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Nosografia, etiologia,
epidemiologia dei DSA
A cura di Dott.ssa Tamburini Caterina
Difficoltà di apprendimento e disturbi
dell’apprendimento
(indicatori principali)
Difficoltà di apprendimento
 Dipendono da fattori
ambientali (culturali,
sociali, educativi)
 Dipendono da deficit
intellettivo, da
disordini affettivi, ecc.
 Hanno carattere
pervasivo
 Sono sensibili al
trattamento
Disturbi di apprendimento
 Non dipendono da
fattori ambientali
 Sono intrinseci al
sistema cognitivo
 Sono circoscritti a
specifiche abilità
 Risultano
particolarmente
resistenti al
trattamento
Disabilità di apprendimento
ASPECIFICHE
SPECIFICHE
Le difficoltà aspecifiche si riferiscono ad una
disabilità ad acquisire nuove conoscenze e
competenze, estesa a tutta l’esperienza scolastica
e sottesa da varie cause:
disturbi neurologici; deficit sensoriali; malattie
croniche invalidanti; ritardo mentale; disturbi
dell’area affettivo-relazionale; carenze degli
stimoli educativi e culturali dell’ambiente di
appartenenza.
Le difficoltà specifiche vengono così
denominate poiché sono selettive rispetto
alla cognitività generale del soggetto che
risulta integra. Si tratta cioè di difficoltà
che riguardano solo alcuni processi, alcune
abilità e non tutti gli ambiti del
funzionamento cognitivo.
Il termine Disturbi dell'Apprendimento,
dall'inglese Learning
Disabilities, indica una difficoltà nell'ambito
dello sviluppo cognitivo e delle abilità scolastiche.
I DSA sono disturbi
in uno o più processi psicologici di base
necessari per la comprensione o per l'uso della
lingua scritta nonostante un'istruzione
adeguata, che può manifestarsi in
un'insufficente capacità nel leggere e
scrivere.
 Dislessia = specifico disturbo nella velocità e nella
correttezza della lettura
 Disortografia = specifico disturbo nella
correttezza della scrittura (intesa come processo
di trascrizione tra fonologia e rappresentazione
grafemica della parola, da distinguere dalla
correttezza morfosintattica)
 Disgrafia = specifica difficoltà nella realizzazione
manuale dei grafemi
 Discalculia = debolezza nella strutturazione delle
componenti di cognizione numerica (intelligenza
numerica basale: meccanismi di quantificazione,
comparazione, seriazione, strategie di calcolo a
mente) e/o difficoltà nelle procedure esecutive
(lettura, scrittura e messa in colonna dei numeri)
e/o difficoltà nel calcolo (fatti numerici e algoritmi
del calcolo scritto)
CRITERI DIAGNOSTICI
I criteri da soddisfare per diagnosticare i disturbi
dell'apprendimento sono i seguenti:
 QI - Quoziente Intellettivo nella norma (uguale o
superiore a 90)
 Assenza di gravi ipoacusie (esame audiometrico
normale)
 Assenza di deficit nella vista
 Assenza di disturbi nella sfera emotiva e relazionale
 Assenza di deficit neurologici
 Adeguate proposte educative e scolastiche
 Discrepanza tra l’abilità specifica di lettura e
scrittura e l’intelligenza generale del bambino, in
rapporto alle attese per età e classe frequentata
DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO
(DSM-IV-TR)
- I risultati ottenuti in test standardizzati su lettura,
scrittura e calcolo risultano significativamente al di sotto di
quanto ci si aspetterebbe data l'età cronologica del soggetto,
la valutazione psicometrica dell'intelligenza e un'istruzione
adeguata all'età.
-I problemi di apprendimento interferiscono notevolmente
con l'apprendimento scolastico o con le attività della vita
quotidiana che richiedono capacità di lettura, scrittura e
calcolo.
-Se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà di
apprendimento vanno al di là di quelle di solito associate con
esso.
Manifestazioni e disturbi associati (DSM-
IV-TR)
 Demoralizzazione, scarsa autostima e deficit nelle
capacità sociali possono essere associati
 La percentuale di bambini con disturbi di
apprendimento che abbandonano la scuola è stimata
intorno al 40% (1.5% volte in più rispetto alla
media); gli adulti possono avere difficoltà nel lavoro
o nell’adattamento sociale
 Possono esservi anomalie sottostanti
dell’elaborazione cognitiva (deficit della percezione
visiva, dello sviluppo del linguaggio, dell’attenzione,
della memoria) che spesso precedono i DA o sono
associati ad essi.
Diagnosi differenziale (DSM-IV-
TR)
 Normali variazioni nei risultati scolastici e
difficoltà scolastiche dovute a mancanza di
opportunità, insegnamento scadente o
fattori culturali
 Compromissione visiva o uditiva
 Ritardo mentale
Disturbi evolutivi specifici delle
abilità scolastiche (ICD-10)
 Disturbi in cui le modalità normali di
acquisizione delle capacità in questione
sono alterate già nelle fasi iniziali di
sviluppo
 Non sono conseguenza di una mancanza di
opportunità di apprendere o di un ritardo
mentale e no sono dovuti ad un trauma o ad
una malattia cerebrale acquisita
DSA: Disturbi Evolutivi Specifici di
apprendimento
Specificità: disturbo che interessa uno specifico
dominio di abilità in modo significativo ma
circoscritto, lasciando intatto il funzionamento
intellettivo generale
 Diagnosi: criterio della discrepanza
Consensus Conference – settembre 2006
 Le nuove Raccomandazioni per la pratica
clinica elaborate nell'ambito della
“Consensus Conference” (Milano gennaio
2007) forniscono una definizione e
classificazione condivisa dei
Disturbi Evolutivi Specifici di
Apprendimento
(DSA)
 ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità
scolastiche, in particolare ai disturbi
denominati come Dislessia, Disortografia,
Disgrafia e Discalculia
 La Consensus Conference accoglie
anche l’invito a considerare il
Disturbo di Comprensione come un
possibile disturbo specifico di
apprendimento, sottolineando la
necessità di studiarlo meglio (è una
forma di DSL o ha una propria
specificità?)
 Il principale criterio diagnostico di inclusione,
necessario per effettuare una diagnosi di DSA, è
quello della “discrepanza” tra abilità nel dominio
specifico interessato e l’intelligenza generale
 i domini specifici dei DSA sono: lettura, ortografia,
grafia, numero (inteso come cognizione numerica),
procedure esecutive del numero e calcolo
 le prove utilizzate per valutare il funzionamento dei
vari domini dovrebbero evidenziare delle prestazioni
deficitarie in rapporto a quanto atteso per età e/o
classe frequentata
 l’intelligenza generale dovrà risultare adeguata per
l’età cronologica
Altri criteri indicati per la
definizione dei DSA sono:
 il carattere “evolutivo” di questi disturbi e
la diversa espressività nelle diverse fasi
 la quasi costante associazione ad altri
disturbi (comorbilità)
 il carattere neurobiologico delle anomalie
processuali che caratterizzano i DSA
 il disturbo specifico deve comportare un
impatto significativo e negativo per
l’adattamento scolastico e/o per le attività
della vita quotidiana
EPIDEMIOLOGIA
Ad oggi si stima che tra la 3 e la 5
classe primaria e la 3 classe della
secondaria di primo grado, il valore
medio della prevalenza dei DSA varia
dal 3 al 4%.
Questo range può dipendere dall’età in
cui viene effettuata la diagnosi e dal
tipo di strumenti utilizzati per la
diagnosi.
La dislessia
La dislessia evolutiva è un disturbo della
lettura che si manifesta in individui in età
evolutiva, privi di deficit neurologici,
cognitivi, sensoriali, e relazionali e che hanno
usufruito di normali opportunità educative e
scolastiche.
(Principali Sistemi Nosografici)
decodifica
significativa e persistente difficoltà ad
acquisire e automatizzare i meccanismi di
base della lettura
Lettura, scrittura e
calcolo
devono
diventare attività
automatiche !!!
o e’ Asio
chi o
legge
A=a c=c s=s h=h i=i
l=l =n e=e o=o g=g
I soggetti che sono scadenti
nella decodifica
leggono lentamente quando
tentano di associare
le parole ai suoni in parole poco conosciute
Qualcuno mi dica il
significato
di ciò che ha letto
il dislessico
non riesce
a fare tutto questo…
neanche dopo anni di
esercizio
il dislessico può
leggere e scrivere ?
Certamente SI !
ma… è più lento
commette più
errori
5 : 1
disortografia e
disgrafia
G.S. IV elementare Q.I. 117
C.C. IV elementare Q.I. 121
3 % popolazione scolastica
discalculia
 nasciamo con
circuiti
specializzati per
l’identificazione
di piccole
numerosità
(modulo
numerico)
 Intorno a questo
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costruiamo
capacità
matematiche più
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La principale sede neuroanatomica delle
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del lobo parietale sinistro
Il 6% dei bambini in età scolare è
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il 70% di bambini dislessici è anche
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quali difficoltà ?
 nel conteggio all’indietro
tempi lunghi ed errori soprattutto nel cambio di
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 nella ripetizione, lettura e scrittura di numeri
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a 3-4-5 cifre, con lo 0 in mezzo, etc
 controllo dei fatti numerici ed in modo
particolare nell’apprendere le tabelline
EZIOLOGIA
L’eziologia dei DSA non è del tutto nota, ma
ricerche recenti fanno supporre che nella
loro insorgenza giochino un ruolo
fondamentale i fattori biologici.
Si può notare infatti una certa familiarità,
un’insorgenza precoce e una persistenza
Le basi neurobiologiche dei disturbi
specifici di apprendimento sono oggi
universalmente riconosciute.
Nella persona con DSA la struttura
cerebrale e le connessioni neuronali
necessarie all’elaborazione delle
informazioni si sviluppano in modo diverso
dalla norma. Non si tratta di una “mancanza”
(lesione), ma di una differenza.
I DSA hanno cause congenite, che coinvolgono il
substrato neurobiologico interessato nella
realizzazione dei processi di lettura, scrittura e
calcolo.
Le linee esplicative maggiormente riconosciute ed
indagate in letteratura riguardano una
compromissione di tipo fonologico, a carico di
quelle aree che processano il linguaggio, ed una
compromissione a carico del sistema di
elaborazione visiva.
Tuttavia, attualmente, nessuna delle ipotesi riesce
a stabilire una corrispondenza causale con i
sintomi rilevati.
Le principali ipotesi sono raggruppabili in 5 linee
esplicative principali, che rappresentano gli
indirizzi di studio storicamente più perseguiti:
1. Deficit a carico dei processi fonologici
2. Deficit nei processi di automatizzazione
3. Deficit a carico delle abilità di elaborazione
visuo-percettiva
4. Deficit o disfunzionamento a carico della
memoria di lavoro
5. Deficit nel controllo motorio
1. Deficit a carico dei processi
fonologici
Una delle ipotesi maggiormente indagate
indica che le persone con DSA presentano
difficoltà di tipo fonologico e
metafonologico, cioè di elaborazione,
programmazione e combinazione di suoni (es.
fanno fatica a ricordare l’ordine dei fonemi
che compongono la parola, nonché a fondere
e a separare tra loro i singoli fonemi).
2. Deficit nei processi di
automatizzazione
Una caratteristica evidente in molti casi di DSA
consiste nella mancata automatizzazione dei
processi di letto-scrittura e calcolo.
Questo fa sì che la persona leggendo debba ogni
volta scandire ogni singola lettera ad associarla al
fonema corrispondente come se fosse imparando a
leggere per la prima volta, nonostante l’età e le
ripetute esercitazioni.
3. Deficit a carico delle abilità di
elaborazione visuo-percettiva
Dati clinici e di ricerca indicano che alcune
persone con DSA possono avere difficoltà
nell’elaborazione visiva degli stimoli. Tali
difficoltà, secondo questa ipotesi, sono collegate
ad un funzionamento anomalo di alcune cellule della
corteccia visiva (un difetto del sistema
magnocellulare). Tale disfunzione può
ripercuotersi sull’accuratezza e sulla
scorrevolezza della lettura.
4. Deficit o disfunzionamento a
carico della memoria di lavoro
Nei DSA possono essere presenti difficoltà
nel memorizzare le informazioni e nello
specifico tali difficoltà possono riguardare
la memoria di lavoro, un sistema di memoria
che funziona in modo attivo durante
l’esecuzione di un compito e che può
trattenere una quantità limitata di
informazioni.
5. Deficit nel controllo motorio
Secondo questa ipotesi nelle persone con
DSA potrebbe essere presente un deficit
cerebellare, che avrebbe comportato uno
sviluppo immaturo del cervelletto. Le
difficoltà possono colpire le abilità grosso-
motorie (camminare, correre, postura, per
cui il bambino appare goffo e impacciato),
oppure la motricità fine (es. tenere la penna,
scrivere).
diagnosi
La prima terapia è la
diagnosi
“Signora maestra, guardi che io sono un po’
dislessico”
La prima terapia è la diagnosi
Dare un nome, riconoscere e descrivere un
problema è la prima tappa per affrontarlo
 In tal modo si restituirà ai soggetti
con DSA una corretta percezione di
sé, rassicurandolo sulla sua
intelligenza e sottraendolo al senso di
frustrazione cui soggiace quando tenta
di migliorare le sue prestazioni.
Chi può fare la diagnosi?
E’ essenziale che la diagnosi sia il risultato
del lavoro di una équipe multidisciplinare
costituita dal neuropsichiatria infantile,
dallo psicologo, dallo psicopedagogista e
dal logopedista. che ci sia collegamento
tra chi fa la diagnosi, il terapista, la
famiglia e gli insegnanti.
Quando fare la diagnosi?
 Dislessia e disortografia evolutiva:
seconda elementare
 Discalculia evolutiva: terza
elementare
Vanno comunque rilevati i segni precoci
COSA SI VALUTA DELLA SCRITTURA ?
Grafia
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Si utilizzano prove
standardizzate di scrittura
 su dettato (brano, frasi, liste di parole e
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numerico ?
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mente, calcolo scritto recupero dei
fatti numerici (es. tabelline)
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QUESTI DISTURBI…TENDONO A
PERSISTERE IN ETA’ ADULTA?
… tendono a ridursi…
NON GUARIGIONE
MA
RECUPERO
O
COMPENSO
C’è chi recupera e chi si
limita a compensare.
Questi ultimi continuano
ad avere affaticamento
quando leggono, anche se
ai test non presentano
risultati inferiori alla
media.
Portano avanti gli studi,
ma con fatica
Tipologie di intervento
 La tipologia dell’intervento varia in relazione
all’eterogeneità dei profili funzionali e di sviluppo. Di
conseguenza gli interventi possono essere:
 Preventivi
 Riabilitativi
 Compensativi
Interventi Preventivi
 Sono tutti quegli interventi mirati ad
una identificazione precoce del disturbo
e, in generale, ad un rafforzamento
delle abilità (soprattutto meta-
fonologiche) necessarie all’acquisizione
della lingua scritta e ad un suo uso
efficiente
Interventi Riabilitativi
 Sono tutti quegli interventi che si indirizzano
in senso stretto ad un recupero della funzione
o di quelle sue componenti che risultano più
deficitarie (locus funzionale), attraverso cicli
di esercitazioni mirate e specifiche.
Obiettivi della
Riabilitazione
 La riabilitazione della Dislessia Evolutiva
si pone obiettivi diversi, in relazione
alle diverse fasi di acquisizione
dell’abilità di lettura e alla conseguente
modificazione nell’espressione del
disturbo:
 1. La costruzione dell’abilità
 2. L’automatizzazione dell’abilità
 3. Sviluppo di strategie “top-down”
1. La costruzione dell’abilità
 Acquisizione (e stabilizzazione) del
codice alfabetico e del sistema di
“mappatura” Grafema-Fonema
 Costruzione (e stabilizzazione) delle
operazioni basilari di analisi e sintesi
fonemica
2. L’ automatizzazione
dell’abilità
 Automatizzazione delle operazioni di analisi
ortografica
 Automatizzazione delle operazioni di
conversione Grafema-Fonema
 Automatizzazione delle operazioni di sintesi
fonemica
 Automatizzazione dei processi di accesso
lessicale
3. Sviluppo di strategie
“Top-Down”
 Riconoscimento visivo e processi di
Accesso (rapido) al Lessico Ortografico
 Utilizzo del contesto e processi di
anticipazione lessicale
 Individuazione dei punti “focali” nella
struttura narrativa del racconto
Interventi Compensativi
 Sono tutti quegli interventi che si
attuano in fasi più avanzate del percorso
scolastico (scuola media e oltre), nelle
situazioni in cui il disturbo è più severo
e ormai poco modificabile, per cui non è
più ragionevole ipotizzare un ripristino
della funzione, e diventa invece
necessario individuare le modalità più
efficaci per “vicariarla”.
…ausili per facilitare
l’apprendimento
 Esistono numerosi tipi di ausili che possono essere
utilizzati con vantaggio dall’alunno con DSA allo scopo
di “vicariare” la funzione deficitaria (leggere,
scrivere, contare):
 - audiocassette registrate
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Nosografia, etiologia ed epidemiologia dei dsa

  • 1. Nosografia, etiologia, epidemiologia dei DSA A cura di Dott.ssa Tamburini Caterina
  • 2. Difficoltà di apprendimento e disturbi dell’apprendimento (indicatori principali) Difficoltà di apprendimento  Dipendono da fattori ambientali (culturali, sociali, educativi)  Dipendono da deficit intellettivo, da disordini affettivi, ecc.  Hanno carattere pervasivo  Sono sensibili al trattamento Disturbi di apprendimento  Non dipendono da fattori ambientali  Sono intrinseci al sistema cognitivo  Sono circoscritti a specifiche abilità  Risultano particolarmente resistenti al trattamento
  • 4. Le difficoltà aspecifiche si riferiscono ad una disabilità ad acquisire nuove conoscenze e competenze, estesa a tutta l’esperienza scolastica e sottesa da varie cause: disturbi neurologici; deficit sensoriali; malattie croniche invalidanti; ritardo mentale; disturbi dell’area affettivo-relazionale; carenze degli stimoli educativi e culturali dell’ambiente di appartenenza.
  • 5. Le difficoltà specifiche vengono così denominate poiché sono selettive rispetto alla cognitività generale del soggetto che risulta integra. Si tratta cioè di difficoltà che riguardano solo alcuni processi, alcune abilità e non tutti gli ambiti del funzionamento cognitivo.
  • 6. Il termine Disturbi dell'Apprendimento, dall'inglese Learning Disabilities, indica una difficoltà nell'ambito dello sviluppo cognitivo e delle abilità scolastiche. I DSA sono disturbi in uno o più processi psicologici di base necessari per la comprensione o per l'uso della lingua scritta nonostante un'istruzione adeguata, che può manifestarsi in un'insufficente capacità nel leggere e scrivere.
  • 7.  Dislessia = specifico disturbo nella velocità e nella correttezza della lettura  Disortografia = specifico disturbo nella correttezza della scrittura (intesa come processo di trascrizione tra fonologia e rappresentazione grafemica della parola, da distinguere dalla correttezza morfosintattica)  Disgrafia = specifica difficoltà nella realizzazione manuale dei grafemi  Discalculia = debolezza nella strutturazione delle componenti di cognizione numerica (intelligenza numerica basale: meccanismi di quantificazione, comparazione, seriazione, strategie di calcolo a mente) e/o difficoltà nelle procedure esecutive (lettura, scrittura e messa in colonna dei numeri) e/o difficoltà nel calcolo (fatti numerici e algoritmi del calcolo scritto)
  • 8. CRITERI DIAGNOSTICI I criteri da soddisfare per diagnosticare i disturbi dell'apprendimento sono i seguenti:  QI - Quoziente Intellettivo nella norma (uguale o superiore a 90)  Assenza di gravi ipoacusie (esame audiometrico normale)  Assenza di deficit nella vista  Assenza di disturbi nella sfera emotiva e relazionale  Assenza di deficit neurologici  Adeguate proposte educative e scolastiche  Discrepanza tra l’abilità specifica di lettura e scrittura e l’intelligenza generale del bambino, in rapporto alle attese per età e classe frequentata
  • 9. DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO (DSM-IV-TR) - I risultati ottenuti in test standardizzati su lettura, scrittura e calcolo risultano significativamente al di sotto di quanto ci si aspetterebbe data l'età cronologica del soggetto, la valutazione psicometrica dell'intelligenza e un'istruzione adeguata all'età. -I problemi di apprendimento interferiscono notevolmente con l'apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura, scrittura e calcolo. -Se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà di apprendimento vanno al di là di quelle di solito associate con esso.
  • 10. Manifestazioni e disturbi associati (DSM- IV-TR)  Demoralizzazione, scarsa autostima e deficit nelle capacità sociali possono essere associati  La percentuale di bambini con disturbi di apprendimento che abbandonano la scuola è stimata intorno al 40% (1.5% volte in più rispetto alla media); gli adulti possono avere difficoltà nel lavoro o nell’adattamento sociale  Possono esservi anomalie sottostanti dell’elaborazione cognitiva (deficit della percezione visiva, dello sviluppo del linguaggio, dell’attenzione, della memoria) che spesso precedono i DA o sono associati ad essi.
  • 11. Diagnosi differenziale (DSM-IV- TR)  Normali variazioni nei risultati scolastici e difficoltà scolastiche dovute a mancanza di opportunità, insegnamento scadente o fattori culturali  Compromissione visiva o uditiva  Ritardo mentale
  • 12. Disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche (ICD-10)  Disturbi in cui le modalità normali di acquisizione delle capacità in questione sono alterate già nelle fasi iniziali di sviluppo  Non sono conseguenza di una mancanza di opportunità di apprendere o di un ritardo mentale e no sono dovuti ad un trauma o ad una malattia cerebrale acquisita
  • 13. DSA: Disturbi Evolutivi Specifici di apprendimento Specificità: disturbo che interessa uno specifico dominio di abilità in modo significativo ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale  Diagnosi: criterio della discrepanza Consensus Conference – settembre 2006
  • 14.  Le nuove Raccomandazioni per la pratica clinica elaborate nell'ambito della “Consensus Conference” (Milano gennaio 2007) forniscono una definizione e classificazione condivisa dei Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento (DSA)  ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche, in particolare ai disturbi denominati come Dislessia, Disortografia, Disgrafia e Discalculia
  • 15.  La Consensus Conference accoglie anche l’invito a considerare il Disturbo di Comprensione come un possibile disturbo specifico di apprendimento, sottolineando la necessità di studiarlo meglio (è una forma di DSL o ha una propria specificità?)
  • 16.  Il principale criterio diagnostico di inclusione, necessario per effettuare una diagnosi di DSA, è quello della “discrepanza” tra abilità nel dominio specifico interessato e l’intelligenza generale  i domini specifici dei DSA sono: lettura, ortografia, grafia, numero (inteso come cognizione numerica), procedure esecutive del numero e calcolo  le prove utilizzate per valutare il funzionamento dei vari domini dovrebbero evidenziare delle prestazioni deficitarie in rapporto a quanto atteso per età e/o classe frequentata  l’intelligenza generale dovrà risultare adeguata per l’età cronologica
  • 17. Altri criteri indicati per la definizione dei DSA sono:  il carattere “evolutivo” di questi disturbi e la diversa espressività nelle diverse fasi  la quasi costante associazione ad altri disturbi (comorbilità)  il carattere neurobiologico delle anomalie processuali che caratterizzano i DSA  il disturbo specifico deve comportare un impatto significativo e negativo per l’adattamento scolastico e/o per le attività della vita quotidiana
  • 18. EPIDEMIOLOGIA Ad oggi si stima che tra la 3 e la 5 classe primaria e la 3 classe della secondaria di primo grado, il valore medio della prevalenza dei DSA varia dal 3 al 4%. Questo range può dipendere dall’età in cui viene effettuata la diagnosi e dal tipo di strumenti utilizzati per la diagnosi.
  • 20. La dislessia evolutiva è un disturbo della lettura che si manifesta in individui in età evolutiva, privi di deficit neurologici, cognitivi, sensoriali, e relazionali e che hanno usufruito di normali opportunità educative e scolastiche. (Principali Sistemi Nosografici)
  • 21. decodifica significativa e persistente difficoltà ad acquisire e automatizzare i meccanismi di base della lettura
  • 23. o e’ Asio chi o legge A=a c=c s=s h=h i=i l=l =n e=e o=o g=g
  • 24. I soggetti che sono scadenti nella decodifica leggono lentamente quando tentano di associare le parole ai suoni in parole poco conosciute
  • 25. Qualcuno mi dica il significato di ciò che ha letto
  • 26.
  • 27. il dislessico non riesce a fare tutto questo… neanche dopo anni di esercizio
  • 29. Certamente SI ! ma… è più lento commette più errori
  • 30. 5 : 1
  • 32. G.S. IV elementare Q.I. 117
  • 33. C.C. IV elementare Q.I. 121
  • 34.
  • 35. 3 % popolazione scolastica
  • 37.  nasciamo con circuiti specializzati per l’identificazione di piccole numerosità (modulo numerico)  Intorno a questo nucleo centrale costruiamo capacità matematiche più avanzate
  • 38. La principale sede neuroanatomica delle abilità numeriche è il lobulo inferiore del lobo parietale sinistro
  • 39. Il 6% dei bambini in età scolare è discalculico il 70% di bambini dislessici è anche discalculico
  • 40. quali difficoltà ?  nel conteggio all’indietro tempi lunghi ed errori soprattutto nel cambio di decina  nella ripetizione, lettura e scrittura di numeri complessi a 3-4-5 cifre, con lo 0 in mezzo, etc  controllo dei fatti numerici ed in modo particolare nell’apprendere le tabelline
  • 41.
  • 42.
  • 43.
  • 44. EZIOLOGIA L’eziologia dei DSA non è del tutto nota, ma ricerche recenti fanno supporre che nella loro insorgenza giochino un ruolo fondamentale i fattori biologici. Si può notare infatti una certa familiarità, un’insorgenza precoce e una persistenza
  • 45. Le basi neurobiologiche dei disturbi specifici di apprendimento sono oggi universalmente riconosciute. Nella persona con DSA la struttura cerebrale e le connessioni neuronali necessarie all’elaborazione delle informazioni si sviluppano in modo diverso dalla norma. Non si tratta di una “mancanza” (lesione), ma di una differenza.
  • 46. I DSA hanno cause congenite, che coinvolgono il substrato neurobiologico interessato nella realizzazione dei processi di lettura, scrittura e calcolo. Le linee esplicative maggiormente riconosciute ed indagate in letteratura riguardano una compromissione di tipo fonologico, a carico di quelle aree che processano il linguaggio, ed una compromissione a carico del sistema di elaborazione visiva. Tuttavia, attualmente, nessuna delle ipotesi riesce a stabilire una corrispondenza causale con i sintomi rilevati.
  • 47. Le principali ipotesi sono raggruppabili in 5 linee esplicative principali, che rappresentano gli indirizzi di studio storicamente più perseguiti: 1. Deficit a carico dei processi fonologici 2. Deficit nei processi di automatizzazione 3. Deficit a carico delle abilità di elaborazione visuo-percettiva 4. Deficit o disfunzionamento a carico della memoria di lavoro 5. Deficit nel controllo motorio
  • 48. 1. Deficit a carico dei processi fonologici Una delle ipotesi maggiormente indagate indica che le persone con DSA presentano difficoltà di tipo fonologico e metafonologico, cioè di elaborazione, programmazione e combinazione di suoni (es. fanno fatica a ricordare l’ordine dei fonemi che compongono la parola, nonché a fondere e a separare tra loro i singoli fonemi).
  • 49. 2. Deficit nei processi di automatizzazione Una caratteristica evidente in molti casi di DSA consiste nella mancata automatizzazione dei processi di letto-scrittura e calcolo. Questo fa sì che la persona leggendo debba ogni volta scandire ogni singola lettera ad associarla al fonema corrispondente come se fosse imparando a leggere per la prima volta, nonostante l’età e le ripetute esercitazioni.
  • 50. 3. Deficit a carico delle abilità di elaborazione visuo-percettiva Dati clinici e di ricerca indicano che alcune persone con DSA possono avere difficoltà nell’elaborazione visiva degli stimoli. Tali difficoltà, secondo questa ipotesi, sono collegate ad un funzionamento anomalo di alcune cellule della corteccia visiva (un difetto del sistema magnocellulare). Tale disfunzione può ripercuotersi sull’accuratezza e sulla scorrevolezza della lettura.
  • 51. 4. Deficit o disfunzionamento a carico della memoria di lavoro Nei DSA possono essere presenti difficoltà nel memorizzare le informazioni e nello specifico tali difficoltà possono riguardare la memoria di lavoro, un sistema di memoria che funziona in modo attivo durante l’esecuzione di un compito e che può trattenere una quantità limitata di informazioni.
  • 52. 5. Deficit nel controllo motorio Secondo questa ipotesi nelle persone con DSA potrebbe essere presente un deficit cerebellare, che avrebbe comportato uno sviluppo immaturo del cervelletto. Le difficoltà possono colpire le abilità grosso- motorie (camminare, correre, postura, per cui il bambino appare goffo e impacciato), oppure la motricità fine (es. tenere la penna, scrivere).
  • 54. La prima terapia è la diagnosi “Signora maestra, guardi che io sono un po’ dislessico”
  • 55. La prima terapia è la diagnosi Dare un nome, riconoscere e descrivere un problema è la prima tappa per affrontarlo  In tal modo si restituirà ai soggetti con DSA una corretta percezione di sé, rassicurandolo sulla sua intelligenza e sottraendolo al senso di frustrazione cui soggiace quando tenta di migliorare le sue prestazioni.
  • 56. Chi può fare la diagnosi? E’ essenziale che la diagnosi sia il risultato del lavoro di una équipe multidisciplinare costituita dal neuropsichiatria infantile, dallo psicologo, dallo psicopedagogista e dal logopedista. che ci sia collegamento tra chi fa la diagnosi, il terapista, la famiglia e gli insegnanti.
  • 57. Quando fare la diagnosi?  Dislessia e disortografia evolutiva: seconda elementare  Discalculia evolutiva: terza elementare Vanno comunque rilevati i segni precoci
  • 58. COSA SI VALUTA DELLA SCRITTURA ? Grafia velocità di produzione Ortografia Punteggiatura scelta del lessico Sintassi organizzazione del contenuto
  • 59. Si utilizzano prove standardizzate di scrittura  su dettato (brano, frasi, liste di parole e non parole)  copiato  produzione spontanea
  • 60. Cosa si valuta del processamento numerico ? enumerazione, transcodifica, calcolo a mente, calcolo scritto recupero dei fatti numerici (es. tabelline) Come ? prove standardizzate
  • 62. … tendono a ridursi… NON GUARIGIONE MA RECUPERO O COMPENSO
  • 63. C’è chi recupera e chi si limita a compensare. Questi ultimi continuano ad avere affaticamento quando leggono, anche se ai test non presentano risultati inferiori alla media. Portano avanti gli studi, ma con fatica
  • 64. Tipologie di intervento  La tipologia dell’intervento varia in relazione all’eterogeneità dei profili funzionali e di sviluppo. Di conseguenza gli interventi possono essere:  Preventivi  Riabilitativi  Compensativi
  • 65. Interventi Preventivi  Sono tutti quegli interventi mirati ad una identificazione precoce del disturbo e, in generale, ad un rafforzamento delle abilità (soprattutto meta- fonologiche) necessarie all’acquisizione della lingua scritta e ad un suo uso efficiente
  • 66. Interventi Riabilitativi  Sono tutti quegli interventi che si indirizzano in senso stretto ad un recupero della funzione o di quelle sue componenti che risultano più deficitarie (locus funzionale), attraverso cicli di esercitazioni mirate e specifiche.
  • 67. Obiettivi della Riabilitazione  La riabilitazione della Dislessia Evolutiva si pone obiettivi diversi, in relazione alle diverse fasi di acquisizione dell’abilità di lettura e alla conseguente modificazione nell’espressione del disturbo:  1. La costruzione dell’abilità  2. L’automatizzazione dell’abilità  3. Sviluppo di strategie “top-down”
  • 68. 1. La costruzione dell’abilità  Acquisizione (e stabilizzazione) del codice alfabetico e del sistema di “mappatura” Grafema-Fonema  Costruzione (e stabilizzazione) delle operazioni basilari di analisi e sintesi fonemica
  • 69. 2. L’ automatizzazione dell’abilità  Automatizzazione delle operazioni di analisi ortografica  Automatizzazione delle operazioni di conversione Grafema-Fonema  Automatizzazione delle operazioni di sintesi fonemica  Automatizzazione dei processi di accesso lessicale
  • 70. 3. Sviluppo di strategie “Top-Down”  Riconoscimento visivo e processi di Accesso (rapido) al Lessico Ortografico  Utilizzo del contesto e processi di anticipazione lessicale  Individuazione dei punti “focali” nella struttura narrativa del racconto
  • 71. Interventi Compensativi  Sono tutti quegli interventi che si attuano in fasi più avanzate del percorso scolastico (scuola media e oltre), nelle situazioni in cui il disturbo è più severo e ormai poco modificabile, per cui non è più ragionevole ipotizzare un ripristino della funzione, e diventa invece necessario individuare le modalità più efficaci per “vicariarla”.
  • 72. …ausili per facilitare l’apprendimento  Esistono numerosi tipi di ausili che possono essere utilizzati con vantaggio dall’alunno con DSA allo scopo di “vicariare” la funzione deficitaria (leggere, scrivere, contare):  - audiocassette registrate  - calcolatrici tascabili  - tavola pitagorica  - correttori ortografici  - sintesi vocali  - riconoscitori di voce  - enciclopedie multimediali  - ecc…………