCH GROUP
3. Stato mentale di deprivazione e craving
Percezione di scarso controllo sul proprio comportamento
Ricerca di regolazione cognitivo-affettiva attraverso
l’alterazione della coscienza
Ingaggio nell’attività in modo eccessivo e disregolato
nonostante parziale consapevolezza delle conseguenze
negative
ASPETTI COMUNI NELLE DIPENDENZE
PATOLOGICHE
4. Omologazione dei criteri
Scomparsa distinzione tra Abuso e
Dipendenza
Introduzione del criterio di Craving
4. Craving, or a strong desire or urge to use
DSM-V
5. Differenze associate alle caratteristiche delle singole
sostanze o comportamenti (e peculiari effetti su Sistema
Nervoso Centrale)
Somiglianze delle dipendenze come problema di regolazione
del desiderio
Craving come componente transdiagnostica
IMPLICAZIONI
6. • Esperienza soggettiva che motiva la
persona a raggiungere un oggetto
desiderato allo scopo di ottenere i suoi
effetti piacevoli (Marlatt, 1987)
• Ha un ruolo cruciale nello sviluppo e
nella ricadutadella dipendenza
patologica (Ludwig & Wikler, 1974;
Flannery et al., 2003; Gordon et al.,
2006)
• È un’esperienza qualitativamente
simile per un ampia gamma di sostanze
e attività (e.g. Castellani & Rugle,
1995; Field et al., 2008; May et al.,
2004; Moreno et al., 2009)
• Qualitativamente simile alla comune
esperienza del desiderio (Kavanagh,
Andrade & May, 2004).
CRAVING
Desiderio
Craving
7.
8. Quale meccanismo media il rapporto tra una comune
esperienza di desiderio e lo stato di craving con percezione di
scarso controllo?
Esplorazione qualitativa (profilo metacognitivo,
Wells&Matthews, 1994) dell’esperienza di craving (Caselli &
Spada 2010)
24 soggetti non appartenenti a popolazione clinica
24 soggetti con dipendenza psicologica
4 diversi target (alcool, cibo, gioco d’azzardo, tabacco)
La discriminante più forte è il modo in cui reagiscono
mentalmente alla sensazione di desiderio che emerge nella
coscienza (wish)
QUALE MECCANISMO
9. 1. Esposizione a stimoli
condizionati (interni o
esterni) genera associazioni
sotto soglia della coscienza
2. Le associazioni rompono la
soglia della coscienza (es:
pensieri intrusivi, ricordi,
senso di deprivazione)
3. L’intrusione può essere
volontariamente elaborata
(pensiero desiderante)
4. Escalation della
deprivazione (fame) e
craving
ELABORATED-INTRUSION THEORY OF
DESIRE (KAVANAGH ET AL., 2005)
10. Processo volontario di elaborazione di informazioni e ricordi
relativi all’esperienza di assunzione di una sostanza o ingaggio
in un’attività e ai suoi effetti positivi (Caselli & Spada, 2010;
2011)
Quando il desiderio viene avvertito sotto forma di impulsi,
sensazioni corporee, ricordi o immagini mentali gli individui con
disturbo da dipendenza psicologica si ingaggiano in una attività
mentale volontaria focalizzata sul desiderio il ché alimenta
stress e craving
PENSIERO DESIDERANTE
(COME PENSIAMO AI DESIDERI)
11. Il PD può essere un abitudine automatica (overlearned), la
persona può non essere pienamente consapevole di attuarlo
(ridotta consapevolezza metacognitiva)
L’automatismo nel tempo produce la percezione di scarso
controllo (appraisal metacognitivo)
‘non posso fare a meno di pensarci’.
Importanza di distinguere la sensazione di desiderio dal
successivo ingaggio nel pensiero desiderante.
CARATTERISTICHE DEL PENSIERO
DESIDERANTE
12. Imaginal Prefiguration
Focalizzazione immaginativa multisensoriale sulle sensazioni
gratificanti che si potrebbero provare o vivere (es. fantasticherie
erotiche)
Verbal Perseveration
Dialogo ripetitivo interno relativo al desiderio, alle ragioni valide per
cercare di soddisfarlo e la pianificazione delle strategie che
permetterebbero di realizzarlo ora.
COMPONENTI DEL PENSIERO DESIDERANTE
13. • Nel breve periodo il PD aiuta a gestire stati mentali negativi
spostando l’attenzione e il pensiero lontano da questi e
focalizzandosi su emozioni e sensazioni positive connesse al
target o generando sensazioni virtuali di piacere
• Nel medio-lungo periodo il PD produce un escalation del
craving dal momento che l’oggetto desiderato continua a
essere immaginato ma non raggiunto. Il comportamento
discontrollato può essere l’esito per uscire da questa
escalation stressante.
• Non è una buona idea fantasticare o ragionare troppo su
scelte che non si possono o non si vogliono compiere
CONSEGUENZE DEL PENSIERO DESIDERANTE
15. • PD è presente come antecedente in episodi di ricaduta per diversi tipi
di dipendenze (Caselli & Spada, 2010)
• PD è discrimina in modo significativo bevitori sociali da alcool-
dipendenti annullando l’effetto discriminatorio di ansia, craving e
depressione (Caselli et al., 2012)
• PD predice uso di alcool, tabacco, gioco d’azzardo, internet in un
campioni clinici (Caselli & Spada, 2011; Caselli et al., 2012; Spada et
al., 2014; Fernie et al., 2014)
• L’induzione di pensiero desiderante produce incremento di craving in
popolazioni non-cliniche che viene incubato per almeno tre giorni
(Caselli et al., 2013)
• Il pensiero desiderante predice il consumo di alcool indipendentemente
da disregolazione emotiva in soggetti con Disturbo da Uso di Alcool
(Caselli et al., in press)
EVIDENZE
16. Studio esplorativo e correlazionale su soggetti reclutati dalla
comunità con livello di percezione di scarso controllo sugli
impulsi sessuali (Spinazzi et al., 2010; N=70)
Variabili
Livello di eccitazione quando esposto a immagini sessuali
Preoccupazione per i propri impulsi sessuali
Giudizio negativo (disgusto) verso i propri impulsi sessuali
Ansia e Depressione
Pensiero Desiderante
Discontrollo del comportamento sessuale (Compulsive Sexual
Behaviour Inventory)
PENSIERO DESIDERANTE E SESSUALITÀ
17. Discontrollo
Sessuale
PD - Verbal Perseveration ,535**
PD - Imaginal Prefiguration ,289*
Ansia ,192
Depressione ,072
Eccitabilità ,290*
Preoccupazione per Impulsi ,536**
Giudizio Negativo su Impulsi ,512**
RISULTATI
Modello Beta t Sig.
1 (Costante) 2,795 ,007
Giudizio Negativo su Impulsi ,240 2,125 ,037
Preoccupazione per Impulsi ,270 2,242 ,028
Eccitabilità -,001 -,012 ,990
PD - Verbal Perseveration ,298 2,704 ,009
PD - Imaginal Prefiguration ,104 ,951 ,345
Correlazione Analisi di Regressione
(Adj.R2=46%)
Dati preliminari suggeriscono il potenziale ruolo del pensiero desiderante (e
altre strategie di controllo degli impulsi) su comportamento sessuale
discontrollato
18. Tutte le psicoterapie per le dipendenza psicologica offrono
risultati modesti, sensibili alla ricaduta, ugualmente
significativi (es. Project Match, 1997)
Terapia Cognitivo-Comportamentale
Colloquio Motivazionale
Modello dei 12 passi (AA)
Recente sviluppo di nuovi modelli transdiagnostici che sono
centrati su pratica di Mindfulness (meditazione), Accettazione
e Motivazione al Cambiamento
Potenziale utilità di interventi psicoterapeutici che mirino a
ridurre il pensiero desiderante.
NECESSITÀ CLINICHE
19. Il problema non è il desiderio ma il modo in cui rispondiamo al
desiderio
Il pensiero desiderante come stile di pensiero è
controproducente se attivato rispetto a obiettivi dannosi oppure
che non vogliamo realmente raggiungere oppure allo scopo di
regolare stati interni di disagio
Aumentare la consapevolezza metacognitiva: la decisione è stata
già presa, è possibile rimandare ogni successiva elaborazione.
Spostare l’intervento sul modo in cui la persona reagisce ai
desideri, identificando e riducendo stili di pensiero dannosi
(Wells, 2008, Spada, Caselli & Wells, 2013)
MESSAGGI CLINICI
20. Assessment: raccogliere informazioni su esperienza
di desiderio difficile da controllare e su pensiero
desiderante
Incremento consapevolezza metacognitiva
(monitoraggio della tendenza a finire nel pensiero
desiderante)
Ridurre il pensiero desiderante attraverso
Applicazione di brevi esercizi di mindfulness
Esercizi di modulazione dell’attenzione
INTERVENTI CLINICI
21. DESIRES DON’T MATTER, BUT
RESPONSE TO THEM DOES
Dr. Gabriele Caselli
Studi Cognitivi, Modena, Italy
London South Bank University, London, UK
g.caselli@studicognitivi.net
Editor's Notes
EI-Theory suggested that the duration, frequency and intensity of craving, as a primarily affective and subjective response, may be the result of the combination of conditioned (automatic) and voluntary (controlled) cognitive processes. According to the EI theory a variety of external and internal triggers lead to the activation of automatic associations that contain information about a desired target or activity (e.g. its positive consequences or a felt sense of deprivation). This cognitive activity run below the threshold of awareness and does not any specific consequences until associations break through into awareness and they are perceive as spontaneous and intrusive thoughts and may induce craving, an initial immediate sensation of reward or relief as there would be if the substance were actually being used (Bywaters, Andrade & Turpin, 2004; Witvliet & Vrana, 1995). The EI-Theory is presented in figure 1.