1. Editoria: il
cambiamento è dietro
l'angolo. E gli editori
sono pronti?"
Giovedì 4 Febbraio 2010
Editoria e
Informazione
2. Editoria: il cambiamento è dietro l'angolo. E gli editori sono pronti?"
Chi sono?
Fabio Missoli
responsabile eCommerce e Web Marketing Wolters Kluwer Italia
Chi è Wolters Kluwer Italia?
Un editore professionale (target commercialisti, avvocati, notai, consulenti
del lavoro, responsabili sicurezza, tecnici, …)
In Italia è presente con i brand editoriali Utet Giuridica, Utet Scienze
Tecniche, CEDAM, IPSOA, Leggi d’Italia Professionale (ex DeAgostini
Professionale) e brand software OSRA, OASistemi, Pragma, …
1.200 dipendenti in Italia, 20 sedi, una rete di vendita di oltre 700
agenzie.
La mission è offrire al professionista sia strumenti operativi (software) che
di approfondimento e aggiornamento professionale (editoria e formazione)
4. E’ con questo augurio che si apre l’edizione italiana del libro(*):
Manifesto dell’Editore del XXI secolo
Ovvero di come gli editori tradizionali possono riposizionarsi nel flusso
cangiante dei media ai tempi della rete
(traduzione di Antonio Tombolini di Simplicissimus)
(*)disponibile gratuitamente e solo in formato PDF
5. Il cambiamento è in corso?
Ci sono molti segnali (deboli e forti) che sembrano confermare il
cambiamento.
La crisi del modello di business dell’editoria tradizionale è sicuramente un
fattore che stimola il cambiamento.
8. Un gran parlare insomma… ma chi sta facendo/ha fatto qualcosa per
cavalcare il cambiamento?
Kindle 2
Kindle DX 6” 259$
9,7” 489$
9. - è un Netbook evoluto?
- un eBook reader evoluto?
- un iPhone evoluto?
In ogni caso non è una novità assoluta, ma questo non
significa che non possa essere un successo globale, visto
anche i precedenti dell’iPhone e iPod, perché non è solo
il dispositivo che conta!
16. La battaglia se la stanno giocando nuovi player!
Allora proviamo ad immaginare qualche scenario (fantapolitico).
Si diffondono i servizi offerti da Amazon (Kindle), Apple (iPad), Google
(Edition)…
In alcuni casi i prezzi sono stabiliti dal player, non dall’editore!
L’utente finale ha la possibilità di acquistare lo stesso contenuto da questi
player ad un prezzo assolutamente vantaggioso rispetto ad altri canali
tradizionali (e spesso in anticipo) e su media tradizionali.
I canali tradizionali tenderanno a diminuire/sparire.
Gli editori venderanno i propri contenuti principalmente attraverso i
servizi offerti da questi nuovi protagonisti.
Gli editori avranno pochissime leve contrattuali con i nuovi distributori di
informazione che potranno quindi decidere anche quali contenuti
veicolare/somministrare agli utenti.
17. E perché i nuovi player dovranno rivolgersi all’editore e non direttamente
all’autore?
Perché a questo punto l’autore non dovrebbe andare direttamente alla
fonte e ottenere il 70% sulle vendite del contenuto da lui prodotto invece
del 5-10% che gli viene dato dal’editore?
18. Il cambiamento in corso apre un grandissimo mercato a nuovi player che
non hanno un business consolidato da difendere.
Ma tutto ciò è positivo?
Il ruolo dell’editore ha ancora senso, apporta un valore?
Forse sì, specie nell’editoria professionale dove l’abbondanza di
informazione (anche FREE e non sempre “trusted”) non è un plus ma un
minus.
Il professionista non ha tempo di verificare quale informazione tra le
migliaia disponibili è quella che risolve un problema specifico.
Esempio commercialista: ogni giorno viene pubblicata la Gazzetta
Ufficiale, ma quale informazione della Gazzetta ha un impatto sul mio
lavoro quotidiano, quale novità normativa ha un impatto per un mio
cliente?
19. Possono esistere modelli di business differenti dalla vendita “one-shot” (tipica del
libro) o dall’abbonamento (tipica delle rivista) o comunque la vendita di contenuti
“a lotti”?
Forse:
per esempio il PPV (assolutamente analogo all’acquisto di un file MP3). Acquisto
solamente l’unità di contenuto di cui ho bisogno.
ADV? Contenuto FREE supportato da inserzionisti pubblicitari.
Sì, forse, d’altra parte Google vive sulla pubblicità (ma non produce contenuti!).
Può esserci una revenue-share?
Sì, se gli editori si facessero pagare non dagli utenti finali, ma da chi OGGI già
guadagna con “Internet”: gli ISP.
Cosa succederebbe se RCS, il Gruppo L’Espresso, Mondadori, ilSole24Ore (ma anche
Google!), … chiedessero una fee/revenue-share agli ISP sugli abbonamenti per far
accedere ai loro utenti ai loro siti?
In effetti se ci pensiamo che differenza c’è tra un abbonamento SKY (con i vari
“bouquet” cinema, sport, calcio, …) e Telecom Italia con l’abbonamento ADSL che
permette di accedere ai siti di news, video, social, svago, …
Entrambi le aziende sono cioè “content enabler”
20. Telecom CuboVision va proprio in quella direzione: spostare l’accento dalla
fornitura di connettività alla fornitura di contenuti.
22. Gli editori potrebbero avere ancora un ruolo se…
…invece di subire il cambiamento lo cavalcassero!
Per esempio consorziandosi e fornire agli utenti uno strumento
(device+servizio) alternativo ai vari Kindle, iPad, Google Edition per la
fruizione dei contenuti.
La strategia di guardare e difendere il proprio orticello nel lungo periodo
non ha mai funzionato e non funzionerà certo in futuro!
23. Cosa abbiamo fatto nel 2009?
Giugno 2009
Postilla (www.postilla.it) è una blog community per professionisti dove
tutti i blogger (ad oggi una circa 60) sono anch’essi professionisti in ambito
del diritto, fisco, sicurezza, ambiente, impresa.
24. E’ un modello nuovo e completamente rivoluzionario per un editore dove il
modello consolidato era molto semplice:
trovo un autore
gli chiedo di creare un contenuto specifico
produco il supporto per il contenuto (p.e. libro, rivista)
vendo il contenuto attraverso i mie canali (agenti, librerie, c. diretto)
pago l’autore in base alle vendite
Postilla introduce un modello completamente differente:
l’autore (un professionista) si candida
metto a disposizione del blogger una piattaforma per la pubblicazione
l’autore crea i contenuti a sua discrezione
promuovo il contenuto attraverso i mie canali web
non pago l’autore
25. Perché l’autore/blogger dovrebbe scrive gratis per l’editore, e l’editore
perché dovrebbe promuovere contenuti gratuitamente?
Perché il blogger è un professionista non un “autore”, vive vendendo i
proprio servizi di consulenza, non producendo contenuto. Postilla è un
ottimo strumento per promuovere la propria attività, i servizi offerti la
propria professionalità. Postilla gli permette di trovare nuovi clienti (oltre
che partner e fornitori), gli permette cioè di fare marketing di se stessi.
Perché l’editore “sperimenta” nuovi modelli di business che non vedono
nella vendita del contenuto il servizio/prodotto da vendere (per esempio
ADV, ma non solo “display”). E in futuro vendita di contenuti Premium e/o
PPV e servizi di consulenza.
Perché Postilla serve per monitorare le esigenze informative dei clienti (di
cosa discutono? quali sono le tematiche più dibattute?) per poi proporre
altri servizi editoriali che approfondiscono le tematiche affrontate in
maniera più “superficiale” nei blog