2. La definizione di sviluppo
Processo evolutivo di un organismo
con modificazioni di struttura, di
funzione e di organizzazione per tre
ordini
di
cause:
maturazione
intrinseca, influenza dell’ambiente e
apprendimento
che
avviene
prendendo posizione attiva nei
confronti dell’ambiente.
3. Natura e cause
del cambiamento evolutivo
Ogni teoria e ogni modello dello sviluppo cerca di
rispondere alle seguenti 3 domande, che rappresentano
le questioni di fondo della psicologia dello sviluppo:
1. qual è la natura del cambiamento che ha luogo nel
corso dello sviluppo?
2. qual è la natura del processo che causa questo
cambiamento?
3. si può caratterizzare il cambiamento come continuo e
graduale o piuttosto come discontinuo e improvviso?
4. 1. Qual è la natura del cambiamento?
• se si considera il cambiamento di natura
quantitativa, lo sviluppo viene concettualizzato
come accrescimento = somma ed accumulazione
progressiva di piccoli cambiamenti nel tempo;
• se si attribuisce al cambiamento una natura
prettamente qualitativa, lo sviluppo viene visto in
termini di trasformazione di capacità ed
emergenza di capacità nuove per effetto di
specifiche transizioni e modificazioni evolutive.
5. * Rappresentanti dell’opzione quantitativa sono le teorie
comportamentiste o S-R (Stimolo-Risposta), che
considerano il bambino come un organismo infinitamente
plasmabile e lo sviluppo come un processo interamente
controllato
dall’esperienza
e
dall’apprendimento.
* Rappresentanti dell’opzione qualitativa sono le teorie
cosiddette organismiche (Piaget, Vygotskij, Werner),
secondo cui il bambino è un attivo costruttore delle proprie
capacità e lo sviluppo appare guidato da principi
organizzativi intrinseci o leggi regolative piuttosto che
essere controllato da fattori ambientali esterni.
6. 1. Qual è la natura del cambiamento che
caratterizza lo sviluppo?
CAMBIAMENTO
QUANTITATIVO
CAMBIAMENTO
QUALITATIVO
Comportamentismo
Teorie organismiche
Il bambino è
plasmato dalle esperienze
e dall’apprendimento
Il bambino è un attivo
costruttore delle proprie
capacità
7. 2. Qual è la natura del processo
che causa il cambiamento evolutivo?
Differenziazione delle teorie: per il ruolo attribuito ai
fattori genetici e ai fattori ambientali rispettivamente nella
spiegazione del cambiamento.
- Teorie comportamentiste: le condizioni ambientali
modellano il comportamento individuale così da
determinare la natura stessa delle abilità che si sviluppano,
oltreché il ritmo con cui si sviluppano.
- Teorie innatiste (ad es. Chomsky per il linguaggio):
causa principale dello sviluppo risiede nella
programmazione genetica e le condizioni ambientali
possono semplicemente modulare, ma non controllare né
determinare il processo evolutivo.
8. - Teorie organismiche: posizione intermedia.
Lo sviluppo è il risultato dell’interazione tra un
organismo dotato di determinate competenze
(geneticamente programmate) ed un particolare
insieme
di
condizioni
ambientali.
Assunto di base: le effettive condizioni di
esperienza in cui il bambino si sviluppa possono
influire sul tipo di capacità che acquisirà.
9. 2. Quali processi causano questo cambiamento?
FATTORI AMBIENTALI
FATTORI GENETICI
Teorie
comportamentiste
Teorie innatiste
Teorie
organismiche
10. 3. Come caratterizzare il cambiamento
evolutivo?
caratterizzare lo sviluppo come continuo e
graduale va d’accordo con l’idea dei cambiamenti
quantitativi, laddove si tende a caratterizzare lo
sviluppo come processo discontinuo quando lo si
fa consistere in cambiamenti di natura qualitativa,
come ad esempio le profonde e talvolta repentine
modificazioni che portano ad una nuova struttura
del comportamento o del funzionamento
cognitivo (conquista della locomozione e del
linguaggio).
11. Anche su questo punto troviamo sia posizioni
teoriche che tendono a privilegiare una visione
dello sviluppo esclusivamente in termini di
continuità o viceversa di discontinuità, sia posizioni
intermedie che prevedono la compresenza di
processi continui e discontinui.
* Ad esempio, si può ritenere che il cambiamento
sia discontinuo tra stadi diversi ma continuo
all’interno di ciascuno stadio. Oppure si può
assumere una continuità di funzioni (che rimangono
invarianti nel corso dello sviluppo) accanto ad una
discontinuità di strutture (che variano tra uno stadio
e l’altro – prospettiva di Piaget).
12. 3. Si tratta di un cambiamento continuo e graduale o
viceversa discontinuo e improvviso?
PROCESSO
CONTINUO
Cambiamento
quantitativo
Processi al
tempo stesso
continui e
discontinui
Posizioni
intermedie
PROCESSO
DISCONTINUO
Cambiamento
qualitativo
13. Approcci teorici principali allo
studio dello sviluppo
• assunti di base
• delimitazione del proprio oggetto di
indagine
• scelta dei metodi più adeguati per lo studio
dello sviluppo
14. Approccio comportamentistico
• individuo come organismo plasmabile,
caratterizzato da una capacità illimitata di
apprendere;
• ambiente esterno impone il cambiamento
evolutivo: modella il comportamento tramite
rinforzo positivo – negativo;
• sviluppo: progressivo modellamento delle
risposte del bambino da parte dell’ambiente
in cui vive;
15. • metodo di indagine: sperimentazione ed
osservazione con il massimo controllo
(esperimento di laboratorio);
• Si parla di psicologia dell’apprendimento ma
non di psicologia dello sviluppo (Kuhn,
1992)
• Due posizioni distinte: comportamentismo
radicale
(Skinner)
versus
teoria
dell’apprendimento sociale (Bandura).
16. Approccio comportamentistico
• L’organismo è docile e plasmabile
• Possiede una capacità illimitata di apprendimento
• Il cambiamento è prodotto da cause ambientali
• Il metodo ottimale è la sperimentazione e
l’osservazione col massimo di controllo
17. a) comportamentismo radicale
(B.F. Skinner)
• sviluppo = sequenza di esperienze di
apprendimento;
• condizioni simili = simili caratteristiche dello
sviluppo;
• processi che regolano apprendimento:
condizionamento classico e condizionamento
operante
18. b) teoria dell’apprendimento sociale
(Bandura,1977)
• apprendimento attraverso osservazione, in
assenza di rinforzo;
• ruolo delle componenti cognitive specifiche:
attenzione, memoria e capacità interpretativa
del bambino influenzano apprendimento;
• rinforzi intrinseci: non derivati dall’ambiente
esterno ma dall’interno dell’individuo;
• ruolo attivo del bambino nel processo di
organizzazione ed elaborazione degli stimoli
provenienti dall’ambiente esterno.
20. Approccio organismico
(Piaget, Vygotskij, Werner)
• organismo attivo volto alla realizzazione delle
proprie potenzialità (principi organizzativi
intrinseci);
• cambiamento come caratteristica principale del
comportamento (concetto di evoluzione);
• regole che guidano l’organizzazione e la
sequenza dei cambiamenti;
• uomo e ambiente co-costruiscono ogni nuova
scoperta o acquisizione.
21. metodo d’indagine:
• osservazione e sperimentazione con un
grado moderato di controllo;
• strategia di ricerca evolutiva ed induttiva (=
si confrontano bambini di età diverse per
individuare i cambiamenti evolutivi).
22. Approccio organismico
• L’organismo è attivo e si autorganizza
• Il cambiamento è la caratteristica primaria del
comportamento
• Il cambiamento è guidato da leggi regolative e risponde a
principi organizzativi intrinseci
• Il metodo ottimale è la sperimentazione e l’osservazione
con un grado moderato di controllo
23. La posizione innatista sullo sviluppo del linguaggio
Chomsky
(1965)
Dispositivo innato per l’acquisizione del linguaggio
LAD (Language Acquisition Device)
Programma biologico che corrisponde ad una
grammatica universale (GU), la quale contiene la
descrizione degli aspetti strutturali condivisi da tutte
le lingue naturali
Indipendente sia
dall’intelligenza
che dalla
capacità
comunicativa
Acquisizione
del linguaggio
Processo attivo
di scoperta di
regole
In cui la
competenza
linguistica
precede
l’esecuzione
24. La teoria di Chomsky spiega
• Perché si impara a parlare in maniera rapida
• Perché le tappe dello sviluppo linguistico sono le stesse in
tutte le culture e le classi sociali
• Perché il bambino è in grado di produrre e capire espressioni
mai sentite in precedenza (creatività)
• Perché il linguaggio che il bambino produce è più ricco di
quello a cui è stato esposto
25. La posizione interazionista sullo sviluppo
del linguaggio
Piaget
(1945)
Il linguaggio è un aspetto della capacità simbolica.
Compare nel sesto stadio sensomotorio e segna il
passaggio dall’intelligenza sensomotoria
all’intelligenza rappresentativa
Dipende dallo
sviluppo cognitivo
Acquisizione
del linguaggio
L’esecuzione
precede la
competenza
linguistica
26. La posizione funzionalista sullo sviluppo del
linguaggio
Comunicazione Relazione di continuità
prelinguistica
Gesti e
vocalizzi
“Atti linguistici”
Comparsa del
linguaggio
Prime parole
(Austin e Searle)
E’ importante distinguere il contenuto proposizionale di una
frase (significato locutivo) e l’intenzione con cui il parlante
locutivo
pronuncia quella frase (significato illocutivo)
illocutivo
27. Relazione tra linguaggio e contesto sociale
• Il linguaggio rivolto dagli adulti ai bambini che imparano a
parlare non è l’input impoverito e scorretto che Chomsky
aveva ipotizzato. E’ ben adattato alle ancora limitate
capacità di comprensione del bambino: le frasi sono brevi e
sintatticamente semplici, l’intonazione è esagerata, il lessico
concreto e sono presenti numerose ripetizioni
• L’interazione sociale precoce tra il bambino e chi lo
accudisce è una matrice di significati e di segnali
convenzionali, che confluiscono nella costruzione del codice
linguistico e che aiutano il bambino a “comprendere il
codice” grazie al contesto sociale che l’accompagna
28. prospettive di studio dello
sviluppo cognitivo
Anche in questo caso individuiamo 3
prospettive fondamentali:
• Maturazionismo
• comportamentismo
• costruttivismo
29. MATURAZIONISMO:
• Gesell: importanza del ruolo della base
biologica
(programma
genetico)
nel
determinare gli schemi generali di sviluppo;
• sviluppo indipendente dalla pratica e
dall’esercizio,
ruolo
marginale
dell’esperienza (accelera o ritarda la comparsa
di abilità che comunque si sarebbero
manifestate – studio su coppie di gemelli);
30. Prospettiva del maturazionismo sullo sviluppo
cognitivo
• La maturazione è il meccanismo che regola la comparsa
delle nuove abilità
• Lo sviluppo dovuto alla maturazione è indipendente dalla
pratica e dall’esercizio
• Sia le sequenze di maturazione comuni a tutti gli individui sia
le differenze tra individui sono influenzate dall’ereditarietà
31. COMPORTAMENTISMO
• oggetto di indagine scientifica: comportamenti
esterni ed osservabili, evitando costrutti interni;
• principi di riduzionismo e parsimonia: isolare e
studiare le singole unità comportamentali;
• meccanismi dell’apprendimento operano allo
stesso modo per l’intero ciclo vitale (non serve
osservare gli individui in momenti diversi dello
sviluppo).
32. Prospettiva del comportamentismo sullo sviluppo
cognitivo
• L’individuo è plasmato dall’ambiente
• Lo sviluppo viene ridotto al più semplice processo
dell’apprendimento
• I meccanismi dell’apprendimento operano allo stesso
modo nell’intero ciclo vitale
• Il comportamento complesso non è che un insieme di
comportamenti semplici o elementari (riduzionismo)
• Un meccanismo esplicativo generale va preferito ad uno che
spiega una gamma ristretta di fenomeni (parsimonia)
33. Costruttivismo
• differenze qualitative tra pensiero del bambino e
dell’adulto;
• costruzione graduale della comprensione della
realtà attraverso un’interazione bidirezionale con
l’ambiente;
• sviluppo di strutture cognitive gradualmente più
complesse e stabili;
• organizzazione stadiale dello sviluppo.
34. Importanza delle differenze
individuali
variabilità individuale come assunto di base per
una visione di interazione tra fattori maturativi
intrinseci dell’organismo, ruolo dell’ambiente,
dell’apprendimento e dell’istruzione.
• differenze inter-individuali (sviluppo di
individui diversi);
• differenze intra-individuali (differenze tra i
diversi aspetti dello sviluppo in uno stesso
individuo).
35. In quali ambiti di studio e di ricerca del
comportamento umano possiamo
attualmente osservare le principali
differenze individuali:
• temperamento (stile di comportamento di un
individuo nell’interazione con l’ambiente);
• popolarità nell’interazione con i coetanei
(area dello sviluppo sociale);
• acquisizione del linguaggio (studio delle
caratteristiche comunicativo-linguistiche nei
bambini).