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Gratuitamente
                                                                                                                                         avete ricevuto,
                                                                                                                                           gratuitamente
                                                                                                                                                   date.
                                                                                                                                                 (Mt 10,8)
Numero speciale di dial gare - Periodico della comunità parrocchiale di Villa d’Adda (Bg) - N. 241 - Maggio/Giugno 2012




                                                                                                                          ORDINAZIONE PRESBITERALE

                                                                                                                             DON ANDREA PRESSIANI


                                                                                                                                     Bergamo, 26 maggio 2012

                                                                                                                                Villa d’Adda, 27 maggio 2012
Ordinazione presbiterale don andrea                        2




                                                                                Le figure di Davide Casari
                                                                                  sono un lavoro paziente,
                                                                                       amorevole, paterno,
                                                                                  che ha saldato infiniti
                                                                                      brandelli di ferro e
                                                                                  ha dato loro una forma.

                                                                   Figure costruite, assemblate, che
                                                                        fanno intuire la fatica e la
                                                                        passione. Non sono frutto di
                                                                                    un’illuminazione
                                                                         estemporanea, di uno scatto
                                                                            artistico, ma nascono da
                                                                              giorni, mesi di lavoro
                                                                             appassionato e attento.
                                                                  Non nascondono lo sforzo, ma anche
                                                                        la cura di una progettualità
                                                                                 che ha richiesto un
                                                                               esercizio quotidiano.
                                                                          Ogni progresso è evidente,
                                                                          ogni frammento ne regge un
                                                                         altro, formando un’ossatura
                                                                               robusta, non pesante.

                                                                 E’ così che prende forma ogni uomo
                                                             e la propria vocazione: eliche di dna
                                                                    che si abbracciano, battiti di
                                                                     cuore che riempiono di forza.
                                                                             Crescere: cellula dopo
                                                                   cellula, come chiodo su chiodo,
                                                                             in continua evoluzione
                                                                                tra le mani di Dio.

In copertina e sopra: �� R������, opera di Davide Casari                      Un corpo ancora aperto,
                                                                         in attesa di essere riempito
                                                                           nell’ascolto della Parola.
                                                                       In attesa di un compimento, di
                                                                    un’unità, di una completezza, che
                                                                           sarà nel domani e con Lui.
          “Le tue mani mi hanno fatto
                          e plasmato;                                          Oggi invece spirituale e
       fammi capire e imparerò i tuoi                                     materiale si intrecciano, nel
              comandi” (Salmo 118,73)                                         furore e il disincanto di
                                                                                         quell’universo
                                                                                    a forma di persona.



Numero speciale di dial gare
        Periodico della                 Direttore editoriale: don Diego nodari
  comunità parrocchiale di
  Villa d’Adda (Bg) - N. 241            a cura della redazione
    Maggio/Giugno 2012                  Stampa: Tipografia dell’Isola s.n.c. Tel. 035 4940845 -Terno d’Isola (Bg)
3                                           26 maggio 2012




E’ tutto qui
“Scrivi un articolo per il dialogare, su te, sul fatto che diventi prete,
e che sia per la tua comunità di Villa d’Adda”. Compito fantastico ed
eccezionalmente difficile: la partenza è possibile perché c’è un luogo
che, fisicamente, segna l’inizio di un viaggio e, nella mia storia, questo
luogo ha una geografia precisa.
Non so bene perché ma girano in testa queste parole: “è tutto qui”. Le
prendo in prestito da una canzone. Soprattutto mi diverte l’ambivalenza
che offre questa piccola espressione. Ciò che in prima battuta dice lo
stupore di fronte al fatto che il tutto si dà in un piccolo spazio che ha i
contorni del qui, passa poi al disincanto per l’esilità dei tratti di questo
tutto che pare così fragile e così ordinario. È come se un bimbo potesse
prendere al volo tra le sue mani una stella cadente, ma poi, dischiuse                      “Risuonano parole
le dita, si ritrovasse tra i palmi nient’altro che una pietra annerita dal
fumo.                                                                                      come casa, legami,
Ecco, mi piace pensare che di fronte a questa cosa grande che accade                                  ’
                                                                                         comunita, oratorio,
nella mia storia, che determina la forma di tutta una vita, si possa                                      seminario.
reagire in due modalità così diverse avendo sulla bocca le stesse parole:                    ’ il Signore si e            ’
“è tutto qui”.                                                                             Li
... la pretesa di dire il tutto di una vita, passato, presente e futuro, in un              fatto compagno di
eccomi...                                                                                       strada fedele e
... la sorprendente fragilità di un Dio che si fida incessantemente di noi
uomini...                                                                            discreto, paziente ed
... la bellezza di una Chiesa che si dà dentro un fazzoletto di terra e                                    esigente”
che per me si gioca in questo tempo, su
queste strade, con questi uomini e queste
donne...
... l’essere raccolti e sostenuti da un pane
e una Parola così scandalosamente umani
eppure assunti a segno e presenza di Dio
da Dio stesso...
... il mettere la propria fede al servizio della
fede degli altri e insieme incamminarsi
ogni giorno dietro il Signore Gesù...
Sì, è proprio tutto qui! E proprio perché è
così che la fede regala la libertà di essere
accolta e scelta, di potersi assumere il
rischio di giocare la propria vita in nome
suo.
Il ministero del prete è diventato per me
la modalità concreta con cui vivere la mia
fede: la risposta alla chiamata che Dio ha
rivolto e rivolge dentro le pieghe della
storia. È qualcosa che intreccia e annoda
la memoria con la Promessa. “Ricordati
di tutto il cammino che il Signore, tuo
Dio, ti ha fatto percorrere” (Dt 8,2): e
qui risuonano parole come casa, legami,
comunità, oratorio, seminario. Lì il Signore
si è fatto compagno di strada fedele e                                                 Bergamo, Chiesa Ipogea del Seminario,
discreto, paziente ed esigente.                                                       31 ottobre 2011: don Andrea Pressiani
C’è un passaggio nel vangelo di Matteo                                      è ordinato diacono dal vescovo Francesco Beschi
Ordinazione presbiterale don Andrea                            4




                                                                                                            ’
                                                                                                    “Gratuita:
                                                                                                  questione di
                                                                                                      sguardo,
                                                                                                  questione di
                                                                                                        cuore”


che raccoglie un po’ tutte queste cose e che ho scelto               animatori che collaborano con l’Upee, l’esperienza come
per l’ordinazione: “gratuitamente avete ricevuto,                    consigliere comunale, i campi di animazione in Romania.
gratuitamente date”. Lì c’è la densità che ha assunto negli          Tutto diventa per me motivo di gratitudine perché lì
anni quel gratuitamente: un semplice avverbio che dice               dentro, in modi diversissimi tra loro, mi sono trovato a
molto circa il modo di quel ricevere e quel dare. Qualcosa           fare i conti con il Signore, giocandomi per quello che sono,
che ha a che fare con il gratis, con la grazia. Gratuità e           facendo i conti con me stesso, appassionandomi a uno
gratitudine. Che bella la gratuità: non ama il calcolo, il           stile di gratuità e di impegno che arriva a chiederti non
baratto o il pareggio dei conti, ma la sproporzione, la              delle prestazioni, ma che ti comprometta, implicandoti
dismisura, addirittura lo spreco. Gratuità: questione di             dentro le storie e le vite degli altri, permettendo al
sguardo, questione di cuore.                                         mondo di farsi spazio dentro di te.
Provo, allora, a dare forma di parola al tanto (anzi troppo)         Un grazie enorme al seminario, la casa degli ultimi anni.
ricevuto.                                                            Luogo in cui prendere confidenza filiale con il Signore e
E ci metto innanzitutto casa: lì due giovani, 33 anni fa,            con il suo modo di essere servo degli uomini. Luogo in cui
mi hanno regalato la vita, creando uno spazio perché                 la fraternità è la bellezza e la fatica di ogni giorno. Luogo di
potessi venire al mondo e stare dentro legami accoglienti            scoperta: perché la riconciliazione con la propria storia è
e premurosi. Gesti e parole che però non hanno mancato               qualcosa di liberante! Luogo che ha la pretesa di crescere,
di dichiarare il fatto che, seppure il dono fosse così               con franchezza e paternità, uomini che abitino la storia in
grande, la mia famiglia non aveva la pretesa di essere               tonalità umili. Luogo di ascolto, di crescita, di studio, di
ed esaurire il tutto della vita. Insomma, il senso era               accoglienza, di premura, di educazione, di condivisione.
dentro tutte quelle cose così quotidiane ma tutti si era in          Grazie! Il Seminario mi ha anche fatto il regalo grande di
cammino sulle orme del Maestro, con la Promessa che la               poter conoscere le parrocchie di Orio al Serio, in seconda
strada la si sarebbe percorsa insieme.                               teologia, e del Sacro Cuore in città, negli ultimi due anni:
Ancora ci metto comunità, che fin dalle prime battute ha             esperienze importanti per appassionarsi alla vita delle
significato oratorio. Lì ho scoperto la bellezza del costruire       comunità, per condividere i cammini delle tante persone
relazioni durature e importanti. Lì degli adulti, dei giovani,       che ho potuto incontrare, per stare a fianco di altri preti
un don, una suora, mi han preso per mano e, quando la                e imparare da loro la quotidianità del servizio al Signore
stagione è diventata matura, si sono addirittura presi               e alla Chiesa.
il rischio di fidarsi anche di me: uno che è consegnato,             Infine, grazie a Dio Padre che mi ama comunque.
affidato alla vita e alla storia, cui viene chiesto di               Gratuitamente. Grazie a Dio che ci ha fatto il dono
consegnarsi ad altri e riscoprirsi affidabile. Esagerato!            grande di suo Figlio, uomo come noi, che ha dato la
E sono anni splendidi di cammini con gli adolescenti, di             vita per noi. Grazie a Dio che non si è stancato della mia
gruppo educatori, di campi estivi, di chitarra alla Messa            ricerca, e si è fatto pazientemente spazio nella mia storia
dei ragazzi. Ma anche quelle cose in cui provare a vivere            attraverso parole e gesti di uomini e donne che hanno,
secondo lo stile affascinante di Gesù di Nazaret, seppure            gratuitamente, ricondotto a cercare la risposta nel
belle e grandi, non esaurivano il tutto. C’era sempre                Signore Gesù. Grazie alla Chiesa che tutto questo accoglie
qualcuno a dirti che al centro c’è il fare incessantemente           e che mi permette di spendere la mia vita a testimoniare
memoria del Signore Gesù attraverso un pane spezzato                 la bellezza di un Dio che non smette di fidarsi degli uomini
e una Parola annunciata. E tu che un po’ ascolti e un po’            e che continua a tracciare percorsi in cui lasciarsi trovare
scantoni, ma intuisci che quella cosa lì è importante, anzi          aprendo cammini che hanno il profumo della libertà.
decisiva.
E poi ci metto tutte le altre esperienze decisive: il lavoro,
l’università, la pallavolo, il servizio civile, il gruppo di                                                           don Andrea
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  Raggiungi il cuore
di tutti e di ognuno

                                  Cosa si può augurare a un figlio che diventa prete?
          Ogni bene è troppo scontato, dice tutto e niente. L’augurio più bello che
         possiamo farti è l’umiltà. Il rendersi sempre conto che siamo piccole cose
     (strumenti, persone) di fronte all’immensità di Dio. Sappiamo amare perché
            Lui ci ama per primo. Non puntare solo a obiettivi da raggiungere, ma
       raggiungi le persone una ad una. Questi giorni saranno carichi di emozioni,
           di gioia grande; tienile nel cuore, ma fa’ che ogni giorno possa essere il
            migliore della tua vita, e ogni giorno aggiunga qualcosa nel tuo cuore.
                         Perché, poi, puoi trasmettere solo la gioia che hai dentro.
                            Il bello del viaggio della vita è che si ricomincia sempre.
                                                                         Mamma e papà




Non è facile mettere insieme tutte le
emozioni che si sono susseguite in questi
anni e che in questo ultimo periodo in
particolare si affacciano e combattono.
Pensare che siamo in dirittura d’arrivo mi
sembra quasi impossibile, ne è volato di
tempo da quel fatidico giorno in cui Andrea
mi mise al corrente della strada che
intendeva intraprendere, nel luogo destinato
alle nostre confessioni, chiedendomi di                                                   La famiglia di don Andrea:
mantenere il massimo riserbo per qualche                                                              papà giovanni,
giorno… Che fatica.                                                                              mamma Fiorangela
Eppure eccoci già qua, pronti a festeggiare la                                                   e la sorella Chiara
tua partenza, con tanta gioia e sicuramente
un po’ di lacrime, con emozione e
condivisione.
Sono sicura che saprai sempre quale sarà la
via giusta da percorrere in tutte le situazioni
che ti troverai ad affrontare. Certo, dovrai
rifletterci per il tempo necessario e trovare
le parole giuste, come hai dovuto fare fin
dall’inizio di questo cammino, ma hai scelto
di affidarti totalmente a una guida non da
poco, che, come ben sai, sarà sempre con te.
Ti lasciamo in ottime mani, ma saremo
sempre con te con il cuore, come sappiamo
di essere tutti nel tuo, in buona compagnia.
Ci faremo piccoli perché in tanti ancora
dovranno entrarci!
Buon viaggio don Andrea!
                                         Chiara
Ordinazione presbiterale don Andrea                          6




                                                                        La nonna Pina
                                              In una sera di metà aprile, fresca e uggiosa, andiamo a trovare la signora Pina,
                                             nonna di Andrea, per raccogliere ricordi ed emozioni sul nipote in prossimità
                                             dell’ordinazione sacerdotale.
                                             Entriamo in casa accompagnati da Chiara, sorella di Andrea: la nonna Pina ci
                                            attende seduta sul divano davanti alla stufa accesa.
                                            Prima di parlare di Andrea, le chiediamo di raccontarsi e lei subito dice che la sua
                                            vita e la sua famiglia sono normali, come ce ne sono tante a Villa d’Adda.
                                           Abitava prima in via Caderico e poi in Cadestore, ma quella casa la dovettero
                                           lasciare perché serviva ai proprietari e fu così che Giuseppe, marito di Pina, andò
                                          a chiedere a chi abitava in località Rossera dove potessero andare a vivere. Gli
                                          furono indicate le case del Mazzo, da poco disabitate, e lì si trasferirono anche se i
                                         parenti non erano molto contenti di vedere Pina e Giuseppe così “lontani” e fuori
                                         dal paese, ma questa rimane tutt’oggi una scelta felice. La famiglia è numerosa ed
                                         è composta da 8 figli e 11 nipoti e l’unico rammarico di Pina è quello di aver perso il
                                         marito presto; se fosse qui oggi sarebbe felice come lei o forse anche di più.
                                        Già, anche di più, perché Pina ci svela che il nonno Giuseppe da giovane voleva
                                        entrare in seminario, ma il parroco di allora glielo sconsigliò perché era povero e la
                                        parrocchia, che avrebbe dovuto coprire le spese, aveva già i suoi problemi finanziari.
                                       Per Pina è un po’ come se Andrea oggi stesse realizzando quello che il nonno voleva
                                       fare da giovane.
                                      Ora le chiediamo di dirci qualcosa sull’infanzia di Andrea e le uniche parole emozionate
                                      e fiere sono: «Era bravo! Tanto bravo!». Insistiamo e, dopo averci pensato un attimo,
                                      ci racconta col sorriso che giocava spesso con la brace, facendo scaldare un piccolo
                                     bastoncino fino a farlo diventare rovente e poi lo usava per fare disegni di fumo
                                     nell’aria.
                                     A questo punto torniamo agli episodi recenti per chiedere a Pina se si ricorda di aver
fatto partire lei l’applauso al diaconato dello scorso anno. Pina sorride un po’ orgogliosa del suo gesto, poi si fa seria e
dice che è giusto applaudire e stare vicini a questi ragazzi, perché ci sono pochi preti e si prega poco (lo fanno solo le
nonne). Quando era giovane si pregava tutti insieme, a seconda di chi tra i figli era a casa, recitando il rosario al mattino,
di pomeriggio e di sera. Ricorda che, una sera, due figli facevano gli stupidi e ridevano mentre si pregava e il marito
Giuseppe, innervosito da questo poco rispetto, tirò ai figli la ciabatta ma, mancandoli, ruppe un vetro. Il mattino seguente
andò al lavoro con la finestra sotto braccio per farla riparare e naturalmente i soldi della riparazione furono recuperati
dalle paghette dei due figli.
Siamo in conclusione e allora chiedo a Pina se si era mai immaginata che Andrea sarebbe diventato prete e lei mi stupisce
ancora una volta: «Lo sapevo! Quando lo guardavo vedevo che pregava in maniera diversa, aveva una devozione che
incantava! Un esempio per tutti noi!».
A questo punto ho la certezza che la nonna ha un debole per Andrea e le chiedo, col sorriso, se Andrea ha dei difetti e lei
mi sorride di rimando e dice: «Quando si vuole bene si vede solo il bello!».
                                                                                                             a cura di Davide C.
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Storia di
un Crocifisso
“Non si può cercare
un negozio di antiquariato                                                               Mariuccia bonfanti
in via del Corso                                                                         e il crocifisso per
Ogni acquisto ha il                                                                      don andrea
suo luogo giusto
e non tutte le strade sono un
percorso

Raro è trovare una cosa speciale
nelle vetrine di una strada
centrale
Per ogni cosa c’è un posto                Ci sono donne d’altri tempi che riesci a immaginartele con
ma quello della meraviglia
è solo un po’ più nascosto
                                          precisione, nonostante si intravedano appena in una vecchia
Il tesoro è alla fine                     fotografia.
dell’arcobaleno                           I capelli lunghi raccolti in strette pettinature, i vestiti composti dai
che trovarlo vicino                       colori scuri e i grembiuli legati ai fianchi nelle giornate di lavoro.
nel proprio letto                         Maria e Adele, due sorelle.
piace molto di meno                       Sai, don Andrea, erano sorelle di una tua bisnonna.
...                                       Ma tra di loro molto di più, gemelle. Le inseparabili “Pucène”,
                                          venivano chiamate in dialetto bergamasco, soprannome che
Non si può entrare in un negozio          significa “coloro che puliscono il piatto”. Essenziali, rigorose,
e poi lamentarsi
che tutto abbia un prezzo
                                          coscienziose.
se la vita è un’asta sempre aperta        L’essere sorelle era anche condividere l’impegno silenzioso nelle
anche i pensieri saranno                  filande e quello di ambulanti, vendendo il cotone, il cioccolato e
in offerta                                le caramelle che non avrebbero forse mai concesso a loro stesse.
                                          Un giorno però hanno deciso di impiegare del denaro per una
Ma le più lunghe passeggiate
le più bianche nevicate                   spesa non prevista, coi cuori sospinti da un desiderio più intenso
e le parole che ti scrivo                 di ogni altra razionalità. Entusiasmo, purezza, l’infinito.
non so dove l’ho comprate                 Donne che da sempre camminavano attraverso il sacrificio,
di sicuro le ho cercate                   hanno mostrato che la strada della Fede era profondamente
senza nessuna fretta                      incondizionata.
perché l’argento sai si beve
                                          Ecco quindi un Crocifisso, acquistato a Merate, che sarebbe
ma l’oro si aspetta”
                                          diventato un giorno un regalo prezioso per qualcuno della
         Il negozio di antiquariato,      famiglia che avesse speso la vita intera per il Signore.
                        Niccolò Fabi      Maria e Adele si sono fermate, aprendo i sensi e la mente, su un
                                          percorso di umanità sacra.
                                          Con questo gesto davano vita a una speranza, a una grande
                                          possibilità che non era stata nella loro vita concretizzabile.
                                          Di fronte al volto di Cristo la preghiera quotidiana, in attesa di un
                                          giovane che avrebbe tenuto nelle mani un frutto della loro storia.
                                          Il tempo ha poi accompagnato Mariuccia, moglie fedele di un
                                          nipote di Adele e Maria, nella cura di entrambe ormai non più in
                                          giovane età.
                                          Con loro nella condivisione delle difficoltà di giorni faticosi, ma
                                          anche nella carezza a quel Cristo in croce.
                                          Oggi un panno morbido ha tolto ogni granello di polvere, perché
                                          questo dono sia pronto a essere consegnato.
                         Maria e adele,   La zia Mariuccia, desiderato don, ti attende presto per
 sorelle di una bisnonna di don andrea    consegnartelo.
                                                                                                a cura di Sara M.
Ordinazione presbiterale don Andrea                          8




                                      Una lettera aperta, più che un articolo.
                            Questo il senso di questa pagina che rivolgo a don Andrea
                          anche a nome di tutta la comunità parrocchiale di Villa d’Adda




Caro don Andrea,
in questi giorni se ti guardi attorno vedi i volti di tante persone. Sono coloro che hai incontrato sulla strada della tua
vita e che condividono la tua gioia. Sono tante queste persone, anche perché tu sei un tipo così, che “una ne fa e una
ne inventa”… Tanto silenzioso nel tuo modo di fare, ma tanto desideroso di superare ogni traguardo che raggiungi e di
incontrare realtà nuove in cui metterti in gioco. Tante esperienze che ti hanno portato anche un po’ lontano dalla tua
“casa nel bosco”, aprendoti un po’ alla volta al mondo.

La prima cosa che vorrei dirti è di non vivere con disagio questo essere al centro dell’attenzione per qualche giorno. Un
po’, ti dà fastidio, lo so… Vivi piuttosto con gratitudine al Signore questo dono, insieme con questo mondo di persone
che ti vuole bene. Vivi questi momenti sapendo che una comunità cristiana non festeggia qualcuno per metterlo sul
piedistallo, ma come il frutto di una pianta che affonda le sue radici nella fede condivisa in Gesù; radici capaci ancora di
nutrire e dare vita.
Da tutti hai ricevuto qualcosa, e per questo tutti vedono in te il senso di una fatica fatta, il compimento di un percorso
anche proprio… Dietro la risposta al Signore, che evidentemente è tua, ci sono tanti “sì” a Lui, che ti hanno messo in
condizione di fare la tua scelta; sono i “sì” della tua famiglia, dei tuoi amici, della tua comunità di Villa d’Adda, delle
esperienze caritative che hai fatto, dei testimoni che hai incontrato, delle parrocchie dove hai prestato servizio, del
seminario e della diocesi che ti hanno seguito in questi ultimi anni…
E poi, lo sai benissimo che non solo vieni dalla fede di altri, ma anche che sei donato alla Chiesa e all’umanità per la fede
degli altri. Non si diventa preti per sé stessi… Vivi questi giorni e sempre il tuo ministero, consapevole che il sacramento
che hai ricevuto non è un premio, né è merito tuo…

La seconda cosa riguarda la disponibilità a lasciarti formare dal ministero nel quale stai per entrare.
Se è vero che fino a oggi ti sei preparato a essere prete, è altrettanto vero che sarà da oggi che ti verrà chiesto di cominciare
a esserlo. Vivi questo tempo non come chi “sa già tutto”, come chi deve “solo” applicare nella realtà le cose che ha
imparato. Come a volare si impara buttandosi, così a fare il prete: lasciati plasmare e formare dai gesti che compirai, dai
sacramenti che celebrerai, dalla Parola di Dio che annuncerai, dalle persone che incontrerai…

È nella libertà che è maturata la tua scelta ed è nella libertà delle persone che ti saranno affidate che vedrai maturare i
frutti più belli. Ci vuole tanta pazienza e la capacità di attendere i tempi di Dio, che non sempre sono i nostri. Entrare e
vedere ciò che Dio fa nella coscienza delle persone è un regalo grandissimo, e non solo perché agli altri non è dato, ma
perché si riceve tanto. Essere spettatori delle grandi cose che il Signore compie nel cuore delle persone è come leggere il
Vangelo: ti auguro di non abituarti mai e di guardare tutto ciò sempre con occhi pieni di meraviglia.

                                         Un’ultima cosa. Tranne un po’ il primo giorno…, non incontrerai un mondo che
                                         ti aspetta! Troverai un mondo però inquieto che si sente orfano, anche di Dio;
                                         un mondo in cui convivono la nostalgia di Lui e il sollievo per essersene liberati…
                                         Troverai famiglie con tanta fede e famiglie povere di umanità e di speranza. Tutti ti
                                         chiederanno di fare; forse anche a te verrà spontaneo “fare” tante cose…
                                         Tieni presente che a te la Chiesa chiede di parlare di Dio e di essere testimone della
                                         presenza di Gesù Risorto... Non preoccuparti se non ti senti adeguato. Fallo così
                                         come riesci. Fallo parlando della tua vita e con la tua vita, senza nasconderti dietro
                                         le frasi fatte dei libri di teologia. Se prima di esser prete, non sarai anche uomo fino
                                         in fondo, la tua vita non servirà né a te, né a Dio, né alle persone che incontrerai.

                                         Auguri ancora don Andrea e buon cammino.

                                                                                                                      don Diego
9                                             26 maggio 2012




                        L’augurio
    dell’Amministrazione comunale

Ho conosciuto Andrea nell’anno 2002 quan-           bero state fortunate le tante persone che in
do partecipavamo alle riunioni per le ele-          futuro lui avrebbe incontrato sul suo cam-
zioni comunali del 2003, tranquillo ragazzo         mino.
dell’Oratorio visto da fuori, ma dentro un          Andrea era un ragazzo che trasmetteva se-
vulcano di idee.                                    renità anche solo con lo sguardo; ora don
Dopo le elezioni ci siamo trovati a lavorare        Andrea dovrà continuare a lavorare per la
insieme per il nostro paese con un’attenzio-        sua gente con tanto amore che non potrà
ne particolare ai giovani e agli adolescenti,       che essergli ricambiato!
cosa che lui faceva già da diverso tempo in         Auguri di cuore don Andrea!
Oratorio; nel frattempo in lui maturò la Vo-
cazione e quando lo rese pubblico non mi                                               Il sindaco
stupii più di tanto, anzi, pensai che sareb-                                Adelvalda Carsaniga


                                                                                                             Festa in borgo, 2002

La vocazione di Andrea, per me, ha rappresentato                  boratore nell’Amministrazione comunale, un consigliere
nient’altro che la conferma del suo vivere quotidiano.            che qualche volta avevo anche immaginato... come futu-
Quando Andrea fu eletto consigliere comunale nell’Am-             ro sindaco; mi confortava tuttavia il fatto che la comunità
ministrazione di Villa d’Adda, ho avuto la fortuna, come          cristiana si sarebbe potuta arricchire di un nuovo pastore
sindaco, di avvalermi della sua collaborazione e di co-           del quale conoscevo le singolari qualità.
noscere più a fondo i valori della sua personalità: notai         La vocazione nasce da quello che uno è nelle sue doti di
subito la generosa disponibilità per i giovani, l’attenzio-       natura e di grazia, da quello che uno vive nell’ambiente
ne alle problematiche del nostro paese e del territorio           familiare e sociale: la famiglia Pressiani con il suo impe-
bergamasco.                                                       gno nel volontariato, nella politica e nella vita cristiana è
Capii che il suo agire, per certi aspetti, andava oltre la        stata il terreno fertile per la nascita di una decisione tan-
dimensione di un amministratore, e che il suo rapportarsi         to impegnativa, ma questa scelta di vita nasce anche dai
con gli altri poteva avere ulteriori sbocchi.                     valori più sani che la nostra gente ancora coltiva e vuole
Era un sabato mattina quando Andrea mi informava di               difendere.
aver maturato la scelta di entrare in seminario, per poter        Ora, don Andrea è sacerdote, a lui i miei auguri più senti-
sviluppare un percorso che lo avrebbe portato a servire la        ti. Un grande percorso di lavoro lo attende, ma sono con-
sua gente nel nome della fede in cui credeva.                     vinto che nel suo credo raccoglierà grandi soddisfazioni e
La confidenza, che quasi mi aspettavo, fu anche motivo            sarà un bene per tutti.
di un certo rammarico perché perdevo un valido colla-                                                         Serafino Carissimi
Ordinazione presbiterale don Andrea                         10




       Due anni al
     “Sacro Cuore”
                 ’
          in citta
Quando lo vedi sul presbiterio della cattedrale di
Bergamo insieme ai suoi compagni, lo noti subito:
testa bassa, passo corto… sembra un adolescente in
perenne disagio con se stesso e il mondo.
Da vicino ti appare un volto con la barba lunga, un po’
pallido e smagrito e ti viene spontanea la domanda:
«Ma quel figliolo mangia abbastanza?».
Le signore che alternano il loro servizio tra la Chiesa e
l’Oratorio, quando l’hanno visto “tirarsi su” le maniche
e mettersi al lavandino a pulire le pentole, l’hanno
subito adottato: «Questo è bravo, si dà da fare e ha
voglia di lavorare!».
Gli adolescenti più irrequieti, quelli che spesso stanno
sulla soglia dell’Oratorio e che “ogni tanto” escono con           personale e unico, tanto da diventare “icona di Gesù,
“parole improprie”, hanno imparato ad ascoltare la                 povero e crocifisso”, servo di una Parola che gli è stata
sua voce quando è cordiale e ammiccante, ma anche                  donata per diventare “vangelo”, buona notizia per
quando è decisa e forte e comporta il lavoro di ramazza            i fratelli e le sorelle che Lui gli farà incontrare, prete
negli ambienti meno nobili durante i campi scuola.                 - fornaio di quel Pane che nessuno meglio di Lui sa
Anche i bambini che si stanno preparando alla Prima                impastare e cuocere al punto giusto, che non si trova
Comunione, ieri al ritiro, mi dicevano: «Se lui non viene          in nessun negozio così buono e fragrante, ma che
a farci giocare a bandierina “ruspa”, noi andiamo a dire           Lui con un amore grande continua a “moltiplicare”
al vescovo di non farlo “diventare” prete!».                       e “distribuire” gratuitamente a tutti gli affamati del
Sono solo alcune considerazioni sul seminarista e oggi             mondo.
diacono, don Andrea Pressiani, che dall’ottobre 2010               Noi del Sacro Cuore ringraziamo la Comunità di Villa
svolge il suo servizio, generoso e competente, nella               d’Adda per averci “regalato” la testimonianza giovane
Parrocchia del Sacro Cuore in città, quartiere Carnovali.          e lieta di questo “ragazzo”, noi l’abbiamo accolto con
Don Andrea assomiglia alla sua terra e al suo paese,               entusiasmo e gli abbiamo consegnato le chiavi della
Villa d’Adda, si è formato assumendo le caratteristiche            nostra amicizia e il ritmo del nostro camminare insieme
della zona dove è nato e cresciuto: la strada è stretta            sui passi di Gesù.
e in salita, per arrivare a casa bisogna far fatica, devi          Ora diventa prete e lo accompagniamo con la preghiera
guadagnarti ogni metro di strada che fai con il sudore             e con tutto il nostro affetto perché sia “prete” fino
della fronte; se stai fermo, non vai avanti e non arrivi da        in fondo, nello stile del Maestro, nella semplicità del
nessuna parte; intorno c’è tanto verde, al contrario di            Nazzareno, nella santità del Crocifisso e nella forza del
qui in città, e puoi respirare a pieni polmoni; nel bosco          Risorto.
e all’ombra degli alberi ti sembra di sentire sul volto            Tanti auguri don Andrea, rimani sempre così, vedrai
e nelle narici il “sussurro della brezza leggera” con la           che chi ti incontrerà, e avrà la grazia di godere del tuo
quale Dio si è manifestato a Elia sul monte Carmelo; se            servizio sacerdotale, dietro l’andatura dimessa e la
poi guardi in alto vedi sempre il cielo, a volte sereno e          testa bassa, sotto la barba lunga e sul viso smagrito
limpido altre volte rabbuiato e nuvoloso, però lo puoi             e pallido troverà sempre un sorriso largo e pulito e
sempre vedere e il cuore si apre alla speranza, perché             saprà cogliere l’essenziale: “Un cuore appassionato per
c’è sempre un arcobaleno.                                          Cristo, che non si tira indietro e che si spende senza
Quel pezzo di terra di Villa d’Adda è stato per don                misura per i fratelli”.
Andrea un invito a cogliere “l’essenziale, che è invisibile
agli occhi”, una chiamata a seguire il Signore, in modo                                                          don Cesare
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Che la gente vedendoti dica:
       ’
Quanto e buono il Signore!
«Non è che la tua strada è quella del sacerdozio?»               sull’argomento. Capivo che ciò faceva parte di quello
domandai una volta a bruciapelo ad Andrea.                       che oggi con una parola inglese chiamiamo “privacy”,
Ero a Villa d’Adda da qualche tempo e, nei brevi contatti        cioè l’angolo segreto e personale delle proprie scelte e
che avevo avuto con lui, avevo potuto conoscere e                della propria coscienza. E lo rispettai.
anche apprezzare la sua disponibilità, soprattutto               Solo mi misi d’accordo con nonna Pina, la quale in
nel campo dell’informatica, e la sua attenzione alla             quel tempo non mancava mai alla Messa feriale
liturgia, nell’accompagnare i canti con la chitarra alla         dell’Istituto: ogni giorno, di buon mattino, scendeva
Messa domenicale delle 10.30.                                    con passo snello dal Mazzo per partecipare alla Messa
«No… non penso proprio…» fu la sua risposta asciutta             delle 7, estate e inverno.
e impacciata alla mia richiesta!                                 Concordai con lei di intensificare la preghiera, perché
«Va bene - continuai - era solo un’idea che mi era               tutto si svolgesse secondo i piani di Dio.
venuta e mi pareva potesse interessarti!».                       «La sarès ona grazia tròp granda» mi rispose, quando
Mi incontrai altre volte con Andrea. Bastava una                 le proposi di pregare intensamente per la vocazione al
difficoltà nel gestire il computer e per me, un po’              sacerdozio del nipote Andrea.
“imbranato” in alcuni passaggi informatici, era facile           Andrea entrò poi in seminario frequentando l’anno
ricorrere alla competenza di Andrea.                             di preparazione e poi la teologia. I nostri colloqui
Volutamente però non toccai più l’argomento                      divennero rari, ma amichevoli e sinceri: erano legati
“vocazione”, rispettando la risposta ricevuta.                   a un fatto casuale, nella breve presenza in parrocchia
Dentro di me lo affidai al Signore press’a poco con              durante le vacanze.
queste parole: Signore, a me sembra che Andrea                   Ora Andrea, sei arrivato.
potrebbe diventare sacerdote, mi sembra che abbia le             Sono contento di aver collaborato al nascere della
qualità per farlo! Tocca a Te adesso chiamarlo!                  tua vocazione, anche se penso che gran parte di
Passarono mesi, e forse qualche anno. A un certo                 “responsabilità” l’abbia la corona del rosario della tua
momento venni a sapere che Andrea aveva iniziato                 nonna.
a frequentare la scuola diocesana delle vocazioni                Mi piace concludere queste sobrie righe con un
giovanili. Fu una notizia che non mi sorprese, anche             augurio che ricevetti anch’io da una persona semplice
se l’interessato non mi aveva detto niente e taceva              e piena di fede, quando fui ordinato sacerdote: «Che
                                                                 la gente, vedendoti, dica: Quanto è buono il Signore!».
                                                                 Non che io creda di averlo realizzato! Ci ho provato e
                                                                 ci provo ogni giorno, nella fatica. Il risultato è visibile:
                                                                 c’è spazio per crescere! E tanto!
                                                                 Provaci anche tu.
                                                                 Non scoraggiarti se ti occorrerà del tempo!
                                                                 Ciao,
                                                                                                                don Renato
Ordinazione presbiterale don Andrea                             12




                                         ’   ’
                                Nulla mi e piu caro di
                                              ’
                                           Gesu Cristo
      “La grande maggioranza dei membri del concilio si              Ciò che desidero per me, che rimanga sempre, e
 trovava sul palco, ivi compresa quasi tutta la gerarchia            che sempre possa emergere dal mio volto, dalle mie
     dell’Oriente e dell’Occidente. In basso erano rimasti           parole, dai miei gesti… insomma da tutta la mia vita,
  soltanto tre gruppi di uomini che si erano avvicinati gli          è proprio questo: “Nulla mi è più caro di Gesù Cristo”.
    uni agli altri e che si stringevano accanto allo starets         Non ho nessuna pretesa di essere perfetto, di essere
              Giovanni, al papa Pietro e al professor Pauli.         testimone trasparente, di essere maestro infallibile:
    Con accento di tristezza, l’imperatore si rivolse a loro         anzi, desidero che i miei difetti siano ben evidenti,
                                                      dicendo:       perché risalti ancora più grande e miracolosa l’opera
     «Che cosa posso fare ancora per voi? Strani uomini!             di Cristo.
    Che volete da me? Io non lo so. Ditemelo dunque voi              Solo chi è stato visitato dal Signore può intuire quanto
      stessi, o cristiani [...] che cosa avete di più caro nel      sia vero questo: ogni uomo è il miglior narratore della
                                            cristianesimo?».         propria storia, e di come Cristo abbia conquistato il
 Allora simile a un cero candido si alzò in piedi lo starets        suo cuore.
                            Giovanni e rispose con dolcezza:         Niente pensieri strambi quindi…
   «Grande sovrano! Quello che noi abbiamo di più caro              Tutto questo è la mia preghiera per te, don Andrea,
   nel cristianesimo è Cristo stesso. Lui Stesso e tutto ciò       affinché tu sia ogni istante e in ogni millimetro e
        che viene da Lui, giacché noi sappiamo che in Lui            milligrammo del tuo essere, amico appassionato e
             dimora corporalmente tutta la pienezza della            innamorato del Signore.
                                                   Divinità»”.       Con profondo affetto.

                   Vladimir Soloviev, Il racconto dell’Anticristo                                               don Matteo




                                                                      Campo adolescenti a les menuires, 2004
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La fede delle nostre case,
la fede dei nostri paesi
Accolgo volentieri l’invito a formulare dalle pagine di              un segno tangibile della sollecitudine e della paziente
questa speciale pubblicazione il mio personale augurio               tenerezza con la quale il Signore, il Pastore bello delle
a don Andrea. Nel far questo mi affido a un ricordo per-             pecore, continua a prendersi cura delle nostre vite, del-
sonale legato alla settimana di immediata vigilia della              le nostre famiglie e dei nostri cari paesi. Insomma della
mia ordinazione sacerdotale, ovvero ai giorni di Esercizi            sua Chiesa. Per questa ragione, di fronte a questo segno,
spirituali svolti presso la casa di ritiri di Botta di Sedri-        tutti i membri di una comunità lasciano volentieri le loro
na. In quel clima di particolare raccoglimento, con sem-             abitazioni per riversarsi nelle strade per esprimere gioio-
pre maggior forza si fece strada nel cuore di tutti i miei           samente la loro riconoscenza.
compagni uno speciale desiderio: la possibilità di sentire           Carissimo don Andrea, quale augurio più bello per te se
particolarmente vicino a noi un caro compagno di studi               non quello che trae ispirazione da queste manifestazioni
che, non più tardi di tre anni prima, una crudele malattia           dell’unica fede? Non si diventa infatti cristiani da soli: si di-
aveva sottratto alla vita e al comune cammino verso il               venta cristiani incontrando dei cristiani. La testimonianza
sacerdozio.                                                          semplice e forte della quotidianità della tua casa e del tuo
Il Vescovo Roberto, che dettava quegli Esercizi, comprese            paese di Villa d’Adda ti ha donato di conoscere il Signore
quel nostro profondo sentimento e in via del tutto ecce-             Gesù. La tua giovinezza ha cercato nei loro volti, nel loro
zionale acconsentì alla richiesta di una breve sospensio-            amore, nella loro passione e dedizione, il segreto della
ne del ritiro per poterci consentire la visita a Vittorio e          vita, la risposta alla domanda a come sia possibile vivere
il saluto alla sua mamma. Fu una serata la cui dolcezza              facendo bene gli uomini. Proprio mentre frugavi la vita e
e forza ancora oggi conservo nel cuore. Le luci del tra-             gli occhi degli uomini e delle donne della tua comunità,
monto ci regalarono la possibilità di una preghiera silen-           ti sei imbattuto in ciò che è al centro dei loro cuori, una
ziosa e potente attorno alla tomba dell’amico, cui seguì             perla preziosa, talmente bella che per essa vale la pena di
la visita a sorpresa alla mamma che ricambiò con una                 vendere tutto: il Signore Gesù. Così e non altrimenti hai
commossa accoglienza e con parole di grande sapienza e               iniziato a frequentare il Signore. Alla sua scuola hai accol-
incoraggiamento nei nostri confronti.                                to l’invito, la chiamata a metterti a tua volta a servizio del-
Nel fare ritorno alla Casa di Spiritualità, proprio mentre           la fede dei suoi e tuoi fratelli: questa è la tua vocazione.
ciascuno, in silenzio, gustava la testimonianza ricevuta             Questo d’altra parte sarà anche il tuo sacerdozio. Ovun-
dalla fede, robusta poiché provata, che abita e anima le             que infatti ti troverai a servire, sempre porterai al centro
case e le famiglie della nostra terra, l’autista inavvertita-        del tuo cuore il tesoro prezioso della testimonianza della
mente percorse le vie di alcuni paesi che proprio l’indo-            casa e della fede della comunità dove il Signore ha voluto
mani avrebbero accolto i giovani e novelli sacerdoti. Ben-           che il tuo essere prete avesse a germogliare.
ché fosse buio e l’ora ormai tarda, la gente di quei paesi           Auguri don Andrea! Con grande affetto.
era ancora per via, gioiosamente schiamazzante e tutta                                                                don Fabrizio
indaffarata a ultimare gli addobbi e l’apparato necessa-
rio per la buona riuscita della festa. Come non rimanere              San nicolò, capodanno 2003
colpiti da quella intensa partecipazione, dall’entusiasmo
che accompagnava quella laboriosità? Un clima di gran-
de attesa avvolgeva quei preparativi.
Per parte mia, mentre transitando, osservavo dal fine-
strino tutto quel gran darsi da fare, a fronte della mani-
festazione di così grande attesa e onore, pensai istinti-
vamente al mio paese di Carenno e provai da principio
non poco timore e senso di inadeguatezza. A questo pri-
mo sentimento, ispirata dagli eventi di quella particola-
re sera, fece seguito di lì a poco una considerazione più
profonda e consolante: lo spettacolo offerto da quella
vivace esteriorità era di fatto una nuova testimonianza.
La testimonianza della fede di un intero paese che sente
e vede nell’ordinazione di un suo giovane al sacerdozio,
Ordinazione presbiterale don Andrea   14




                                      Come un fratello
                                      Quando uno arriva dall’oratorio e si ritrova dentro un ufficio,
                                      qualche attimo di smarrimento ce l’ha. Abituato al clima del-
                                      la parrocchia, gli sembra di perdere il contatto con la realtà:
                                      le persone si fanno più lontane, pur essendo sempre il cen-
                                      tro dell’attenzione della vita quotidiana.
                                      Andrea, quando l’ho conosciuto, faceva parte di un mondo
                                      per me nuovo. Un mondo che aveva le sue piccole strutture,
                                      compresa quella cosa strana che è un gruppo di giovani vo-
                                      lontari che si era dato un “presidente”. Parola impegnativa,
                                      per dire di una presenza che non ha veri mandati istituziona-
                                      li, ma che conserva - dentro il gruppo degli animatori Upee
                                      - la delicatezza di raccogliere gioie, attese e qualche volta
                                      malumori. Per essere una specie di “braccio destro”.
                                      Niente di che: non è una carriera, non si fanno soldi, semmai
                                      c’è da perdere del tempo.

                                      Potrebbe dare persino fastidio, ad Andrea, parlarne. E, in-
                                      fatti, il divertimento erano gli animatori dell’oratorio di Villa
                                      d’Adda che sfilando all’ingresso dell’Acquasplash la sera del-
                                      la festa di luglio, cantavano a squarciagola: “Solo noi, solo
                                      noi, il presidente ce l’abbiamo solo noi”. Più che un pizzico di
                                      sano orgoglio, era la sottile soddisfazione di vedere dipinto
                                      sul suo volto un po’ di imbarazzo.

                                      Se non fosse che sto correndo il rischio di rinnovarlo, questo
                                      imbarazzo, vi dovrei raccontare invece di quanto Andrea fos-
                                      se capace di vivere con semplicità, ma anche con un grande
                                      senso di responsabilità questo compito; della sua capacità di
                                      intuire il più piccolo disagio nel cuore di ognuno nel gruppo;
                                      di saper stare accanto a un “direttore” con la capacità di so-
                                      stenerlo e di riprenderlo a dovere, quando era il caso.
                                      Ma, davvero, non sto ricuperando dalla memoria queste
                                      cose per tessere un elogio - buono solo per la retorica di ma-
                                      niera. Piuttosto, perché penso che anche quel passaggio di
                                      vita sia stato importante per lui e per noi che oggi - non sen-
                                      za stupore - lo vediamo salire all’altare da prete.

                                      Caro Andrea, ciascuno di noi diventa ciò che è attraverso la
                                      sua storia e le sue scelte. Non so qual è il peso della tua espe-
                                      rienza di animatore per gli oratori della Diocesi nel tuo deci-
                                      derti per il sacerdozio o nel tuo essere prete in futuro: queste
                                      sono cose tue. E francamente non ci interessa dirlo, come se
                                      fosse importante stabilire una classifica di queste cose.
                                      Mi piace ricordarti, però, che sei stato capace di vivere in-
                                      tensamente e con spirito di servizio una cosa che in sé non
                                      ti stava portando da nessuna parte. Hai sperimentato anche
                                      dentro a questo gruppo di matti cosa significa quel famoso
                                      adagio di Gesù: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamen-
                                      te date”. E ti sei accorto - credo - che nelle piccole cose di ogni
                                      giorno possiamo mettere molto di noi stessi, possiamo sco-
                                      prire molto degli altri, possiamo renderci conto della gran-
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dezza e della bellezza di una vita attraversata dal Signore.
Probabilmente in questi giorni proverai anche un po’ di
smarrimento e forse ti sembrerà troppo quello che la
Chiesa ti sta per affidare. Torna, con la memoria, anche
a questo piccolo pezzo di storia; dove il sogno per la vita
buona dei ragazzi ha abitato un gruppo di giovani che per
questo sogno si sono spesi. Torna, sì, alle fatiche e insieme
alle gioie che tutto questo ha saputo produrre. Per trovare
il coraggio, la forza, ma anche la creatività della profezia di
chi dice al mondo che lo spreco di amore e di cura è l’unica
cosa che può medicare le ferite e i dolori dell’uomo di oggi.
Pochi hanno voglia di farsene carico, ma forse questa è l’u-
nica cosa di cui tutti sentono il bisogno.

È per questo che oggi suona la banda e ti facciamo festa.
Perché sappiamo che tu non saprai tradire questa attesa.
Basterà che il tuo passo continui a essere lieve e amorevole
accanto alle persone che ti verranno affidate. Ti accompa-
gniamo con la nostra preghiera. Con tutto l’affetto di cui sia-
mo capaci. E la riconoscenza per averti come amico e compagno
di viaggio.
Ti ho sempre sentito come un fratello. Alla gioia, oggi, aggiungo
la commozione di sentire che questa fraternità è ancora più for-
te. Ti abbraccio,
                                                     don Michele


                                                                                                        Cre a orio al serio, 2008
   Ebbene sì! Non aveva ancora messo piede in
   parrocchia che le voci dei soliti bene informati
   dicevano: “È bravo; siamo fortunati perché è proprio
   bravo”. Non che non lo fossero stati i seminaristi/
   diaconi che lo avevano preceduto ma, nel suo caso,
   la fama di ragazzo in gamba lo precedeva.
   E così è stato. Come dirlo, però, in poche righe senza
   sembrare compiacenti? Forse lo si può sintetizzare
   con una frase molto semplice: ci ha voluto bene
   da subito e per quello che eravamo, deciso a
   testimoniare in mezzo a noi quanto è grande
   l’amore di Dio per ciascun uomo.                                      Piazzatorre, 2012
   E così ha fatto con tutti. Con i bambini e i ragazzi
   al catechismo, in oratorio, al CRE; con i suoi
   specialissimi e non sempre facili pre-ado, ado e giovani cercandoli ogni volta personalmente per invogliarli
   a sperimentare che è bello avere Gesù come Amico. Quanto impegno, voglia di fare e attenzione anche con i
   catechisti e con il gruppo delle famiglie giovani dove ha legato in fretta con quei papà e quelle mamme che hanno
   più o meno la sua stessa età. Anche con gli adulti non si è mai tirato indietro. Bello e pieno di rispetto il suo
   rapporto con il parroco, con gli altri preti della comunità e con le suore.
   Disponibile, concreto, positivo, rigoroso e severo, quando era necessario, ma sempre pronto a ricominciare da
   capo superando gli ostacoli le inevitabili diversità di vedute presenti in ogni parrocchia.
   Insomma abbiamo avuto tanto in dono da lui e ora che sta per concretizzarsi il suo progetto di vita non possiamo che
   augurargli: “Non cambiare, mantieni intatti questo tuo entusiasmo e voglia di spenderti per gli altri”. Ma è inutile
   che glielo diciamo noi perché l’ha già scoperto da solo che chi fonda la propria vita in Cristo non resterà mai deluso.
   E allora… al novello sacerdote don Andrea un grande grazie e l’Augurio sincero di buon cammino.
                                                                                             La comunità del Sacro Cuore
Ordinazione presbiterale don Andrea                        16




In uno sguardo                                                  Nell’estate del 2003 con un gruppo di amici abbiamo de-
                                                                ciso di andare a scoprire la Romania e in particolare un
                                                                progetto che si svolge nel nord del paese, nella città di
                                                                Baia Mare…Tu non hai fatto parte del gruppo che è anda-
                                                                to in avanscoperta ma sei tra quelli che più si è fidato ed è
Caro Andrea,                                                    rimasto affascinato dall’esperienza, tanto da passarci ben
è abbastanza difficile condensare in una pagina un pez-         quattro estati (e forse non ti sei ancora stancato!).
zo consistente delle esperienze/avventure/disavventure/         La condivisione dell’idea che l’ingiustizia sociale sia una
scorribande che abbiamo vissuto insieme agli amici della        “malattia” che dobbiamo cercare di combattere con la
vecchia Upee e del progetto Romania. Ti ricordi come è          nostra intelligenza e la voglia di fare, ci ha portati a per-
iniziato tutto?                                                 severare nel mantenere viva l’esperienza di scambio tra
Tra le prime cose che ricordiamo di te è di aver scoperto       Italia e Romania e nel proporla ogni estate a gruppi di
a 16 anni che esisteva un paese che si chiama Villa d’Ad-       giovani bergamaschi che si vogliono sperimentare e vo-
da!!! Dove l’oratorio e i don erano altrettanto “mitici” di     gliono guardare il mondo con occhi diversi.
quelli del nostro quartiere, all’interno del quale noi pen-     Questa idea non è nata in un ambiente ecclesiale, ma da
savamo iniziasse e finisse il mondo! E invece no!               alcuni giovani che hanno iniziato a sperimentare che oc-
Già, nelle prime riunioni noi, nuovi arrivati, cercavamo di     cuparsi di qualcuno più sfortunato era qualcosa che dava
capire in punta di piedi dove fossimo finiti, in mezzo a tut-   valore al loro tempo libero e che creava legami di amicizia
to quel gran da fare! Tu capelli incolti, pantaloni peruviani   sinceri, permettendo di condividere in un modo nuovo gli
e chitarra alla mano.                                           stessi valori di sempre, anche nella differenza delle strade
Presto superati gli indugi dell’inizio, ci siamo trovate af-    che imparavamo a percorrere.
fiancate a uno strano soggetto, che in alcune espressioni       Sei stato, e tuttora sei, parte di questo gruppo, nonostan-
si diceva assomigliasse a Hugh Grant, per occuparci di ciò      te tu ora abbia uno “status speciale”: la scelta di vita che
che era la parte di accoglienza nelle attività dell’ufficio     stai compiendo non è usuale né comune… è una scelta di
della pastorale giovanile… Così non furono solo i poveri        un coraggio che sembra quasi incosciente o incomprensi-
adolescenti villadaddesi a beneficiare delle tue balzane        bile agli occhi di noi altri giovani abituati a una società in
idee e improbabili proposte!                                    cui tutto si cambia e ormai niente è per sempre.
Sono poi trascorsi parecchi anni di corsi centrali, mezzol-     Quando ci hai confidato che tu invece ci credevi, credevi
di, corsi di formazione, gite fuori porta, veglie e soprat-     che questa fosse davvero la tua strada e che ti saresti affi-
tutto serissime riunioni serali all´insegna del buon vino e     dato nelle mani di Qualcuno più grande di noi che avreb-
della buona tavola... (beh, perché così si lavora meglio!).     be saputo guidarti, ci hai spiazzato, hai messo sottosopra
Ne è nata un’amicizia profonda, di quelle che partono           il nostro piccolo mondo… è servito del tempo perché im-
dalla pancia e poi arrivano anche alla testa, di quelle pure    parassimo a comprendere attraverso i tuoi gesti e il tuo
che non hanno mai doppi fini, di quelle che rimangono           sguardo brillante che questa scelta è la tua felicità.
vive anche dopo molto tempo pur senza una frequenta-            Ci hai pazientemente regalato la possibilità di scoprire
zione assidua.                                                  cosa volesse dire ascoltare ciò che si ha davvero nel cuo-
Lentamente ne è nato un rapporto intenso, di quelli che         re, togliendo i rumori di fondo e il conformismo richiesto
spesso non hanno nemmeno bisogno di troppe parole               dalla società. Di fronte a un desiderio così profondo e ir-
perché sanno leggere dentro un silenzio o incontrarsi in        refrenabile, non possiamo che ringraziarti e condividerne
uno sguardo.                                                    la bellezza.
Nel frattempo gli anni passavano e tutti noi crescevamo…        E hai anche dimostrato che rimarrai sempre l’Andri,
                                                                                l´Andre, il Pressia… quello sempre attento
                                      Baia Mare in Romania, agosto 2011         a coloro che fanno più fatica, quello com-
                                                                                puterizzato e ipertecnologizzato che crea
                                                                                segnalibri solidali come nessun altro, quel-
                                                                                lo che ascolta sempre tutti, quello che non
                                                                                si scompone di fronte a una moltitudine di
                                                                                bambini urlanti, quello sempre contento
                                                                                della vita e con il sorriso stampato sul viso…
                                                                                Siamo certi che la Chiesa ha bisogno di per-
                                                                                sone come te. Per questo siamo orgogliosi
                                                                                della tua scelta e ti auguriamo buon cam-
                                                                                mino e buon inizio di questa splendida av-
                                                                                ventura umana…

                                                                                         Un abbraccio forte da Livia e Greta
Barbara e Marco M.




A te don Andrea...
Finalmente ce l’hai fatta! Anno dopo anno, passo dopo passo, sei arrivato al tra-
                                        guardo di questo cammino. Un traguardo che non è un arrivo, un traguardo che
                                         si trasforma in una nuova partenza. Una ri-partenza che non è semplicemente un
                                         riprendere il cammino, una ri-partenza che ha il sapore della propria debolezza e
                                          della fiducia di Colui che ti ha cercato e desiderato.
                                          Bellissima è l’espressione usata da Biagio Antonacci nella canzone “Ti dedico tut-
                                          to”, una frase che racchiude in sé sia la nostra situazione di uomini e preti, sia
                                           l’augurio che mi permetto di lasciarti: “Siamo naufraghi vivi in un mare d’amore”. Il
                                           naufrago è colui che è in mezzo al mare, travolto dalle onde, che non può contare
                                            solo sulle sue forze, ma è in attesa di qualcuno. Così è un po’ il prete: in mezzo a
                                            un sacco di gente, travolto da varie attività e impegni da svolgere, che non può
                                             contare solo sulle sue semplici mani, ma deve essere capace di farsi aiutare. E in
                                             mezzo a questa burrasca, proprio quando ti sembra di affogare e di non sentire
                                             più l’aria nei polmoni, scopri che sei in un mare d’amore, ti accorgi che stai affo-
         gando proprio nell’amore di Colui che ti ha voluto e chiamato, nell’amore di Dio. Allora caro Pressia, o meglio, caro
         don Andrea, non aver paura di essere “un naufrago vivo in un mare d’amore”.
                                                                                                          Cipo
     Grande, l’Andre! Un grazie
                                    è di dovere - niente di ret
     rico - per tutto quello ch                                   o-
                                e negli ultimi sei anni ab
     condiviso, mischiandoci                                biamo        Caro don Andrea,                                      erdozio
                                 i sogni, le idee e la vita.                                        ri per il cammino di sac
    gurio più bello lo ritagli
                                o da un pezzo di quel mi
                                                              L’au-      ti rivolgo i migliori augu                       sulla via del
                                                                                                    nore ti guidi sempre
    concerto del Jova, dello
                                scorso dicembre: “… Co
                                                               tico      che hai intrapreso. Il Sig
                                                                                                       o testimone.
    rando che l’amore non ha                                nside-       Vangelo di cui sei diventat                               re il
                                   prezzo, lo pagherò offren                                            impegno a farmi conosce
   tutto l’amore, tutto l’amo                                   do        Ti ringrazio inoltre del tuo
                                re che ho…”.                                                         incontri vocazionali.
   Il tuo fare, il tuo dire e
                              il tuo essere possano da                    Seminario attraverso gli
   essere racchiusi tutti qui                               vvero         Auguri ancora,
                               dentro: in quel travaso ete                                                     Mattia
   e inesauribile di amore                                    rno
                              donato perché ricevuto
  la meraviglia della gratitu                             , dove
                                  dine rende possibile dis
  lare perle visibili di gratui                                til-                      In questi giorni, mentre preparavo un ritiro,
                                 tà. Permetti ancora che
 ti incontra possa lascia                                     chi             mi è capitato di vedere un video di Giovanni Paolo II
                             rsi toccare dalla tua pa
 sferzante, che è capace                                 ssione                                 alla GmG celebrata a Roma nel 2000.
                             di aggrapparsi con tenaci
 tracce invisibili del passa                               a alle                  In un passaggio, salutando le migliaia di persone
                              ggio di Dio, nelle pieghe
 opere e dei giorni degli                                  delle                   presenti il Papa, esclama di sentirsi “giovane tra i
                             uomini. Sia questo l’esser
stimone della gioia che ti                                 e te-               giovani”. Non so perché, ma subito ho pensato a te.
                              ha incontrato. Anche pe
Insomma – in tre parole                                   r me.             So che alla tua età non sarà facile essere prete e ancor
                             – ecco il “mio” augurio,
fa stile di vita e di Chies                              che si                 più difficile sarà lavorare con tanti adolescenti che,
                             a: essere visibili perché
bili, perché in visibilio…                              invisi-                        quando sentiranno parlare di anni settanta, ti
                            Buon cammino, e tanta
                                                       vita!                        guarderanno con fare dispiaciuto e penseranno
                                         don Mattia Magoni                                                  “che povero vecchietto...”.
                                                                                 Ti auguro, nonostante l’età, di cercare di mostrarti
                                                                             sempre giovane. Ovviamente ma nello spirito, perché
C’è il panico di non saper bene cosa scrivere: forse perché
                                                                                                 mostrarlo nel fisico sarà impossibile.
sbaglio l’idea iniziale. Questo non è un addio, caro Pres-
                                                                                  Ti auguro di saper portare, nelle parrocchie che ti
sia, anche se verrebbe da pensarlo... è che ci siamo incon-
                                                                                     accoglieranno e nelle comunità che ti verranno
trati troppe volte nel Signore per dire che non succederà
                                                                                     affidate quella freschezza che in questi anni hai
ancora, e questo mi basta per provare grande serenità.
                                                                       mostrato nelle esperienze che abbiamo potuto condividere.
Dal 26 maggio non avrò un confratello in più, perché ci
                                                                                        Ti auguro, nonostante l’età, di poterti sentire
sei già e da molto tempo: fratello, amico, aiuto. Mi hai
                                                                                  “giovane tra i giovani” così come ti abbiamo fatto
fatto il dono di un’amicizia che spesso mi ha aiutato a re-
                                                                                                 sentire in questi anni in seminario…
spirare. Abbiamo condiviso tanto, e il debito d’affetto è
                                                                                                                    Auguri Reverendo.
grande... piccole sono invece queste parole, sicuramente
                                                                                                                                 Paolo
sproporzionate rispetto a quanto sarai chiamato a essere
tra poco. Solo pochi indizi per rimanere ancorato al Signo-
re al quale ti stai consegnando: prega spesso, raccontati,                                                    Rifugio rino-olmo, 2009
ascolta e perdonati per quello che non riuscirai a fare. Perdona me per
queste righe, che sono il frutto di pensieri sparsi rincorsi dai ricordi. Ci
siamo già detti molto e molto non è nemmeno da dire: i fratelli intui-
scono qualcosa dell’altro, non è necessario che si spieghino. Di fondo
l’augurio più sincero: abbi ogni giorno il coraggio di consegnarti con
sincerità al Padre e a chi, sulla tua strada, ti parlerà di Lui.
E, vivaddio, queste sono lacrime di gioia…
                                                                 dRenzo Q.
te
      Ricordo l’agitazione, il timore e anche                                                             spende unicamen
                                                                                      Un ragazzo che si                 lo che
      un po’ di paura che trasparivano                                                                      un miraco
                                                                                      per gli altri è come
      dai suoi grandi occhi espressivi                                                                     stri occhi
                                                                                      accade sotto ai no
      in quel bel visetto paffuto...                                                                        di ogni parola,
                                                                                      e la tua scelta, più
      Era il primo ostacolo della sua vita:                                                                  Lui.
                                                                                       dice tutto di te e di
      l’esame di ammissione alla                                                                             ni scelta,
                                                                                       Ogni vocazione, og
      seconda elementare.                                                                                   lmente,
                                                                                       se la si segue fede
      Devo dire sostenuto brillantemente!                                                                    facile!
                                                                                       non penso sia mai                         gno
      Forza Andrea, vai avanti così
                                                                                        Ma tu hai dalla  tua il miglior compa
      e supererai sempre bene i vari esami                                                                    ssa essere...
                                                                                        di viaggio che ci po
      che incontrerai                                                                                         herò,
                                                                                        Dal canto mio preg
      sul tuo percorso di sacerdote!                                                                          hé, attraverso te,
                                                        Laurea in info                  magari anche perc
                                      Anna Luppi                       rmatica,                                distanza che a volte
                                                           Febbraio 2007                 la Chiesa accorci la
                (sua insegnante alle elementari)                                                               otidianità e
                                                                                         mantiene con la qu
                                                                                                               ntirsi un po’ più
                                                                                          perché cerchi di se
                                                                                                                 porzione di mondo
                                                              ciò che vuo
                                                                          i.”             solidale “con quella                        ,
          “Ciò che conta è lo stupo              “Ama e fa’                                                     a ci passa di striscio
          Caro Andrea,
                                        re”.
                                                             (Sant’Ag ostino)             che dalla parrocchi
                                                                                                                 icandola”
                                                               i ricevere                 amandola non giud
          ti saluto con una frase ch
                                        e,         Ti auguro d             sono            come diceva don To
                                                                                                                  nino Bello.
                                                               re che, ne
          pur nella sua semplicità,
                                       ha per      tutto l’amo onare.                      Forse chissà... sara
                                                                                                                i chiamato a
                                                                 id                                             ona battaglia anch
                                                                                                                                      e
          me un significato profon
                                       do           certa, sapra o!                        condurre la tua bu
                                                                 lup
         e prezioso e oggi rappre
                                      senta         In bocca al              Giusi          là dove il mondo ti
                                                                                                                  aspetta
         proprio l’augurio che                                                                             co n tanta ansia.
                                                                                                                                     Teli
         voglio farti,                                                                                        Con affetto. Vanna
         cioè quello di vivere
        sempre la tua vita
        con sguardo e spirito                                                                              “E giorno dopo gior
                                                                                                                               no
        di meraviglia, di stupore                                                                              è silenziosamente
        di fronte ai doni, alle gio                                                                                   costruire…”
                                    ie,
       ai compiti e alle sfide ch                                                                                    (Nicolò Fabi)
                                   e
       il Signore d’ora in avanti
       metterà sul tuo cammino                                                                                 A chi si è sempre
                                     .
                Con affetto. Stefania C.                                                                     preso cura di me...
                                                                           Terlago, 1996                                 GRAZIE!
                                                                                                            Auguri don Andrea
                                                                                                                                .
               005
      chello, 2                                                                                                             Vero
Trabuc

                                                                                                     Mettersi in cammino verso
                                                                                           una meta sconosciuta esige fiducia.
                                                                              Anche noi come gli israeliti naufraghi in cammino
                                                                                              sicuri che chi ci guida, il Signore,
                                                                                                       sa qual è la nostra meta.
                                                                                                               (RODENGO 2006)

                                                                                                Caro Pressia…, cioè don Andrea,
                                                                                 grazie perché mi hai mostrato la bellezza della
                                                                                             condivisione, del vivere la comunità
                                                                                         (o forse l’oratorio o le varie esperienze)
                                                                                 nella gioia, nella collaborazione e nel dialogo.
                                                                                       Ti saluto augurandoti di saperti spezzare
                                                                                                per il prossimo perché il Signore
                                                                                         è in mezzo a noi come Colui che serve.
                                         Bergamo, 2012                                                    Questo sia vero sempre
                                                                                                              anche per la tua vita
                                                                                                  ovunque il Signore ti condurrà.
                                                                                     In bocca al lupo per questo nuovo viaggio!
                                                                                                               Un abbraccio, nani.
                                                                                                                              Betty
Beh, che dire? Ci sia
                                                                                    mo conosciuti che
                                                             e tu già mi ripetev                         io avevo tredici an
                                                                                 i che dovevo anda                            ni
                                                            Io ti rispondevo: «M                    re nei villaggi...
                                                                                    a piantala! La mia
                                                            E invece ora sono                           vita è a Villa d’Add
                                                                                a Marsa Alam                                 a...».
                                                            e da cinque anni a
                                                                                 questa parte sto gi
                                                            Ogni tanto ci senti                       rando il mondo.
                                                                                amo, e mi dai anco
Fontanella 2006                                                Sai, è bello vedere                   ra consigli...
                                                                                    che stai arrivando
                                                                                                        a quello che vuoi fa
                                                                                              Ti auguro tutto il be            re…
                                                                                                                     ne possibile.
      Caro don Andrea,
                                                                                                                        Andrea R.
      quanti bei ricordi mi hai regalato!
      Sono tantissimi, ma in particolare
      ne ho uno che custodisco gelosamente.
                                                                                                                Ciao don Andrea,
      Questo ricordo è riferito alle domeniche di
                                                                                    con queste poche righe ti voglio ringraziare
      Avvento e Quaresima che assieme a
                                                                per il grande dono che ci fai, quello della tua vita per gli altri,
      don Fabrizio animavamo in chiesina,
                                                                                                   proprio come Gesù ha fatto.
      tu con la Bottega della Musica
                                                                       Tu sei stato mio educatore in oratorio e ricordo quando
      e io con il laboratorio liturgico.
                                                                                  con gioia ed entusiasmo ci parlavi dell’Amore,
      Era uno dei momenti più belli della domenica;
                                                                  quello con la A maiuscola, e della libertà. Tutto questo ora
      ammiravo molto come, con il tuo carisma,
                                                                   l’hai tradotto nella tua vita per mezzo della tua vocazione
      riuscivi a coinvolgere tutti a seguirti nei canti.
                                                                                                      e così continui a educarci:
      Eravamo tutti catturati dalla tua gioia che
                                                                                                                  niente è meglio
      inondava tutta la chiesa, mi ricordo in
                                                                                                               del buon esempio!
      particolare che una domenica, mentre stavi
                                                                                                          Ti auguro che tu possa
      facendo provare i canti per la Messa,
                                                                                                    vivere sempre con la stessa
      hai fatto strimpellare la tua chitarra
                                                                                                     passione la tua nuova vita,
      ad alcuni bambini che sedevano davanti a te.
                                                                                                           così che tutti possano
      Nei loro occhi ho visto una forte ammirazione
                                                                                                          intravedere grazie a te
      per te, sentimento che tanti tra noi ragazzi
                                                                                                      il volto di Gesù e possano
      proviamo nei tuoi confronti.
                                                                                                         conoscere e assaporare
      In particolare la mia stima è per tutto il percorso
                                                                                                            la grazia della Parola.
      che hai fatto per arrivare dove sei,
                                                                                                                  Buon cammino.
      hai sentito la Sua chiamata e con pazienza
                                                                                                                             Marta
      e tanta devozione hai camminato su
      quella strada che ti ha portato a dire “Eccomi”.                   99
                                                             Corrida, 19
      Ora, caro don Andrea eccoti qua: per tutti sarai
      don Andrea, ma per noi, che ti conosciamo                                                                Ciao Pressia...
      da sempre, sei e sarai “il Pressia”.                                            Che dirti? Solo una parola: GRAZIE.
      Da tutti e tre un augurio speciale perché                          Ti ringrazio per tutto: per l’amicerchio, per aver
      tu possa portare sempre con te                                    condiviso un pezzo di pane per pulire le padelle,
      quella gioia di fare che ci hai regalato                       per Trabuchello 2005... per Mezzoldo (presidente),
      per tanto tempo e perché tu possa donarla a chi                                  per essere stato il mio educatore,
      incontrerai durante questo tuo nuovo percorso!                           grazie per aver condiviso un pezzo del tuo
      Auguri per tutto!                                              percorso con me e soprattutto grazie per i consigli
      Monica, Stefano e il piccolo Gabriele                           che mi hai dato, uno in particolare che mi ha fatto
                                                                                                      riflettere e cambiare.
                                                                                E adesso che sei don Andrea, sono sicuro
                                   Sesto San Giovanni , Settembre 2011     che puoi condividere con molte altre persone
                                                                                             la tua simpatia e la tua fede.
                                                                                    Continua così come hai sempre fatto!
                                                                                                               Un abbraccio.
                                                                                                                       Massi

                                                                                  Nel mezzo c’è tutto il resto e
                                                                                  tutto il resto è giorno dopo giorno
                                                                                  e giorno dopo giorno è
                                                                                  silenziosamente costruire
                                                                                  e costruire è sapere e potere
                                                                                  rinunciare alla perfezione.
                                                                                  Non dimenticartelo!! Buona strada!
                                                                                  Un sorriso.
                                                                                                    Sara P.
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Numero speciale ordinazione don andrea

  • 1. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. (Mt 10,8) Numero speciale di dial gare - Periodico della comunità parrocchiale di Villa d’Adda (Bg) - N. 241 - Maggio/Giugno 2012 ORDINAZIONE PRESBITERALE DON ANDREA PRESSIANI Bergamo, 26 maggio 2012 Villa d’Adda, 27 maggio 2012
  • 2. Ordinazione presbiterale don andrea 2 Le figure di Davide Casari sono un lavoro paziente, amorevole, paterno, che ha saldato infiniti brandelli di ferro e ha dato loro una forma. Figure costruite, assemblate, che fanno intuire la fatica e la passione. Non sono frutto di un’illuminazione estemporanea, di uno scatto artistico, ma nascono da giorni, mesi di lavoro appassionato e attento. Non nascondono lo sforzo, ma anche la cura di una progettualità che ha richiesto un esercizio quotidiano. Ogni progresso è evidente, ogni frammento ne regge un altro, formando un’ossatura robusta, non pesante. E’ così che prende forma ogni uomo e la propria vocazione: eliche di dna che si abbracciano, battiti di cuore che riempiono di forza. Crescere: cellula dopo cellula, come chiodo su chiodo, in continua evoluzione tra le mani di Dio. In copertina e sopra: �� R������, opera di Davide Casari Un corpo ancora aperto, in attesa di essere riempito nell’ascolto della Parola. In attesa di un compimento, di un’unità, di una completezza, che sarà nel domani e con Lui. “Le tue mani mi hanno fatto e plasmato; Oggi invece spirituale e fammi capire e imparerò i tuoi materiale si intrecciano, nel comandi” (Salmo 118,73) furore e il disincanto di quell’universo a forma di persona. Numero speciale di dial gare Periodico della Direttore editoriale: don Diego nodari comunità parrocchiale di Villa d’Adda (Bg) - N. 241 a cura della redazione Maggio/Giugno 2012 Stampa: Tipografia dell’Isola s.n.c. Tel. 035 4940845 -Terno d’Isola (Bg)
  • 3. 3 26 maggio 2012 E’ tutto qui “Scrivi un articolo per il dialogare, su te, sul fatto che diventi prete, e che sia per la tua comunità di Villa d’Adda”. Compito fantastico ed eccezionalmente difficile: la partenza è possibile perché c’è un luogo che, fisicamente, segna l’inizio di un viaggio e, nella mia storia, questo luogo ha una geografia precisa. Non so bene perché ma girano in testa queste parole: “è tutto qui”. Le prendo in prestito da una canzone. Soprattutto mi diverte l’ambivalenza che offre questa piccola espressione. Ciò che in prima battuta dice lo stupore di fronte al fatto che il tutto si dà in un piccolo spazio che ha i contorni del qui, passa poi al disincanto per l’esilità dei tratti di questo tutto che pare così fragile e così ordinario. È come se un bimbo potesse prendere al volo tra le sue mani una stella cadente, ma poi, dischiuse “Risuonano parole le dita, si ritrovasse tra i palmi nient’altro che una pietra annerita dal fumo. come casa, legami, Ecco, mi piace pensare che di fronte a questa cosa grande che accade ’ comunita, oratorio, nella mia storia, che determina la forma di tutta una vita, si possa seminario. reagire in due modalità così diverse avendo sulla bocca le stesse parole: ’ il Signore si e ’ “è tutto qui”. Li ... la pretesa di dire il tutto di una vita, passato, presente e futuro, in un fatto compagno di eccomi... strada fedele e ... la sorprendente fragilità di un Dio che si fida incessantemente di noi uomini... discreto, paziente ed ... la bellezza di una Chiesa che si dà dentro un fazzoletto di terra e esigente” che per me si gioca in questo tempo, su queste strade, con questi uomini e queste donne... ... l’essere raccolti e sostenuti da un pane e una Parola così scandalosamente umani eppure assunti a segno e presenza di Dio da Dio stesso... ... il mettere la propria fede al servizio della fede degli altri e insieme incamminarsi ogni giorno dietro il Signore Gesù... Sì, è proprio tutto qui! E proprio perché è così che la fede regala la libertà di essere accolta e scelta, di potersi assumere il rischio di giocare la propria vita in nome suo. Il ministero del prete è diventato per me la modalità concreta con cui vivere la mia fede: la risposta alla chiamata che Dio ha rivolto e rivolge dentro le pieghe della storia. È qualcosa che intreccia e annoda la memoria con la Promessa. “Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere” (Dt 8,2): e qui risuonano parole come casa, legami, comunità, oratorio, seminario. Lì il Signore si è fatto compagno di strada fedele e Bergamo, Chiesa Ipogea del Seminario, discreto, paziente ed esigente. 31 ottobre 2011: don Andrea Pressiani C’è un passaggio nel vangelo di Matteo è ordinato diacono dal vescovo Francesco Beschi
  • 4. Ordinazione presbiterale don Andrea 4 ’ “Gratuita: questione di sguardo, questione di cuore” che raccoglie un po’ tutte queste cose e che ho scelto animatori che collaborano con l’Upee, l’esperienza come per l’ordinazione: “gratuitamente avete ricevuto, consigliere comunale, i campi di animazione in Romania. gratuitamente date”. Lì c’è la densità che ha assunto negli Tutto diventa per me motivo di gratitudine perché lì anni quel gratuitamente: un semplice avverbio che dice dentro, in modi diversissimi tra loro, mi sono trovato a molto circa il modo di quel ricevere e quel dare. Qualcosa fare i conti con il Signore, giocandomi per quello che sono, che ha a che fare con il gratis, con la grazia. Gratuità e facendo i conti con me stesso, appassionandomi a uno gratitudine. Che bella la gratuità: non ama il calcolo, il stile di gratuità e di impegno che arriva a chiederti non baratto o il pareggio dei conti, ma la sproporzione, la delle prestazioni, ma che ti comprometta, implicandoti dismisura, addirittura lo spreco. Gratuità: questione di dentro le storie e le vite degli altri, permettendo al sguardo, questione di cuore. mondo di farsi spazio dentro di te. Provo, allora, a dare forma di parola al tanto (anzi troppo) Un grazie enorme al seminario, la casa degli ultimi anni. ricevuto. Luogo in cui prendere confidenza filiale con il Signore e E ci metto innanzitutto casa: lì due giovani, 33 anni fa, con il suo modo di essere servo degli uomini. Luogo in cui mi hanno regalato la vita, creando uno spazio perché la fraternità è la bellezza e la fatica di ogni giorno. Luogo di potessi venire al mondo e stare dentro legami accoglienti scoperta: perché la riconciliazione con la propria storia è e premurosi. Gesti e parole che però non hanno mancato qualcosa di liberante! Luogo che ha la pretesa di crescere, di dichiarare il fatto che, seppure il dono fosse così con franchezza e paternità, uomini che abitino la storia in grande, la mia famiglia non aveva la pretesa di essere tonalità umili. Luogo di ascolto, di crescita, di studio, di ed esaurire il tutto della vita. Insomma, il senso era accoglienza, di premura, di educazione, di condivisione. dentro tutte quelle cose così quotidiane ma tutti si era in Grazie! Il Seminario mi ha anche fatto il regalo grande di cammino sulle orme del Maestro, con la Promessa che la poter conoscere le parrocchie di Orio al Serio, in seconda strada la si sarebbe percorsa insieme. teologia, e del Sacro Cuore in città, negli ultimi due anni: Ancora ci metto comunità, che fin dalle prime battute ha esperienze importanti per appassionarsi alla vita delle significato oratorio. Lì ho scoperto la bellezza del costruire comunità, per condividere i cammini delle tante persone relazioni durature e importanti. Lì degli adulti, dei giovani, che ho potuto incontrare, per stare a fianco di altri preti un don, una suora, mi han preso per mano e, quando la e imparare da loro la quotidianità del servizio al Signore stagione è diventata matura, si sono addirittura presi e alla Chiesa. il rischio di fidarsi anche di me: uno che è consegnato, Infine, grazie a Dio Padre che mi ama comunque. affidato alla vita e alla storia, cui viene chiesto di Gratuitamente. Grazie a Dio che ci ha fatto il dono consegnarsi ad altri e riscoprirsi affidabile. Esagerato! grande di suo Figlio, uomo come noi, che ha dato la E sono anni splendidi di cammini con gli adolescenti, di vita per noi. Grazie a Dio che non si è stancato della mia gruppo educatori, di campi estivi, di chitarra alla Messa ricerca, e si è fatto pazientemente spazio nella mia storia dei ragazzi. Ma anche quelle cose in cui provare a vivere attraverso parole e gesti di uomini e donne che hanno, secondo lo stile affascinante di Gesù di Nazaret, seppure gratuitamente, ricondotto a cercare la risposta nel belle e grandi, non esaurivano il tutto. C’era sempre Signore Gesù. Grazie alla Chiesa che tutto questo accoglie qualcuno a dirti che al centro c’è il fare incessantemente e che mi permette di spendere la mia vita a testimoniare memoria del Signore Gesù attraverso un pane spezzato la bellezza di un Dio che non smette di fidarsi degli uomini e una Parola annunciata. E tu che un po’ ascolti e un po’ e che continua a tracciare percorsi in cui lasciarsi trovare scantoni, ma intuisci che quella cosa lì è importante, anzi aprendo cammini che hanno il profumo della libertà. decisiva. E poi ci metto tutte le altre esperienze decisive: il lavoro, l’università, la pallavolo, il servizio civile, il gruppo di don Andrea
  • 5. 5 26 maggio 2012 Raggiungi il cuore di tutti e di ognuno Cosa si può augurare a un figlio che diventa prete? Ogni bene è troppo scontato, dice tutto e niente. L’augurio più bello che possiamo farti è l’umiltà. Il rendersi sempre conto che siamo piccole cose (strumenti, persone) di fronte all’immensità di Dio. Sappiamo amare perché Lui ci ama per primo. Non puntare solo a obiettivi da raggiungere, ma raggiungi le persone una ad una. Questi giorni saranno carichi di emozioni, di gioia grande; tienile nel cuore, ma fa’ che ogni giorno possa essere il migliore della tua vita, e ogni giorno aggiunga qualcosa nel tuo cuore. Perché, poi, puoi trasmettere solo la gioia che hai dentro. Il bello del viaggio della vita è che si ricomincia sempre. Mamma e papà Non è facile mettere insieme tutte le emozioni che si sono susseguite in questi anni e che in questo ultimo periodo in particolare si affacciano e combattono. Pensare che siamo in dirittura d’arrivo mi sembra quasi impossibile, ne è volato di tempo da quel fatidico giorno in cui Andrea mi mise al corrente della strada che intendeva intraprendere, nel luogo destinato alle nostre confessioni, chiedendomi di La famiglia di don Andrea: mantenere il massimo riserbo per qualche papà giovanni, giorno… Che fatica. mamma Fiorangela Eppure eccoci già qua, pronti a festeggiare la e la sorella Chiara tua partenza, con tanta gioia e sicuramente un po’ di lacrime, con emozione e condivisione. Sono sicura che saprai sempre quale sarà la via giusta da percorrere in tutte le situazioni che ti troverai ad affrontare. Certo, dovrai rifletterci per il tempo necessario e trovare le parole giuste, come hai dovuto fare fin dall’inizio di questo cammino, ma hai scelto di affidarti totalmente a una guida non da poco, che, come ben sai, sarà sempre con te. Ti lasciamo in ottime mani, ma saremo sempre con te con il cuore, come sappiamo di essere tutti nel tuo, in buona compagnia. Ci faremo piccoli perché in tanti ancora dovranno entrarci! Buon viaggio don Andrea! Chiara
  • 6. Ordinazione presbiterale don Andrea 6 La nonna Pina In una sera di metà aprile, fresca e uggiosa, andiamo a trovare la signora Pina, nonna di Andrea, per raccogliere ricordi ed emozioni sul nipote in prossimità dell’ordinazione sacerdotale. Entriamo in casa accompagnati da Chiara, sorella di Andrea: la nonna Pina ci attende seduta sul divano davanti alla stufa accesa. Prima di parlare di Andrea, le chiediamo di raccontarsi e lei subito dice che la sua vita e la sua famiglia sono normali, come ce ne sono tante a Villa d’Adda. Abitava prima in via Caderico e poi in Cadestore, ma quella casa la dovettero lasciare perché serviva ai proprietari e fu così che Giuseppe, marito di Pina, andò a chiedere a chi abitava in località Rossera dove potessero andare a vivere. Gli furono indicate le case del Mazzo, da poco disabitate, e lì si trasferirono anche se i parenti non erano molto contenti di vedere Pina e Giuseppe così “lontani” e fuori dal paese, ma questa rimane tutt’oggi una scelta felice. La famiglia è numerosa ed è composta da 8 figli e 11 nipoti e l’unico rammarico di Pina è quello di aver perso il marito presto; se fosse qui oggi sarebbe felice come lei o forse anche di più. Già, anche di più, perché Pina ci svela che il nonno Giuseppe da giovane voleva entrare in seminario, ma il parroco di allora glielo sconsigliò perché era povero e la parrocchia, che avrebbe dovuto coprire le spese, aveva già i suoi problemi finanziari. Per Pina è un po’ come se Andrea oggi stesse realizzando quello che il nonno voleva fare da giovane. Ora le chiediamo di dirci qualcosa sull’infanzia di Andrea e le uniche parole emozionate e fiere sono: «Era bravo! Tanto bravo!». Insistiamo e, dopo averci pensato un attimo, ci racconta col sorriso che giocava spesso con la brace, facendo scaldare un piccolo bastoncino fino a farlo diventare rovente e poi lo usava per fare disegni di fumo nell’aria. A questo punto torniamo agli episodi recenti per chiedere a Pina se si ricorda di aver fatto partire lei l’applauso al diaconato dello scorso anno. Pina sorride un po’ orgogliosa del suo gesto, poi si fa seria e dice che è giusto applaudire e stare vicini a questi ragazzi, perché ci sono pochi preti e si prega poco (lo fanno solo le nonne). Quando era giovane si pregava tutti insieme, a seconda di chi tra i figli era a casa, recitando il rosario al mattino, di pomeriggio e di sera. Ricorda che, una sera, due figli facevano gli stupidi e ridevano mentre si pregava e il marito Giuseppe, innervosito da questo poco rispetto, tirò ai figli la ciabatta ma, mancandoli, ruppe un vetro. Il mattino seguente andò al lavoro con la finestra sotto braccio per farla riparare e naturalmente i soldi della riparazione furono recuperati dalle paghette dei due figli. Siamo in conclusione e allora chiedo a Pina se si era mai immaginata che Andrea sarebbe diventato prete e lei mi stupisce ancora una volta: «Lo sapevo! Quando lo guardavo vedevo che pregava in maniera diversa, aveva una devozione che incantava! Un esempio per tutti noi!». A questo punto ho la certezza che la nonna ha un debole per Andrea e le chiedo, col sorriso, se Andrea ha dei difetti e lei mi sorride di rimando e dice: «Quando si vuole bene si vede solo il bello!». a cura di Davide C.
  • 7. 7 26 maggio 2012 Storia di un Crocifisso “Non si può cercare un negozio di antiquariato Mariuccia bonfanti in via del Corso e il crocifisso per Ogni acquisto ha il don andrea suo luogo giusto e non tutte le strade sono un percorso Raro è trovare una cosa speciale nelle vetrine di una strada centrale Per ogni cosa c’è un posto Ci sono donne d’altri tempi che riesci a immaginartele con ma quello della meraviglia è solo un po’ più nascosto precisione, nonostante si intravedano appena in una vecchia Il tesoro è alla fine fotografia. dell’arcobaleno I capelli lunghi raccolti in strette pettinature, i vestiti composti dai che trovarlo vicino colori scuri e i grembiuli legati ai fianchi nelle giornate di lavoro. nel proprio letto Maria e Adele, due sorelle. piace molto di meno Sai, don Andrea, erano sorelle di una tua bisnonna. ... Ma tra di loro molto di più, gemelle. Le inseparabili “Pucène”, venivano chiamate in dialetto bergamasco, soprannome che Non si può entrare in un negozio significa “coloro che puliscono il piatto”. Essenziali, rigorose, e poi lamentarsi che tutto abbia un prezzo coscienziose. se la vita è un’asta sempre aperta L’essere sorelle era anche condividere l’impegno silenzioso nelle anche i pensieri saranno filande e quello di ambulanti, vendendo il cotone, il cioccolato e in offerta le caramelle che non avrebbero forse mai concesso a loro stesse. Un giorno però hanno deciso di impiegare del denaro per una Ma le più lunghe passeggiate le più bianche nevicate spesa non prevista, coi cuori sospinti da un desiderio più intenso e le parole che ti scrivo di ogni altra razionalità. Entusiasmo, purezza, l’infinito. non so dove l’ho comprate Donne che da sempre camminavano attraverso il sacrificio, di sicuro le ho cercate hanno mostrato che la strada della Fede era profondamente senza nessuna fretta incondizionata. perché l’argento sai si beve Ecco quindi un Crocifisso, acquistato a Merate, che sarebbe ma l’oro si aspetta” diventato un giorno un regalo prezioso per qualcuno della Il negozio di antiquariato, famiglia che avesse speso la vita intera per il Signore. Niccolò Fabi Maria e Adele si sono fermate, aprendo i sensi e la mente, su un percorso di umanità sacra. Con questo gesto davano vita a una speranza, a una grande possibilità che non era stata nella loro vita concretizzabile. Di fronte al volto di Cristo la preghiera quotidiana, in attesa di un giovane che avrebbe tenuto nelle mani un frutto della loro storia. Il tempo ha poi accompagnato Mariuccia, moglie fedele di un nipote di Adele e Maria, nella cura di entrambe ormai non più in giovane età. Con loro nella condivisione delle difficoltà di giorni faticosi, ma anche nella carezza a quel Cristo in croce. Oggi un panno morbido ha tolto ogni granello di polvere, perché questo dono sia pronto a essere consegnato. Maria e adele, La zia Mariuccia, desiderato don, ti attende presto per sorelle di una bisnonna di don andrea consegnartelo. a cura di Sara M.
  • 8. Ordinazione presbiterale don Andrea 8 Una lettera aperta, più che un articolo. Questo il senso di questa pagina che rivolgo a don Andrea anche a nome di tutta la comunità parrocchiale di Villa d’Adda Caro don Andrea, in questi giorni se ti guardi attorno vedi i volti di tante persone. Sono coloro che hai incontrato sulla strada della tua vita e che condividono la tua gioia. Sono tante queste persone, anche perché tu sei un tipo così, che “una ne fa e una ne inventa”… Tanto silenzioso nel tuo modo di fare, ma tanto desideroso di superare ogni traguardo che raggiungi e di incontrare realtà nuove in cui metterti in gioco. Tante esperienze che ti hanno portato anche un po’ lontano dalla tua “casa nel bosco”, aprendoti un po’ alla volta al mondo. La prima cosa che vorrei dirti è di non vivere con disagio questo essere al centro dell’attenzione per qualche giorno. Un po’, ti dà fastidio, lo so… Vivi piuttosto con gratitudine al Signore questo dono, insieme con questo mondo di persone che ti vuole bene. Vivi questi momenti sapendo che una comunità cristiana non festeggia qualcuno per metterlo sul piedistallo, ma come il frutto di una pianta che affonda le sue radici nella fede condivisa in Gesù; radici capaci ancora di nutrire e dare vita. Da tutti hai ricevuto qualcosa, e per questo tutti vedono in te il senso di una fatica fatta, il compimento di un percorso anche proprio… Dietro la risposta al Signore, che evidentemente è tua, ci sono tanti “sì” a Lui, che ti hanno messo in condizione di fare la tua scelta; sono i “sì” della tua famiglia, dei tuoi amici, della tua comunità di Villa d’Adda, delle esperienze caritative che hai fatto, dei testimoni che hai incontrato, delle parrocchie dove hai prestato servizio, del seminario e della diocesi che ti hanno seguito in questi ultimi anni… E poi, lo sai benissimo che non solo vieni dalla fede di altri, ma anche che sei donato alla Chiesa e all’umanità per la fede degli altri. Non si diventa preti per sé stessi… Vivi questi giorni e sempre il tuo ministero, consapevole che il sacramento che hai ricevuto non è un premio, né è merito tuo… La seconda cosa riguarda la disponibilità a lasciarti formare dal ministero nel quale stai per entrare. Se è vero che fino a oggi ti sei preparato a essere prete, è altrettanto vero che sarà da oggi che ti verrà chiesto di cominciare a esserlo. Vivi questo tempo non come chi “sa già tutto”, come chi deve “solo” applicare nella realtà le cose che ha imparato. Come a volare si impara buttandosi, così a fare il prete: lasciati plasmare e formare dai gesti che compirai, dai sacramenti che celebrerai, dalla Parola di Dio che annuncerai, dalle persone che incontrerai… È nella libertà che è maturata la tua scelta ed è nella libertà delle persone che ti saranno affidate che vedrai maturare i frutti più belli. Ci vuole tanta pazienza e la capacità di attendere i tempi di Dio, che non sempre sono i nostri. Entrare e vedere ciò che Dio fa nella coscienza delle persone è un regalo grandissimo, e non solo perché agli altri non è dato, ma perché si riceve tanto. Essere spettatori delle grandi cose che il Signore compie nel cuore delle persone è come leggere il Vangelo: ti auguro di non abituarti mai e di guardare tutto ciò sempre con occhi pieni di meraviglia. Un’ultima cosa. Tranne un po’ il primo giorno…, non incontrerai un mondo che ti aspetta! Troverai un mondo però inquieto che si sente orfano, anche di Dio; un mondo in cui convivono la nostalgia di Lui e il sollievo per essersene liberati… Troverai famiglie con tanta fede e famiglie povere di umanità e di speranza. Tutti ti chiederanno di fare; forse anche a te verrà spontaneo “fare” tante cose… Tieni presente che a te la Chiesa chiede di parlare di Dio e di essere testimone della presenza di Gesù Risorto... Non preoccuparti se non ti senti adeguato. Fallo così come riesci. Fallo parlando della tua vita e con la tua vita, senza nasconderti dietro le frasi fatte dei libri di teologia. Se prima di esser prete, non sarai anche uomo fino in fondo, la tua vita non servirà né a te, né a Dio, né alle persone che incontrerai. Auguri ancora don Andrea e buon cammino. don Diego
  • 9. 9 26 maggio 2012 L’augurio dell’Amministrazione comunale Ho conosciuto Andrea nell’anno 2002 quan- bero state fortunate le tante persone che in do partecipavamo alle riunioni per le ele- futuro lui avrebbe incontrato sul suo cam- zioni comunali del 2003, tranquillo ragazzo mino. dell’Oratorio visto da fuori, ma dentro un Andrea era un ragazzo che trasmetteva se- vulcano di idee. renità anche solo con lo sguardo; ora don Dopo le elezioni ci siamo trovati a lavorare Andrea dovrà continuare a lavorare per la insieme per il nostro paese con un’attenzio- sua gente con tanto amore che non potrà ne particolare ai giovani e agli adolescenti, che essergli ricambiato! cosa che lui faceva già da diverso tempo in Auguri di cuore don Andrea! Oratorio; nel frattempo in lui maturò la Vo- cazione e quando lo rese pubblico non mi Il sindaco stupii più di tanto, anzi, pensai che sareb- Adelvalda Carsaniga Festa in borgo, 2002 La vocazione di Andrea, per me, ha rappresentato boratore nell’Amministrazione comunale, un consigliere nient’altro che la conferma del suo vivere quotidiano. che qualche volta avevo anche immaginato... come futu- Quando Andrea fu eletto consigliere comunale nell’Am- ro sindaco; mi confortava tuttavia il fatto che la comunità ministrazione di Villa d’Adda, ho avuto la fortuna, come cristiana si sarebbe potuta arricchire di un nuovo pastore sindaco, di avvalermi della sua collaborazione e di co- del quale conoscevo le singolari qualità. noscere più a fondo i valori della sua personalità: notai La vocazione nasce da quello che uno è nelle sue doti di subito la generosa disponibilità per i giovani, l’attenzio- natura e di grazia, da quello che uno vive nell’ambiente ne alle problematiche del nostro paese e del territorio familiare e sociale: la famiglia Pressiani con il suo impe- bergamasco. gno nel volontariato, nella politica e nella vita cristiana è Capii che il suo agire, per certi aspetti, andava oltre la stata il terreno fertile per la nascita di una decisione tan- dimensione di un amministratore, e che il suo rapportarsi to impegnativa, ma questa scelta di vita nasce anche dai con gli altri poteva avere ulteriori sbocchi. valori più sani che la nostra gente ancora coltiva e vuole Era un sabato mattina quando Andrea mi informava di difendere. aver maturato la scelta di entrare in seminario, per poter Ora, don Andrea è sacerdote, a lui i miei auguri più senti- sviluppare un percorso che lo avrebbe portato a servire la ti. Un grande percorso di lavoro lo attende, ma sono con- sua gente nel nome della fede in cui credeva. vinto che nel suo credo raccoglierà grandi soddisfazioni e La confidenza, che quasi mi aspettavo, fu anche motivo sarà un bene per tutti. di un certo rammarico perché perdevo un valido colla- Serafino Carissimi
  • 10. Ordinazione presbiterale don Andrea 10 Due anni al “Sacro Cuore” ’ in citta Quando lo vedi sul presbiterio della cattedrale di Bergamo insieme ai suoi compagni, lo noti subito: testa bassa, passo corto… sembra un adolescente in perenne disagio con se stesso e il mondo. Da vicino ti appare un volto con la barba lunga, un po’ pallido e smagrito e ti viene spontanea la domanda: «Ma quel figliolo mangia abbastanza?». Le signore che alternano il loro servizio tra la Chiesa e l’Oratorio, quando l’hanno visto “tirarsi su” le maniche e mettersi al lavandino a pulire le pentole, l’hanno subito adottato: «Questo è bravo, si dà da fare e ha voglia di lavorare!». Gli adolescenti più irrequieti, quelli che spesso stanno sulla soglia dell’Oratorio e che “ogni tanto” escono con personale e unico, tanto da diventare “icona di Gesù, “parole improprie”, hanno imparato ad ascoltare la povero e crocifisso”, servo di una Parola che gli è stata sua voce quando è cordiale e ammiccante, ma anche donata per diventare “vangelo”, buona notizia per quando è decisa e forte e comporta il lavoro di ramazza i fratelli e le sorelle che Lui gli farà incontrare, prete negli ambienti meno nobili durante i campi scuola. - fornaio di quel Pane che nessuno meglio di Lui sa Anche i bambini che si stanno preparando alla Prima impastare e cuocere al punto giusto, che non si trova Comunione, ieri al ritiro, mi dicevano: «Se lui non viene in nessun negozio così buono e fragrante, ma che a farci giocare a bandierina “ruspa”, noi andiamo a dire Lui con un amore grande continua a “moltiplicare” al vescovo di non farlo “diventare” prete!». e “distribuire” gratuitamente a tutti gli affamati del Sono solo alcune considerazioni sul seminarista e oggi mondo. diacono, don Andrea Pressiani, che dall’ottobre 2010 Noi del Sacro Cuore ringraziamo la Comunità di Villa svolge il suo servizio, generoso e competente, nella d’Adda per averci “regalato” la testimonianza giovane Parrocchia del Sacro Cuore in città, quartiere Carnovali. e lieta di questo “ragazzo”, noi l’abbiamo accolto con Don Andrea assomiglia alla sua terra e al suo paese, entusiasmo e gli abbiamo consegnato le chiavi della Villa d’Adda, si è formato assumendo le caratteristiche nostra amicizia e il ritmo del nostro camminare insieme della zona dove è nato e cresciuto: la strada è stretta sui passi di Gesù. e in salita, per arrivare a casa bisogna far fatica, devi Ora diventa prete e lo accompagniamo con la preghiera guadagnarti ogni metro di strada che fai con il sudore e con tutto il nostro affetto perché sia “prete” fino della fronte; se stai fermo, non vai avanti e non arrivi da in fondo, nello stile del Maestro, nella semplicità del nessuna parte; intorno c’è tanto verde, al contrario di Nazzareno, nella santità del Crocifisso e nella forza del qui in città, e puoi respirare a pieni polmoni; nel bosco Risorto. e all’ombra degli alberi ti sembra di sentire sul volto Tanti auguri don Andrea, rimani sempre così, vedrai e nelle narici il “sussurro della brezza leggera” con la che chi ti incontrerà, e avrà la grazia di godere del tuo quale Dio si è manifestato a Elia sul monte Carmelo; se servizio sacerdotale, dietro l’andatura dimessa e la poi guardi in alto vedi sempre il cielo, a volte sereno e testa bassa, sotto la barba lunga e sul viso smagrito limpido altre volte rabbuiato e nuvoloso, però lo puoi e pallido troverà sempre un sorriso largo e pulito e sempre vedere e il cuore si apre alla speranza, perché saprà cogliere l’essenziale: “Un cuore appassionato per c’è sempre un arcobaleno. Cristo, che non si tira indietro e che si spende senza Quel pezzo di terra di Villa d’Adda è stato per don misura per i fratelli”. Andrea un invito a cogliere “l’essenziale, che è invisibile agli occhi”, una chiamata a seguire il Signore, in modo don Cesare
  • 11. 11 26 maggio 2012 Che la gente vedendoti dica: ’ Quanto e buono il Signore! «Non è che la tua strada è quella del sacerdozio?» sull’argomento. Capivo che ciò faceva parte di quello domandai una volta a bruciapelo ad Andrea. che oggi con una parola inglese chiamiamo “privacy”, Ero a Villa d’Adda da qualche tempo e, nei brevi contatti cioè l’angolo segreto e personale delle proprie scelte e che avevo avuto con lui, avevo potuto conoscere e della propria coscienza. E lo rispettai. anche apprezzare la sua disponibilità, soprattutto Solo mi misi d’accordo con nonna Pina, la quale in nel campo dell’informatica, e la sua attenzione alla quel tempo non mancava mai alla Messa feriale liturgia, nell’accompagnare i canti con la chitarra alla dell’Istituto: ogni giorno, di buon mattino, scendeva Messa domenicale delle 10.30. con passo snello dal Mazzo per partecipare alla Messa «No… non penso proprio…» fu la sua risposta asciutta delle 7, estate e inverno. e impacciata alla mia richiesta! Concordai con lei di intensificare la preghiera, perché «Va bene - continuai - era solo un’idea che mi era tutto si svolgesse secondo i piani di Dio. venuta e mi pareva potesse interessarti!». «La sarès ona grazia tròp granda» mi rispose, quando Mi incontrai altre volte con Andrea. Bastava una le proposi di pregare intensamente per la vocazione al difficoltà nel gestire il computer e per me, un po’ sacerdozio del nipote Andrea. “imbranato” in alcuni passaggi informatici, era facile Andrea entrò poi in seminario frequentando l’anno ricorrere alla competenza di Andrea. di preparazione e poi la teologia. I nostri colloqui Volutamente però non toccai più l’argomento divennero rari, ma amichevoli e sinceri: erano legati “vocazione”, rispettando la risposta ricevuta. a un fatto casuale, nella breve presenza in parrocchia Dentro di me lo affidai al Signore press’a poco con durante le vacanze. queste parole: Signore, a me sembra che Andrea Ora Andrea, sei arrivato. potrebbe diventare sacerdote, mi sembra che abbia le Sono contento di aver collaborato al nascere della qualità per farlo! Tocca a Te adesso chiamarlo! tua vocazione, anche se penso che gran parte di Passarono mesi, e forse qualche anno. A un certo “responsabilità” l’abbia la corona del rosario della tua momento venni a sapere che Andrea aveva iniziato nonna. a frequentare la scuola diocesana delle vocazioni Mi piace concludere queste sobrie righe con un giovanili. Fu una notizia che non mi sorprese, anche augurio che ricevetti anch’io da una persona semplice se l’interessato non mi aveva detto niente e taceva e piena di fede, quando fui ordinato sacerdote: «Che la gente, vedendoti, dica: Quanto è buono il Signore!». Non che io creda di averlo realizzato! Ci ho provato e ci provo ogni giorno, nella fatica. Il risultato è visibile: c’è spazio per crescere! E tanto! Provaci anche tu. Non scoraggiarti se ti occorrerà del tempo! Ciao, don Renato
  • 12. Ordinazione presbiterale don Andrea 12 ’ ’ Nulla mi e piu caro di ’ Gesu Cristo “La grande maggioranza dei membri del concilio si Ciò che desidero per me, che rimanga sempre, e trovava sul palco, ivi compresa quasi tutta la gerarchia che sempre possa emergere dal mio volto, dalle mie dell’Oriente e dell’Occidente. In basso erano rimasti parole, dai miei gesti… insomma da tutta la mia vita, soltanto tre gruppi di uomini che si erano avvicinati gli è proprio questo: “Nulla mi è più caro di Gesù Cristo”. uni agli altri e che si stringevano accanto allo starets Non ho nessuna pretesa di essere perfetto, di essere Giovanni, al papa Pietro e al professor Pauli. testimone trasparente, di essere maestro infallibile: Con accento di tristezza, l’imperatore si rivolse a loro anzi, desidero che i miei difetti siano ben evidenti, dicendo: perché risalti ancora più grande e miracolosa l’opera «Che cosa posso fare ancora per voi? Strani uomini! di Cristo. Che volete da me? Io non lo so. Ditemelo dunque voi Solo chi è stato visitato dal Signore può intuire quanto stessi, o cristiani [...] che cosa avete di più caro nel sia vero questo: ogni uomo è il miglior narratore della cristianesimo?». propria storia, e di come Cristo abbia conquistato il Allora simile a un cero candido si alzò in piedi lo starets suo cuore. Giovanni e rispose con dolcezza: Niente pensieri strambi quindi… «Grande sovrano! Quello che noi abbiamo di più caro Tutto questo è la mia preghiera per te, don Andrea, nel cristianesimo è Cristo stesso. Lui Stesso e tutto ciò affinché tu sia ogni istante e in ogni millimetro e che viene da Lui, giacché noi sappiamo che in Lui milligrammo del tuo essere, amico appassionato e dimora corporalmente tutta la pienezza della innamorato del Signore. Divinità»”. Con profondo affetto. Vladimir Soloviev, Il racconto dell’Anticristo don Matteo Campo adolescenti a les menuires, 2004
  • 13. 13 26 maggio 2012 La fede delle nostre case, la fede dei nostri paesi Accolgo volentieri l’invito a formulare dalle pagine di un segno tangibile della sollecitudine e della paziente questa speciale pubblicazione il mio personale augurio tenerezza con la quale il Signore, il Pastore bello delle a don Andrea. Nel far questo mi affido a un ricordo per- pecore, continua a prendersi cura delle nostre vite, del- sonale legato alla settimana di immediata vigilia della le nostre famiglie e dei nostri cari paesi. Insomma della mia ordinazione sacerdotale, ovvero ai giorni di Esercizi sua Chiesa. Per questa ragione, di fronte a questo segno, spirituali svolti presso la casa di ritiri di Botta di Sedri- tutti i membri di una comunità lasciano volentieri le loro na. In quel clima di particolare raccoglimento, con sem- abitazioni per riversarsi nelle strade per esprimere gioio- pre maggior forza si fece strada nel cuore di tutti i miei samente la loro riconoscenza. compagni uno speciale desiderio: la possibilità di sentire Carissimo don Andrea, quale augurio più bello per te se particolarmente vicino a noi un caro compagno di studi non quello che trae ispirazione da queste manifestazioni che, non più tardi di tre anni prima, una crudele malattia dell’unica fede? Non si diventa infatti cristiani da soli: si di- aveva sottratto alla vita e al comune cammino verso il venta cristiani incontrando dei cristiani. La testimonianza sacerdozio. semplice e forte della quotidianità della tua casa e del tuo Il Vescovo Roberto, che dettava quegli Esercizi, comprese paese di Villa d’Adda ti ha donato di conoscere il Signore quel nostro profondo sentimento e in via del tutto ecce- Gesù. La tua giovinezza ha cercato nei loro volti, nel loro zionale acconsentì alla richiesta di una breve sospensio- amore, nella loro passione e dedizione, il segreto della ne del ritiro per poterci consentire la visita a Vittorio e vita, la risposta alla domanda a come sia possibile vivere il saluto alla sua mamma. Fu una serata la cui dolcezza facendo bene gli uomini. Proprio mentre frugavi la vita e e forza ancora oggi conservo nel cuore. Le luci del tra- gli occhi degli uomini e delle donne della tua comunità, monto ci regalarono la possibilità di una preghiera silen- ti sei imbattuto in ciò che è al centro dei loro cuori, una ziosa e potente attorno alla tomba dell’amico, cui seguì perla preziosa, talmente bella che per essa vale la pena di la visita a sorpresa alla mamma che ricambiò con una vendere tutto: il Signore Gesù. Così e non altrimenti hai commossa accoglienza e con parole di grande sapienza e iniziato a frequentare il Signore. Alla sua scuola hai accol- incoraggiamento nei nostri confronti. to l’invito, la chiamata a metterti a tua volta a servizio del- Nel fare ritorno alla Casa di Spiritualità, proprio mentre la fede dei suoi e tuoi fratelli: questa è la tua vocazione. ciascuno, in silenzio, gustava la testimonianza ricevuta Questo d’altra parte sarà anche il tuo sacerdozio. Ovun- dalla fede, robusta poiché provata, che abita e anima le que infatti ti troverai a servire, sempre porterai al centro case e le famiglie della nostra terra, l’autista inavvertita- del tuo cuore il tesoro prezioso della testimonianza della mente percorse le vie di alcuni paesi che proprio l’indo- casa e della fede della comunità dove il Signore ha voluto mani avrebbero accolto i giovani e novelli sacerdoti. Ben- che il tuo essere prete avesse a germogliare. ché fosse buio e l’ora ormai tarda, la gente di quei paesi Auguri don Andrea! Con grande affetto. era ancora per via, gioiosamente schiamazzante e tutta don Fabrizio indaffarata a ultimare gli addobbi e l’apparato necessa- rio per la buona riuscita della festa. Come non rimanere San nicolò, capodanno 2003 colpiti da quella intensa partecipazione, dall’entusiasmo che accompagnava quella laboriosità? Un clima di gran- de attesa avvolgeva quei preparativi. Per parte mia, mentre transitando, osservavo dal fine- strino tutto quel gran darsi da fare, a fronte della mani- festazione di così grande attesa e onore, pensai istinti- vamente al mio paese di Carenno e provai da principio non poco timore e senso di inadeguatezza. A questo pri- mo sentimento, ispirata dagli eventi di quella particola- re sera, fece seguito di lì a poco una considerazione più profonda e consolante: lo spettacolo offerto da quella vivace esteriorità era di fatto una nuova testimonianza. La testimonianza della fede di un intero paese che sente e vede nell’ordinazione di un suo giovane al sacerdozio,
  • 14. Ordinazione presbiterale don Andrea 14 Come un fratello Quando uno arriva dall’oratorio e si ritrova dentro un ufficio, qualche attimo di smarrimento ce l’ha. Abituato al clima del- la parrocchia, gli sembra di perdere il contatto con la realtà: le persone si fanno più lontane, pur essendo sempre il cen- tro dell’attenzione della vita quotidiana. Andrea, quando l’ho conosciuto, faceva parte di un mondo per me nuovo. Un mondo che aveva le sue piccole strutture, compresa quella cosa strana che è un gruppo di giovani vo- lontari che si era dato un “presidente”. Parola impegnativa, per dire di una presenza che non ha veri mandati istituziona- li, ma che conserva - dentro il gruppo degli animatori Upee - la delicatezza di raccogliere gioie, attese e qualche volta malumori. Per essere una specie di “braccio destro”. Niente di che: non è una carriera, non si fanno soldi, semmai c’è da perdere del tempo. Potrebbe dare persino fastidio, ad Andrea, parlarne. E, in- fatti, il divertimento erano gli animatori dell’oratorio di Villa d’Adda che sfilando all’ingresso dell’Acquasplash la sera del- la festa di luglio, cantavano a squarciagola: “Solo noi, solo noi, il presidente ce l’abbiamo solo noi”. Più che un pizzico di sano orgoglio, era la sottile soddisfazione di vedere dipinto sul suo volto un po’ di imbarazzo. Se non fosse che sto correndo il rischio di rinnovarlo, questo imbarazzo, vi dovrei raccontare invece di quanto Andrea fos- se capace di vivere con semplicità, ma anche con un grande senso di responsabilità questo compito; della sua capacità di intuire il più piccolo disagio nel cuore di ognuno nel gruppo; di saper stare accanto a un “direttore” con la capacità di so- stenerlo e di riprenderlo a dovere, quando era il caso. Ma, davvero, non sto ricuperando dalla memoria queste cose per tessere un elogio - buono solo per la retorica di ma- niera. Piuttosto, perché penso che anche quel passaggio di vita sia stato importante per lui e per noi che oggi - non sen- za stupore - lo vediamo salire all’altare da prete. Caro Andrea, ciascuno di noi diventa ciò che è attraverso la sua storia e le sue scelte. Non so qual è il peso della tua espe- rienza di animatore per gli oratori della Diocesi nel tuo deci- derti per il sacerdozio o nel tuo essere prete in futuro: queste sono cose tue. E francamente non ci interessa dirlo, come se fosse importante stabilire una classifica di queste cose. Mi piace ricordarti, però, che sei stato capace di vivere in- tensamente e con spirito di servizio una cosa che in sé non ti stava portando da nessuna parte. Hai sperimentato anche dentro a questo gruppo di matti cosa significa quel famoso adagio di Gesù: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamen- te date”. E ti sei accorto - credo - che nelle piccole cose di ogni giorno possiamo mettere molto di noi stessi, possiamo sco- prire molto degli altri, possiamo renderci conto della gran-
  • 15. 15 26 maggio 2012 dezza e della bellezza di una vita attraversata dal Signore. Probabilmente in questi giorni proverai anche un po’ di smarrimento e forse ti sembrerà troppo quello che la Chiesa ti sta per affidare. Torna, con la memoria, anche a questo piccolo pezzo di storia; dove il sogno per la vita buona dei ragazzi ha abitato un gruppo di giovani che per questo sogno si sono spesi. Torna, sì, alle fatiche e insieme alle gioie che tutto questo ha saputo produrre. Per trovare il coraggio, la forza, ma anche la creatività della profezia di chi dice al mondo che lo spreco di amore e di cura è l’unica cosa che può medicare le ferite e i dolori dell’uomo di oggi. Pochi hanno voglia di farsene carico, ma forse questa è l’u- nica cosa di cui tutti sentono il bisogno. È per questo che oggi suona la banda e ti facciamo festa. Perché sappiamo che tu non saprai tradire questa attesa. Basterà che il tuo passo continui a essere lieve e amorevole accanto alle persone che ti verranno affidate. Ti accompa- gniamo con la nostra preghiera. Con tutto l’affetto di cui sia- mo capaci. E la riconoscenza per averti come amico e compagno di viaggio. Ti ho sempre sentito come un fratello. Alla gioia, oggi, aggiungo la commozione di sentire che questa fraternità è ancora più for- te. Ti abbraccio, don Michele Cre a orio al serio, 2008 Ebbene sì! Non aveva ancora messo piede in parrocchia che le voci dei soliti bene informati dicevano: “È bravo; siamo fortunati perché è proprio bravo”. Non che non lo fossero stati i seminaristi/ diaconi che lo avevano preceduto ma, nel suo caso, la fama di ragazzo in gamba lo precedeva. E così è stato. Come dirlo, però, in poche righe senza sembrare compiacenti? Forse lo si può sintetizzare con una frase molto semplice: ci ha voluto bene da subito e per quello che eravamo, deciso a testimoniare in mezzo a noi quanto è grande l’amore di Dio per ciascun uomo. Piazzatorre, 2012 E così ha fatto con tutti. Con i bambini e i ragazzi al catechismo, in oratorio, al CRE; con i suoi specialissimi e non sempre facili pre-ado, ado e giovani cercandoli ogni volta personalmente per invogliarli a sperimentare che è bello avere Gesù come Amico. Quanto impegno, voglia di fare e attenzione anche con i catechisti e con il gruppo delle famiglie giovani dove ha legato in fretta con quei papà e quelle mamme che hanno più o meno la sua stessa età. Anche con gli adulti non si è mai tirato indietro. Bello e pieno di rispetto il suo rapporto con il parroco, con gli altri preti della comunità e con le suore. Disponibile, concreto, positivo, rigoroso e severo, quando era necessario, ma sempre pronto a ricominciare da capo superando gli ostacoli le inevitabili diversità di vedute presenti in ogni parrocchia. Insomma abbiamo avuto tanto in dono da lui e ora che sta per concretizzarsi il suo progetto di vita non possiamo che augurargli: “Non cambiare, mantieni intatti questo tuo entusiasmo e voglia di spenderti per gli altri”. Ma è inutile che glielo diciamo noi perché l’ha già scoperto da solo che chi fonda la propria vita in Cristo non resterà mai deluso. E allora… al novello sacerdote don Andrea un grande grazie e l’Augurio sincero di buon cammino. La comunità del Sacro Cuore
  • 16. Ordinazione presbiterale don Andrea 16 In uno sguardo Nell’estate del 2003 con un gruppo di amici abbiamo de- ciso di andare a scoprire la Romania e in particolare un progetto che si svolge nel nord del paese, nella città di Baia Mare…Tu non hai fatto parte del gruppo che è anda- to in avanscoperta ma sei tra quelli che più si è fidato ed è Caro Andrea, rimasto affascinato dall’esperienza, tanto da passarci ben è abbastanza difficile condensare in una pagina un pez- quattro estati (e forse non ti sei ancora stancato!). zo consistente delle esperienze/avventure/disavventure/ La condivisione dell’idea che l’ingiustizia sociale sia una scorribande che abbiamo vissuto insieme agli amici della “malattia” che dobbiamo cercare di combattere con la vecchia Upee e del progetto Romania. Ti ricordi come è nostra intelligenza e la voglia di fare, ci ha portati a per- iniziato tutto? severare nel mantenere viva l’esperienza di scambio tra Tra le prime cose che ricordiamo di te è di aver scoperto Italia e Romania e nel proporla ogni estate a gruppi di a 16 anni che esisteva un paese che si chiama Villa d’Ad- giovani bergamaschi che si vogliono sperimentare e vo- da!!! Dove l’oratorio e i don erano altrettanto “mitici” di gliono guardare il mondo con occhi diversi. quelli del nostro quartiere, all’interno del quale noi pen- Questa idea non è nata in un ambiente ecclesiale, ma da savamo iniziasse e finisse il mondo! E invece no! alcuni giovani che hanno iniziato a sperimentare che oc- Già, nelle prime riunioni noi, nuovi arrivati, cercavamo di cuparsi di qualcuno più sfortunato era qualcosa che dava capire in punta di piedi dove fossimo finiti, in mezzo a tut- valore al loro tempo libero e che creava legami di amicizia to quel gran da fare! Tu capelli incolti, pantaloni peruviani sinceri, permettendo di condividere in un modo nuovo gli e chitarra alla mano. stessi valori di sempre, anche nella differenza delle strade Presto superati gli indugi dell’inizio, ci siamo trovate af- che imparavamo a percorrere. fiancate a uno strano soggetto, che in alcune espressioni Sei stato, e tuttora sei, parte di questo gruppo, nonostan- si diceva assomigliasse a Hugh Grant, per occuparci di ciò te tu ora abbia uno “status speciale”: la scelta di vita che che era la parte di accoglienza nelle attività dell’ufficio stai compiendo non è usuale né comune… è una scelta di della pastorale giovanile… Così non furono solo i poveri un coraggio che sembra quasi incosciente o incomprensi- adolescenti villadaddesi a beneficiare delle tue balzane bile agli occhi di noi altri giovani abituati a una società in idee e improbabili proposte! cui tutto si cambia e ormai niente è per sempre. Sono poi trascorsi parecchi anni di corsi centrali, mezzol- Quando ci hai confidato che tu invece ci credevi, credevi di, corsi di formazione, gite fuori porta, veglie e soprat- che questa fosse davvero la tua strada e che ti saresti affi- tutto serissime riunioni serali all´insegna del buon vino e dato nelle mani di Qualcuno più grande di noi che avreb- della buona tavola... (beh, perché così si lavora meglio!). be saputo guidarti, ci hai spiazzato, hai messo sottosopra Ne è nata un’amicizia profonda, di quelle che partono il nostro piccolo mondo… è servito del tempo perché im- dalla pancia e poi arrivano anche alla testa, di quelle pure parassimo a comprendere attraverso i tuoi gesti e il tuo che non hanno mai doppi fini, di quelle che rimangono sguardo brillante che questa scelta è la tua felicità. vive anche dopo molto tempo pur senza una frequenta- Ci hai pazientemente regalato la possibilità di scoprire zione assidua. cosa volesse dire ascoltare ciò che si ha davvero nel cuo- Lentamente ne è nato un rapporto intenso, di quelli che re, togliendo i rumori di fondo e il conformismo richiesto spesso non hanno nemmeno bisogno di troppe parole dalla società. Di fronte a un desiderio così profondo e ir- perché sanno leggere dentro un silenzio o incontrarsi in refrenabile, non possiamo che ringraziarti e condividerne uno sguardo. la bellezza. Nel frattempo gli anni passavano e tutti noi crescevamo… E hai anche dimostrato che rimarrai sempre l’Andri, l´Andre, il Pressia… quello sempre attento Baia Mare in Romania, agosto 2011 a coloro che fanno più fatica, quello com- puterizzato e ipertecnologizzato che crea segnalibri solidali come nessun altro, quel- lo che ascolta sempre tutti, quello che non si scompone di fronte a una moltitudine di bambini urlanti, quello sempre contento della vita e con il sorriso stampato sul viso… Siamo certi che la Chiesa ha bisogno di per- sone come te. Per questo siamo orgogliosi della tua scelta e ti auguriamo buon cam- mino e buon inizio di questa splendida av- ventura umana… Un abbraccio forte da Livia e Greta
  • 17. Barbara e Marco M. A te don Andrea...
  • 18. Finalmente ce l’hai fatta! Anno dopo anno, passo dopo passo, sei arrivato al tra- guardo di questo cammino. Un traguardo che non è un arrivo, un traguardo che si trasforma in una nuova partenza. Una ri-partenza che non è semplicemente un riprendere il cammino, una ri-partenza che ha il sapore della propria debolezza e della fiducia di Colui che ti ha cercato e desiderato. Bellissima è l’espressione usata da Biagio Antonacci nella canzone “Ti dedico tut- to”, una frase che racchiude in sé sia la nostra situazione di uomini e preti, sia l’augurio che mi permetto di lasciarti: “Siamo naufraghi vivi in un mare d’amore”. Il naufrago è colui che è in mezzo al mare, travolto dalle onde, che non può contare solo sulle sue forze, ma è in attesa di qualcuno. Così è un po’ il prete: in mezzo a un sacco di gente, travolto da varie attività e impegni da svolgere, che non può contare solo sulle sue semplici mani, ma deve essere capace di farsi aiutare. E in mezzo a questa burrasca, proprio quando ti sembra di affogare e di non sentire più l’aria nei polmoni, scopri che sei in un mare d’amore, ti accorgi che stai affo- gando proprio nell’amore di Colui che ti ha voluto e chiamato, nell’amore di Dio. Allora caro Pressia, o meglio, caro don Andrea, non aver paura di essere “un naufrago vivo in un mare d’amore”. Cipo Grande, l’Andre! Un grazie è di dovere - niente di ret rico - per tutto quello ch o- e negli ultimi sei anni ab condiviso, mischiandoci biamo Caro don Andrea, erdozio i sogni, le idee e la vita. ri per il cammino di sac gurio più bello lo ritagli o da un pezzo di quel mi L’au- ti rivolgo i migliori augu sulla via del nore ti guidi sempre concerto del Jova, dello scorso dicembre: “… Co tico che hai intrapreso. Il Sig o testimone. rando che l’amore non ha nside- Vangelo di cui sei diventat re il prezzo, lo pagherò offren impegno a farmi conosce tutto l’amore, tutto l’amo do Ti ringrazio inoltre del tuo re che ho…”. incontri vocazionali. Il tuo fare, il tuo dire e il tuo essere possano da Seminario attraverso gli essere racchiusi tutti qui vvero Auguri ancora, dentro: in quel travaso ete Mattia e inesauribile di amore rno donato perché ricevuto la meraviglia della gratitu , dove dine rende possibile dis lare perle visibili di gratui til- In questi giorni, mentre preparavo un ritiro, tà. Permetti ancora che ti incontra possa lascia chi mi è capitato di vedere un video di Giovanni Paolo II rsi toccare dalla tua pa sferzante, che è capace ssione alla GmG celebrata a Roma nel 2000. di aggrapparsi con tenaci tracce invisibili del passa a alle In un passaggio, salutando le migliaia di persone ggio di Dio, nelle pieghe opere e dei giorni degli delle presenti il Papa, esclama di sentirsi “giovane tra i uomini. Sia questo l’esser stimone della gioia che ti e te- giovani”. Non so perché, ma subito ho pensato a te. ha incontrato. Anche pe Insomma – in tre parole r me. So che alla tua età non sarà facile essere prete e ancor – ecco il “mio” augurio, fa stile di vita e di Chies che si più difficile sarà lavorare con tanti adolescenti che, a: essere visibili perché bili, perché in visibilio… invisi- quando sentiranno parlare di anni settanta, ti Buon cammino, e tanta vita! guarderanno con fare dispiaciuto e penseranno don Mattia Magoni “che povero vecchietto...”. Ti auguro, nonostante l’età, di cercare di mostrarti sempre giovane. Ovviamente ma nello spirito, perché C’è il panico di non saper bene cosa scrivere: forse perché mostrarlo nel fisico sarà impossibile. sbaglio l’idea iniziale. Questo non è un addio, caro Pres- Ti auguro di saper portare, nelle parrocchie che ti sia, anche se verrebbe da pensarlo... è che ci siamo incon- accoglieranno e nelle comunità che ti verranno trati troppe volte nel Signore per dire che non succederà affidate quella freschezza che in questi anni hai ancora, e questo mi basta per provare grande serenità. mostrato nelle esperienze che abbiamo potuto condividere. Dal 26 maggio non avrò un confratello in più, perché ci Ti auguro, nonostante l’età, di poterti sentire sei già e da molto tempo: fratello, amico, aiuto. Mi hai “giovane tra i giovani” così come ti abbiamo fatto fatto il dono di un’amicizia che spesso mi ha aiutato a re- sentire in questi anni in seminario… spirare. Abbiamo condiviso tanto, e il debito d’affetto è Auguri Reverendo. grande... piccole sono invece queste parole, sicuramente Paolo sproporzionate rispetto a quanto sarai chiamato a essere tra poco. Solo pochi indizi per rimanere ancorato al Signo- re al quale ti stai consegnando: prega spesso, raccontati, Rifugio rino-olmo, 2009 ascolta e perdonati per quello che non riuscirai a fare. Perdona me per queste righe, che sono il frutto di pensieri sparsi rincorsi dai ricordi. Ci siamo già detti molto e molto non è nemmeno da dire: i fratelli intui- scono qualcosa dell’altro, non è necessario che si spieghino. Di fondo l’augurio più sincero: abbi ogni giorno il coraggio di consegnarti con sincerità al Padre e a chi, sulla tua strada, ti parlerà di Lui. E, vivaddio, queste sono lacrime di gioia… dRenzo Q.
  • 19. te Ricordo l’agitazione, il timore e anche spende unicamen Un ragazzo che si lo che un po’ di paura che trasparivano un miraco per gli altri è come dai suoi grandi occhi espressivi stri occhi accade sotto ai no in quel bel visetto paffuto... di ogni parola, e la tua scelta, più Era il primo ostacolo della sua vita: Lui. dice tutto di te e di l’esame di ammissione alla ni scelta, Ogni vocazione, og seconda elementare. lmente, se la si segue fede Devo dire sostenuto brillantemente! facile! non penso sia mai gno Forza Andrea, vai avanti così Ma tu hai dalla tua il miglior compa e supererai sempre bene i vari esami ssa essere... di viaggio che ci po che incontrerai herò, Dal canto mio preg sul tuo percorso di sacerdote! hé, attraverso te, Laurea in info magari anche perc Anna Luppi rmatica, distanza che a volte Febbraio 2007 la Chiesa accorci la (sua insegnante alle elementari) otidianità e mantiene con la qu ntirsi un po’ più perché cerchi di se porzione di mondo ciò che vuo i.” solidale “con quella , “Ciò che conta è lo stupo “Ama e fa’ a ci passa di striscio Caro Andrea, re”. (Sant’Ag ostino) che dalla parrocchi icandola” i ricevere amandola non giud ti saluto con una frase ch e, Ti auguro d sono come diceva don To nino Bello. re che, ne pur nella sua semplicità, ha per tutto l’amo onare. Forse chissà... sara i chiamato a id ona battaglia anch e me un significato profon do certa, sapra o! condurre la tua bu lup e prezioso e oggi rappre senta In bocca al Giusi là dove il mondo ti aspetta proprio l’augurio che co n tanta ansia. Teli voglio farti, Con affetto. Vanna cioè quello di vivere sempre la tua vita con sguardo e spirito “E giorno dopo gior no di meraviglia, di stupore è silenziosamente di fronte ai doni, alle gio costruire…” ie, ai compiti e alle sfide ch (Nicolò Fabi) e il Signore d’ora in avanti metterà sul tuo cammino A chi si è sempre . Con affetto. Stefania C. preso cura di me... Terlago, 1996 GRAZIE! Auguri don Andrea . 005 chello, 2 Vero Trabuc Mettersi in cammino verso una meta sconosciuta esige fiducia. Anche noi come gli israeliti naufraghi in cammino sicuri che chi ci guida, il Signore, sa qual è la nostra meta. (RODENGO 2006) Caro Pressia…, cioè don Andrea, grazie perché mi hai mostrato la bellezza della condivisione, del vivere la comunità (o forse l’oratorio o le varie esperienze) nella gioia, nella collaborazione e nel dialogo. Ti saluto augurandoti di saperti spezzare per il prossimo perché il Signore è in mezzo a noi come Colui che serve. Bergamo, 2012 Questo sia vero sempre anche per la tua vita ovunque il Signore ti condurrà. In bocca al lupo per questo nuovo viaggio! Un abbraccio, nani. Betty
  • 20. Beh, che dire? Ci sia mo conosciuti che e tu già mi ripetev io avevo tredici an i che dovevo anda ni Io ti rispondevo: «M re nei villaggi... a piantala! La mia E invece ora sono vita è a Villa d’Add a Marsa Alam a...». e da cinque anni a questa parte sto gi Ogni tanto ci senti rando il mondo. amo, e mi dai anco Fontanella 2006 Sai, è bello vedere ra consigli... che stai arrivando a quello che vuoi fa Ti auguro tutto il be re… ne possibile. Caro don Andrea, Andrea R. quanti bei ricordi mi hai regalato! Sono tantissimi, ma in particolare ne ho uno che custodisco gelosamente. Ciao don Andrea, Questo ricordo è riferito alle domeniche di con queste poche righe ti voglio ringraziare Avvento e Quaresima che assieme a per il grande dono che ci fai, quello della tua vita per gli altri, don Fabrizio animavamo in chiesina, proprio come Gesù ha fatto. tu con la Bottega della Musica Tu sei stato mio educatore in oratorio e ricordo quando e io con il laboratorio liturgico. con gioia ed entusiasmo ci parlavi dell’Amore, Era uno dei momenti più belli della domenica; quello con la A maiuscola, e della libertà. Tutto questo ora ammiravo molto come, con il tuo carisma, l’hai tradotto nella tua vita per mezzo della tua vocazione riuscivi a coinvolgere tutti a seguirti nei canti. e così continui a educarci: Eravamo tutti catturati dalla tua gioia che niente è meglio inondava tutta la chiesa, mi ricordo in del buon esempio! particolare che una domenica, mentre stavi Ti auguro che tu possa facendo provare i canti per la Messa, vivere sempre con la stessa hai fatto strimpellare la tua chitarra passione la tua nuova vita, ad alcuni bambini che sedevano davanti a te. così che tutti possano Nei loro occhi ho visto una forte ammirazione intravedere grazie a te per te, sentimento che tanti tra noi ragazzi il volto di Gesù e possano proviamo nei tuoi confronti. conoscere e assaporare In particolare la mia stima è per tutto il percorso la grazia della Parola. che hai fatto per arrivare dove sei, Buon cammino. hai sentito la Sua chiamata e con pazienza Marta e tanta devozione hai camminato su quella strada che ti ha portato a dire “Eccomi”. 99 Corrida, 19 Ora, caro don Andrea eccoti qua: per tutti sarai don Andrea, ma per noi, che ti conosciamo Ciao Pressia... da sempre, sei e sarai “il Pressia”. Che dirti? Solo una parola: GRAZIE. Da tutti e tre un augurio speciale perché Ti ringrazio per tutto: per l’amicerchio, per aver tu possa portare sempre con te condiviso un pezzo di pane per pulire le padelle, quella gioia di fare che ci hai regalato per Trabuchello 2005... per Mezzoldo (presidente), per tanto tempo e perché tu possa donarla a chi per essere stato il mio educatore, incontrerai durante questo tuo nuovo percorso! grazie per aver condiviso un pezzo del tuo Auguri per tutto! percorso con me e soprattutto grazie per i consigli Monica, Stefano e il piccolo Gabriele che mi hai dato, uno in particolare che mi ha fatto riflettere e cambiare. E adesso che sei don Andrea, sono sicuro Sesto San Giovanni , Settembre 2011 che puoi condividere con molte altre persone la tua simpatia e la tua fede. Continua così come hai sempre fatto! Un abbraccio. Massi Nel mezzo c’è tutto il resto e tutto il resto è giorno dopo giorno e giorno dopo giorno è silenziosamente costruire e costruire è sapere e potere rinunciare alla perfezione. Non dimenticartelo!! Buona strada! Un sorriso. Sara P.