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San Giovanni Valdarno
25 giugno 2011
Il tema del progetto “spostamenti”, verte sull’esperienza
                                                contemporanea della dislocazione, sia nei suoi connotati
                                                psicologici e sociali di estraniazione e alienazione, sia
                                                nelle accezioni di spostamento fisico, ma anche come
                                                cambiamento in generale. Al centro, il ruolo dell’artista,
                                                perfetto dilettante, come “agente” dello “spostamento”,
                                                attore di movimenti e di passaggi di idee nelle comunità e la
                                                messa in discussione (o meglio in vibrazione) degli spazi,
                                                come confini all’interno dei quali si svilupperà il progetto.
                                                Confini spaziali, relazionali, psicologici, linguistici, tecnici.

                                                Lo “spostamento” determinato da quelle vibrazioni potrà
                                                essere centrifugo, e andare verso l’altro (la comunità, il
                                                foro) oppure centripeto, e andare verso il sé ( il pensiero,
                                                l’immaginario).
                                                La compresenza reciprocamente trasparente dei due
                                                sguardi, quello che va fuori e quello che va dentro, è             Il progetto “spostamenti”, oltre a presentare pratiche
                                                inevitabile nella ricerca artistica e nella determinazione di      artistiche e curatoriali ormai consolidate e modelli
                                                una poetica legata all’uso ed in rapporto agli spazi, fisici,      di dispositivi “utopici”,     finalizzati alla valorizzazione
                                                mentali e di sistema.                                              dell’arte e della cultura contemporanea, alla creazione
                                                                                                                   e al consolidamento della rete per le culture della
                                                “Spostamenti”, oltre a porsi una serie di interrogativi: quali contemporaneità, propone esperienze riconducibili all’arte
                                                rapporti intrattiene l’arte con la società, la storia, la cultura? pubblica, all’arte relazionale e all’arte sociale.
                                                Da dove proviene la nostra ossessione per l’interattività?
                                                Dopo la società dei consumi e l’era della comunicazione Le realtà e i luoghi che saranno interessati dal progetto sono
                                                l’arte contribuisce ancora alle emergenze di una società intesi come spazi aperti alla ricerca, alla sperimentazione
                                                razionale? In che modo l’arte resiste all’omologazione e a nuove possibilità sistemiche e di rete. Le stimolazioni
                                                imperante?,       si caratterizza come un progetto di innescate dalla curiosità, dal dubbio, dal confronto continuo
L’arte potrebbe essere così concepita           ricombinazione, che introduce al remix e al mash-up, e dal dibattito critico sono gli strumenti che qui vengono
come la disciplina                              favorisce un’arte della postproduzione, e si prefigge la proposti.
che ha al suo centro la pratica dello           creazione di spazi, nell’ ipotesi che si possa allargare il
spostamento                                     dominio della coscienza o dell’esperienza rispetto a spazi Il progetto “ spostamenti” nel suo complesso è inteso come
dello sguardo                                   fisici, psichici o di sistema che non sono stati ancora l’insieme di molti strati, ognuno dei quali si sviluppa con
nel luogo dell’altro                            esplorati o considerati praticabili.                               velocità, momenti e luoghi diversi, sul territorio.
                               C. Pietroiusti
The Perspective of a Blind Eye / La prospettiva di un occhio cieco
Casa Masaccio
25 giugno - 24 luglio 2011




“The specific pre-appearance which art shows is like a laboratory where events, figures and characters are driven to their
typical, characteristic end; this essential vision of characters and situations, inscribed in every work of art, presupposes
possibility beyond already existing reality.”
                                                                                                                 (Ernst Bloch)

The point of departure for the exhibition is the collective endeavour to understand the local through the prism of the
“other”. The Perspective of a Blind Eye, an exhibition project resulting from a one month residency of two Czech
and one Slovak artist at Casa Masaccio, aims to comprehend and analyze the indigenous in order to scrutinize and
elaborate on subjects connected to local modes, mechanisms and dynamics of contemporary life in the area.

Although the exhibition presents a different perspective up on local phenomena, it escapes the implementation of a
definite and reductive understanding of local reality. Works introduced in the show should thus be perceived as a se-
ries of subjective impressions and personal points of view. Even though respective artists have conducted their own
research and employed strategies characteristic for their artistic practice, the exhibition as whole should be under-
stood as a collective project, where particular approaches meet and construct a “fragmented” view up on local reality.

Among other, works in the exhibition reflect up on subjects of urbanism, social modes of behaviour, inter-communal rela-
tions and various seemingly marginal specifics, characteristic for the area. While the process of mirroring the local plays a
vital part in introduced works, the continuous awareness of the prospect of misinterpretation, paired with the sense of the
“other” operating within the local, further stimulates the dialogue with the local public, initiated in the process of exploiting
the project. This dialogical relationship with the audience aims to revise the position of the spectator; from passive observer
to active mover. Only through this process of empowering the (local) public, can the perspective of the “other” embody a
sense of value and “create possibility beyond already existing reality”.
“La specifica pre-apparenza che l’arte mostra è come un laboratorio in cui eventi, figure e personaggi sono guidati al loro ti-
pico, caratteristico fine; questa visione essenziale di personaggi e situazioni, inscritta in ogni opera d’arte, presuppone altre
possibilità oltre la realtà già esistente. “
                                                                                                                   (Ernest Bloch)

Il punto di partenza per la mostra è il tentativo collettivo di comprendere il locale attraverso il prisma dell’”al-
tro”. La prospettiva di un occhio cieco, un progetto espositivo frutto della residenza di un mese a Casa Masac-
cio di due artiste ceche e di uno slovacco, mira a comprendere e analizzare gli abitanti del luogo al fine di verifica-
re e approfondire temi legati alle abitudini locali, ai meccanismi e alle dinamiche della vita contemporanea della zona.

Anche se la mostra presenta una prospettiva differente sui fenomeni locali, essa rifugge l’implementazione di una conoscen-
za precisa e riduttiva di tale realtà. Le opere presentate nella mostra dovrebbero perciò essere percepite come una serie
di impressioni soggettive e di punti di vista personali.Anche se gli artisti di questi paesi hanno condotto la propria personale
ricerca e utilizzato le strategie caratteristiche della loro pratica artistica, la mostra, nel suo complesso, dovrebbe essere intesa
come un progetto collettivo, in cui approcci particolari si incontrano e costruiscono una visione “frammentata” della realtà locale.

Tra i tanti temi toccati, le opere in mostra riflettono sull’urbanistica, sulle modalità di comportamento sociale, sui rapporti tra
le comunità e su specificità apparentemente marginali, caratteristiche della zona. Mentre il processo di riflettere il loca-
le gioca un ruolo vitale nelle opere presentate, la continua consapevolezza della possibilità di una errata interpretazione,
insieme con il senso dell’”altro” che è tipico della dimensione locale, stimola ulteriormente il dialogo con il pubblico loca-
le, avviato nel processo di valorizzazione del progetto. Questo rapporto dialogico con il pubblico si propone di rivedere
la posizione dello spettatore, da osservatore passivo a protagonista attivo. Solo attraverso questo processo di potenzia-
mento del (locale) pubblico, può far si che la prospettiva dell’“altro” incarni un senso di valore e “crei possibilità oltre la
realtà già esistente”.
UNTITLED, 2011
Francesca es


Dal bianco nascono vita e morte che si alternano sfiorandosi
come alterego l’una dell’altra in quell’istante invisibile in cui
l’assenza diventa presenza.




                                                                       video loop (408 still)
                                                                                 format 4:3
                                                                                 00:39 min
                                                                                           _
                                                                    sound Marco Monfardini
A DRUM IS A WOMAN, 2008
Letizia Renzini


La performance prosegue il lavoro sugli Slavery Tales           intraducibile semantica: prosegue la ricerca nella direzione
iniziato da Letizia Renzini e Marina Giovannini con il lavoro   del corpo simbolico, bidimensionale, astratto, attraverso
sul’apartheid Dei Secoli, presentato a Fabbrica Europa          nuove sperimentazioni di software interattivi e luci, grazie
nel 2008. La ricerca iconografica e ancora una volta il         alla collaborazione con Avuelle. Il lavoro è un omaggio
modernismo afroamericano, e in modo particolare la              alle due donne simbolo della lotta contro la schiavitù
visione del grafico e incisore Aaron Douglas, artista fulcro    afroamericana: Harriet Tubman e Sojourner Truth.
della Harlem Reinassance, è ispirazione e materia per
questa interpretazione multimediale. Territorio della ricerca
sono le relazioni tra corpo sonoro, corpo virtuale e corpo
fisico, dove si musura la potenza astratta del movimento
in rapporto all’iconografia, al segno, al gesto e alla sua




                                                                                                                       performance
                                                                                                                                  _
                                                                                                 Coreografia, intepretazione, gesto
                                                                                                                 Marina Giovannini
OUT IN NATURE, 2011
Gianluca Maver


”Out in nature”, progetto site specific realizzato per il fienile   dimora originaria ad una destinazione nuova e ospitale
di Villa Barberino, vuole riportare la natura circostante           produce la metamorfosi, che mostra il vero immaginario di
all’interno di un luogo artificiale. Per l’artista «portare         se stessa.
fuori dalla natura» non è una mera alterazione del reale,
ma un’operazione possibile, perché l’estrapolazione dalla




                                                                                                                Video installazione
                                                                                                                       200x300cm
                                                                                                                                  _
                                                                                                                            musica
                                                                                                            di Giuseppe Mangione
c’è lo vedi?, 2008-2011
Manuela Mancioppi


“C’è, lo vedi?”. Un’installazione site-specific interattiva che     nuvole da manipolare e rimontare a proprio piacimento.
indaga sulle modalità di fruizione, uno a uno, uno a molti,         Un’installazione che indaga sulle potenzialità sinestetiche
ecc. C’è, lo vedi è un modello diverso di comunicazione             di un’esperienza che non trova compimento se non nella
e un’opportunità di relazione immersiva e altamente                 risultante di un tempo che è determinato dal pubblico
interattiva con l’opera, pur non avendo nulla a che fare con        stesso. Cielo vedi è un invito a guardare il cielo all’interno
la tecnologia digitale o informatica. Manuela Mancioppi             di uno spazio orizzontale che è totalmente subordinato al
agisce piuttosto nell’alveo della partecipazione del pubblico       processo creativo del gruppo con cui si relaziona, in cui
e della possibilità di mettere in gioco la creatività del singolo   è fondamentale il significato dell’interazione tra spazio
che entra a far parte integrante del progetto, nella veste          materiale proposto e spazi immateriali risultanti. Lo
di coautore. Così facendo, si trasforma il nostro approccio         spettatore si trasforma in utente che può cambiare il lavoro
di fronte all’informazione dell’arte che da simbolico, diventa      con le sue scelte, diventando coautore di un’esperienza
sperimentale e pratico. Un progetto collaborativo in cui si         sensoriale intensa che somiglia ad un “lavoro in corso” o ad
chiede all’utente di entrare in una tenda da campeggio              un cantiere aperto permanentemente. Matilde Puleo
trasparente e di giocare con fotografie di cieli e di




                                                                                                                                     installazione/action in progress
                                                                                                                                                 plastica + fotografie,
                                                                                                                                      2 tende igloo 210x110x150 cm
Bambù
Sergio Traquandi
a cura di Francesco Gavilli




Il materiale era lì da sempre, bastava raccoglierlo, come        il nostro agire sul pianeta, ma ci accettano, sebbene
verdura dall’orto. Anche l’indizio della forma c’era, nella      potrebbero fare a meno di noi.
natura, da sempre. Così pure i veri committenti, i gatti.        Facciamogli un monumento, una torre che si sviluppi con
Loro sono dappertutto, ci guardano meravigliati della            la matematica nascosta della “Divina Proporzione” e con i
nostra continua agitazione, dubitano delle nostre azioni,        numeri di Fibonacci a formare una stella, per salire in alto
ci contemplano guardinghi, ci sopportano, ci amano. Gli          a contemplarci, guardare le stelle e sentirsi qualcosa parte
animali e le piante apparentemente ignavi subiscono              del tutto... I gatti, come il bambù, ingegneri umili nel creato.




Noi ci troviamo di fronte ad una costruzione che per la sua      proprio dell’artista, alla sua giocosa immaginazione e alla
collocazione, le sue dimensioni, la sua leggera propensione      sua “smisurata” tendenza a stupire, coglieremmo solo
a integrarsi nella natura, quasi a chiedere un posto tra le      l’artigianale assembramento di bambù e canapa che -forse
piante e il verde, ha tutte le credenziali per essere ritenuta   non tutti- ma molti possono fare. La sua Torre gattaia è una
“significativa” di una certa idea che noi abbiamo dell’arte.     realizzazione riuscita dell’incontro tra natura circostante,
In realtà, se non scopriamo che quella costruzione riflette      spazio definito del giardino e visionarietà dell’artista; ti dirò
un’idea matematica e la tramuta in spirito geometrico,           di più, essa vive materialmente non solo nello spazio ma
possiamo apprezzarne la bellezza ma non la sua profondità.       anche nel tempo provvisorio, destinata a morire come il
Al tempo stesso se non ci avvicinassimo all’essere               bambù dopo pochi mesi, al massimo un anno.




                                                                                                                                              Scatola
                                                                                                                                        di montaggio
                                                                                                                                     per Torre gattaia
Biografie / biography   Markéta Stará (1985)
                        is a critic and curator currently based in Pra-
                        gue. She has published widely in Ateliér, Flash
                                                                          Eva Jiřička
                                                                          (1979) was born and is currently based in Pra-
                                                                          gue. She has completed her studies at the Aca-
                                                                                                                                Tomáš Džadoň
                                                                                                                                As an artist I belong to the surroundings, which
                                                                                                                                are marked by many conflicts and contradic-
                                                                                                                                                                                     Petra Herotová
                                                                                                                                                                                     (1980) born in Ostrava, Czech Republic enga-
                                                                                                                                                                                     ges predominantly with simple drawing, throu-
                        Art CZ/SK, Afterall.org, ArtMargins.com and       demy of Fine Arts in Prague, Czech Republic in        tions, but I am reflecting them with a distanced     gh which she forms visual records, comments,
                        ARTFORUM. She is a curator and residency          2006. Conceptual thinking that enables Jiřička        perspective. Contradiction between traditional       schemes and utopian visions. She understands
                        program coordinator at the Center for Contem-     to oscillate on the border of various media and       values and modern ones, our rooting out and          drawing as a fully-fledged media and incorpora-
                        porary Art FUTURA in Prague, Czech Republic.      subject matter is a symptomatic element in            the attempt to plant us back, current term of No-    tes it into most of her installations that also inclu-
                                                                          her work. The aim and the process to fully un-        stalgia – a memory disease, which stops us to        de objects and videos. Herotová engages also
                                                                          derstand others are also central to her artistic      use our past meaningfully, as Christopher Lasch      with performance; she understands this media
                                                                          practice. This shift towards the individual is con-   puts it, are all part of my work.                    as a specific way how to demonstrate / present /
                                                                          sequently confronted with her own perspective.        In my later works I worked with the notion of Tra-   expose a method or process in front of the spec-
                                                                          Nevertheless, her personal view of the situation      dition. I asked myself, what does tradition mean     tator. The subjects in her work are derived from
                                                                          always provides room for subjective interpreta-       in our post-socialist society?                       her own experience or from impulses present in
                                                                          tion from the side of the spectator.                                                                       her surrounding, and transformed into broader
                                                                                                                                                                                     statements.
Francesca es                                            (spettacoli mulltimediali, concerti, mostre, con-      Nel 2008 vince con Samuele Cardini il Premio        tion of Contemporary Photography 1997-2000,            Manuela Mancioppi                                       suoni nelle piazze 1976.
Nata a Montevarchi nel 1979, vive e lavora a            ferenze, indagini documentarie, performance,           Equilibrio della Fondazione Musica per Roma         curators Walter Guadagnini and Filippo Maggia,         Il bisogno di un’arte esperienziale e performati-       Dagli anni 85 ai 95 rifiuta le pastoie dell’arte uf-
San giovanni Valdarno e Milano.                         dee-jaying, ascolti, testi) che rimescolano i cam-     con Studi per Luogo Comune. Nello stesso anno       at the Galleria Civica in Modena; Intimate Thou-       va, viene espressa attraverso un’ indagine mul-         ficiale e si dedica esclusivamente alla grafica di
                                                        pi di intervento, ricercando una composizione          è coprodotta per lo spettacolo Die Puppe - La       ght, curator Anna Fox, organized by The London         tisensoriale dello spazio, con l’intervento attivo      comunicazione sociale, poi, quasi per scherzo
studi:                                                  critica e una critica composta. Nel 2008 è copro-      Bambola di Carne, con Letizia Renzini, dalla        College of Printing; in the 2001, group exhibi-        dello spettatore, che diviene “spettattore” per         e sotto pseudonimo, rimette mano alle cose
2005: laurea in pittura all’accademia di belle arti     dotta per lo spettacolo Die Puppe - La Bambola         Biennale Danza di Venezia. Nel 2010 è coreo-        tion Focus on Italy at the Tisch School of Arts in     un coinvolgimento totale sul territorio. L’investi-     dell’arte e da allora espone a Firenze, Bologna,
di Firenze                                              di Carne dalla Biennale Danza di Venezia. Nel          grafa e interprete di A drum is a woman, ideato e   New York; in the 2003, Luce Notturna, by Mauro         gazione su corpo e corpo-luogo, l’abito-corpo,          Lucca sculture e oggetti, produce performance
2009: master photoart allo ied di Venezia               2010 prosegue la ricerca nella direzione del cor-      diretto da Letizia Renzini.                         Magrini, at the gallery Ex Stazione Leopolda in        l’abito-ambiente, la sperimentazione nel Video,         e operazioni di Land Art, illustra libri, costruisce
2010: master di fotografia allo ied di Milano           po simbolico, bidimensionale, astratto, attraver-                                                          Florence; and You’ve red between the lines, cu-        la fotografia, i calchi sul corpo, la creazione di      gioielli.
                                                        so nuove sperimentazioni di software interattivi                                                           rated by Renate Aller for the gallery DryPhoto         oggetti/installazioni. La ricerca maniacale del
Mostre collettive:                                      e luci, in collaborazione con Avuelle: debutta                                                             in Prato; these were followed by exhibitions in        particolare, la ri-manipolazione degli oggetti,
2010: my food art pics, Milano                          nell’ambito del Festival Transito a Firenze, con                                                           Germany, Bulgaria and again in the United Sta-         l’esigenza dei work/actions in progress che con-
2011: premio arte laguna, arsenale di Venezia           A drum is a woman.                                     _                                                   tes; in the 2005, Valdarno on the road, curated        tinuano nel tempo ad accrescersi, la creazione
                                                                                                               Gianluca Maver                                      by Anna Detheridge for the Cantieri la Ginestra        di un MMarchio d’Artista, i giochi di parole sono
                                                        Marina Giovannini                                      1972, Bergamo Italy                                 in Valdarno Tuscany; in the 2006, Open Day, by         i temi che ricorrono in questa sua ricerca mai
                                                        Si forma come danzatrice e coreografa attraver-        In 1996 he decided to move to Florence, here,       Daria Filardo, at FSM Gallery in Florence; solo        appagata, sempre in movimento. MM riconduce
_                                                       so intensi studi di danza classica e contempo-         he completed his training at the Fondazione         exhibition L’Arno un percorso visivo, curated by       ogni suo intervento nell’alveo della partecipazio-
Letizia Renzini                                         ranea, lo yoga e le molte esperienze lavorative        Studio Marangoni photography school, where          Anna Maria Amonaci, in Piazza della Passera            ne, della socializzazione e della ricerca di com-
Artista visiva, musicista, dj, videoartista, cantan-    in Italia e all’estero. Dal ‘89 al ‘92 lavora come     he has taught since 2000, and where, he con-        in Florence; They looked on while it happened          plicità che caratterizza da sempre il suo lavoro.
te, performer. Lavora con l’audio e l’immagine,         danzatrice solista nel Balletto di Toscana. Nel        ducted the professional photography workshop        in Aarhus in Denmark, a project conducted in           Un lavoro fatto di seduzione visiva, sensibilità
focalizzando le esplorazioni sulle differenze tra       1992 inizia una lunga collaborazione con la            Print Service until 2007. He has been a teacher     collaboration with the israelian artist Barak Rei-     per lo spazio espositivo e interattività. Aree di in-
l’analogico e il digitale e sulle possibilità espres-   Compagnia Virgilio Sieni in qualità di danzatri-       at the Lorenzo De Medici Institute in Firenze       ser and the american artist April Gertler, which       teresse: performance, arte esperienziale, public
sive ed evocative del suono, della voce e del           ce e coreografa partecipando alla creazione di         since 2007, later becoming head of the photo-       looked to investigate the fragmentary nature of        art, video art, fotografia, installazione.
corpo in relazione ai contesti. Particolarmente         spettacoli incentrati sulla costante ricerca sul       graphy department.                                  life today; in the 2007 FotoGrafia international
interessata alle potenzialità creative/espressive       linguaggio del corpo, molti dei quali premiati         His work has been shortlisted and awarded pri-      photography festival in Rome curated by Mar-
che scaturiscono dalle interazioni (arte e vita),       nell’ambito della danza contemporanea e del            zes in various competitions, among which the        co Delogu; in the 2008 Visages en Prose at the
ha collaborato con artisti afferenti a diverse di-      teatro. Affianca Virgilio Sieni nelle sue creazioni    following are particularly worthy of note: in the   gallery Maurizio Nobile Loft in Bologna, curated       _
scipline, tra i quali: Ikue Mori, David Moss, Phil      per i corpi di ballo del Teatro San Carlo di Napoli,   2000 he was shortlisted for the “Photography        by Anna Maria Amonaci; in the 2011, MIA Milan          Sergio Traquandi
Minton, Virgilio Sieni, Marina Rosenfeld, Robyn         il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro Alla Scala     project award”, organized by the Fondazione         Image Art Fair in Milan, curated by Fabio Castel-      Nel 1968 entra a far parte del collettivo Arcicoda
Orlinla, Monica Demuru, Sabina Meyer, Nicole            di Milano e nell’ideazione di Empty Space, Re-         Studio Marangoni, and won the “Portfolio in         li; and Giardini d’Arte at Villa Barberino in Meleto   dove con altri operatori culturali agisce nel clima
Seiler, Romeo Castellucci e Chiara Guidi del-           quiem (premio Ubu 2004, miglior spettacolo di          Piazza 2000” run by Vittoria Ciolini; in the 2004   Valdarno, curated by Francesco Gavilli. Some of        effervescente dell’epoca producendo mostre,
la Societas Raffaello Sanzio. Come critico e            teatrodanza). Contemporaneamente intensifica           he was shortlisted by the Museum of Contempo-       his photos were also published in the history of       istallazioni, giornali, dischi, manifesti e opere
giornalista ha collaborato a lungo con la rivista       la sua ricerca personale e collabora con il dan-       rary Art at Fort Collins in Colorado;               art magazine “Artista” in 2005. by Anna Maria          d’arte:
Musica Jazz, Il Manifesto e Rai Radio 3, dove           zatore e coreografo Fabrizio Favale all’interno        in the 2005 and 2007 he was shortlisted for the     Amonaci                                                 “Arte e lavoro nell’arte” Suzzara 1974.
si occupa di Jazz e Black Music, avanguardia,           del progetto Mahabharata e con Letizia Renzini         “San Fedele Visual Arts prize” in Milan. Among                                                             27° Salon de la Jeune Peinture, Musée du Lu-
vocalità, improvvisazione, elettronica e conte-         nell’ambito dell’arte visiva e della performance.      the numerous solo and group exhibitions where                                                              xembourg, Parigi 1976.
sti femminili. Le sue esperienze e competen-            Nel 2007, con la collaborazione dell’Associa-          he has exhibited his work since 1997 we would                                                              Biennale di Venezia, performance di pittura e
ze molteplici la portano verso prassi artistiche        zione Cab 008 crea il suo primo lavoro solista.        highlight the following: in the 2000, CGM Collec-
Settore8.it
Ringraziamenti:
Cristiano Magi
Simone Cipolli
Sabrina Del Veneziano
Francesco Gavilli


Tutti coloro che a vario
titolo hanno creduto in
questo progetto e contribu-
ito alla sua realizzazione




Casa Masaccio
Centro per l’Arte Contemporanea
Corso Italia, 83
52027 San Giovanni Valdarno
Tel. 055 91.26.283 Fax. 055 942489
casamasaccio@comunesgv.it
www.casamasaccio.it

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  • 1.
  • 3. Il tema del progetto “spostamenti”, verte sull’esperienza contemporanea della dislocazione, sia nei suoi connotati psicologici e sociali di estraniazione e alienazione, sia nelle accezioni di spostamento fisico, ma anche come cambiamento in generale. Al centro, il ruolo dell’artista, perfetto dilettante, come “agente” dello “spostamento”, attore di movimenti e di passaggi di idee nelle comunità e la messa in discussione (o meglio in vibrazione) degli spazi, come confini all’interno dei quali si svilupperà il progetto. Confini spaziali, relazionali, psicologici, linguistici, tecnici. Lo “spostamento” determinato da quelle vibrazioni potrà essere centrifugo, e andare verso l’altro (la comunità, il foro) oppure centripeto, e andare verso il sé ( il pensiero, l’immaginario). La compresenza reciprocamente trasparente dei due sguardi, quello che va fuori e quello che va dentro, è Il progetto “spostamenti”, oltre a presentare pratiche inevitabile nella ricerca artistica e nella determinazione di artistiche e curatoriali ormai consolidate e modelli una poetica legata all’uso ed in rapporto agli spazi, fisici, di dispositivi “utopici”, finalizzati alla valorizzazione mentali e di sistema. dell’arte e della cultura contemporanea, alla creazione e al consolidamento della rete per le culture della “Spostamenti”, oltre a porsi una serie di interrogativi: quali contemporaneità, propone esperienze riconducibili all’arte rapporti intrattiene l’arte con la società, la storia, la cultura? pubblica, all’arte relazionale e all’arte sociale. Da dove proviene la nostra ossessione per l’interattività? Dopo la società dei consumi e l’era della comunicazione Le realtà e i luoghi che saranno interessati dal progetto sono l’arte contribuisce ancora alle emergenze di una società intesi come spazi aperti alla ricerca, alla sperimentazione razionale? In che modo l’arte resiste all’omologazione e a nuove possibilità sistemiche e di rete. Le stimolazioni imperante?, si caratterizza come un progetto di innescate dalla curiosità, dal dubbio, dal confronto continuo L’arte potrebbe essere così concepita ricombinazione, che introduce al remix e al mash-up, e dal dibattito critico sono gli strumenti che qui vengono come la disciplina favorisce un’arte della postproduzione, e si prefigge la proposti. che ha al suo centro la pratica dello creazione di spazi, nell’ ipotesi che si possa allargare il spostamento dominio della coscienza o dell’esperienza rispetto a spazi Il progetto “ spostamenti” nel suo complesso è inteso come dello sguardo fisici, psichici o di sistema che non sono stati ancora l’insieme di molti strati, ognuno dei quali si sviluppa con nel luogo dell’altro esplorati o considerati praticabili. velocità, momenti e luoghi diversi, sul territorio. C. Pietroiusti
  • 4. The Perspective of a Blind Eye / La prospettiva di un occhio cieco Casa Masaccio 25 giugno - 24 luglio 2011 “The specific pre-appearance which art shows is like a laboratory where events, figures and characters are driven to their typical, characteristic end; this essential vision of characters and situations, inscribed in every work of art, presupposes possibility beyond already existing reality.” (Ernst Bloch) The point of departure for the exhibition is the collective endeavour to understand the local through the prism of the “other”. The Perspective of a Blind Eye, an exhibition project resulting from a one month residency of two Czech and one Slovak artist at Casa Masaccio, aims to comprehend and analyze the indigenous in order to scrutinize and elaborate on subjects connected to local modes, mechanisms and dynamics of contemporary life in the area. Although the exhibition presents a different perspective up on local phenomena, it escapes the implementation of a definite and reductive understanding of local reality. Works introduced in the show should thus be perceived as a se- ries of subjective impressions and personal points of view. Even though respective artists have conducted their own research and employed strategies characteristic for their artistic practice, the exhibition as whole should be under- stood as a collective project, where particular approaches meet and construct a “fragmented” view up on local reality. Among other, works in the exhibition reflect up on subjects of urbanism, social modes of behaviour, inter-communal rela- tions and various seemingly marginal specifics, characteristic for the area. While the process of mirroring the local plays a vital part in introduced works, the continuous awareness of the prospect of misinterpretation, paired with the sense of the “other” operating within the local, further stimulates the dialogue with the local public, initiated in the process of exploiting the project. This dialogical relationship with the audience aims to revise the position of the spectator; from passive observer to active mover. Only through this process of empowering the (local) public, can the perspective of the “other” embody a sense of value and “create possibility beyond already existing reality”.
  • 5. “La specifica pre-apparenza che l’arte mostra è come un laboratorio in cui eventi, figure e personaggi sono guidati al loro ti- pico, caratteristico fine; questa visione essenziale di personaggi e situazioni, inscritta in ogni opera d’arte, presuppone altre possibilità oltre la realtà già esistente. “ (Ernest Bloch) Il punto di partenza per la mostra è il tentativo collettivo di comprendere il locale attraverso il prisma dell’”al- tro”. La prospettiva di un occhio cieco, un progetto espositivo frutto della residenza di un mese a Casa Masac- cio di due artiste ceche e di uno slovacco, mira a comprendere e analizzare gli abitanti del luogo al fine di verifica- re e approfondire temi legati alle abitudini locali, ai meccanismi e alle dinamiche della vita contemporanea della zona. Anche se la mostra presenta una prospettiva differente sui fenomeni locali, essa rifugge l’implementazione di una conoscen- za precisa e riduttiva di tale realtà. Le opere presentate nella mostra dovrebbero perciò essere percepite come una serie di impressioni soggettive e di punti di vista personali.Anche se gli artisti di questi paesi hanno condotto la propria personale ricerca e utilizzato le strategie caratteristiche della loro pratica artistica, la mostra, nel suo complesso, dovrebbe essere intesa come un progetto collettivo, in cui approcci particolari si incontrano e costruiscono una visione “frammentata” della realtà locale. Tra i tanti temi toccati, le opere in mostra riflettono sull’urbanistica, sulle modalità di comportamento sociale, sui rapporti tra le comunità e su specificità apparentemente marginali, caratteristiche della zona. Mentre il processo di riflettere il loca- le gioca un ruolo vitale nelle opere presentate, la continua consapevolezza della possibilità di una errata interpretazione, insieme con il senso dell’”altro” che è tipico della dimensione locale, stimola ulteriormente il dialogo con il pubblico loca- le, avviato nel processo di valorizzazione del progetto. Questo rapporto dialogico con il pubblico si propone di rivedere la posizione dello spettatore, da osservatore passivo a protagonista attivo. Solo attraverso questo processo di potenzia- mento del (locale) pubblico, può far si che la prospettiva dell’“altro” incarni un senso di valore e “crei possibilità oltre la realtà già esistente”.
  • 6. UNTITLED, 2011 Francesca es Dal bianco nascono vita e morte che si alternano sfiorandosi come alterego l’una dell’altra in quell’istante invisibile in cui l’assenza diventa presenza. video loop (408 still) format 4:3 00:39 min _ sound Marco Monfardini
  • 7. A DRUM IS A WOMAN, 2008 Letizia Renzini La performance prosegue il lavoro sugli Slavery Tales intraducibile semantica: prosegue la ricerca nella direzione iniziato da Letizia Renzini e Marina Giovannini con il lavoro del corpo simbolico, bidimensionale, astratto, attraverso sul’apartheid Dei Secoli, presentato a Fabbrica Europa nuove sperimentazioni di software interattivi e luci, grazie nel 2008. La ricerca iconografica e ancora una volta il alla collaborazione con Avuelle. Il lavoro è un omaggio modernismo afroamericano, e in modo particolare la alle due donne simbolo della lotta contro la schiavitù visione del grafico e incisore Aaron Douglas, artista fulcro afroamericana: Harriet Tubman e Sojourner Truth. della Harlem Reinassance, è ispirazione e materia per questa interpretazione multimediale. Territorio della ricerca sono le relazioni tra corpo sonoro, corpo virtuale e corpo fisico, dove si musura la potenza astratta del movimento in rapporto all’iconografia, al segno, al gesto e alla sua performance _ Coreografia, intepretazione, gesto Marina Giovannini
  • 8. OUT IN NATURE, 2011 Gianluca Maver ”Out in nature”, progetto site specific realizzato per il fienile dimora originaria ad una destinazione nuova e ospitale di Villa Barberino, vuole riportare la natura circostante produce la metamorfosi, che mostra il vero immaginario di all’interno di un luogo artificiale. Per l’artista «portare se stessa. fuori dalla natura» non è una mera alterazione del reale, ma un’operazione possibile, perché l’estrapolazione dalla Video installazione 200x300cm _ musica di Giuseppe Mangione
  • 9. c’è lo vedi?, 2008-2011 Manuela Mancioppi “C’è, lo vedi?”. Un’installazione site-specific interattiva che nuvole da manipolare e rimontare a proprio piacimento. indaga sulle modalità di fruizione, uno a uno, uno a molti, Un’installazione che indaga sulle potenzialità sinestetiche ecc. C’è, lo vedi è un modello diverso di comunicazione di un’esperienza che non trova compimento se non nella e un’opportunità di relazione immersiva e altamente risultante di un tempo che è determinato dal pubblico interattiva con l’opera, pur non avendo nulla a che fare con stesso. Cielo vedi è un invito a guardare il cielo all’interno la tecnologia digitale o informatica. Manuela Mancioppi di uno spazio orizzontale che è totalmente subordinato al agisce piuttosto nell’alveo della partecipazione del pubblico processo creativo del gruppo con cui si relaziona, in cui e della possibilità di mettere in gioco la creatività del singolo è fondamentale il significato dell’interazione tra spazio che entra a far parte integrante del progetto, nella veste materiale proposto e spazi immateriali risultanti. Lo di coautore. Così facendo, si trasforma il nostro approccio spettatore si trasforma in utente che può cambiare il lavoro di fronte all’informazione dell’arte che da simbolico, diventa con le sue scelte, diventando coautore di un’esperienza sperimentale e pratico. Un progetto collaborativo in cui si sensoriale intensa che somiglia ad un “lavoro in corso” o ad chiede all’utente di entrare in una tenda da campeggio un cantiere aperto permanentemente. Matilde Puleo trasparente e di giocare con fotografie di cieli e di installazione/action in progress plastica + fotografie, 2 tende igloo 210x110x150 cm
  • 10. Bambù Sergio Traquandi a cura di Francesco Gavilli Il materiale era lì da sempre, bastava raccoglierlo, come il nostro agire sul pianeta, ma ci accettano, sebbene verdura dall’orto. Anche l’indizio della forma c’era, nella potrebbero fare a meno di noi. natura, da sempre. Così pure i veri committenti, i gatti. Facciamogli un monumento, una torre che si sviluppi con Loro sono dappertutto, ci guardano meravigliati della la matematica nascosta della “Divina Proporzione” e con i nostra continua agitazione, dubitano delle nostre azioni, numeri di Fibonacci a formare una stella, per salire in alto ci contemplano guardinghi, ci sopportano, ci amano. Gli a contemplarci, guardare le stelle e sentirsi qualcosa parte animali e le piante apparentemente ignavi subiscono del tutto... I gatti, come il bambù, ingegneri umili nel creato. Noi ci troviamo di fronte ad una costruzione che per la sua proprio dell’artista, alla sua giocosa immaginazione e alla collocazione, le sue dimensioni, la sua leggera propensione sua “smisurata” tendenza a stupire, coglieremmo solo a integrarsi nella natura, quasi a chiedere un posto tra le l’artigianale assembramento di bambù e canapa che -forse piante e il verde, ha tutte le credenziali per essere ritenuta non tutti- ma molti possono fare. La sua Torre gattaia è una “significativa” di una certa idea che noi abbiamo dell’arte. realizzazione riuscita dell’incontro tra natura circostante, In realtà, se non scopriamo che quella costruzione riflette spazio definito del giardino e visionarietà dell’artista; ti dirò un’idea matematica e la tramuta in spirito geometrico, di più, essa vive materialmente non solo nello spazio ma possiamo apprezzarne la bellezza ma non la sua profondità. anche nel tempo provvisorio, destinata a morire come il Al tempo stesso se non ci avvicinassimo all’essere bambù dopo pochi mesi, al massimo un anno. Scatola di montaggio per Torre gattaia
  • 11. Biografie / biography Markéta Stará (1985) is a critic and curator currently based in Pra- gue. She has published widely in Ateliér, Flash Eva Jiřička (1979) was born and is currently based in Pra- gue. She has completed her studies at the Aca- Tomáš Džadoň As an artist I belong to the surroundings, which are marked by many conflicts and contradic- Petra Herotová (1980) born in Ostrava, Czech Republic enga- ges predominantly with simple drawing, throu- Art CZ/SK, Afterall.org, ArtMargins.com and demy of Fine Arts in Prague, Czech Republic in tions, but I am reflecting them with a distanced gh which she forms visual records, comments, ARTFORUM. She is a curator and residency 2006. Conceptual thinking that enables Jiřička perspective. Contradiction between traditional schemes and utopian visions. She understands program coordinator at the Center for Contem- to oscillate on the border of various media and values and modern ones, our rooting out and drawing as a fully-fledged media and incorpora- porary Art FUTURA in Prague, Czech Republic. subject matter is a symptomatic element in the attempt to plant us back, current term of No- tes it into most of her installations that also inclu- her work. The aim and the process to fully un- stalgia – a memory disease, which stops us to de objects and videos. Herotová engages also derstand others are also central to her artistic use our past meaningfully, as Christopher Lasch with performance; she understands this media practice. This shift towards the individual is con- puts it, are all part of my work. as a specific way how to demonstrate / present / sequently confronted with her own perspective. In my later works I worked with the notion of Tra- expose a method or process in front of the spec- Nevertheless, her personal view of the situation dition. I asked myself, what does tradition mean tator. The subjects in her work are derived from always provides room for subjective interpreta- in our post-socialist society? her own experience or from impulses present in tion from the side of the spectator. her surrounding, and transformed into broader statements.
  • 12. Francesca es (spettacoli mulltimediali, concerti, mostre, con- Nel 2008 vince con Samuele Cardini il Premio tion of Contemporary Photography 1997-2000, Manuela Mancioppi suoni nelle piazze 1976. Nata a Montevarchi nel 1979, vive e lavora a ferenze, indagini documentarie, performance, Equilibrio della Fondazione Musica per Roma curators Walter Guadagnini and Filippo Maggia, Il bisogno di un’arte esperienziale e performati- Dagli anni 85 ai 95 rifiuta le pastoie dell’arte uf- San giovanni Valdarno e Milano. dee-jaying, ascolti, testi) che rimescolano i cam- con Studi per Luogo Comune. Nello stesso anno at the Galleria Civica in Modena; Intimate Thou- va, viene espressa attraverso un’ indagine mul- ficiale e si dedica esclusivamente alla grafica di pi di intervento, ricercando una composizione è coprodotta per lo spettacolo Die Puppe - La ght, curator Anna Fox, organized by The London tisensoriale dello spazio, con l’intervento attivo comunicazione sociale, poi, quasi per scherzo studi: critica e una critica composta. Nel 2008 è copro- Bambola di Carne, con Letizia Renzini, dalla College of Printing; in the 2001, group exhibi- dello spettatore, che diviene “spettattore” per e sotto pseudonimo, rimette mano alle cose 2005: laurea in pittura all’accademia di belle arti dotta per lo spettacolo Die Puppe - La Bambola Biennale Danza di Venezia. Nel 2010 è coreo- tion Focus on Italy at the Tisch School of Arts in un coinvolgimento totale sul territorio. L’investi- dell’arte e da allora espone a Firenze, Bologna, di Firenze di Carne dalla Biennale Danza di Venezia. Nel grafa e interprete di A drum is a woman, ideato e New York; in the 2003, Luce Notturna, by Mauro gazione su corpo e corpo-luogo, l’abito-corpo, Lucca sculture e oggetti, produce performance 2009: master photoart allo ied di Venezia 2010 prosegue la ricerca nella direzione del cor- diretto da Letizia Renzini. Magrini, at the gallery Ex Stazione Leopolda in l’abito-ambiente, la sperimentazione nel Video, e operazioni di Land Art, illustra libri, costruisce 2010: master di fotografia allo ied di Milano po simbolico, bidimensionale, astratto, attraver- Florence; and You’ve red between the lines, cu- la fotografia, i calchi sul corpo, la creazione di gioielli. so nuove sperimentazioni di software interattivi rated by Renate Aller for the gallery DryPhoto oggetti/installazioni. La ricerca maniacale del Mostre collettive: e luci, in collaborazione con Avuelle: debutta in Prato; these were followed by exhibitions in particolare, la ri-manipolazione degli oggetti, 2010: my food art pics, Milano nell’ambito del Festival Transito a Firenze, con Germany, Bulgaria and again in the United Sta- l’esigenza dei work/actions in progress che con- 2011: premio arte laguna, arsenale di Venezia A drum is a woman. _ tes; in the 2005, Valdarno on the road, curated tinuano nel tempo ad accrescersi, la creazione Gianluca Maver by Anna Detheridge for the Cantieri la Ginestra di un MMarchio d’Artista, i giochi di parole sono Marina Giovannini 1972, Bergamo Italy in Valdarno Tuscany; in the 2006, Open Day, by i temi che ricorrono in questa sua ricerca mai Si forma come danzatrice e coreografa attraver- In 1996 he decided to move to Florence, here, Daria Filardo, at FSM Gallery in Florence; solo appagata, sempre in movimento. MM riconduce _ so intensi studi di danza classica e contempo- he completed his training at the Fondazione exhibition L’Arno un percorso visivo, curated by ogni suo intervento nell’alveo della partecipazio- Letizia Renzini ranea, lo yoga e le molte esperienze lavorative Studio Marangoni photography school, where Anna Maria Amonaci, in Piazza della Passera ne, della socializzazione e della ricerca di com- Artista visiva, musicista, dj, videoartista, cantan- in Italia e all’estero. Dal ‘89 al ‘92 lavora come he has taught since 2000, and where, he con- in Florence; They looked on while it happened plicità che caratterizza da sempre il suo lavoro. te, performer. Lavora con l’audio e l’immagine, danzatrice solista nel Balletto di Toscana. Nel ducted the professional photography workshop in Aarhus in Denmark, a project conducted in Un lavoro fatto di seduzione visiva, sensibilità focalizzando le esplorazioni sulle differenze tra 1992 inizia una lunga collaborazione con la Print Service until 2007. He has been a teacher collaboration with the israelian artist Barak Rei- per lo spazio espositivo e interattività. Aree di in- l’analogico e il digitale e sulle possibilità espres- Compagnia Virgilio Sieni in qualità di danzatri- at the Lorenzo De Medici Institute in Firenze ser and the american artist April Gertler, which teresse: performance, arte esperienziale, public sive ed evocative del suono, della voce e del ce e coreografa partecipando alla creazione di since 2007, later becoming head of the photo- looked to investigate the fragmentary nature of art, video art, fotografia, installazione. corpo in relazione ai contesti. Particolarmente spettacoli incentrati sulla costante ricerca sul graphy department. life today; in the 2007 FotoGrafia international interessata alle potenzialità creative/espressive linguaggio del corpo, molti dei quali premiati His work has been shortlisted and awarded pri- photography festival in Rome curated by Mar- che scaturiscono dalle interazioni (arte e vita), nell’ambito della danza contemporanea e del zes in various competitions, among which the co Delogu; in the 2008 Visages en Prose at the ha collaborato con artisti afferenti a diverse di- teatro. Affianca Virgilio Sieni nelle sue creazioni following are particularly worthy of note: in the gallery Maurizio Nobile Loft in Bologna, curated _ scipline, tra i quali: Ikue Mori, David Moss, Phil per i corpi di ballo del Teatro San Carlo di Napoli, 2000 he was shortlisted for the “Photography by Anna Maria Amonaci; in the 2011, MIA Milan Sergio Traquandi Minton, Virgilio Sieni, Marina Rosenfeld, Robyn il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro Alla Scala project award”, organized by the Fondazione Image Art Fair in Milan, curated by Fabio Castel- Nel 1968 entra a far parte del collettivo Arcicoda Orlinla, Monica Demuru, Sabina Meyer, Nicole di Milano e nell’ideazione di Empty Space, Re- Studio Marangoni, and won the “Portfolio in li; and Giardini d’Arte at Villa Barberino in Meleto dove con altri operatori culturali agisce nel clima Seiler, Romeo Castellucci e Chiara Guidi del- quiem (premio Ubu 2004, miglior spettacolo di Piazza 2000” run by Vittoria Ciolini; in the 2004 Valdarno, curated by Francesco Gavilli. Some of effervescente dell’epoca producendo mostre, la Societas Raffaello Sanzio. Come critico e teatrodanza). Contemporaneamente intensifica he was shortlisted by the Museum of Contempo- his photos were also published in the history of istallazioni, giornali, dischi, manifesti e opere giornalista ha collaborato a lungo con la rivista la sua ricerca personale e collabora con il dan- rary Art at Fort Collins in Colorado; art magazine “Artista” in 2005. by Anna Maria d’arte: Musica Jazz, Il Manifesto e Rai Radio 3, dove zatore e coreografo Fabrizio Favale all’interno in the 2005 and 2007 he was shortlisted for the Amonaci “Arte e lavoro nell’arte” Suzzara 1974. si occupa di Jazz e Black Music, avanguardia, del progetto Mahabharata e con Letizia Renzini “San Fedele Visual Arts prize” in Milan. Among 27° Salon de la Jeune Peinture, Musée du Lu- vocalità, improvvisazione, elettronica e conte- nell’ambito dell’arte visiva e della performance. the numerous solo and group exhibitions where xembourg, Parigi 1976. sti femminili. Le sue esperienze e competen- Nel 2007, con la collaborazione dell’Associa- he has exhibited his work since 1997 we would Biennale di Venezia, performance di pittura e ze molteplici la portano verso prassi artistiche zione Cab 008 crea il suo primo lavoro solista. highlight the following: in the 2000, CGM Collec-
  • 13. Settore8.it Ringraziamenti: Cristiano Magi Simone Cipolli Sabrina Del Veneziano Francesco Gavilli Tutti coloro che a vario titolo hanno creduto in questo progetto e contribu- ito alla sua realizzazione Casa Masaccio Centro per l’Arte Contemporanea Corso Italia, 83 52027 San Giovanni Valdarno Tel. 055 91.26.283 Fax. 055 942489 casamasaccio@comunesgv.it www.casamasaccio.it