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OSSERVAZIONE
FATTORI
DI RISCHIO
SCREENING
Creatività e
nuove idee
Capacità di
pensare
per immagini
Approccio inusuale
e diverso
Capacità di fare
collegamenti non
convenzionali
Pensare in
modo visivo
più che
verbale
PPPPPPPPPPPP
PUNTI di
FORZA
A tutti i folli. I solitari. I ribelli. Li
potete glorificare o diffamare. L‟unica
cosa che non potete fare è ignorarli.
Perché cambiano le cose. Spingono la
razza umana in avanti. E mentre
qualcuno li considera dei folli, noi li
consideriamo dei geni.
Perché le persone che sono
abbastanza folli da pensare di poter
cambiare il mondo sono coloro che lo
cambiano davvero.
Steve
Jobs
Abilità nelle soluzioni di
problemi che richiedono
di immaginare le
soluzioni possibili
Processare le informazioni
In maniera globale piuttosto
che in sequenza
Il loro cervello iperlavora per compensare e va incontro
ad un eccesso di fatica
Il loro cervello elabora infatti l’informazione con
notevole lentezza, con tempi di 10 volte
superiori rispetto alla norma.
La maggior parte dei bambini impiega circa 40
millisecondi per elaborare un fonema.
Un bambino con dislessia impiega circa 500
millesimi di secondo per svolgere lo stesso
compito!
Per me tutto corre troppo veloce
tanto che mi fa confondere…
Il problema e‟ SERIO spesso si
sentono così
Bassa autostimaRidotta motivazione
CONSEGUENZA
C‟è CHI REAGISCE COSì
O COSì
Ansia per la prestazione
si sentono inadeguati
Chiusi in se stessi
Quelli più forti caratterialmente reagiscono così
Bisogna cercare di ridurre i
disagi relazionali ed
emozionali
Con determinazione!!!
Art.2 Finalità della legge 170
La presente legge persegue, per le
persone con DSA, le seguenti finalità:
a) Garantire il diritto all’istruzione;
b) Favorire il successo scolastico,
anche attraverso misure didattiche di
supporto, garantire una formazione
adeguata e promuovere lo sviluppo
delle potenzialità;
c) Ridurre i disagi relazionali ed
emozionali;
d) Adottare forme di verifica e di valutazione
adeguate alle necessità formative degli
studenti;
e) Preparare gli insegnanti e sensibilizzare i
genitori nei confronti delle problematiche
legate ai DSA;
f) favorire la diagnosi precoce e percorsi
didattici riabilitativi;
g) incrementare la comunicazione e la
collaborazione tra famiglia, scuola e
servizi sanitari durante il percorso di
istruzione e di formazione;
h) Assicurare eguali opportunità di sviluppo delle
capacità in ambito sociale e professionale.
Art. 1 legge 170 Riconoscimento e
definizione di dislessia, disgrafia,
disortografia e discalculia
DSA si manifestano in presenza di
capacità cognitive adeguate, in
assenza di patologie neurologiche e
di deficit sensoriali
DSA interessano appunto
uno specifico dominio di abilità
(es., lettura, scrittura, calcolo)
in modo significativo ma
circoscritto, mentre rimane intatto
il funzionamento intellettivo generale
QI>85
Per la DIAGNOSI di DISLESSIA
ci devono essere questi
prerequisiti
Assenza di
deficit
sensoriali e
neurologici
Intelligenza
nella norma
Assenza di disturbi
psichiatrici
importanti
Vi è DISCREPANZA tra abilità nel
dominio specifico (deficitari) e il
livello atteso in base alla scolarità
e all‟intelligenza generale
(adeguata)
 E‟ indispensabile l‟utilizzo di test
standadizzati e validati per
misurare sia l‟intelligenza generale
che le abilità specifiche
 Necessità di escludere la presenza di
altre condizioni come deficit intellettivi,
disabilità sensoriali, disturbi emotivi e
situazioni di disagio e/o svantaggio
socio-culturale.
Ambiente socio
culturale
adeguato
intelligenza nella
norma
Disturbo non specifico di
apprendimento
Si riferisce a problematiche riferite
all‟apprendimento, di tipo aspecifico:
 Ritardo mentale (QI<70)/ Disturbi
comportamentali (ADHD, depressione,…)
 Questo deficit è esteso a tutta l‟esperienza
scolastica.
 Non sono coinvolte solo le competenze di
“base”, cioè la lettura, scrittura,
matematica, ma anche i processi logici e
le funzioni esecutive
pianificazione e valutazione delle
strategie efficaci perrisolvere
un problema
Memoria di lavoro
Processi decisionali
Il DNSA può essere secondario a:
 Disturbi neurologici (epilessia)
 Patologie sensoriali (come la sordità o
forti difficoltà visive)
 Alcune sindromi genetiche
 Disarmonie evolutive
 Bambini con immaturità emotivo-
relazionale
 Bambini che provengono da un
ambiente carente sul piano socio-
culturale
BAMBINI DIESEL
Deficit nelle funzioni esecutive
 Difficoltà di rispettare i tempi
nell‟esecuzione di un compito (lentezza
esecutiva)
 Difficoltà di passare da un‟attività ad
un‟altra o effettuarne più
contemporaneamente
 Scarsa consapevolezza dei sentimenti
altrui
 Difficoltà ad apprendere nuovi compiti
 Difficoltà a mantenere l‟attenzione
 Incapacità di imparare dall‟esperienza
QUALI SONO I FATTORI PREDITTIVI?
Familiarità
Ritardo/disturbo di
linguaggio
Consapevolezza
fonologica
Capacità di
apprendere e
automatizzare
associazioni arbitrarie
Presenza di familiarità
 La dislessia non è una patologia su
base genetica quanto piuttosto un
carattere ereditabile (studi su
gemelli omo ed eterozigoti e prevalenza
nei maschi)
 Nel 65% dei casi si rileva la
presenza di D.S.A. in altri
componenti della famiglia, in
particolare uno dei genitori
Sviluppo del linguaggio
verbale
 Tra dislessia e difficoltà di
linguaggio esiste una forte
correlazione ma non un rapporto
di causalità
 Il ruolo rivestito dalle diverse
sottocomponenti linguistiche nel
processo di apprendimento varia
in rapporto a fasi diverse del
processo stesso
Consapevolezza fonologica
 Esiste una stretta correlazione tra
abilità di letto-scrittura e quella di
compiere operazioni di tipo
metafonologico (ricerche su adulti
analfabeti)
 Fattore predittivo non è la
consapevolezza fonologica in sé
ma il suo potenziale di sviluppo
Capacità di apprendere e
automatizzare associazioni
arbitrarie
 L‟associazione tra fonema e
grafema è arbitraria
 L‟arbitrarietà è una delle
principali caratteristiche del
segno linguistico
significato significante
Le ricerche sulla dislessia indicano
in modo inequivocabile che i
bambini dislessici mancano di
COMPETENZA FONOLOGICA
(processo attivo di manipolazione
e trasformazione del proprio
linguaggio orale). Ecco perché
giochi sull‟ASCOLTO, RITMO…
DISLESSIA
dislessia Difficoltà di decifrazione di segni linguistici/
CORRETTEZZA/RAPIDITA‟ di lettura
Le abilità metafonologiche sono la
capacità di percepire e riconoscere
per via uditiva i segmenti fonologici
(sillabe e fonemi) che compongono le
parole del linguaggio parlato operando
adeguate trasformazioni con esse
(Bortolini, 1995). Discriminare,
analizzare, scomporre, unire le
caratteristiche fonologiche della parola (
si tralascia l‟aspetto semantico). Le
a.m. comprendono la capacità di 1.
segmentazione 2. fusione e
3.coordinazione oculo-manuale
GLOBALI infanzia-
sensibilità fonologica-
prima dell’apprendimento della lingua scritta
1.Segmentazione sillabica
(sole/so-le)
2.fusione (capacità di
riconoscere una parola
dopo averne ascoltato le
sillabe in modo separato
(so-le; sole)
Riconoscimento di coppie
minime (palla-balla)
Identificazione della sillaba
iniziale e finale e
riconoscerne
l‟uguaglianza in parole
diverse
Giochi sulle parole e frasi-
Riconoscere e riprodurre
rime
 ANALITICHE operazioni che
coinvolgono i fonemi
Classificazione:
identificazioni di suoni
iniziali-finali-interni -
Riconoscimento
consonante iniziale
prebleding
Spelling.segmentazione-
capacità di scomporre la
parola nei suoni che la
costituiscono ed è
fondamentale per riuscire
a scrivere. (v-e-l-a )
Tapping (contare quanti
fonemi ci sono in una
parola)
Sintesi fonemica- Blending
(fusione fonemica o
sillabica)
C-a-n-e cane; ca-ne cane
Elisione di suoni (delezione
casa-asa)
5/6 ANNI
 ANALITICHE
Fluidità lessicale con facilitazione fonemica (“Dimmi tutte
le parole che conosci che cominciano con “p”);
“spoonerismo”(inversione di iniziali: vasca-tela/tasca-
vela);
I bambini più abili a livello fonologico imparano più
velocemente a stabilizzare la corrispondenza suono-
segno.
 Abilità fonologiche: discrimina tra
parole contenenti fonemi simili
(mela, tela…) riflessione sugli
aspetti sonori delle parole (BOLLO,
COLLO, POLLO, LANA, RANA, …)
 Parole in cui c‟è raddoppio di
consonante (casa, cassa;
note,notte..)
 Deve riprodurre semplici frasi ”la
ruota è rotta”
A 5 ANNI DEVE POSSEDERE
Difficoltà fonologiche rappresentano
solo la punta dell‟iceberg
Difficoltà di comprensione
di frasi complesse
Disturbi di attenzione
Difficoltà di
eseguire più
compiti
contemporaneamente
Molti bambini confondono
fonemi o parole
fonologicamente simili
Ascolto verbale!!!!
 Saper ascoltare è una abilità che
va appresa e che il bambino non è
in grado di esibire spontaneamente
 Ci sono diversi tipi di ascolto
(Distratto, Intermittente, Attento,
Finalizzato-critico, Creativo)
 Dsa viene spesso accusato di
essere disattento e non ascoltare
SCOPRIAMO I SUONI ATTORNO A
NOI: 3 ANNI PAPPAGALLO LALLO
Potenziare l‟ASCOLTO…inteso come
curiosità, sentire interiore e
percorso di conoscenza.
L‟ascolto assume un‟importanza
fondamentale anche
nell‟apprendimento delle abilità
relative alla lettura: “leggere prima
con le orecchie che con gli occhi
aiuterà a riflettere sui suoni e sui
loro significati”( A.Frontini, O.
Righi, 1988)
4 ANNI-giochiamo con i
pezzi di parole
 Prestare attenzione e attivare le
capacità di ascolto
 Dividere in sillabe il proprio nome
 Dividere in sillabe le parole
proposte
 Percepire e separare la prima
parte della parola
 Percepire e separare l‟ultima parte
della parola
I bambini a questa età non sono attirati
dall‟analizzare i suoni che compongono
le parole.
Infatti, se i bambini sono posti di fronte al
compito di dover indicare tra ORSO e
FORMICA quale sia la parola più lunga,
in genere a questa età scelgono orso
legando la scelta alla dimensione
iconica dell‟oggetto.
Nello stesso modo se viene chiesto di
individuare due parole che fanno rima
tra lancia, spada e pancia indicano
lancia e spada perché catturati
dall‟appartenenza alla stessa categoria
semantica.
Solo in una fase successiva l’attenzione
viene spostata sull’aspetto sonoro del
linguaggio e quindi sulla parola e sulle
parti che la compongono e sono in grado di
dire che LANCIA fa rima con PANCIA.
In una proposta didattica rivolta a bambini
intorno ai 4 anni dobbiamo per prima cosa
concentrare la loro attenzione sulla parte
iniziale della parola (prima sillaba).
Successivamente si potrà riflettere sulla parte
finale della parola
5ANNI
 Differenzia le parole lunghe da
quelle corte
 Riconosce le parole che fanno rima
 Identifica parole che cominciano
allo stesso modo
Linguaggio a 5 anni
 Lo sviluppo verbale ha completato il suo
processo costitutivo
 Ha una competenza grammaticale e
una parlata ormai adulta
 Conosce le costruzioni sintattiche
comprese le frasi ipotetiche e
condizionali
 E‟ capace di riassumere la trama
essenziale di una fiaba ascoltata
 Sa descrivere in modo sufficientemente
completo l‟illustrazione di una scena di
vita
Difficolta‟ che possono
emergere
 Sintassi inadeguata
 Dislalie (errori di pronuncia)
 Povertà lessicale
 Ama sentir leggere ma non mostra segni di
interesse verso lettere o parole
GIOCHIAMO
GIOCHI SULL’ASCOLTO
• RUMORI individuare suoni e rumori presenti in
ambienti familiari
• TOMBOLA con i versi degli animali: individuare
il verso degli animali e cercare l‟immagine
corrispondente sulla propria cartella
• TELEFONO SENZA FILI
• ECO DEI SUONI/PAROLE riprodurre parole o
frasi, rispondere al suono emesso da un
compagno con il medesimo suono
 RIME “Ascoltami bene. Tu sai cosa è una rima? Si ha una
rima quando una parola ha lo stesso suono di un’altra; due
parole fanno rima se finiscono nello stesso modo, con lo stesso
suono. Per esempio TELO fa rima con MELO, VELO e GELO.
SACCO
TORO……..PACCO…..CALZA…… metti la crocetta con la parola che
fa rima
 Prova a dire il nome di queste figure. Si somigliano
tutte un po’? Perché? (disegni del cammello,
cappello, ombrello, martello, coltello…)
 GIOCHI CON LE LABBRA E CON LA LINGUA riprodurre
un bacio, una U, un sorriso grande, riprodurre
movimenti, schioccare, leccare la cioccolata
 GIOCHI CON IL SOFFIO soffiare palloncini, candele, la
proboscide dell‟elefante, i pesciolini nel
laghetto..soffiare…
SILLABA
 Riconoscimento della SILLABA INIZIALE, segmentazione
della parola in sillabe, riconoscimento della differenza
tra un suono e l‟altro
PROGRESSIONE
-Riconoscimento della sillaba iniziale
-Riconoscimento della sillaba finale
-Riconoscimento della sillaba intermedia
-Riconoscimento del fonema finale
-Riconoscimento dei fonemi intermedi
-Riconoscimento di tutti i fonemi
SILLABA INIZIALE giochiamo: un
personaggio che viene da un altro
pianeta/mondo e non sa parlare bene dice solo
un pezzetto delle parole PEra; CAsa; Topo…
Discriminare le sillabe in parole simili (remo,
ramo…)
GIOCO DEL DOMINO pera, rana, nave,
vela, lana, naso…
• Cerca l‟INTRUSO tra le seguenti immagini
Mano, Matita; Foca, il bambino esclude foca
perché non inizia con la stessa sillaba (MA).
Segmentazione sillabica
 Giocare con la TOMBOLA: su una cartella ci sono
delle paroline che cominciano con sillabe diverse, es.
TO… il bambino indovina e mette un segnetto
sull‟immagine relativa a TOPO. Varianti: a) mettere
degli oggetti o figure con più sillabe uguali e chiedere
dammi tutte quelle che cominciano per CA…(CAsa,
Cane, Moto,Caverna).
SILLABA FINALE
A 6 anni si lavora di più con i
FONEMI
 è possibile anche nell‟infanzia fare questi giochi ad es
“soffiati il vaso” “Vai a chiudere la torta” “per favore apri
la minestra”.
 FONEMI. Prima di iniziare questa attività si può aiutare i
bambini a capire cosa significa il fonema iniziale
utilizzando per esempio degli animali e il loro verso es.
SSSS(Serpente), MMMM(Mucca), RRR(Rana), FFF(Ffffufi
un micino che soffia arrabbiato)
 SPOONERISMO “Ora ti leggerò 2 parole e tu
dovrai invertire le lettere iniziali di ciascuna
parola in modo da trasformare altre nuove che
abbiano significato. Es VASCA e TELA.
Invertiamo la “V” di vasca e “T” di tela e
avremo 2 nuove parole TASCA e VELA”
EX: PANE-COLLO; TORO-CONO; RANA-LAME
L‟apprendimento della lettura e della
scrittura, non deriva dalla semplice
somma dei diversi prerequisiti, ma
è il risultato della trasformazione
strutturale dei prerequisiti specifici
e della loro profonda integrazione,
attraverso continue operazioni di
passaggio (shifting) da un‟abilità
all‟altra. (Levi, 1982)
Riassumiamo…
 INDICATORI DI RISCHIO
INDICATORI PER GLI INSEGNANTI
DIFFICOLTÀ CHE SI POSSONO
RISCONTRARE ALLA SCUOLA
NELL’INFANZIA
 A QUATTRO ANNI DIFFICOLTÀ DI
LINGUAGGIO
 INADEGUATEZZA NEI GIOCHI FONOLOGICI
 DIFFICOLTÀ NELLA COPIA DA MODELLO E
DISORDINE NELLO SPAZIO DEL FOGLIO
 DIFFICOLTÀ NELL’UTILIZZO DELLA MEMORIA
A BREVE TERMINE
 DIFFICOLTÀ AD IMPARARE FILASTROCCHE
 DIFFICOLTÀ A MEMORIZZARE NOMI DI OGGETTI
CONOSCIUTI ED UTILIZZATI SPESSO
 DIFFICOLTÀ DI ATTENZIONE
 INADEGUATA MANUALITÀ FINE
 GOFFAGGINE ACCENTUATA NEL VESTIRSI,
ALLACCIARSI LE SCARPE, RIORDINARE
 INADEGUATO RICONOSCIMENTO DELLA DESTRA E
DELLA SINISTRA
 DIFFICOLTÀ A RIPRODURRE RITMI E A
MANTENERE IL RITMO PER UN TEMPO
PROLUNGATO
INDICATORI PER GLI
INSEGNANTI
DIFFICOLTÀ RILEVABILI ALLA
SCUOLA PRIMARIA
 INADEGUATA PADRONANZA FONOLOGICA
 DIFFICOLTÀ A MEMORIZZARE LE LETTERE
 DIFFICOLTÀ A RICONOSCERE I DIVERSI CARATTERI
TIPOGRAFICI
 LETTERE E NUMERI SCAMBIATI: 42/24 - SC/CS
 SOSTITUZIONE DI SUONI SIMILI: P/B - D/T - M/N -
R/L - S/Z
 DISGRAFIA
 ERRORI DI SCRITTURA VARI
 PERDITA DELLA RIGA E SALTO DELLA PAROLA
DURANTE LA LETTURA
 LENTEZZA E SCORRETTEZZA NELLA LETTURA
DIFFICOLTÀ:
 A COPIARE DALLA LAVAGNA
 AD UTILIZZARE LO SPAZIO DEL FOGLIO
 AD IMPARARE LE TABELLINE
 NEL CALCOLO MENTALE E A CONTARE IN SENSO
REGRESSIVO
 A MEMORIZZARE I GIORNI DELLA SETTIMANA, I MESI
…
DIFFICOLTÀ:
 AD IMPARARE L’ORDINE ALFABETICO E AD USARE IL
VOCABOLARIO
 CON DESTRA E SINISTRA,
 NELLA MEMORIZZAZIONE DI SEQUENZE,
NELL’ORIENTAMENTO SPAZIALE
 A MEMORIZZARE LE PROCEDURE DELLE OPERAZIONI
ARITMETICHE ED I SEGNI ARITMETICI
 AD IMPARARE I TERMINI SPECIFICI DELLE DISCIPLINE
 DI ESPOSIZIONE ORALE (esposizione vincolata)
 A RICONOSCERE LE CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE
DELLA LINGUA ITALIANA
 A RICORDARE GLI ELEMENTI GEOGRAFICI, LE
EPOCHE STORICHE, LE DATE DEGLI EVENTI
(Natale, proprio compleanno, …)
 AD UTILIZZARE IL DIARIO
 A MEMORIZZARE LO SPAZIO GEOGRAFICO ED I
NOMI NELLE CARTE
 AD APPRENDERE LE LINGUE STRANIERE
 DI ATTENZIONE E CONCENTRAZIONE
 AD ORGANIZZARE IL TEMPO IN ANTICIPO ED A
LEGGERE L’OROLOGIO
 A MEMORIZZARE I GIORNI DELLA SETTIMANA,
I MESI, L’ORDINE ALFABETICO
BUONE PRASSI
SCUOLA PRIMARIA
Cosa può fare la scuola?
 CONOSCERE
 INDIVIDUARE
 INTERVENIRE CON UNA DIDATTICA
ADEGUATA (costruttivismo,
metacognizione, app. cooperativo, …) E
UNA GIUSTA VALUTAZIONE
INTERVENTI
PREVENTIVI
Sono tutti quegli interventi mirati ad
una identificazione precoce del disturbo
e, in generale, ad un rafforzamento
delle abilità (soprattutto meta-
fonologiche) necessarie all‟acquisizione
della lingua scritta e ad un suo uso
efficiente
IDENTIFICAZIONE
PRECOCE
Essa può avvenire durante il processo di
acquisizione della letto-scrittura nel primo
anno della scuola elementare.
Sarebbe importante che essa avvenisse
già in età pre-scolare nell‟ultimo anno
della scuola dell‟infanzia.
Prima di questa età si ha un alto numero
di “falsi positivi”, a causa dell‟ancora
elevata eterogeneità dei profili individuali
di sviluppo
Cosa può fare la scuola?
Utilizzare alcuni accorgimenti didattici
per non aggravare il compito
fondamentale della conquista del
principio alfabetico:
 focalizzare l‟attenzione sulla fonologia
durante il primo ed il secondo anno
della scuola primaria;
 presentare inizialmente un solo
carattere di scrittura (stampato
maiuscolo).
BUONA COMPETENZA
FONOLOGICA = FACILITA‟
NELL‟APPRENDERE A
LEGGERE E SCRIVERE
COMPETENZA FONOLOGICA
 È la capacità di analizzare separatamente
i suoni all‟interno della parola e
costituisce requisito fondamentale per il
successivo apprendimento della capacità
di leggere e di scrivere.
 Con l‟acquisizione della competenza
fonologica si può arrivare alla
rappresentazione del valore sonoro
convenzionale delle lettere.
 è la capacità di riflettere in modo esplicito
sulla struttura sonora della parola e di
manipolarla consapevolmente.
COMPETENZA FONOLOGICA
Per acquisire una buona competenza
fonologica occorre lavorare sulla
progressione:
 riconoscimento sillaba iniziale;
 riconoscimento sillaba finale;
 riconoscimento sillaba intermedia;
 riconoscimento fonema iniziale;
 riconoscimento fonema finale;
 riconoscimento fonemi intermedi;
 riconoscimento di tutti i fonemi.
Didattica metafonologica
Tutti i bambini hanno diritto ad una didattica
metafonologica.
I DSA non possono farne a meno. Costituisce
per loro un fattore di protezione in quanto
favorisce lo sviluppo di competenze implicate
nell‟apprendimento della lettoscrittura.
Tra i prerequisiti alla base dell‟apprendimento
strumentale della scrittura e della lettura
vanno curati, oltre quelli relativi alle capacità
visuo-percettive e grafo-motorie, legate alla
componente esecutiva della scrittura, quelli
relativi alla competenza metalinguistica, cioè
alla metafonologia.
METAFONOLOGIA
 RIFLESSIONE SULLA STRUTTURA
SONORA DELLE PAROLE
Rivista “Dislessia”, vol.4, n.1, gennaio
2007 – Erickson: secondo numerose
ricerche “ le modalità didattiche più
efficaci sono quelle che, utilizzando
proposte fonologiche, metafonologiche e
attività guidate di decodifica, favoriscono
l‟acquisizione della struttura sillabica e
fonologica delle parole”.
Didattica metafonologica
 Attività che abbiano quale obiettivo
quello di sviluppare in tutti i bambini le
abilità legate alla identificazione delle
caratteristiche sonore delle parole,
attraverso operazioni di
classificazione,confronto,
manipolazione.
Esempi di contenuti:
 scansione e fusione di sillabe;
 manipolazione di sillabe (es. catena di
parole);
 riconoscimento e produzione di
parole in rima;
 scansione e fusione di fonemi;
 sostituzione di sillabe nella parte
iniziale, finale ed intermedia di
parole;
 sostituzione di fonemi all‟inizio,
alla fine, in mezzo alle parole.
Gradualità nella presentazione
dei singoli suoni.
 Vocali
 Analisi della loro posizione nelle
parole (ricerca lessicale di parole con
vocali iniziali, finali, intermedie)
 Introduzione dei suoni “continui”
(cioè quelli che si possono
prolungare: M, N, L, R, S, F, V) che,
per le loro caratteristiche fonetiche,
facilitano l‟identificazione percettiva e
la sintesi sillabica.
SCRITTURA SPONTANEA
 Per conoscere in quale stadio del processo di
apprendimento si trova ogni singolo alunno
all‟inizio della prima elementare è
importante conoscere la ricerca di Ferreiro e
Teberosky. Si tratta di due ricercatrici
argentine che, agli inizi degli anni „80, hanno
osservato e studiato bambini dell‟ultimo
periodo della scuola dell‟infanzia e hanno
constatato che nelle civiltà che usano il
codice alfabetico l‟apprendimento della
lettura e della scrittura procede secondo
tappe fisse collegate strettamente l‟una
all‟altra.
SCRITTURA SPONTANEA
 Compiuta tale scoperta, le
ricercatrici hanno potuto costruire
un modello teorico di aiuto al
lavoro degli insegnanti.
 È importante accertare lo stadio di
ognuno degli alunni per impostare
in modo corretto il lavoro
fonologico.
La SCRITTURA SPONTANEA è
 una scrittura dei bambini ottenuta in
situazione di totale autonomia senza
assistenza da parte dell‟adulto.
 Si ottiene invitandoli a scrivere
“spontaneamente” ,“come sei capace”, cioè
come sanno fare da soli, tranquillizzandoli.
 Permette di osservare:
 se il bambino per scrivere una parola si
riferisce o no alla sua veste sonora;
 se il bambino conosce la corrispondenza
fonografica cioè se è in grado di far
corrispondere le lettere dell‟alfabeto ai suoni a
cui si riferiscono (lettere - grafemi,
corrispondenti sonori delle lettere – fonemi).
Il percorso di acquisizione della
scrittura secondo Ferreiro e
Teberosky passa attraverso vari
livelli:
 scarabocchio
 preconvenzionale
 sillabico preconvenzionale
 convenzionale sillabico
 sillabico alfabetico
 alfabetico.
Fase dello scarabocchio
 La prima fase è quella che
potremmo chiamare fase degli
scarabocchi, durante la quale il
bambino scrive in modo non
convenzionale, non legato alle
lettere, segnando ghirigori che
simulano la scrittura corsiva senza
avere legami né col suono né con
la parola; crede di scrivere!
Fase preconvenzionale
 La fase successiva, chiamata
preconvenzionale, vede il bambino usare
lettere dell'alfabeto combinate a caso. In
genere sono lettere uguali, alternate, in
numero superiore o uguale a tre o, se le
conosce, lettere del proprio nome ricombinate:
SSABI, ANSE, AASAA... In questa fase, se il
bambino vuole scrivere il nome di un oggetto
grande usa più lettere, mentre per un oggetto
piccolo ne scrive poche, non dando valore alla
lunghezza della parola ma al significato:
ORSO: AEOEOUAEIB, FORMICA: AEI.
Fase sillabica
preconvenzionale
 La fase seguente è quella sillabica
preconvenzionale, nella quale a
ogni sillaba corrisponde una
lettera che però non ha
corrispondenza reale con il suono
della parola: per esempio AIC o
IME per CAMINO; in questa fase il
bambino ipotizza che ad ogni
suono corrisponda una lettera.
Fase sillabica
convenzionale
 Altra fase è quella sillabica
convenzionale che vede usata
per ogni sillaba una lettera che
ha a che fare con la sillaba reale:
CMN o AIN o CIN per CAMINO.
Fase sillabica alfabetica
 La fase che viene raggiunta subito dopo
è quella sillabica alfabetica, durante
la quale c'è un numero di lettere
maggiore di una per sillaba, per cui per
CAMINO si può trovare scritto CAMN o
CMINO o AMIN o AINO o CAMNO...
sempre comunque in numero uguale o
maggiore di tre, perché, una parola con
meno lettere non è considerata leggibile
dai bambini.
Fase alfabetica
convenzionale
 L'ultima fase è quella alfabetica
convenzionale, nella quale ad esempio
la parola CAMINO viene scritta CAMINO
per intero; a questo punto si può
considerare raggiunta la scrittura e si
può affermare che il bambino sa
segmentare la parola in fonemi e scrive
tutte le lettere. Ovviamente, ci saranno
errori perché non è stato ancora
affrontato il lavoro di ortografizzazione,
che è successivo.
 Le scritture dei bambini si analizzano
sulla base di due parametri:
Parametro costruttivo
Parametro esecutivo
Parametro costruttivo
Si valutano il tipo di segni usati dal
bambino e la loro quantità
Si verifica che il bambino dia alle
lettere scritte il giusto valore
sonoro convenzionale.
Parametro esecutivo
Si valuta la direzione della scrittura (da sinistra a destra,
o da destra a sinistra, dall'alto in basso o viceversa,
ecc.).
Si osserva l'orientamento delle lettere nello spazio
(lettere rovesciate), l'occupazione dello spazio sul foglio
(lettere sparse, o scritte seguendo una riga ideale).
Si osserva l'adeguatezza del segno grafico (incerto,
sicuro, ecc.) e il tipo di carattere utilizzato.
Le difficoltà esecutive possono essere accentuate o
ridotte, a seconda del tipo di carattere grafico scelto per
la scrittura.
SCREENING
"Con il termine screening si intende una metodologia di
rilevazione che è in grado di predire un disturbo sulla base
della presenza di un segno critico selezionato in precedenza
(test predittivo). Il test predittivo misura un fattore di
rischio per il disturbo ed è basato sull’assunzione che il
risultato del test indica una condizione di rischio che causa
una condizione di disturbo. Lo screening non ha le
pretese di evidenziare in modo inequivocabile un
disturbo, ma di individuare, con buon livello di attendibilità,
i soggetti a rischio di un determinato disturbo. Non si tratta
di effettuare una diagnosi, ma piuttosto di indirizzare ad
uno studio diagnostico una popolazione che presenta alcuni
indici caratterizzanti. Per essere efficace un test di
screening deve essere semplice, rapido da somministrare e
poco costoso, sia in termini di strumentazione che di
impiego di risorse specialistiche.'" (A.Paoletti, G.Stella,
Indici qualitativi di rischio negli screening sui
disturbi specifici di apprendimento, "Dislessia ",vol.
I,gennaio 2008)
SCREENING
 Il test di screening di comune utilizzo nelle
scuole consiste in una prova collettiva di
scrittura sotto dettatura di una lista di sedici
parole, elaborata dal Prof. Giacomo Stella,
docente dell'Università di Modena e referente
scientifico dell'Associazione Italiana Dislessia
( A.I.D).
 Lo screening non è uno strumento diagnostico.
 Va considerato come un primo passo verso
l’identificazione di eventuali problemi nei
bambini.
SCREENING
 Screening in entrata: classe prima –
gennaio. Prova di scrittura di 16 parole.
 Screening in uscita: classe prima – maggio.
Prova di scrittura di 16 parole, prova di
lettura decifrata (TRPS a 10 item)
 Screening finale: classe seconda –novembre.
Prova di scrittura di 26 parole, prova di
lettura di 20 non-parole. L'intervallo di
dettatura tra una parola e l'altra: in classe
prima a gennaio 20 secondi; a maggio 10
secondi ; a novembre, in classe seconda, 5
secondi.
SCREENING
Prove di lettura MT – classe seconda –
Cornoldi
 Prova MT di comprensione: prova
collettiva in aula. ( no tempo massimo)
 Prova MT di rapidità: prova individuale
(tempo massimo ……4 minuti)
Si può preferire lo stampato maiuscolo.
Prove MT di comprensione o correttezza
e rapidità classe quarta.
IMPORTANTE
 UN‟INDIVIDUAZIONE PRECOCE
DEL DISTURBO
( CLASSI II – III SCUOLA
PRIMARIA)
La scelta di un QUESTIONARIO
OSSERVATIVO
come
PRIMO SCREENING
 gli insegnanti sono in una posizione
privilegiata per osservare i bambini perché:
a) li conoscono
b) con loro i bambini non sono portati ad
alterare il proprio comportamento normale
e spontaneo
c) l‟ambiente scolastico appare adatto perché
permette di programmare e svolgere
attività che evidenzino le capacità dei
bambini
SITUAZIONE PSICOLOGICA
DEI BAMBINI DSA
 La situazione psicologica dei bambini con disturbi
specifici di apprendimento è molto delicata e
richiede particolare attenzione da parte della
scuola.
 Infatti i problemi emotivi di questi bambini si
manifestano dopo l‟inizio delle attività scolastiche.
La complessità della loro situazione nasce dalla
mancanza di chiarezza e di consapevolezza.
L‟equivoco sulla pigrizia, svogliatezza e mancanza
di impegno e attenzione si perpetuano nel tempo
con i loro effetti negativi.
CONSEGUENZE
 VISSUTI DI SFIDUCIA
 CALO DELL‟AUTOSTIMA
 CONVINZIONE DI ESSERE POCO
INTELLIGENTI O INCAPACI
FILM: “STELLE SULLA TERRA”
RUOLO DELLA SCUOLA
 EVITARE ATTEGGIAMENTI,
COMPORTAMENTI, COMMENTI
ESPLICITI O IMPLICITI CHE
ALIMENTANO PROCESSI NEGATIVI
 PREMIARE LO SFORZO PIUTTOSTO
CHE IL RISULTATO
BUONE PRASSI
Occorre migliorare la
consapevolezza di sé, delle abilità
trasversali all‟apprendimento e
potenziare le abilità deficitarie.
Quindi svolgere attività volte a:
 migliorare le prestazioni deficitarie
mediante esperienze di
apprendimento basate sulla ricerca
di soluzioni complementari e
compensative;
 insegnare strategie adeguate e
flessibili riflettendo costantemente
sul “senso” dell‟attività svolta;
 favorire la consapevolezza e il ruolo
delle funzioni esecutive in ambiti
scolastici e di vita quotidiana;
 allenare il bambino a migliorare il
proprio livello di attenzione;
 migliorare l‟autostima, il senso di
autoefficacia, la consapevolezza e
l‟accettazione del disturbo.
DIDATTICA INCLUSIVA
 La scuola può usare una didattica
inclusiva che vada bene per tutti.
 Inclusione…vuol dire personalizzazione e
non standardizzazione
 Come fare?
La risposta è la didattica inclusiva.
Ovvero la scelta di strategie di
insegnamento fondate su un
“denominatore comune” che possa
coinvolgere tutti gli studenti della classe,
pur nella diversità dei punti di partenza,
degli stili di apprendimento e delle
difficoltà individuali. (Ciambrone 2014)
MISURE DISPENSATIVE,
STRUMENTI COMPENSATIVI
E TEMPI AGGIUNTIVI
 Dispensare dalla lettura ad alta voce;
 dare più tempo per lo studio e le verifiche;
 prediligere verifiche orali
 strutturare le verifiche scritte senza tener
conto della rapidità di esecuzione o
dell‟abilità di produzione linguistica;
 dispensare dallo studio della lingua straniera
in forma scritta, a causa delle difficoltà
rappresentate dalla differenza tra scrittura e
pronuncia;
 ridurre il carico di lavoro a casa;
 usare sempre lo stampato maiuscolo, anche
alla lavagna;
 incentivare l‟utilizzi a scuola e a casa di ausili
strumentali (computer, calcolatrice,
registratore, busta degli aiuti contenente
formule, regole grammaticali, minicartine
geografiche …) affinché ne imparino l‟uso
corretto sin dalla scuola primaria;
 adottare i suggerimenti forniti dall‟AID e
accolti dalla circolare del MIUR nel prot. n.
4099/A/4 relativo alle misure dispensative e
compensative di cui il soggetto DSA ha diritto
di usufruire.
PER LO STUDIO
Per migliorare lo studio:
 insegnare le abilità di studio: sottolineature,
schemi, mappe, tecnica del prendere appunti;
 programmare le interrogazioni: responsabilizza
e dà fiducia in se stessi;
 avvisare dieci minuti prima di interrogare per
preparare psicologicamente;
 far spiegare ai ragazzi tra di loro i metodi che
usano per studiare, per prepararsi ad una
verifica, per stare attenti;
 usare se possibile materiale audiovisivo per le
spiegazioni;
 richiedere tempi di attenzione contenuti
durante le spiegazioni, riepilogando alla fine le
informazioni o i concetti più importanti da
ritenere, magari riformulandoli in maniera più
semplice;
 alternare la lezione magistrale frontale
all‟insegnamento cooperativo (lavori di
gruppo) e al tutoraggio;
 ridurre i testi di studio selezionando i
contenuti;
 anticipare di diversi giorni la comunicazione
della data delle verifiche e fornire indicazioni
precise
sull‟argomento oggetto di verifica.
 Emma Perrotta e Chiara Demurtas ”Sviluppare
i prerequisiti per la scuola primaria”.
 “Fiaba-training fonologico e metafonologico”
Elena Liritano Erickson.
 “L‟alfabeto delle filastrocche” imparare a
leggere e scrivere sorridendo Patrizia Fiori
Erickson.
 “Alfabetando” Storie e attività con le lettere
Angelo di Corato Erickson.
 “Laboratorio grafomotorio” Patrizia
Fantuzzi,Taglia Zucchi Erickson.
 Marina Brignola, Emma Perrotta e Maria
Cristina Tigoli “Sviluppare i prerequisiti per la
scuola primaria” Erickson
 Anna Bosco “Il grillo parlante e lo strano
alfabeto degli animali” Erickson.
 Paola Ricciardi, Cristina Coggi e Anna Maria
Venera “Gioco e potenziamento cognitivo
nell‟infanzia”.
 Pinto G. e Bigozzi L. (acura di) (2002),
Laboratorio di lettura e scrittura, Trento,
Erickson.
 Paola Ricciardi, Cristina Coggi e Anna Maria
Venera “Gioco e potenziamento cognitivo
nell‟infanzia”.
 Cornoldi C., Miato L., Molin A., e Poli S. “La
prevenzione e il trattamento delle difficoltà di
lettura e scrittura” (Cornoldi et al., 1985),
Firenze, Organizzazioni Speciali
 Muller H. (1992) Guarda i disegni. In Dunn M.
L. (1992), Imparo a scrivere, Trento, Erickson
Scuola primaria
 Le difficoltà nell’avvio alla lettoscrittura a
cura di Giacomo Stella, GIUNTIScuola
 Recupero in ortografia Ferraboschi – Meini
Erickson
 Il libro dei dettati, Tarter – Tait, Erickson
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Cesare Cornoldi, GIUNTIScuola

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  • 2.
  • 3. Creatività e nuove idee Capacità di pensare per immagini Approccio inusuale e diverso Capacità di fare collegamenti non convenzionali Pensare in modo visivo più che verbale PPPPPPPPPPPP PUNTI di FORZA
  • 4. A tutti i folli. I solitari. I ribelli. Li potete glorificare o diffamare. L‟unica cosa che non potete fare è ignorarli. Perché cambiano le cose. Spingono la razza umana in avanti. E mentre qualcuno li considera dei folli, noi li consideriamo dei geni. Perché le persone che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo sono coloro che lo cambiano davvero. Steve Jobs Abilità nelle soluzioni di problemi che richiedono di immaginare le soluzioni possibili Processare le informazioni In maniera globale piuttosto che in sequenza
  • 5. Il loro cervello iperlavora per compensare e va incontro ad un eccesso di fatica
  • 6. Il loro cervello elabora infatti l’informazione con notevole lentezza, con tempi di 10 volte superiori rispetto alla norma. La maggior parte dei bambini impiega circa 40 millisecondi per elaborare un fonema. Un bambino con dislessia impiega circa 500 millesimi di secondo per svolgere lo stesso compito!
  • 7. Per me tutto corre troppo veloce tanto che mi fa confondere…
  • 8. Il problema e‟ SERIO spesso si sentono così Bassa autostimaRidotta motivazione
  • 9. CONSEGUENZA C‟è CHI REAGISCE COSì O COSì Ansia per la prestazione si sentono inadeguati Chiusi in se stessi
  • 10. Quelli più forti caratterialmente reagiscono così Bisogna cercare di ridurre i disagi relazionali ed emozionali Con determinazione!!!
  • 11. Art.2 Finalità della legge 170 La presente legge persegue, per le persone con DSA, le seguenti finalità: a) Garantire il diritto all’istruzione; b) Favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto, garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità; c) Ridurre i disagi relazionali ed emozionali;
  • 12. d) Adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti; e) Preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA; f) favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi; g) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione; h) Assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale.
  • 13. Art. 1 legge 170 Riconoscimento e definizione di dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia DSA si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali DSA interessano appunto uno specifico dominio di abilità (es., lettura, scrittura, calcolo) in modo significativo ma circoscritto, mentre rimane intatto il funzionamento intellettivo generale QI>85
  • 14. Per la DIAGNOSI di DISLESSIA ci devono essere questi prerequisiti Assenza di deficit sensoriali e neurologici Intelligenza nella norma Assenza di disturbi psichiatrici importanti
  • 15. Vi è DISCREPANZA tra abilità nel dominio specifico (deficitari) e il livello atteso in base alla scolarità e all‟intelligenza generale (adeguata)  E‟ indispensabile l‟utilizzo di test standadizzati e validati per misurare sia l‟intelligenza generale che le abilità specifiche
  • 16.  Necessità di escludere la presenza di altre condizioni come deficit intellettivi, disabilità sensoriali, disturbi emotivi e situazioni di disagio e/o svantaggio socio-culturale. Ambiente socio culturale adeguato intelligenza nella norma
  • 17. Disturbo non specifico di apprendimento Si riferisce a problematiche riferite all‟apprendimento, di tipo aspecifico:  Ritardo mentale (QI<70)/ Disturbi comportamentali (ADHD, depressione,…)  Questo deficit è esteso a tutta l‟esperienza scolastica.  Non sono coinvolte solo le competenze di “base”, cioè la lettura, scrittura, matematica, ma anche i processi logici e le funzioni esecutive pianificazione e valutazione delle strategie efficaci perrisolvere un problema Memoria di lavoro Processi decisionali
  • 18. Il DNSA può essere secondario a:  Disturbi neurologici (epilessia)  Patologie sensoriali (come la sordità o forti difficoltà visive)  Alcune sindromi genetiche  Disarmonie evolutive  Bambini con immaturità emotivo- relazionale  Bambini che provengono da un ambiente carente sul piano socio- culturale
  • 19.
  • 20. BAMBINI DIESEL Deficit nelle funzioni esecutive  Difficoltà di rispettare i tempi nell‟esecuzione di un compito (lentezza esecutiva)  Difficoltà di passare da un‟attività ad un‟altra o effettuarne più contemporaneamente  Scarsa consapevolezza dei sentimenti altrui  Difficoltà ad apprendere nuovi compiti  Difficoltà a mantenere l‟attenzione  Incapacità di imparare dall‟esperienza
  • 21.
  • 22. QUALI SONO I FATTORI PREDITTIVI? Familiarità Ritardo/disturbo di linguaggio Consapevolezza fonologica Capacità di apprendere e automatizzare associazioni arbitrarie
  • 23. Presenza di familiarità  La dislessia non è una patologia su base genetica quanto piuttosto un carattere ereditabile (studi su gemelli omo ed eterozigoti e prevalenza nei maschi)  Nel 65% dei casi si rileva la presenza di D.S.A. in altri componenti della famiglia, in particolare uno dei genitori
  • 24. Sviluppo del linguaggio verbale  Tra dislessia e difficoltà di linguaggio esiste una forte correlazione ma non un rapporto di causalità  Il ruolo rivestito dalle diverse sottocomponenti linguistiche nel processo di apprendimento varia in rapporto a fasi diverse del processo stesso
  • 25. Consapevolezza fonologica  Esiste una stretta correlazione tra abilità di letto-scrittura e quella di compiere operazioni di tipo metafonologico (ricerche su adulti analfabeti)  Fattore predittivo non è la consapevolezza fonologica in sé ma il suo potenziale di sviluppo
  • 26. Capacità di apprendere e automatizzare associazioni arbitrarie  L‟associazione tra fonema e grafema è arbitraria  L‟arbitrarietà è una delle principali caratteristiche del segno linguistico significato significante
  • 27. Le ricerche sulla dislessia indicano in modo inequivocabile che i bambini dislessici mancano di COMPETENZA FONOLOGICA (processo attivo di manipolazione e trasformazione del proprio linguaggio orale). Ecco perché giochi sull‟ASCOLTO, RITMO… DISLESSIA dislessia Difficoltà di decifrazione di segni linguistici/ CORRETTEZZA/RAPIDITA‟ di lettura
  • 28. Le abilità metafonologiche sono la capacità di percepire e riconoscere per via uditiva i segmenti fonologici (sillabe e fonemi) che compongono le parole del linguaggio parlato operando adeguate trasformazioni con esse (Bortolini, 1995). Discriminare, analizzare, scomporre, unire le caratteristiche fonologiche della parola ( si tralascia l‟aspetto semantico). Le a.m. comprendono la capacità di 1. segmentazione 2. fusione e 3.coordinazione oculo-manuale
  • 29. GLOBALI infanzia- sensibilità fonologica- prima dell’apprendimento della lingua scritta 1.Segmentazione sillabica (sole/so-le) 2.fusione (capacità di riconoscere una parola dopo averne ascoltato le sillabe in modo separato (so-le; sole) Riconoscimento di coppie minime (palla-balla) Identificazione della sillaba iniziale e finale e riconoscerne l‟uguaglianza in parole diverse Giochi sulle parole e frasi- Riconoscere e riprodurre rime  ANALITICHE operazioni che coinvolgono i fonemi Classificazione: identificazioni di suoni iniziali-finali-interni - Riconoscimento consonante iniziale prebleding Spelling.segmentazione- capacità di scomporre la parola nei suoni che la costituiscono ed è fondamentale per riuscire a scrivere. (v-e-l-a ) Tapping (contare quanti fonemi ci sono in una parola) Sintesi fonemica- Blending (fusione fonemica o sillabica) C-a-n-e cane; ca-ne cane Elisione di suoni (delezione casa-asa) 5/6 ANNI
  • 30.  ANALITICHE Fluidità lessicale con facilitazione fonemica (“Dimmi tutte le parole che conosci che cominciano con “p”); “spoonerismo”(inversione di iniziali: vasca-tela/tasca- vela); I bambini più abili a livello fonologico imparano più velocemente a stabilizzare la corrispondenza suono- segno.
  • 31.  Abilità fonologiche: discrimina tra parole contenenti fonemi simili (mela, tela…) riflessione sugli aspetti sonori delle parole (BOLLO, COLLO, POLLO, LANA, RANA, …)  Parole in cui c‟è raddoppio di consonante (casa, cassa; note,notte..)  Deve riprodurre semplici frasi ”la ruota è rotta” A 5 ANNI DEVE POSSEDERE
  • 32. Difficoltà fonologiche rappresentano solo la punta dell‟iceberg Difficoltà di comprensione di frasi complesse Disturbi di attenzione Difficoltà di eseguire più compiti contemporaneamente
  • 33. Molti bambini confondono fonemi o parole fonologicamente simili
  • 34.
  • 35. Ascolto verbale!!!!  Saper ascoltare è una abilità che va appresa e che il bambino non è in grado di esibire spontaneamente  Ci sono diversi tipi di ascolto (Distratto, Intermittente, Attento, Finalizzato-critico, Creativo)  Dsa viene spesso accusato di essere disattento e non ascoltare
  • 36. SCOPRIAMO I SUONI ATTORNO A NOI: 3 ANNI PAPPAGALLO LALLO Potenziare l‟ASCOLTO…inteso come curiosità, sentire interiore e percorso di conoscenza. L‟ascolto assume un‟importanza fondamentale anche nell‟apprendimento delle abilità relative alla lettura: “leggere prima con le orecchie che con gli occhi aiuterà a riflettere sui suoni e sui loro significati”( A.Frontini, O. Righi, 1988)
  • 37. 4 ANNI-giochiamo con i pezzi di parole  Prestare attenzione e attivare le capacità di ascolto  Dividere in sillabe il proprio nome  Dividere in sillabe le parole proposte  Percepire e separare la prima parte della parola  Percepire e separare l‟ultima parte della parola
  • 38. I bambini a questa età non sono attirati dall‟analizzare i suoni che compongono le parole. Infatti, se i bambini sono posti di fronte al compito di dover indicare tra ORSO e FORMICA quale sia la parola più lunga, in genere a questa età scelgono orso legando la scelta alla dimensione iconica dell‟oggetto. Nello stesso modo se viene chiesto di individuare due parole che fanno rima tra lancia, spada e pancia indicano lancia e spada perché catturati dall‟appartenenza alla stessa categoria semantica.
  • 39. Solo in una fase successiva l’attenzione viene spostata sull’aspetto sonoro del linguaggio e quindi sulla parola e sulle parti che la compongono e sono in grado di dire che LANCIA fa rima con PANCIA. In una proposta didattica rivolta a bambini intorno ai 4 anni dobbiamo per prima cosa concentrare la loro attenzione sulla parte iniziale della parola (prima sillaba). Successivamente si potrà riflettere sulla parte finale della parola
  • 40. 5ANNI  Differenzia le parole lunghe da quelle corte  Riconosce le parole che fanno rima  Identifica parole che cominciano allo stesso modo
  • 41. Linguaggio a 5 anni  Lo sviluppo verbale ha completato il suo processo costitutivo  Ha una competenza grammaticale e una parlata ormai adulta  Conosce le costruzioni sintattiche comprese le frasi ipotetiche e condizionali  E‟ capace di riassumere la trama essenziale di una fiaba ascoltata  Sa descrivere in modo sufficientemente completo l‟illustrazione di una scena di vita
  • 42. Difficolta‟ che possono emergere  Sintassi inadeguata  Dislalie (errori di pronuncia)  Povertà lessicale  Ama sentir leggere ma non mostra segni di interesse verso lettere o parole
  • 43.
  • 44. GIOCHIAMO GIOCHI SULL’ASCOLTO • RUMORI individuare suoni e rumori presenti in ambienti familiari • TOMBOLA con i versi degli animali: individuare il verso degli animali e cercare l‟immagine corrispondente sulla propria cartella • TELEFONO SENZA FILI • ECO DEI SUONI/PAROLE riprodurre parole o frasi, rispondere al suono emesso da un compagno con il medesimo suono
  • 45.  RIME “Ascoltami bene. Tu sai cosa è una rima? Si ha una rima quando una parola ha lo stesso suono di un’altra; due parole fanno rima se finiscono nello stesso modo, con lo stesso suono. Per esempio TELO fa rima con MELO, VELO e GELO. SACCO TORO……..PACCO…..CALZA…… metti la crocetta con la parola che fa rima  Prova a dire il nome di queste figure. Si somigliano tutte un po’? Perché? (disegni del cammello, cappello, ombrello, martello, coltello…)
  • 46.
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  • 48.
  • 49.  GIOCHI CON LE LABBRA E CON LA LINGUA riprodurre un bacio, una U, un sorriso grande, riprodurre movimenti, schioccare, leccare la cioccolata  GIOCHI CON IL SOFFIO soffiare palloncini, candele, la proboscide dell‟elefante, i pesciolini nel laghetto..soffiare…
  • 50. SILLABA  Riconoscimento della SILLABA INIZIALE, segmentazione della parola in sillabe, riconoscimento della differenza tra un suono e l‟altro PROGRESSIONE -Riconoscimento della sillaba iniziale -Riconoscimento della sillaba finale -Riconoscimento della sillaba intermedia -Riconoscimento del fonema finale -Riconoscimento dei fonemi intermedi -Riconoscimento di tutti i fonemi
  • 51. SILLABA INIZIALE giochiamo: un personaggio che viene da un altro pianeta/mondo e non sa parlare bene dice solo un pezzetto delle parole PEra; CAsa; Topo… Discriminare le sillabe in parole simili (remo, ramo…) GIOCO DEL DOMINO pera, rana, nave, vela, lana, naso…
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  • 56. • Cerca l‟INTRUSO tra le seguenti immagini Mano, Matita; Foca, il bambino esclude foca perché non inizia con la stessa sillaba (MA).
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  • 58.
  • 60.  Giocare con la TOMBOLA: su una cartella ci sono delle paroline che cominciano con sillabe diverse, es. TO… il bambino indovina e mette un segnetto sull‟immagine relativa a TOPO. Varianti: a) mettere degli oggetti o figure con più sillabe uguali e chiedere dammi tutte quelle che cominciano per CA…(CAsa, Cane, Moto,Caverna).
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  • 65. A 6 anni si lavora di più con i FONEMI  è possibile anche nell‟infanzia fare questi giochi ad es “soffiati il vaso” “Vai a chiudere la torta” “per favore apri la minestra”.  FONEMI. Prima di iniziare questa attività si può aiutare i bambini a capire cosa significa il fonema iniziale utilizzando per esempio degli animali e il loro verso es. SSSS(Serpente), MMMM(Mucca), RRR(Rana), FFF(Ffffufi un micino che soffia arrabbiato)
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  • 67.
  • 68.  SPOONERISMO “Ora ti leggerò 2 parole e tu dovrai invertire le lettere iniziali di ciascuna parola in modo da trasformare altre nuove che abbiano significato. Es VASCA e TELA. Invertiamo la “V” di vasca e “T” di tela e avremo 2 nuove parole TASCA e VELA” EX: PANE-COLLO; TORO-CONO; RANA-LAME
  • 69.
  • 70. L‟apprendimento della lettura e della scrittura, non deriva dalla semplice somma dei diversi prerequisiti, ma è il risultato della trasformazione strutturale dei prerequisiti specifici e della loro profonda integrazione, attraverso continue operazioni di passaggio (shifting) da un‟abilità all‟altra. (Levi, 1982)
  • 72. INDICATORI PER GLI INSEGNANTI DIFFICOLTÀ CHE SI POSSONO RISCONTRARE ALLA SCUOLA NELL’INFANZIA  A QUATTRO ANNI DIFFICOLTÀ DI LINGUAGGIO  INADEGUATEZZA NEI GIOCHI FONOLOGICI  DIFFICOLTÀ NELLA COPIA DA MODELLO E DISORDINE NELLO SPAZIO DEL FOGLIO  DIFFICOLTÀ NELL’UTILIZZO DELLA MEMORIA A BREVE TERMINE  DIFFICOLTÀ AD IMPARARE FILASTROCCHE
  • 73.  DIFFICOLTÀ A MEMORIZZARE NOMI DI OGGETTI CONOSCIUTI ED UTILIZZATI SPESSO  DIFFICOLTÀ DI ATTENZIONE  INADEGUATA MANUALITÀ FINE  GOFFAGGINE ACCENTUATA NEL VESTIRSI, ALLACCIARSI LE SCARPE, RIORDINARE  INADEGUATO RICONOSCIMENTO DELLA DESTRA E DELLA SINISTRA  DIFFICOLTÀ A RIPRODURRE RITMI E A MANTENERE IL RITMO PER UN TEMPO PROLUNGATO
  • 74. INDICATORI PER GLI INSEGNANTI DIFFICOLTÀ RILEVABILI ALLA SCUOLA PRIMARIA  INADEGUATA PADRONANZA FONOLOGICA  DIFFICOLTÀ A MEMORIZZARE LE LETTERE  DIFFICOLTÀ A RICONOSCERE I DIVERSI CARATTERI TIPOGRAFICI  LETTERE E NUMERI SCAMBIATI: 42/24 - SC/CS  SOSTITUZIONE DI SUONI SIMILI: P/B - D/T - M/N - R/L - S/Z  DISGRAFIA  ERRORI DI SCRITTURA VARI
  • 75.  PERDITA DELLA RIGA E SALTO DELLA PAROLA DURANTE LA LETTURA  LENTEZZA E SCORRETTEZZA NELLA LETTURA DIFFICOLTÀ:  A COPIARE DALLA LAVAGNA  AD UTILIZZARE LO SPAZIO DEL FOGLIO  AD IMPARARE LE TABELLINE  NEL CALCOLO MENTALE E A CONTARE IN SENSO REGRESSIVO  A MEMORIZZARE I GIORNI DELLA SETTIMANA, I MESI …
  • 76. DIFFICOLTÀ:  AD IMPARARE L’ORDINE ALFABETICO E AD USARE IL VOCABOLARIO  CON DESTRA E SINISTRA,  NELLA MEMORIZZAZIONE DI SEQUENZE, NELL’ORIENTAMENTO SPAZIALE  A MEMORIZZARE LE PROCEDURE DELLE OPERAZIONI ARITMETICHE ED I SEGNI ARITMETICI  AD IMPARARE I TERMINI SPECIFICI DELLE DISCIPLINE  DI ESPOSIZIONE ORALE (esposizione vincolata)  A RICONOSCERE LE CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE DELLA LINGUA ITALIANA
  • 77.  A RICORDARE GLI ELEMENTI GEOGRAFICI, LE EPOCHE STORICHE, LE DATE DEGLI EVENTI (Natale, proprio compleanno, …)  AD UTILIZZARE IL DIARIO  A MEMORIZZARE LO SPAZIO GEOGRAFICO ED I NOMI NELLE CARTE  AD APPRENDERE LE LINGUE STRANIERE  DI ATTENZIONE E CONCENTRAZIONE  AD ORGANIZZARE IL TEMPO IN ANTICIPO ED A LEGGERE L’OROLOGIO  A MEMORIZZARE I GIORNI DELLA SETTIMANA, I MESI, L’ORDINE ALFABETICO
  • 79. Cosa può fare la scuola?  CONOSCERE  INDIVIDUARE  INTERVENIRE CON UNA DIDATTICA ADEGUATA (costruttivismo, metacognizione, app. cooperativo, …) E UNA GIUSTA VALUTAZIONE
  • 80. INTERVENTI PREVENTIVI Sono tutti quegli interventi mirati ad una identificazione precoce del disturbo e, in generale, ad un rafforzamento delle abilità (soprattutto meta- fonologiche) necessarie all‟acquisizione della lingua scritta e ad un suo uso efficiente
  • 81. IDENTIFICAZIONE PRECOCE Essa può avvenire durante il processo di acquisizione della letto-scrittura nel primo anno della scuola elementare. Sarebbe importante che essa avvenisse già in età pre-scolare nell‟ultimo anno della scuola dell‟infanzia. Prima di questa età si ha un alto numero di “falsi positivi”, a causa dell‟ancora elevata eterogeneità dei profili individuali di sviluppo
  • 82. Cosa può fare la scuola? Utilizzare alcuni accorgimenti didattici per non aggravare il compito fondamentale della conquista del principio alfabetico:  focalizzare l‟attenzione sulla fonologia durante il primo ed il secondo anno della scuola primaria;  presentare inizialmente un solo carattere di scrittura (stampato maiuscolo).
  • 83. BUONA COMPETENZA FONOLOGICA = FACILITA‟ NELL‟APPRENDERE A LEGGERE E SCRIVERE
  • 84. COMPETENZA FONOLOGICA  È la capacità di analizzare separatamente i suoni all‟interno della parola e costituisce requisito fondamentale per il successivo apprendimento della capacità di leggere e di scrivere.  Con l‟acquisizione della competenza fonologica si può arrivare alla rappresentazione del valore sonoro convenzionale delle lettere.  è la capacità di riflettere in modo esplicito sulla struttura sonora della parola e di manipolarla consapevolmente.
  • 85. COMPETENZA FONOLOGICA Per acquisire una buona competenza fonologica occorre lavorare sulla progressione:  riconoscimento sillaba iniziale;  riconoscimento sillaba finale;  riconoscimento sillaba intermedia;  riconoscimento fonema iniziale;  riconoscimento fonema finale;  riconoscimento fonemi intermedi;  riconoscimento di tutti i fonemi.
  • 86. Didattica metafonologica Tutti i bambini hanno diritto ad una didattica metafonologica. I DSA non possono farne a meno. Costituisce per loro un fattore di protezione in quanto favorisce lo sviluppo di competenze implicate nell‟apprendimento della lettoscrittura. Tra i prerequisiti alla base dell‟apprendimento strumentale della scrittura e della lettura vanno curati, oltre quelli relativi alle capacità visuo-percettive e grafo-motorie, legate alla componente esecutiva della scrittura, quelli relativi alla competenza metalinguistica, cioè alla metafonologia.
  • 87. METAFONOLOGIA  RIFLESSIONE SULLA STRUTTURA SONORA DELLE PAROLE Rivista “Dislessia”, vol.4, n.1, gennaio 2007 – Erickson: secondo numerose ricerche “ le modalità didattiche più efficaci sono quelle che, utilizzando proposte fonologiche, metafonologiche e attività guidate di decodifica, favoriscono l‟acquisizione della struttura sillabica e fonologica delle parole”.
  • 88. Didattica metafonologica  Attività che abbiano quale obiettivo quello di sviluppare in tutti i bambini le abilità legate alla identificazione delle caratteristiche sonore delle parole, attraverso operazioni di classificazione,confronto, manipolazione. Esempi di contenuti:  scansione e fusione di sillabe;  manipolazione di sillabe (es. catena di parole);
  • 89.  riconoscimento e produzione di parole in rima;  scansione e fusione di fonemi;  sostituzione di sillabe nella parte iniziale, finale ed intermedia di parole;  sostituzione di fonemi all‟inizio, alla fine, in mezzo alle parole.
  • 90. Gradualità nella presentazione dei singoli suoni.  Vocali  Analisi della loro posizione nelle parole (ricerca lessicale di parole con vocali iniziali, finali, intermedie)  Introduzione dei suoni “continui” (cioè quelli che si possono prolungare: M, N, L, R, S, F, V) che, per le loro caratteristiche fonetiche, facilitano l‟identificazione percettiva e la sintesi sillabica.
  • 91. SCRITTURA SPONTANEA  Per conoscere in quale stadio del processo di apprendimento si trova ogni singolo alunno all‟inizio della prima elementare è importante conoscere la ricerca di Ferreiro e Teberosky. Si tratta di due ricercatrici argentine che, agli inizi degli anni „80, hanno osservato e studiato bambini dell‟ultimo periodo della scuola dell‟infanzia e hanno constatato che nelle civiltà che usano il codice alfabetico l‟apprendimento della lettura e della scrittura procede secondo tappe fisse collegate strettamente l‟una all‟altra.
  • 92. SCRITTURA SPONTANEA  Compiuta tale scoperta, le ricercatrici hanno potuto costruire un modello teorico di aiuto al lavoro degli insegnanti.  È importante accertare lo stadio di ognuno degli alunni per impostare in modo corretto il lavoro fonologico.
  • 93. La SCRITTURA SPONTANEA è  una scrittura dei bambini ottenuta in situazione di totale autonomia senza assistenza da parte dell‟adulto.  Si ottiene invitandoli a scrivere “spontaneamente” ,“come sei capace”, cioè come sanno fare da soli, tranquillizzandoli.  Permette di osservare:  se il bambino per scrivere una parola si riferisce o no alla sua veste sonora;  se il bambino conosce la corrispondenza fonografica cioè se è in grado di far corrispondere le lettere dell‟alfabeto ai suoni a cui si riferiscono (lettere - grafemi, corrispondenti sonori delle lettere – fonemi).
  • 94. Il percorso di acquisizione della scrittura secondo Ferreiro e Teberosky passa attraverso vari livelli:  scarabocchio  preconvenzionale  sillabico preconvenzionale  convenzionale sillabico  sillabico alfabetico  alfabetico.
  • 95. Fase dello scarabocchio  La prima fase è quella che potremmo chiamare fase degli scarabocchi, durante la quale il bambino scrive in modo non convenzionale, non legato alle lettere, segnando ghirigori che simulano la scrittura corsiva senza avere legami né col suono né con la parola; crede di scrivere!
  • 96. Fase preconvenzionale  La fase successiva, chiamata preconvenzionale, vede il bambino usare lettere dell'alfabeto combinate a caso. In genere sono lettere uguali, alternate, in numero superiore o uguale a tre o, se le conosce, lettere del proprio nome ricombinate: SSABI, ANSE, AASAA... In questa fase, se il bambino vuole scrivere il nome di un oggetto grande usa più lettere, mentre per un oggetto piccolo ne scrive poche, non dando valore alla lunghezza della parola ma al significato: ORSO: AEOEOUAEIB, FORMICA: AEI.
  • 97. Fase sillabica preconvenzionale  La fase seguente è quella sillabica preconvenzionale, nella quale a ogni sillaba corrisponde una lettera che però non ha corrispondenza reale con il suono della parola: per esempio AIC o IME per CAMINO; in questa fase il bambino ipotizza che ad ogni suono corrisponda una lettera.
  • 98. Fase sillabica convenzionale  Altra fase è quella sillabica convenzionale che vede usata per ogni sillaba una lettera che ha a che fare con la sillaba reale: CMN o AIN o CIN per CAMINO.
  • 99. Fase sillabica alfabetica  La fase che viene raggiunta subito dopo è quella sillabica alfabetica, durante la quale c'è un numero di lettere maggiore di una per sillaba, per cui per CAMINO si può trovare scritto CAMN o CMINO o AMIN o AINO o CAMNO... sempre comunque in numero uguale o maggiore di tre, perché, una parola con meno lettere non è considerata leggibile dai bambini.
  • 100. Fase alfabetica convenzionale  L'ultima fase è quella alfabetica convenzionale, nella quale ad esempio la parola CAMINO viene scritta CAMINO per intero; a questo punto si può considerare raggiunta la scrittura e si può affermare che il bambino sa segmentare la parola in fonemi e scrive tutte le lettere. Ovviamente, ci saranno errori perché non è stato ancora affrontato il lavoro di ortografizzazione, che è successivo.
  • 101.  Le scritture dei bambini si analizzano sulla base di due parametri: Parametro costruttivo Parametro esecutivo
  • 102. Parametro costruttivo Si valutano il tipo di segni usati dal bambino e la loro quantità Si verifica che il bambino dia alle lettere scritte il giusto valore sonoro convenzionale.
  • 103. Parametro esecutivo Si valuta la direzione della scrittura (da sinistra a destra, o da destra a sinistra, dall'alto in basso o viceversa, ecc.). Si osserva l'orientamento delle lettere nello spazio (lettere rovesciate), l'occupazione dello spazio sul foglio (lettere sparse, o scritte seguendo una riga ideale). Si osserva l'adeguatezza del segno grafico (incerto, sicuro, ecc.) e il tipo di carattere utilizzato. Le difficoltà esecutive possono essere accentuate o ridotte, a seconda del tipo di carattere grafico scelto per la scrittura.
  • 104. SCREENING "Con il termine screening si intende una metodologia di rilevazione che è in grado di predire un disturbo sulla base della presenza di un segno critico selezionato in precedenza (test predittivo). Il test predittivo misura un fattore di rischio per il disturbo ed è basato sull’assunzione che il risultato del test indica una condizione di rischio che causa una condizione di disturbo. Lo screening non ha le pretese di evidenziare in modo inequivocabile un disturbo, ma di individuare, con buon livello di attendibilità, i soggetti a rischio di un determinato disturbo. Non si tratta di effettuare una diagnosi, ma piuttosto di indirizzare ad uno studio diagnostico una popolazione che presenta alcuni indici caratterizzanti. Per essere efficace un test di screening deve essere semplice, rapido da somministrare e poco costoso, sia in termini di strumentazione che di impiego di risorse specialistiche.'" (A.Paoletti, G.Stella, Indici qualitativi di rischio negli screening sui disturbi specifici di apprendimento, "Dislessia ",vol. I,gennaio 2008)
  • 105. SCREENING  Il test di screening di comune utilizzo nelle scuole consiste in una prova collettiva di scrittura sotto dettatura di una lista di sedici parole, elaborata dal Prof. Giacomo Stella, docente dell'Università di Modena e referente scientifico dell'Associazione Italiana Dislessia ( A.I.D).  Lo screening non è uno strumento diagnostico.  Va considerato come un primo passo verso l’identificazione di eventuali problemi nei bambini.
  • 106. SCREENING  Screening in entrata: classe prima – gennaio. Prova di scrittura di 16 parole.  Screening in uscita: classe prima – maggio. Prova di scrittura di 16 parole, prova di lettura decifrata (TRPS a 10 item)  Screening finale: classe seconda –novembre. Prova di scrittura di 26 parole, prova di lettura di 20 non-parole. L'intervallo di dettatura tra una parola e l'altra: in classe prima a gennaio 20 secondi; a maggio 10 secondi ; a novembre, in classe seconda, 5 secondi.
  • 107. SCREENING Prove di lettura MT – classe seconda – Cornoldi  Prova MT di comprensione: prova collettiva in aula. ( no tempo massimo)  Prova MT di rapidità: prova individuale (tempo massimo ……4 minuti) Si può preferire lo stampato maiuscolo. Prove MT di comprensione o correttezza e rapidità classe quarta.
  • 108. IMPORTANTE  UN‟INDIVIDUAZIONE PRECOCE DEL DISTURBO ( CLASSI II – III SCUOLA PRIMARIA)
  • 109. La scelta di un QUESTIONARIO OSSERVATIVO come PRIMO SCREENING  gli insegnanti sono in una posizione privilegiata per osservare i bambini perché: a) li conoscono b) con loro i bambini non sono portati ad alterare il proprio comportamento normale e spontaneo c) l‟ambiente scolastico appare adatto perché permette di programmare e svolgere attività che evidenzino le capacità dei bambini
  • 110. SITUAZIONE PSICOLOGICA DEI BAMBINI DSA  La situazione psicologica dei bambini con disturbi specifici di apprendimento è molto delicata e richiede particolare attenzione da parte della scuola.  Infatti i problemi emotivi di questi bambini si manifestano dopo l‟inizio delle attività scolastiche. La complessità della loro situazione nasce dalla mancanza di chiarezza e di consapevolezza. L‟equivoco sulla pigrizia, svogliatezza e mancanza di impegno e attenzione si perpetuano nel tempo con i loro effetti negativi.
  • 111. CONSEGUENZE  VISSUTI DI SFIDUCIA  CALO DELL‟AUTOSTIMA  CONVINZIONE DI ESSERE POCO INTELLIGENTI O INCAPACI FILM: “STELLE SULLA TERRA”
  • 112. RUOLO DELLA SCUOLA  EVITARE ATTEGGIAMENTI, COMPORTAMENTI, COMMENTI ESPLICITI O IMPLICITI CHE ALIMENTANO PROCESSI NEGATIVI  PREMIARE LO SFORZO PIUTTOSTO CHE IL RISULTATO
  • 113. BUONE PRASSI Occorre migliorare la consapevolezza di sé, delle abilità trasversali all‟apprendimento e potenziare le abilità deficitarie. Quindi svolgere attività volte a:  migliorare le prestazioni deficitarie mediante esperienze di apprendimento basate sulla ricerca di soluzioni complementari e compensative;
  • 114.  insegnare strategie adeguate e flessibili riflettendo costantemente sul “senso” dell‟attività svolta;  favorire la consapevolezza e il ruolo delle funzioni esecutive in ambiti scolastici e di vita quotidiana;  allenare il bambino a migliorare il proprio livello di attenzione;  migliorare l‟autostima, il senso di autoefficacia, la consapevolezza e l‟accettazione del disturbo.
  • 115. DIDATTICA INCLUSIVA  La scuola può usare una didattica inclusiva che vada bene per tutti.
  • 116.  Inclusione…vuol dire personalizzazione e non standardizzazione  Come fare? La risposta è la didattica inclusiva. Ovvero la scelta di strategie di insegnamento fondate su un “denominatore comune” che possa coinvolgere tutti gli studenti della classe, pur nella diversità dei punti di partenza, degli stili di apprendimento e delle difficoltà individuali. (Ciambrone 2014)
  • 117. MISURE DISPENSATIVE, STRUMENTI COMPENSATIVI E TEMPI AGGIUNTIVI  Dispensare dalla lettura ad alta voce;  dare più tempo per lo studio e le verifiche;  prediligere verifiche orali  strutturare le verifiche scritte senza tener conto della rapidità di esecuzione o dell‟abilità di produzione linguistica;  dispensare dallo studio della lingua straniera in forma scritta, a causa delle difficoltà rappresentate dalla differenza tra scrittura e pronuncia;
  • 118.  ridurre il carico di lavoro a casa;  usare sempre lo stampato maiuscolo, anche alla lavagna;  incentivare l‟utilizzi a scuola e a casa di ausili strumentali (computer, calcolatrice, registratore, busta degli aiuti contenente formule, regole grammaticali, minicartine geografiche …) affinché ne imparino l‟uso corretto sin dalla scuola primaria;  adottare i suggerimenti forniti dall‟AID e accolti dalla circolare del MIUR nel prot. n. 4099/A/4 relativo alle misure dispensative e compensative di cui il soggetto DSA ha diritto di usufruire.
  • 119. PER LO STUDIO Per migliorare lo studio:  insegnare le abilità di studio: sottolineature, schemi, mappe, tecnica del prendere appunti;  programmare le interrogazioni: responsabilizza e dà fiducia in se stessi;  avvisare dieci minuti prima di interrogare per preparare psicologicamente;  far spiegare ai ragazzi tra di loro i metodi che usano per studiare, per prepararsi ad una verifica, per stare attenti;  usare se possibile materiale audiovisivo per le spiegazioni;
  • 120.  richiedere tempi di attenzione contenuti durante le spiegazioni, riepilogando alla fine le informazioni o i concetti più importanti da ritenere, magari riformulandoli in maniera più semplice;  alternare la lezione magistrale frontale all‟insegnamento cooperativo (lavori di gruppo) e al tutoraggio;  ridurre i testi di studio selezionando i contenuti;  anticipare di diversi giorni la comunicazione della data delle verifiche e fornire indicazioni precise sull‟argomento oggetto di verifica.
  • 121.  Emma Perrotta e Chiara Demurtas ”Sviluppare i prerequisiti per la scuola primaria”.  “Fiaba-training fonologico e metafonologico” Elena Liritano Erickson.  “L‟alfabeto delle filastrocche” imparare a leggere e scrivere sorridendo Patrizia Fiori Erickson.  “Alfabetando” Storie e attività con le lettere Angelo di Corato Erickson.  “Laboratorio grafomotorio” Patrizia Fantuzzi,Taglia Zucchi Erickson.  Marina Brignola, Emma Perrotta e Maria Cristina Tigoli “Sviluppare i prerequisiti per la scuola primaria” Erickson
  • 122.  Anna Bosco “Il grillo parlante e lo strano alfabeto degli animali” Erickson.  Paola Ricciardi, Cristina Coggi e Anna Maria Venera “Gioco e potenziamento cognitivo nell‟infanzia”.  Pinto G. e Bigozzi L. (acura di) (2002), Laboratorio di lettura e scrittura, Trento, Erickson.  Paola Ricciardi, Cristina Coggi e Anna Maria Venera “Gioco e potenziamento cognitivo nell‟infanzia”.  Cornoldi C., Miato L., Molin A., e Poli S. “La prevenzione e il trattamento delle difficoltà di lettura e scrittura” (Cornoldi et al., 1985), Firenze, Organizzazioni Speciali  Muller H. (1992) Guarda i disegni. In Dunn M. L. (1992), Imparo a scrivere, Trento, Erickson
  • 123. Scuola primaria  Le difficoltà nell’avvio alla lettoscrittura a cura di Giacomo Stella, GIUNTIScuola  Recupero in ortografia Ferraboschi – Meini Erickson  Il libro dei dettati, Tarter – Tait, Erickson  Giocare con le parole, Perrotta – Brignola Erickson  Disturbi e difficoltà della scrittura a cura di Cesare Cornoldi, GIUNTIScuola