Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
L’arte nella preistoria
1. L’ARTE NELLA PREISTORIA
di A.M. VITALI
• Cosa si intende per arte preistorica?
• Perché l’arte nella preistoria?
• L’arte nel Paleolitico
• Graffiti e pittura nel paleolitico
• Scultura : le veneri preistoriche
• La grotta Chauvet
• La grotte di Lascaux
• La grotta di Altamira
• Anche noi nel Paleolitico
• L’arte nel Neolitico
• Architettura: i Megaliti
• Scultura : Incisioni rupestri
• Vasi ed anfore
2. Con il termine arte preistorica si intendono tutte quelle
manifestazioni artistiche appartenenti al periodo
preistorico, dal paleolitico fino all'età del bronzo.
Il periodo preistorico si snoda per circa un milione di anni
concludendosi con la comparsa della scrittura,
dividendosi in due principali periodi: Il paleolitico, il
neolitico ( a sua volta suddiviso in l'età del
rame/bronzo/ferro).
3. Nel periodo del Paleolitico l’arte è principalmente legata alla rappresentazione della vita
quotidiana, mentre successivamente nel Neolitico essa acquisisce scopi magici e
propiziatori, stabilendo così un contatto con la divinità.
In seguito, questo ruolo verrà affidato alla figura del sacerdote e l'arte assumerà un
valore maggiormente decorativo, sganciandosi dal mondo religioso
4. Perché l’arte nella preistoria?
• Nell’ansiosa e vana ricerca di dare
una spiegazione sia ai fenomeni della
natura che ai misteri della vita e della
morte, l’uomo preistorico attribuì
all’opera di potenze soprannaturali
quanto non riusciva a comprendere.
• Circondato da mille insidie, l’uomo
preistorico faceva riti per placare gli
spiriti che credeva gli fossero nemici o
per propiziarne preventivamente i
favori.
5. L’arte che scaturì perciò da questa esigenza, è da considerarsi una primitiva forma di
religione, in quanto in quell’epoca le forme d’arte non assumevano un valore decorativo o
estetico (cioè il piacere della visione dell’opera),
ma piuttosto avevano una forte componente legata alla magia e ai riti propiziatori:
rappresentare le prende da cacciare, realizzare statue di donne con grembi materni e seni
abbondanti, significava augurarsi di cacciare molte prede o di avere molti figli nella tribù!
L’ARTE NEL PALEOLITICO
6. A noi l’arte è arrivata per lo più composta da dipinti murali (in grotte e caverne) e
piccole sculture rappresentanti entità femminili.
Nei dipinti rupestri però non vediamo raffigurati quegli animali in grado di fornire carni,
pelli e grasso, come le renne che costituivano allora sino al 90% delle prede, ma
animali caratterizzati da un valore simbolico molto alto, ma a noi in gran parte
sconosciuto (bisonti, mammut, cavalli...).
Grotta di pech-merle
7. • Ma se grande attenzione
veniva concessa al ritratto
degli animali, per i quali
addirittura si disegnavano
sfruttando anche i contorni
naturali dei muri per dare
un'impressione di
tridimensionalità,
• assenti sono invece i riferimenti
naturalistici (fiori, alberi,
paesaggio...) e curiosamente
anche la figura umana era
spesso invece solo abbozzata,
priva di anatomia esatta.
8. Graffiti e Pittura
• Come già detto
precedentemente, tra i riti
propiziatori per la caccia,
vanno cercate le motivazioni
che spingono l’uomo
preistorico a disegnare nelle
caverne.
9. I ritrovamenti avvenuti sulle
pareti di alcune famose
caverne ci parlano di
raffigurazioni di scene di
caccia e più precisamente
di animali ancora vivi che
devono essere cacciati :
orsi, bisonti, mammut, cervi
e cinghiali.
più raramente sono
rappresentati in maniera
stilizzata figure
umane come stregoni,
cacciatori o donne
10. Le tecniche adottate dagli uomini preistorici per le realizzazioni di queste
espressioni artistiche erano principalmente
la Pittura rupestre e il Graffito, ma anche la tamponatura, lo spruzzo mediante
cannucce e lo stampo (una specie di timbratura).
11. • La pittura rupestre è realizzata sulla
pietra con i materiali naturali ( carbone,
minerali e terre) che gli uomini avevano a
disposizione; i colori pertanto risultano
quasi sempre sui toni del giallo, rosso, e
nero.
• Si ottenevano da tali sostanze minerali
ma anche vegetali, che dopo essere
state macinate e ridotte in polvere
(mediante lo sfregamento di pietre
levigate) venivano conservate in
conchiglie o ossa cave.
• I colori potevano essere usati a secco,
sfregati direttamente sulle rocce,
similmente agli odierni disegni a
carboncino o gessetto, o liquidi,
mescolati con acqua, oppure impastati
con grasso animale e sangue, applicati
con le dita o con pennelli fatti con
piume, peli, fibre vegetali, bastoncini
appuntiti (pittura vera e propria).
La conservazione di questi dipinti è dovuta
all’umidità della roccia:
l’evaporazione consente la cristallizzazione dei
carbonati in un naturale processo di fissaggio dei
colori.
12. Il graffito, come dice la parola stessa, consiste nel graffiare la roccia
con pietre appuntite e tracciare i contorni della figura da disegnare.
Un procedimento a metà tra il disegno e la scultura.
I contorni delle figure potevano essere anche colorati.
Incisioni: Cavallo del caviglione.
Grotta dei Balzi Rossi. Ventimiglia Liguria
Incisioni: Grotta di Cussac
13. SCULTURA:
LE VENERI PREISTORICHE
Come abbiamo accennato, una tra le prime
forme artistiche della Preistoria, a partire dal
Paleolitico fino oltre il Neolitico, sono le cosiddette
Veneri preistoriche.
Si tratta di statuette femminili di piccole dimensioni,
tra i 10 e 25 centimetri, scolpite e incise in materiali
come corno, osso, avorio, pietra tenera, come
calcare e steatite( quest’ultima è un minerale
molto simile al gesso e facilmente lavorabile)
lavorate con una pietra acuminata.
Venere di Lespugue
(Francia: Grotta des Rideaux)
14. Molte di queste statuette sono
state ritrovate in Europa, in
Austria, ma anche in Francia,
in Italia centro-settentrionale
nel modenese, come ad
esempio la Venere di
Savignano, e in generale
anche in altre zone
dell’Europa continentale.
Esse sono la testimonianza di
un genere scultoreo piuttosto
diffuso.
Luoghi
di
ritrovamento
Venere
di
Savignano
15. Rappresentano delle donne con alcuni
attributi che si riferiscono alla maternità,
particolarmente accentuati come pancia
e seno, mettendo in secondo piano o
riducendo i particolari figurativi di volto,
mani e piedi.
Queste statuette erano probabilmente di
buon auspicio per la fertilità della donna e
quindi per la continuità della specie nella
prole. La fecondità probabilmente era
considerata un valore primario.
Venere di Willendorf
(ritrovata in Austria).
16. Come già accennato i particolari
figurativi di volto, mani e piedi
mancano completamente o sono
trasformati in protuberanze
allungate, come se fossero fatte per
essere conficcate nella terra dei
campi o nella roccia delle caverne.
Alcuni studiosi ipotizzano infatti che
fossero anche idoli (oggetti da
adorare) propiziatori per favorire la
crescita di un raccolto cospicuo o
nelle caverne fossero a protezione
della vita e dell’ambiente
domestici.
Veneri di Parabita
(Puglia: Lecce)
Venere dei Balzi Rossi
((Liguria: Ventimiglia)
17. Ma le scoperte più recenti hanno
portato al rinvenimento di questi
reperti anche all'interno di luoghi
sacri, con funzioni di tempio o
santuario. Per cui si pensa fossero
legate al culto della dea-madre.
In Dordogna (regione della
Francia) sono state ritrovate
diverse statuette di veneri nello
stesso sito preistorico, un antico
abitato paleolitico.
Tra di esse figura la
famosa Venere di Laussel, circa
del 23.000 a. C., realizzata a
bassorilievo su un frammento
roccioso, nella mano destra tiene
un corno di bisonte.
Ora è conservata a Bordeaux, al
Museo d'Aquitania.
18. La grotta di Chauvet
Situata nel comune di Vallon-Pont-d’Arc in Francia, la grotta di Chauvet è un capolavoro di
arte parietale preistorica ed è stata scoperta nel 1994 da tre appassionati speleologi.
Questa grotta con pitture rupestri del Paleolitico custodisce infatti un bestiario straordinario,
in cui figurano non meno di 425 figure animali. Questi dipinti e queste incisioni sono tra le più
antiche al mondo... Circa 32.000 anni fa. È diventata patrimonio dell’umanità dell’UNESCO
Per preservare questo luogo unico, chiuso al pubblico dal momento della sua scoperta, è in
via di realizzazione una riproduzione della grotta di Chauvet la cui apertura è prevista per
2015 nel sito di Razal, a Vallon-Pont-d'Arc.
21. La grotta di Lascaux
Nel 1940 quattro ragazzi si imbatterono in un misterioso tunnel sulle colline vicino alla città di
Montignac in Francia. Pensando di aver trovato il passaggio segreto che, secondo le
leggende locali, conduceva all’antico feudo di Lascaux, con picche e vanghe aprirono un
varco tra le rocce ed entrarono nel tunnel. video: https://www.youtube.com/watch?v=1g4vNH5Qxrg
Il tunnel in realtà portava
ad un magico mondo fatto
di una moltitudine di dipinti
di animali e di strani simboli.
Queste raffigurazioni
appartengono ad un
popolo primitivo del
Paleolitico.
Nel 1979 le grotte di
Lascaux sono state inserite
nell'elenco dei Patrimoni
dell’umanità dell’UNESCO.
22. La grotta di Lascaux
Nelle grotte si trovano esempi di opere di arte
parietale risalenti al Paleolitico superiore:
molte di queste opere vengono fatte risalire
ad una data approssimativa di 17.500 anni fa.
Il tema più comunemente rappresentato è
quello di grandi animali dell'epoca (fra i quali
l‘uro, oggi estinto), resi con grande ricchezza
di particolari.
Tra le figure più note
ricordiamo la mucca che
salta, presente nella
cosiddetta Sala dei Tori
23. La grotta di Lascaux viene anche chiamata
la « CAPPELLA SISTINA » del Paleolitico.
Questo, sia per la bellezza e vivezza delle
immagini, sia per il loro numero.
24. La grotta di Altamira
Si tratta di una
grotta situata nella
zona centrale della
Cantabria
nel nord
della Spagna.
È datata ad un
periodo compreso
fra il 18.500 e il
14.000 a.C. e
contiene numerose
pitture rupestri del
paleolitico
superiore
25. La grotta di Altamira • La grotta di Altamira contiene resti di attività
quotidiane di abitanti preistorici
• La zona destra della“Sala dei Policromi”
contiene le rappresentazioni più antiche:
grandi cavalli di colore rosso di 150/180 cm.
di lunghezza, una mano in positivo e due in
negativo e varie serie di punti. Altre figure di
colore nero, sono disegnate col carbone
26. Le grandi figure policrome sono cavalli, bisonti ed un cervo di più di
due metri. Secondo gli studiosi, gli animali sarebbero stati prima
disegnati nei loro contorni con il nero e, successivamente, riempiti con
pittura rossa o gialla-arancio. Sta di fatto che alcuni dettagli sono stati
eseguiti perfettamente, con un lapis di carbone.
I colori utilizzati sono quindi solo due: il nero del carbone e l’ossido di
ferro per il rosso, applicati direttamente o disciolti in acqua.
27. Dal 1985 la grotta è divenuta patrimonio UNESCO.
(Ricostruzione)
28. Anche noi nel Paleolitico
La nostra parete preistoricaCueva manos . Argentina
30. L’ARTE NEL NEOLITICO
Nel neolitico, o "nuova età della Pietra", (6000-III millennio a.C.) si ebbe il
fondamentale passaggio all'agricoltura ed all'allevamento, con gli individui
organizzati in villaggi. Risale a questo periodo l'attenzione al sole, alle stagioni, ai
fenomeni atmosferici. La pittura sostanzialmente non subì grandi cambiamenti,
nacquero invece le prime forme di Architettura con i megaliti : costruzioni sacre e
funerarie.
Nella scultura troviamo oggetti in ceramica e terracotta e le incisioni rupestri.
31. I Menir sono strutture
monolitiche composte
da un solo masso posto
verticalmente piantato
nel suolo. Si ritiene
avessero una funzione
funeraria.
I Dolmen invece sono composti
da tre elementi (da ciò detti,
trilitiche): due monoliti portanti
piantante verticalmente al suolo
e uno di copertura. Si ritiene che
allo stesso modo acquisissero
una valenza forse funeraria.
I Cromlech sono infine le più
elaborate delle costruzioni,
composti da un insieme di
Dolmen posti in circolo. Si
ritiene venisse utilizzato come
un grandioso calendario e a fini
rituali e magici. Le strutture
trilitiche (dal greco treis = tre,
litios = pietra), costituiscono
una delle basi elementari di
forme architettoniche più
complesse.
I Megaliti
Cromlech di Stonhenge
32. Appartengono al Neolitico anche le incisioni rupestri della Val Camonica
(Bs) Italia.
Sono immagini incise sulla roccia e riproducono scene religiose e di vita
quotidiana. La figura umana viene ancora maggiormente stilizzata.
Alcuni segni rapidi e ripetuti sono indicati come i possibili primi passi verso
una scrittura per immagini.
Le incisioni rupestri
33. Di questo periodo sono i primi oggetti in argilla (in molte regioni di Asia
ed Europa), gli utensili domestici e soprattutto vasi ed anfore, dove
comparvero animali e figure umane stilizzate. Le raffigurazioni di
drammatica narrazione delle scene di caccia vanno a sparire,
lasciando il campo ad una decorazione di oggetti con disegni
geometrici e piuttosto rigidi.
Vasi e Anfore