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IL PH OTTIMALE
DEL SANGUE
Per conquistare
quantità e qualità
di vita e fare
prevenzione seria,
dobbiamo avere
un’alimentazione
ed uno stile di vita
atti a mantenere
entro certi
parametri ottimali
il ph nel nostro
fisico.
In una scala che va da 0 a 14, il ph ottimale del
nostro sangue è 7,365, leggermente alcalino.
Se questo equilibrio dovesse spostarsi anche
solo di qualche decimale, le nostre cellule
smetterebbero di funzionare e moriremmo.
Ecco alcuni fattori che costringono il
nostro organismo a fronteggiare
un’eccessiva acidità…
1) Insufficiente apporto d’acqua fuori
pasto durante la giornata
2) Insufficiente apporto di nutrienti
alcalinizzanti, fra cui soprattutto frutta e
verdura crude (i cibi cotti non contengono più
l’ossigeno di cui le cellule hanno tanto bisogno,
insieme all’ambiente alcalino).
3) La pessima abitudine di mangiare
la frutta a fine pasto
4) Combinazioni
sbagliate di cibo
Per esempio…
5) Eccessiva varietà di cibi
all’interno di uno stesso pasto
LEUCOCITOSI
LEUCOCITOSI
Improvviso aumento dei globuli bianchi, come se il
corpo si dovesse difendere dal pasto che gli abbiamo
fornito allo scopo di nutrirlo! Questo fenomeno non
si presenta mangiando prima la verdura cruda,
evitando la frutta a fine pasto e limitando le varietà.
La varietà va ricercata nell’insieme
dell’alimentazione…
… non all’interno dello stesso pasto!
6) Uso abituale di cibi raffinati (farine
di tipo 00, cereali non integrali,
zucchero, sale raffinati)
7) Eccesso di proteine animali
8) Bevande alcoliche
L’alcool, frutto della fermentazione
dell’uva, è un temibile veleno!
(Vedi seminario "I veleni quotidiani 4")
9) L’abitudine di mangiare cibi non
perfettamente conservati
Quando compare una piccola macchia,
la fermentazione ha già contaminato
tutto l’alimento.
L’abitudine alla lunga favorisce
l’insorgere del cancro.
Fare la macedonia per non buttare
via la frutta che comincia a marcire,
non è una buona idea!
A proposito di
fermentazione,
tutti i formaggi
subiscono tale
processo,
tranne la ricotta
e il “primo sale”
10) Acqua gassata e bibite industriali
(sono fra i più acidificanti)
(Vedi seminario "I veleni quotidiani 2")
11) Succhi di frutta industriali (scarsa
qualità della frutta, zucchero, ecc.)
(Vedi seminario "La frutta")
12) Bevande energetiche
(Vedi la sez. Integratori nel seminario
"I veleni quotidiani 3")
13) Vita sedentaria
14) O, al contrario, sport intensivo
15) Fumo di tabacco
16) Farmaci (specialmente gli
antinfiammatori)
17) Stress e conflitti emozionali legati
a sentimenti e pensieri negativi
ALCUNI
PROBLEMI DI
SALUTE
COLLEGATI
ALL’ECCESSIVA
ACIDITÀ
Maggiori cause:
Poche fibre
Troppo cibo
Troppo sale (bianco)
Troppe proteine,
soprattutto animali
Troppi grassi animali
Troppo zucchero
Sedentarietà
MALATTIE VASCOLARI
legate all’ipertensione,
all’arteriosclerosi e ad
altre malattie
degenerative
«L’ipertensione è significativamente meno
comune nei vegetariani: studi osservazionali
e studi clinici con l’uso di diete dimostrano
che la dieta vegetariana riduce la pressione
arteriosa in individui normotesi e ipertesi.
Tra i meccanismi coinvolti, il miglioramento
della viscosità ematica, l’elevato contenuto
di potassio e l’effetto di riduzione del peso
corporeo.»
(Studio Berkow 2005 - cit. in
“VegPyramid” di Luciana Baroni - pag. 74)
«La dieta vegetariana conferisce protezione
nei confronti dei fattori di rischio
cardiovascolare: la riduzione di mortalità per
cardiopatia ischemica risulta infatti inferiore
in media del 24% nei vegetariani rispetto ai
non-vegetariani.»
(Studio Key 1999 – cit. in “VegPyramid”
di Luciana Baroni - pag. 72)
L’errore che spesso commettono i
vegetariani è quello di esagerare con i
latticini!
Colin Campbell, uno dei massimi ricercatori a livello
mondiale (che si è molto occupato del rapporto fra dieta e
malattia), è autore insieme al figlio Thomas del famoso
libro «The China Study» (Macro Ediz.)…
I ricercatori della medicina
militare avevano esaminato il
cuore di 300 soldati uccisi
durante un’azione in Corea.
L’età media era di 22 anni e si
trattava, ovviamente, di ragazzi
in piena forma fisica, dato il
lavoro che svolgevano.
Egli riporta nel suo libro una ricerca che si svolse al
tempo della guerra fra Stati Uniti e Corea del Nord
(1950-1953) e che fu pubblicata alla fine del conflitto
sul Journal of the American Medical Association.
«Nel sezionare i loro cuori, i ricercatori
avevano risontrato prove evidenti di
patologia in un numero esorbitante di
casi: non meno del 77,3% dei cuori da loro
esaminati rivelava "evidenti prove" di
cardiopatie. Si tratta di una percentuale
esorbitante… Inoltre, quasi tutti vi erano
predisposti.»
(Colin Campbell, The China Study – pag. 114)
«In un’epoca in cui la nostra causa di
morte numero uno era ancora avvolta
nel mistero, la ricerca dimostrava
chiaramente che le cardiopatie si
sviluppano nell’arco di una vita.»
(Colin Campbell, The China Study – pag. 114)
Oggi, quelle cause non sono più un mistero…
«Perché negli anni
Sessanta e Settanta del
Novecento gli
Americani erano vittime
delle cardiopatie,
quando buona parte
del mondo ne era
relativamente
immune?...
... Detto con parole semplici, si trattava di un
caso di morte per cibo. Le culture che registrano
tassi inferiori di cardiopatie consumano meno
grassi saturi e proteine animali e più cereali
integrali, frutta e verdura…
... In altri
termini, si
sostentano
principalmente
con cibi di
origine vegetale,
mentre noi ci
nutriamo
soprattutto di
cibi di origine
animale.»(Colin Campbell, The China
Study – pag. 117)
Fin qui abbiamo visto che un regime
alimentare naturale, cioè a base di cibi di
origine vegetale, integrali (i cibi raffinati
non sono certo naturali, anzi provocano
malattie) è in grado di prevenire le
cardiopatie.
Ma la bella notizia è: quello che in natura
previene, rappresenta anche la cura!
Scrive infatti il
Dott. C. Campbell:
«Ora sappiamo
cos’è vero: una
dieta a base di cibi
naturali di origine
vegetale può
prevenire e curare
le cardiopatie…
... Il Dott. William Castelli, per lungo tempo
direttore del Framingham Heart Study, un
pilastro della ricerca nelle cardiopatie,
appoggia una dieta di cibi naturali di origine
vegetale…
... Il Dott. Esselstyn, che
ha ottenuto la più
significativa inversione
di tendenza nelle
cardiopatie di tutta la
storia medica,
appoggia una dieta di
cibi naturali di origine
vegetale…
... Il Dott.
Ornish, che ha
aperto la
strada alla
regressione
delle
cardiopatie
senza ricorso ai
farmaci e alla
chirurgia…
(Colin Campbell, The China Study – pag. 132)
... e ha provato l’ampio beneficio
economico per i pazienti e per gli enti
assicurativi, appoggia una dieta di cibi
naturali di origine vegetale.»
(The China Study –
pag. 128)
Arteria
coronarica prima
e dopo il
consumo di una
dieta base di cibi
di origine
vegetale.
DIABETE (di tipo 1 e 2)
Il diabete di tipo 1
si sviluppa nei
bambini e negli
adolescenti ed
incide dal 5% al
10% su tutti i casi
di diabete.
Il 90-95% dei casi di diabete di tipo 2 si
presenta per lo più negli adulti dopo i 40 anni,
spesso associato all’obesità.
Tuttavia, fino al 45% dei nuovi casi di diabete
nei bambini è di tipo 2.
(Fonte: The China Study – pag. 141)
«Quasi 70 anni fa,
H.P. Himsworth
aveva riportato
tutte le ricerche
esistenti in un
rapporto che
metteva a
confronto le diete
e i tassi di diabete
in sei paesi…
... Aveva scoperto che certe culture
seguivano diete ricche di grassi, mentre
altre avevano un’alimentazione ricca di
carboidrati…
... Quei modelli di consumo che vedono il
consumo di grassi da una parte e il consumo di
carboidrati dall’altra erano il risultato della
contrapposizione fra consumo di cibi animali e
consumo di cibi vegetali…
... Via via che l’assunzione di carboidrati
aumenta e quella di grassi diminuisce, il
numero di decessi dovuti al diabete precipita
da 20,4 a 2,9 su 100.000 persone.»
(Colin Campbell, The China Study – pag. 143-144)
La ricerca, ripetuta a 30
anni di distanza in quattro
paesi del Sudest asiatico e
dell’America del sud,
aveva dato risultati
analoghi.
Ma la cosa più interessante è, come nel caso
delle cardiopatie: il regime alimentare che è in
grado di prevenire il diabete, è lo stesso che lo
cura! Infatti…
«... Il rischio di sviluppare il diabete nei non-
vegetariani è risultato essere quasi il doppio
rispetto a quello dei vegetariani (Fraser 1999).
Un recente trial ha dimostrato come una dieta
vegan low-fat sia in grado di migliorare il
controllo metabolico del diabete più della
dieta raccomandata dall’American Diabetes
Association, la società scientifica americana
per lo studio, la prevenzione e il trattamento
del diabete (Barnard 2006).»
(“VegPyramid” di Luciana Baroni - pag. 76)
CERTI TIPI DI CANCRO (particolarmente
legati all’alimentazione: stomaco,
intestino, prostata, mammella)
Il cancro provoca il 25% delle morti in Italia. In
media un terzo di questi casi è provocato dalla
dieta (ma per tumori più frequenti, come
colon e prostata, l’influenza della dieta può
arrivare al 75%)
Negli anni Settanta del secolo scorso, Colin
Campbell (The China Study) condusse un
esperimento su ratti da laboratorio, che segnò
una pietra miliare nella storia della ricerca
scientifica.
Due gruppi di ratti furono contaminati da
Aflatossina (AF), una muffa potententemente
cancerogena che spesso si trova nel burro di
arachidi industriale (le arachidi migliori sono
impacchettate e vendute intere, mentre quelle
di seconda scelta vengono usate per
confezionare il burro di arachidi).
«Questi carcinogeni trasformano o
modificano geneticamente le cellule
normali in cellule predisposte al cancro.
Una mutazione implica un’alterazione
permanente dei geni della cellula, con
conseguenti danni al DNA.»
(Colin Campbell, The China
Study – pag. 56)
Il primo gruppo fu nutrito con il 20% di
proteine animali (caseina del latte, per la
precisione) sul totale delle calorie
giornaliere.
Tutti i ratti
svilupparono un
tumore al fegato o
evidenziarono le
lesioni che lo
precedono.
Il secondo gruppo fu nutrito con il 5% di
proteine (sempre caseina del latte) sul
totale delle calorie giornaliere.
Nessuno dei ratti sviluppò tumori, né le
lesioni che lo precedono.
A quel punto, i ricercatori esposero altri due
gruppi di ratti a dosi molto diverse di AF. Tutti i
ratti mostrarono ben presto un processo di
iniziazione del cancro (comparvero dei foci:
grappoli di cellule che preludono al cancro).
Scrive Colin Campbell:
«Poi, durante la fase di promozione,
somministrammo una dieta a basso
conenuto proteico al gruppo che aveva
ricevuto una dose elevata di aflatossina
e una dieta ad alto contenuto proteico al
gruppo che aveva ricevuto una bassa
dose di aflatossina… Ancora una volta i
risultati furono notevoli…
… Gli animali che partivano con la massima
iniziazione cancerosa (dose elevata di
aflatossina) sviluppavano una quantità
considerevolmente inferiore di foci se
nutriti con una dieta con il 5% di proteine.
Viceversa, gli animali entrati nella fase di
iniziazione con una dose bassa di
aflatossina producevano una quantità
maggiore di foci se in seguito venivano
alimentati con la dieta costituita per il 20%
da proteine…
… Stavamo stabilendo un principio. Lo
sviluppo dei foci, inizialmente
determinato dal grado di esposizione al
carcinogeno, di fatto dipende molto di più
dalle proteine alimentari consumate
durante la fase di promozione. Nel corso
della promozione, le proteine hanno la
meglio sul carcinogeno,
indipendentemente dall’esposizione
iniziale.»
(Colin Campbell, The China Study – pag. 62-63)
In seguito, i ricercatori dimostrarono che
erano in grado di riattivare o far
regredire i foci, cambiando la dose di
caseina del latte da una settimana
all’altra dell’esperimento.
Provarono varie volte, cambiando le
modalità, ed ottennero sempre lo stesso
risultato!
«Presi tutti insieme, questi numerosi
esperimenti portavano a conclusioni
radicali: la crescita dei foci poteva essere
invertita, verso l’alto o verso il basso,
modificando la dose di proteine
consumate, e questo ad ogni stadio di
sviluppo dei foci.»
(Colin Campbell, The China Study – pag. 63)
«Se avete seguito la storia fin qui, avete
visto come queste scoperte siano
provocatorie. Il controllo del cancro
attraverso l’alimentazione era ed è
tuttora un’idea radicale.
Ma come se non bastasse, un’altra
questione avrebbe prodotto
informazioni esplosive: c’era qualche
differenza a seconda del tipo di proteina
usato in quegli esperimenti?...
… Fino a quel momento avevamo utilizzato la
caseina, che costituisce l’87% del latte
vaccino, ragion per cui la domanda logica
successiva era se le proteine vegetali, testate
nello stesso modo, avessero il medesimo
effetto della caseina sulla promozione del
cancro. La risposta fu un sorprendente NO.
In questi esperimenti, le proteine vegetali
non promuovevano la crescita del cancro,
neppure se assunte in dosi elevate.»
(Colin Campbell, The China Study – pag. 65)
Per il rapporto fra alimentazione, prevenzione e
cura del cancro (o aiuto nella terapia), ecco tre
diversi servizi del programma televisivo Le Iene:
http://www.video.mediaset.it/video/iene/punta
ta/443273/trincia-alimentazione-e-malattie.html
http://www.iene.mediaset.it/puntate/2014/03/
26/viviani-alimentazione-e-tumori_8468.shtml
http://www.iene.mediaset.it/puntate/2014/04/
16/viviani-alimentazione-e-tumori_8555.shtml
Osso normale Osteoporosi
OSTEOPOROSI (il sangue, per ristabilire il
normale ph, depriva le ossa di calcio)
Fattori di rischio per l’osteoporosi:
Eccessive proteine animali, sedentarietà,
fumo, caffeina, alcool, sale raffinato.
Si è sempre sostenuto che, per la salute ossea,
occorre consumare soprattutto latticini ,
perché sono ricchi di calcio.
Tuttavia il calcio dei latticini
non è facilmente assorbibile
dall’organismo (per l’elevata
presenza di fosforo che è un
antagonista del calcio).
Al contrario, provocando
acidità nel sangue, induce una
perdita di calcio dalle ossa!
«… I paesi che più degli altri consumano il latte di
mucca e i suoi derivati sono quelli con le più
elevate percentuali di fratture e con la peggior
salute ossea. Una possibile spiegazione si trova in
un rapporto che evidenzia una correlazione
straordinariamente stretta fra il consumo di
proteine animali e il tasso di fratture ossee nelle
donne di diversi paesi.»
Studio redatto nel 1992 (Facoltà di medicina
dell’Università di Yale) che riassume 34 indagini
separate condotte in 16 diversi paesi.
(Colin Campbell, The China Study – pag. 192)
Fonti vegetali di
calcio, molto più
assorbibile
dall’organismo:
Semi di sesamo e di
lino, cavoli verdi,
broccoli, spinaci,
quinoa, arance,
legumi, mandorle,
fichi secchi.
L’assunzione di calcio in
pastiglie non risolve il
problema (penetra nelle
cellule in minima parte),
anzi lo aggrava.
Vedi la sezione degli
Integratori nel
seminario:
"I veleni quotidiani 3"
SOVRAPPESO E OBESITÀ
L’obesità secondo il Ministero
della Salute (2003)
Seconda causa di morte evitabile,
dopo il fumo.
«Una dieta a base vegetale, low-fat
(povera di grassi), produce una perdita
di peso significativa senza necessità di
porre limiti di calorie e porzioni né di
aumentare l’attività fisica.»
(Studio Turner-McGrievy 2007 -
cit. in “VegPyramid” di Luciana Baroni - pag. 75)
«In alcune ricerche i soggetti che seguono
una dieta composta da cibi naturali di
origine vegetale e poveri di grassi
consumano meno calorie, ma non perché
patiscono la fame…
... In realtà costoro dedicano probabilmente
più tempo ai pasti e mangiano di più rispetto a
chi segue una dieta a base di carne.
... Questo perché la frutta, la verdura e i
cereali, in quanto cibi naurali, sono molto
meno densi di energia rispetto ai cibi di origine
animale e ai grassi aggiunti: ogni cucchiaio o
ogni tazza di questi alimenti contiene meno
calorie.»
(Colin Campbell,
The China Study -
pag. 138)
«In un altro studio di
intervento, ai soggetti
sovrappeso è stato
detto di mangiare a
piacere cibi
prevalentemente a
basso contenuto
lipidico, integrali e di
origine vegetale. Nel
giro di tre settimane
quelle persone hanno
perso in media 7,7 kg.»
(Colin Campbell,
The China Study -
pag. 136)
MALATTIE AUTO-IMMUNI (diabete di tipo
1, sclerosi multipla, artrite reumatoide,
lupus, morbo di Chron, vitiligine, ecc.)
«… Nelle malattie di questo gruppo
studiate in relazione all’alimentazione, il
consumo di cibi di origine animale -
soprattutto di latte vaccino - è correlato
con un maggior rischio di incidenza.»
(Colin Campbell, The China Study – pag. 189)
Se è vero che le malattie cosiddette
occidentali sono soprattutto causate
da un’alimentazione sbagliata, la
buona notizia è che – con una
corretta alimentazione e con uno
stile di vita rispettoso delle leggi
naturali – tali malattie regrediscono!
Per approfondire (vivamente consigliato):
Documentario «Un equilibrio delicato» e
intervista al Dott. Colin Campbell, autore del
libro «The China Study»:
L’impatto delle proteine animali sulla salute umana.
La dieta vegana consente di recuperare salute anche in
presenza di gravi malattie.
Pericoli per l’equilibrio ambientale.
E molto altro ancora…
Link: http://lightchannel.weebly.com/salute.html
(Sezione «Equilibrio dei sistemi corporei»)
by Luciana

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9. ph ottimale del sangue

  • 2. Per conquistare quantità e qualità di vita e fare prevenzione seria, dobbiamo avere un’alimentazione ed uno stile di vita atti a mantenere entro certi parametri ottimali il ph nel nostro fisico.
  • 3. In una scala che va da 0 a 14, il ph ottimale del nostro sangue è 7,365, leggermente alcalino. Se questo equilibrio dovesse spostarsi anche solo di qualche decimale, le nostre cellule smetterebbero di funzionare e moriremmo.
  • 4. Ecco alcuni fattori che costringono il nostro organismo a fronteggiare un’eccessiva acidità…
  • 5. 1) Insufficiente apporto d’acqua fuori pasto durante la giornata
  • 6. 2) Insufficiente apporto di nutrienti alcalinizzanti, fra cui soprattutto frutta e verdura crude (i cibi cotti non contengono più l’ossigeno di cui le cellule hanno tanto bisogno, insieme all’ambiente alcalino).
  • 7. 3) La pessima abitudine di mangiare la frutta a fine pasto
  • 8. 4) Combinazioni sbagliate di cibo Per esempio…
  • 9. 5) Eccessiva varietà di cibi all’interno di uno stesso pasto LEUCOCITOSI
  • 10. LEUCOCITOSI Improvviso aumento dei globuli bianchi, come se il corpo si dovesse difendere dal pasto che gli abbiamo fornito allo scopo di nutrirlo! Questo fenomeno non si presenta mangiando prima la verdura cruda, evitando la frutta a fine pasto e limitando le varietà.
  • 11. La varietà va ricercata nell’insieme dell’alimentazione… … non all’interno dello stesso pasto!
  • 12. 6) Uso abituale di cibi raffinati (farine di tipo 00, cereali non integrali, zucchero, sale raffinati)
  • 13. 7) Eccesso di proteine animali
  • 15. L’alcool, frutto della fermentazione dell’uva, è un temibile veleno! (Vedi seminario "I veleni quotidiani 4")
  • 16. 9) L’abitudine di mangiare cibi non perfettamente conservati
  • 17. Quando compare una piccola macchia, la fermentazione ha già contaminato tutto l’alimento. L’abitudine alla lunga favorisce l’insorgere del cancro.
  • 18. Fare la macedonia per non buttare via la frutta che comincia a marcire, non è una buona idea!
  • 19. A proposito di fermentazione, tutti i formaggi subiscono tale processo, tranne la ricotta e il “primo sale”
  • 20. 10) Acqua gassata e bibite industriali (sono fra i più acidificanti) (Vedi seminario "I veleni quotidiani 2")
  • 21. 11) Succhi di frutta industriali (scarsa qualità della frutta, zucchero, ecc.) (Vedi seminario "La frutta")
  • 22. 12) Bevande energetiche (Vedi la sez. Integratori nel seminario "I veleni quotidiani 3")
  • 24. 14) O, al contrario, sport intensivo
  • 25. 15) Fumo di tabacco
  • 26. 16) Farmaci (specialmente gli antinfiammatori)
  • 27. 17) Stress e conflitti emozionali legati a sentimenti e pensieri negativi
  • 28.
  • 30. Maggiori cause: Poche fibre Troppo cibo Troppo sale (bianco) Troppe proteine, soprattutto animali Troppi grassi animali Troppo zucchero Sedentarietà
  • 32. «L’ipertensione è significativamente meno comune nei vegetariani: studi osservazionali e studi clinici con l’uso di diete dimostrano che la dieta vegetariana riduce la pressione arteriosa in individui normotesi e ipertesi. Tra i meccanismi coinvolti, il miglioramento della viscosità ematica, l’elevato contenuto di potassio e l’effetto di riduzione del peso corporeo.» (Studio Berkow 2005 - cit. in “VegPyramid” di Luciana Baroni - pag. 74)
  • 33. «La dieta vegetariana conferisce protezione nei confronti dei fattori di rischio cardiovascolare: la riduzione di mortalità per cardiopatia ischemica risulta infatti inferiore in media del 24% nei vegetariani rispetto ai non-vegetariani.» (Studio Key 1999 – cit. in “VegPyramid” di Luciana Baroni - pag. 72)
  • 34. L’errore che spesso commettono i vegetariani è quello di esagerare con i latticini!
  • 35. Colin Campbell, uno dei massimi ricercatori a livello mondiale (che si è molto occupato del rapporto fra dieta e malattia), è autore insieme al figlio Thomas del famoso libro «The China Study» (Macro Ediz.)…
  • 36. I ricercatori della medicina militare avevano esaminato il cuore di 300 soldati uccisi durante un’azione in Corea. L’età media era di 22 anni e si trattava, ovviamente, di ragazzi in piena forma fisica, dato il lavoro che svolgevano. Egli riporta nel suo libro una ricerca che si svolse al tempo della guerra fra Stati Uniti e Corea del Nord (1950-1953) e che fu pubblicata alla fine del conflitto sul Journal of the American Medical Association.
  • 37. «Nel sezionare i loro cuori, i ricercatori avevano risontrato prove evidenti di patologia in un numero esorbitante di casi: non meno del 77,3% dei cuori da loro esaminati rivelava "evidenti prove" di cardiopatie. Si tratta di una percentuale esorbitante… Inoltre, quasi tutti vi erano predisposti.» (Colin Campbell, The China Study – pag. 114)
  • 38. «In un’epoca in cui la nostra causa di morte numero uno era ancora avvolta nel mistero, la ricerca dimostrava chiaramente che le cardiopatie si sviluppano nell’arco di una vita.» (Colin Campbell, The China Study – pag. 114)
  • 39. Oggi, quelle cause non sono più un mistero… «Perché negli anni Sessanta e Settanta del Novecento gli Americani erano vittime delle cardiopatie, quando buona parte del mondo ne era relativamente immune?...
  • 40. ... Detto con parole semplici, si trattava di un caso di morte per cibo. Le culture che registrano tassi inferiori di cardiopatie consumano meno grassi saturi e proteine animali e più cereali integrali, frutta e verdura…
  • 41. ... In altri termini, si sostentano principalmente con cibi di origine vegetale, mentre noi ci nutriamo soprattutto di cibi di origine animale.»(Colin Campbell, The China Study – pag. 117)
  • 42. Fin qui abbiamo visto che un regime alimentare naturale, cioè a base di cibi di origine vegetale, integrali (i cibi raffinati non sono certo naturali, anzi provocano malattie) è in grado di prevenire le cardiopatie.
  • 43. Ma la bella notizia è: quello che in natura previene, rappresenta anche la cura!
  • 44. Scrive infatti il Dott. C. Campbell: «Ora sappiamo cos’è vero: una dieta a base di cibi naturali di origine vegetale può prevenire e curare le cardiopatie…
  • 45. ... Il Dott. William Castelli, per lungo tempo direttore del Framingham Heart Study, un pilastro della ricerca nelle cardiopatie, appoggia una dieta di cibi naturali di origine vegetale…
  • 46. ... Il Dott. Esselstyn, che ha ottenuto la più significativa inversione di tendenza nelle cardiopatie di tutta la storia medica, appoggia una dieta di cibi naturali di origine vegetale…
  • 47. ... Il Dott. Ornish, che ha aperto la strada alla regressione delle cardiopatie senza ricorso ai farmaci e alla chirurgia…
  • 48. (Colin Campbell, The China Study – pag. 132) ... e ha provato l’ampio beneficio economico per i pazienti e per gli enti assicurativi, appoggia una dieta di cibi naturali di origine vegetale.»
  • 49. (The China Study – pag. 128) Arteria coronarica prima e dopo il consumo di una dieta base di cibi di origine vegetale.
  • 51. Il diabete di tipo 1 si sviluppa nei bambini e negli adolescenti ed incide dal 5% al 10% su tutti i casi di diabete. Il 90-95% dei casi di diabete di tipo 2 si presenta per lo più negli adulti dopo i 40 anni, spesso associato all’obesità.
  • 52. Tuttavia, fino al 45% dei nuovi casi di diabete nei bambini è di tipo 2. (Fonte: The China Study – pag. 141)
  • 53. «Quasi 70 anni fa, H.P. Himsworth aveva riportato tutte le ricerche esistenti in un rapporto che metteva a confronto le diete e i tassi di diabete in sei paesi…
  • 54. ... Aveva scoperto che certe culture seguivano diete ricche di grassi, mentre altre avevano un’alimentazione ricca di carboidrati…
  • 55. ... Quei modelli di consumo che vedono il consumo di grassi da una parte e il consumo di carboidrati dall’altra erano il risultato della contrapposizione fra consumo di cibi animali e consumo di cibi vegetali…
  • 56. ... Via via che l’assunzione di carboidrati aumenta e quella di grassi diminuisce, il numero di decessi dovuti al diabete precipita da 20,4 a 2,9 su 100.000 persone.» (Colin Campbell, The China Study – pag. 143-144)
  • 57. La ricerca, ripetuta a 30 anni di distanza in quattro paesi del Sudest asiatico e dell’America del sud, aveva dato risultati analoghi. Ma la cosa più interessante è, come nel caso delle cardiopatie: il regime alimentare che è in grado di prevenire il diabete, è lo stesso che lo cura! Infatti…
  • 58. «... Il rischio di sviluppare il diabete nei non- vegetariani è risultato essere quasi il doppio rispetto a quello dei vegetariani (Fraser 1999). Un recente trial ha dimostrato come una dieta vegan low-fat sia in grado di migliorare il controllo metabolico del diabete più della dieta raccomandata dall’American Diabetes Association, la società scientifica americana per lo studio, la prevenzione e il trattamento del diabete (Barnard 2006).» (“VegPyramid” di Luciana Baroni - pag. 76)
  • 59. CERTI TIPI DI CANCRO (particolarmente legati all’alimentazione: stomaco, intestino, prostata, mammella)
  • 60. Il cancro provoca il 25% delle morti in Italia. In media un terzo di questi casi è provocato dalla dieta (ma per tumori più frequenti, come colon e prostata, l’influenza della dieta può arrivare al 75%)
  • 61. Negli anni Settanta del secolo scorso, Colin Campbell (The China Study) condusse un esperimento su ratti da laboratorio, che segnò una pietra miliare nella storia della ricerca scientifica.
  • 62. Due gruppi di ratti furono contaminati da Aflatossina (AF), una muffa potententemente cancerogena che spesso si trova nel burro di arachidi industriale (le arachidi migliori sono impacchettate e vendute intere, mentre quelle di seconda scelta vengono usate per confezionare il burro di arachidi).
  • 63. «Questi carcinogeni trasformano o modificano geneticamente le cellule normali in cellule predisposte al cancro. Una mutazione implica un’alterazione permanente dei geni della cellula, con conseguenti danni al DNA.» (Colin Campbell, The China Study – pag. 56)
  • 64. Il primo gruppo fu nutrito con il 20% di proteine animali (caseina del latte, per la precisione) sul totale delle calorie giornaliere. Tutti i ratti svilupparono un tumore al fegato o evidenziarono le lesioni che lo precedono.
  • 65. Il secondo gruppo fu nutrito con il 5% di proteine (sempre caseina del latte) sul totale delle calorie giornaliere. Nessuno dei ratti sviluppò tumori, né le lesioni che lo precedono.
  • 66. A quel punto, i ricercatori esposero altri due gruppi di ratti a dosi molto diverse di AF. Tutti i ratti mostrarono ben presto un processo di iniziazione del cancro (comparvero dei foci: grappoli di cellule che preludono al cancro).
  • 67. Scrive Colin Campbell: «Poi, durante la fase di promozione, somministrammo una dieta a basso conenuto proteico al gruppo che aveva ricevuto una dose elevata di aflatossina e una dieta ad alto contenuto proteico al gruppo che aveva ricevuto una bassa dose di aflatossina… Ancora una volta i risultati furono notevoli…
  • 68. … Gli animali che partivano con la massima iniziazione cancerosa (dose elevata di aflatossina) sviluppavano una quantità considerevolmente inferiore di foci se nutriti con una dieta con il 5% di proteine. Viceversa, gli animali entrati nella fase di iniziazione con una dose bassa di aflatossina producevano una quantità maggiore di foci se in seguito venivano alimentati con la dieta costituita per il 20% da proteine…
  • 69. … Stavamo stabilendo un principio. Lo sviluppo dei foci, inizialmente determinato dal grado di esposizione al carcinogeno, di fatto dipende molto di più dalle proteine alimentari consumate durante la fase di promozione. Nel corso della promozione, le proteine hanno la meglio sul carcinogeno, indipendentemente dall’esposizione iniziale.» (Colin Campbell, The China Study – pag. 62-63)
  • 70. In seguito, i ricercatori dimostrarono che erano in grado di riattivare o far regredire i foci, cambiando la dose di caseina del latte da una settimana all’altra dell’esperimento. Provarono varie volte, cambiando le modalità, ed ottennero sempre lo stesso risultato!
  • 71. «Presi tutti insieme, questi numerosi esperimenti portavano a conclusioni radicali: la crescita dei foci poteva essere invertita, verso l’alto o verso il basso, modificando la dose di proteine consumate, e questo ad ogni stadio di sviluppo dei foci.» (Colin Campbell, The China Study – pag. 63)
  • 72. «Se avete seguito la storia fin qui, avete visto come queste scoperte siano provocatorie. Il controllo del cancro attraverso l’alimentazione era ed è tuttora un’idea radicale. Ma come se non bastasse, un’altra questione avrebbe prodotto informazioni esplosive: c’era qualche differenza a seconda del tipo di proteina usato in quegli esperimenti?...
  • 73. … Fino a quel momento avevamo utilizzato la caseina, che costituisce l’87% del latte vaccino, ragion per cui la domanda logica successiva era se le proteine vegetali, testate nello stesso modo, avessero il medesimo effetto della caseina sulla promozione del cancro. La risposta fu un sorprendente NO. In questi esperimenti, le proteine vegetali non promuovevano la crescita del cancro, neppure se assunte in dosi elevate.» (Colin Campbell, The China Study – pag. 65)
  • 74. Per il rapporto fra alimentazione, prevenzione e cura del cancro (o aiuto nella terapia), ecco tre diversi servizi del programma televisivo Le Iene: http://www.video.mediaset.it/video/iene/punta ta/443273/trincia-alimentazione-e-malattie.html http://www.iene.mediaset.it/puntate/2014/03/ 26/viviani-alimentazione-e-tumori_8468.shtml http://www.iene.mediaset.it/puntate/2014/04/ 16/viviani-alimentazione-e-tumori_8555.shtml
  • 75. Osso normale Osteoporosi OSTEOPOROSI (il sangue, per ristabilire il normale ph, depriva le ossa di calcio)
  • 76. Fattori di rischio per l’osteoporosi: Eccessive proteine animali, sedentarietà, fumo, caffeina, alcool, sale raffinato.
  • 77. Si è sempre sostenuto che, per la salute ossea, occorre consumare soprattutto latticini , perché sono ricchi di calcio. Tuttavia il calcio dei latticini non è facilmente assorbibile dall’organismo (per l’elevata presenza di fosforo che è un antagonista del calcio). Al contrario, provocando acidità nel sangue, induce una perdita di calcio dalle ossa!
  • 78. «… I paesi che più degli altri consumano il latte di mucca e i suoi derivati sono quelli con le più elevate percentuali di fratture e con la peggior salute ossea. Una possibile spiegazione si trova in un rapporto che evidenzia una correlazione straordinariamente stretta fra il consumo di proteine animali e il tasso di fratture ossee nelle donne di diversi paesi.» Studio redatto nel 1992 (Facoltà di medicina dell’Università di Yale) che riassume 34 indagini separate condotte in 16 diversi paesi. (Colin Campbell, The China Study – pag. 192)
  • 79. Fonti vegetali di calcio, molto più assorbibile dall’organismo: Semi di sesamo e di lino, cavoli verdi, broccoli, spinaci, quinoa, arance, legumi, mandorle, fichi secchi.
  • 80. L’assunzione di calcio in pastiglie non risolve il problema (penetra nelle cellule in minima parte), anzi lo aggrava. Vedi la sezione degli Integratori nel seminario: "I veleni quotidiani 3"
  • 82. L’obesità secondo il Ministero della Salute (2003) Seconda causa di morte evitabile, dopo il fumo.
  • 83. «Una dieta a base vegetale, low-fat (povera di grassi), produce una perdita di peso significativa senza necessità di porre limiti di calorie e porzioni né di aumentare l’attività fisica.» (Studio Turner-McGrievy 2007 - cit. in “VegPyramid” di Luciana Baroni - pag. 75)
  • 84. «In alcune ricerche i soggetti che seguono una dieta composta da cibi naturali di origine vegetale e poveri di grassi consumano meno calorie, ma non perché patiscono la fame…
  • 85. ... In realtà costoro dedicano probabilmente più tempo ai pasti e mangiano di più rispetto a chi segue una dieta a base di carne.
  • 86. ... Questo perché la frutta, la verdura e i cereali, in quanto cibi naurali, sono molto meno densi di energia rispetto ai cibi di origine animale e ai grassi aggiunti: ogni cucchiaio o ogni tazza di questi alimenti contiene meno calorie.» (Colin Campbell, The China Study - pag. 138)
  • 87. «In un altro studio di intervento, ai soggetti sovrappeso è stato detto di mangiare a piacere cibi prevalentemente a basso contenuto lipidico, integrali e di origine vegetale. Nel giro di tre settimane quelle persone hanno perso in media 7,7 kg.» (Colin Campbell, The China Study - pag. 136)
  • 88. MALATTIE AUTO-IMMUNI (diabete di tipo 1, sclerosi multipla, artrite reumatoide, lupus, morbo di Chron, vitiligine, ecc.) «… Nelle malattie di questo gruppo studiate in relazione all’alimentazione, il consumo di cibi di origine animale - soprattutto di latte vaccino - è correlato con un maggior rischio di incidenza.» (Colin Campbell, The China Study – pag. 189)
  • 89. Se è vero che le malattie cosiddette occidentali sono soprattutto causate da un’alimentazione sbagliata, la buona notizia è che – con una corretta alimentazione e con uno stile di vita rispettoso delle leggi naturali – tali malattie regrediscono!
  • 90. Per approfondire (vivamente consigliato): Documentario «Un equilibrio delicato» e intervista al Dott. Colin Campbell, autore del libro «The China Study»: L’impatto delle proteine animali sulla salute umana. La dieta vegana consente di recuperare salute anche in presenza di gravi malattie. Pericoli per l’equilibrio ambientale. E molto altro ancora… Link: http://lightchannel.weebly.com/salute.html (Sezione «Equilibrio dei sistemi corporei»)