SlideShare a Scribd company logo
1 of 64
Download to read offline
innovazione e tecnologia
Da Health Italia
è arrivata Health Up,
l’app dedicata al benessere
benessere
Life coach,
l’allenatore della felicità
lo specialista risponde
Gli effetti del lockdown
sulla salute mentale
parliamo di...
Covid-19: il punto
il periodico di informazione sulla sanità integrativa
maggio
giugno 2020
Anno VII
N°37
Difesa
della Terra
e dei mari
Sanificare l’ambiente dalla
cattiva condotta dell’uomo
sommario
attualità
benessere
salute
parliamo di...
covid-19
aziende del gruppo
health italia
innovazione
e tecnologia
lo specialista
risponde
in evidenza
pag. 30
pag. 06
pag. 48
pag. 36
pag. 26
pag. 54
pag. 58
pag. 60
pag. 40
pag. 05 - Editoriale
pag. 12
pag. 18
La nuova frontiera
dell’Healthcare è la
telemedicina: i servizi
di Health Point
Life coach, l’allenatore
della felicità
Da Health Italia è arrivata
Health Up, l’app dedicata
al benessere
Health Italia presenta
il suo primo bilancio
di sostenibilità
La terapia al plasma
per sconfiggere il COVID-19,
lo studio pilota del San
Matteo di Pavia
Protection Care,
la salute delle persone
prima di tutto.
Il sussidio di Mutua MBA
per la Fase2
Malattie autoimmuni
e COVID-19. L’Oms vieta
il trattamento con i farmaci
antimalarici
Gli effetti del lockdown
sulla salute mentale
La sindrome di Lupus che
aggredisce le giovani donne
Sclerodermia:
la diagnosi precoce è vita
Difesa della Terra
e dei mari: sanificare
l’ambiente dalla cattiva
condotta dell’uomo
periodico bimestrale di informazione sulla Sanità Integrativa
Anno 7° - maggio/giugno 2020 - N°37
Direttore responsabile
Nicoletta Mele
Direttore editoriale
Ing. Roberto Anzanello
coordinamento generale
H-Digital SpA
Comitato di redazione
Michela Dominicis
Francesco Maddalena
Mariachiara Manopulo
Giulia Riganelli
Hanno collaborato a questo numero
Alessia Elem
Alessandro Notarnicola
Direzione e Proprietà
Health Italia SpA
c/o Palasalute - Via di Santa Cornelia, 9
00060 - Formello (RM)
www.healthitalia.it
Tutti i diritti sono riservati.
Nessuna parte può essere riprodotta in alcun modo senza permesso scritto del direttore editoriale.
Articoli, notizie e recensioni firmati o siglati esprimono soltanto l’opinione dell’autore e comportano di conseguenza
esclusivamente la sua responsabilità diretta.
iscritto presso il Registro Stampa del Tribunale di Tivoli
n. 2/2016 - diffusione telematica
n.3/2016 - diffusione cartacea
9 maggio 2016
Idea grafica
H-Digital SpA
impaginazione
Giulia Riganelli
immagini
© AdobeStock
Tiratura 103.302 copie
Scarica Health Online in versione digitale su www.healthonline.it
Se non vuoi perderti neanche una delle prossime uscite contattaci via email a info@healthonline.it
e richiedi l’abbonamento gratuito alla rivista, sarà nostra premura inviarti via web ogni uscita.
Per la tua pubblicità su Health Online contatta mkt@healthonline.it
e
di
to
ria
le
PANDEMIA E MUTUALITà
LapandemiamondialedeterminatedalCovid-19haportatoconsé,oltreainotidisagisanitari,sociali,economici
anche importanti insegnamenti che non dobbiamo consentire rimangano solamente delle considerazioni
effettuate in questo momento storico particolare, bensì possano costituire l’ispirazione concreta per un nuovo
approccio verso quelle dinamiche che condizionano e determinano la qualità della vita di tutti.
Sicuramente uno dei temi che più influiscono sulla qualità della vita non può che essere la saluta nostra e dei
nostri cari, diritto inalienabile sancito anche dalla Costituzione.
Lo tsunami scatenato dall’epidemia di Coronavirus ha messo a dura prova, nel nostro paese, la sanità pubblica
che, nonostante qualche sbandamento o qualche ritardata risposta, è stata comunque in grado di gestire un
evento imprevisto di dimensioni impensabili grazie all’impegno di tutto il personale sanitario, dai medici agli
infermieri, dagli operatori agli addetti, fino agli specializzandi in medicina.
La sanità pubblica nel nostro paese è stato un baluardo di fronte ad un fenomeno internazionale che ha investito
problematicamentelasalutedituttie,comeabbiamosempresostenutodaquestecolonne,lerisorseeconomiche
che vengono destinate al primo pilastro del modello sanitario nazionale devono essere focalizzate proprio su
questi elementi: gestione delle emergenze, interventi integrali sui soggetti più a rischio, supporto continuo alle
classi sociali più deboli.
Per fare questo diviene quindi indispensabile che il secondo pilastro del modello sanitario nazionale, la sanità
integrativa,siamessaincondizionidifunzionarealmassimodelpropriopotenziale,sianellafasediprevenzione
che in quella di cura, per non togliere risorse essenziali alla sanità pubblica.
L’unico valore che può consentire di destinare risorse economiche ed operative ad una corretta gestione del
sistema non può che essere la mutualità, cioè la condivisione del rischio tra tuti i cittadini affinché coloro che
ne abbiano necessità possano essere protetti da quegli eventi che colpiscono la loro salute e quella dei loro cari.
Per sostenere questo modello diviene allora indispensabile sempre di più trasformare il paradigma comune
sostituito dal binomio “soggetto malato- cura”, al paradigma del futuro rappresentato dall’univoco concetto
“soggetto sano-prevenzione”.
Ma poiché le risorse economiche ed organizzative dello stato non sono infinite e poiché affinché si possa fare
della vera e propria prevenzione sanitaria è necessario realizzare dei percorsi di prevenzione mirati sulle
caratteristiche dei soggetti coinvolti, gli enti di sanità integrativa sono lo strumento corretto che può consentire
di raggiungere l’obbiettivo.
Gli Enti di Sanità Integrativa, cioè i Fondi Sanitari, le Società Generali di Mutuo Soccorso e le Casse di Assistenza
Sanitaria, stanno sempre di più ed in modo sempre più articolato organizzando percorsi di prevenzione
personalizzatigestiticonstrumentimoderni,secondoprocessicertificatieconmodalitànellequalil’accessibilità
e la prossimità sono i concetti guida.
Avere una popolazione più sana, dei cittadini più consapevoli della loro personalissima situazione sanitaria,
degli individui che possono con semplicità tenere sotto controllo i propri parametri vitali significa permettere al
servizio sanitario nazionale di potersi dedicare alle emergenze ed alla gestione dei soggetti deboli.
Gli Enti di Sanità Integrativa sono, però, soggetti senza scopo di lucro, il cui unico obiettivo è garantire la
salute dei propri associati senza avere nessuna necessità di realizzare utili e per esplicitare compiutamente e
completamente il loro ruolo hanno necessita che la base associativa sia sempre più ampia.
La conseguenza è che è necessario operare affinché molti di più degli oltre 10 milioni di cittadini che si
avvalgono, già oggi, della sanità integrativa possano usufruire di questo importante modello di prevenzione e
cura, rinforzando tutte le leve possibili, economiche, fiscali, organizzative e giuridiche per far si che tutti quanti
possano utilizzare la mutualità come strumento essenziale di protezione sanitaria.
Percorsi di prevenzione, check-up, controlli periodici, esami diagnostici, visite mediche preventive potranno
essere così utili a tutti senza gravare sull’efficienza organizzativa e sulla focalizzazione economica della sanità
pubblica.
Le Società di Mutuo Soccorso, quali enti del terzo settore, già oggi operano sistemi di prevenzione articolati,
ancheconstrumentidiTelemedicinachesarebbeopportunotuttiicittadinipotesseroutilizzare,masonoentrate
anche in campo in quella che sarà la gestione post-epidemica.
Anche dopo l’epidemia di Covid-19 ci sarà necessità di assistenza sanitaria mirata per tutti coloro che sono stati
colpiti dal virus e, in questo caso, alcune Società generali di Mutuo Soccorso, per la protezione dei loro assistiti,
hanno immediatamente integrato le clausole contrattuali dei contratti di protezione sanitaria per garantire
supporti economici e prestazioni adeguate.
Le Società Generali di Mutuo Soccorso sono state, in campo sanitario, i primi enti a fornire questi importanti
supporti proprio perché i loro unici e soli obiettivi sono preservare il più possibile la salute dei propri assistiti
tramite la prevenzione e garantire la corretta protezione ai loro associati fornendogli tutti i servizi medici
necessari.
Ci vorrà sicuramente tempo per riprendersi dalle problematiche determinate dal Covid-19, però fin da subito
possiamo operare con l’obiettivo, in campo sanitario, di rafforzare il modello in uso nel nostro paese liberando
risorse per la sanità pubblica e rinforzando ulteriormente la sanità integrativa, perché questa pandemia ci ha
insegnato che anche nell’emergenza l’integrazione tra lo Stato da un lato e la mutualità dall’altro sono l’unica
risposta possibile.
Milanese,homaturatoun’esperienza
ultraventennalenelsettoreassicurativo
efinanziario,occupandomi
siadeiprodottichedelmarketing
edellosviluppocommerciale,fino
alladirezionedicompagnieassicurative,
nazionaliedestere.Nel2005sviluppo
unprogettodiconsulenzaestrategia
aziendalechehaconsentito
dioperareconimaggioriplayer
delsettoreassicurativoperrealizzare
pianistrategicidisviluppocommerciale.
Dal2009mioccupodiSanitàIntegrativa,
assumendolacaricadiPresidenteANSI,
AssociazioneNazionaleSanitàIntegrativa
eWelfare,econtestualmentediHealth
HoldingGroup,importanterealtà
delsettore.Dal2016sonopresidente
diHealthItalia,unadellepiùgrandirealtà
nelpanoramadellaSanitàIntegrativa
ItalianaesocietàquotatainBorsa
sulmercatoAIMItalia.
a cura di
Roberto Anzanello
healthonline.it | 05
attualità
06 | Attualità
dell’healthcare
telemedicina
è la
La nuova frontiera
I servizi di health point
healthonline.it | 07
Dopo l’emergenza sanitaria causata dal Covid-19
cambierà l’assistenza medica? Sì, il cambiamento è
inevitabile.
Le prime avvisaglie si sono avvertite prima dello scoppio
della pandemia, che ha solo accelerato il processo di
digitalizzazione già in atto, confermando l’importanza
della telemedicina. Con la diffusione del virus c’è stata
una limitazione degli accessi al pronto soccorso e per
le visite ambulatoriali presso le strutture ospedaliere,
ritenute luoghi non sicuri per la salute dell’utente.
Ridurre il più possibile i contatti fisici puntando sulla
tecnologia per il monitoraggio e la cura del paziente,
ha dimostrato in epoca di emergenza sanitaria come la
telemedicina, attraverso la televisita, il teleconsulto e
la telecooperazione tra professionisti sanitari avrebbe
contenuto il numero di contagi.
Un altro fattore che sta determinando una maggiore
propensione nei confronti dell’innovazione digitale della
salute e delle cure è quello di poter usufruire dei servizi
in tempi più rapidi. Curare il paziente a distanza avendo
a disposizione la cartella clinica digitale in tempo reale e
fornire servizi di tipo sanitario con un sistema da remoto,
è indubbiamente la nuova frontiera dell’healthcare.
Per il prossimo futuro (non molto lontano) sarà quindi
la prestazione sanitaria ad “andare” a casa del paziente
e non più il contrario. Ci sono Regioni italiane che già
stanno percorrendo questa direzione. È il caso della
regione Veneto, della regione Toscana, della provincia
autonoma di Trento, che hanno approvato delibere sulla
telemedicina per renderla erogabile da tutte le strutture
del SSR.
A seguito di questo importante e significativo
provvedimento, l’azienda ospedaliera di Padova ha
attivato all’interno di alcune Unità, quali la ginecologia, la
diabetologia, la reumotalogia, l’endocrinologia, dei servizi
di telemedicina ed entro la fine anno l’obiettivo è quello di
arrivare a raggiungere l’erogazione di mille prestazioni in
un giorno. È chiaro che non tutte le prestazioni possono
essere effettuate a distanza, ma follow up, valutazione
di esami o la verifica di alcuni parametri, sicuramente
rientrano nell’innovativo servizio di digital health.
di Nicoletta Mele
Prof. Sergio Pillon
Coautore delle linee di indirizzo
nazionali sulla telemedicina
e fino al 2019 coordinatore
della Commissione Tecnica
Paritetica per lo sviluppo della
Telemedicina Nazionale
08 | Attualità
Qual è la funzione della telemedicina?
“La telemedicina è lo strumento, non l’obiettivo con il quale si fa salute - spiega il prof.
Sergio Pillon, coautore delle linee di indirizzo nazionali sulla telemedicina e fino al 2019
coordinatore della Commissione Tecnica Paritetica per lo sviluppo della Telemedicina
Nazionale - Questo strumento, presente nelle linee guida ministeriali, recepito con
delibere da tutte le regioni include quattro aspetti: la televisita, attraverso la quale il
paziente interagisce mediante una video call con il medico per un consulto. Con la televisita
asincrona invece il paziente invia informazioni - immagini, analisi - per le quali richiede
un parere al medico.
Il secondo aspetto è il telemonitoraggio con il quale, grazie all’utilizzo di specifici apparecchi,
è possibile tenere sotto controllo la variazione di alcuni parametri del paziente, come ad
esempio la frequenza cardiaca o la glicemia. I dati acquisiti consentono una valutazione del
paziente nella fase della comparsa dei primi sintomi.
La Telecooperazione o teleconsulto è rivolta sia ai pazienti non autosufficienti che
usufruiscono del personale infermieristico a domicilio, sia al medico di medicina generale,
che interagisce con uno specialista, sia a team di professionisti che valutano un paziente,
ad esempio per decidere il tipo di intervento chirurgico. L’infermiere è il collaboratore del
medico che interagisce con lo specialista stando a contatto fisico con il paziente.
Infine, la teleassistenza sanitaria riguarda l’aspetto socio-sanitario della cura di una persona
fragile. In questo modo ‘si bada alla badante’ ovvero si dà supporto infermieristico a chi si
prende cura del paziente”.
healthonline.it | 09
In sostanza, la telemedicina con tutti i suoi “sottogruppi”
è un utile strumento non solo per la cura da remoto del
paziente, ma anche per la prevenzione.
Investire nell’innovazione in campo medico rappresenta
quindi un’importante sfida per il futuro che sicuramente
rivoluzionerà, e già lo sta facendo, il sistema sanitario.
Lo sa bene Health Point, leader nel panorama nazionale
nello sviluppo e nell’erogazione di servizi sanitari e
in telemedicina. È controllata da Health Italia S.p.A,
società quotata sul mercato AIM Italia, tra le più grandi
realtà indipendenti del mercato italiano che operano
nell’Healthcare.
Health Point, forte della sua esperienza, nel periodo di
emergenza sanitaria ha predisposto una piattaforma
dedicata per permettere a tutti i cittadini che ne abbiano
necessità di avere un confronto con un medico, con una
televisita o al telefono. Lo specialista potrà valutare lo
stato di salute dell’utente anche grazie all’acquisizione di
alcuni parametri fisici predefiniti facilmente riscontrabili
utilizzando comuni device.
“La piattaforma di Televisita Health Point - spiega Silvia
Fiorini, AD di Health Point - è stata sviluppata proprio
per consentire al medico di interagire a distanza e in
tempo reale con il paziente. Le aree mediche disponibili
sono differenti: tra queste possiamo elencare ad esempio
la medicina generale, la cardiologia, la pneumologia; è
disponibile anche la consulenza psicologica per offrire
maggiore supporto per gestire al meglio lo stress del
periodo che stiamo vivendo. L’obiettivo primario della
Televisita è proprio quello di muovere le informazioni
diagnostiche anziché il paziente in tutte le situazioni in
cui, chiaramente, non risulti indispensabile il contatto
fisico. Una volta effettuato il consulto, il medico avrà la
possibilità di fare una prima diagnosi sullo stato di salute
del paziente e, se necessario, potrà prescrivere farmaci o
cure”.
Per accedere al servizio e prenotare la televisita o
il consulto telefonico, basta collegarsi all’indirizzo
http://televisita.healthpointitalia.com.
Investire
nell’innovazione
in campo medico
rappresenta
un’importante
sfida per il futuro
che sicuramente
rivoluzionerà,
e già lo sta facendo,
il sistema sanitario
10 | Attualità
Hai bisogno di un consulto medico?
Oggi puoi farlo comodamente da casa, grazie ai servizi in teleconsulto a distanza
con medici specializzati.
Health Point mette a disposizione una piattaforma dedicata ai servizi di telemedicina grazie ai quali
è possibile effettuare un consulto telefonico e/o una televisita con un medico specializzato che, a distanza,
potrà valutare lo stato di salute dell’utente anche grazie all’acquisizione di alcuni parametri fisici predefiniti
facilmente riscontrabili utilizzando comuni device.
Sono a disposizione anche consulti con figure come Psicologo e Psicoterapeuta che potranno fornire
un supporto dedicato.Il nuovo servizio ha l’obiettivo di permettere ai cittadini di dialogare con un medico senza
necessità di contatto fisico.
Scopri di più su https://televisita.healthpointitalia.com/
Contact Center 06.5655.6371
tutti i giorni dalle ore 8.00 alle ore 20.00
#iorestoacasa
healthonline.it | 011
salute
12 | Salute
La parola ad Augusta Canzona
dell’Associazione Gruppo Les Italiano
sindrome
di lupus
giovani donne
che aggredisce le
La
healthonline.it | 13
Non è conosciuta da molti in Italia e nel mondo, eppure
conta un “esercito” silenzioso che quotidianamente
combatte una battaglia destinata a essere vinta.
Ottenendo le più significative e promettenti evidenze
scientifiche nei primi anni 2000, il Lupus eritematoso
sistemico (il nome latino viene dal fatto che un tempo si
osservavano rare forme di Lupus con una manifestazione
cutaneamoltoseverasulviso,chepotevafarpensarealmorso
di un lupo) è una malattia del connettivo caratterizzata da
manifestazioni eritematose cutanee e mucose, sensibilità
alla luce del sole e coinvolgimento sistemico di buona
parte degli organi e apparati come il rene, le articolazioni,
il sistema nervoso centrale, le sierose e il sistema
emopoietico, dovute a deposito di immunocomplessi e
complemento. Colpisce più frequentemente le donne, tra i
15 e i 40 anni, ma interessa anche gli uomini con forme più
severe. “Fino a una decina di anni fa – commenta Augusta
Canzona, Presidente dell’Associazione Gruppo LES Italiano
costituito a Piacenza nel giugno del 1987 per iniziativa
di un gruppo di pazienti (oggi 2 mila associati) – i medici
sconsigliavano o addirittura proibivano alle pazienti affette
di Alessandro Notarnicola
da LES la gravidanza. Oggi le cose sono cambiate, ma per
le nostre pazienti affrontare una gravidanza resta sempre
una decisione complessa, che deve essere presa d’accordo
con il medico curante e sotto stretto controllo”.
Presidente Canzona, quanti italiani sono affetti da LES
(Lupus eritematoso sistemico)?
“Si stima che oggi i casi seguiti clinicamente riguardino
almeno 60 mila persone, con un incremento di circa
1500 nuovi casi diagnosticati ogni anno; a seguito di
questa stima, in Italia il LES, che fino a tutto il 2005 era
considerato una malattia rara, è stato riclassificato come
malattia cronica e invalidante (dà diritto all’invalidità
civile). Altre stime invece portano a contare in Italia solo
22 mila pazienti”.
Questa malattia ha un grosso impatto sulla vita dei
pazienti che ne sono colpiti. In che modo la loro qualità
di vita è condizionata?
“Le indagini sui bisogni dei pazienti svolte dalla nostra
Associazione e quelle condotte tra pazienti di altre
nazioni sono simili. In primo luogo la difficoltà di ottenere
una diagnosi precoce: ancora oggi passa troppo tempo
dai primi segnali di malattia. Da qui l’importanza della
conoscenza della malattia da parte del medico di Medicina
generale, che è il primo interlocutore del paziente.
Purtroppo il LES si rivela ancora essere una patologia
distante dal MMG. Poi dover cercare, spesso, senza
indicazioni utili, una struttura di cura adatta, e ritrovarsi
frequentemente a transitare tra centri diversi e specialisti
non coordinati tra di loro. E ancora - per tutta la vita - fare
i conti con una patologia complessa, poco ‘visibile’, poco
conosciuta dalla gente, non è facile.
È difficile da spiegare il suo forte impatto sulla nostra
esistenza in famiglia, con gli amici o sul lavoro. Ma spesso,
anzi troppo spesso, quella che più condiziona la nostra vita
è la difficoltà di fare i conti con una malattia ad andamento
oscillante, fase acuta / fase cronica / fase di remissione,
che porta al senso di solitudine e di diversità; alla perdita
della visione di sé come persona sana; alla necessità di
modificare la progettualità su sé stessi, operazione non
facile, talvolta impossibile da fare da soli”.
14 |
Augusta Canzona
Presidente dell’Associazione
Gruppo LES Italiano
Salute
healthonline.it | 15
In che modo il Servizio Sanitario Nazionale supporta i pazienti affetti da Lupus?
“Avremmo bisogno di assistenza psicologica qualificata, anche contro i rischi di depressione,
ma il Servizio Sanitario non contempla questa assistenza.
Il paziente ha diverse difficoltà: dalla difficoltà a terminare gli studi all’accedere al mondo
del lavoro (seguire i ritmi e gli orari delle persone sane, accettazione mansioni inferiori, a
volte persino la rinuncia al lavoro). Poi c’è la spinosa questione dell’invalidità, spesso ridotta
o addirittura negata. Non ultimo, data l’elevata prevalenza del lupus nelle donne (il rapporto
femmine/maschi è di 9 a 1), il desiderio della gravidanza.
Fino a una decina di anni fa i medici sconsigliavano o addirittura proibivano alle pazienti
affette da LES la gravidanza. Oggi le cose sono cambiate, ma per le nostre pazienti affrontare
una gravidanza resta sempre una decisione complessa, che deve essere presa d’accordo
con il medico curante e sotto stretto controllo.
Altro aspetto su cui ci battiamo è la qualità del rapporto medico-paziente che si riduce troppo
spesso ad un rituale in cui non trova spazio la realtà complessa della persona umana. Molti
dati, anche della ricerca medica, confermano infatti che una buona relazione, nella quale si
prova fiducia e ci si ascolta reciprocamente per il tempo necessario, diventa presupposto di
successo nell’obiettivo terapeutico che ci si è proposti di raggiungere”.
Fino a una decina di anni fa
i medici sconsigliavano
o addirittura proibivano
alle pazienti affette da LES
la gravidanza, oggi le cose
sono cambiate
Una malattia per sole donne, o quasi…
“Circa3donnesu4confessanocheilLupusha
cambiato totalmente la loro vita rendendole
donne diverse rispetto al passato. Più della
metà di loro ritiene che la malattia che le
affligge sia invalidante e 2 su 5 se ci pensano
provano rabbia. I sintomi che fanno soffrire
le pazienti sono di varia natura e ciascuna
donna ne riferisce diversi.
Ad impattare negativamente sulla qualità
di vita sono soprattutto il senso di fatica e
stanchezza cronica (71%) e il dolore costante
(68%), accompagnati da un pervasivo senso
di depressione e solitudine (42%).
Lepazientisonocostretteanumeroserinunce
a causa del LES: dal fare sport e attività fisica
(43%) alla cura della propria casa (43%),
dalle limitazioni nell’attività lavorativa alle
passeggiate e ai viaggi, sino alla sfera molto
privata dell’intimità di coppia e, come detto,
della maternità. Nella delicata scelta di
intraprendere o evitare la gravidanza durante
la storia di LES hanno un ruolo importante il
ginecologoeilreumatologo,maquasi1donna
su 2 tra coloro che hanno scelto di rinunciare
allamaternitàacausadelLESlohafattosenza
confrontarsi con nessuna figura medica”.
Negli ultimi 70 anni la prognosi dei
pazienti con LES è significativamente
migliorata. In che modo e quali sono le
aspettative?
“Oggi vi sono molti più strumenti e
ambulatori dedicati.
Alcuni rappresentano strutture innovative
che grazie ai compiti che si sono prefissi
hanno portato ad una diagnosi di malattia
sempre più precoce: mi riferisco ad una
rapida valutazione clinico-diagnostica
dei pazienti affetti da LES sospetto
o conclamato; il follow-up clinico-
terapeutico; la prevenzione e cura delle
comorbidità (diabete mellito, ipertensione
arteriosa, malattie cardiovascolari,
osteoporosi); la diagnosi e cura delle
sindromi associate e in particolare della
Sindrome da Anticorpi Antifosfolipidi,
la più frequente sindrome trombofilica
acquisita e causa di patologia gravidica.
Inoltre i progressi nelle scienze di base
hanno permesso di sviluppare, anche
per i pazienti con LES, nuove strategie
terapeutiche con farmaci biologici.
Nuovi studi sono attualmente in corso e in
fase di sperimentazione”.
Il Lupus è una malattia cronica, curabile con opportuni trattamenti, non contagiosa,
né infettiva, che colpisce maggiormente le donne con una prevalenza di 9 malati su
10. Il LES appartiene al gruppo delle malattie autoimmuni. Queste patologie, tra cui si
annovera anche l’artrite reumatoide, la sclerosi multipla e il diabete mellito insulino-
dipendente, sono provocate da una reazione aggressiva del sistema immunitario
dell’individuo contro propri organi o tessuti. Il sistema immunitario normalmente ha
la funzione di rispondere all’invasione da parte di microorganismi (per esempio batteri
o virus) producendo anticorpi per distruggere gli “invasori”. Le malattie autoimmuni
compaiono quando queste reazioni sono inspiegabilmente rivolte contro le cellule e i
tessuti dell’organismo stesso, che non più riconosciuti come propri, vengono trattati
come fossero sostanze estranee. Il Lupus Eritematoso Sistemico causa disturbi in varie
parti del corpo, specialmente la pelle, le articolazioni, i reni, il sangue ed ogni tipo di
tessuto connettivo.
16 | Salute
Mutua MBA
c/o Palasalute - Via di Santa Cornelia, 9 - 00060 - Formello (RM)
Tel. +39 06 90198060 - Fax +39 06 61568364 - www.mbamutua.org
è vita
la diagnosi precoce
Sclerodermia:
18 | Salute
Ilaria Galetti vice presidente GILS ODV
“noi non siamo la malattia”
salute
healthonline.it | 19
Informare, formare e sensibilizzare la popolazione,
promuovere la ricerca scientifica e dare supporto ai malati
e ai loro familiari, sono le priorità del lavoro di GILS, Gruppo
Italiano per la lotta alla sclerodermia ODV. Il Gruppo,
nato a Milano nel 1993, oltre alla sede principale presso
il Padiglione Litta della Fondazione IRCCS Ca’ Granda
Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, ha diversi punti di
riferimento sparsi su tutto il territorio nazionale.
La sclerosi sistemica o sclerodermia (pelle dura) è
una patologia reumatologica rara che colpisce
prevalentemente le donne tra i 25 ai 50 anni. Nella maggior
parte dei pazienti la malattia si manifesta con il fenomeno
di Raynaud (nome del medico francese Maurice Raynaud
colpito dalla malattia che descrisse alcune alterazioni
circolatorieinungruppodipazienti),unacondizioneclinica
per cui le estremità dell’organismo, più comunemente
mani, piedi, ma occasionalmente anche naso ed
orecchie, diventano fredde, insensibili e cambiano
colore dopo l’esposizione al freddo, in riposta al
decremento della temperatura ambientale o allo stress
emotivo. Non è ancora chiara l’origine della sclerodermia,
tra le ipotesi la più probabile è quella autoimmune. La
diagnosi della sclerosi sistemica spesso non è semplice
e immediata, pertanto individuarla nella fase iniziale e
affidarsi ad un centro esperto per il trattamento della
malattia e delle sue complicanze, rappresentano le uniche
armi in grado di contrastarla.
di Nicoletta Mele
20 | Salute
Ilaria Galetti
Vice presidente del Gruppo
Italiano per la lotta alla
sclerodermia ODV
Il 29 giugno, anniversario della morte del famoso pittore
tedesco Paul Klee, malato di sclerodermia, si celebra
in tutto il mondo la giornata mondiale proprio per
sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di questa
patologia e dell’importanza della diagnosi precoce in
grado di bloccarne lo sviluppo. Un ruolo fondamentale per
l’identificazione delle prime manifestazioni e un rapido
accesso ai centri specializzati per le cure è assunto dalle
Associazionichesonocostantementeimpegnateproprionel
diffondere informazioni per una maggiore consapevolezza
nei confronti di questa patologia subdola. Health Online ha
intervistato la Vice presidente di GILS, Gruppo Italiano per
la lotta alla sclerodermia ODV, Ilaria Galetti.
Formazione, informazione e sensibilizzazione sono le
basi sulle quali si fonda la vostra attività. Può spiegare
meglio di cosa si tratta?
“Attraverso queste attività si realizza la mission del
GILS e sono scritte nel nostro Statuto. Noi contribuiamo
alla formazione di medici e infermieri, perché possano
essere sempre un solido aiuto per i malati; ma anche la
formazione dei nostri volontari è cruciale, perché consente
loro di sedere ai tavoli più importanti, regionali, nazionali
e internazionali. Per poter incidere nei processi decisionali
bisogna parlare la stessa lingua degli altri stakeholder, in
modo autorevole e indipendente.
Per questo è necessario sensibilizzare e informare
sia l’opinione pubblica, sia i policy maker, affinché la
complessità clinica della sclerosi sistemica e l’impatto
che essa ha sui pazienti e sui loro caregiver venga sempre
tenuta in considerazione quando si prendono determinate
decisioni”.
Tra i fiori all’occhiello del gruppo c’è ScleroNet…
“È un progetto che coinvolge diversi ospedali dell’area
metropolitana milanese e diversi specialisti (oltre
a immunologi e reumatologi abbiamo pneumologi,
cardiologi, chirurghi vascolari, maxillofacciali, ginecologi,
oculisti, gastroenterologi, nutrizionisti etc) allo scopo di
avere un approccio collegiale e condiviso costruito intorno
al singolo paziente, per migliorarne la qualità di vita, oltre
che l’aspetto clinico”.
healthonline.it | 21
Tra le vostre priorità anche la promozione della Ricerca...
“Nonsipuòpensaredicurareunamalattiararasenzafarericerca;perquestoilGILSsostienei
giovani ricercatori con bandi di ricerca, sia clinica, sia traslazionale. Incentiviamo progetti
in rete, perché abbiamo visto che questa è la strada vincente. È sempre appagante accogliere
i vincitori durante il nostro Congresso Nazionale di marzo (che quest’anno, ovviamente, non
ha avuto luogo), mentre illustrano il loro progetto con grande professionalità e calore a una
folta platea di colleghi e pazienti. Rappresentano il futuro della ricerca e una speranza per
tanti malati”.
Parliamo della patologia. Quali sono i campanelli di allarme ai quali bisogna fare
attenzione? E come arrivare presto ad una diagnosi?
“Il Fenomeno di Raynaud è un sicuro campanello d’allarme, che deve spingere il medico di
base a far fare dei semplici esami del sangue alla ricerca di specifici autoanticorpi e una
capillaroscopia, esame indolore e non invasivo e che, insieme, consentono di arrivare a una
diagnosi precoce e alla presa in carico da parte di un immunologo o reumatologo.
Una diagnosi precoce – diciamo noi – è vita. Io, ad esempio, ho avuto la fortuna di seguire
questo iter, oltre 25 anni fa, grazie a una diagnosi precocissima fatta dalla professoressa
Raffaella Scorza, e ora continuo a viaggiare per progetti legati all’associazione, nonostante
tante difficoltà. Sono infatti dell’idea che c’è sempre un modo per fare le cose, magari più
lentamente, prendendosi il proprio tempo e facendosi aiutare; ma questo modo c’è! Non
bisogna pensare che lo standard sia quello delle persone sane perché, altrimenti, non mi
alzerei dal letto la mattina”.
La sclerodermia può presentarsi in diverse forme e gravità, ad oggi non esiste una cura
specifica ma ci sono dei trattamenti volti a migliorare l’evoluzione, è così?
“Purtroppo è vero, non c’è una cura specifica. Tuttavia, negli ultimi 15/20 anni sono stati
fatti passi da gigante nella gestione e nel trattamento di molti aspetti della sclerosi sistemica.
Ci sono diversi trial clinici in corso, molti dei quali studiano farmaci già approvati per altre
GILS e ERN (Reti di Riferimento Europee
delle malattie rare) di cosa si tratta e
qual è il vostro impegno?
“Da oltre 3 anni rappresento i pazienti
affetti da sclerosi sistemica in ERN
ReCONNET (sulle malattie rare del tessuto
connettivo e muscoloscheltriche).
In questi anni, tra gli innumerevoli progetti
portati a termine, abbiamo pubblicato lo
stato dell’arte delle linee guida sulla SSc,
portando, per la prima volta, i bisogni
non soddisfatti dei pazienti all’interno di
una pubblicazione scientifica. Un grande
passo in avanti, sia per l’inclusione dei
pazienti in lavori di questo genere, sia per
una armonizzazione a livello europeo, che
avrà come risultato ultimo l’inclusione
di quanto esce dagli ERN all’interno dei
sistemi sanitari nazionali”.
22 | Salute
patologie e con la potenzialità di risultare efficaci anche per la sclerosi sistemica. È il caso
del primo farmaco approvato per la fibrosi polmonare secondaria alla sclerosi sistemica,
già precedentemente approvato per la fibrosi polmonare idiopatica. Durante il trial, la casa
farmaceutica ha coinvolto i rappresentanti di FESCA (la Federazione Europea di cui sono
vice presidente), per avere la visione e le necessità di chi vive ogni singolo secondo con la
patologia. Ma non solo; l’EMA ha coinvolto due pazienti, per avere un contributo specifico e
ho avuto la fortuna di partecipare a questo meeting, dove il mio contributo è stato recepito.
Tanto si sta muovendo, ma non dobbiamo aspettarci la cura miracolosa che risolva tutto”.
Il supporto di GILS è fondamentale sia per il paziente che per i familiari. Quali sono stati
i risultati raggiunti in 25 anni di attività?
“Sono tanti. L’accesso alle cure, che deve essere armonizzato in tutta Italia, è per noi la
base delle nostre azioni. Così come l’identificazione di veri centri di eccellenza, dove la
malattia possa essere curata in tutte le sue manifestazioni e complicanze, dalla cura delle
ulcere digitali, sino alle problematiche cardiache o polmonari. Non da ultimo, il supporto
psicologico per i malati e per i loro cari. Anche durante la pandemia, GILS ha ritenuto
doveroso mantenere attivo questo servizio, perché siamo consapevoli che una situazione
di isolamento, durante la quale l’accesso agli ambulatori e alle terapie ospedaliere era stato
ridotto o chiuso, un aiuto a gestire queste difficoltà era assolutamente necessario”.
È una malattia che ha un significativo impatto sulla qualità della vita di chi ne è affetto.
Come cambiano le abitudini e come convivere con questa patologia?
“L’impatto sulla qualità della vita è molto forte, come lo è l’impatto economico. Le abitudini
cambiano significativamente. Pensiamo a cosa può significare non poter usare le proprie mani
perchéleditasonopiegateoperchésonodolentiacausadimoltepliciulcereocalcinosi.Pensiamo
alle difficoltà di chi non riesce a fare normali attività come passeggiate o qualche rampa di scala
perché manca il respiro a causa della fibrosi polmonare o dell’ipertensione arteriosa polmonare.
Ma i pazienti sclerodermici sono resilienti, imparano a convivere con la malattia”.
22 |
Lei è un esempio di come è possibile
convivereconlamalattia.Puòraccontarci
la sua storia?
“Avevo circa 23 anni quando mi è stata
diagnosticata la sclerodermia, prima
ancora che ci fossero degli spiragli
terapeutici; ovviamente il mondo mi è
crollato sulle spalle, mi sono vista negati
tutti i sogni, i desideri di una ragazza
che dovrebbe solo pensare a progettare
come cambiare il mondo. Ho trascorso
qualche anno di grandi, anzi, enormi
difficoltà. Poi, grazie al sostegno della mia
famiglia, di quello che è diventato mio
marito – e che non mi ha mai lasciato – e
di uno psicoterapeuta, ho preso in mano
la mia vita, pensando a cosa potevo e
dovevo ancora fare, anziché focalizzare
l’attenzione su quanto mi era “vietato”.
Devo anche ringraziare il GILS, perché
non potrei pensare a una vita diversa.
Posso dire che, durante la quarantena
per me molto più lunga perché ho scelto
un isolamento volontario sine die, non mi
sono annoiata per nulla!”.
Il questionario GILS per pazienti e
caregiver. Quanto è importante capire
le principali difficoltà quotidiane dei
pazienti e di chi si prende cura di loro?
“È fondamentale, infatti siamo in attesa
dell’analisi del questionario che il GILS ha
sottoposto a pazienti e caregiver. Abbiamo
voluto ascoltare anche i caregiver, perché
una malattia così “importante” coinvolge
tutta la famiglia, anche dal punto di vista
economico e, troppo spesso, la loro voce
restainascoltata.Nontuttigliospedalisono
in grado di prendersi davvero in carico il
malato; per questo motivo, ad esempio, si
è spesso costretti a percorrere parecchi
chilometri per raggiungere il contro di
riferimento, a volte spendendo qualche
notte in albergo. Tali risultati ci potranno
aiutare per programmare attività future”.
Da non sottovalutare l’aspetto psicologico.
Qual è l’approccio?
“Non esiste cambiamento se non si
passa dalla psiche e dalle emozioni. Non
dobbiamo negare le limitazioni imposte
dalla sclerosi sistemica, la paura di
peggioramenti (è una malattia cronica e
progressiva), ma dobbiamo imparare a
conviverci, a non farci sopraffare.
Dobbiamo imparare a reagire, perché
abbiamo una sola vita e abbiamo il dovere
– verso noi stessi – di viverla al meglio
delle nostre possibilità, per quando queste
siano limitate. Le mie amiche di viaggio,
si lamentano molto poco, nonostante
soffrano quotidianamente; hanno un
sorriso contagioso e quando penso a molte
di loro con grandi difficoltà, mi ricarico
anche io!”.
healthonline.it | 23
Pandemia da Covid-19: quali sono le raccomandazioni
che i pazienti Scc devono seguire?
“Essendo tanti i pazienti sclerodermici immunodepressi,
già mettevano in atto molte delle raccomandazioni del
Ministero della Salute. Io, ad esempio, durante i miei
viaggi in aereo ho sempre indossato la mascherina e usavo
il disinfettante per mani e oggetti. Questo per dire che
eravamo già preparati. La World Scleroderma Foundation
ha recentemente pubblicato delle raccomandazioni per i
clinici sulla gestione dei pazienti SSc in fase Covid-19, nelle
quali si legge che le terapie non debbono essere interrotte
a meno che non si renda necessario per motivi specifici.
E, comunque, ogni modifica deve assolutamente essere
concordata con lo specialista. Purtroppo, la maggior parte
degli ambulatori e reparti in cui si infondono farmaci sono
stati chiusi e anche le visite sono state sospese.
Laddove possibile è stata messa in atto la telemedicina. Il
GILS ogni venerdì pubblica sul proprio sito e su Facebook le
reperibilità dei responsabili delle Scleroderma Unit, in caso
i pazienti ne abbiamo bisogno. Abbiamo tradotto e diffuso
le raccomandazioni Fai2r endorsate da ERN ReCONNET
per aiutare i pazienti in questa fase, con suggerimenti
provenienti da esperti”.
Un suo messaggio…
“Ilmiomessaggioèperlemiecompagnediviaggio:sappiate
che il GILS vi è vicino. Io vi ho trovato una seconda famiglia.
Donare il mio tempo per gli altri arricchisce la mia vita, e
mi sento sempre in debito. Le giornate sono troppo corte e,
se voi, un vostro familiare o amico desiderasse farne parte,
la nostra porta è aperta! Ci sono tanti progetti da seguire,
di natura diversissima, tutti volti al benessere dei malati.
Mi ripeto, ma desidero sottolineare il fatto che noi non
siamo la nostra malattia. La sclerosi sistemica è parte di
noi, ma siamo noi a decidere quanto spazio darle. Ci sono
momenti in cui si prende il 100%, ne sono consapevole; ci
sono periodi in cui siamo spaventati e affranti, è naturale
che sia così. Ma noi siamo più forti, perché sapendo cosa
significa non star bene (anzi, stare male), sappiamo anche
quanto è prezioso star bene! Quindi, mettiamocela tutta
per prendere in mano noi il timone di questa nave che è la
nostra vita. Ci saranno tempeste, bufere, ma anche giornate
tranquille, in cui sarà una gioia riuscire a navigare i sette
mari, tenendo la barra dritta e ricordando che dopo la
tempesta sorge sempre il sole”.
“La sclerosi sistemica
è parte di noi, ma siamo
noi a decidere quanto
spazio darle...quindi,
mettiamocela tutta
per prendere in mano
noi il timone di questa
nave che è la nostra
vita”
Salute24 |
Fino al
CUORE
della SALUTE
Un Gruppo unito per sostenere
e diffondere la Cultura della Salute
e della Prevenzione
dalla Ricerca Scientifica alle Soluzioni Personalizzate
Health Italia S.p.A. · c/o Palasalute · Via di Santa Cornelia, 9 · 00060 Formello (RM)· info@healthitalia.itwww.healthitalia.it
aziende del grup
26 | Aziende del gruppo Health Italia
bilancioil suo
primo
di sostenibilià
Health Italia presenta
po health italia
healthonline.it | 27
Per la prima volta Health Italia presenta il Bilancio di
sostenibilità, inaugurando un percorso di comunicazione
trasparente e di dialogo con l’obiettivo di rendicontare
ai propri stakeholder l’impegno verso lo sviluppo
sostenibile, in particolare le azioni e i progetti in ambito
sociale, ambientale e di governance.
Caratteristiche e punti di forza del documento sono stati
illustrati dal CEO, Massimiliano Alfieri, in un’intervista
pubblicata su Market Insight lo scorso 8 giugno.
Da dove arriva la scelta di presentare un bilancio di
sostenibilità?
“L’obiettivo di Health Italia – ha spiegato Alfieri, è quello
di fotografare il risultato di un percorso pluriennale nel
quale le tematiche di sostenibilità sono sempre state
elemento strategico connaturato con la visione aziendale
ed hanno guidato lo sviluppo di tutti i sistemi e modelli
implementati”. È stato così avviato un “percorso di
rendicontazione delle attività sostenibili, con l’obiettivo
strategico di renderne trasparenti gli impatti per gli
stakeholder interni ed esterni all’azienda”.
di Mariachiara Manopulo
Qual è lo scopo di questo nuovo importante strumento di
comunicazione con il mercato?
Il Gruppo Health Italia “promuove la Sanità Integrativa e il
Welfare aziendale, eroga assistenza sanitaria e prestazioni
innovative, produce e vende prodotti nutraceutici e
cosmeceutici, ma è anche sensibile nei confronti dei
temi sociali”. Il concetto di protezione sanitaria su base
mutualistica da parte degli Enti di Sanità Integrativa
partner del gruppo - ha continuato Alfieri - “è assunto
nella sua accezione più ampia di ‘diritto alla salute’ come
garantito dalla Costituzione Italiana e non si limita al
semplice diritto alle cure mediche, ma si apre al concetto
di diritto al benessere personale, anche attraverso forme di
assistenza sociale dirette e partecipative”.
Lo scopo è proprio “comunicare in maniera trasparente a
tutti gli stakeholder i valori, le strategie e le performance
direttamente collegate ai loro impatti economici, sociali
e ambientali in un contesto societario nel quale la
sostenibilità è l’elemento fondamentale su cui si basano le
attività aziendali”.
Il documento presentato dal Gruppo Health Italia – ha
spiegato Alfieri - è rappresentativo del perimetro del
Gruppo che include tutte le società. Punto di partenza
è l’Agenda 2030 dell’ONU, sono state poi elaborate “le
informazioni di carattere qualitativo e quantitativo,
secondo quanto previsto dai GRI Sustainability Reporting
Standards, emanati nel 2016 dalla Global Reporting
Initiative”. Inoltre, per quanto riguarda il ‘GRI 403 – Salute e
Sicurezza sul lavoro’, ha precisato il CEO, “è stato utilizzato
il GRI aggiornato e pubblicato nel 2018, mentre il livello
di applicazione dei GRI Standard corrisponde all’opzione
Referenced”.
E per quanto riguarda i contenuti?
Il Bilancio “rappresenta il livello di sostenibilità raggiunto in
termini di Governance, specificatamente in tema di integrità
ed eticità del business, dialogo con gli stakeholder, lotta alla
corruzione e politiche di risk management, ma anche in
riferimento alla Responsabilità Sociale per quanto concerne
la tutela dell’occupazione, la formazione, la diversità e le
pari opportunità, il sistema di remunerazione, il rispetto
dei diritti umani, il dialogo con le istituzioni e la Pubblica
Amministrazione ed i rapporti con la comunità locale”.
28 | Aziende del gruppo Health Italia
Non solo: il documento – ha aggiunto Alfieri – “rappresenta inoltre quanto operato dalle
società del Gruppo nel campo della Responsabilità Ambientale, per quanto attiene alla
gestione dei rifiuti ed agli impatti ambientali diretti, nonché nell’area della Responsabilità
Economica e dei Fornitori, per quanto riguarda le performance economiche e le modalità
di scelta dei supplier, ed anche nell’ambito dei Servizi ai Clienti, in termini di qualità ed
accessibilità dei servizi offerti”.
Si tratta quindi una rappresentazione completa della sostenibilità delle attività
aziendali sia in una logica attuale che futura, un documento che “consente una
valutazione ampia dell’operato dell’azienda e permette di misurarne gli impatti in termini
sociali, ambientali e di governance”.
“Il Bilancio di Sostenibilità – ha concluso il CEO nell’intervista - risulta essere, quindi, di
importante interesse strategico nel descrivere le strategie societarie future focalizzate
su un processo continuo di sostenibilità aziendale finalizzato anche all’ottenimento di un
Rating ESG che fornisca completa e diretta visibilità del valore del Gruppo”.
Il Bilancio rappresenta
il livello di sostenibilità
raggiunto in termini
di Governance, ma anche
in riferimento alla
Responsabilità Sociale,
Ambientale, economica
e dei fornitori
healthonline.it | 29
in
e
vi
den
za30 | In evidenza
Difesa
della Terra
e dei mari
healthonline.it | 31
Sanificare l’ambiente
dalla cattiva condotta dell’uomo
La natura si riprende il suo. Tante, troppe, volte nel corso
del lockdown abbiamo pensato a questo. Del resto le
città spopolate e le strade del tutto deserte hanno fatto
credere che il mondo stesse subendo un vero e proprio
ridimensionamentodellaspecieumana,garantendomaggior
spazio alla flora e alla fauna. Da tempo il biologo Edward
Wilson ritiene che metà della Terra debba essere restituita
al mondo naturale e al mondo animale, ristabilendo in tal
modo equilibri che stiamo perdendo definitivamente. Oggi
invece con la nuova ricerca “Covid-19: The conjunction of
events leading to the pandemic and lessons to learn for future
threats” pubblicata su Frontiers of Medicine, un team di
ricercatori europei riconosce nuovamente la pericolosità
della distruzione degli habitat naturali e ribadisce che
la chiave per scongiurare future epidemie non è temere
“il selvaggio”, ma riconoscere che l’attività antropica è
responsabile dell’emergere e del propagarsi della zoonosi e
delle nuove pandemie. Gli scienziati avvertono anche che lo
sfruttamento della natura da parte dell’umanità cambierà, o
ci saranno pandemie più mortali rispetto a quella in corso.
Un impegno comune. Emergenze epidemiologiche a parte,
la Terra ha bisogno di un impegno corale dei popoli che la
abitano: un’esortazione che arriva da più parti e rinnovata –
ulteriormente – anche dal Papa che proprio nei giorni scorsi
ha rilanciato l’iniziativa dell’Anno speciale indetto dal
Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale,
in occasione del quinto anniversario della “Laudato si’”,
l’enciclica a difesa della “nostra casa comune”, ovvero della
Terra. Sarà un tempo di riflessione sui contenuti di un
documento con cui — ha detto — «si è cercato di richiamare
l’attenzione al grido della Terra e dei poveri», guardando
non soltanto alla tutela dell’ambiente ma anche alla difesa
«dei nostri fratelli e sorelle più fragili». Una premura sociale
che se da un lato è propria di un leader religioso, dall’altro è
ben condivisa dalle Nazioni Unite che invitano i diversi
Paesi a una cooperazione internazionale nel segno
della conservazione della varietà che caratterizza
gli ecosistemi della terra: l’agricoltura sostenibile; la
desertificazione, il degrado del suolo e la siccità; l’acqua e
servizi igienico-sanitari; la salute e sviluppo sostenibile;
l’energia, la tecnologia e l’innovazione; la condivisione delle
conoscenze,laresilienzael’adattamentourbano;iltrasporto
sostenibile; il cambiamento climatico e la riduzione del
rischio di catastrofi; la difesa dei popoli indigeni; la sicurezza
alimentare.
di Alessandro Notarnicola
32 | In evidenza
Cattiva condotta dei popoli. Intanto, proprio su questo versante, l’Unione Europea ha
adottato una nuova strategia globale sulla biodiversità per riportare la natura nelle vite degli
europei. Una tappa raggiunta a seguito della crisi sanitaria ed economica che ha dimostrato
quanto l’essere umano sia vulnerabile e quanto sia importante ristabilire l’equilibrio tra
attività umana ed ecosistemi. A fronte di tutto questo però, emerge la cattiva condotta dei
popoli.Inoccasionediun’emergenzasenzaprecedenticomequellaancoraincorso,gliuomini
si stanno rivelando (nuovamente) poco rispettosi della Terra: è questo l’allarme lanciato
dalle diverse realtà ambientalistiche che si schierano in difesa dei mari e delle acque dolci
che bagnano i nostri Paesi. John Hocevar, direttore delle campagne oceaniche di Greenpeace
USA, ha così affermato: “Giusto fuori da casa mia ci sono guanti abbandonati e mascherine
gettate per tutto il vicinato. […] Sta piovendo da due giorni, quindi le mascherine sono state
trasportate negli scarichi. Finiranno nei fiumi e poi nell’Oceano Atlantico”. Le fotografie di
mascherine e guanti abbandonati sul ciglio delle strade e ondeggianti sul bagnasciuga delle
nostre spiagge hanno indotto l’Istituto Superiore di Sanità a pubblicare delle Linee guida
per regolarne lo smaltimento, dal momento che contengono materiali di origine sintetica e
plastica – dal latex al PPE – dannosi per l’ambiente e la fauna selvatica.
healthonline.it | 33
Emergenze epidemiologiche
a parte, la Terra ha bisogno
di un impegno corale
dei popoli che la abitano
L’Iss raccomanda che i dpi vengano gettati nel bidone della raccolta indifferenziata
(mai in quello della carta o della plastica) e che vengano chiusi dentro “due o tre
sacchettipossibilmenteresistenti”messi“unodentrol’altroall’internodelcontenitore
che usi abitualmente”. Guanti e mascherine, che se abbandonati nell’ambiente vengono
trasportati dal vento e dalle correnti, per poi finire nei corsi d’acqua e negli oceani, devono
terminare la loro breve esistenza negli inceneritori (o nei termovalorizzatori, che sono
impianti di incenerimento che sfruttano la combustione per produrre energia). Insomma,
abbandonare mascherine e guanti laddove capita non è solo questione di decoro urbano o
di salvaguardia dell’ambiente, ma ha a che vedere anche con un rischio sanitario, essendo
questi rifiuti speciali.
Dallo Spazio. Non è dunque questo il
momento di abbassare la guardia, anzi
l’intelligenza artificiale corre incontro
all’uomo e lo fa direttamente dallo
spazio. In occasione della Giornata
internazionale degli oceani, che si
celebra annualmente l’8 giugno, è stato
dimostrato che i satelliti potrebbero
essere una risorsa indispensabile
per la lotta all’inquinamento degli
oceani, soprattutto in merito alla
presenza dannosa, per l’ecosistema
marino, della plastica. Nello specifico si
tratta dei satelliti di Sentinel-2, missione
sviluppata dall’European Space Agency
nell’ambito del programma Copernicus
per monitorare le aree verdi del pianeta,
che hanno la capacità di monitorare la
presenza di plastiche negli “spazi blu” del
pianeta Terra. Un test già concretizzato
in quattro aree del mondo, ad Accra in
Ghana, nelle isole San Juan in Canada,
a Da Nang in Vietnam e nell’est della
Scozia.
34 | In evidenza
healthonline.it | 35
make itYou
Y
Scatena il tuo benessere. Entra in Be Health.
Be Health è un percorso concreto e coinvolgente per raggiungere l’indipendenza personale e professionale
attraverso una concreta opportunità di business meritocratico, con un solido Gruppo alle spalle.
Un percorso che inizia con la cura di se stessi e la ricerca di uno stile di vita sano e ispirato al ‘made in Italy’ fino
all’unione di tante persone che hanno in comune la volontà di costruire la propria dimensione di benessere.
Un vero e proprio Community Network dove poter scatenare e riscoprire il tuo naturale benessere.
Scopri di più su www.behealthglobal.com
innovazione
36 |
l’app
Da Health Italia
è arrivata
dedicata al benessere
Innovazione e tecnologia
health up
healthonline.it | 37
Avere uno stile di vita sano e attivo fa bene a corpo e mente
e ci permette di vivere meglio e di prevenire molte patologie
croniche, che spesso sono la conseguenza di ritmi troppo
stressanti, poche ore di sonno, alimentazione sregolata e
sedentarietàcostante.Diversistudihannodimostratocome
una vita attenta al benessere produca effetti incredibili
sulla salute e sulla rapidità di guarigione.
Ma cosa significa davvero avere uno stile di vita sano?
Significa prendersi cura di se stessi, alimentandosi in modo
sano, associando un’adeguata attività fisica, dormendo
il giusto e trovando del tempo per rilassarsi, limitando
o evitando del tutto fumo e alcol, utilizzando i prodotti
giusti. Stare bene vuol dire inoltre tenere sotto controllo
alcuni valori: anche chi gode di ottima salute dovrebbe fare
prevenzione, con esami del sangue e check up periodici.
La tecnologia ci può dare un grande aiuto a mantenere
una routine regolare e sana. Proprio per aiutare le
persone a sviluppare delle buone abitudini quotidiane e a
fare le scelte alimentari corrette, Health Italia ha lanciato
Health Up, un’app dedicata alla salute e al benessere: uno
strumento utile, intuitivo e facile da utilizzare, in cui trovare
consigli, informazioni e tanti prodotti, in un vero e proprio
percorso orientato al benessere e alla prevenzione.
L’app permette di tenersi sempre aggiornati con le ultime
news di Health Online, di curare l’alimentazione con i
consiglideinutrizionistidelnetworkHealthPoint,ditenersi
in forma con un semplice programma di allenamento
quotidiano, adatto a tutti, insieme ad un personal trainer.
Ancora, si possono scoprire i check-up e i prodotti proposti
da Health Point, per fare prevenzione e prendersi cura di sè.
Utilizzare l’app ogni giorno aiuta a costruire uno
stile di vita sano e orientato alla prevenzione, con
molte attività gratuite per migliorare in modo semplice
la routine quotidiana.
di Mariachiara Manopulo
e tecnologia
38 | Innovazione e tecnologia
Health Up è divisa in 7 sezioni: “oggi per
te”, “allenamento”, “alimentazione”, “check
up”, “teleconsulti”, “genetica”, “bellezza e
benessere”.
In “oggi per te” sono raccolte le ultime
notizie legate al mondo della salute e del
benessere, oltre ad un test per misurare
il proprio stato di salute.
La sezione “allenamento” racchiude
tanti consigli e proposte per mantenersi
in forma, tra cui un programma di
allenamento quotidiano con un personal
trainer professionista, da svolgere a casa
o all’aria aperta.
È possibile inoltre scoprire prodotti utili
per chi fa sport, utili anche per conoscere
meglio le caratteristiche del proprio
fisico, come il test di Sportgenomica, che
grazie all’analisi del DNA permette di
scoprire lo sport più adatto, o l’eventuale
predisposizione ad infortuni.
Su “alimentazione” si possono visionare
diversi video con i consigli dei
nutrizionisti nel network Health Point,
che spiegano come mantenere una
alimentazione corretta, sfatando alcuni
falsi miti, e scoprire nuovi prodotti.
Con il test di Nutrigenomica è possibile
indagare eventuali intolleranze, carenze,
e scoprire l’alimentazione più adatta.
Dalle sezioni “teleconsulti” e “check
up” è possibile prenotare e chiedere
informazioni sui check up di prevenzione
proposti da Health Point e sulle televisite
effettuabili da remoto, comodamente
da casa, con i medici specialisti delle
principali discipline.
Nella sezione “genetica” si trovano i test
predittivi del DNA, che permettono di
identificare l’eventuale predisposizione
alle diverse patologie, con l’obiettivo di
prevenirne l’insorgenza o favorirne la
diagnosi precoce.
Il test prenatale consente invece, in stato
di gravidanza, di conoscere la salute del
bambino: in modo assolutamente non
invasivo e totalmente privo di rischi, si
analizza il DNA fetale libero circolante,
isolato da un campione di sangue
materno, valutando le aneuploidie ei
cromosomi 21, 18 e 13 e dei cromosomi
sessuali. Infine, è possibile scoprire e
chiedere informazioni sul servizio di
conservazione delle cellule staminali e
del tessuto cordonale.
Navigando in “bellezza e benessere”
si possono scoprire tanti prodotti
di nutraceutica e cosmeceutica per
migliorare la pelle e il benessere
quotidiano, oltre ad Acqua Pradis,
un’acqua alcalina e povera di sodio,
diuretica e perfetta per idratare e per il
recupero post attività sportiva.
Nell’app si possono poi trovare tante promozioni, con un mix di prodotti scontati per
la pelle e il benessere, pensati per ogni esigenza ed età.
L’obiettivo di Health Up è stimolare l’utente a migliorarsi ogni giorno e a raggiungere i suoi
obiettivi: per questo, con un utilizzo quotidiano si accumulano Care Units e Golden Points:
tutti gli sforzi saranno gratificati con fantastici premi e voucher sconto.
Il premio più ambito è sicuramente l’Apple Watch, ma in palio ci sono anche una bellissima
bicicletta, strumenti per il fitness e la prevenzione, test genetici predittivi, prodotti per il
viso e per il corpo, integratori.
healthonline.it | 39
Per aggiudicarseli, è necessario accumulare Golden Points:
acquistando i prodotti proposti dall’app, facendo attività
fisica (è sufficiente collegare le app per il fitness preferite e
automaticamente il movimento registrato viene convertito
in Golden Points e Care Units), usufruendo dei servizi
proposti, come teleconsulti e check up.
I Care Units, invece, si guadagnano con tutte le attività
finalizzate al benessere presenti sull’app: permettono di
mantenere alto il Care Level, il valore che misura la qualità
dello stile di vita. Quando il Care Level raggiunge un valore
pari o maggiore di 5.0, l’utente ottiene un voucher sconto
del 10%, da spendere nei prodotti e servizi proposti
dall’app. Se il valore arriva ad 8.0, il voucher è del 15%.
Health Up sostiene Banca delle Visite, il progetto della
Fondazione Health Italia Onlus che raccoglie le donazioni
di privati ed aziende per regalare una visita medica a chi
non se la può permettere, o non può attendere i tempi del
Servizio Sanitario Nazionale. Tramite Health Up è possibile
scoprire di più sul progetto.
L’app è gratuita, disponibile per IOS e ANDROID su Apple
Store e Google Play.
lo specialista
40 | Lo specialista risponde
effetti
del lockdown
sulla salute mentale
Gli
Ne parla la dottoressa Sandra Ronconi,
Psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale
healthonline.it | 41
risponde
Tornare ad una vita normale dopo un lungo periodo di
isolamento forzato, come nel caso del lockdown dovuto alla
pandemia da Covid-19, non è semplice. Il divieto di uscire di
casa per andare al lavoro, per accompagnare i figli a scuola,
incontrare amici e parenti ha sicuramente degli effetti sulla
salute mentale di adulti e bambini. Secondo un’indagine
Istat su comportamenti e percezioni dei cittadini condotta
nella fase 1 della pandemia, ovvero tra il 5 aprile e 21 aprile,
è emerso che, “nonostante le restrizioni il lockdown è stato
vissuto all’insegna della serenità e di un clima familiare
coeso e positivo”. Alla richiesta di definire il clima familiare
vissuto nel primo periodo dell’emergenza, tre cittadini su
quattro hanno usato parole di significato positivo. Meno del
15%hasceltoparoleacuinonèstatopossibileattribuireun
significato univocamente positivo o negativo. Solo l’8% ha
utilizzato termini di significato negativo. C’è chi ha vissuto
questo periodo in modo positivo e chi meno con delle
conseguenze sulla psiche che non vanno trascurate. Cosa
succederà nel periodo post isolamento? Saremo in grado di
riprendere in mano la nostra quotidianità e in che modo?
Per Health Online risponde la dottoressa Sandra Ronconi
Psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale
del network Health Point.
“Siamo stati protagonisti di un evento del tutto imprevisto -
spiega la dottoressa Ronconi - e del quale non si ha memoria
storica alcuna, proprio per via della sua globalità. È noto
quanto, per la nostra mente, sia fondamentale attribuire
un significato specifico alle circostanze in atto e quanto sia
nostra abitudine etichettare le cose, cercando di prevedere
gli esiti degli eventi e gli scenari potenziali delle dinamiche
che viviamo. Nel momento in cui tale automatismo
naturale viene meno per assenza di riferimenti all’interno
della nostra mente, ne deriva una confusione che va a
ripercuotersi sul nostro stato emotivo nonché sulle nostre
opinioni e sul nostro modo di comportarci”.
di Alessia Elem
In collaborazione con
Sandra Ronconi
Psicologa – Psicoterapeuta
cognitivo comportamentale
del network Health Point
Una delle caratteristiche di questo periodo è stata che sono emerse delle situazioni non
elaborate prima, è così?
“La maggioranza delle persone conduce esistenze alquanto frenetiche ed è abituata a riempire
il tempo con le più svariate attività. Con il passare del tempo e con l’evoluzione, l’essere umano
si è adattato a ritmi di vita serrati, carichi di doveri e impegni.
Nello specifico non siamo abituati, e tendenzialmente non siamo stati neanche educati, a
fermarci e non essere produttivi. Laddove cause di forza maggiore ci costringano dunque a
fermarci, lasciandoci soli con il momento presente, siamo in un certo senso ‘obbligati’ a fare
i conti con il ‘qui ed ora’ e con qualsiasi implicazione positiva o negativa questo comprenda,
ritrovandoci di conseguenza a fare i conti con stati d’animo e pensieri con i quali non eravamo
abituati a stare, in parte a causa della tendenza a dare per scontato quel che fa parte del
quotidiano e in parte per una sorta di evitamento attivo che siamo soliti mettere in atto
riempiendo le nostre giornate con attività che ci distolgano da ciò che non ci piace o da ciò che
è ormai assodato”.
Il lockdown è stato definito il più grande esperimento psicologico del mondo, lei cosa
ne pensa?
“Credo fermamente si sia verificato un fenomeno senza precedenti, responsabile di aver
modificato le condizioni alle quali ci eravamo adattati, sconvolgendo la nostra quotidianità
e rompendo il nostro consueto equilibrio.
Ne deriva quanto tutto questo abbia messo la popolazione alla prova nei seguenti settori:
lavorativo, familiare, sociale, cognitivo ed emotivo, inducendola a doversi riorganizzare e
ad apprendere nuovi schemi di rifermento, mettendo in discussione quelli precedenti;
analizzandolo da tale punto di vista, si può sicuramente interpretare il lockdown come la
più grande sperimentazione mai avvenuta”.
È arrivato il momento di affrontare le conseguenze
di un periodo di isolamento. Quali sono le principali
ripercussioni?
“Da questo periodo di restrizioni è emerso un grande
cambiamento nelle abitudini di vita. L’isolamento e il
confinamento hanno avuto un grande impatto sui singoli
individui, riducendo la qualità della vita delle persone e
mettendo a rischio la salute psico-fisica di molti. I dati delle
prime indagini sono infatti allarmanti, in quanto è stato
possibile riscontrare un considerevole peggioramento della
qualità del sonno e, in particolare, si è evidenziato come la
ridotta attività fisica, la scarsa esposizione alla luce solare,
l’assenza di attività sociali, le paure per il contagio e per la
42 | Lo specialista risponde
situazione economica nonché il cambiamento all’interno degli stili di vita familiari, abbiano
condotto a un’alterazione dei ritmi sonno veglia e provocato un incremento dei disturbi
del sonno. L’incertezza per il futuro e le svariate interpretazioni di tipo catastrofico, inoltre,
hanno favorito l’aumento dei sintomi ansiosi e depressivi”.
Dai risultati iniziali di un’indagine nazionale condotta dal Consiglio Nazionale dell’Ordine
Psicologi (CNOP), si evince come l’emergenza abbia fatto crescere i livelli di disagio
psicologico di 7 italiani su 10, soprattutto tra le donne e le persone di età compresa tra i 35
ed i 54 anni. Il 42% degli italiani ha riscontrato problemi legati all’ansia, il 24% disturbi del
sonno; il 22% irritabilità; il 18% umore depresso; il 14% problemi e conflitti relazionali; il
10% problemi alimentari e solo il 28% ha dichiarato di non aver sperimentato delle forme
di disagio.
Cosa ne pensa?
“Possiamo considerare queste manifestazioni come una normale reazione ad un’esperienza
di natura traumatica, tuttavia queste devono, con il tempo, lasciare spazio a nuove forme di
adattamento e ritrovato benessere psicofisico, attraverso una lenta e graduale ripresa delle
attività che eravamo soliti svolgere e al mantenimento delle buone abitudini.
Se contrariamente questi stati di disagio permangono troppo a lungo, possono cronicizzarsi
ed influire negativamente sul funzionamento dell’individuo, in tal caso, il consiglio è quello di
rivolgersi a degli specialisti nel settore della salute mentale e della promozione del benessere
che possano aiutare la persona a costruire nuovi strumenti che mirino al miglioramento
della qualità di vita e al superamento degli stati di disagio percepito”.
La parola paura è purtroppo ricorrente.
“In questo particolare momento
storico una delle principali paure è
rappresentata dal rischio di contrarre
il virus, il quale indossa i panni dell’altro,
chiunque esso sia: un parente, un collega
di lavoro o lo sconosciuto in fila al
supermercato.
Ne consegue sia una minaccia difficile da
individuare poiché mancano i cosiddetti
segnali di pericolo, ovvero tutti quegli
elementi che permettono al nostro
cervello di capire quando prestare
attenzione e quando, invece, rilassarsi.
Non mancano inoltre i timori legati al
futuro, alla condizione economica e alla
sfera occupazionale, circostanze che ci
espongono ad altissimi livelli di attivazione
e stress, nonché al rischio di vivere in uno
stato di tensione emotiva continua.
Se da un lato provare emozioni risulta
dunque fondamentale per affrontare la
vita quotidiana, dall’altro è altrettanto
importante la regolazione delle risposte
emotive.
Sperimentare sentimenti di paura, rabbia
e tristezza per un quantitativo temporale
troppo elevato può rappresentare un
limite per le nostre risorse cognitive,
distraendoci da altri compiti e
peggiorando la nostra qualità di vita.
La regolazione emotiva, per quanto
complessa,èunostrumentoimportantissimo
per prevenire comportamenti dannosi per
il nostro organismo”.
healthonline.it | 43
44 | #psicologia
C’è chi esce di casa solo per le necessità perché non riesce ad adattarsi alla vita al di
fuori delle mura domestiche. Si parla di “sindrome della capanna”. Che cosa si intende?
Come superare questa situazione?
“Dopo un lungo periodo di isolamento e distacco dalla realtà, non è raro possa presentarsi
uno stato di smarrimento connotato da ansia, paura verso il mondo esterno e rifiuto di
tornare alla precedente condizione di quotidianità; tale circostanza può indurre la persona
a voler continuare a barricarsi tra le proprie mura domestiche, all’interno delle quali si
percepisce al sicuro.
Tale fenomeno viene definito ‘sindrome della capanna’: non rappresentata un vero e
proprio disturbo mentale, tanto che non è riconosciuta a livello scientifico, ma lo si utilizza
per descrivere una condizione dovuta a un periodo di isolamento. I sintomi tipici riguardano
la comparsa di stati ansiosi, irritabilità, umore basso, scarsa concentrazione, demotivazione
e apatia.
Questa condizione tende a scomparire con il tempo e con il normalizzarsi della situazione
all’esterno, permettendo così alla persona di adattarsi nuovamente e di ristabilire un
proprio sano equilibrio. Questo processo può essere favorito da una graduale ripresa delle
proprie attività, dal mantenimento delle buone abitudini riscoperte durante il periodo di
isolamento, dall’accettazione e dalla normalizzazione delle proprie emozioni quali l’ansia
e la paura, dal porsi nuovi obiettivi rivedendo i propositi espressi prima del lockdown e
dal prepararsi al cambiamento nelle attività sociali che dovranno tener conto dell’uso delle
mascherine e del mantenimento del distanziamento sociale”.
44 | Lo specialista risponde
Moltihannosospesol’attivitàlavorativaol’hannopersa.Comeaffrontareunasituazione
del genere? Quali sono i suoi consigli?
“Situazioni come questa ci pongono di fronte a grandi sfide che possono sembrare, talvolta,
impossibili da affrontare e superare. In tal caso ciò che più favorisce il nostro benessere è
la flessibilità, abilità basata sulla consapevolezza di quanto sta avvenendo, che ci consente
di adattarci alle situazioni più disparate e produrre risposte efficaci e funzionali facendo
leva sulle risorse personali e sul contesto. In questo modo sarà possibile approcciarsi
alle avversità in modo consapevole e intenzionale, evitando atteggiamenti impulsivi e
inconsapevoli”.
I bambini non sono estranei alle situazioni stressanti e questi cambiamenti, per alcuni,
potrebbero influire negativamente sul benessere psicologico. Il distanziamento sociale e il
non poter, improvvisamente, interagire con i compagni di gioco e di scuola, è stato il prezzo
più alto che hanno pagato.
Dottoressa, quanto è importante il
ruolo dei genitori nell’osservare lo stato
emotivo dei figli? Quali sono i campanelli
di allarme ai quali prestare attenzione?
“Il ruolo dei genitori è fondamentale,
spetta a loro e agli adulti di riferimento
rispondere in maniera adeguata ai bisogni
del bambino, soprattutto se prendiamo
in considerazione anche la perdita
momentanea dei punti di riferimento
sociali più importanti, quali ad esempio:
gli insegnanti, gli allenatori, i compagni
di classe. Tutti gli esseri umani hanno dei
bisogni fondamentali e, tra questi, vi sono
il bisogno di sicurezza, di esplorazione
e di socializzazione che, mai come in
questo momento, hanno subìto un
arresto significativo. I bambini hanno
bisogno di informazioni chiare e vere,
che vanno filtrate e modulate in base
all’età, ma soprattutto hanno bisogno di
sentirsi al sicuro e per farlo devono stare
in contatto con adulti che trasmettano
fiducia, sicurezza e padronanza. In questo
momento possono manifestarsi delle
piccole regressioni nelle autonomie già
raggiunte, come ad esempio la richiesta
di maggiori attenzioni oppure la difficoltà
a dormire soli. Possono comparire
delle manifestazioni come esplosioni
comportamentali di rabbia e aggressività,
pianti ed espressioni di paura o di tristezza.
Il compito dei genitori è accogliere e
monitorare tali manifestazioni che, in un
primo momento, possiamo semplicemente
considerare quali reazioni fisiologiche a
una situazione imprevista e stressante”.
A preoccupare maggiormente sono gli effetti del lockdown sugli adolescenti, che si trovano
a fronteggiare una situazione stressante dovuta al distanziamento sociale e a una limitata
autonomia. A lanciare l’allarme l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha evidenziato
un non trascurabile aumento degli stati depressivi e dell’ansia.
healthonline.it | 45
Dottoressa, gli adolescenti generalmente manifestano
ansia e preoccupazione con atteggiamenti di chiusura,
tristezza e rabbia. Quali sono i suoi consigli rivolti a loro
e ai genitori?
“L’Oms ha lanciato un allarme non trascurabile: gli
adolescenti sono tra le categorie che hanno maggiormente
subìto gli effetti negativi di questo lockdown. Il bisogno
di avere un proprio spazio di azione è, in adolescenza,
normale e fisiologico così come la perdita di interesse
nella condivisione del proprio tempo con i familiari e
l’aumento dei conflitti. In questo momento della loro
vita gli adolescenti avrebbero potuto esplorare se stessi
e il mondo circostante, confrontandosi con la realtà di
tutti i giorni e affrontando prove complesse ma uniche e
irripetibili. Dalle prime analisi condotte, emerge quanto le
manifestazioni più ricorrenti tra gli adolescenti riguardino
vissuti di noia, scarsa concentrazione, angoscia nel trovarsi
da soli e isolati, incertezza per il futuro che ha inibito la
capacità di immaginare e sognare come sarà il loro domani,
portando a stati di apatia e demotivazione. L’eccessiva
esposizione alle nuove tecnologie, inoltre, ha aumentato il
rischio dell’instaurarsi di una dipendenza o comportamenti
disfunzionali, aspetto che va tenuto presente da chi svolge
il ruolo di educatore, come i genitori e gli insegnanti.
Numerose ricerche hanno infine evidenziato, tra gli
adolescenti, un aumento dei sintomi ansiosi e depressivi,
contraddistinti da stati di irritabilità.
I genitori si trovano pertanto a fronteggiare una sfida
che non avrebbero mai potuto immaginare, gestendo i
momenti di frustrazione, rabbia e tristezza in maniera
tutt’altro che semplice. Tuttavia è bene ricordare
come questi comportamenti abbiano la funzione di
comunicare un disagio, uno stato d’animo o un bisogno
che non riescono spesso a riconoscere o verbalizzare.
Il compito dei genitori sarà dunque quello di accogliere
tale manifestazioni, aiutando il proprio ragazzo a entrare
in contatto con la sua sfera emotiva e con i propri bisogni
frustrati. Riconoscere e accettare le personali attivazioni
è il primo passo verso la regolazione emotiva. La durata
in un tempo indefinito di tali condizioni di disagio,
non riconosciuto ed espresso tramite comportamenti
disfunzionali, può divenire una minaccia alla formazione
dell’autostima, al senso di autoefficacia e allo sviluppo
dell’autonomia; è quindi doveroso attivarsi nel tentativo di
sviluppare nuove risorse e incrementare quelle già esistenti
attraverso, ad esempio, la curiosità, indispensabile motore
nella ricerca di nuove opportunità e nella promozione della
crescita personale e nella promozione del benessere”.
46 | Lo specialista risponde
Ci sono casi in cui c’è difficoltà a gestire le proprie emozioni e anche aiutare i figli nel tornare
ad una vita normale. Laddove la condizione di isolamento si dovesse protrarre, andando
a incidere sulla sfera cognitiva, sociale, lavorativa e familiare, per poter essere gestita e
superata nel migliore dei modi, è importante rivolgersi ad un professionista.
Lei fa parte del network di Health Point,
può spiegare qual è il servizio offerto e
in che modo poterne usufruire?
“Il network di Health Point offre diversi
servizi adeguati alle più disparate
esigenze, in questo particolare
momento la consulenza psicologica
è di fondamentale importanza in
quanto può aiutare il singolo, la coppia
e la famiglia a trovare gli strumenti e
le risorse per favorire la costruzione
di un nuovo equilibrio basato sulla
flessibilità psicologica, su abitudini di
vita salutari e sulla promozione della
crescita personale. Esistono diverse
possibilità e diversi pacchetti studiati
appositamente per rispondere alle
richieste del singolo e della famiglia,
strutturati inoltre per le diverse esigenze
quali ad esempio: il counseling psicologico
volto al superamento di momenti di
difficoltà legati a fasi di transizione e
superamento di problematiche non
di natura psicopatologica; le tecniche
di riduzione e gestione dello stress; il
pacchetto per lo sviluppo di abilità per
l’aumento dell’autoefficacia; le tecniche di
gestione e riduzione dell’ansia; il sostegno
alla genitorialità”.
Andrà tutto bene è stata la frase di ottimismo più ricorrente in tutto il periodo
epidemiologico. Dottoressa, andrà tutto bene anche per la ripartenza psicologica?
“La diffusione dell’epidemia di Coronavirus è stata indubbiamente una dinamica traumatica
per molte persone ma da un fenomeno di questa portata possono derivare positività
e resilienza. L’altruismo, il coraggio e il supporto sociale visibilmente emersi durante
questa fase complessa, ne sono in qualche modo la diretta dimostrazione. In psicologia
si è soliti parlare del concetto di crescita post-traumatica al fine di indicare il processo di
cambiamento e maturazione derivante dall’aver vissuto una esperienza stressante che ci ha
fatto incontrare o scontrare con la nostra vulnerabilità”.
healthonline.it | 47
48 | Benessere
coach
Life
e i benefici del life coaching
La storia di Myriam Florio
benessere
healthonline.it | 49
“Le risposte sono dentro di noi” (Socrate).
IlcoachingèunadisciplinanatanegliStatiUnitichehacome
obiettivo non la risoluzione di un problema o un disagio,
ma suggerire un metodo per esaltare le potenzialità che
ognuno di noi possiede senza necessariamente aspettare
che si presenti l’ostacolo. Ogni coach ha una propria
specializzazione, oggi i più comuni e più “gettonati” sono:
business coach, sport coach e life coach. Sempre più spesso
si sente parlare del life coach, definito come “allenatore”
della felicità, ma in realtà si sa poco di questa professione
intellettuale (non regolamentata) e dei benefici che può
apportare alla salute e alla vita. Per saperne di più abbiamo
contattato Myriam Florio, Coach e NLP Trainer del team
degli assistenti internazionali del dottor Richard Bandler
(co-creatore della Programmazione Neuro Linguistica
n.d.r.) nonché fondatrice dell’Accademia dei Coach e del
programma formativo Mamma Coach.
Myriam, partiamo dal principio. Chi è il life coach e di
cosa si occupa?
“In linea generale, il coach è un allenatore della mente
delle persone per migliorarne le prestazioni. In ambito life,
il coach si rivolge alle persone per migliorare, attraverso
un percorso ben definito, alcuni aspetti della vita, quali
ad esempio: benessere fisico, relazioni sentimentali,
professione lavorativa. Il life coach affianca il cliente
nell’affrontare il cambiamento; il suo ruolo è proprio quello
di accompagnarlo in questo percorso di crescita personale,
offrendogli tutti gli strumenti necessari per raggiungere
uno stato di felicità più intenso o una produttività maggiore.
Il punto di partenza è una fotografia dello stato attuale,
per capire quali sono gli obiettivi precisi e specifici da
raggiungere con la massima soddisfazione”.
Quali sono gli elementi principali che rendono questa
figura efficace?
“Il life coach ha un approccio evolutivo e orientato verso i
risultatidellacrescitapersonaledelcliente.Perraggiungerli
e permettere alla persona di affrontare il cambiamento e
proseguire in autonomia, è importante che l’allenatore
sappia lavorare a 360 gradi su corpo, mente, emozioni,
inconscio e spirito”.
50 | Benessere
di Nicoletta Mele
Myriam Florio
Coach e NLP Trainer,
fondatrice dell’Accademia
dei Coach e del programma
formativo Mamma Coach
healthonline.it | 51
Quali sono i benefici?
“Sono tantissimi. Per il raggiungimento
di un miglior stile di vita il life coach,
essendo un esperto delle domande, mette
in condizione la persona di prendere
coscienza e consapevolezza di una serie di
aspetti e passaggi della vita sconosciuti fino
a quel momento. Lo accompagna fornendo
tutti quegli strumenti necessari per
affrontare la scalata, lo sprona al momento
giusto ed è accanto a lui per fargli capire
quali sono i bisogni biologici da soddisfare”.
Il life coach è un motivatore?
“No, il life coach è colui che sa aiutare,
guidare e supportare gli individui alla
ricerca dei propri bisogni biologici. Il
vero allenatore della mente lavora con la
motivazione intrinseca degli individui,
al fine di rendere gli stessi autonomi.
I motivatori invece accendono delle
“fiammelle” che automaticamente si
spengono e che per essere riaccese hanno
di nuovo bisogno della loro presenza”.
Chi si rivolge a un life coach e quando?
“Ognivoltachesidecidedidareunupgrade
alla propria vita senza necessariamente
aspettare che arrivi un disagio. Viviamo
in un’epoca in continua evoluzione, dove
ci viene richiesto di essere sempre al top.
In questa fase entra in gioco il life coach,
che con la sua professionalità è in grado di
supportare le persone nel raggiungimento
di prestazioni migliori, in linea con le
aspettativerichiestedallasocietàmoderna.
A lui si rivolgono quindi tutte quelle
persone che, indipendentemente dal
proprio background, hanno l’interesse
nel cambiare e migliorare un aspetto della
vita”.
Il vero allenatore della mente
lavora con la motivazione intrinseca
degli individui, I motivatori invece
accendono delle “fiammelle” che
si accendono solo al momento del
bisogno
Cosa differenzia il metodo coaching dal counseling e dalla psicologia?
“Sono tre approcci diversi. Quello del metodo coaching mira ad aiutare le persone a definire
i propri obiettivi ed elaborare una strategia per raggiungerli. Il counseling è una disciplina
di ascolto attiva per la risoluzione di un problema partendo dalla situazione di difficoltà che
la persona sta vivendo, mentre la psicologia ha un approccio formale più predeterminato e
imposta la relazione in base alla corrente psicologica, per aiutare il paziente a risolvere delle
problematiche personali”.
Abbiamo parlato del metodo di coaching e dei suoi benefici. Per quanto riguarda invece
la figura professionale, quale formazione deve avere il life coach?
“Deve avere una formazione specifica professionale di alto livello, rivolgendosi a società di
formazione presenti sul mercato da tanti anni che rilasciano certificazioni riconosciute a
livello internazionale. È importante e fondamentale che la formazione comprenda un percorso
di crescita personale tale da consentirgli di supportare le persone per il raggiungimento degli
obiettivi specifici con successo e soddisfazione. Questa caratteristica è necessaria, in quanto il
coach trasmette la sua esperienza e i suoi successi personali durante il coaching”.
Si può essere prima allievo e poi
diventare coach?
“È un prerequisito fondamentale per poter
diventareedessereuncoachprofessionista
competente.
Prima vive l’esperienza in prima persona
come Coachee (questo è il nome del cliente
nel coaching), si mette in gioco ed ottiene
risultati, nel frattempo studia e acquisisce
gli strumenti per farne successivamente
una professione”.
Quali sono gli elementi principali per
riconoscere che ci troviamo di fronte ad
un coach formato e con esperienza?
“È fondamentale verificare il curriculum
del coach: chi è, con chi si è formato, da
quanti anni svolge la professione, qual è la
sua clientela e che tipo di risultati hanno
ottenuto le persone che si sono rivolte
a lui. Inoltre, un’altra caratteristica da
non sottovalutare è che il life coach deve
svolgere la professione a tempo pieno”.
52 | Benessere
Qual è la sua formazione?
“Lavoronelcampodelcoachingda20anniedopounaprimaformazioneinItaliasonoandata
all’estero per studiare con il dottor Richard Bandler, co-creatore della Programmazione
Neuro Linguistica (PNL), la metodologia per cambiare i pensieri e i comportamenti di una
o più persone con lo scopo di aiutare ad elaborare strategie decisionali più efficaci. Sono
un trainer certificato a livello internazionale nell’ambito della PNL e affianco un gruppo
o un singolo per immergersi in un percorso di crescita personale o professionale. Tra i
miei formatori c’è John Whitmore, considerato uno dei pionieri della disciplina coaching.
Mi occupo anche del Reiss Motivation Profile di cui sono Trainer e Profiler certificato,
un sistema di profilazione che va a lavorare sui 16 bisogni biologici per mettere in atto
tutta una serie di azioni e comportamenti per raggiungere gli obiettivi. La mia esperienza
all’estero l’ho importata in Italia nelle due aziende che ho creato: l’Accademia dei Coach e
Rmp-Italy”.
Myriam Florio è la fondatrice dell’Accademia dei Coach, nata ad Aosta nel 2002 come “luogo
per i coach pensato dai coach con lo scopo di offrire aggregazione, sviluppo, ricerca ed
erogare percorsi formativi di élite per il successo professionale”.
All’interno dell’Accademia c’è una scuola di formazione per diventare allenatori. “È una
scuola a numero chiuso con un massimo di 20 partecipanti in aula - spiega Myriam - che
seguono un programma di formazione secondo il metodo D-K.a.l.t. Yourself Coaching©
da noi
coniato negli anni di lavoro e esperienza”.
È anche l’ideatrice di Mamma Coach, un percorso dedicato al mondo delle mamme e dei figli.
“È un programma di supporto a tutte le donne che vogliono realizzarsi e vivere al meglio
la loro esperienza di madre - aggiunge -, spesso quando si diventa mamma si perde la vera
identità e questo non deve succedere, perché una mamma equilibrata, soddisfatta e felice è
in grado di donare serenità ai propri figli. La mia più grande soddisfazione è vedere proprio
i risultati eclatanti dei figli delle mamme che seguono con me percorsi di coaching molto
approfonditi”.
Quali sono i suoi consigli per chi vuole diventare life coach?
“Il primo consiglio è quello di rivolgersi a scuole di formazione certificate riconosciute al
livello nazionale e internazionale che hanno anni di formazione ed esperienza e la capacità
di formare nuovi professionisti competenti che siano in grado di immettersi in maniera
efficace sul mercato. Diffidare dai corsi con moltissime persone in aula, perché il rischio è
quello di non essere seguiti e formati nel modo giusto”.
Myriam Florio è una donna, una mamma e un Coach nella vita, che con professionalità e
passione aiuta le persone in una fase delicata della loro vita: il cambiamento.
A volte un cambiamento, anche solo nell’atteggiamento nei confronti della vita, è necessario
per continuare il percorso. Ogni cambiamento spaventa ed implica una grande dose di
coraggio personale, ma se il percorso avviene “per mano” ad un allenatore, sicuramente si è
spronati nel prendere il coraggio di cambiare e scoprire di possedere delle risorse preziose.
“Iniziare un nuovo percorso spaventa. Ma dopo ogni passo che percorriamo ci rendiamo conto
di come era pericoloso rimanere fermi” (cit. Roberto Benigni).
healthonline.it | 53
parliamo di...
terapia al
plasma
La
54 | Parliamo di...Covid-19
per sconfiggere il Covid-19
Lo studio pilota del San Matteo di Pavia
illustrato dal dr. Cesare Perotti
Covid-19
healthonline.it | 55
È il sangue dei guariti a fornirci la soluzione per
indebolire e sconfiggere il COVID-19. È questa, in sintesi,
la dimostrazione scientifica che emerge dal progetto
sperimentale avviato su un campione di 46 pazienti in
piena pandemia dall’Ospedale San Matteo di Pavia, in
collaborazione con il “Carlo Poma” di Mantova.
È stato Alessandro Venturi, Presidente dell’Istituto di
ricerca e ospedale lombardo, a illustrare nel dettaglio le fasi
dellostudio-icuirisultatisarannopubblicatisuJam(Journal
of American Medical Association) – nel corso di un’audizione
della Commissione Sanità del Senato. “Lo studio – spiega
a Health Online Cesare Perotti, Direttore SIMT – Servizio
Immunotrasfusionale Fondazione IRCCS Policlinico San
Matteo – intende verificare la validità dell’uso del plasma
ottenuto da pazienti guariti e ancora convalescenti nel
neutralizzare il virus in malati in fase precoce con grave
insufficienza respiratoria. Sarà paragonato l’uso di plasma
iperimmune con l’uso di plasma che non lo è, a fronte di
una tripla somministrazione ogni 48 ore. La ricerca si
protrarrà per 18 mesi, esaminando la sopravvivenza a 30
giorni. I donatori saranno selezionati fra coloro che hanno
sviluppato una elevata concentrazione di anticorpi contro
la Covid”. Ad oggi l’Ospedale San Matteo rappresenta un
punto di snodo per la lotta al virus: qui arrivano i contagiati
del Pavese, del Lodigiano e del Cremonese. Ed è sempre nei
laboratori del nosocomio di Pavia che è stato validato il
test che informa se sei stato contagiato, ma soprattutto se
hai sviluppato degli anticorpi capaci di impedire al virus
di infettare le tue cellule. Qui il plasma è un’arma contro il
COVID-19.
Dottor Perotti, la terapia al plasma è ritenuta un’ottima
arma contro il Covid-19. Su quali evidenze scientifiche si
basa la sua efficacia?
“Intanto, il plasma donato da soggetti convalescenti/
guariti è stato già utilizzato per la terapia di varie malattie
infettive. Questa strategia è stata utilizzata fin dall’inizio
del secolo scorso, ma ha ricevuto un crescente interesse
di Alessandro Notarnicola
nella terapia della Middle East Respiratory Syndrome da Coronavirus, nell’influenza aviaria
(H1N1 e H5N1), nella SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) e nell’infezione da Ebola.
Inoltre, a Pavia abbiamo concluso la sperimentazione che ha dato risultati che hanno
superato le nostre più rosee aspettative, e questo ci dà grande soddisfazione”.
L’emergenza epidemiologica in corso ci ha posto davanti a un contesto inedito oppure ci
sono degli elementi che la relazionano ad altre pandemie (pensiamo, ad esempio, alla
diffusione dell’Ebola)?
“Il coronavirus è un virus nuovo, di cui si conosce poco, che ha avuto un impatto importante
sulla salute dei cittadini, sul Sistema Sanitario Nazionale e sulla società. Non sono ancora
stati approvati né un vaccino né una terapia antivirale specificamente rivolta al trattamento
del COVID-19, per cui l’assistenza del paziente grave si basa principalmente sulla terapia di
supporto. Varie opinioni di esperti sul controllo dell’infezione hanno suggerito l’utilizzo di
plasma da convalescente nei casi di pazienti critici in cui i presidi terapeutici alternativi si
dimostrino inefficaci o controindicati”.
A Mantova e Pavia sono stati “arruolati” donatori di
plasma. Per quale ragione e quali sono gli effetti prodotti
da questa sperimentazione?
“Si è pensato di studiare l’effetto della immunizzazione
passiva somministrando anticorpi specifici contro il
Coronavirus contenuti nel plasma ottenuto dai soggetti
convalescenti, tenuto conto che il suo utilizzo potrebbe
avere un ruolo terapeutico, senza gravi controindicazioni
nei pazienti critici e la possibilità di raccogliere il plasma
mediante procedura di plasmaferesi con rapidità ed
efficacia, mettendolo immediatamente a disposizione
del paziente che ne abbia necessità. Il protocollo è stato
attivato il 17 marzo e si è concluso l’8 maggio. I risultati,
come dicevo prima, sono stati molto positivi. Si è potuta
registrare una riduzione della mortalità nonché un
miglioramento degli altri parametri: i valori del distress
respiratorio miglioravano entro la prima settimana e i tre
parametri fissati per l’infezione erano diminuiti in maniera
altrettanto importante”.
Una seconda ed eventuale ondata potrebbe essere
effettivamente arginata dalle cosiddette “banche del
plasma”?
“La speranza è quella di non doverlo usare. Tuttavia, è
nostro dovere, con tutto quello che è stato fatto finora e
con l’esperienza maturata, preoccuparci di costruire una
banca del plasma che ci permetta di essere pronti per
un’eventuale seconda ondata di contagi”.
56 | Parliamo di...Covid-19
Dr. Cesare Perotti
Direttore SIMT – Servizio
Immunotrasfusionale
Fondazione IRCCS
Policlinico San Matteo di Pavia
ABBIAMO LA RISPOSTA PRONTA
Health Assistance fornisce le soluzioni più qualificate in ambito di salute integrativa, servizi sociali e
assistenza sanitaria, per privati e aziende. Siamo un Service Provider indipendente sul mercato
dell’Assistenza Sanitaria Integrativa, dei servizi Socio Assistenziali e Socio Sanitari, nel comparto
del Welfare Aziendale e privato. Per offrirti il meglio, abbiamo stipulato accordi e convenzioni con
le più accreditate Società di Mutuo Soccorso, Casse di Assistenza, Fondi Sanitari e Compagnie di
Assicurazione, nonché Cooperative, Società di Servizi, strutture sanitarie e liberi professionisti.
Per i servizi sanitari e socio assistenziali,
anche domiciliari:
Numero Verde: 800.511.311
Numero dall’estero: +39 06 90198080
Health Assistance S.C.p.A.
c/o Palasalute
Via di Santa Cornelia, 9
00060 Formello (RM)
Per le strutture del Network o a coloro che
intendano candidarsi al convenzionamento
Ufficio Convenzioni: 06.9019801 (Tasto 2)
email: network@healthassistance.it
www.healthassistance.it
parliamo di...
58 |
prima di tutto
la salute
della persona
Protection Care,
Il sussidio di Mutua MBA
per la Fase 2
Parliamo di...Covid-19
Covid-19
healthonline.it | 59
di Nicoletta Mele
“Ripartire in sicurezza” è la frase che racchiude l’operato di Mutua MBA,
Società Generale di Mutuo Soccorso, per la fase 2 da Covid-19, quella
relativa a un progressivo rallentamento delle restrizioni ma mantenendo
l’obbligo delle misure di prevenzione per evitare una nuova diffusione del
contagio.
Mutua MBA ha realizzato un sussidio straordinario denominato
Protection Care per “proteggere ogni persona”, anche le non abbienti.
L’adesione al sussidio, infatti, contribuirà anche a pagare le visite di
check up da Covid-19 a persone che non possono permetterselo, grazie al
progetto Banca delle Visite di Fondazione Health Italia Onlus.
Protection care è diviso in due macro aree: Prestazioni Covid-19 e
Prevenzione. La prima prevede l’erogazione di diarie ed indennità per
ricovero da Covid-19 - anche in terapia intensiva - e per motivi estranei
al virus. È incluso il rimborso per le spese sostenute per l’assistenza
domiciliare. L’area Prevenzione invece si occupa di rimborsare i test
capillari o sierologici.
Protection Care è un valido sostegno pensato anche per la fase successiva
a quella di emergenza: se dopo due anni non si è usufruito delle
prestazioniCovid-19esiètitolaridiunsussidioMBA,il50%diquello
versato diventerà una maggior disponibilità per visite specialistiche
e/o esami di alta diagnostica, se previsti dal sussidio stesso.
Il socio titolare del sussidio riceverà un Welcome Kit contenente i
dispositivi di protezione individuale quali: guanti, mascherina e gel
igienizzante.
La salute delle persone prima di tutto. Forte di questo principio, Mutua
MBA ha risposto all’invito da parte di ANSI - Associazione Nazionale Sanità
Integrativa e Welfare - nell’adottare, nella fase epidemiologica, misure di
sostegno ai propri soci in rispetto delle norme di prevenzione illustrate
dal Ministero della Salute. La mutua ha stanziato un fondo speciale di
3 milioni come garanzia economica per l’erogazione delle prestazioni
speciali per tutta la durata del periodo di emergenza sanitaria. Dal 4
marzo ha integrato i piani sanitari con l’introduzione di prestazioni
aggiuntive finalizzate a garantire ai propri associati un supporto concreto
a fronte dello stato emergenziale. Gli associati colpiti dall’infezione in
periodo di quarantena potranno sospendere il pagamento dei contributi
per un periodo di due mesi, godere di un contributo una tantum di €
500,00 nonché avvalersi di consulti specialistici in tele-visita e in tele-
monitoraggio forniti dalla società convenzionata Health Point S.p.A.,
specializzata nella gestione ed erogazione dei sistemi di telemedicina.
parliamo di...
covid-19
autoimmuni,
e
Malattie
L’Oms vieta il trattamento con i farmaci antimalarici
somministrati a chi soffre di lupus e artrite reumatoide
60 | Parliamo di...Covid-19
Covid-19
healthonline.it | 61
di Alessandro Notarnicola
Chi soffre di malattie autoimmuni ha meno possibilità di
contrarre il COVID-19. È questo il risultato di una ricerca
condotta dall’Università di Firenze e che ancora una volta
accende i riflettori sulla relazione tra nuovo Coronavirus
e malattie autoimmuni balzata all’onore delle cronache
in piena emergenza sanitaria e su cui si è concentrato
primariamente il Presidente degli Stati Uniti d’America
Donald Trump.
Di fatto, i riflettori si sono accesi su due farmaci antimalarici,
Clorochina e Idrossiclorochina, presentati dal tycoon come
“un’ottima soluzione anti-COVID19”. Alla politica ha però
risposto la rivista medica “The Lancet”, chiarendo che
la somministrazione di questi farmaci porterebbe a un
aumento del rischio di sviluppare patologie cardiache e, in
casi estremi, alla morte. Gli esperti della Harvard Medical
School sottolineano infatti che, nonostante gli antimalarici
sianostaticonsideratiutilipertrattaremalattiecomeillupus
(il nome latino viene dal fatto che un tempo si osservavano
rare forme di Lupus con una manifestazione cutanea molto
severa sul viso, che poteva far pensare al morso di un lupo) o
l’artrite reumatoide, le evidenze scientifiche indicano invece
che l’assunzione di questi farmaci, in combinazione con degli
antibiotici o meno, non è efficace per il Covid-19.
62 | Parliamo di...Covid-19
A supporto di questa tesi arriva il parere dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che
ha sospeso i trattamenti con l’idrossiclorochina contro il Coronavirus dopo che alcuni studi ne
hanno messo in luce l’elevato tasso di mortalità.
Abbiamo chiesto ad Augusta Canzona, Presidente dell’Associazione Gruppo LES Italiano, che
conta in Italia 60 mila persone seguite clinicamente, con un incremento di circa 1500 nuovi
casi diagnosticati ogni anno, di fare chiarezza su questo agone che ha assunto dei confini
internazionali.
SecondoqualicriteriantimalaricilaClorochinaelaIdrossiclorochina,farmaciusatianche
per combattere malattie autoimmuni, come l’artrite reumatoide o il lupus eritematoso
sistemico, potrebbero essere utili nel prevenire l’infezione da Coronavirus?
“Gli antimalarici sono stati testati durante l’epidemia di SARS del 2002 e in quell’occasione
avevano già dimostrato di poter interferire con i meccanismi di ingresso del virus nelle cellule,
alterando il pH e attraverso altri meccanismi, possono compromettere l’adesione del virus alla
parete cellulare, per provare a farla semplice”.
Pertanto, da dove prende avvio questa
letteratura terapica?
“La storia della possibile utilità degli
antimalarici per il Covid-19 nasce da due
studi in vitro in cui è stato dimostrato che
le cellule trattate con clorochina (CQ) e
idrossiclorochina (HCQ) e poi infettate con
SARS-CoV2 eliminavano meglio il virus di
quelle non trattate.
Poi è arrivato il primo studio francese che
ha dimostrato (prima su pochi pazienti,
poi su 80 casi) che il trattamento con
idrossiclorochina (in alcuni casi associato
ad azitromicina) rendeva possibile
l’eliminazione del virus in 7-8 giorni.
I dati successivi sono controversi: alcuni
hanno confermato il dato dei francesi,
altri non hanno evidenziato differenze
nell’andamento della malattia (concetto
diverso dall’eliminazione del virus) tra chi
prendevaantimalariciechinonliassumeva.
Infine, è intervenuta l’Oms riferendosi allo
studio pubblicato su Lancet, nel quale gli
autorihannodimostratocomeiltrattamento
con il farmaco antimalarico clorochina e il
suo analogo, l’idrossiclorochina, usato per
trattare malattie autoimmuni come il lupus
e l’artrite, non offrano alcun beneficio per i
pazienti affetti dal COVID-19”.
Quale relazione intercorre tra Lupus eritematoso sistemico e il COVID-19?
“I dati a disposizione non chiariscono se le persone con il Lupus sono più suscettibili
all’infezione (o a una forma più grave di Covid-19). Sono stati descritti alcuni pazienti con
Lupus, già in trattamento con Plaquenil, che hanno avuto il Covid-19. Ma non è chiaro se la
percentuale di persone con Lupus che si ammala è uguale alla popolazione generale o no.
L’aggiornamento della Covid-19 Global Rheuamtology Alliance parla di 136 LES (su 872, sono
circa il 15%) affetti da Covid-19 in tutto il mondo. I dati sono aggiornati a qualche giorno fa e
di sicuro sottostimano il numero vero”.
Health Online 37 - Maggio/Giugno 2020
Health Online 37 - Maggio/Giugno 2020

More Related Content

What's hot

Health Online 33 - Settembre/Ottobre 2019
Health Online 33 - Settembre/Ottobre 2019Health Online 33 - Settembre/Ottobre 2019
Health Online 33 - Settembre/Ottobre 2019Health Italia S.p.A.
 
Health Online 30 - Marzo/Aprile 2019
Health Online 30 - Marzo/Aprile 2019Health Online 30 - Marzo/Aprile 2019
Health Online 30 - Marzo/Aprile 2019Health Italia S.p.A.
 
Health Online 43 - Maggio/Giugno 2021
Health Online 43 - Maggio/Giugno 2021Health Online 43 - Maggio/Giugno 2021
Health Online 43 - Maggio/Giugno 2021Health Italia S.p.A.
 
Health Online n°28 - Novembre/Dicembre 2018
Health Online n°28 - Novembre/Dicembre 2018Health Online n°28 - Novembre/Dicembre 2018
Health Online n°28 - Novembre/Dicembre 2018Health Italia S.p.A.
 
Health Online 40 - Novembre/Dicembre 2020
Health Online 40 - Novembre/Dicembre 2020Health Online 40 - Novembre/Dicembre 2020
Health Online 40 - Novembre/Dicembre 2020Health Italia S.p.A.
 
Health Online 34 - Novembre/Dicembre 2019
Health Online 34 - Novembre/Dicembre 2019Health Online 34 - Novembre/Dicembre 2019
Health Online 34 - Novembre/Dicembre 2019Health Italia S.p.A.
 
ASIS - Training #8 - Formare il formatore – come sostenere l'Imprenditorialit...
ASIS - Training #8 - Formare il formatore – come sostenerel'Imprenditorialit...ASIS - Training #8 - Formare il formatore – come sostenerel'Imprenditorialit...
ASIS - Training #8 - Formare il formatore – come sostenere l'Imprenditorialit...armelleguillermet
 
Health Online 39 - Settembre/Ottobre 2020
Health Online 39 - Settembre/Ottobre 2020Health Online 39 - Settembre/Ottobre 2020
Health Online 39 - Settembre/Ottobre 2020Health Italia S.p.A.
 
Health Online 44 - Luglio / Agosto + Speciale Itaca 20.21
Health Online 44 - Luglio / Agosto + Speciale Itaca 20.21Health Online 44 - Luglio / Agosto + Speciale Itaca 20.21
Health Online 44 - Luglio / Agosto + Speciale Itaca 20.21Health Italia S.p.A.
 
Health Online 36 - Marzo Aprile 2020
Health Online 36 - Marzo Aprile 2020Health Online 36 - Marzo Aprile 2020
Health Online 36 - Marzo Aprile 2020Health Italia S.p.A.
 
Health On Line Numero 16
Health On Line Numero 16Health On Line Numero 16
Health On Line Numero 16Mutua MBA
 
Health Online 38 - Luglio / Agosto 2020
Health Online 38 - Luglio / Agosto 2020Health Online 38 - Luglio / Agosto 2020
Health Online 38 - Luglio / Agosto 2020Health Italia S.p.A.
 

What's hot (20)

Health Online 33 - Settembre/Ottobre 2019
Health Online 33 - Settembre/Ottobre 2019Health Online 33 - Settembre/Ottobre 2019
Health Online 33 - Settembre/Ottobre 2019
 
Health Online 30 - Marzo/Aprile 2019
Health Online 30 - Marzo/Aprile 2019Health Online 30 - Marzo/Aprile 2019
Health Online 30 - Marzo/Aprile 2019
 
Health Online 43 - Maggio/Giugno 2021
Health Online 43 - Maggio/Giugno 2021Health Online 43 - Maggio/Giugno 2021
Health Online 43 - Maggio/Giugno 2021
 
Health Online n°28 - Novembre/Dicembre 2018
Health Online n°28 - Novembre/Dicembre 2018Health Online n°28 - Novembre/Dicembre 2018
Health Online n°28 - Novembre/Dicembre 2018
 
Health Online 40 - Novembre/Dicembre 2020
Health Online 40 - Novembre/Dicembre 2020Health Online 40 - Novembre/Dicembre 2020
Health Online 40 - Novembre/Dicembre 2020
 
Health Online 34 - Novembre/Dicembre 2019
Health Online 34 - Novembre/Dicembre 2019Health Online 34 - Novembre/Dicembre 2019
Health Online 34 - Novembre/Dicembre 2019
 
ASIS - Training #8 - Formare il formatore – come sostenere l'Imprenditorialit...
ASIS - Training #8 - Formare il formatore – come sostenerel'Imprenditorialit...ASIS - Training #8 - Formare il formatore – come sostenerel'Imprenditorialit...
ASIS - Training #8 - Formare il formatore – come sostenere l'Imprenditorialit...
 
Health Online 39 - Settembre/Ottobre 2020
Health Online 39 - Settembre/Ottobre 2020Health Online 39 - Settembre/Ottobre 2020
Health Online 39 - Settembre/Ottobre 2020
 
Health Online - 8
Health Online - 8Health Online - 8
Health Online - 8
 
Health Online - 17
Health Online - 17Health Online - 17
Health Online - 17
 
Health Online 44 - Luglio / Agosto + Speciale Itaca 20.21
Health Online 44 - Luglio / Agosto + Speciale Itaca 20.21Health Online 44 - Luglio / Agosto + Speciale Itaca 20.21
Health Online 44 - Luglio / Agosto + Speciale Itaca 20.21
 
Health Online 36 - Marzo Aprile 2020
Health Online 36 - Marzo Aprile 2020Health Online 36 - Marzo Aprile 2020
Health Online 36 - Marzo Aprile 2020
 
Health Online 31
Health Online 31Health Online 31
Health Online 31
 
Health Online - 15
Health Online - 15Health Online - 15
Health Online - 15
 
Health Online - 6
Health Online - 6Health Online - 6
Health Online - 6
 
Health On Line Numero 16
Health On Line Numero 16Health On Line Numero 16
Health On Line Numero 16
 
Health Online - 7
Health Online - 7Health Online - 7
Health Online - 7
 
Health Online 38 - Luglio / Agosto 2020
Health Online 38 - Luglio / Agosto 2020Health Online 38 - Luglio / Agosto 2020
Health Online 38 - Luglio / Agosto 2020
 
Health Online 22
Health Online 22Health Online 22
Health Online 22
 
Health Online 19
Health Online 19 Health Online 19
Health Online 19
 

Similar to Health Online 37 - Maggio/Giugno 2020

Health Online 50 - Luglio / Agosto 2022
Health Online 50 - Luglio / Agosto 2022Health Online 50 - Luglio / Agosto 2022
Health Online 50 - Luglio / Agosto 2022Health Italia S.p.A.
 
Health Online 35 - Gennaio Febbraio 2020
Health Online 35 - Gennaio Febbraio 2020Health Online 35 - Gennaio Febbraio 2020
Health Online 35 - Gennaio Febbraio 2020Health Italia S.p.A.
 
Health Online n°29 - Gennaio/Febbraio 2019
Health Online n°29 - Gennaio/Febbraio 2019Health Online n°29 - Gennaio/Febbraio 2019
Health Online n°29 - Gennaio/Febbraio 2019Health Italia S.p.A.
 
Health Online 48 - Marzo / Aprile 2022
Health Online 48 - Marzo / Aprile 2022Health Online 48 - Marzo / Aprile 2022
Health Online 48 - Marzo / Aprile 2022Health Italia S.p.A.
 
Health Online 55 - Maggio / Giugno 2023
Health Online 55 - Maggio / Giugno 2023Health Online 55 - Maggio / Giugno 2023
Health Online 55 - Maggio / Giugno 2023Health Italia S.p.A.
 
Health Online 51 - Settembre / Ottobre 2022
 Health Online 51 - Settembre / Ottobre 2022  Health Online 51 - Settembre / Ottobre 2022
Health Online 51 - Settembre / Ottobre 2022 Health Italia S.p.A.
 
Health Online 53 - Gennaio / Febbraio 2023
Health Online 53 - Gennaio / Febbraio 2023Health Online 53 - Gennaio / Febbraio 2023
Health Online 53 - Gennaio / Febbraio 2023Health Italia S.p.A.
 
Health Online 57 - Settembre / Ottobre 2023
Health Online 57 - Settembre / Ottobre 2023Health Online 57 - Settembre / Ottobre 2023
Health Online 57 - Settembre / Ottobre 2023Health Italia S.p.A.
 
Health Online 49 - Maggio / Giugno 2022
 Health Online 49 - Maggio / Giugno 2022  Health Online 49 - Maggio / Giugno 2022
Health Online 49 - Maggio / Giugno 2022 Health Italia S.p.A.
 
Assidai Welfare 24 agosto-settembre 2016
Assidai Welfare 24 agosto-settembre 2016Assidai Welfare 24 agosto-settembre 2016
Assidai Welfare 24 agosto-settembre 2016Assidai
 
Assidai Welfare 24 aprile maggio 2017
Assidai Welfare 24 aprile maggio 2017Assidai Welfare 24 aprile maggio 2017
Assidai Welfare 24 aprile maggio 2017Assidai
 
Health Online 52 - Novembre / Dicembre 2022
 Health Online 52 - Novembre / Dicembre 2022  Health Online 52 - Novembre / Dicembre 2022
Health Online 52 - Novembre / Dicembre 2022 Health Italia S.p.A.
 
Health Online - Numero 2 - Agosto 2014
Health Online - Numero 2 - Agosto 2014Health Online - Numero 2 - Agosto 2014
Health Online - Numero 2 - Agosto 2014Health Online
 

Similar to Health Online 37 - Maggio/Giugno 2020 (20)

Health Online 50 - Luglio / Agosto 2022
Health Online 50 - Luglio / Agosto 2022Health Online 50 - Luglio / Agosto 2022
Health Online 50 - Luglio / Agosto 2022
 
Health Online 21
Health Online 21Health Online 21
Health Online 21
 
Health Online - 20
Health Online - 20Health Online - 20
Health Online - 20
 
Health Online 35 - Gennaio Febbraio 2020
Health Online 35 - Gennaio Febbraio 2020Health Online 35 - Gennaio Febbraio 2020
Health Online 35 - Gennaio Febbraio 2020
 
Health Online - 10
Health Online - 10Health Online - 10
Health Online - 10
 
Health Online n°29 - Gennaio/Febbraio 2019
Health Online n°29 - Gennaio/Febbraio 2019Health Online n°29 - Gennaio/Febbraio 2019
Health Online n°29 - Gennaio/Febbraio 2019
 
Health Online 48 - Marzo / Aprile 2022
Health Online 48 - Marzo / Aprile 2022Health Online 48 - Marzo / Aprile 2022
Health Online 48 - Marzo / Aprile 2022
 
Health Online 55 - Maggio / Giugno 2023
Health Online 55 - Maggio / Giugno 2023Health Online 55 - Maggio / Giugno 2023
Health Online 55 - Maggio / Giugno 2023
 
Health Online 51 - Settembre / Ottobre 2022
 Health Online 51 - Settembre / Ottobre 2022  Health Online 51 - Settembre / Ottobre 2022
Health Online 51 - Settembre / Ottobre 2022
 
Health Online 53 - Gennaio / Febbraio 2023
Health Online 53 - Gennaio / Febbraio 2023Health Online 53 - Gennaio / Febbraio 2023
Health Online 53 - Gennaio / Febbraio 2023
 
Health Online - 14
Health Online - 14Health Online - 14
Health Online - 14
 
Health Online 57 - Settembre / Ottobre 2023
Health Online 57 - Settembre / Ottobre 2023Health Online 57 - Settembre / Ottobre 2023
Health Online 57 - Settembre / Ottobre 2023
 
Health Online - 13
Health Online - 13Health Online - 13
Health Online - 13
 
Health Online 25
Health Online 25Health Online 25
Health Online 25
 
Health Online 49 - Maggio / Giugno 2022
 Health Online 49 - Maggio / Giugno 2022  Health Online 49 - Maggio / Giugno 2022
Health Online 49 - Maggio / Giugno 2022
 
Assidai Welfare 24 agosto-settembre 2016
Assidai Welfare 24 agosto-settembre 2016Assidai Welfare 24 agosto-settembre 2016
Assidai Welfare 24 agosto-settembre 2016
 
Assidai Welfare 24 aprile maggio 2017
Assidai Welfare 24 aprile maggio 2017Assidai Welfare 24 aprile maggio 2017
Assidai Welfare 24 aprile maggio 2017
 
Health Online 52 - Novembre / Dicembre 2022
 Health Online 52 - Novembre / Dicembre 2022  Health Online 52 - Novembre / Dicembre 2022
Health Online 52 - Novembre / Dicembre 2022
 
Health Online 27
Health Online 27Health Online 27
Health Online 27
 
Health Online - Numero 2 - Agosto 2014
Health Online - Numero 2 - Agosto 2014Health Online - Numero 2 - Agosto 2014
Health Online - Numero 2 - Agosto 2014
 

Health Online 37 - Maggio/Giugno 2020

  • 1. innovazione e tecnologia Da Health Italia è arrivata Health Up, l’app dedicata al benessere benessere Life coach, l’allenatore della felicità lo specialista risponde Gli effetti del lockdown sulla salute mentale parliamo di... Covid-19: il punto il periodico di informazione sulla sanità integrativa maggio giugno 2020 Anno VII N°37 Difesa della Terra e dei mari Sanificare l’ambiente dalla cattiva condotta dell’uomo
  • 2.
  • 3. sommario attualità benessere salute parliamo di... covid-19 aziende del gruppo health italia innovazione e tecnologia lo specialista risponde in evidenza pag. 30 pag. 06 pag. 48 pag. 36 pag. 26 pag. 54 pag. 58 pag. 60 pag. 40 pag. 05 - Editoriale pag. 12 pag. 18 La nuova frontiera dell’Healthcare è la telemedicina: i servizi di Health Point Life coach, l’allenatore della felicità Da Health Italia è arrivata Health Up, l’app dedicata al benessere Health Italia presenta il suo primo bilancio di sostenibilità La terapia al plasma per sconfiggere il COVID-19, lo studio pilota del San Matteo di Pavia Protection Care, la salute delle persone prima di tutto. Il sussidio di Mutua MBA per la Fase2 Malattie autoimmuni e COVID-19. L’Oms vieta il trattamento con i farmaci antimalarici Gli effetti del lockdown sulla salute mentale La sindrome di Lupus che aggredisce le giovani donne Sclerodermia: la diagnosi precoce è vita Difesa della Terra e dei mari: sanificare l’ambiente dalla cattiva condotta dell’uomo
  • 4. periodico bimestrale di informazione sulla Sanità Integrativa Anno 7° - maggio/giugno 2020 - N°37 Direttore responsabile Nicoletta Mele Direttore editoriale Ing. Roberto Anzanello coordinamento generale H-Digital SpA Comitato di redazione Michela Dominicis Francesco Maddalena Mariachiara Manopulo Giulia Riganelli Hanno collaborato a questo numero Alessia Elem Alessandro Notarnicola Direzione e Proprietà Health Italia SpA c/o Palasalute - Via di Santa Cornelia, 9 00060 - Formello (RM) www.healthitalia.it Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte può essere riprodotta in alcun modo senza permesso scritto del direttore editoriale. Articoli, notizie e recensioni firmati o siglati esprimono soltanto l’opinione dell’autore e comportano di conseguenza esclusivamente la sua responsabilità diretta. iscritto presso il Registro Stampa del Tribunale di Tivoli n. 2/2016 - diffusione telematica n.3/2016 - diffusione cartacea 9 maggio 2016 Idea grafica H-Digital SpA impaginazione Giulia Riganelli immagini © AdobeStock Tiratura 103.302 copie Scarica Health Online in versione digitale su www.healthonline.it Se non vuoi perderti neanche una delle prossime uscite contattaci via email a info@healthonline.it e richiedi l’abbonamento gratuito alla rivista, sarà nostra premura inviarti via web ogni uscita. Per la tua pubblicità su Health Online contatta mkt@healthonline.it
  • 5. e di to ria le PANDEMIA E MUTUALITà LapandemiamondialedeterminatedalCovid-19haportatoconsé,oltreainotidisagisanitari,sociali,economici anche importanti insegnamenti che non dobbiamo consentire rimangano solamente delle considerazioni effettuate in questo momento storico particolare, bensì possano costituire l’ispirazione concreta per un nuovo approccio verso quelle dinamiche che condizionano e determinano la qualità della vita di tutti. Sicuramente uno dei temi che più influiscono sulla qualità della vita non può che essere la saluta nostra e dei nostri cari, diritto inalienabile sancito anche dalla Costituzione. Lo tsunami scatenato dall’epidemia di Coronavirus ha messo a dura prova, nel nostro paese, la sanità pubblica che, nonostante qualche sbandamento o qualche ritardata risposta, è stata comunque in grado di gestire un evento imprevisto di dimensioni impensabili grazie all’impegno di tutto il personale sanitario, dai medici agli infermieri, dagli operatori agli addetti, fino agli specializzandi in medicina. La sanità pubblica nel nostro paese è stato un baluardo di fronte ad un fenomeno internazionale che ha investito problematicamentelasalutedituttie,comeabbiamosempresostenutodaquestecolonne,lerisorseeconomiche che vengono destinate al primo pilastro del modello sanitario nazionale devono essere focalizzate proprio su questi elementi: gestione delle emergenze, interventi integrali sui soggetti più a rischio, supporto continuo alle classi sociali più deboli. Per fare questo diviene quindi indispensabile che il secondo pilastro del modello sanitario nazionale, la sanità integrativa,siamessaincondizionidifunzionarealmassimodelpropriopotenziale,sianellafasediprevenzione che in quella di cura, per non togliere risorse essenziali alla sanità pubblica. L’unico valore che può consentire di destinare risorse economiche ed operative ad una corretta gestione del sistema non può che essere la mutualità, cioè la condivisione del rischio tra tuti i cittadini affinché coloro che ne abbiano necessità possano essere protetti da quegli eventi che colpiscono la loro salute e quella dei loro cari. Per sostenere questo modello diviene allora indispensabile sempre di più trasformare il paradigma comune sostituito dal binomio “soggetto malato- cura”, al paradigma del futuro rappresentato dall’univoco concetto “soggetto sano-prevenzione”. Ma poiché le risorse economiche ed organizzative dello stato non sono infinite e poiché affinché si possa fare della vera e propria prevenzione sanitaria è necessario realizzare dei percorsi di prevenzione mirati sulle caratteristiche dei soggetti coinvolti, gli enti di sanità integrativa sono lo strumento corretto che può consentire di raggiungere l’obbiettivo. Gli Enti di Sanità Integrativa, cioè i Fondi Sanitari, le Società Generali di Mutuo Soccorso e le Casse di Assistenza Sanitaria, stanno sempre di più ed in modo sempre più articolato organizzando percorsi di prevenzione personalizzatigestiticonstrumentimoderni,secondoprocessicertificatieconmodalitànellequalil’accessibilità e la prossimità sono i concetti guida. Avere una popolazione più sana, dei cittadini più consapevoli della loro personalissima situazione sanitaria, degli individui che possono con semplicità tenere sotto controllo i propri parametri vitali significa permettere al servizio sanitario nazionale di potersi dedicare alle emergenze ed alla gestione dei soggetti deboli. Gli Enti di Sanità Integrativa sono, però, soggetti senza scopo di lucro, il cui unico obiettivo è garantire la salute dei propri associati senza avere nessuna necessità di realizzare utili e per esplicitare compiutamente e completamente il loro ruolo hanno necessita che la base associativa sia sempre più ampia. La conseguenza è che è necessario operare affinché molti di più degli oltre 10 milioni di cittadini che si avvalgono, già oggi, della sanità integrativa possano usufruire di questo importante modello di prevenzione e cura, rinforzando tutte le leve possibili, economiche, fiscali, organizzative e giuridiche per far si che tutti quanti possano utilizzare la mutualità come strumento essenziale di protezione sanitaria. Percorsi di prevenzione, check-up, controlli periodici, esami diagnostici, visite mediche preventive potranno essere così utili a tutti senza gravare sull’efficienza organizzativa e sulla focalizzazione economica della sanità pubblica. Le Società di Mutuo Soccorso, quali enti del terzo settore, già oggi operano sistemi di prevenzione articolati, ancheconstrumentidiTelemedicinachesarebbeopportunotuttiicittadinipotesseroutilizzare,masonoentrate anche in campo in quella che sarà la gestione post-epidemica. Anche dopo l’epidemia di Covid-19 ci sarà necessità di assistenza sanitaria mirata per tutti coloro che sono stati colpiti dal virus e, in questo caso, alcune Società generali di Mutuo Soccorso, per la protezione dei loro assistiti, hanno immediatamente integrato le clausole contrattuali dei contratti di protezione sanitaria per garantire supporti economici e prestazioni adeguate. Le Società Generali di Mutuo Soccorso sono state, in campo sanitario, i primi enti a fornire questi importanti supporti proprio perché i loro unici e soli obiettivi sono preservare il più possibile la salute dei propri assistiti tramite la prevenzione e garantire la corretta protezione ai loro associati fornendogli tutti i servizi medici necessari. Ci vorrà sicuramente tempo per riprendersi dalle problematiche determinate dal Covid-19, però fin da subito possiamo operare con l’obiettivo, in campo sanitario, di rafforzare il modello in uso nel nostro paese liberando risorse per la sanità pubblica e rinforzando ulteriormente la sanità integrativa, perché questa pandemia ci ha insegnato che anche nell’emergenza l’integrazione tra lo Stato da un lato e la mutualità dall’altro sono l’unica risposta possibile. Milanese,homaturatoun’esperienza ultraventennalenelsettoreassicurativo efinanziario,occupandomi siadeiprodottichedelmarketing edellosviluppocommerciale,fino alladirezionedicompagnieassicurative, nazionaliedestere.Nel2005sviluppo unprogettodiconsulenzaestrategia aziendalechehaconsentito dioperareconimaggioriplayer delsettoreassicurativoperrealizzare pianistrategicidisviluppocommerciale. Dal2009mioccupodiSanitàIntegrativa, assumendolacaricadiPresidenteANSI, AssociazioneNazionaleSanitàIntegrativa eWelfare,econtestualmentediHealth HoldingGroup,importanterealtà delsettore.Dal2016sonopresidente diHealthItalia,unadellepiùgrandirealtà nelpanoramadellaSanitàIntegrativa ItalianaesocietàquotatainBorsa sulmercatoAIMItalia. a cura di Roberto Anzanello healthonline.it | 05
  • 6. attualità 06 | Attualità dell’healthcare telemedicina è la La nuova frontiera I servizi di health point
  • 8. Dopo l’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 cambierà l’assistenza medica? Sì, il cambiamento è inevitabile. Le prime avvisaglie si sono avvertite prima dello scoppio della pandemia, che ha solo accelerato il processo di digitalizzazione già in atto, confermando l’importanza della telemedicina. Con la diffusione del virus c’è stata una limitazione degli accessi al pronto soccorso e per le visite ambulatoriali presso le strutture ospedaliere, ritenute luoghi non sicuri per la salute dell’utente. Ridurre il più possibile i contatti fisici puntando sulla tecnologia per il monitoraggio e la cura del paziente, ha dimostrato in epoca di emergenza sanitaria come la telemedicina, attraverso la televisita, il teleconsulto e la telecooperazione tra professionisti sanitari avrebbe contenuto il numero di contagi. Un altro fattore che sta determinando una maggiore propensione nei confronti dell’innovazione digitale della salute e delle cure è quello di poter usufruire dei servizi in tempi più rapidi. Curare il paziente a distanza avendo a disposizione la cartella clinica digitale in tempo reale e fornire servizi di tipo sanitario con un sistema da remoto, è indubbiamente la nuova frontiera dell’healthcare. Per il prossimo futuro (non molto lontano) sarà quindi la prestazione sanitaria ad “andare” a casa del paziente e non più il contrario. Ci sono Regioni italiane che già stanno percorrendo questa direzione. È il caso della regione Veneto, della regione Toscana, della provincia autonoma di Trento, che hanno approvato delibere sulla telemedicina per renderla erogabile da tutte le strutture del SSR. A seguito di questo importante e significativo provvedimento, l’azienda ospedaliera di Padova ha attivato all’interno di alcune Unità, quali la ginecologia, la diabetologia, la reumotalogia, l’endocrinologia, dei servizi di telemedicina ed entro la fine anno l’obiettivo è quello di arrivare a raggiungere l’erogazione di mille prestazioni in un giorno. È chiaro che non tutte le prestazioni possono essere effettuate a distanza, ma follow up, valutazione di esami o la verifica di alcuni parametri, sicuramente rientrano nell’innovativo servizio di digital health. di Nicoletta Mele Prof. Sergio Pillon Coautore delle linee di indirizzo nazionali sulla telemedicina e fino al 2019 coordinatore della Commissione Tecnica Paritetica per lo sviluppo della Telemedicina Nazionale 08 | Attualità
  • 9. Qual è la funzione della telemedicina? “La telemedicina è lo strumento, non l’obiettivo con il quale si fa salute - spiega il prof. Sergio Pillon, coautore delle linee di indirizzo nazionali sulla telemedicina e fino al 2019 coordinatore della Commissione Tecnica Paritetica per lo sviluppo della Telemedicina Nazionale - Questo strumento, presente nelle linee guida ministeriali, recepito con delibere da tutte le regioni include quattro aspetti: la televisita, attraverso la quale il paziente interagisce mediante una video call con il medico per un consulto. Con la televisita asincrona invece il paziente invia informazioni - immagini, analisi - per le quali richiede un parere al medico. Il secondo aspetto è il telemonitoraggio con il quale, grazie all’utilizzo di specifici apparecchi, è possibile tenere sotto controllo la variazione di alcuni parametri del paziente, come ad esempio la frequenza cardiaca o la glicemia. I dati acquisiti consentono una valutazione del paziente nella fase della comparsa dei primi sintomi. La Telecooperazione o teleconsulto è rivolta sia ai pazienti non autosufficienti che usufruiscono del personale infermieristico a domicilio, sia al medico di medicina generale, che interagisce con uno specialista, sia a team di professionisti che valutano un paziente, ad esempio per decidere il tipo di intervento chirurgico. L’infermiere è il collaboratore del medico che interagisce con lo specialista stando a contatto fisico con il paziente. Infine, la teleassistenza sanitaria riguarda l’aspetto socio-sanitario della cura di una persona fragile. In questo modo ‘si bada alla badante’ ovvero si dà supporto infermieristico a chi si prende cura del paziente”. healthonline.it | 09
  • 10. In sostanza, la telemedicina con tutti i suoi “sottogruppi” è un utile strumento non solo per la cura da remoto del paziente, ma anche per la prevenzione. Investire nell’innovazione in campo medico rappresenta quindi un’importante sfida per il futuro che sicuramente rivoluzionerà, e già lo sta facendo, il sistema sanitario. Lo sa bene Health Point, leader nel panorama nazionale nello sviluppo e nell’erogazione di servizi sanitari e in telemedicina. È controllata da Health Italia S.p.A, società quotata sul mercato AIM Italia, tra le più grandi realtà indipendenti del mercato italiano che operano nell’Healthcare. Health Point, forte della sua esperienza, nel periodo di emergenza sanitaria ha predisposto una piattaforma dedicata per permettere a tutti i cittadini che ne abbiano necessità di avere un confronto con un medico, con una televisita o al telefono. Lo specialista potrà valutare lo stato di salute dell’utente anche grazie all’acquisizione di alcuni parametri fisici predefiniti facilmente riscontrabili utilizzando comuni device. “La piattaforma di Televisita Health Point - spiega Silvia Fiorini, AD di Health Point - è stata sviluppata proprio per consentire al medico di interagire a distanza e in tempo reale con il paziente. Le aree mediche disponibili sono differenti: tra queste possiamo elencare ad esempio la medicina generale, la cardiologia, la pneumologia; è disponibile anche la consulenza psicologica per offrire maggiore supporto per gestire al meglio lo stress del periodo che stiamo vivendo. L’obiettivo primario della Televisita è proprio quello di muovere le informazioni diagnostiche anziché il paziente in tutte le situazioni in cui, chiaramente, non risulti indispensabile il contatto fisico. Una volta effettuato il consulto, il medico avrà la possibilità di fare una prima diagnosi sullo stato di salute del paziente e, se necessario, potrà prescrivere farmaci o cure”. Per accedere al servizio e prenotare la televisita o il consulto telefonico, basta collegarsi all’indirizzo http://televisita.healthpointitalia.com. Investire nell’innovazione in campo medico rappresenta un’importante sfida per il futuro che sicuramente rivoluzionerà, e già lo sta facendo, il sistema sanitario 10 | Attualità
  • 11. Hai bisogno di un consulto medico? Oggi puoi farlo comodamente da casa, grazie ai servizi in teleconsulto a distanza con medici specializzati. Health Point mette a disposizione una piattaforma dedicata ai servizi di telemedicina grazie ai quali è possibile effettuare un consulto telefonico e/o una televisita con un medico specializzato che, a distanza, potrà valutare lo stato di salute dell’utente anche grazie all’acquisizione di alcuni parametri fisici predefiniti facilmente riscontrabili utilizzando comuni device. Sono a disposizione anche consulti con figure come Psicologo e Psicoterapeuta che potranno fornire un supporto dedicato.Il nuovo servizio ha l’obiettivo di permettere ai cittadini di dialogare con un medico senza necessità di contatto fisico. Scopri di più su https://televisita.healthpointitalia.com/ Contact Center 06.5655.6371 tutti i giorni dalle ore 8.00 alle ore 20.00 #iorestoacasa healthonline.it | 011
  • 12. salute 12 | Salute La parola ad Augusta Canzona dell’Associazione Gruppo Les Italiano sindrome di lupus giovani donne che aggredisce le La
  • 13. healthonline.it | 13 Non è conosciuta da molti in Italia e nel mondo, eppure conta un “esercito” silenzioso che quotidianamente combatte una battaglia destinata a essere vinta. Ottenendo le più significative e promettenti evidenze scientifiche nei primi anni 2000, il Lupus eritematoso sistemico (il nome latino viene dal fatto che un tempo si osservavano rare forme di Lupus con una manifestazione cutaneamoltoseverasulviso,chepotevafarpensarealmorso di un lupo) è una malattia del connettivo caratterizzata da manifestazioni eritematose cutanee e mucose, sensibilità alla luce del sole e coinvolgimento sistemico di buona parte degli organi e apparati come il rene, le articolazioni, il sistema nervoso centrale, le sierose e il sistema emopoietico, dovute a deposito di immunocomplessi e complemento. Colpisce più frequentemente le donne, tra i 15 e i 40 anni, ma interessa anche gli uomini con forme più severe. “Fino a una decina di anni fa – commenta Augusta Canzona, Presidente dell’Associazione Gruppo LES Italiano costituito a Piacenza nel giugno del 1987 per iniziativa di un gruppo di pazienti (oggi 2 mila associati) – i medici sconsigliavano o addirittura proibivano alle pazienti affette di Alessandro Notarnicola
  • 14. da LES la gravidanza. Oggi le cose sono cambiate, ma per le nostre pazienti affrontare una gravidanza resta sempre una decisione complessa, che deve essere presa d’accordo con il medico curante e sotto stretto controllo”. Presidente Canzona, quanti italiani sono affetti da LES (Lupus eritematoso sistemico)? “Si stima che oggi i casi seguiti clinicamente riguardino almeno 60 mila persone, con un incremento di circa 1500 nuovi casi diagnosticati ogni anno; a seguito di questa stima, in Italia il LES, che fino a tutto il 2005 era considerato una malattia rara, è stato riclassificato come malattia cronica e invalidante (dà diritto all’invalidità civile). Altre stime invece portano a contare in Italia solo 22 mila pazienti”. Questa malattia ha un grosso impatto sulla vita dei pazienti che ne sono colpiti. In che modo la loro qualità di vita è condizionata? “Le indagini sui bisogni dei pazienti svolte dalla nostra Associazione e quelle condotte tra pazienti di altre nazioni sono simili. In primo luogo la difficoltà di ottenere una diagnosi precoce: ancora oggi passa troppo tempo dai primi segnali di malattia. Da qui l’importanza della conoscenza della malattia da parte del medico di Medicina generale, che è il primo interlocutore del paziente. Purtroppo il LES si rivela ancora essere una patologia distante dal MMG. Poi dover cercare, spesso, senza indicazioni utili, una struttura di cura adatta, e ritrovarsi frequentemente a transitare tra centri diversi e specialisti non coordinati tra di loro. E ancora - per tutta la vita - fare i conti con una patologia complessa, poco ‘visibile’, poco conosciuta dalla gente, non è facile. È difficile da spiegare il suo forte impatto sulla nostra esistenza in famiglia, con gli amici o sul lavoro. Ma spesso, anzi troppo spesso, quella che più condiziona la nostra vita è la difficoltà di fare i conti con una malattia ad andamento oscillante, fase acuta / fase cronica / fase di remissione, che porta al senso di solitudine e di diversità; alla perdita della visione di sé come persona sana; alla necessità di modificare la progettualità su sé stessi, operazione non facile, talvolta impossibile da fare da soli”. 14 | Augusta Canzona Presidente dell’Associazione Gruppo LES Italiano Salute
  • 15. healthonline.it | 15 In che modo il Servizio Sanitario Nazionale supporta i pazienti affetti da Lupus? “Avremmo bisogno di assistenza psicologica qualificata, anche contro i rischi di depressione, ma il Servizio Sanitario non contempla questa assistenza. Il paziente ha diverse difficoltà: dalla difficoltà a terminare gli studi all’accedere al mondo del lavoro (seguire i ritmi e gli orari delle persone sane, accettazione mansioni inferiori, a volte persino la rinuncia al lavoro). Poi c’è la spinosa questione dell’invalidità, spesso ridotta o addirittura negata. Non ultimo, data l’elevata prevalenza del lupus nelle donne (il rapporto femmine/maschi è di 9 a 1), il desiderio della gravidanza. Fino a una decina di anni fa i medici sconsigliavano o addirittura proibivano alle pazienti affette da LES la gravidanza. Oggi le cose sono cambiate, ma per le nostre pazienti affrontare una gravidanza resta sempre una decisione complessa, che deve essere presa d’accordo con il medico curante e sotto stretto controllo. Altro aspetto su cui ci battiamo è la qualità del rapporto medico-paziente che si riduce troppo spesso ad un rituale in cui non trova spazio la realtà complessa della persona umana. Molti dati, anche della ricerca medica, confermano infatti che una buona relazione, nella quale si prova fiducia e ci si ascolta reciprocamente per il tempo necessario, diventa presupposto di successo nell’obiettivo terapeutico che ci si è proposti di raggiungere”. Fino a una decina di anni fa i medici sconsigliavano o addirittura proibivano alle pazienti affette da LES la gravidanza, oggi le cose sono cambiate
  • 16. Una malattia per sole donne, o quasi… “Circa3donnesu4confessanocheilLupusha cambiato totalmente la loro vita rendendole donne diverse rispetto al passato. Più della metà di loro ritiene che la malattia che le affligge sia invalidante e 2 su 5 se ci pensano provano rabbia. I sintomi che fanno soffrire le pazienti sono di varia natura e ciascuna donna ne riferisce diversi. Ad impattare negativamente sulla qualità di vita sono soprattutto il senso di fatica e stanchezza cronica (71%) e il dolore costante (68%), accompagnati da un pervasivo senso di depressione e solitudine (42%). Lepazientisonocostretteanumeroserinunce a causa del LES: dal fare sport e attività fisica (43%) alla cura della propria casa (43%), dalle limitazioni nell’attività lavorativa alle passeggiate e ai viaggi, sino alla sfera molto privata dell’intimità di coppia e, come detto, della maternità. Nella delicata scelta di intraprendere o evitare la gravidanza durante la storia di LES hanno un ruolo importante il ginecologoeilreumatologo,maquasi1donna su 2 tra coloro che hanno scelto di rinunciare allamaternitàacausadelLESlohafattosenza confrontarsi con nessuna figura medica”. Negli ultimi 70 anni la prognosi dei pazienti con LES è significativamente migliorata. In che modo e quali sono le aspettative? “Oggi vi sono molti più strumenti e ambulatori dedicati. Alcuni rappresentano strutture innovative che grazie ai compiti che si sono prefissi hanno portato ad una diagnosi di malattia sempre più precoce: mi riferisco ad una rapida valutazione clinico-diagnostica dei pazienti affetti da LES sospetto o conclamato; il follow-up clinico- terapeutico; la prevenzione e cura delle comorbidità (diabete mellito, ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari, osteoporosi); la diagnosi e cura delle sindromi associate e in particolare della Sindrome da Anticorpi Antifosfolipidi, la più frequente sindrome trombofilica acquisita e causa di patologia gravidica. Inoltre i progressi nelle scienze di base hanno permesso di sviluppare, anche per i pazienti con LES, nuove strategie terapeutiche con farmaci biologici. Nuovi studi sono attualmente in corso e in fase di sperimentazione”. Il Lupus è una malattia cronica, curabile con opportuni trattamenti, non contagiosa, né infettiva, che colpisce maggiormente le donne con una prevalenza di 9 malati su 10. Il LES appartiene al gruppo delle malattie autoimmuni. Queste patologie, tra cui si annovera anche l’artrite reumatoide, la sclerosi multipla e il diabete mellito insulino- dipendente, sono provocate da una reazione aggressiva del sistema immunitario dell’individuo contro propri organi o tessuti. Il sistema immunitario normalmente ha la funzione di rispondere all’invasione da parte di microorganismi (per esempio batteri o virus) producendo anticorpi per distruggere gli “invasori”. Le malattie autoimmuni compaiono quando queste reazioni sono inspiegabilmente rivolte contro le cellule e i tessuti dell’organismo stesso, che non più riconosciuti come propri, vengono trattati come fossero sostanze estranee. Il Lupus Eritematoso Sistemico causa disturbi in varie parti del corpo, specialmente la pelle, le articolazioni, i reni, il sangue ed ogni tipo di tessuto connettivo. 16 | Salute
  • 17. Mutua MBA c/o Palasalute - Via di Santa Cornelia, 9 - 00060 - Formello (RM) Tel. +39 06 90198060 - Fax +39 06 61568364 - www.mbamutua.org
  • 18. è vita la diagnosi precoce Sclerodermia: 18 | Salute Ilaria Galetti vice presidente GILS ODV “noi non siamo la malattia” salute
  • 19. healthonline.it | 19 Informare, formare e sensibilizzare la popolazione, promuovere la ricerca scientifica e dare supporto ai malati e ai loro familiari, sono le priorità del lavoro di GILS, Gruppo Italiano per la lotta alla sclerodermia ODV. Il Gruppo, nato a Milano nel 1993, oltre alla sede principale presso il Padiglione Litta della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, ha diversi punti di riferimento sparsi su tutto il territorio nazionale. La sclerosi sistemica o sclerodermia (pelle dura) è una patologia reumatologica rara che colpisce prevalentemente le donne tra i 25 ai 50 anni. Nella maggior parte dei pazienti la malattia si manifesta con il fenomeno di Raynaud (nome del medico francese Maurice Raynaud colpito dalla malattia che descrisse alcune alterazioni circolatorieinungruppodipazienti),unacondizioneclinica per cui le estremità dell’organismo, più comunemente mani, piedi, ma occasionalmente anche naso ed orecchie, diventano fredde, insensibili e cambiano colore dopo l’esposizione al freddo, in riposta al decremento della temperatura ambientale o allo stress emotivo. Non è ancora chiara l’origine della sclerodermia, tra le ipotesi la più probabile è quella autoimmune. La diagnosi della sclerosi sistemica spesso non è semplice e immediata, pertanto individuarla nella fase iniziale e affidarsi ad un centro esperto per il trattamento della malattia e delle sue complicanze, rappresentano le uniche armi in grado di contrastarla. di Nicoletta Mele
  • 20. 20 | Salute Ilaria Galetti Vice presidente del Gruppo Italiano per la lotta alla sclerodermia ODV Il 29 giugno, anniversario della morte del famoso pittore tedesco Paul Klee, malato di sclerodermia, si celebra in tutto il mondo la giornata mondiale proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di questa patologia e dell’importanza della diagnosi precoce in grado di bloccarne lo sviluppo. Un ruolo fondamentale per l’identificazione delle prime manifestazioni e un rapido accesso ai centri specializzati per le cure è assunto dalle Associazionichesonocostantementeimpegnateproprionel diffondere informazioni per una maggiore consapevolezza nei confronti di questa patologia subdola. Health Online ha intervistato la Vice presidente di GILS, Gruppo Italiano per la lotta alla sclerodermia ODV, Ilaria Galetti. Formazione, informazione e sensibilizzazione sono le basi sulle quali si fonda la vostra attività. Può spiegare meglio di cosa si tratta? “Attraverso queste attività si realizza la mission del GILS e sono scritte nel nostro Statuto. Noi contribuiamo alla formazione di medici e infermieri, perché possano essere sempre un solido aiuto per i malati; ma anche la formazione dei nostri volontari è cruciale, perché consente loro di sedere ai tavoli più importanti, regionali, nazionali e internazionali. Per poter incidere nei processi decisionali bisogna parlare la stessa lingua degli altri stakeholder, in modo autorevole e indipendente. Per questo è necessario sensibilizzare e informare sia l’opinione pubblica, sia i policy maker, affinché la complessità clinica della sclerosi sistemica e l’impatto che essa ha sui pazienti e sui loro caregiver venga sempre tenuta in considerazione quando si prendono determinate decisioni”. Tra i fiori all’occhiello del gruppo c’è ScleroNet… “È un progetto che coinvolge diversi ospedali dell’area metropolitana milanese e diversi specialisti (oltre a immunologi e reumatologi abbiamo pneumologi, cardiologi, chirurghi vascolari, maxillofacciali, ginecologi, oculisti, gastroenterologi, nutrizionisti etc) allo scopo di avere un approccio collegiale e condiviso costruito intorno al singolo paziente, per migliorarne la qualità di vita, oltre che l’aspetto clinico”.
  • 21. healthonline.it | 21 Tra le vostre priorità anche la promozione della Ricerca... “Nonsipuòpensaredicurareunamalattiararasenzafarericerca;perquestoilGILSsostienei giovani ricercatori con bandi di ricerca, sia clinica, sia traslazionale. Incentiviamo progetti in rete, perché abbiamo visto che questa è la strada vincente. È sempre appagante accogliere i vincitori durante il nostro Congresso Nazionale di marzo (che quest’anno, ovviamente, non ha avuto luogo), mentre illustrano il loro progetto con grande professionalità e calore a una folta platea di colleghi e pazienti. Rappresentano il futuro della ricerca e una speranza per tanti malati”. Parliamo della patologia. Quali sono i campanelli di allarme ai quali bisogna fare attenzione? E come arrivare presto ad una diagnosi? “Il Fenomeno di Raynaud è un sicuro campanello d’allarme, che deve spingere il medico di base a far fare dei semplici esami del sangue alla ricerca di specifici autoanticorpi e una capillaroscopia, esame indolore e non invasivo e che, insieme, consentono di arrivare a una diagnosi precoce e alla presa in carico da parte di un immunologo o reumatologo. Una diagnosi precoce – diciamo noi – è vita. Io, ad esempio, ho avuto la fortuna di seguire questo iter, oltre 25 anni fa, grazie a una diagnosi precocissima fatta dalla professoressa Raffaella Scorza, e ora continuo a viaggiare per progetti legati all’associazione, nonostante tante difficoltà. Sono infatti dell’idea che c’è sempre un modo per fare le cose, magari più lentamente, prendendosi il proprio tempo e facendosi aiutare; ma questo modo c’è! Non bisogna pensare che lo standard sia quello delle persone sane perché, altrimenti, non mi alzerei dal letto la mattina”. La sclerodermia può presentarsi in diverse forme e gravità, ad oggi non esiste una cura specifica ma ci sono dei trattamenti volti a migliorare l’evoluzione, è così? “Purtroppo è vero, non c’è una cura specifica. Tuttavia, negli ultimi 15/20 anni sono stati fatti passi da gigante nella gestione e nel trattamento di molti aspetti della sclerosi sistemica. Ci sono diversi trial clinici in corso, molti dei quali studiano farmaci già approvati per altre GILS e ERN (Reti di Riferimento Europee delle malattie rare) di cosa si tratta e qual è il vostro impegno? “Da oltre 3 anni rappresento i pazienti affetti da sclerosi sistemica in ERN ReCONNET (sulle malattie rare del tessuto connettivo e muscoloscheltriche). In questi anni, tra gli innumerevoli progetti portati a termine, abbiamo pubblicato lo stato dell’arte delle linee guida sulla SSc, portando, per la prima volta, i bisogni non soddisfatti dei pazienti all’interno di una pubblicazione scientifica. Un grande passo in avanti, sia per l’inclusione dei pazienti in lavori di questo genere, sia per una armonizzazione a livello europeo, che avrà come risultato ultimo l’inclusione di quanto esce dagli ERN all’interno dei sistemi sanitari nazionali”.
  • 22. 22 | Salute patologie e con la potenzialità di risultare efficaci anche per la sclerosi sistemica. È il caso del primo farmaco approvato per la fibrosi polmonare secondaria alla sclerosi sistemica, già precedentemente approvato per la fibrosi polmonare idiopatica. Durante il trial, la casa farmaceutica ha coinvolto i rappresentanti di FESCA (la Federazione Europea di cui sono vice presidente), per avere la visione e le necessità di chi vive ogni singolo secondo con la patologia. Ma non solo; l’EMA ha coinvolto due pazienti, per avere un contributo specifico e ho avuto la fortuna di partecipare a questo meeting, dove il mio contributo è stato recepito. Tanto si sta muovendo, ma non dobbiamo aspettarci la cura miracolosa che risolva tutto”. Il supporto di GILS è fondamentale sia per il paziente che per i familiari. Quali sono stati i risultati raggiunti in 25 anni di attività? “Sono tanti. L’accesso alle cure, che deve essere armonizzato in tutta Italia, è per noi la base delle nostre azioni. Così come l’identificazione di veri centri di eccellenza, dove la malattia possa essere curata in tutte le sue manifestazioni e complicanze, dalla cura delle ulcere digitali, sino alle problematiche cardiache o polmonari. Non da ultimo, il supporto psicologico per i malati e per i loro cari. Anche durante la pandemia, GILS ha ritenuto doveroso mantenere attivo questo servizio, perché siamo consapevoli che una situazione di isolamento, durante la quale l’accesso agli ambulatori e alle terapie ospedaliere era stato ridotto o chiuso, un aiuto a gestire queste difficoltà era assolutamente necessario”. È una malattia che ha un significativo impatto sulla qualità della vita di chi ne è affetto. Come cambiano le abitudini e come convivere con questa patologia? “L’impatto sulla qualità della vita è molto forte, come lo è l’impatto economico. Le abitudini cambiano significativamente. Pensiamo a cosa può significare non poter usare le proprie mani perchéleditasonopiegateoperchésonodolentiacausadimoltepliciulcereocalcinosi.Pensiamo alle difficoltà di chi non riesce a fare normali attività come passeggiate o qualche rampa di scala perché manca il respiro a causa della fibrosi polmonare o dell’ipertensione arteriosa polmonare. Ma i pazienti sclerodermici sono resilienti, imparano a convivere con la malattia”. 22 | Lei è un esempio di come è possibile convivereconlamalattia.Puòraccontarci la sua storia? “Avevo circa 23 anni quando mi è stata diagnosticata la sclerodermia, prima ancora che ci fossero degli spiragli terapeutici; ovviamente il mondo mi è crollato sulle spalle, mi sono vista negati tutti i sogni, i desideri di una ragazza che dovrebbe solo pensare a progettare come cambiare il mondo. Ho trascorso qualche anno di grandi, anzi, enormi difficoltà. Poi, grazie al sostegno della mia famiglia, di quello che è diventato mio marito – e che non mi ha mai lasciato – e di uno psicoterapeuta, ho preso in mano la mia vita, pensando a cosa potevo e dovevo ancora fare, anziché focalizzare l’attenzione su quanto mi era “vietato”. Devo anche ringraziare il GILS, perché non potrei pensare a una vita diversa. Posso dire che, durante la quarantena per me molto più lunga perché ho scelto un isolamento volontario sine die, non mi sono annoiata per nulla!”.
  • 23. Il questionario GILS per pazienti e caregiver. Quanto è importante capire le principali difficoltà quotidiane dei pazienti e di chi si prende cura di loro? “È fondamentale, infatti siamo in attesa dell’analisi del questionario che il GILS ha sottoposto a pazienti e caregiver. Abbiamo voluto ascoltare anche i caregiver, perché una malattia così “importante” coinvolge tutta la famiglia, anche dal punto di vista economico e, troppo spesso, la loro voce restainascoltata.Nontuttigliospedalisono in grado di prendersi davvero in carico il malato; per questo motivo, ad esempio, si è spesso costretti a percorrere parecchi chilometri per raggiungere il contro di riferimento, a volte spendendo qualche notte in albergo. Tali risultati ci potranno aiutare per programmare attività future”. Da non sottovalutare l’aspetto psicologico. Qual è l’approccio? “Non esiste cambiamento se non si passa dalla psiche e dalle emozioni. Non dobbiamo negare le limitazioni imposte dalla sclerosi sistemica, la paura di peggioramenti (è una malattia cronica e progressiva), ma dobbiamo imparare a conviverci, a non farci sopraffare. Dobbiamo imparare a reagire, perché abbiamo una sola vita e abbiamo il dovere – verso noi stessi – di viverla al meglio delle nostre possibilità, per quando queste siano limitate. Le mie amiche di viaggio, si lamentano molto poco, nonostante soffrano quotidianamente; hanno un sorriso contagioso e quando penso a molte di loro con grandi difficoltà, mi ricarico anche io!”. healthonline.it | 23
  • 24. Pandemia da Covid-19: quali sono le raccomandazioni che i pazienti Scc devono seguire? “Essendo tanti i pazienti sclerodermici immunodepressi, già mettevano in atto molte delle raccomandazioni del Ministero della Salute. Io, ad esempio, durante i miei viaggi in aereo ho sempre indossato la mascherina e usavo il disinfettante per mani e oggetti. Questo per dire che eravamo già preparati. La World Scleroderma Foundation ha recentemente pubblicato delle raccomandazioni per i clinici sulla gestione dei pazienti SSc in fase Covid-19, nelle quali si legge che le terapie non debbono essere interrotte a meno che non si renda necessario per motivi specifici. E, comunque, ogni modifica deve assolutamente essere concordata con lo specialista. Purtroppo, la maggior parte degli ambulatori e reparti in cui si infondono farmaci sono stati chiusi e anche le visite sono state sospese. Laddove possibile è stata messa in atto la telemedicina. Il GILS ogni venerdì pubblica sul proprio sito e su Facebook le reperibilità dei responsabili delle Scleroderma Unit, in caso i pazienti ne abbiamo bisogno. Abbiamo tradotto e diffuso le raccomandazioni Fai2r endorsate da ERN ReCONNET per aiutare i pazienti in questa fase, con suggerimenti provenienti da esperti”. Un suo messaggio… “Ilmiomessaggioèperlemiecompagnediviaggio:sappiate che il GILS vi è vicino. Io vi ho trovato una seconda famiglia. Donare il mio tempo per gli altri arricchisce la mia vita, e mi sento sempre in debito. Le giornate sono troppo corte e, se voi, un vostro familiare o amico desiderasse farne parte, la nostra porta è aperta! Ci sono tanti progetti da seguire, di natura diversissima, tutti volti al benessere dei malati. Mi ripeto, ma desidero sottolineare il fatto che noi non siamo la nostra malattia. La sclerosi sistemica è parte di noi, ma siamo noi a decidere quanto spazio darle. Ci sono momenti in cui si prende il 100%, ne sono consapevole; ci sono periodi in cui siamo spaventati e affranti, è naturale che sia così. Ma noi siamo più forti, perché sapendo cosa significa non star bene (anzi, stare male), sappiamo anche quanto è prezioso star bene! Quindi, mettiamocela tutta per prendere in mano noi il timone di questa nave che è la nostra vita. Ci saranno tempeste, bufere, ma anche giornate tranquille, in cui sarà una gioia riuscire a navigare i sette mari, tenendo la barra dritta e ricordando che dopo la tempesta sorge sempre il sole”. “La sclerosi sistemica è parte di noi, ma siamo noi a decidere quanto spazio darle...quindi, mettiamocela tutta per prendere in mano noi il timone di questa nave che è la nostra vita” Salute24 |
  • 25. Fino al CUORE della SALUTE Un Gruppo unito per sostenere e diffondere la Cultura della Salute e della Prevenzione dalla Ricerca Scientifica alle Soluzioni Personalizzate Health Italia S.p.A. · c/o Palasalute · Via di Santa Cornelia, 9 · 00060 Formello (RM)· info@healthitalia.itwww.healthitalia.it
  • 26. aziende del grup 26 | Aziende del gruppo Health Italia bilancioil suo primo di sostenibilià Health Italia presenta
  • 27. po health italia healthonline.it | 27 Per la prima volta Health Italia presenta il Bilancio di sostenibilità, inaugurando un percorso di comunicazione trasparente e di dialogo con l’obiettivo di rendicontare ai propri stakeholder l’impegno verso lo sviluppo sostenibile, in particolare le azioni e i progetti in ambito sociale, ambientale e di governance. Caratteristiche e punti di forza del documento sono stati illustrati dal CEO, Massimiliano Alfieri, in un’intervista pubblicata su Market Insight lo scorso 8 giugno. Da dove arriva la scelta di presentare un bilancio di sostenibilità? “L’obiettivo di Health Italia – ha spiegato Alfieri, è quello di fotografare il risultato di un percorso pluriennale nel quale le tematiche di sostenibilità sono sempre state elemento strategico connaturato con la visione aziendale ed hanno guidato lo sviluppo di tutti i sistemi e modelli implementati”. È stato così avviato un “percorso di rendicontazione delle attività sostenibili, con l’obiettivo strategico di renderne trasparenti gli impatti per gli stakeholder interni ed esterni all’azienda”. di Mariachiara Manopulo
  • 28. Qual è lo scopo di questo nuovo importante strumento di comunicazione con il mercato? Il Gruppo Health Italia “promuove la Sanità Integrativa e il Welfare aziendale, eroga assistenza sanitaria e prestazioni innovative, produce e vende prodotti nutraceutici e cosmeceutici, ma è anche sensibile nei confronti dei temi sociali”. Il concetto di protezione sanitaria su base mutualistica da parte degli Enti di Sanità Integrativa partner del gruppo - ha continuato Alfieri - “è assunto nella sua accezione più ampia di ‘diritto alla salute’ come garantito dalla Costituzione Italiana e non si limita al semplice diritto alle cure mediche, ma si apre al concetto di diritto al benessere personale, anche attraverso forme di assistenza sociale dirette e partecipative”. Lo scopo è proprio “comunicare in maniera trasparente a tutti gli stakeholder i valori, le strategie e le performance direttamente collegate ai loro impatti economici, sociali e ambientali in un contesto societario nel quale la sostenibilità è l’elemento fondamentale su cui si basano le attività aziendali”. Il documento presentato dal Gruppo Health Italia – ha spiegato Alfieri - è rappresentativo del perimetro del Gruppo che include tutte le società. Punto di partenza è l’Agenda 2030 dell’ONU, sono state poi elaborate “le informazioni di carattere qualitativo e quantitativo, secondo quanto previsto dai GRI Sustainability Reporting Standards, emanati nel 2016 dalla Global Reporting Initiative”. Inoltre, per quanto riguarda il ‘GRI 403 – Salute e Sicurezza sul lavoro’, ha precisato il CEO, “è stato utilizzato il GRI aggiornato e pubblicato nel 2018, mentre il livello di applicazione dei GRI Standard corrisponde all’opzione Referenced”. E per quanto riguarda i contenuti? Il Bilancio “rappresenta il livello di sostenibilità raggiunto in termini di Governance, specificatamente in tema di integrità ed eticità del business, dialogo con gli stakeholder, lotta alla corruzione e politiche di risk management, ma anche in riferimento alla Responsabilità Sociale per quanto concerne la tutela dell’occupazione, la formazione, la diversità e le pari opportunità, il sistema di remunerazione, il rispetto dei diritti umani, il dialogo con le istituzioni e la Pubblica Amministrazione ed i rapporti con la comunità locale”. 28 | Aziende del gruppo Health Italia
  • 29. Non solo: il documento – ha aggiunto Alfieri – “rappresenta inoltre quanto operato dalle società del Gruppo nel campo della Responsabilità Ambientale, per quanto attiene alla gestione dei rifiuti ed agli impatti ambientali diretti, nonché nell’area della Responsabilità Economica e dei Fornitori, per quanto riguarda le performance economiche e le modalità di scelta dei supplier, ed anche nell’ambito dei Servizi ai Clienti, in termini di qualità ed accessibilità dei servizi offerti”. Si tratta quindi una rappresentazione completa della sostenibilità delle attività aziendali sia in una logica attuale che futura, un documento che “consente una valutazione ampia dell’operato dell’azienda e permette di misurarne gli impatti in termini sociali, ambientali e di governance”. “Il Bilancio di Sostenibilità – ha concluso il CEO nell’intervista - risulta essere, quindi, di importante interesse strategico nel descrivere le strategie societarie future focalizzate su un processo continuo di sostenibilità aziendale finalizzato anche all’ottenimento di un Rating ESG che fornisca completa e diretta visibilità del valore del Gruppo”. Il Bilancio rappresenta il livello di sostenibilità raggiunto in termini di Governance, ma anche in riferimento alla Responsabilità Sociale, Ambientale, economica e dei fornitori healthonline.it | 29
  • 31. Difesa della Terra e dei mari healthonline.it | 31 Sanificare l’ambiente dalla cattiva condotta dell’uomo
  • 32. La natura si riprende il suo. Tante, troppe, volte nel corso del lockdown abbiamo pensato a questo. Del resto le città spopolate e le strade del tutto deserte hanno fatto credere che il mondo stesse subendo un vero e proprio ridimensionamentodellaspecieumana,garantendomaggior spazio alla flora e alla fauna. Da tempo il biologo Edward Wilson ritiene che metà della Terra debba essere restituita al mondo naturale e al mondo animale, ristabilendo in tal modo equilibri che stiamo perdendo definitivamente. Oggi invece con la nuova ricerca “Covid-19: The conjunction of events leading to the pandemic and lessons to learn for future threats” pubblicata su Frontiers of Medicine, un team di ricercatori europei riconosce nuovamente la pericolosità della distruzione degli habitat naturali e ribadisce che la chiave per scongiurare future epidemie non è temere “il selvaggio”, ma riconoscere che l’attività antropica è responsabile dell’emergere e del propagarsi della zoonosi e delle nuove pandemie. Gli scienziati avvertono anche che lo sfruttamento della natura da parte dell’umanità cambierà, o ci saranno pandemie più mortali rispetto a quella in corso. Un impegno comune. Emergenze epidemiologiche a parte, la Terra ha bisogno di un impegno corale dei popoli che la abitano: un’esortazione che arriva da più parti e rinnovata – ulteriormente – anche dal Papa che proprio nei giorni scorsi ha rilanciato l’iniziativa dell’Anno speciale indetto dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, in occasione del quinto anniversario della “Laudato si’”, l’enciclica a difesa della “nostra casa comune”, ovvero della Terra. Sarà un tempo di riflessione sui contenuti di un documento con cui — ha detto — «si è cercato di richiamare l’attenzione al grido della Terra e dei poveri», guardando non soltanto alla tutela dell’ambiente ma anche alla difesa «dei nostri fratelli e sorelle più fragili». Una premura sociale che se da un lato è propria di un leader religioso, dall’altro è ben condivisa dalle Nazioni Unite che invitano i diversi Paesi a una cooperazione internazionale nel segno della conservazione della varietà che caratterizza gli ecosistemi della terra: l’agricoltura sostenibile; la desertificazione, il degrado del suolo e la siccità; l’acqua e servizi igienico-sanitari; la salute e sviluppo sostenibile; l’energia, la tecnologia e l’innovazione; la condivisione delle conoscenze,laresilienzael’adattamentourbano;iltrasporto sostenibile; il cambiamento climatico e la riduzione del rischio di catastrofi; la difesa dei popoli indigeni; la sicurezza alimentare. di Alessandro Notarnicola 32 | In evidenza
  • 33. Cattiva condotta dei popoli. Intanto, proprio su questo versante, l’Unione Europea ha adottato una nuova strategia globale sulla biodiversità per riportare la natura nelle vite degli europei. Una tappa raggiunta a seguito della crisi sanitaria ed economica che ha dimostrato quanto l’essere umano sia vulnerabile e quanto sia importante ristabilire l’equilibrio tra attività umana ed ecosistemi. A fronte di tutto questo però, emerge la cattiva condotta dei popoli.Inoccasionediun’emergenzasenzaprecedenticomequellaancoraincorso,gliuomini si stanno rivelando (nuovamente) poco rispettosi della Terra: è questo l’allarme lanciato dalle diverse realtà ambientalistiche che si schierano in difesa dei mari e delle acque dolci che bagnano i nostri Paesi. John Hocevar, direttore delle campagne oceaniche di Greenpeace USA, ha così affermato: “Giusto fuori da casa mia ci sono guanti abbandonati e mascherine gettate per tutto il vicinato. […] Sta piovendo da due giorni, quindi le mascherine sono state trasportate negli scarichi. Finiranno nei fiumi e poi nell’Oceano Atlantico”. Le fotografie di mascherine e guanti abbandonati sul ciglio delle strade e ondeggianti sul bagnasciuga delle nostre spiagge hanno indotto l’Istituto Superiore di Sanità a pubblicare delle Linee guida per regolarne lo smaltimento, dal momento che contengono materiali di origine sintetica e plastica – dal latex al PPE – dannosi per l’ambiente e la fauna selvatica. healthonline.it | 33 Emergenze epidemiologiche a parte, la Terra ha bisogno di un impegno corale dei popoli che la abitano
  • 34. L’Iss raccomanda che i dpi vengano gettati nel bidone della raccolta indifferenziata (mai in quello della carta o della plastica) e che vengano chiusi dentro “due o tre sacchettipossibilmenteresistenti”messi“unodentrol’altroall’internodelcontenitore che usi abitualmente”. Guanti e mascherine, che se abbandonati nell’ambiente vengono trasportati dal vento e dalle correnti, per poi finire nei corsi d’acqua e negli oceani, devono terminare la loro breve esistenza negli inceneritori (o nei termovalorizzatori, che sono impianti di incenerimento che sfruttano la combustione per produrre energia). Insomma, abbandonare mascherine e guanti laddove capita non è solo questione di decoro urbano o di salvaguardia dell’ambiente, ma ha a che vedere anche con un rischio sanitario, essendo questi rifiuti speciali. Dallo Spazio. Non è dunque questo il momento di abbassare la guardia, anzi l’intelligenza artificiale corre incontro all’uomo e lo fa direttamente dallo spazio. In occasione della Giornata internazionale degli oceani, che si celebra annualmente l’8 giugno, è stato dimostrato che i satelliti potrebbero essere una risorsa indispensabile per la lotta all’inquinamento degli oceani, soprattutto in merito alla presenza dannosa, per l’ecosistema marino, della plastica. Nello specifico si tratta dei satelliti di Sentinel-2, missione sviluppata dall’European Space Agency nell’ambito del programma Copernicus per monitorare le aree verdi del pianeta, che hanno la capacità di monitorare la presenza di plastiche negli “spazi blu” del pianeta Terra. Un test già concretizzato in quattro aree del mondo, ad Accra in Ghana, nelle isole San Juan in Canada, a Da Nang in Vietnam e nell’est della Scozia. 34 | In evidenza
  • 35. healthonline.it | 35 make itYou Y Scatena il tuo benessere. Entra in Be Health. Be Health è un percorso concreto e coinvolgente per raggiungere l’indipendenza personale e professionale attraverso una concreta opportunità di business meritocratico, con un solido Gruppo alle spalle. Un percorso che inizia con la cura di se stessi e la ricerca di uno stile di vita sano e ispirato al ‘made in Italy’ fino all’unione di tante persone che hanno in comune la volontà di costruire la propria dimensione di benessere. Un vero e proprio Community Network dove poter scatenare e riscoprire il tuo naturale benessere. Scopri di più su www.behealthglobal.com
  • 36. innovazione 36 | l’app Da Health Italia è arrivata dedicata al benessere Innovazione e tecnologia health up
  • 37. healthonline.it | 37 Avere uno stile di vita sano e attivo fa bene a corpo e mente e ci permette di vivere meglio e di prevenire molte patologie croniche, che spesso sono la conseguenza di ritmi troppo stressanti, poche ore di sonno, alimentazione sregolata e sedentarietàcostante.Diversistudihannodimostratocome una vita attenta al benessere produca effetti incredibili sulla salute e sulla rapidità di guarigione. Ma cosa significa davvero avere uno stile di vita sano? Significa prendersi cura di se stessi, alimentandosi in modo sano, associando un’adeguata attività fisica, dormendo il giusto e trovando del tempo per rilassarsi, limitando o evitando del tutto fumo e alcol, utilizzando i prodotti giusti. Stare bene vuol dire inoltre tenere sotto controllo alcuni valori: anche chi gode di ottima salute dovrebbe fare prevenzione, con esami del sangue e check up periodici. La tecnologia ci può dare un grande aiuto a mantenere una routine regolare e sana. Proprio per aiutare le persone a sviluppare delle buone abitudini quotidiane e a fare le scelte alimentari corrette, Health Italia ha lanciato Health Up, un’app dedicata alla salute e al benessere: uno strumento utile, intuitivo e facile da utilizzare, in cui trovare consigli, informazioni e tanti prodotti, in un vero e proprio percorso orientato al benessere e alla prevenzione. L’app permette di tenersi sempre aggiornati con le ultime news di Health Online, di curare l’alimentazione con i consiglideinutrizionistidelnetworkHealthPoint,ditenersi in forma con un semplice programma di allenamento quotidiano, adatto a tutti, insieme ad un personal trainer. Ancora, si possono scoprire i check-up e i prodotti proposti da Health Point, per fare prevenzione e prendersi cura di sè. Utilizzare l’app ogni giorno aiuta a costruire uno stile di vita sano e orientato alla prevenzione, con molte attività gratuite per migliorare in modo semplice la routine quotidiana. di Mariachiara Manopulo e tecnologia
  • 38. 38 | Innovazione e tecnologia Health Up è divisa in 7 sezioni: “oggi per te”, “allenamento”, “alimentazione”, “check up”, “teleconsulti”, “genetica”, “bellezza e benessere”. In “oggi per te” sono raccolte le ultime notizie legate al mondo della salute e del benessere, oltre ad un test per misurare il proprio stato di salute. La sezione “allenamento” racchiude tanti consigli e proposte per mantenersi in forma, tra cui un programma di allenamento quotidiano con un personal trainer professionista, da svolgere a casa o all’aria aperta. È possibile inoltre scoprire prodotti utili per chi fa sport, utili anche per conoscere meglio le caratteristiche del proprio fisico, come il test di Sportgenomica, che grazie all’analisi del DNA permette di scoprire lo sport più adatto, o l’eventuale predisposizione ad infortuni. Su “alimentazione” si possono visionare diversi video con i consigli dei nutrizionisti nel network Health Point, che spiegano come mantenere una alimentazione corretta, sfatando alcuni falsi miti, e scoprire nuovi prodotti. Con il test di Nutrigenomica è possibile indagare eventuali intolleranze, carenze, e scoprire l’alimentazione più adatta. Dalle sezioni “teleconsulti” e “check up” è possibile prenotare e chiedere informazioni sui check up di prevenzione proposti da Health Point e sulle televisite effettuabili da remoto, comodamente da casa, con i medici specialisti delle principali discipline. Nella sezione “genetica” si trovano i test predittivi del DNA, che permettono di identificare l’eventuale predisposizione alle diverse patologie, con l’obiettivo di prevenirne l’insorgenza o favorirne la diagnosi precoce. Il test prenatale consente invece, in stato di gravidanza, di conoscere la salute del bambino: in modo assolutamente non invasivo e totalmente privo di rischi, si analizza il DNA fetale libero circolante, isolato da un campione di sangue materno, valutando le aneuploidie ei cromosomi 21, 18 e 13 e dei cromosomi sessuali. Infine, è possibile scoprire e chiedere informazioni sul servizio di conservazione delle cellule staminali e del tessuto cordonale. Navigando in “bellezza e benessere” si possono scoprire tanti prodotti di nutraceutica e cosmeceutica per migliorare la pelle e il benessere quotidiano, oltre ad Acqua Pradis, un’acqua alcalina e povera di sodio, diuretica e perfetta per idratare e per il recupero post attività sportiva. Nell’app si possono poi trovare tante promozioni, con un mix di prodotti scontati per la pelle e il benessere, pensati per ogni esigenza ed età. L’obiettivo di Health Up è stimolare l’utente a migliorarsi ogni giorno e a raggiungere i suoi obiettivi: per questo, con un utilizzo quotidiano si accumulano Care Units e Golden Points: tutti gli sforzi saranno gratificati con fantastici premi e voucher sconto. Il premio più ambito è sicuramente l’Apple Watch, ma in palio ci sono anche una bellissima bicicletta, strumenti per il fitness e la prevenzione, test genetici predittivi, prodotti per il viso e per il corpo, integratori.
  • 39. healthonline.it | 39 Per aggiudicarseli, è necessario accumulare Golden Points: acquistando i prodotti proposti dall’app, facendo attività fisica (è sufficiente collegare le app per il fitness preferite e automaticamente il movimento registrato viene convertito in Golden Points e Care Units), usufruendo dei servizi proposti, come teleconsulti e check up. I Care Units, invece, si guadagnano con tutte le attività finalizzate al benessere presenti sull’app: permettono di mantenere alto il Care Level, il valore che misura la qualità dello stile di vita. Quando il Care Level raggiunge un valore pari o maggiore di 5.0, l’utente ottiene un voucher sconto del 10%, da spendere nei prodotti e servizi proposti dall’app. Se il valore arriva ad 8.0, il voucher è del 15%. Health Up sostiene Banca delle Visite, il progetto della Fondazione Health Italia Onlus che raccoglie le donazioni di privati ed aziende per regalare una visita medica a chi non se la può permettere, o non può attendere i tempi del Servizio Sanitario Nazionale. Tramite Health Up è possibile scoprire di più sul progetto. L’app è gratuita, disponibile per IOS e ANDROID su Apple Store e Google Play.
  • 40. lo specialista 40 | Lo specialista risponde effetti del lockdown sulla salute mentale Gli Ne parla la dottoressa Sandra Ronconi, Psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale
  • 41. healthonline.it | 41 risponde Tornare ad una vita normale dopo un lungo periodo di isolamento forzato, come nel caso del lockdown dovuto alla pandemia da Covid-19, non è semplice. Il divieto di uscire di casa per andare al lavoro, per accompagnare i figli a scuola, incontrare amici e parenti ha sicuramente degli effetti sulla salute mentale di adulti e bambini. Secondo un’indagine Istat su comportamenti e percezioni dei cittadini condotta nella fase 1 della pandemia, ovvero tra il 5 aprile e 21 aprile, è emerso che, “nonostante le restrizioni il lockdown è stato vissuto all’insegna della serenità e di un clima familiare coeso e positivo”. Alla richiesta di definire il clima familiare vissuto nel primo periodo dell’emergenza, tre cittadini su quattro hanno usato parole di significato positivo. Meno del 15%hasceltoparoleacuinonèstatopossibileattribuireun significato univocamente positivo o negativo. Solo l’8% ha utilizzato termini di significato negativo. C’è chi ha vissuto questo periodo in modo positivo e chi meno con delle conseguenze sulla psiche che non vanno trascurate. Cosa succederà nel periodo post isolamento? Saremo in grado di riprendere in mano la nostra quotidianità e in che modo? Per Health Online risponde la dottoressa Sandra Ronconi Psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale del network Health Point. “Siamo stati protagonisti di un evento del tutto imprevisto - spiega la dottoressa Ronconi - e del quale non si ha memoria storica alcuna, proprio per via della sua globalità. È noto quanto, per la nostra mente, sia fondamentale attribuire un significato specifico alle circostanze in atto e quanto sia nostra abitudine etichettare le cose, cercando di prevedere gli esiti degli eventi e gli scenari potenziali delle dinamiche che viviamo. Nel momento in cui tale automatismo naturale viene meno per assenza di riferimenti all’interno della nostra mente, ne deriva una confusione che va a ripercuotersi sul nostro stato emotivo nonché sulle nostre opinioni e sul nostro modo di comportarci”. di Alessia Elem In collaborazione con
  • 42. Sandra Ronconi Psicologa – Psicoterapeuta cognitivo comportamentale del network Health Point Una delle caratteristiche di questo periodo è stata che sono emerse delle situazioni non elaborate prima, è così? “La maggioranza delle persone conduce esistenze alquanto frenetiche ed è abituata a riempire il tempo con le più svariate attività. Con il passare del tempo e con l’evoluzione, l’essere umano si è adattato a ritmi di vita serrati, carichi di doveri e impegni. Nello specifico non siamo abituati, e tendenzialmente non siamo stati neanche educati, a fermarci e non essere produttivi. Laddove cause di forza maggiore ci costringano dunque a fermarci, lasciandoci soli con il momento presente, siamo in un certo senso ‘obbligati’ a fare i conti con il ‘qui ed ora’ e con qualsiasi implicazione positiva o negativa questo comprenda, ritrovandoci di conseguenza a fare i conti con stati d’animo e pensieri con i quali non eravamo abituati a stare, in parte a causa della tendenza a dare per scontato quel che fa parte del quotidiano e in parte per una sorta di evitamento attivo che siamo soliti mettere in atto riempiendo le nostre giornate con attività che ci distolgano da ciò che non ci piace o da ciò che è ormai assodato”. Il lockdown è stato definito il più grande esperimento psicologico del mondo, lei cosa ne pensa? “Credo fermamente si sia verificato un fenomeno senza precedenti, responsabile di aver modificato le condizioni alle quali ci eravamo adattati, sconvolgendo la nostra quotidianità e rompendo il nostro consueto equilibrio. Ne deriva quanto tutto questo abbia messo la popolazione alla prova nei seguenti settori: lavorativo, familiare, sociale, cognitivo ed emotivo, inducendola a doversi riorganizzare e ad apprendere nuovi schemi di rifermento, mettendo in discussione quelli precedenti; analizzandolo da tale punto di vista, si può sicuramente interpretare il lockdown come la più grande sperimentazione mai avvenuta”. È arrivato il momento di affrontare le conseguenze di un periodo di isolamento. Quali sono le principali ripercussioni? “Da questo periodo di restrizioni è emerso un grande cambiamento nelle abitudini di vita. L’isolamento e il confinamento hanno avuto un grande impatto sui singoli individui, riducendo la qualità della vita delle persone e mettendo a rischio la salute psico-fisica di molti. I dati delle prime indagini sono infatti allarmanti, in quanto è stato possibile riscontrare un considerevole peggioramento della qualità del sonno e, in particolare, si è evidenziato come la ridotta attività fisica, la scarsa esposizione alla luce solare, l’assenza di attività sociali, le paure per il contagio e per la 42 | Lo specialista risponde
  • 43. situazione economica nonché il cambiamento all’interno degli stili di vita familiari, abbiano condotto a un’alterazione dei ritmi sonno veglia e provocato un incremento dei disturbi del sonno. L’incertezza per il futuro e le svariate interpretazioni di tipo catastrofico, inoltre, hanno favorito l’aumento dei sintomi ansiosi e depressivi”. Dai risultati iniziali di un’indagine nazionale condotta dal Consiglio Nazionale dell’Ordine Psicologi (CNOP), si evince come l’emergenza abbia fatto crescere i livelli di disagio psicologico di 7 italiani su 10, soprattutto tra le donne e le persone di età compresa tra i 35 ed i 54 anni. Il 42% degli italiani ha riscontrato problemi legati all’ansia, il 24% disturbi del sonno; il 22% irritabilità; il 18% umore depresso; il 14% problemi e conflitti relazionali; il 10% problemi alimentari e solo il 28% ha dichiarato di non aver sperimentato delle forme di disagio. Cosa ne pensa? “Possiamo considerare queste manifestazioni come una normale reazione ad un’esperienza di natura traumatica, tuttavia queste devono, con il tempo, lasciare spazio a nuove forme di adattamento e ritrovato benessere psicofisico, attraverso una lenta e graduale ripresa delle attività che eravamo soliti svolgere e al mantenimento delle buone abitudini. Se contrariamente questi stati di disagio permangono troppo a lungo, possono cronicizzarsi ed influire negativamente sul funzionamento dell’individuo, in tal caso, il consiglio è quello di rivolgersi a degli specialisti nel settore della salute mentale e della promozione del benessere che possano aiutare la persona a costruire nuovi strumenti che mirino al miglioramento della qualità di vita e al superamento degli stati di disagio percepito”. La parola paura è purtroppo ricorrente. “In questo particolare momento storico una delle principali paure è rappresentata dal rischio di contrarre il virus, il quale indossa i panni dell’altro, chiunque esso sia: un parente, un collega di lavoro o lo sconosciuto in fila al supermercato. Ne consegue sia una minaccia difficile da individuare poiché mancano i cosiddetti segnali di pericolo, ovvero tutti quegli elementi che permettono al nostro cervello di capire quando prestare attenzione e quando, invece, rilassarsi. Non mancano inoltre i timori legati al futuro, alla condizione economica e alla sfera occupazionale, circostanze che ci espongono ad altissimi livelli di attivazione e stress, nonché al rischio di vivere in uno stato di tensione emotiva continua. Se da un lato provare emozioni risulta dunque fondamentale per affrontare la vita quotidiana, dall’altro è altrettanto importante la regolazione delle risposte emotive. Sperimentare sentimenti di paura, rabbia e tristezza per un quantitativo temporale troppo elevato può rappresentare un limite per le nostre risorse cognitive, distraendoci da altri compiti e peggiorando la nostra qualità di vita. La regolazione emotiva, per quanto complessa,èunostrumentoimportantissimo per prevenire comportamenti dannosi per il nostro organismo”. healthonline.it | 43
  • 44. 44 | #psicologia C’è chi esce di casa solo per le necessità perché non riesce ad adattarsi alla vita al di fuori delle mura domestiche. Si parla di “sindrome della capanna”. Che cosa si intende? Come superare questa situazione? “Dopo un lungo periodo di isolamento e distacco dalla realtà, non è raro possa presentarsi uno stato di smarrimento connotato da ansia, paura verso il mondo esterno e rifiuto di tornare alla precedente condizione di quotidianità; tale circostanza può indurre la persona a voler continuare a barricarsi tra le proprie mura domestiche, all’interno delle quali si percepisce al sicuro. Tale fenomeno viene definito ‘sindrome della capanna’: non rappresentata un vero e proprio disturbo mentale, tanto che non è riconosciuta a livello scientifico, ma lo si utilizza per descrivere una condizione dovuta a un periodo di isolamento. I sintomi tipici riguardano la comparsa di stati ansiosi, irritabilità, umore basso, scarsa concentrazione, demotivazione e apatia. Questa condizione tende a scomparire con il tempo e con il normalizzarsi della situazione all’esterno, permettendo così alla persona di adattarsi nuovamente e di ristabilire un proprio sano equilibrio. Questo processo può essere favorito da una graduale ripresa delle proprie attività, dal mantenimento delle buone abitudini riscoperte durante il periodo di isolamento, dall’accettazione e dalla normalizzazione delle proprie emozioni quali l’ansia e la paura, dal porsi nuovi obiettivi rivedendo i propositi espressi prima del lockdown e dal prepararsi al cambiamento nelle attività sociali che dovranno tener conto dell’uso delle mascherine e del mantenimento del distanziamento sociale”. 44 | Lo specialista risponde
  • 45. Moltihannosospesol’attivitàlavorativaol’hannopersa.Comeaffrontareunasituazione del genere? Quali sono i suoi consigli? “Situazioni come questa ci pongono di fronte a grandi sfide che possono sembrare, talvolta, impossibili da affrontare e superare. In tal caso ciò che più favorisce il nostro benessere è la flessibilità, abilità basata sulla consapevolezza di quanto sta avvenendo, che ci consente di adattarci alle situazioni più disparate e produrre risposte efficaci e funzionali facendo leva sulle risorse personali e sul contesto. In questo modo sarà possibile approcciarsi alle avversità in modo consapevole e intenzionale, evitando atteggiamenti impulsivi e inconsapevoli”. I bambini non sono estranei alle situazioni stressanti e questi cambiamenti, per alcuni, potrebbero influire negativamente sul benessere psicologico. Il distanziamento sociale e il non poter, improvvisamente, interagire con i compagni di gioco e di scuola, è stato il prezzo più alto che hanno pagato. Dottoressa, quanto è importante il ruolo dei genitori nell’osservare lo stato emotivo dei figli? Quali sono i campanelli di allarme ai quali prestare attenzione? “Il ruolo dei genitori è fondamentale, spetta a loro e agli adulti di riferimento rispondere in maniera adeguata ai bisogni del bambino, soprattutto se prendiamo in considerazione anche la perdita momentanea dei punti di riferimento sociali più importanti, quali ad esempio: gli insegnanti, gli allenatori, i compagni di classe. Tutti gli esseri umani hanno dei bisogni fondamentali e, tra questi, vi sono il bisogno di sicurezza, di esplorazione e di socializzazione che, mai come in questo momento, hanno subìto un arresto significativo. I bambini hanno bisogno di informazioni chiare e vere, che vanno filtrate e modulate in base all’età, ma soprattutto hanno bisogno di sentirsi al sicuro e per farlo devono stare in contatto con adulti che trasmettano fiducia, sicurezza e padronanza. In questo momento possono manifestarsi delle piccole regressioni nelle autonomie già raggiunte, come ad esempio la richiesta di maggiori attenzioni oppure la difficoltà a dormire soli. Possono comparire delle manifestazioni come esplosioni comportamentali di rabbia e aggressività, pianti ed espressioni di paura o di tristezza. Il compito dei genitori è accogliere e monitorare tali manifestazioni che, in un primo momento, possiamo semplicemente considerare quali reazioni fisiologiche a una situazione imprevista e stressante”. A preoccupare maggiormente sono gli effetti del lockdown sugli adolescenti, che si trovano a fronteggiare una situazione stressante dovuta al distanziamento sociale e a una limitata autonomia. A lanciare l’allarme l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha evidenziato un non trascurabile aumento degli stati depressivi e dell’ansia. healthonline.it | 45
  • 46. Dottoressa, gli adolescenti generalmente manifestano ansia e preoccupazione con atteggiamenti di chiusura, tristezza e rabbia. Quali sono i suoi consigli rivolti a loro e ai genitori? “L’Oms ha lanciato un allarme non trascurabile: gli adolescenti sono tra le categorie che hanno maggiormente subìto gli effetti negativi di questo lockdown. Il bisogno di avere un proprio spazio di azione è, in adolescenza, normale e fisiologico così come la perdita di interesse nella condivisione del proprio tempo con i familiari e l’aumento dei conflitti. In questo momento della loro vita gli adolescenti avrebbero potuto esplorare se stessi e il mondo circostante, confrontandosi con la realtà di tutti i giorni e affrontando prove complesse ma uniche e irripetibili. Dalle prime analisi condotte, emerge quanto le manifestazioni più ricorrenti tra gli adolescenti riguardino vissuti di noia, scarsa concentrazione, angoscia nel trovarsi da soli e isolati, incertezza per il futuro che ha inibito la capacità di immaginare e sognare come sarà il loro domani, portando a stati di apatia e demotivazione. L’eccessiva esposizione alle nuove tecnologie, inoltre, ha aumentato il rischio dell’instaurarsi di una dipendenza o comportamenti disfunzionali, aspetto che va tenuto presente da chi svolge il ruolo di educatore, come i genitori e gli insegnanti. Numerose ricerche hanno infine evidenziato, tra gli adolescenti, un aumento dei sintomi ansiosi e depressivi, contraddistinti da stati di irritabilità. I genitori si trovano pertanto a fronteggiare una sfida che non avrebbero mai potuto immaginare, gestendo i momenti di frustrazione, rabbia e tristezza in maniera tutt’altro che semplice. Tuttavia è bene ricordare come questi comportamenti abbiano la funzione di comunicare un disagio, uno stato d’animo o un bisogno che non riescono spesso a riconoscere o verbalizzare. Il compito dei genitori sarà dunque quello di accogliere tale manifestazioni, aiutando il proprio ragazzo a entrare in contatto con la sua sfera emotiva e con i propri bisogni frustrati. Riconoscere e accettare le personali attivazioni è il primo passo verso la regolazione emotiva. La durata in un tempo indefinito di tali condizioni di disagio, non riconosciuto ed espresso tramite comportamenti disfunzionali, può divenire una minaccia alla formazione dell’autostima, al senso di autoefficacia e allo sviluppo dell’autonomia; è quindi doveroso attivarsi nel tentativo di sviluppare nuove risorse e incrementare quelle già esistenti attraverso, ad esempio, la curiosità, indispensabile motore nella ricerca di nuove opportunità e nella promozione della crescita personale e nella promozione del benessere”. 46 | Lo specialista risponde
  • 47. Ci sono casi in cui c’è difficoltà a gestire le proprie emozioni e anche aiutare i figli nel tornare ad una vita normale. Laddove la condizione di isolamento si dovesse protrarre, andando a incidere sulla sfera cognitiva, sociale, lavorativa e familiare, per poter essere gestita e superata nel migliore dei modi, è importante rivolgersi ad un professionista. Lei fa parte del network di Health Point, può spiegare qual è il servizio offerto e in che modo poterne usufruire? “Il network di Health Point offre diversi servizi adeguati alle più disparate esigenze, in questo particolare momento la consulenza psicologica è di fondamentale importanza in quanto può aiutare il singolo, la coppia e la famiglia a trovare gli strumenti e le risorse per favorire la costruzione di un nuovo equilibrio basato sulla flessibilità psicologica, su abitudini di vita salutari e sulla promozione della crescita personale. Esistono diverse possibilità e diversi pacchetti studiati appositamente per rispondere alle richieste del singolo e della famiglia, strutturati inoltre per le diverse esigenze quali ad esempio: il counseling psicologico volto al superamento di momenti di difficoltà legati a fasi di transizione e superamento di problematiche non di natura psicopatologica; le tecniche di riduzione e gestione dello stress; il pacchetto per lo sviluppo di abilità per l’aumento dell’autoefficacia; le tecniche di gestione e riduzione dell’ansia; il sostegno alla genitorialità”. Andrà tutto bene è stata la frase di ottimismo più ricorrente in tutto il periodo epidemiologico. Dottoressa, andrà tutto bene anche per la ripartenza psicologica? “La diffusione dell’epidemia di Coronavirus è stata indubbiamente una dinamica traumatica per molte persone ma da un fenomeno di questa portata possono derivare positività e resilienza. L’altruismo, il coraggio e il supporto sociale visibilmente emersi durante questa fase complessa, ne sono in qualche modo la diretta dimostrazione. In psicologia si è soliti parlare del concetto di crescita post-traumatica al fine di indicare il processo di cambiamento e maturazione derivante dall’aver vissuto una esperienza stressante che ci ha fatto incontrare o scontrare con la nostra vulnerabilità”. healthonline.it | 47
  • 48. 48 | Benessere coach Life e i benefici del life coaching La storia di Myriam Florio benessere
  • 50. “Le risposte sono dentro di noi” (Socrate). IlcoachingèunadisciplinanatanegliStatiUnitichehacome obiettivo non la risoluzione di un problema o un disagio, ma suggerire un metodo per esaltare le potenzialità che ognuno di noi possiede senza necessariamente aspettare che si presenti l’ostacolo. Ogni coach ha una propria specializzazione, oggi i più comuni e più “gettonati” sono: business coach, sport coach e life coach. Sempre più spesso si sente parlare del life coach, definito come “allenatore” della felicità, ma in realtà si sa poco di questa professione intellettuale (non regolamentata) e dei benefici che può apportare alla salute e alla vita. Per saperne di più abbiamo contattato Myriam Florio, Coach e NLP Trainer del team degli assistenti internazionali del dottor Richard Bandler (co-creatore della Programmazione Neuro Linguistica n.d.r.) nonché fondatrice dell’Accademia dei Coach e del programma formativo Mamma Coach. Myriam, partiamo dal principio. Chi è il life coach e di cosa si occupa? “In linea generale, il coach è un allenatore della mente delle persone per migliorarne le prestazioni. In ambito life, il coach si rivolge alle persone per migliorare, attraverso un percorso ben definito, alcuni aspetti della vita, quali ad esempio: benessere fisico, relazioni sentimentali, professione lavorativa. Il life coach affianca il cliente nell’affrontare il cambiamento; il suo ruolo è proprio quello di accompagnarlo in questo percorso di crescita personale, offrendogli tutti gli strumenti necessari per raggiungere uno stato di felicità più intenso o una produttività maggiore. Il punto di partenza è una fotografia dello stato attuale, per capire quali sono gli obiettivi precisi e specifici da raggiungere con la massima soddisfazione”. Quali sono gli elementi principali che rendono questa figura efficace? “Il life coach ha un approccio evolutivo e orientato verso i risultatidellacrescitapersonaledelcliente.Perraggiungerli e permettere alla persona di affrontare il cambiamento e proseguire in autonomia, è importante che l’allenatore sappia lavorare a 360 gradi su corpo, mente, emozioni, inconscio e spirito”. 50 | Benessere di Nicoletta Mele Myriam Florio Coach e NLP Trainer, fondatrice dell’Accademia dei Coach e del programma formativo Mamma Coach
  • 51. healthonline.it | 51 Quali sono i benefici? “Sono tantissimi. Per il raggiungimento di un miglior stile di vita il life coach, essendo un esperto delle domande, mette in condizione la persona di prendere coscienza e consapevolezza di una serie di aspetti e passaggi della vita sconosciuti fino a quel momento. Lo accompagna fornendo tutti quegli strumenti necessari per affrontare la scalata, lo sprona al momento giusto ed è accanto a lui per fargli capire quali sono i bisogni biologici da soddisfare”. Il life coach è un motivatore? “No, il life coach è colui che sa aiutare, guidare e supportare gli individui alla ricerca dei propri bisogni biologici. Il vero allenatore della mente lavora con la motivazione intrinseca degli individui, al fine di rendere gli stessi autonomi. I motivatori invece accendono delle “fiammelle” che automaticamente si spengono e che per essere riaccese hanno di nuovo bisogno della loro presenza”. Chi si rivolge a un life coach e quando? “Ognivoltachesidecidedidareunupgrade alla propria vita senza necessariamente aspettare che arrivi un disagio. Viviamo in un’epoca in continua evoluzione, dove ci viene richiesto di essere sempre al top. In questa fase entra in gioco il life coach, che con la sua professionalità è in grado di supportare le persone nel raggiungimento di prestazioni migliori, in linea con le aspettativerichiestedallasocietàmoderna. A lui si rivolgono quindi tutte quelle persone che, indipendentemente dal proprio background, hanno l’interesse nel cambiare e migliorare un aspetto della vita”. Il vero allenatore della mente lavora con la motivazione intrinseca degli individui, I motivatori invece accendono delle “fiammelle” che si accendono solo al momento del bisogno
  • 52. Cosa differenzia il metodo coaching dal counseling e dalla psicologia? “Sono tre approcci diversi. Quello del metodo coaching mira ad aiutare le persone a definire i propri obiettivi ed elaborare una strategia per raggiungerli. Il counseling è una disciplina di ascolto attiva per la risoluzione di un problema partendo dalla situazione di difficoltà che la persona sta vivendo, mentre la psicologia ha un approccio formale più predeterminato e imposta la relazione in base alla corrente psicologica, per aiutare il paziente a risolvere delle problematiche personali”. Abbiamo parlato del metodo di coaching e dei suoi benefici. Per quanto riguarda invece la figura professionale, quale formazione deve avere il life coach? “Deve avere una formazione specifica professionale di alto livello, rivolgendosi a società di formazione presenti sul mercato da tanti anni che rilasciano certificazioni riconosciute a livello internazionale. È importante e fondamentale che la formazione comprenda un percorso di crescita personale tale da consentirgli di supportare le persone per il raggiungimento degli obiettivi specifici con successo e soddisfazione. Questa caratteristica è necessaria, in quanto il coach trasmette la sua esperienza e i suoi successi personali durante il coaching”. Si può essere prima allievo e poi diventare coach? “È un prerequisito fondamentale per poter diventareedessereuncoachprofessionista competente. Prima vive l’esperienza in prima persona come Coachee (questo è il nome del cliente nel coaching), si mette in gioco ed ottiene risultati, nel frattempo studia e acquisisce gli strumenti per farne successivamente una professione”. Quali sono gli elementi principali per riconoscere che ci troviamo di fronte ad un coach formato e con esperienza? “È fondamentale verificare il curriculum del coach: chi è, con chi si è formato, da quanti anni svolge la professione, qual è la sua clientela e che tipo di risultati hanno ottenuto le persone che si sono rivolte a lui. Inoltre, un’altra caratteristica da non sottovalutare è che il life coach deve svolgere la professione a tempo pieno”. 52 | Benessere
  • 53. Qual è la sua formazione? “Lavoronelcampodelcoachingda20anniedopounaprimaformazioneinItaliasonoandata all’estero per studiare con il dottor Richard Bandler, co-creatore della Programmazione Neuro Linguistica (PNL), la metodologia per cambiare i pensieri e i comportamenti di una o più persone con lo scopo di aiutare ad elaborare strategie decisionali più efficaci. Sono un trainer certificato a livello internazionale nell’ambito della PNL e affianco un gruppo o un singolo per immergersi in un percorso di crescita personale o professionale. Tra i miei formatori c’è John Whitmore, considerato uno dei pionieri della disciplina coaching. Mi occupo anche del Reiss Motivation Profile di cui sono Trainer e Profiler certificato, un sistema di profilazione che va a lavorare sui 16 bisogni biologici per mettere in atto tutta una serie di azioni e comportamenti per raggiungere gli obiettivi. La mia esperienza all’estero l’ho importata in Italia nelle due aziende che ho creato: l’Accademia dei Coach e Rmp-Italy”. Myriam Florio è la fondatrice dell’Accademia dei Coach, nata ad Aosta nel 2002 come “luogo per i coach pensato dai coach con lo scopo di offrire aggregazione, sviluppo, ricerca ed erogare percorsi formativi di élite per il successo professionale”. All’interno dell’Accademia c’è una scuola di formazione per diventare allenatori. “È una scuola a numero chiuso con un massimo di 20 partecipanti in aula - spiega Myriam - che seguono un programma di formazione secondo il metodo D-K.a.l.t. Yourself Coaching© da noi coniato negli anni di lavoro e esperienza”. È anche l’ideatrice di Mamma Coach, un percorso dedicato al mondo delle mamme e dei figli. “È un programma di supporto a tutte le donne che vogliono realizzarsi e vivere al meglio la loro esperienza di madre - aggiunge -, spesso quando si diventa mamma si perde la vera identità e questo non deve succedere, perché una mamma equilibrata, soddisfatta e felice è in grado di donare serenità ai propri figli. La mia più grande soddisfazione è vedere proprio i risultati eclatanti dei figli delle mamme che seguono con me percorsi di coaching molto approfonditi”. Quali sono i suoi consigli per chi vuole diventare life coach? “Il primo consiglio è quello di rivolgersi a scuole di formazione certificate riconosciute al livello nazionale e internazionale che hanno anni di formazione ed esperienza e la capacità di formare nuovi professionisti competenti che siano in grado di immettersi in maniera efficace sul mercato. Diffidare dai corsi con moltissime persone in aula, perché il rischio è quello di non essere seguiti e formati nel modo giusto”. Myriam Florio è una donna, una mamma e un Coach nella vita, che con professionalità e passione aiuta le persone in una fase delicata della loro vita: il cambiamento. A volte un cambiamento, anche solo nell’atteggiamento nei confronti della vita, è necessario per continuare il percorso. Ogni cambiamento spaventa ed implica una grande dose di coraggio personale, ma se il percorso avviene “per mano” ad un allenatore, sicuramente si è spronati nel prendere il coraggio di cambiare e scoprire di possedere delle risorse preziose. “Iniziare un nuovo percorso spaventa. Ma dopo ogni passo che percorriamo ci rendiamo conto di come era pericoloso rimanere fermi” (cit. Roberto Benigni). healthonline.it | 53
  • 54. parliamo di... terapia al plasma La 54 | Parliamo di...Covid-19 per sconfiggere il Covid-19 Lo studio pilota del San Matteo di Pavia illustrato dal dr. Cesare Perotti
  • 55. Covid-19 healthonline.it | 55 È il sangue dei guariti a fornirci la soluzione per indebolire e sconfiggere il COVID-19. È questa, in sintesi, la dimostrazione scientifica che emerge dal progetto sperimentale avviato su un campione di 46 pazienti in piena pandemia dall’Ospedale San Matteo di Pavia, in collaborazione con il “Carlo Poma” di Mantova. È stato Alessandro Venturi, Presidente dell’Istituto di ricerca e ospedale lombardo, a illustrare nel dettaglio le fasi dellostudio-icuirisultatisarannopubblicatisuJam(Journal of American Medical Association) – nel corso di un’audizione della Commissione Sanità del Senato. “Lo studio – spiega a Health Online Cesare Perotti, Direttore SIMT – Servizio Immunotrasfusionale Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo – intende verificare la validità dell’uso del plasma ottenuto da pazienti guariti e ancora convalescenti nel neutralizzare il virus in malati in fase precoce con grave insufficienza respiratoria. Sarà paragonato l’uso di plasma iperimmune con l’uso di plasma che non lo è, a fronte di una tripla somministrazione ogni 48 ore. La ricerca si protrarrà per 18 mesi, esaminando la sopravvivenza a 30 giorni. I donatori saranno selezionati fra coloro che hanno sviluppato una elevata concentrazione di anticorpi contro la Covid”. Ad oggi l’Ospedale San Matteo rappresenta un punto di snodo per la lotta al virus: qui arrivano i contagiati del Pavese, del Lodigiano e del Cremonese. Ed è sempre nei laboratori del nosocomio di Pavia che è stato validato il test che informa se sei stato contagiato, ma soprattutto se hai sviluppato degli anticorpi capaci di impedire al virus di infettare le tue cellule. Qui il plasma è un’arma contro il COVID-19. Dottor Perotti, la terapia al plasma è ritenuta un’ottima arma contro il Covid-19. Su quali evidenze scientifiche si basa la sua efficacia? “Intanto, il plasma donato da soggetti convalescenti/ guariti è stato già utilizzato per la terapia di varie malattie infettive. Questa strategia è stata utilizzata fin dall’inizio del secolo scorso, ma ha ricevuto un crescente interesse di Alessandro Notarnicola
  • 56. nella terapia della Middle East Respiratory Syndrome da Coronavirus, nell’influenza aviaria (H1N1 e H5N1), nella SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) e nell’infezione da Ebola. Inoltre, a Pavia abbiamo concluso la sperimentazione che ha dato risultati che hanno superato le nostre più rosee aspettative, e questo ci dà grande soddisfazione”. L’emergenza epidemiologica in corso ci ha posto davanti a un contesto inedito oppure ci sono degli elementi che la relazionano ad altre pandemie (pensiamo, ad esempio, alla diffusione dell’Ebola)? “Il coronavirus è un virus nuovo, di cui si conosce poco, che ha avuto un impatto importante sulla salute dei cittadini, sul Sistema Sanitario Nazionale e sulla società. Non sono ancora stati approvati né un vaccino né una terapia antivirale specificamente rivolta al trattamento del COVID-19, per cui l’assistenza del paziente grave si basa principalmente sulla terapia di supporto. Varie opinioni di esperti sul controllo dell’infezione hanno suggerito l’utilizzo di plasma da convalescente nei casi di pazienti critici in cui i presidi terapeutici alternativi si dimostrino inefficaci o controindicati”. A Mantova e Pavia sono stati “arruolati” donatori di plasma. Per quale ragione e quali sono gli effetti prodotti da questa sperimentazione? “Si è pensato di studiare l’effetto della immunizzazione passiva somministrando anticorpi specifici contro il Coronavirus contenuti nel plasma ottenuto dai soggetti convalescenti, tenuto conto che il suo utilizzo potrebbe avere un ruolo terapeutico, senza gravi controindicazioni nei pazienti critici e la possibilità di raccogliere il plasma mediante procedura di plasmaferesi con rapidità ed efficacia, mettendolo immediatamente a disposizione del paziente che ne abbia necessità. Il protocollo è stato attivato il 17 marzo e si è concluso l’8 maggio. I risultati, come dicevo prima, sono stati molto positivi. Si è potuta registrare una riduzione della mortalità nonché un miglioramento degli altri parametri: i valori del distress respiratorio miglioravano entro la prima settimana e i tre parametri fissati per l’infezione erano diminuiti in maniera altrettanto importante”. Una seconda ed eventuale ondata potrebbe essere effettivamente arginata dalle cosiddette “banche del plasma”? “La speranza è quella di non doverlo usare. Tuttavia, è nostro dovere, con tutto quello che è stato fatto finora e con l’esperienza maturata, preoccuparci di costruire una banca del plasma che ci permetta di essere pronti per un’eventuale seconda ondata di contagi”. 56 | Parliamo di...Covid-19 Dr. Cesare Perotti Direttore SIMT – Servizio Immunotrasfusionale Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia
  • 57. ABBIAMO LA RISPOSTA PRONTA Health Assistance fornisce le soluzioni più qualificate in ambito di salute integrativa, servizi sociali e assistenza sanitaria, per privati e aziende. Siamo un Service Provider indipendente sul mercato dell’Assistenza Sanitaria Integrativa, dei servizi Socio Assistenziali e Socio Sanitari, nel comparto del Welfare Aziendale e privato. Per offrirti il meglio, abbiamo stipulato accordi e convenzioni con le più accreditate Società di Mutuo Soccorso, Casse di Assistenza, Fondi Sanitari e Compagnie di Assicurazione, nonché Cooperative, Società di Servizi, strutture sanitarie e liberi professionisti. Per i servizi sanitari e socio assistenziali, anche domiciliari: Numero Verde: 800.511.311 Numero dall’estero: +39 06 90198080 Health Assistance S.C.p.A. c/o Palasalute Via di Santa Cornelia, 9 00060 Formello (RM) Per le strutture del Network o a coloro che intendano candidarsi al convenzionamento Ufficio Convenzioni: 06.9019801 (Tasto 2) email: network@healthassistance.it www.healthassistance.it
  • 58. parliamo di... 58 | prima di tutto la salute della persona Protection Care, Il sussidio di Mutua MBA per la Fase 2 Parliamo di...Covid-19
  • 59. Covid-19 healthonline.it | 59 di Nicoletta Mele “Ripartire in sicurezza” è la frase che racchiude l’operato di Mutua MBA, Società Generale di Mutuo Soccorso, per la fase 2 da Covid-19, quella relativa a un progressivo rallentamento delle restrizioni ma mantenendo l’obbligo delle misure di prevenzione per evitare una nuova diffusione del contagio. Mutua MBA ha realizzato un sussidio straordinario denominato Protection Care per “proteggere ogni persona”, anche le non abbienti. L’adesione al sussidio, infatti, contribuirà anche a pagare le visite di check up da Covid-19 a persone che non possono permetterselo, grazie al progetto Banca delle Visite di Fondazione Health Italia Onlus. Protection care è diviso in due macro aree: Prestazioni Covid-19 e Prevenzione. La prima prevede l’erogazione di diarie ed indennità per ricovero da Covid-19 - anche in terapia intensiva - e per motivi estranei al virus. È incluso il rimborso per le spese sostenute per l’assistenza domiciliare. L’area Prevenzione invece si occupa di rimborsare i test capillari o sierologici. Protection Care è un valido sostegno pensato anche per la fase successiva a quella di emergenza: se dopo due anni non si è usufruito delle prestazioniCovid-19esiètitolaridiunsussidioMBA,il50%diquello versato diventerà una maggior disponibilità per visite specialistiche e/o esami di alta diagnostica, se previsti dal sussidio stesso. Il socio titolare del sussidio riceverà un Welcome Kit contenente i dispositivi di protezione individuale quali: guanti, mascherina e gel igienizzante. La salute delle persone prima di tutto. Forte di questo principio, Mutua MBA ha risposto all’invito da parte di ANSI - Associazione Nazionale Sanità Integrativa e Welfare - nell’adottare, nella fase epidemiologica, misure di sostegno ai propri soci in rispetto delle norme di prevenzione illustrate dal Ministero della Salute. La mutua ha stanziato un fondo speciale di 3 milioni come garanzia economica per l’erogazione delle prestazioni speciali per tutta la durata del periodo di emergenza sanitaria. Dal 4 marzo ha integrato i piani sanitari con l’introduzione di prestazioni aggiuntive finalizzate a garantire ai propri associati un supporto concreto a fronte dello stato emergenziale. Gli associati colpiti dall’infezione in periodo di quarantena potranno sospendere il pagamento dei contributi per un periodo di due mesi, godere di un contributo una tantum di € 500,00 nonché avvalersi di consulti specialistici in tele-visita e in tele- monitoraggio forniti dalla società convenzionata Health Point S.p.A., specializzata nella gestione ed erogazione dei sistemi di telemedicina.
  • 60. parliamo di... covid-19 autoimmuni, e Malattie L’Oms vieta il trattamento con i farmaci antimalarici somministrati a chi soffre di lupus e artrite reumatoide 60 | Parliamo di...Covid-19
  • 61. Covid-19 healthonline.it | 61 di Alessandro Notarnicola Chi soffre di malattie autoimmuni ha meno possibilità di contrarre il COVID-19. È questo il risultato di una ricerca condotta dall’Università di Firenze e che ancora una volta accende i riflettori sulla relazione tra nuovo Coronavirus e malattie autoimmuni balzata all’onore delle cronache in piena emergenza sanitaria e su cui si è concentrato primariamente il Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump. Di fatto, i riflettori si sono accesi su due farmaci antimalarici, Clorochina e Idrossiclorochina, presentati dal tycoon come “un’ottima soluzione anti-COVID19”. Alla politica ha però risposto la rivista medica “The Lancet”, chiarendo che la somministrazione di questi farmaci porterebbe a un aumento del rischio di sviluppare patologie cardiache e, in casi estremi, alla morte. Gli esperti della Harvard Medical School sottolineano infatti che, nonostante gli antimalarici sianostaticonsideratiutilipertrattaremalattiecomeillupus (il nome latino viene dal fatto che un tempo si osservavano rare forme di Lupus con una manifestazione cutanea molto severa sul viso, che poteva far pensare al morso di un lupo) o l’artrite reumatoide, le evidenze scientifiche indicano invece che l’assunzione di questi farmaci, in combinazione con degli antibiotici o meno, non è efficace per il Covid-19.
  • 62. 62 | Parliamo di...Covid-19 A supporto di questa tesi arriva il parere dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che ha sospeso i trattamenti con l’idrossiclorochina contro il Coronavirus dopo che alcuni studi ne hanno messo in luce l’elevato tasso di mortalità. Abbiamo chiesto ad Augusta Canzona, Presidente dell’Associazione Gruppo LES Italiano, che conta in Italia 60 mila persone seguite clinicamente, con un incremento di circa 1500 nuovi casi diagnosticati ogni anno, di fare chiarezza su questo agone che ha assunto dei confini internazionali. SecondoqualicriteriantimalaricilaClorochinaelaIdrossiclorochina,farmaciusatianche per combattere malattie autoimmuni, come l’artrite reumatoide o il lupus eritematoso sistemico, potrebbero essere utili nel prevenire l’infezione da Coronavirus? “Gli antimalarici sono stati testati durante l’epidemia di SARS del 2002 e in quell’occasione avevano già dimostrato di poter interferire con i meccanismi di ingresso del virus nelle cellule, alterando il pH e attraverso altri meccanismi, possono compromettere l’adesione del virus alla parete cellulare, per provare a farla semplice”. Pertanto, da dove prende avvio questa letteratura terapica? “La storia della possibile utilità degli antimalarici per il Covid-19 nasce da due studi in vitro in cui è stato dimostrato che le cellule trattate con clorochina (CQ) e idrossiclorochina (HCQ) e poi infettate con SARS-CoV2 eliminavano meglio il virus di quelle non trattate. Poi è arrivato il primo studio francese che ha dimostrato (prima su pochi pazienti, poi su 80 casi) che il trattamento con idrossiclorochina (in alcuni casi associato ad azitromicina) rendeva possibile l’eliminazione del virus in 7-8 giorni. I dati successivi sono controversi: alcuni hanno confermato il dato dei francesi, altri non hanno evidenziato differenze nell’andamento della malattia (concetto diverso dall’eliminazione del virus) tra chi prendevaantimalariciechinonliassumeva. Infine, è intervenuta l’Oms riferendosi allo studio pubblicato su Lancet, nel quale gli autorihannodimostratocomeiltrattamento con il farmaco antimalarico clorochina e il suo analogo, l’idrossiclorochina, usato per trattare malattie autoimmuni come il lupus e l’artrite, non offrano alcun beneficio per i pazienti affetti dal COVID-19”. Quale relazione intercorre tra Lupus eritematoso sistemico e il COVID-19? “I dati a disposizione non chiariscono se le persone con il Lupus sono più suscettibili all’infezione (o a una forma più grave di Covid-19). Sono stati descritti alcuni pazienti con Lupus, già in trattamento con Plaquenil, che hanno avuto il Covid-19. Ma non è chiaro se la percentuale di persone con Lupus che si ammala è uguale alla popolazione generale o no. L’aggiornamento della Covid-19 Global Rheuamtology Alliance parla di 136 LES (su 872, sono circa il 15%) affetti da Covid-19 in tutto il mondo. I dati sono aggiornati a qualche giorno fa e di sicuro sottostimano il numero vero”.