Architettura civile a Caltanissetta: da città Contea a Substrato-Periferico
1. Architettura civile a Caltanissetta:
da città Contea a Substrato-Periferico
salvatore gumina arch.
Il brutto si è esteso a tal punto da apparire come
condizione ordinaria delle nostre vite
………. una bellezza tutta concentrata sul corpo,
sull’abbigliamento e sugli oggetti intesi come
estensione dell’io………. raffigurando quel penoso
spettacolo del mondo come smisurata selezione di
merci …………
Dialoghi D’Alchimia 27/07/2018
Parrocchia San Giuseppe Caltanissetta
2. Esperimento di Asch sul conformismo. (Illustrazione tratta dal libro di Marcello Sèstito “Corpo e Architettura o de Humani fabrica)
salvatore gumina arch.
Evoluzione della città MEDIEVALE – INDUSTRIALE – SUBSTRATO PERIFERICO (Immagini di repertorio)
3. salvatore gumina arch.
La città del XVI secolo veniva generata in
origine con un’idea di limite:finitezza e
misura definite dalle relazioni comunitarie.
L’abitare condiviso era la matrice stessa
della città, con un livello di appartenenza e
condivisione su base territoriale (la
parrocchia e il quartiere), oltre al dualismo
quartiere e città, la città premetropolitana
nel mondo cristiano presentava altre coppie
aventi forza costitutiva:
-Il coesistere di religio connessa al culto;
- La stretta integrazione di pubblico e
privato tanto nell’urbs quanto nella civitas
(come lo sono il sistema sanguigno e il resto
del corpo umano), è illuminante il termine
contrada (cum-strada) sta ad indicare il
concrescere del quartiere attorno a una
strada parte essenziale dell’armatura
primaria del sistema degli spazi aperti
pubblici, luoghi per eccellenza delle
relazioni sociali;
-Il coesistere di tessuto abitativo e di edificio
monumentale;
-Il coesistere, in stretto rapporto, di città e
campagna.
Caltanissetta nel XVI secolo (Immagine tratta dal libro “Storia di Caltanissetta” scritto da Luigi Santagati Ed. Lussografica)
4. salvatore gumina arch.
A Caltanissetta all’epoca, come nella stragrande maggioranza delle città per un ampio arco temporale l’abitare è
stato intimamente legato all’agricoltura, fonte primaria, anche se non esclusiva di “virtù nutritiva”. La riduzione
dell’abitare a funzione (un processo che si è consumato soprattutto nell’ultimo secolo) spiega perché i passaggi
agrari e i passaggi urbani siano stati interessati da una crisi concomitante. Inoltre le case si affacciavano sulla
strada della città cristiana e parlavano con gli spazi pubblici interagivano, questo perché la casa fonda la sua
natura sull’equilibrio tra introversione ed estroversione , essendo un organismo che sia pure in modo sublimato si
comporta come persona (e’ fonte di sguardi che contribuiscono a strutturare l’invaso della strada). La Caltanissetta
dell’epoca (come le altre cittadine) è stata un modo di organizzare l’habitat che, pur in un succedersi di vicende
travagliate , ha dimostrato la sua superiorità rispetto ad altri modi, su più fronti : sicurezza, cultura, libertà.
Caltanissetta era il concreto luogo fisico in cui l’edificio sorgeva , in cui le relazioni comunitarie strutturandosi
prendevano corpo i luoghi e i passaggi. La città del XVI secolo rimane nei ricordi visitandola anche per gli aspetti
cromatici e i colori come il tufo per Caltanissetta. Anche a Palermo la pietra Billiemi dà il meglio di sé nella
seicentesca piazza Vigliena o “ Quattro Canti” o “Teatro del Sole” perché uno dei suoi lati dall’alba al tramonto è
sempre illuminato, dove il grigio del brecciato scuro è il fondo da cui possono uscire, quanto mai squillanti, le note
dei marmi bianchi delle statue e degli stemmi e il grigio-blue delle fontane e delle colonne.
Caltanissetta , salita Matteotti
5. L’INFLUENZA NEI DINTORNI DI CALTANISSETTA DEI
CANTONI/TESTATE D’ANGOLO
I QUATTRO CANTI O TEATRO DEL SOLE - PALERMO
Nome di una piazza all'incrocio dei due principali assi viari : la
via Maqueda e il Cassaro, oggi Via Vittorio Emanuele
(antica via di origine fenicia, collegante l'acropoli e il palazzo
dei Normanni al mare).
Apparati decorativi che delimitano le spazio dell’incrocio
I QUATTRO CANTI – CATANIA
I Quattro Canti sono costituiti dall'incrocio della via Etnea
con la via Antonino di S.Giuliano
ELEMENTI COSTITUENTI LE CITTA’ DEL XVI SECOLO IN POI …. PIAZZE E TESTATE D’ANGOLO
6. I QUATTRO CANTI A CALTANISSETTA
A mio modesto parere posso attribuire all’incrocio degli assi Viari :
Via San Domenico - Via Natale – Via Medina i nostri quattro canti………
7. RITORNANDO AL CASSARO
(residenza di famiglie aristocratiche- strada che porta al castello)
PALERMO – VIA VITTORIO EMANUELE
CALTANISSETTA – VIA B. GAETANI
8. PASSEGGIANDO …….. ANALIZZIAMO
…………..UNA TESTATA D’ANGOLO
Tra le più suggestive è la testata d’angolo ubicata in Via B. Gaetani
realizzata intorno al XIX secolo, l’occhio inesperto potrebbe
accostarlo al XVIII secolo . Questo dimostra che le maestranze e le
committenze Nissene dell’epoca erano attardate, perchè
utilizzavano come schema quello del XVIII secolo applicato nelle
testate del Convento di San Domenico ad angolo convesso.
Realizzata in tufo di Sabucina, mostrando un controsenso stilistico
con le mensole dei balconi dello stesso fabbricato. Evidenziando
così che le mensole erano state progettate per rivestirle
successivamente con intonaco, cosa non prevista per la testata
perché realizzata con pietra intagliata. Giustificando così
l’attribuzione del secolo di realizzazione. La testata in oggetto ad
angolo convesso assolve al problema della connessione tra piani di
facciata concorrenti, grazie all’assoluta continuità della particolare
forma ad angolo convesso . L’elegante intaglio precede un pesante
cornicione aggettante, il suo disegno frutto dalle maestranze locali,
denota un contesto stilistico culturalmente attardato. Da precisare
che alcune testate d’angolo ubicate in varie arterie cittadine e
soprattutto in Via B. Gaetani mostrano a vista la sottofondazione,
risultato ottenuto dalla riduzione di quota del livello stradale. Via
B. Gaetani “u cassariddu” oggi si mostra ricca di testate d’angolo
stilisticamente apprezabili, questo a supporto che tale arteria viaria
era un tempo residenza di famiglie aristocratiche.
31. Caltanissetta nel 1850 circa (Immagine tratta dal libro “Storia di Caltanissetta” scritto da Luigi
Santagati Ed. Lussografica)
Dal 1816 si segna un momento
importante per la città di Caltanissetta in
quanto (“grazie ai buoni uffici” di
Tumminelli e Benintendi) Caltanissetta
viene elevata al rango di Capovalle,
assumendo una posizione privilegiata per
la sua economia. In quanto alle
canoniche voci della cerealicoltura
prima e dello zolfo poi se ne aggiunge
una terza il reddito del pubblico impiego.
Il tutto è tradotto nella crescita della
qualità architettonica, mostrando
pubblicamente lo status symbol
raggiunto. Le famiglie per esibire ai
cittadini la loro crescita economica, “che
non necessariamente era quella
culturale” ostentavano la nuova
situazione con innesti architettonici più
qualificati”. Si porta all’attenzione
inoltre la mortificazione avvenuta nel
nostro centro storico con sopraelevazioni
a carattere di superfetazione.
Ampliamenti causati dal repentino
cambio di stile di vita consistente nello
sviluppo del fabbisogno abitativo e nel
cambio di abitudini igienico-sanitarie,
dimostrato anche dalla nascita della
tasca luogo dove veniva allocato il
“retrè”(termine usato in Sicilia per
indicare il cesso). L’esisto finale ha reso
l’abitato non più a misura d’uomo con la
conseguente perdita di luminosità degli
assi viari. Gli innesti architettonici sopra
menzionati consistevano nella
Direttrici con forza centrifuga per espansione dell’edificato
(NOTA I NOSTRI “QUATTRO CANTI” non sono più al nucleo della città)
32. “Il portone signorile incastrato in
mezzo a facciate da catapecchie”
Tratto dal Mastro Don Gesualdo di Giovanni Verga
33. LA PORTA DEI LEONI
Micene - Grecia
IL PORTALE IERI
66. IL PORTALE OGGI …….. O ALMENO LO SPEREREI ………
LA STELLA
Nuova Gibellina (TP)
67. Dal quel momento il mondo si è riempito di brutture come mai in precedenza. Lo stravagante, il vacuo e il mostruoso
tengono banco negli spazi che si liberano nella città compatta riducendo i contesti urbani a retrobottega della scena
mediatica, mentre altre e ancor più estese manifestazioni del brutto proliferano nelle immense periferie metropolitane,
all’insegna del banale e dell’insulso. Il legame fra città e bellezza entra in crisi quando la scena urbana cessa di essere
il teatro primario su cui si misura e viene avvalorata l’egemonia sociale. Dal canto suo la pubblica amministrazione si
limita a vigilare burocraticamente sul rispetto del regolamento edilizio. Le città sono organismi viventi e i loro tessuti
possono presentare mutamenti . Inoltre in questi ultimi settanta anni si è andato alla ricerca di un’esasperata
estetizzazione del fisico (moda,chirurgia estetica, tatuaggi ecc.) e questo narcisismo oltre misura si è affermato
sopprimendo una volontà collettiva che cerca di rappresentarsi nelle città vedendo nella loro bellezza un elemento che
contribuisce a rendere la vita affascinante e degna di essere vissuta.
Nel dipinto di Umberto Boccioni “La strada entra nella casa” del 1911,
l’artista mette in scena una furia costruttiva che dissolve ogni intimità
dello spazio pubblico come quello domestico. E’ un immagine
premonitrice: ciò che seguirà non farà che mandare in frantumi l’idea
stessa di interno, un idea su cui fino ai primi del 1900 si erano basati
l’abitare e il costruire a da cui ancora oggi il progetto urbano non può
prescindere. La scena urbana delle città ha cominciato a cambiare
dopo la prima guerra mondiale e in modo dirompente dopo la seconda.
A valle di quest’ultimo spartiacque il mondo umanizzato è venuto
assumendo viepiù i caratteri di un immenso magazzino in cui gli edifici
sono affastellati come oggetti sradicati (salvo l’ancoraggio delle reti)
che non concorrono più a costituire luoghi. Emergono due paradossi :
-Estetica esasperata per ciò che riguarda il corpo, l’abbigliamento, gli
oggetti posseduti, si assiste alla crescente bruttezza del mondo;
-Speculazione edilizia incontrollata che determina la caduta di qualità
urbana degli insediamenti.
68. Caltanissetta nel 1940 circa (Immagine tratta dal libro “Storia di Caltanissetta”
scritto da Luigi Santagati Ed. Lussografica)
La città inizia a conformarsi migliorando lo stato sociale
espandendosi sempre più ma senza avere una regola ben
precisa , si edifica ampliando anche in elevazione
l’esistente arrecando come detto prima elevazioni a
carattere di superfetazione imbruttendo l’abitato storico.
Le direttrici di espansione seguono Via Colajanni, Via
Palmintelli crescendo a Sud-Ovest L’edilizia popolare fa
da padrona come le costruzioni del Villaggio Santa
Barbara, Viale Sicilia e Via Trieste. In relazione alla
bruttezza dell’abitato vorrei brevemente citare un
romanzo scritto da Elio Vittorini tra il 1952-1956 “Le
città del mondo”, il lettore viene fatto viaggiare al
seguito di quattro coppie che percorrono la regione in
lungo e largo : un padre e un figlio pastori, una vecchia
prostituta a cui si unisce una giovane apprendista, un
padre con un figlioletto ed infine due amanti in fuga.
L’autore si concentra maggiormente sul padre e figlio
pastori e sulle piccole-medie città. I due pastori che con
il gregge si muovono lungo itinerari della Sicilia , di
fronte allo spettacolo della città di Scicli, Rosario (figlio)
chiama il padre dicendo: E’ la più bella città che abbiamo
mai vista. ….
-(…..) Forse è la più bella città del mondo. E la gente è
contenta nelle città che sono belle.
-(…..) E si capisce che sia contenta. Ha belle strade e belle
piazze in cui passeggiare, ha magnifici abbeveratoi per
abbeverarvi le bestie ha belle case per tornarvi la sera , e ha
tutto il resto che ha, ed è bella gente.
-(…..) Nelle città brutte (……) la gente è anche cattiva.
Abbiamo visto Licata come ci guardavano male con quei ceffi
che hanno sempre avvolti in uno sciallaccio nero e coperti di
barba. E l’abbiamo visto ad Alimena. L’abbiamo visto a
Resuttano. L’abbiamo visto nei paesi delle zolfare. La gente è
disgraziata nei posti così, non ha nulla di cui rallegrarsi,
nulla mai che la faccia un po’ contenta, e allora è per forza
Direttrici con forza centrifuga per espansione dell’edificato
(NOTA I NOSTRI “QUATTRO CANTI” non sono più al nucleo
della città)
69. IL PORTALE OGGI
(Immagine tratta dal web)
L’attuale accesso alle città ………… ai sub-strati periferici … per meglio dire ……...………………………..
STIAMO ASSISTENDO ALL’ESTIZIONE DELLA CITTA’ …… PER DAR VITA ALLA GLOBALIZZAZIONE INTERCONNESSA…..
E ASSISTIAMO ….. L’ ESTINZIONE DELL’UOMO … PER DAR VITA ALL’UOMO DISCIOLTO , APPIATTITO, DILUITO ANTICORPO
DEL TERZO MILLENNIO STANDARDIZZANDOSI
A CODICE A BARRE…………………………………… L’HOMO SAPIENS E’ SEMPRE MENO SAPIENS ………………..
70. Caltanissetta oggi si presenta
come tante altre città italiane i
quali progettisti hanno tentato di
stupire nell’ultimo trentennio a
qualsiasi costo come la
devastazione dei luoghi e la
cancellazione delle sensibilità,
non avendo rispetto delle future
generazioni mettendo in campo
progetti che hanno vincolato
eccessivamente le decisioni dell’
attuale generazione alla quale
andava garantito il diritto di
realizzare progetti ed edifici che
li rappresentino. Alcuni esempi di
tragedie urbane nella nostra città le
troviamo nelle cooperative e
nell’edilizia agevolata producendo
capannoni da abitazioni, privi di
qualità architettonica edilizia e privi
del nonché minimo rispetto delle
relazioni tra le parti limitrofe della
città. Percorrendo la nostra periferia
mi catapulto in una boutique di
scarpe “ per bacco il costruito mi
appare come tante scatole di
scarpe”, senza parlare delle
tonalità cromatiche passando dal
grigio al giallo al lilla e così
via……..quindi il visitatore che
colore porterà nella sua memoria
percorrendo la periferia di
Caltanissetta?
Caltanissetta oggi (Immagine tratta dal Web)
71. I primi centri urbani dei quali abbiamo notizia, situati al
centro di un'intensa opera di organizzazione del territorio,
erano situate in Mesopotamia, in Palestina, lungo il Nilo,
ed in Cina. Successivamente l'antica Grecia mise a punto,
durante la sua evoluzione culturale nel V secolo, un
modello urbano che ebbe molta importanza nella
successiva evoluzione dei modelli urbanistici. Il modello
romano fu erede degli schemi ortogonali greci e della
tradizione etrusca relativa alla fondazione delle nuove
città. A partire dal XII secolo, ma soprattutto tra XIII e
XIV secolo, sorsero in tutta Europa molti centri urbani di
"colonizzazione", al fine di popolare e controllare aree
rimaste in posizione marginale, ed in particolare alle aree
di pianura. Le città di fondazione rinascimentale sono
abbastanza lontane dai modelli schematicamente teorici,
anche se ugualmente caratterizzate dalla volontà di
determinare i rapporti spaziali geometricamente. Emerge
la necessità di vie più larghe e spazi pubblici regolari con
la ricerca di simmetria, caratterizzando l'accentramento di
potere nella figura del "Signore", committente e
mecenate, che determina la definizione urbanistica della
città. La città Barocca seguiva sempre uno schema
ortogonale ma con influenza radiocentrica grazie
all’influenza dei trattatisti rinascimentali. Con la
rivoluzione industriale, viene investita la struttura stessa
delle città e l'organizzazione urbana, producendo grandi
cambiamenti. Nelle città si assiste ai cambiamenti
maggiori, con l'incontrollata espansione in sobborghi non
pianificati che travolge l'immagine tradizionale della città
chiusa nel perimetro. Nel XX secolo si inizia a parlare di
città giardino ma tranne qualche concreta e riuscita
applicazione, il resto può considerarsi un susseguirsi di
insuccessi con l’arrivo delle periferie, alcune città più
importanti hanno annoverato il vanto di essere diventate
metropoli ed oggi si parla di post- metropoli. A mio
modesto parere anche il periodo della post-metropoli si
può considerare in estinzione. …….OGGI credo che il
presente e il prossimo futuro possa considerarsi un sub-
strato periferico (la periferia diventa un sottostrato al di
sotto dei collegamenti digitali).
Nell’ultimo trentennio si è modificata la città irreparabilmente.
Metropoli
Periferia
Città Medievale
Primo riparo- primi centri
urbani Mesopotamia e
Palestina
Post Metropoli
Sub strato periferico
(Caltanissetta oggi)
Città industriale
Cittàcontea-feudale
Città Rinascimentale
Città Greca –
Etrusca -- Romana
Città Barocca
72. Si assiste allo scivolamento dell’architettura verso il
messaggio pubblicitario, i progettisti sono sempre più
sollecitati a concorrere al bombardamento mediatico che
da qualche decennio investe non solo le periferie
metropolitane , ma la stessa città consolidata. Il risultato
è un mondo colonizzato da una disneyzzazione estesa
(servono bambinoni non cittadini) e i passaggi sono in
balia di esercizi narcisistici determinando una fiera delle
vanità. Le trasformazioni fisiche dei luoghi sono materia
per articoli giornalistici (sempre più trasferiti su internet)
prestandosi a conquistare l’attenzione momentanea dei
lettori e spettatori. Dove lo stupore non nasce dalla
bellezza ma dalla stravaganza e ovviamente a farne le
spese è anche il disegno urbano, i risultati sono luoghi
privi di senso della bellezza e incapaci di dialogare
anche tra loro. La disgregazione degli abitanti il
cosiddetto sprawl , evidenzia che oggi l’unico legante fra
gli organismi sono le reti (fibre ottiche, fognatura, acqua
ecc..).
Risposte significative non le troviamo in Italia ma in alcune
parti d’Europa come il caso di Barcellona con l’applicazione
del Policentrismo il quale si mette in campo una multifocalità
interconnessa intesa a fare città anche nelle periferie (sistema
di fulcri e di tramiti vitali innestati nella città). L’arte di
costruire città non può non misurarsi con la questione del
senso. Senso delle cose, senso della vita. In altri termini
nell’impresa di dare vita a insediamenti e luoghi urbani.
Bisogna un’attività che contrasti la disgregazione, regolando i
rapporti tra spazi pubblici e privati che perseguono i rapporti
interpersonali e sociali. La città deve tornare a essere un
motore dell’immaginario, capace di essere ospitale, di
generare narrazioni, di mettere in moto emozioni e sorprese.
E di educare alla vita e alla bellezza civile.
Caltanissetta oggi (Immagini tratte da google Earth con fotoritocchi)
73. Grazie per l’attenzione
Nel Romanzo del Verga “I Malavoglia”, Padron 'Ntoni dall’emozione di aver preso nuovamente
possesso della casa del nespolo, precedentemente persa per debiti muore, questo personaggio
rappresenta chiaramente quello che poteva essere un nostro nonno o bisnonno che tanto hanno
amato le loro case e i loro luoghi.
Oggi noi abbiamo lo stesso amore per i nostri luoghi le nostre case ?
abbiamo rispetto di quello che hanno tanto amato i nostri nonni ?
trasmetteremo seri valori ai nostri figli ?
.…………………………..visti i risultati credo di no.
“Ciò nonostante la città è indiscutibilmente da
cinquemila anni la più rilevante opera
realizzata dall’uomo ”