3. Giornalismo digitale in Italia:
Nelle redazioni domina ancora la ‘’carta’’
ma la talpa del cambiamento sta scavando
4. ‘’Il futuro? E' del giornalismo nel
suo complesso (…) Ci sarà sempre
più bisogno di giornalisti che
non sanno per chi scrivono,
ovvero capaci di lavorare per più
piattaforme’’.
Giuseppe Smorto , Repubblica.it
5. Nella grande maggioranza
le redazioni
osservate considerano il
digitale più come uno
strumento
tecnico/tecnologico che
come un nuovo
modo di fare giornalismo
Un modo che forza il
paradigma culturale del
giornalismo tradizionale,
in cui l’ organizzazione e
le gerarchie interne
restano sostanzialmente
quelle della carta
6. Anche nel caso di molte delle testate native le
redazioni conservano per molti versi la
strutturazione tipica della carta, con una rigida
divisione fra lavoro giornalistico e attività tecnica
e l’ adozione delle gerarchie tipiche degli spazi
produttivi tradizionali.
7. I materiali provenienti dagli utenti in generale vengono
considerati più che altro come degli spunti per eventuali
servizi affidati a redattori invece che come
materiale redazionale frutto di una conversazione
specifica con il pubblico
8. Non abbiamo abbonamenti alle agenzie. Solo
per le foto ci rivolgiamo a delle agenzie. Per
il resto usiamo la Rete.
- Per il ventaglio di temi di cui ci occupiamo
noi le agenzie non servono; sono competitive
in cose di che di solito non ci servono, come
tutto il settore del dichiarazionificio, ecc.
- Per i temi internazionali lavoriamo molto con
Twitter.
- Insomma avremmo bisogno delle agenzie
solo in occasioni rare e quindi non valgono i
costi.
Luca Sofri – Il Post
9. Io penso che gli editori italiani
abbiano sbagliato completamente la
strategia sul digitale.
Non lo dico per arroganza, ma
perché secondo me è abbastanza
oggettivo come quando un po’ di
anni fa tutti i quotidiani facevano i
dvd o le enciclopedie. Sembrava che
se non facevi un dvd in edicola non
vendevi il giornale. Per tanti anni ha
funzionato: ci guadagnavi e ci facevi
un sacco di soldi. In realtà in tanti
anni hai svalutato tanto i tuoi
contenuti, hai svalutato molto la tua
redazione e abituato il lettore a
pensare che il quotidiano sia quasi
un allegato all’enciclopedia di
quell’anno e dopo cinque anni di
quel modello lì non è restato niente.
Matteo Bartocci – Il Manifesto