La presentazione del dott. Pavolini tratta del web 2.0 e delle opportunità che esso offre alle imprese per l’implementazione di nuove strategie di marketing.
10. Vi ricorda qualcosa? " Knowledge Management is a set of practices aimed at delivering the right information to the right people at the right time in order to take the right decision"
28. Alcuni diritti riservati Questa presentazione è soggetta alla licenza Creative Commons riportata a fianco, che indica i relativi diritti riservati e le condizioni d’uso da parte di terzi.
102. A proposito della regola n.2 Outsourced (agenzie, studi, etc.) Trained In-House In-House In-House Produzione Presa Video: Camera Prosumer DV, Presa Audio: Microfono a Condensatore fascia alta Editing: Adobe Premiere Pro, Adobe Audition, DV Funzionale/Broadcast Clienti B2B Presa Video: Camera Consumer MiniDV, Presa Audio; Microfono a Condensatore fascia media Editing: Audacity, Windows Movie Maker, Premiere Elements Funzionale Addetti ai lavori (analisti, investitori, community) Presa Video: Camere Digibeta Presa Audio: Microfoni Professionali Editing: Avid, FinalCut Pro, Adobe Premiere Pro, ProTools, CuBase Broadcast Clienti B2C Presa video: Camera Consumer MiniDV Presa audio: Microfono a condensatore fascia media Editing: Audacity, Windows Movie Maker, Premiere Elements Funzionale Dipendenti Strumenti Qualità Attesa Audience
115. Alcuni diritti riservati Questa presentazione è soggetta alla licenza Creative Commons riportata a fianco, che indica i relativi diritti riservati e le condizioni d’uso da parte di terzi.
Editor's Notes
Se nel web 1.0 i contenuti sulla rete venivano pubblicati da veri e propri editori su siti e poi su portali, mentre agli utenti veniva lasciata solo la possibilità di fruire, con una minima interazione, di questi contenuti… … nel web 2.0 la rete mette a disposizione sempre più non semplici siti o portali, ma vere e proprie applicazioni per gestire e organizzare i contenuti che sono in realtà prodotti dagli utenti
Questo ha un impatto notevole sulla comunicazione aziendale e sui contenuti riconducibili a un marchio. Mentre le informazioni del web 1.0 non erano pervasive orizzontalmente, e in sostanza per incrociare un “branded content” dovevi conoscere l’indirizzo del sito della società che lo produceva (il che comportava un investimento di promozione offline del sito in questione) o al massimo ti imbattevi in pubblicità online (altri investimenti obbligatori)… … nel web 2.0 il contenuto riconducibile a un marchio è pervasivo su tutti gli altri siti a cominciare dai blog degli utenti e dai social networks, grazie ai widget e all’aggregazione RSS In sostanza, con un marchio ci si può imbattere per mille motivi: non solo perché si è sul sito di una società, ma anche perché aggregando i contenuti di nostro interesse attraverso un TAG, potremmo incocciare con un contenuto prodotto da, che so, Asus (che è classificato con quel tag) oppure perché Asus ha un widget presente sul blog di un nostro amico, oppure perché ha promosso un gruppo sui UMPC su facebook, ecc. ecc.
Nel web 2.0 i contenuti non solo viaggiano in due direzioni, ma anche tra supporti diversi, fissi e mobili. PC, tablet, palmare, smartphone, set top box, I-pod, ecc ecc
Uno dei motori chiave di questa rivoluzione è rappresentato dalla tecnologia nota come Really Simple Syndacation, che ci permette , invece di andare a controllare ogni tanto se su un sito di nostro interesse c’è qualcosa di nuovo, di abbonarci ai contenuti di quel sito e di ricevere sul nostro aggregatore (fisso o mobile, testuale o multimediale) tutte le novità in tempo reale. Di più, possiamo anche aggregare per tag, e non per siti, avendo tutte le novità di nostro interesse in una sola pagina (es: Google Reader). Questo prefigura una importante rivoluzione anche nel campo della comunicazione aziendale…
Source: online video watch
Nel web 1.0 si investiva in costose campagne integrate offline per promuovere un brand e spingere gli utenti a collegarsi al nostro sito, dove avrebbero trovato “il mondo”, e la “virtual experience” del nostro marchio. Oggi questo si chiamerebbe un “walled garden”.
Nel web 2.0 l’utente si “imbatte” (stumble upon, serendipity) nel contenuto riconducibile al marchio, sui social networks. Che sono blog (anche corporate, come vedremo), ma anche directory multimediali, webapps, ecc. ecc, con cui gli utenti comunicano a due vie, realizzando un embrione di economia collaborativa. Il marchio, nato per nuotare in un ambiente economico semplice, si trova immerso in relazioni sempre più complesse, dalle quali non può prescindere pena la percezione negativa dello stesso
Potevo consigliarvi dei manuali tecnici sul corporate blogging e sul corporate podcasting, ma credo che considerate le vostre competenze tecniche o di comunicatori la priorità vada a una bibliografia di scenario e quindi ai testi fondamentali.
Potevo consigliarvi dei manuali tecnici sul corporate blogging e sul corporate podcasting, ma credo che considerate le vostre competenze tecniche o di comunicatori la priorità vada a una bibliografia di scenario e quindi ai testi fondamentali.
Potevo consigliarvi dei manuali tecnici sul corporate blogging e sul corporate podcasting, ma credo che considerate le vostre competenze tecniche o di comunicatori la priorità vada a una bibliografia di scenario e quindi ai testi fondamentali.
Potevo consigliarvi dei manuali tecnici sul corporate blogging e sul corporate podcasting, ma credo che considerate le vostre competenze tecniche o di comunicatori la priorità vada a una bibliografia di scenario e quindi ai testi fondamentali.
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Potevo consigliarvi dei manuali tecnici sul corporate blogging e sul corporate podcasting, ma credo che considerate le vostre competenze tecniche o di comunicatori la priorità vada a una bibliografia di scenario e quindi ai testi fondamentali.
Potevo consigliarvi dei manuali tecnici sul corporate blogging e sul corporate podcasting, ma credo che considerate le vostre competenze tecniche o di comunicatori la priorità vada a una bibliografia di scenario e quindi ai testi fondamentali.