Galli - Creating Mobile Services. Opportunities And Challenges From The Devel...
J.C: Jones - Design Methods. Introduzione e note - c/di L.Galli
1. J.C. Jones
Design Methods
Introduzione e note
c/di L.Galli
2. “Methodology should not be a fixed track to a fixed
destination but a conversation about everything that could
be made of happen”
John Chris Jones: Design Methods
(1970-1992)
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
3. John Chris Jones bio
• Nato nel 1927 in un piccolo centro del Galles
• Formazione accademica in ingegneria; apprendimento formale anche
nella scultura
• Esordio e sviluppo professionale nell’ambito del design industriale
• Ergonomia
• Conferenza del 1962 su “Design Methods”
• Incarichi accademici: Manchester, Open University
• Design Methods (prima edizione 1970; poi 1980 e 1992)
• Abbandono dell’università
• Saggistica, letteratura, time arts
• The Internet and everyone, 2000
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
4. Design Methods (1970-1992)
• Testo classico sulla metodologia del design
– Tradotto in diverse lingue ma non in italiano
• Saggio storico-critico sulla trasformazione del design seguito da un
“ricettario” composto da 35 metodi
• Design Methods Movement
• Anticipazioni e costanti della discussione e della prassi contemporanea e
successiva del design: orientamento a processi e sistemi, natura collettiva
e pubblica del progetto, implicazioni etico-politiche, ...
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
5. Prefazione 1980 (1/2)
• Rigore
• Creatività
• Apprendimento (designing as learning)
• Procedura e processo
• Ordine-disordine
• Revisioni
• Mezzi e fini dal “passato industriale” al presente
• Problem solving vs. invenzione e cambiamento
– Premesse nascoste
– Ispirazione, immaginazione
• Scale temporali
– Futures Studies / Futures Research
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
6. Prefazione 1980 (2/2)
• Modelli, rappresentazioni
• Elogio della sperimentazione e del cambiamento
• Intangible designs: sistemi, ambienti
• Spazio e tempo
– “Compose in time with some sense of beauty”
– “Clocktime” vs “biological and personal time”
• L’orologio meccanico e il “tempo del mercante”
• Fallimento dei “nuovi” metodi
• Genio vs collaborative design
– Contro la “dittatura degli esperti”
– “The composer becomes a listener” (John Cage)
• Post-modernità
• Caso
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
7. Prefazione 1992
• Persone e ruoli; specialismo: the universal ice of alienation
• Teoria “tomba della verità” (Joseph Conrad)
• Serie di “preludi”
• Virtual fiction
– Utopia e Numeroso
– j-921, pianeta artificiale
• Goethe, Keats, Upanishad, ...
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
8. Prodotto e processo artigianale (Craft evolution) (1/2)
• The skilled craftman (not the maker-of drawings but the maker-of things)
alle origini del moderno designer
• Carro, scure, violino....
• Aspetto “organico”, semplicità apparente
• Conoscenza incarnata nel “saper fare”, priva di teoria
– blend of know-how and ignorance
• Trasmissione delle informazioni
– Usanze (e pregiudizi) locali
– Tradizioni familiari
– Conversazioni informali (con gli acquirenti, nei mercati, nelle piazze)
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
9. Prodotto e processo artigianale (Craft evolution) (2/2)
1. L’artigiano non disegna e non giustifica esplicitamente le proprie
decisioni
2. La forma del prodotto artigianale è l’esito di una serie infinita di successi
e fallimenti, di tentativi per prova ed errore;
l’esito “finale” appare sorprendentemente ben bilanciato e vicino alle
esigenze dell’utilizzatore
3. La ricerca di soluzioni a esigenze particolari può condurre a modifiche
contradditorie (un cambiamento solo alla volta, mantenimento del
pregresso)
4. Informazione “cumulativa” fissata nella forma del prodotto
5. La forma e le sue ragioni non sono registrate in alcun “media simbolico”
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
10. Il disegno di progetto (design-by-drawing)
• Il disegno in scala come medium per la sperimentazione e il cambiamento
– Separazione tra pensiero, progetto (thinking) e produzione (making)
+ Separazione della produzione in sotto-produzioni, fasi
+ Possibilità di affrontare sistematicamente artefatti troppo grandi
per un singolo
+ Possibilità di incrementare l’efficienza della produzione
- Minore difficoltà e divertimento nella produzione
- Minore confronto diretto con gli utilizzatori
- Modelli e prototipi
– Nascita della progettazione come professione
• designing, as a profession, comes into being
– Processo ingegneristico e progetto architetturale
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
11. Cosa vuol dire progettare (designing)?
Products Institutions
Buildings Markets
Processes
Urban Capital goods
areas
Opinions
Laws Initiate change in man-made things
Communications
systems
Public
Transportation Festivities services
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
12. Cosa vuol dire progettare (designing)?
• Prodotto/servizio (“sistema”)
• Protagonisti / fruitori attivi o passivi del cambiamento
– Sponsor (cliente)
– Designer
– Fornitore
– Produttore
– Distributore
– Acquirente (del prodotto/servizio)
– Utente
– Gestore sistema
– Società nel suo complesso
• Stato presente / stato futuro (as is / to be)
– Instabilità del processo
• Definizione specifiche, iterazioni, negoziazioni, ...
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
13. Design levels
City
1. Community
Other systems
Housing
eg Industry
Traffic 2. Systems
Vehicles Travellers Roads 3. Product/service
Body Engine 4. Components
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
15. Divergence
• Estendere lo spazio della ricerca, destrutturare
– Obiettivi variabili e ipotetici
– Limiti del problema instabili e indefiniti
– Nessun elemento potenzialmente rilevante è da scartare, per quanto
contradditorio con le assunzioni iniziali; valutazione rinviata
– Brief inteso come punto di partenza della ricerca, potenzialmente oggetto di
revisione e/o evoluzione (con l’accordo dello sponsor)
– Deliberata ricerca di maggiore incertezza, necessità di liberarsi da soluzioni
preconcette e di ricaricare la capacità inventiva del team attraverso la raccolta
di informazioni
– Carattere operativo dei metodi tipici di questa fase (many of them require leg-
work than arm-chair speculation)
– Difficoltà di contenere i costi
– Errore tipico: porre le domande sbagliate
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
16. Transformation
• Inventare, identificare l’impianto, la forma generale della soluzione (the
stage of pattern-making, fun, high-level creativity, changes of set, inspired
guesswork)
– Può accadere in qualunque momento ma dovrebbe essere applicata solo dopo
aver compiuto almeno per un tratto la fase “divergente”
– Impone una struttura al risultato della ricerca, in modo che la soluzione finale
possa essere successivamente decisa e fissata nei dettagli
– Suddivisione del problema in elementi risolvibili, in serie o in parellelo
– Libertà di modificare i sotto-obiettivi e capacità di determinare fattibilità e
conseguenze delle scelte relative
• Necessità di test scientifici al livello della progettazione di sistema
– Influenza degli orientamenti e delle capacità personali
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
17. Convergence
• Ridurre le incertezze fino alla determinazione di una soluzione tra le
diverse alternative trovate
– Persistenza e rigidità vs flessibilità e vaghezza
• Costi crescenti della progettazione all’approssimarsi del “punto di convergenza”
– Problemi imprevisti al livello dei sottosistemi obbligano a una nuova iterazione
della fase iniziale
– I modelli utilizzati dovrebbero essere il più possibile precisi e determinati
– Due principali strategie di convergenza
• Out-In
• In-Out
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
18. Un esempio 1. Brief
BRIEF Literature
disegnare una Brainstorming
searching
macchina che
sia molto 2. Design
semplice da situation
parcheggiare
Classification
3. Problem structure
Man-machine
system designing
4. Final design
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
21. Adaptive strategy
Brief
Decide what Decide what Decide what
stage 1 is to be stage 2 is to be stage 3 is to be
Carry out Carry out Carry out
stage 1 stage 2 stage 3
Outcome Outcome etc.
of stage 1 of stage 2
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
22. Incremental strategy
Brief Outcome
Adjust existing
Re-assess
solution to accomodate
an existing solution
modifications
Explore a few minor
modifications
23. Domande sul prodotto, fonti delle risposte (1/2)
• Verrà apprezzato dallo sponsor? • Sponsor e finanziatori
E’ nel suo interesse investire in esso?
Verrà effettivamente realizzato?
• Utilizza nel modo migliore i materiali e • Fornitori
componenti disponibili?
• Può essere realizzato economicamente • Produttore
con le risorse disponibili?
• Può essere distribuito attraverso i canali • Distributori
disponibili?
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
24. Domande sul prodotto, fonti delle risposte (2/2)
• Quali sono i requisiti di forma, • Consumatori e organizzazioni di vendita
performance, affidabilità, etc.? • Altri sponsor
• In che misura sarà compatibile o in • Gestori di sistemi complessi (Large scale
concorrenza con altri prodotti? system operators)
• In che misura darà luogo a una diversa • Istituzioni politiche e gruppi di pressione
configurazione della situazione esistente,
creando domande, opportunità e problemi
inediti?
• In che misura i suoi effetti, e i suoi effetti
collaterali, verranno accettati da tutti
coloro che ne saranno affetti?
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
25. Collaborazione
• Gruppi formali, comitati
• Confini organizzativi
– Conoscenza diretta e reciproca vs. estraneità, novità del rapporto
• Diversità disciplinari
• Sovrastime, sottostime
– Possibilità di rispettare consegne, definire costi a fronte di requisiti non ancora
dettagliati
Alternative C
• Difetti di informazione Design team
Alternative B
Alternative A
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
26. Il “dilemma morale” del designer
• Progettista consapevole di effetti negativi o positivi importanti per le
persone coinvolte in qualche modo dal prodotto/servizio (people
concerned) ma non direttamente rilevanti per lo sponsor
• Il progettista non deve avocare a sé un ruolo proprio dello sponsor,
impegnandosi semmai affinché venga presa la “decisione giusta” (o
chiamandosi fuori dal ruolo di progettista, informando chi è coinvolto)
• Rendere più pubblico e aperto il processo di progettazione
– Discussione politica
– Educazione
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
27. Nuove complessità
• Esterne al prodotto
– Technological transfer
– Previsione in tempo utile di effetti non desiderati
– Rispetto standard fissati, obiettivi di compatibilità
– Sovrapposizione rispetto all’utilizzo
• Sensitivity to human overlap
– Riorganizzazione radicale a livello del sistema
• Interne al prodotto
– Investimenti elevati
– Rischi connessi ai difetti di conoscenza tipici di fonti esterne
– Estrema difficoltà nella determinazione di sequenze razionali di decisioni a fronte delle
continue interrelazioni tra le variabili, mutevolezza delle esigenze, etc.
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
28. Immagini del progettista e metodi (1/2)
• Scatola nera, mago
– Interiorità e insondabilità del processo creativo e di decisione che genera la soluzione (v.
per es. brainstorming)
• Sistema trasparente (glass boxes, human computer)
– Visibilità, razionalità e ripetibilità del processo
• Obiettivi, variabili e criteri fissati in anticipo
• Completamento dell’analisi prima dell’identificazione delle soluzioni
• Valutazione formale (piuttosto che sperimentale)
• Strategie definite in anticipo, prevalentemente sequenziali
– Possibilità o meno di suddividere il problema
• Sistemi di flusso (relazioni univoche tra funzioni e sottosistemi)
• Sistemi ibridi e gerarchizzazione del processo di progetto
– Linearità, circolarità, evoluzione imprevedibile delle interrelazioni
tra le parti
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
29. Immagini del progettista e metodi (2/2)
• Sistema autonomo (self-organizing system)
– Sforzo progettuale indirizzato alla ricerca della soluzione
– Valutazione, controllo progressivo e modellizzazione
• della strategia
• della situazione di riferimento del progetto
– Equilibrio tra nuova soluzione, situazione di riferimento e costo progettuale
– Criteri e azioni di controllo
• Identificazione e revisione delle decisioni critiche
• Porre in relazione i costi della ricerca e del progetto con le possibili ricadute negative di decisioni
errate
• Assegnare correttamente le attività di progetto nell’ambito del team
• Identificare fonti di informazione utilizzabili e affidabili
• Esplorare le interdipendenze tra il prodotto e l’ambiente
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
30. Prefabricated strategies
(Convergence)
• Systematic Search (The Decision Theory Approach)
• Value Analysis
• Systems engineering
• Man-machine System Designing
• Boundary searching
• Page’s Cumulative Strategy
• CASA (Collaborative Strategy for Adaptable Architecture)
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
31. Strategy Control
• Strategy switching
• Matchett’s Fundamental Design Method (FDM)
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
32. Methods of exploring design situations
(Divergence)
• Stating Objectives
• Literature Searching
• Searching for Visual Inconsistencies
• Interviewing Users
• Questionnaires
• Investigating User Behaviour
• Systemic Testing
• Selecting Scales of Measurement
• Data Logging and Data Reduction
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
33. Methods of searching for ideas
(Divergence and Transformation)
• Brainstorming
• Synetics
• Removing Mental Blocks
• Morphological charts
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
34. Methods of exploring problem structure
(Trasformation)
• Interaction Matrix
• Interaction Net
• AIDA (Analysis of Interconnected Decision Areas)
• System Transformation
• Innovation by Boundaru Shifting
• Functional Innovation
• Alexander’s Method of Determining Components
• Classification of Design Information
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
35. Methods of evaluation
(Convergence)
• Checklists
• Selecting Criteria
• Ranking and Weighting
• Specification Writing
• Quirk’s Reliability Index
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36. Methods of exploring design situations
(divergence)
• Stating objectives
– To identify external conditions with which the design must be compatible
• Literature searching
– To find published information that can favourably influence the designser’s
output and that can be obtained without unacceptable cost and delay
• Searching for visual inconsistencies
– To find directions in which to search for design improvements
• Interviewing users
– To elicit information that is known only to users of the product or system in
question
• Questionnaires
– To collect usable information from the members of a large population
• Investigating user behaviour
– To explore the behaviour patterns, and to predict the performance limits, of
potential users of a new design
• ...
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
37. Methods of searching for ideas
(divergence and transformation)
• Brainstorming
– To stimulate a group of people to produce many ideas quickly
• Removing mental blocks
– To find new directions of search when the apparent search space has yelded
no wholly acceptable solution
• [literature on creativity]
• Morphological charts
– To widen the area of search of solutions to a design problem
• Mapping functions to sub-solutions and identify a minimun set of them
• ...
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38. Methods of evaluation
(convergence)
• Checklists
– To enable designers to use knowledge of requirements that have been found
to be relevant in similar situations
• Selecting criteria
– To decide how an acceptable design is to be recognized
• Ranking and weighting
– To compare a set of alternative designs using a common scale of
measurement
• Specification writing
– To describe an acceptable outcome for designing that has yet to be done
• ...
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
39. Interviste agli utenti (1/3)
• Obiettivo
– Raccogliere informazioni che sono note solo agli utenti del prodotto/servizio o del
sistema in questione
• Processo
– Identificare le situazioni d’uso (user situation) rilevanti per il progetto
– Cercare il consenso di tutte le persone rilevanti rispetto alla situazione d’uso
– Incoraggiare gli utenti a descrivere e rappresentare qualunque aspetto della loro attività
che giudichino importante
– Indirizzare la conversazione verso gli aspetti dell’attività dell’utente che appaiono
rilevanti rispetto alla situazione d’uso che è oggetto di design
• Modelli normali e anormali di attività
• Motivi delle azioni
• Fonti delle informazioni utilizzate
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
40. Interviste agli utenti (2/3)
• Processo (segue)
– Registrare i fatti notevoli (e le circostanze) durante l’intervista o subito dopo la
sua conclusione
• Intuizioni (insight) collegate all’intervista
– Ottenere se appropriato i commenti degli utenti sulle conclusioni tratte
dall’intervista
• Punti di attenzione
– Interviste non strutturate
– Interviste strutturate (questionari)
– Osservazioni non strutturate
– Osservazioni strutturate (checklist)
– Capacità relazionale (social skill)
– Conoscenza iniziale
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41. Interviste agli utenti (3/3)
Registrazione non strutturata Registrazione strutturata
Informazioni ottenibili Motivazioni delle azioni più significative Attitudini degli utenti
principalmente Modelli normali e anormali di attività Giudizi sul livello di
attraverso domande
Fonti delle informazioni critiche e incertezze comfort
Rimedi adottati dagli utenti per i difetti del sistema e Lamentele
delle regole
Disagi significativi ai quali gli utenti non riescono ad
adattarsi
Domande e aspetti da includere in un questionario
Informazioni ottenibili Identificazione delle azioni esatte in cui si scompone un Frequenza delle
principalmente compito azioni
attraverso
Adattamenti compiuti durante l’apprendimento Tempi delle azioni
osservazioni
(entrambi divenuti inconsapevoli per gli utenti esperti) Frequenza degli
errori
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42. Brainstorming
• Obiettivo
– Stimolare un gruppo a produrre rapidamente molte idee
• Processo
– Definizione del gruppo dei partecipanti
– Un leader coordina l’azione e registra le proposte
• Applicazione rigida della regola secondo la quale nessuna idea deve essere
criticata e apertura anche alle proposte più insolite
• La numerosità dei suggerimenti è esplicitamente ricercata
• Ogni partecipante dovrebbe anche tentare di sviluppare le idee avanzate dagli altri
• Punti di attenzione
– Contributi scritti in parte per corregggere le dinamiche della relazione
– Qualità intrinseche delle proposte rispetto alla loro identificazione e varietà
– Possibilità di applicarlo senza esperienza specifica del metodo
• Unico requisito, esperienza rilevante rispetto alla situazione
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
43. Interaction matrix (1/2)
• Obiettivo
– Consentire la ricerca sistematica dei collegamenti tra gli elementi di un problema
• Processo
– Definire a cosa corrispondono “elementi” e “collegamenti” (in modo che sia condivisibile
con altri, ripetibile)
– Disegnare una matrice nella quale ogni elemento può essere collegato con qualunque
altro
– Determinare, sulla base di ragioni il più possibile oggettive, l’esistenza di collegamenti o
meno tra i diversi elementi
• Punti di attenzione
– Supporto a verifiche non eseguibili in modo destrutturato
• Ma non applicabile se i termini del problema sono eccessivamente instabili, confusi
– Livelli gerarchici eterogeneei tra gli elementi
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
44. Interaction matrix (2/2)
Esempio relativo ai collegamenti tra le stanze di un centro medico.
Legenda: 2=essenziale; 1=desiderabile; 0=non necessario
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
45. Specification writing
• Obiettivo
– Descrivere un risultato adeguato per un progetto da realizzare
• Processo
– Identificare provvisoriamente una serie di possibili risultati, a diversi livelli di generalità
– Selezionare il minor livello di generalità compatibile con il maggior grado di libertà
progettuale
– Definire il risultato atteso senza fare riferimento alle caratteristiche che i progettisti
dovranno essere liberi di cambiare ma esplicitando le metriche di performance che
permettano di formulare previsioni
• Punti di attenzione
– Definizione obiettivi
– Selezione dei criteri
J.C. Jones Design Methods - Note c/di L.Galli. Fonte: J.C. Jones, Design Methods, Wiley, 1970-1992
Editor's Notes
\n
“[...] our simple but universal definition of the expanding process that formerly took place on a drawing board but now includes ‘R and D’, purchasing, design for production, product planning, marketing, system planning and other things beside” (DM 92 p. 4)\n
“synopsis of a career (version two) I began by wanting to design aeroplanes - and then to make industrial products more human. That led to new design processes and a wish to change the culture. From that came design plays and other fictions, the internet, and a new vision of the future. \n[...]\n1927 to 1950 My education began with childhood projects: an improvised hut, a canoe, primitive electrical machines, model aeroplanes, and a prize-winning car of the future. These taught me something of technology and led me to study engineering. But a wish to make industrial products more human led me to learn sculpture and industrial design and then to study ergonomics - which I learnt at the early conferences of the Ergonomics Research Society. \n[...]\n1951 to 1975 In 1951 I joined Metropolitan-Vickers Electrical Company, Manchester, to work as an industrial designer, and later as an ergonomist. I was also beginning user design research at the Regional College of Art. In 1962 Peter Slann and I initiated the first conference in design methods. I was then invited to teach design technology at UMIST, to write the text book Design Methods, and to teach at the Open University. \n[...]\n1976 to 2000 By this I had learnt that an ever-widening vision of design cannot be fully realised in an organisation - so I resigned, to work independently. I attended lectures in American poetry and studied the works of John Cage and other innovators - which led me to write design plays, poetic fictions, visual poems, and a long book (the internet and everyone) in which I tried to bring all these things together.”\n\nJ.C.Jones, Collective CV in Softopia\n
Testo insieme didattico e teorico (parte 2 e parte 1). Anticipatorio, come riconosciuto dalla critica. Classico. Coglie il fare del progetto come un universale, lo scompone, lo ricompone.\n\n“Many of Jones’ ideas are more relevant now than when the book was first published” Mitchell p xi DM 1992\n\n“Many of the presently emerging design trends, such as User Centered Design, Transparent Design, Japanese “humaware” and Italian Primary of Soft Design reflect, but do not fully encompass, the philosophy that underpins design methods” id p. Xii\n\nEssay on “the changing nature of design in what now is termed postindustrial era” ibid\nCheck about the terms history: postindustrial, postmodern; and their fading away from the cultural debate\n\nPart 1: an essay, Part 2: a compendium\n\n“a classic book of design philosophy” ibid\n
Rigore nell’applicazione del metodo, pena l’inefficacia. Un brainstorming non è una chiacchierata priva di struttura (undirected chatting); differenze nei risultati, per es. numero di idee\nCreatività come capacità di ripensare radicalmente posizioni, ruoli, sé stessi; dimostrabile nel modo in cui si pongono domande, suggerimenti etc.\nProcesso del progetto come passaggio dall’ignoranza alla conoscenza (della situazione progettuale)\nProcedura è il paper-work, essenziale ma da distinguere rispetto al processo (di pensiero)\nOrdine/disordine: la confusione può essere produttiva. Come si concilia con il rigore? Non si concilia direi, raccomanda il rigore, ma considera la rottura come una possibilità positiva. La rottura di un ordine in ogni caso... Richiamo per es. al metodo 2.1 Strategy switching. “Be ready to jump to what feels better and only then restore order”.\nDesign reviews come modalità per sbloccare una crisi del processo. Vera la difficoltà di rappresentare il proprio processo di lavoro (cita Cage: quando non lavoro so qualcosa, etc.); ma nella crisi l’esercizio serve appunto a procedere\nFini prestabiliti e piani per raggiungerli come cifra dell’età industriale nel processo del progetto e nella vita in generale. Discutere i fini, scegliere con coloro che saranno affetti dal progetto.\n
Modelli, rappresentazioni da porre in questione, utili ma i loro pregiudizi informano la nostra visione delle cose, capacità di intervento; come si vede altri echi di classici luogi della riflessione filosofica, epistemologica etc.; interessante perché ne fa uno strumento all’opera nel processo\nIntangible designs: sistemi, ambienti. “traffic sytems, computer software, educational programs, hypermarkets, etc.”\nFallimento dei nuovi metodi. Systems designing e computing hanno reso la vita “more rigid, more homogenized, less human... They are still used in a mechanical way”.\n
Utopia e Numeroso appaiono in Designing Designing 1991\nj-921 pianeta immaginario senza “fixed assumptions”\n\nJohann Wolfgang von Goethe (pronounced ['gø tə]) (August 28, 1749 – March 22, 1832) was a German writer, politician, humanist, scientist, and philosopher. As a brilliant writer, Goethe was one of the paramount figures of German literature and European Romanticism during and around the 18th and 19th century. Goethe was the author of Faust and Theory of Colours and inspired Darwin with his independent discovery of the human premaxilla jaw bones.\n\nJohn Keats, also known as Adonais (Shelley's name for him) (October 31, 1795 – February 23, 1821) was one of the principal poets in the English Romantic movement. During his short life, his work was the subject of constant politically motivated critical attack, and it was not until much later that the significance of the cultural change which his work both presaged and helped to form was fully appreciated. Keats's poetry is characterised by an exuberant love of language and the imagination, tempered by melancholy. He often felt that he was working in the shadow of past poets, and only towards the end of his life was he able to produce his most unique and memorable poems.\n\nThe Upanishads are part of the Hindu Shruti scriptures which primarily discuss meditation and philosophy and are seen as religious instructions by most schools of Hinduism. They also contain transcripts of various spiritual debates or discussions, and of the 123 books considered to be part of the Upanishads, 12 are accepted by all Hindus as primary. The Upanishads are commentaries on the Vedas, their putative end and essence, and thus known as Vedānta = "End of the Veda". \n
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Il disegno permette un salto nella presa concettuale, percettiva (perceptual span) del designer. \nIl progettista, grazie al disegno, comprende immediatamente la ricaduta generale della modifica di un dettaglio. JC Jones ipotizza che sia questa la ragione per cui i designer sono caratterizzati da uno stile “olistico” (wholeists), piuttosto che specialistico e volto al singolo particolare, all’unità (atomists). In questo senso i designer sono un’eccezione professionale e culturale nell’industria moderna.\n
“look at the end of the chain of the events... This can be our simple but universal definition of the expanding process that formerly took place on a drawing board but now includes “R and D”, purchasing, design for production, product planning, marketing,, system planning and other things beside” (p.4)\n
Minore focus sul prodotto, maggiore sugli attori del cambiamento, di quel processo di “invenzione della realtà” (cambiare la realtà, “almeno un poco”) che JCJ pone al centro della questione\n\nStato presente / stato futuro (as is / to be)\nDesign Methods as “seeds of the future”\nDifficoltà specifica della progettazione: il progettista deve lavorare a ritroso nel tempo (have to work backwards in time) partendo dall’assunzione di un effetto [futuro] sulla realtà che si compie all’inizio di quella stessa catena di eventi che originerà poi tale effetto\n
Più livelli, più instabilità\nIdee, valori e opinioni guadagnano un ruolo nel processo. Scelte tecnologiche discusse per vie politiche. “Come potremmo decidere altrimenti?” si chiede J.C. Jones. Ma di rimando è lecito chiedersi se ciò è avvenuto, se non in una tradizione, quella ecologista.\nIn questa situazione è un “non sense” rappresentare il design come la definizione di una soluzione per problemi, requisiti esistenti. Le esigenze sono mutevoli e il design stesso contribuisce ad anticiparle, modellarle, è un’azione sul mondo spinta, in certi casi, dalla volontà di ridisegnare, di sconvolgere un intero assetto.\nIl designer non lavora per la stabilità, ma per cambiare (in meglio) la “realtà”.\n
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distruggere (per es. false assunzioni, del team e/o dello sponsor). Rievoca anche la pars destruens di Bacone.\n
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Su Out-In vs In-Out notare riferimento all’architettura\n
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Saper porre domande, essenza del processo di indagine e progettazione nella sua fase iniziale, nelle iterazioni che riprongono le questioni della fase iniziale e in termini generali\n
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Come produrre per es. linearità progettando i sottosistemi in modo che siano riconducibili a una singola funzione, con un obiettivo di standardizzazione, intercambiabilità etc. In questo modo al livello dei sottosistemi sarà più semplice procedere secondo i criteri detti, anche se lo sforzo creativo dovrà comunque essere compiuto sul piano più elevato della determinazione del disegno complessivo\n
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“look at the end of the chain of the events... This can be our simple but universal definition of the expanding process that formerly took place on a drawing board but now includes “R and D”, purchasing, design for production, product planning, marketing,, system planning and other things beside” (p.4)\n
Punti di attenzione\nDistinguere:\nDefinizione obiettivi, procedura attraverso la quale i designer approfondiscono, strutturano il brief dello sponsor e ne studiano le implicazioni; si assume che il designer team sia più informato dello sponsor;\nSpecification writing, procedura per cui gli sponsor, oppure altri stakeholder, definiscono i risultati adeguati di un progetto ancora da realizzare; si assume che gli estensori delle specifiche abbiano una conoscenza più approfondita delle condizioni da soddisfare rispetto ai progettisti\nSelecting criteria, una procedura per trasformare obiettivi intangibili e specifiche secondo una modalità che consenta misurazioni obiettive; spesso è più conveniente considerare seppure non senza una certa vaghezza diverse alternative in termini di obiettivi e specifiche prima di procedere a una loro eventuale onerosa trasformazione in criteri misurabili\n