Vivere bene con le allucinazioni uditive di Paolo Pini
1. SENTIRE LA VOCI – FAR SENTIRE LA PROPRIA VOCE 3° INCONTRO NAZIONALE DELLA RETE ITALIANA DEGLI UDITORI DI VOCI Vivere bene con le allucinazioni uditive: La guarigione come speranza scientificamente ragionevole Milano – 12 e 13 novembre 2010 La cronicità dell’istituzione e le profezie che si auto-avverano: chi si prende cura degli operatori? Percorsi innovativi nel settore della salute mentale fra servizi, associazioni ed enti locali. Esperienze Fiorentine e Pratesi Pino Pini: AISMe, Mental Health Europe, già Direttore DSM USL 4 di Prato
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4. Il pregiudizio nei confronti di persone con problemi di salute mentale è ancora forte, sia in ambito di servizi che in ambito universitario. Passano messaggi negativi di pericolosità, di incapacità di autodeterminarsi, di cronicità, di mancanza di speranza, di inconcludenza e di incomprensibilità. La medicalizzazione sempre più dominante , contrariamente a quanto afferma chi la sostiene, aumenterebbe stigma e pregiudizio nei confronti dei sofferenti mentali (J Reed, l. Sayce 2006).
5. L’istituzione, di per sé né buona né cattiva e intesa come insieme delle regole che definiscono i comportamenti umani in un determinato contesto, è necessaria e va curata e costantemente aggiornata. Le grandi istituzioni totali in gran parte del mondo occidentale sono diminuite. Purtroppo però a volte si assiste alla riproposizione di ambienti dove, pur se in dimensioni più ridotte (300 posti letto!) l’accento è posto soprattutto sulla sicurezza (nuovo ospedale di Durham, 2009). Spesso si assiste, purtroppo anche in Italia, al fenomeno negativo della trans-istituzionalizzazione.
6. Non di rado le stesse strutture intermedie territoriali nostrane assomigliano a piccole istituzioni, anche a causa dello scarso personale e per giunta non adeguatamente supportato. Il rapporto fra servizi e terzo settore non sempre è ottimale e oscilla fra l’eccessiva delega e l’eccessiva dipendenza dai servizi stessi. Le associazioni di utenti e familiari sono ancora molto giovani e molto frammentate e non riescono ancora ad incidere sufficiente mente nella politica dei servizi.
7. Sembra che oggi tutti concordino sul fatto che istituzioni e servizi da soli non possano soddisfare i bisogni e i desideri delle persone senza il coinvolgimento di nuovi soggetti della società civile. Si tratta allora di trovare un sistema di rapporti fra istituzioni-servizi e questi nuovi soggetti in ciascuna comunità territoriale. Se una comunità territoriale è sprovvista di tali nuovi soggetti è opportuno che i servizi e le organizzazini locali, pubbliche e private, ne stimolino lo sviluppo. Di seguito alcuni passaggi che hanno riguardato esperienze di Firenze e Prato.
20. Schema organizzativo DSM ASL Prato B. AREA OSPEDALIERA Budget 2/12 del totale A. AREA CSM-DISTRETTO Budget 4/12 del totale CSM via Torino 5 6000 persone anno (600 santari-sociali) 1. Proiezioni art, distrettuali: Nord, Sud, Centro-Est, Ovest (prot sociale) 2.Accesso 12h x 6gg settimana 3.Attivita’ ambulatoriali, domiciliari, prese in carico 4.DH extraospedaliero (da formalizzare) 5.Emerg-.urgenza, mmg (Prot 118) Unita’ Funzionale Salute Mentale Adulti Direzione Gruppi di lavoro, Segreteria via Torino 5 Budget 1/12 del totale Unita' Funzionale SM Infanzia adolescenza DSM D. AREA PREVENZIONE-PROMOZIONE SALUTE Budget 1/12 del totale Sedi varie 250 persone anno Pecci, Dryphoto, Teatro PO Polisportiva Aurora, Iolo, S.Paolo, Mosaico, AISMe In rapporto con circa 30 associazioni C . AREA INTERMEDIO Budget 4/12 del totale Ospedale generale 250 persone anno 1. SPDC 5 DH 1 2. Pronto soccorso ( prot) 3. Consultazione legame Progetti speciali Cliniche private e università 30 persone anno Sedi varie 100 persone anno Residenze sanitarie Clessidra Tulipani Humanitas, Alice Progetto abitare Diurni sanitari Stanzone adolescenti Humanitas Alice CUI residenze sociali 115 persone seguite
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24. Uscita dal servizio e ricerca di una nuova collocazione 2008, verificato che i nuovi assetti istituzionali non consentono più di procedere lungo il percorso portato avanti per molti anni e che la propria presenza, anziché facilitare soluzioni, complica ulteriormente le cose, decido di lasciare il servizio per pre-pensionamento. Continuo però a dedicarmi allo sviluppo dell’auto aiuto e dei rapporti fra associazioni, servizi ed enti locali. (Pini P., Riflessioni sul mio pre-pensionamento, Fogli d’Informazione 2009, Corso di formazione per operatori ASL Marche )
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27. Essendo in gioco in tali innovazioni, oltre al servizio, molte altre organizzazioni pubbliche e private della comunità territoriale, il lavoro diventa particolarmente complesso e necessità di strumenti di supporto per chiunque ne sia coinvolto. È necessario mettere a disposizione di tutti, medici e amministratori inclusi, una formazione comune sull’auto aiuto per consentire sviluppo adeguato dell’intero sistema nel suo complesso
28. Ogni DSM dovrebbe organizzare al suo interno un’ area delle esperienze innovative dove siano coinvolti utenti e familiari (Esperienze Compartecipate) Tale area del DSM dovrebbe rispondere ad un tavolo comune gestito alla pari fra associazioni, servizi ed enti locali . Ciò, oltre a garantire una sviluppo armonico di tutti i componenti in gioco, consente di evitare strumentalizzazioni personalistiche.