1. IL MINORE E IL CARCERE
Centro di Ricerca
Nazionale sulla
Povertà Infantile
Luigi Ricci - Direttore Barometro
1
Maggio 2005
2. IL MINORE IN CARCERE
INTRODUZIONE (1)
La giustizia minorile comprende tante realtà diverse: le procure e i
tribunali per i minori che seguono i ragazzi in difficoltà con
provvedimenti di tutela; gli interventi penali per chi è in un’età
imputabile - da quattordici a diciotto anni - e commette dei reati; il
Dipartimento della giustizia minorile e le sedi periferiche dei
Centri per la giustizia minorile che coordinano i Servizi minorili, vale a
dire i Centri di prima accoglienza, gli I.p.m (Istituti penali per minori),
le comunità, i Servizi sociali.
2
Maggio 2005
3. IL MINORE IN CARCERE
INTRODUZIONE (2)
Solo uno studio comparato tra le denunce e gli ingressi negli I.p.m.
permetterebbe di capire quanti sono i minori che hanno avuto problemi con la
giustizia e quanti di loro transitano nelle strutture detentive.
I dati del Ministero della Giustizia evidenziano che in Italia, nel primo semestre
2004, gli ingressi nelle strutture detentive per minorenni sono stati 838: 344
italiani (327 maschi e 17 femmine) e 494 stranieri (345 maschi e 149
femmine).
3
Maggio 2005
4. IL MINORE IN CARCERE
INTRODUZIONE (3)
I ragazzi ristretti negli I.p.m., al 30 giugno 2004, erano 227 italiani (218 maschi
e 9 femmine) e 287 stranieri (232 maschi e 55 femmine): un totale di 514
persone.
Un’altra suddivisione fa riferimento ai minori in custodia cautelare a fine
semestre 2004: 334, mentre in espiazione pena sono 180.
4
Maggio 2005
5. INTRODUZIONE (4)
Un ultimo dato rileva che, a fronte di 227 italiani, erano presenti:
• 2 francesi;
• 118 ragazzi provenienti dall’Est europeo;
• 80 dall’Africa;
• 7 dall’America;
• 10 dall’Asia.
5
Maggio 2005
6. IL MINORE IN CARCERE
INTRODUZIONE (5)
Una comparazione di presenze nelle diverse regioni d’Italia conferma una tendenza
costante negli anni, vale a dire una presenza rilevante di stranieri al nord, al
contrario di quanto si verifica al sud e nelle isole.
Dei 514 minori ospiti negli istituti penali italiani, 34 sono accusati di omicidio, uno di
omicidio aggravato, e più in generale sono 66 i responsabili di reati contro la
persona e ancora, tra gli accusati di omicidio, 17 hanno una condanna definitiva e
16 sono in attesa di giudizio.
6
Maggio 2005
7. IL MINORE IN CARCERE
INTRODUZIONE (6)
Sono in 16 gli accusati di tentato omicidio, 6 con l'accusa di associazione a
delinquere di stampo mafioso e 3 per sequestro di persona, 1 di reati più
gravi contemplati nel codice penale.
Per quanto riguarda i reati contro il patrimonio, sono 305 i minori detenuti, 95
per violazione della legge sugli stupefacenti.
In 153 sono accusati di rapina, 8 di estorsione.
I minori che stanno scontando la pena definitiva sono 188 e 292 quelli in
custodia cautelare, ovvero, in attesa di giudizio.
7
Maggio 2005
8. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI (1)
Gli I.p.m. assicurano l’esecuzione dei provvedimenti di custodia cautelare
dell’Autorità Giudiziaria minorile garantendo i diritti dei minori e attivando percorsi di
responsabilizzazione, anche attraverso lo svolgimento della vita comunitaria.
Ospitano minorenni o giovani adulti in attesa di giudizio o condannati.
L’uso della detenzione è residuale rispetto ad altri tipi di interventi penali nei
confronti dei minori ma ancora persiste e in misura sproporzionata alle
necessità.
8
Maggio 2005
9. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI (2)
Negli Istituti Penali per i Minori vengono offerte ai ragazzi attività
scolastiche, di formazione professionale e di tempo libero.
Ogni anno viene effettuata una rilevazione che contiene la sintesi nazionale delle
attività svolte in dette strutture.
L’impegno relativo alle attività scolastiche, professionali, culturali, sportive e ricreative
è teso a
favorire la crescita dell’individuo attraverso obiettivi educativi.
Tutte le attività rappresentano parte integrante dell’azione educativa e contribuiscono
a scardinare falsi valori, acquisiti attraverso il quotidiano contatto con il mondo
dell’illegalità e della devianza.
9
Maggio 2005
10. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI (3)
Settore scolastico
Prevede l’attivazione di numerosi corsi di scuola primaria e secondaria, l’attivazione di
corsi di alfabetizzazione per minori stranieri, anche con il coinvolgimento di mediatori
culturali, nonché la realizzazione di corsi modulari che consentono l’acquisizione di
titoli intermedi a ragazzi che transitano per brevi periodi negli Istituti Penali per i
Minorenni.
10
Maggio 2005
11. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI (4)
Settore dei corsi professionali
Sono stati attivati corsi di formazione professionale diversificati rispetto agli
interessi e alle attitudini dei minori nonché rispetto alle opportunità offerte dal
contesto territoriale.
La didattica rispecchia l’evoluzione culturale e sociale come emerge dai corsi di
tecniche informatiche e multimediali che vanno dai noti corsi d’informatica ai più
sofisticati corsi di fotografia multimediale.
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Maggio 2005
12. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI (5)
Attività ludiche ricreative e sportive
Molto rilevante è il coinvolgimento degli Enti Locali, delle associazioni, del
privato sociale e del volontariato, nelle organizzazioni delle attività ludiche
ricreative e sportive con conseguente diversificazione delle opportunità e
implementazione degli interscambi con il territorio e delle occasioni
d’integrazione con la realtà esterna.
12
Maggio 2005
13. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI (6)
Vengono realizzate attività sportive, teatrali, musicali e culturali finalizzate
all’espressione e alla valorizzazione delle potenzialità dei minori, che spesso si
concludono con la presentazione pubblica dei risultati attraverso il coinvolgimento delle
comunità locali.
In questo settore si segnala la collaborazione con le ASL per l’attivazione di corsi per
l’educazione alla salute, nonché per la prevenzione e il trattamento del disagio psichico e
delle tossicodipendenze.
13
Maggio 2005
14. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI (7)
Attività lavorative
Numerosi minori e giovani adulti sono stati coinvolti nella manutenzione ordinaria
del fabbricato e degli spazi comuni.
È stato altresì favorito l’inserimento lavorativo all’esterno attraverso
l’applicazione dell’art. 21 dell’Ordinamento Penitenziario che rappresenta un
significativo passaggio per il futuro reinserimento sociale.
14
Maggio 2005
15. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI (8)
Figura chiave all’interno degli I.p.m. è quella del MEDIATORE CULTURALE.
Su questa figura sono notevoli gli investimenti, tuttavia, in alcuni istituti in particolare, il
bisogno è grande e la risposta mai adeguata. I mediatori dovrebbero essere presenti
anche nei percorsi formativi del personale penitenziario, affinché il loro apporto non sia
ridotto a ruolo di interpreti o di figure di emergenza.
Il loro tempo va speso nel dialogo con tutti gli operatori dell’istituto, oltre che
al diretto contatto con i ragazzi.
Devono essere mediatori di un apprendere interculturale con gli altri operatori,
svolgere una funzione di collegamento tra le diverse realtà.
15
Maggio 2005
16. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI (9)
È tutta la struttura penale che deve dotarsi di elementi di conoscenza, affinché si
sviluppi una sensibilità alle istanze dei ragazzi ma anche una richiesta di
adeguamento degli stranieri alle regole di tutti.
Toccherà sempre ai mediatori attivare percorsi di sostegno ai minori stranieri
detenuti, per un loro graduale inserimento nel territorio.
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Maggio 2005
17. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI (10)
In altri termini, il mediatore ha una funzione “ponte” anche con gli stranieri
che sono fuori.
Per molti stranieri si è ancora in una fase di prima generazione: si deve
interagire con minori non accompagnati.
Il futuro apre scenari nuovi di ricongiungimenti familiari con modalità da inventare,
per interventi educativi su tutta la rete familiare del minore straniero di seconda
generazione.
17
Maggio 2005
18. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI (11)
In merito alla formazione e all’aggiornamento degli operatori e delle altre figure
professionali degli I.p.m. molto si è investito e si investe.
Il problema vero sta nella carenza di operatori della polizia penitenziaria, di
presenze nel settore educativo e del trattamento.
Pare che ad un’aumentata richiesta di sicurezza e di controllo non corrisponda un
adeguato potenziamento delle figure educative.
Mancano le figure necessarie per un accompagnamento educativo nei percorsi
interni al carcere e nell’applicazione delle misure alternative.
18
Maggio 2005
19. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI (12)
Nelle tabelle a seguire, è possibile vedere e analizzare:
• i flussi di utenza degli I.p.m. in relazione al 2004; in particolare si possono
osservare gli ingressi, le presenze e i rientri in istituto, sia di italiani che di stranieri.
• l’ammontare di detenuti (italiani e stranieri) presenti negli I.p.m. secondo il
reato più grave (contro la persona, contro il patrimonio e altri reati). La
rilevazione è riferita al 31 dicembre 2004.
19
Maggio 2005
20. IL MINORE IN CARCERE
Dipartimento Giustizia Minorile
Servizio Statistico
Flussi di utenza degli Istituti Penali per i minorenni
Anno 2004
ITALIANI STRANIERI TOTALE
Movimenti e presenze
M F MF M F MF M F MF
INGRESSI
Nuovi ingressi
Dalla libertà per ordinanza di custodia cautelare 169 5 174 117 20 137 286 25 311
Da Centro di prima accoglienza 184 14 198 382 163 545 566 177 743
Da permanenza in casa 3 2 5 17 8 25 20 10 30
Da collocamento in comunità 50 1 51 23 21 44 73 22 95
Dalla libertà per ordine di esecuzione pena 65 2 67 31 30 61 96 32 128
Da affidamento in prova al Servizio Sociale 4 - 4 2 1 3 6 1 7
Da detenzione domiciliare 3 - 3 3 1 4 6 1 7
Da liberazione condizionale 2 - 2 - - - 2 - 2
20
Maggio 2005
21. IL MINORE IN CARCERE
Rientri in istituto
Da permanenza in casa 6 - 6 3 6 9 9 6 15
Da collocamento in comunità 65 1 66 45 2 47 110 3 113
Da affidamento in prova al servizio sociale 3 - 3 2 - 2 5 - 5
Da detenzione domiciliare 5 1 6 2 - 2 7 1 8
Ingressi da trasferimento
Da istituti penali per adulti 38 6 44 76 10 86 114 16 130
Totale ingressi 597 32 629 703 262 965 1.300 294 1.594
PRESENZE
Presenze a fine anno
Custodia cautelare 105 4 109 159 30 189 264 34 298
Espiazione pena 93 2 95 62 7 69 155 9 164
Totale 198 6 204 221 37 258 419 43 462
Presenza media giornaliera 219,0 6,6 225,6 220,6 51,1 271,7 439,6 57,7 497,3
21
Maggio 2005
22. IL MINORE IN CARCERE
Detenuti presenti negli Istituti penali per i minorenni al 31 dicembre 2004, secondo il reato più grave
Categorie di reato Italiani Stranieri Totale
m f mf m f mf m f mf
Contro la persona
- - -
Strage 1 1 - 1 - 1
- -
Omicidio volontario 14 14 1 1 15 - 15
-
Omicidio volontario agg.to 15 1 16 3 3 18 1 19
- -
Omicidio volontario tentato 6 6 3 3 9 - 9
Omicidio volontario tentato - - -
agg.to 2 2 - 2 - 2
22
Maggio 2005
23. IL MINORE IN CARCERE
Categorie di reato Italiani Stranieri
Totale
m f mf m f mf m f mf
Violenza sessuale 2 - 2 2 - 2 4 - 4
Violenza sessuale di gruppo - - - 1 - 1 1 - 1
Acquisto e alienazione di schiavi - - - 1 - 1 1 - 1
Riduzione in schiavitù - - - - 1 1 - 1 1
Lesioni personali volontarie - - - 1 - 1 1 - 1
Lesioni personali volontarie aggr.te 3 - 3 - - - 3 - 3
Totale 43 1 44 12 1 13 55 2 57
23
Maggio 2005
24. IL MINORE IN CARCERE
Italiani Stranieri Totale
m f mf m f mf m f mf
Contro il patrimonio
Rapina 25 - 25 36 2 38 61 2 63
Rapina agg.ta 49 - 49 17 1 18 66 1 67
Rapina tentata 6 - 6 5 - 5 11 - 11
Rapina tentata agg.ta 6 - 6 1 3 4 7 3 10
Estorsione 5 - 5 1 - 1 6 - 6
Estorsione tentata 1 - 1 - - - 1 - 1
Estorsione tentata aggr.ta - - - 1 - 1 1 - 1
Sequestro di persona a scopo di
estorsione - - - 1 - 1 1 - 1
Ricettazione 5 - 5 4 - 4 9 - 9
24
Maggio 2005
25. IL MINORE IN CARCERE
Italiani Stranieri Totale
m f mf m f mf m f mf
1 - 1 1 - 1 2 - 2
Furto agg.to 21 4 25 54 18 72 75 22 97
Furto tentato agg.to 7 - 7 6 5 11 13 5 18
Furto in abitazione 1 - 1 - - - 1 - 1
Furto in abitazione agg.to 1 - 1 4 4 8 5 4 9
Furto in abitazione tentato agg.to - - - - 1 1 - 1 1
Riciclaggio 1 - 1 - - - 1 - 1
Danneggiamento 1 - 1 - - - 1 - 1
Totale 130 4 134 131 34 165 261 38 299
25
Maggio 2005
26. IL MINORE IN CARCERE
Italiani Stranieri Totale
m f mf m f mf m f mf
Altri reati
Associazione per delinquere - - - 4 1 5 4 1 5
Associazione per delinquere di
stampo mafioso 2 - 2 2 - 4 - 4
Violazione legge stupefacenti 23 1 24 70 1 71 93 2 95
Favoreggiamento
dell'immigrazione clandestina - - - 1 - 1 1 - 1
False attestazioni sull'identità - - - 1 - 1 - 1
Totale 25 1 26 78 2 80 103 3 106
Totale complessivo 198 6 204 221 37 258 419 43 462
26
Maggio 2005
27. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI – GRAFICO (1)
Presenza media giornaliera negli Istituti penali per i minorenni nell'anno 2004:
composizione percentuale secondo la nazionalità
Italiani
Stranieri 45%
55%
Fonte: Servizio statistico del Dipartimento di Giustizia minorile.
27
Maggio 2005
28. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI – GRAFICO (2)
Presenza media giornaliera negli Istituti penali per i minorenni
nell'anno 2004: composizione percentuale secondo il sesso
Femmine
12%
M aschi
88%
Fonte: Servizio statistico del Dipartimento di Giustizia minorile.
28
Maggio 2005
29. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI – GRAFICO (3)
Ingressi negli Istituti penali per i minorenni nell'anno 2004: composizione
percentuale secondo il motivo
Trasferimenti da
istituti penali per
Rientri in istituto adulti
9% 8%
Nuove
immatricolazioni
83%
Fonte: Servizio statistico del Dipartimento di Giustizia minorile.
29
Maggio 2005
30. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI – GRAFICO (4)
Presenti negli Istituti penali per i minorenni al 31.12.2004:
composizione percentuale secondo la classe d'età
14 - 15
11%
giovani adulti
45%
16 - 17
44%
Fonte: Servizio statistico del Dipartimento di Giustizia minorile.
30
Maggio 2005
31. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI – GRAFICO (5)
Presenti negli Istituti penali per i minorenni al 31.12.2004:
composizione percentuale secondo la posizione giuridica
In attesa di 1°
giudizio
53%
Definitivi
35%
Appellanti
11%
Ricorrenti
1%
Fonte: Servizio statistico del Dipartimento di Giustizia minorile.
31
Maggio 2005
32. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI – GRAFICO (6)
Presenti negli Istituti penali per i minorenni al 31.12.2004:
composizione percentuale secondo l'area geografica di provenienza
Asia
America 2%
Africa 1%
17%
Italia e altri Paesi dell'Unione
Europea
45%
Altri Paesi Europei
35%
Fonte: Servizio statistico del Dipartimento di Giustizia minorile.
32
Maggio 2005
33. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI (12)
Nelle tabelle che seguono è possibile prendere visione dell’ammontare di
detenuti presenti negli I.p.m., secondo il sesso e il Paese di provenienza.
La rilevazione dei dati è riferita al 31 dicembre 2004.
33
Maggio 2005
34. IL MINORE IN CARCERE
Dipartimento Giustizia Minorile
Servizio Statistico
Detenuti presenti negli Istituti penali per i minorenni al 31.12.2004
secondo il sesso ed il Paese di provenienza
SESSO
PAESI TOTALE
Maschi Femmine
UNIONE EUROPEA 200 6 206
Italia 198 6 204
Germania 1 - 1
Spagna 1 - 1
34
Maggio 2005
35. IL MINORE IN CARCERE
SESSO
PAESI TOTALE
Maschi Femmine
ALTRI PAESI EUROPEI 126 37 163
Albania 23 - 23
Bosnia - Erzegovina 1 4 5
Croazia 4 7 11
Moldavia 4 - 4
Romania 70 9 79
Serbia Montenegro 24 17 41
35
Maggio 2005
36. IL MINORE IN CARCERE
SESSO
PAESI TOTALE
Maschi Femmine
AFRICA 78 - 78
Algeria 11 11
-
Ghana 1 1
-
Marocco 61 61
-
Ruanda 1 1
-
Tunisia 4 4
-
36
Maggio 2005
37. IL MINORE IN CARCERE
SESSO
PAESI TOTALE
Maschi Femmine
AMERICA 4 - 4
Cile 1 1
-
Ecuador 3 3
-
ASIA 11 - 11
Cina Popolare 8 8
-
Palestina 2 2
-
Sri Lanka (Ceylon) 1 1
-
37
Maggio 2005
38. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI (13)
I minori presi in considerazione provengono da: Unione europea,
Paesi dell’Est europeo, Africa, America e Asia.
Come risulta dal grafico, al 31 dicembre 2004, il totale dei ragazzi detenuti presso gli
Istituti penali per minori ammonta a 419; le ragazze sono 43, per un totale
complessivo di 462 soggetti detenuti.
Fonte: Servizio statistico del Dipartimento di Giustizia Minorile.
38
Maggio 2005
39. IL MINORE IN CARCERE
ISTITUTI PENALI PER I MINORI (14)
Nelle tabelle che seguono è riportato l’ammontare di detenuti presenti negli
I.p.m. al 31 dicembre 2004, secondo la classe di età, il sesso e la posizione
giuridica.
39
Maggio 2005
40. IL MINORE IN CARCERE
Dipartimento Giustizia Minorile
Servizio Statistico
Detenuti presenti negli Istituti penali per i minorenni al 31.12.2004 secondo la classe di età, il sesso e la
posizione giuridica. Italiani, stranieri e totale
Italiani
Posizione giuridica 14 - 15 anni 16 - 17 anni giovani adulti Totale
M F M F M F M F MF
In attesa di 1 giudizio 8 3 60 1 16 - 84 4 88
Appellanti - - 5 - 13 - 18 - 18
Ricorrenti - - - - 3 - 3 - 3
Definitivi - - 13 - 80 2 93 2 95
Totale 8 3 78 1 112 2 198 6 204
40
Maggio 2005
41. IL MINORE IN CARCERE
Detenuti presenti negli Istituti penali per i minorenni al 31.12.2004 secondo la classe di età, il sesso e la
posizione giuridica. Italiani, stranieri e totale
Stranieri
14 - 15 anni 16 - 17 anni giovani adulti Totale
Posizione giuridica
M F M F M F M F MF
In attesa di 1 giudizio 20 8 71 14 38 1 129 23 152
Appellanti 7 3 13 4 8 - 28 7 35
Ricorrenti 1 - 1 - - - 2 - 2
Definitivi 1 2 18 1 43 4 62 7 69
1 10 1
Totale 29 3 3 9 89 5 221 37 258
41
Maggio 2005
42. IL MINORE IN CARCERE
Detenuti presenti negli Istituti penali per i minorenni al 31.12.2004 secondo la classe di età, il sesso e la
posizione giuridica. Italiani, stranieri e totale
Totale
14 - 15 anni 16 - 17 anni giovani adulti Totale
Posizione giuridica
M F M F M F M F MF
In attesa di 1 giudizio 28 11 131 15 54 1 213 27 240
Appellanti 7 3 18 4 21 - 46 7 53
Ricorrenti 1 - 1 - 3 - 5 - 5
Definitivi 1 2 31 1 123 6 155 9 164
1 18 2
Totale 37 6 1 0 201 7 419 43 462
42
Maggio 2005
43. IL MINORE IN CARCERE
CENTRI DI PRIMA ACCOGLIENZA
I Centri di Prima Accoglienza (CPA) ospitano i minori in stato di arresto, fermo o
accompagnamento fino all'udienza di convalida che deve aver luogo entro 96 ore
dall'arresto, fermo o accompagnamento, assicurando la custodia dei minorenni pur non
essendo strutture di tipo carcerario.
L'équipe del Servizio predispone una prima relazione informativa sulla situazione
psicologica e sociale del minorenne e sulle risorse disponibili sul territorio per quel caso,
con l'obiettivo di fornire all'Autorità giudiziaria competente tutti gli elementi utili ad
individuare, in caso di applicazione di misura cautelare, quella più idonea alla personalità
del minore.
43
Maggio 2005
44. IL MINORE IN CARCERE
Dipartimento Giustizia Minorile
Servizio Statistico
Flussi di utenza dei Centri di prima accoglienza
Situazione nazionale - Anno 2004
Movimenti e
presenze ITALIANI STRANIERI TOTALE
M F M+F M F M+F M F M+F
INGRESSI
Accompagnato 15 3 18 65 24 89 80 27 107
Arrestato 1431 67 1498 1361 765 2126 2792 832 3624
Fermato 71 0 71 50 14 64 121 14 135
Totale 1517 70 1587 1476 803 2279 2993 873 3866
44
Maggio 2005
45. IL MINORE IN CARCERE
Movimenti e presenze ITALIANI STRANIERI TOTALE
M F M+F M F M+F M F M+F
Altre uscite
Remissione in libertà 195 12 207 304 134 438 499 146 645
Minore di 14 anni 4 3 7 67 194 261 71 197 268
Estraneità al fatto 3 0 3 2 0 2 5 0 5
Minore in stato di gravidanza 0 0 0 0 5 5 0 5 5
Mancanza di altri presupposti 102 7 109 161 54 215 263 61 324
Decorrenza termini 1 0 1 2 2 4 3 2 5
Maggiorenne 0 0 0 13 13 26 13 13 26
Altro 14 1 15 7 4 11 21 5 26
Totale 1516 70 1586 1474 803 2277 2990 873 3863
45
Maggio 2005
46. IL MINORE IN CARCERE
CENTRI DI PRIMA ACCOGLIENZA – GRAFICO (1)
Iingressi nei Centri di prima accoglienza nell'anno 2004:
composizione percentuale secondo la nazionalità
Italiani
41%
Stranieri
59%
Fonte: Servizio statistico del Dipartimento di Giustizia minorile
46
Maggio 2005
47. IL MINORE IN CARCERE
CENTRI DI PRIMA ACCOGLIENZA – GRAFICO (2)
Ingressi nei Centri di prima accoglienza nell'anno 2004:
composizione percentuale secondo il sesso
Femmine
23%
Maschi
77%
Fonte: Servizio statistico del Dipartimento di Giustizia minorile
47
Maggio 2005
48. IL MINORE IN CARCERE
CENTRI DI PRIMA ACCOGLIENZA – GRAFICO (3)
Ingressi nei Centri di prima accoglienza nell'anno 2004:
composizione percentuale secondo il provvedimento
accompagnato
fermato 3%
3%
arrestato
94%
Fonte: Servizio statistico del Dipartimento di Giustizia minorile
48
Maggio 2005
49. IL MINORE IN CARCERE
CENTRI DI PRIMA ACCOGLIENZA – GRAFICO (4)
Ingressi nei Centri di prima accoglienza nell'anno 2004 secondo
l'età e il sesso
1.400
femmine
1.200
maschi
1.000
800
600
400
200
-
<14 anni 14 anni 15 anni 16 anni 17 anni 18 e oltre
Fonte: Servizio statistico del Dipartimento di Giustizia minorile
49
Maggio 2005
50. IL MINORE IN CARCERE
CENTRI DI PRIMA ACCOGLIENZA – GRAFICO (5)
Ingressi nei Centri di prima accoglienza nell'anno 2004:
composizione percentuale secondo la classe di età
18 anni e oltre <14 anni
3% 10%
16-17 anni 14-15 anni
58% 29%
Fonte: Servizio statistico del Dipartimento di Giustizia minorile
50
Maggio 2005
51. IL MINORE IN CARCERE
CENTRI DI PRIMA ACCOGLIENZA – GRAFICO (6)
Uscite dai Centri di prima accoglienza nell'anno 2004:
composizione percentuale secondo il motivo
Mancanza di altri Altre uscite
Applicazione della
presupposti 1%
misura cautelare
9%
delle prescrizioni
Minore di 14 anni 10%
Applicazione della
7%
misura cautelare
della permanenza in
Remissione casa
in libertà 17%
17%
Applicazione della
Applicazione della misura cautelare del
custodia cautelare collocamento in
20% comunità
19%
Fonte: Servizio statistico del Dipartimento di Giustizia minorile
51
Maggio 2005
52. IL MINORE IN CARCERE
PROGRAMMI E ATTIVITA’ RISOCIALIZZANTI E RICREATIVE
(1)
Nella sezione maschile si passa attraverso quattro fasi:
• Nella prima fase l’obiettivo è l’accoglienza, tramite un primo orientamento per i
ragazzi che arrivano. Si consegna loro il regolamento e un foglio informativo sugli aspetti
organizzativi, scritto in varie lingue.
• Nella seconda fase, che riguarda un gruppo connotato sulla breve e media
permanenza, si intraprendono insieme ai ragazzi azioni educative di conoscenza e
orientamento, che consentono agli operatori di realizzare l’osservazione di tutti i
minori, con particolare attenzione a quelli maggiormente segnati da disagio psicologico e
tossicofilia.
52
Maggio 2005
53. IL MINORE IN CARCERE
PROGRAMMI E ATTIVITA’ RISOCIALIZZANTI E
RICREATIVE (2)
Tutto questo in vista di sbocchi o all’interno dell’istituto o in percorsi di uscita,
attraverso programmi di intervento individuali. In questa seconda fase ci sarà
un’analisi approfondita della situazione personale e giuridica del ragazzo per
arrivare a un orientamento socio-formativo.
I percorsi di educazione alla legalità e alla salute sono tesi a diminuire i conflitti
etnici e a prevenire la tossicodipendenza.
53
Maggio 2005
54. IL MINORE IN CARCERE
PROGRAMMI E ATTIVITA’ RISOCIALIZZANTI E
RICREATIVE (3)
• La terza fase è invece connotata da un contesto detentivo più stabile, con
tempi di permanenza medio-lunghi. Si tende, in questo gruppo, ad un
accompagnamento verso un percorso alternativo, affinchè i ragazzi affrontino e
approfondiscano l’elaborazione del loro reato.
Si continuerà nei percorsi di educazione alla legalità, alla salute e
promozione del benessere psicofisico. Si deve puntare allo sviluppo
dell’autonomia personale in vista di una proiezione esterna.
54
Maggio 2005
55. IL MINORE IN CARCERE
PROGRAMMI E ATTIVITA’ RISOCIALIZZANTI E
RICREATIVE (4)
In questa fase si pensa anche all’accompagnamento dei ragazzi da parte di
figure educative nel corso di permessi premio o uscite all’esterno; all’accesso
facilitato ai mezzi pubblici; ai pasti, alle mostre, agli eventi teatrali,
cinematografici e sportivi; all’accoglienza in laboratori, in centri di aggregazione
giovanile, in associazioni di volontariato, in centri culturali e sportivi con una
presenza educativa adulta e frequentati da adolescenti.
È un gruppo di minori e giovani adulti di varia etnia in custodia cautelare
con lunghe permanenze, definitivi, appellanti e ricorrenti, con la
prospettiva di una permanenza a lungo termine.
55
Maggio 2005
56. IL MINORE IN CARCERE
PROGRAMMI E ATTIVITA’ RISOCIALIZZANTI E RICREATIVE
(5)
Vi è poi il punto finale del percorso svolto dal ragazzo in istituto: il momento
in cui il lavoro fin qua svolto si concretizza in un percorso esterno, scolastico o
lavorativo. Il primo passo per la prossima, definitiva, uscita dal carcere.
La progettazione individuale sul ragazzo prevede il graduale inserimento in
attività esterne e lo svolgimento di poche attività all’interno, in un contesto
di collaborazione interprofessionale al di fuori degli schemi istituzionali
predefiniti (territorio, ufficio stranieri,…).
È qui fondamentale sviluppare una tensione del ragazzo per un progetto
educativo esterno, introducendo elementi di coscienza civile, senza
tralasciare il percorso di elaborazione del reato.
56
Maggio 2005
57. IL MINORE IN CARCERE
PROGRAMMI E ATTIVITA’ RISOCIALIZZANTI E
RICREATIVE (6)
Per gli stranieri, poi, sarà importante un’acquisizione di abilità per avviarsi a un
nuovo status sociale (regolarizzazione e permesso di soggiorno). È questo lo spazio
per i minori e giovani adulti maschi di varia etnia, definitivi, semiliberi o lavoranti
all’esterno.
Per la sezione femminile – un unico gruppo nonostante i numeri, in certi periodi
dell’anno, siano rilevanti – rimane valida l’ipotesi di un percorso evolutivo di
orientamento, formativo e lavorativo.
57
Maggio 2005
58. IL MINORE IN CARCERE
PROGRAMMI E ATTIVITA’ RISOCIALIZZANTI E
RICREATIVE (7)
Anche per le ragazze gli obiettivi sono la promozione della cultura,
dell’accoglienza, il recupero e la rivalutazione della cultura di
appartenenza (qui ancora più importante perché la quasi totalità delle ragazze
sono nomadi o straniere), l’elaborazione di percorsi individuali che
comprendono sempre un’elaborazione del reato.
Infine nella sezione femminile sono peculiari i percorsi di educazione alla
salute. Sono essenziali – per le ragazze – interventi mirati al miglioramento
della qualità di vita, con attività e spazi per la socialità che abbiano dei
contenuti progettuali specifici.
58
Maggio 2005
59. IL MINORE IN CARCERE
CONCLUSIONI (1)
Testi che alcuni ragazzi hanno elaborato in momenti di attività permettono di
comprendere come i minori vivano spesso l’esperienza della detenzione e
come sia importante e doveroso per un operatore aiutare il minore a leggere
il percorso di reclusione, come opportunità per un possibile cambiamento e
scelta.
59
Maggio 2005
60. IL MINORE IN CARCERE
CONCLUSIONI (2)
"Viva la libertà, qui, è morta l’umanità.
Rispetto a come si vive qui, la libertà è da un’altra parte.
Sono passato da un buco a un altro e ci sono ricaduto dentro.
La parola non la posso trovare:
si trova nel dizionario dei falliti"
M.D.
"La casa è la cosa più bella che ci sia in questo momento:
finestre senza sbarre,
tutto più pulito,
la famiglia,
profumo di pulito.
Ma la cosa più brutta è una sola:
le chiavi della tua prigione ce le hai tu."
P.M.
60
Maggio 2005
61. IL MINORE IN CARCERE
CONCLUSIONI (3)
Un minore, così come un adulto, finisce in carcere perché ha violato delle norme. Ma
allora educare in carcere significa solo insegnare a non violare le norme? E’
sicuramente un obiettivo importante, ma non può essere il solo.
Il verbo educare deriva dal latino e-duco che significa, nel suo senso più letterale,
porto fuori. Cosa? Norme, principi, valori, regole di comportamento: valide per la vita
quotidiana, non solo all’interno dell’istituto penale ma soprattutto per il contesto
sociale e civile in cui il minore rientra, terminata la pena.
61
Maggio 2005
62. IL MINORE IN CARCERE
CONCLUSIONI (4)
Se volessimo usare un’espressione più ampia, potremmo affermare che educare in
carcere significa educare alla libertà: a riconquistarla, a viverla in modo proficuo
per sé e per gli altri.
Educare alla libertà significa insegnare a vivere il quotidiano, favorire la
crescita, spingere il minore ad assumersi le responsabilità delle scelte che
compie e delle conseguenze che queste comportano.
62
Maggio 2005
63. IL MINORE IN CARCERE
CONCLUSIONI (5)
Non basta far conoscere le regole: il minore deve essere in grado, poi, di operare una
scelta tra il rispetto o la violazione delle norme. In sostanza, il tentativo è di
spingerlo verso un cammino di consapevolezza, autonomia, coscienza e, in senso più
ampio, di crescita.
Educare alla libertà significa educare alla scelta, attraverso diversi passaggi,
il fondamentale dei quali è l’elaborazione del reato che può essere definito come
consapevolezza di quanto è stato fatto e dei motivi per cui è stato compiuto, come
coscienza e responsabilizzazione, che portano poi il minore a comprendere che ciò che
è stato fatto è male per chi l’ha compiuto, come per chi l’ha subito.
63
Maggio 2005
64. IL MINORE IN CARCERE
CONCLUSIONI (6)
Lo strumento privilegiato di tale percorso di educazione alla libertà è la
relazione educativa.
Perché un educatore possa iniziare una relazione educativa col minore è
innanzitutto necessario che ci sia una sospensione di giudizio e che non commetta
l’errore (non sempre è facile) di giudicare il ragazzo per il reato che ha commesso,
identificandolo con esso.
Va sospeso ogni tipo di valutazione etica rispetto a quanto è stato
compiuto dal minore.
64
Maggio 2005
65. IL MINORE IN CARCERE
CONCLUSIONI (7)
La base della relazione educativa è prima di tutto una relazione di interesse: solo se il
minore intuisce che da parte dell’adulto c’è un reale interesse nei suoi confronti e una
sospensione del giudizio, allora si avvicina e ascolta l’educatore, dimostrandosi
maggiormente disposto a mettersi in gioco.
E’ fondamentale, quindi, perché si possa compiere un reale percorso di cambiamento e
si educhi alla libertà, lavorare con i ragazzi e non sui ragazzi, cioè costruire non
progetti su di loro, ma con loro, tenendo conto delle reali caratteristiche e delle reali
possibilità del minore, delle sue reali capacità, delle sue debolezze, dei suoi sogni.
65
Maggio 2005
66. IL MINORE IN CARCERE
CONCLUSIONI (8)
E’ necessario, inoltre, costruire progetti che aprano al futuro e che diano
prospettive oltre al carcere, che abbiano concrete e reali possibilità di successo.
È chiaro che questo percorso di educazione è molto lungo e dipende da numerose
variabili che devono essere prese in considerazione.
Non si deve dimenticare che il carcere è un’istituzione totale e che quindi si
educa in un contesto che non è quello della vita reale. In carcere, l’educatore spinge
il minore a compiere scelte, ma si deve considerare che questa struttura ha tempi,
luoghi, ritmi e spazi che solo qui esistono e che la messa in atto delle scelte è
estremamente ridotta.
66
Maggio 2005
67. IL MINORE IN CARCERE
CONCLUSIONI (9)
In sostanza, in carcere, manca qualsiasi possibilità di autonomia attraverso la quale si
possa verificare se le regole siano diventate patrimonio della persona e se questa sia
in grado di operare una scelta tra il rispetto o la violazione delle norme, assumendosi
la responsabilità delle scelte e delle loro conseguenze.
Al reo, anche minore, una volta ottenuta la condanna, si chiede di cambiare, di
imparare e agli operatori, che lavorano in carcere, si chiede di aiutare l’utente e di
affiancarlo nel percorso di cambiamento ma, di fatto e nella realtà, lo si costringe,
spesso, all’inattività e all’irreparabilità.
67
Maggio 2005
68. IL MINORE IN CARCERE
CONCLUSIONI (10)
Il minore è stimolato a compiere un percorso di scelte, a comprendere, prima di
tutto, che se ne possono compiere di diverse da quelle precedenti, si tenta,
appunto, di educarlo alla libertà ma in un luogo che è la negazione, per la sua
struttura e il suo funzionamento, della libertà stessa.
Si opera, quindi, in un contesto che contraddice profondamente l’obiettivo
principale che gli operatori si prefiggono e che dovrebbe essere anche il fine ultimo
per il minore.
68
Maggio 2005
69. IL MINORE IN CARCERE
CONCLUSIONI (11)
Tali criticità spesso possono mettere in crisi l’educatore stesso prima ancora che il suo
lavoro, tuttavia la sfida di educare i ragazzi alla libertà, cioè di educarli alla
scelta, non può non essere raccolta, soprattutto quando sono i minori stessi a
inviare agli adulti richieste di aiuto e segnali di malessere, dovuti alla condizione
in cui hanno sempre vissuto e nella quale si trovano a vivere al momento della
detenzione: quando, insomma, loro stessi domandano come sia possibile
vivere la libertà.
69
Maggio 2005
70. IL MINORE IN CARCERE
SUPPLEMENTO:
I bambini “detenuti”con le madri (1)
E’ del marzo 2001 la legge Finocchiaro che sancisce il divieto di carcere per
donne incinte o madri di prole inferiore a tre anni. Prevede inoltre il
differimento di pena per madri con prole inferiore a un anno.
La norma mette sotto tutela il rapporto tra le madri e i figli minori,
prevedendo misure alternative.
Tuttavia la legge è a tutt’oggi inapplicata.
70
Maggio 2005
71. IL MINORE IN CARCERE
SUPPLEMENTO:
I bambini “detenuti”con le madri (2)
La teoria della legge, la pratica del carcere: in mezzo la realtà di 56 detenute
con figli minori di 3 anni chiusi in prigione con loro, più di circa 300
recluse i cui bambini, di età compresa fra i 3 e i 10 anni, possono vederle solo
poche ore la settimana.
E’ il pianeta madre-figlio delle carcere italiane.
71
Maggio 2005
72. IL MINORE IN CARCERE
SUPPLEMENTO:
I bambini “detenuti” con le madri (3)
E’ un bilancio contraddittorio quello della legge del 2001 che, ad un principio
ampiamente condiviso quale il diritto alla tutela del rapporto tra bambini e genitori
detenuti, sconta però una difficoltà oggettiva nella sua appllicazione.
72
Maggio 2005
73. IL MINORE IN CARCERE
SUPPLEMENTO:
I bambini “detenuti” con le madri (4)
Il problema non è che certe strutture non funzionino: si pensi agli asili-nido.
L’istituto San Vittore “ospita” attualmente sette bambini che vivono nella sezione
femminile con le loro mamme.
Il problema è che i nidi possono ospitare solo i bimbi al di sotto dei 3 anni:
dopodichè loro vengono “scarcerati”, mentre le madri restano dentro e la
lacerazione è tremenda.
73
Maggio 2005
74. IL MINORE IN CARCERE
SUPPLEMENTO:
I bambini “detenuti” con le madri (5)
"Colpevoli nati": così vengono definiti i 22 bambini da 0 a 3 anni reclusi con le
loro madri nel carcere femminile di Rebibbia.
Bambini che vivono i primi 1.000 giorni della loro vita in carcere.
Quattro bambini di 3 anni sono detenuti assieme alle madri nel reparto di
massima sicurezza. I bimbi si trovano in celle che potrebbero ospitarne solo 2,
mentre altri 13 sono nel reparto ordinario e 7 nel reparto nido che dovrebbe
ospitarne solo 5.
Fonte: Ansa, 23 agosto 2004.
74
Maggio 2005
75. IL MINORE IN CARCERE
SUPPLEMENTO:
I bambini “detenuti” con le madri (6)
Nel carcere di Rebibbia sono 13 le mamme recluse. Alcuni obiettano che, consentendo
la libertà a queste donne, si creerebbe l’impunità a delinquere: ma chi sarebbe disposto a
vivere 9 mesi di gestazione e avere un figlio per tutta la vita soltanto per evitare il
carcere?
Sono donne che protestano contro l’insostenibile condizione di sovraffollamento. Una
condizione, dicono le detenute, “imposta a 4 bambini inferiori ai tre anni costretti a
vivere in celle anguste con le loro mamme”.
75
Maggio 2005
76. IL MINORE IN CARCERE
SUPPLEMENTO:
I bambini “detenuti” con le madri (7)
Le mamme recluse non debbono far paura alla nostra società: dovrebbero
scontare la pena in strutture alternative al carcere, dove i loro bambini potrebbero
vivere i primi fondamentali anni della loro vita con le proprie madri in un ambiente
sano e mai più dietro le sbarre.
Servono strutture alternative adeguate visto che la permanenza in carcere di questi
bambini è incompatibile anche con le condizioni igienico - ambientali e con i
ritmi di vita che il carcere impone.
Infatti nelle sezioni-nido le regole interne, unite ai ben noti problemi delle strutture
penitenziarie, creano seri problemi per le condizioni psico-fisiche dei bambini
nella parte fondamentale della crescita.
76
Maggio 2005
77. IL MINORE IN CARCERE
SUPPLEMENTO:
I bambini “detenuti” con le madri (8)
Questi giovanissimi detenuti senza colpa soffrono infatti di patologie ambientali
ampiamente documentate: da una irrequietezza che può essere anche molto
pronunciata, a crisi di pianto frequenti e immotivate; frequente è la difficoltà ad
addormentarsi e a mantenere il sonno, con risvegli bruschi nella notte; inappetenza e
significative variazioni di peso, sia in eccesso che in difetto, sono anch’esse frequenti.
Tutto ciò proprio nella fase formativa più importante per lo sviluppo della
personalità e delle capacità di apprendimento.
Fonte: “Bambini in carcere” di Sandro Libianchi, in Aggiornamenti Sociali, marzo 2001.
77
Maggio 2005
78. IL MINORE IN CARCERE
SUPPLEMENTO:
I bambini “detenuti” con le madri (9)
Un segnale positivo si è avuto a Como, dove nel marzo 2004, la giunta comunale ha
deciso di concedere alle donne che stanno scontando una condanna nel carcere del
Bassone la possibilità di iscrivere il proprio bimbo, con esonero della retta, in
una delle strutture pubbliche esterne al carcere.
Le mamme detenute nel carcere del Bassone potranno dunque scegliere se mandare i
loro bimbi al nido interno all'istituto oppure in una delle dieci strutture comunali.
Attualmente sono tre i bimbi ospiti della casa circondariale con le loro
mamme: due rumeni ed un kosovaro.
78
Maggio 2005
79. IL MINORE IN CARCERE
SUPPLEMENTO:
I bambini “detenuti” con le madri (10)
E’ presupposto imprescindibile per una società civile capire l’universo delle madri
detenute le quali si vedono chiamate ad una scelta difficile: quella di portarsi dietro il
figlio in carcere, che non tutte le donne detenute con figli sotto i tre anni si sentono di
fare, al momento dell’arresto.
Ci sono donne che il carcere non vogliono proprio farlo vedere ai propri figli e
preferiscono non farli andare neppure al colloquio. Insomma, c’è una specie di timore
che la prigione "contamini" altre vite, oltre alle loro e poi resti impressa nella
memoria, condizionando il futuro dei loro bambini.
79
Maggio 2005
80. IL MINORE IN CARCERE
SUPPLEMENTO:
I bambini “detenuti”: testimonianze delle mamme (1)
Un figlio non lo porterei mai qui dentro…
Silvia: “Se io avessi avuto un figlio piccolo quando mi hanno arrestato, non l’avrei mai
portato qui dentro. Avrei trovato un’altra maniera, perché secondo me non c’è molto
rispetto per i bambini a farli venire qui”.
Katharine: “Io questa cosa qui l’ho vissuta sulla mia pelle, all’inizio del mio processo
non potevo lasciare l’Italia e mio figlio era obbligato anche lui a rimanere qui, e così a sei
anni è stato per forza adottato dai miei cognati. Io non sono mai più stata mamma. Sì,
sei mamma, ma non hai potuto viverla quella maternità, io non l’ho vissuta”.
80
Maggio 2005
81. IL MINORE IN CARCERE
SUPPLEMENTO:
I bambini “detenuti”: testimonianze delle mamme (2)
Veronica: “Oggi è andata ai domiciliari una donna rumena, che aveva con sé due
gemelli di sette mesi, e aveva nove mesi di definitivo da scontare. E oggi scherzando
prima di andare via ha detto: io quando sono andata a rubare ero incinta, forse hanno
dato anche ai miei figli concorso in furto”?
Giulia: “Per me un bambino non si dovrebbe portarlo in galera neanche ai colloqui, una
detenzione domiciliare è diversa, ma qui dentro i bambini non dovrebbero entrare”.
81
Maggio 2005
82. IL MINORE IN CARCERE
SUPPLEMENTO:
I bambini “detenuti”: testimonianze delle mamme (3)
Paola: “Io un bambino piccolo non lo porterei mai, è una questione di egoismo: per il
mio benessere, perché mio figlio non lo voglio staccare da me, me lo porto in galera.
Certo se non ho nessuno a cui lasciarlo, piuttosto che in istituto è meglio in galera con
la madre, ma se uno ha un parente disposto a prendersene cura è molto meglio
lasciarlo a lui piuttosto che portarlo qui dentro”.
Silvia: “Anch’io ho dato in affidamento mia figlia ai nonni paterni, perché ho
riconosciuto che non ce la facevo più e prima che le cose andassero peggiorando ho
preferito che restasse con loro, così almeno rimane sempre mia figlia”.
82
Maggio 2005
83. IL MINORE IN CARCERE
SUPPLEMENTO:
I bambini “detenuti”: testimonianze delle mamme (4)
Che cosa è meglio davvero per un bambino piccolo…
Paola: “Sai cosa hanno detto a me delle madri tedesche, quando ero in carcere in
Germania? Che gli restano per tutta la vita impressi il rumore delle chiavi e delle
porte chiuse. Anche in Germania c’era il nido ed era molto bello, molto funzionale,
avevano il loro giardino, ma comunque era sempre carcere, e le madri alla sera
venivano sempre chiuse in cella, e anche durante la notte aprivano e chiudevano,
quindi il rumore delle chiavi c’era in continuazione. E poi i bambini quando andavano
a casa non riuscivano a dormire se non sentivano il rumore delle chiavi”…
Silvia: “Quando andavo a fare le pulizie su al nido i bambini mi chiamavano agente,
fa molto male questo, io per loro ero un’agente”.
83
Maggio 2005
84. IL MINORE IN CARCERE
SUPPLEMENTO:
I bambini “detenuti”: testimonianze delle mamme (5)
Sonia: “Io mi ricordo del figlio di Senad. I primi tempi era tutto bello per il bambino,
però nell’ultimo periodo, quando ho vissuto quattro mesi al nido perché avevo il divieto
di incontro con la mia coimputata, ho visto che era molto ma molto cambiato, perché
era più grande e cominciava a capire tutto e diceva "Agente aria…agente…apri porta",
un bambino se ha sette-otto mesi non capisce, ma quando è vicino ai due anni capisce
proprio tutto”.
Slavica: “C’era un’altra zingara che aveva un bambino di due anni e mezzo, e prima di
uscire a tre anni come prevede la legge il bambino andava fuori con le volontarie a fare
qualche giro, ma quando ha compiuto i tre anni ed è stato "scarcerato", dopo quando
veniva a colloquio non voleva più entrare, quindi capiva benissimo dov’era. La nonna gli
ha dovuto promettere che non lo avrebbe lasciato lì dentro, che sarebbe ritornato a casa
con lei, se no non entrava”.
84
Maggio 2005
85. IL MINORE IN CARCERE
SUPPLEMENTO:
I bambini “detenuti”: testimonianze delle mamme (6)
Mi faccio io dieci anni di galera, ma i miei figli no…
Sonia: “E poi sentire questi bambini che di notte piangono in continuazione è proprio
straziante. Non è che puoi prenderli su e fare un giro per casa, quella è la cella e lì
devi restare”.
Giulia: “Il carattere di un bambino si forma nei primi tre anni di vita, e tu cosa gli
trasmetti in questa maniera, se stai con lui in carcere? Ansia, stress, nervosismo,
privazioni di ogni genere. Già sei frustrata tu, cosa vuoi trasmettergli”?
85
Maggio 2005
86. IL MINORE IN CARCERE
SUPPLEMENTO:
I bambini “detenuti”: testimonianze delle mamme (7)
Paola: “I primi anni sono i più importanti della vita. Io dico che se hai la possibilità di
lasciarlo a qualcuno di cui ti fidi, a una famiglia di cui ti fidi, sarebbe la soluzione
migliore”.
Giulia: “Certe volte io penso a come sarebbe stata la vita se mia madre fosse andata
in carcere quando ero piccola e mi avesse portata con lei. Già sono nata disgraziata
così, figuriamoci cosa veniva fuori. Dopo le avrei detto che mi aveva rovinato la vita
appena nata. Io non ho mai voluto mio figlio qui dentro a colloquio, solo adesso che è
grande entra, ma ha scelto lui di venire, ormai è adulto e fa quello che vuole e mi ha
detto: "Io voglio venire a trovarti” ”.
86
Maggio 2005
87. IL MINORE IN CARCERE
SUPPLEMENTO:
I bambini “detenuti”: testimonianze delle mamme (8)
Da queste testimonianze si percepisce in modo sottile che, oltre alla mamma detenuta,
anche, e, soprattutto il minore vive un dramma per il quale non si può e non si
deve prescindere dalla relazione con i loro genitori, consapevole che l’esperienza
centrale su cui lavorare è la separazione, violenta e subita, e le difficoltà individuali
successive di adattamento ad un diverso contesto affettivo.
87
Maggio 2005
88. IL MINORE IN CARCERE
CONCLUSIONI (1)
Il bambino non può crescere senza una relazione parentale fondante, per questo
è necessario tentare di recuperare, quando è possibile, la relazione spezzata dalla
detenzione, relazione che dovrebbe essere valutata spostando l’ottica culturale che
privilegia solo l’adattamento sociale (lavoro, casa), peraltro fondamentale, anche su un
adattamento più relazionale e affettivo.
Da qui l’importanza di individuare un percorso di accompagnamento del minore e
della madre nella loro esperienza di separazione e di necessità di mantenimento
della relazione.
88
Maggio 2005
89. IL MINORE IN CARCERE
CONCLUSIONI (2)
Questa necessità è prioritaria e vitale per il bambino, per la sua identità ed equilibrio
psichico di base, consapevoli che anche il genitore in carcere attraversa un momento
grave di disorientamento e necessita di un sostegno per recuperare un’identità genitoriale
persa o da ricostruire.
89
Maggio 2005
90. IL MINORE IN CARCERE
CONCLUSIONI (3)
Le idee guida riguardano:
• Un lavoro di sostegno e di accompagnamento del bambino durante la
detenzione del genitore e anche dopo, per migliorare lo sviluppo psicologico e
sociale e le capacità di adattamento, cercando di limitare le sofferenze psicoaffettive
dovute alla detenzione del genitore.
La separazione dal genitore porta inevitabilmente il figlio alla perdita di una propria
identità sociale e culturale, delle relazioni, degli amici, fino all’immagine di se.
90
Maggio 2005
91. IL MINORE IN CARCERE
CONCLUSIONI (4)
• Lo stesso lavoro di accompagnamento è previsto per il genitore detenuto, a
cui ci si rapporta in quanto genitore, per recuperare un’identità genitoriale persa o da
ricostruire.
In questo sostegno, si ritiene importante anche un lavoro di comprensione e
accettazione dei propri diritti/doveri rispetto al problema dell’affidamento
dei figli, per una presa di coscienza su un piano di realtà, consentendo così un
migliore reinserimento anche sociale alla fine della detenzione.
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Maggio 2005