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ESPERTO                 TUTOR                           ASSISTENTE TECNICO
PROF.SSA Maria Riccio    Prof.ssa Giuseppina Gallelli          Mele Antonella
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                                                                                      .



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                                    CARCHIDI GIUSEPPE        MARINO GIUSEPPE
                                    CARUSO ANTONIO           NOTARO DOMENICO
        3. L’alimentazione          CELI SIMONE GIUSEPPE      PIDORENKA ALEH
                                    CORRADO VITO              POLITI ALESSANDRO
                                    COSENTINO MATTEO          POSELLA ANTONIO
        4. Chimica e ambiente
                                    EMLIK ABDULBAKI          SPOSATO NICCOLO’
                                    EMLIK ARIF               TROPEA DAVIDE
        5. Vita quotidiana          GAGLIARDI ANTONIO        VALENTINO RICCARDO
                                    GIORGIO ANDREA           VISCOMI ANTONIO
        6. Partecipanti             KANAT OZAN                VISCOMI SALVATORE
                                    MAIDA MATTEO                                     .
                                    MANOIERO AGAZIO

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La chimica è una scienza
   sperimentale perché
   fondata sull’evidenza
    sperimentale. Ogni
affermazione della chimica
     ha alla base degli
       esperimenti.
La chimica non si può eliminare perché è tutt’intorno a
    noi e in noi.
Intorno a noi:
    Nei fenomeni naturali indispensabili per la vita
    come la fotosintesi.
    Nei prodotti artificiali di primaria importanza per la
    nostra civiltà come farmaci,fertilizzanti,materie
    plastiche,carburanti,saponi,ecc.
In noi:
    l’uomo funziona o non funziona tramite reazioni
    chimiche sia pure molto complesse.
La chimica spiega i “perché” e i “come” della vita di
tutti i giorni partendo dalle proprietà degli atomi e
delle molecole che sono i mattoni di tutto cìò che ci
circonda e anche del nostro corpo.
Ci permette di comprendere il mondo in cui viviamo;
Ci fa entrare con competenza nel meraviglioso
mondo della vita e dei meccanismi che la rendono
possibile;
Ci fa cogliere i legami con la produzione industriale
di tutti i beni che costituiscono il nostro mondo
quotidiano;
Ci dà le chiavi per riflettere sui problemi;
Ci permette di trovare i rimedi ai disastri che il
progresso e la tecnologia comportano, a volte
inevitabilmente,più spesso per colpa dell’uomo.
Nonostante ciò la chimica si associa spesso
all’inquinamento ed al pericolo, senza pensare che si
        occupa di tutte le sostanze e delle loro
trasformazioni, comprese le cose più preziose che ci
circondano: come l’aria, l’acqua, la terra ed il nostro
                        corpo.
Chi non ha mai sentito pubblicizzare le virtù di un alimento o un
cosmetico con scritte del tipo: “privo di additivi chimici”?

E quante volte si identifica la “naturalità” di un prodotto con le sue
qualità benefiche, contrapponendo una fantomatica origine “ chimica”
per quello sicuramente dannoso?

Questi   esempi    sono   limpida   dimostrazione    dell’atteggiamento
consolidato con cui i mass media di regola contraffanno il significato
“chimico”,usandolo solo per far risaltare pericolosità e aggressività.

                              Perché?

I mass media spesso non sono in grado di garantire una corretta
comunicazione scientifica …. E le ragioni sono molteplici.
Questo lo esporremo con una mappa concettuale …
I colori che vediamo dipendono da sostanze chimiche contenute nelle
“cose” (oggetti, vernici, sassi, vegetali, animali…) che ci circondano.

Qualche volta i colori di una sostanza ci aiutano a identificarle.

Questa    attività   mostra   che   esistono   sostanze,   contenute   nei
vegetali, capaci di cambiare colore quando sono in contatto con altre
sostanze chimiche chiamate acidi e basi e, quindi, ci aiutano a
identificarle.
2-3 Foglie di cavolo rosso
Acqua
1 limone
Aceto
Bicarbonato
Idrossido di sodio
Tovaglioli di carta
Bicchieri
Cucchiai
Pennarelli
Cartina al tornasole
Abbiamo preparato l’indicatore, l’ingrediente essenziale per fare
questo esperimento: abbiamo tagliato le foglie del cavolo (parte
rossa) a piccoli pezzi e le abbiamo immerse in un becher
contenente acqua e abbiamo fatto bollire il tutto per circa trenta
minuti. Abbiamo lasciato riposare per circa 30 minuti e abbiamo
infine filtrato il liquido. Si è osservato che il liquido si è colorato
di rosso.
- bicchierino di plastica n.1: succo di limone (ca 2 cucchiai)
- bicchierino di plastica n.2: 2 cucchiai di aceto
- bicchierino di plastica n.3: 2 cucchiai di acqua
- bicchierino di plastica n.4: un cucchiaino di bicarbonato e
3-4 cucchiai di acqua e mescoliamo
-bicchierino di plastica n.5: o 2 cucchiai di Sprite
- bicchierino di plastica n.6: idrossido di sodio (3 o 4
pastiglie) e 3-4 cucchiai di acqua e mescoliamo.


Osserviamo: che colore ha ogni liquido contenuto in ogni
bicchierino? Scriviamolo insieme nella tabella riportata qui
sotto.
Adesso,      in    ogni        bicchierino   versiamo    1-2-cucchiai      di

“indicatore”, mescoliamo ed osserviamo: che colore ha adesso ogni liquido

contenuto in ogni bicchierino? Anche questo scriviamolo insieme nella

tabella riportata qui sotto.

Paragonare ogni colore con il “controllo”, cioè il bicchierino n.3 contenente

acqua alla quale si aggiunge l’indicatore.

     BICCHIERINO               COLORE PRIMA        COLORE DOPO
     1 LIMONE                  GIALLO              ROSSO
     2 ACETO                   TRASPARENTE         ROSSO CHIARO
     3 ACQUA                   TRASPARENTE         TRASPARENTE
     4 BICARBONATO             TRASPARENTE         VERDE CHIARO
     5 SPRITE                  TRASPARENTE         ROSSO CHIARO
     6 IDROSSIDO DI            TRASPARENTE         VERDE
     SODIO
L’indicatore che abbiamo estratto con acqua calda dalle foglie
del cavolo rosso ha reagito con le sostanze chimiche presenti nei
bicchieri causandone il cambiamento di colore.
L’indicatore ci permette di dire se una sostanza è acida, basica o
neutra.
Abbiamo effettuato una seconda misurazione di pH utilizzando una
cartina al tornasole ed abbiamo ottenuto i seguenti risultati:


                                    Ph
   Succo limone                     2
   Sprite                           3
   Pomodoro                         4
   Aceto                            2-3
   Acqua distillata                 6-7
   Bicarbonato di sodio             8
   Idrossido di sodio               11
   Acido cloridrico                 1
Ecco perché fiori e cavoli possono funzionare da indicatori di pH…
Quando prepariamo l’infusione, le antocianine, che sono importanti
pigmenti presenti in molti vegetali, passano nell’acqua. Il colore delle
antocianine può variare con il pH del mezzo in cui si trovano e per la
formazione   di   sali   colorati   con   metalli   presenti   nei   tessuti
vegetali, assorbiti dal terreno.
Le antocianine in ambiente acido sono, in genere colorate in rosso, in
ambiente neutro o basico sono colorate in violetto, blu o verde.
Le rose rosse ed i fiordalisi possiedono la stessa antocianina. Il
colore dei fiordalisi è dovuto anche al complesso metallico che si
forma con ferro ed alluminio, mentre nelle ortensie blu è presente
solo l’alluminio (ed il complesso cambia colore dall’azzurro al rosa a
seconda del pH) e nelle rose non è presente alcun metallo
La cromatografia su carta
Materiali:
Pennarelli con colori ad acqua
Carta da filtro
Due barattoli di vetro cilindrici ( con coperchio )
Una cannuccia per bibite in plastica morbida
Una graffetta
Acqua, NaCl
Alcool etilico
Cosa fare:
•   Tagliare la carta da filtro a strisce larghe circa la metà del diametro del barattolo e
    circa 1cm più lunghe della sua altezza.
•   Piegare una striscia vicino ad uno dei bordi corti ed avvolgere il lembo sulla
    cannuccia fissandolo con la graffetta.
•   Mettere in un barattolo un volume di acqua, tale che abbia una profondità di circa
    ½ cm chiudere il barattolo. Preparare allo stesso modo un altro barattolo con una
    soluzione salina.
•   Tracciare con una matita un segno parallelo ad uno dei lati corti di ogni striscia di
    carta distante circa 1,5 cm dal bordo.
•   Tracciare su questo segno, con la matita, dei punti distanti dal bordo più lungo
    almeno 1,5 cm ad intervalli di 1 cm.
•   Su ogni punto tracciato con la matita fare un punto con un pennarello.
•   Posizionare la striscia di carta nel barattolo immergendo nell’acqua l’estremità più
    vicina ai punti di calore, facendo in modo che essi siano al di sopra della superficie
    del liquido. Con cautela chiudere il barattolo posizionando con l’aiuto della
    cannuccia la striscia al centro del barattolo, in modo che non poggi sulle pareti.
•   Lasciare che il liquido risalga per capillarità lungo la striscia di carta.
•   Osservare il comportamento dei differenti colori.
Ecco il risultato!
Curiosità
L’esperienza può essere ripetuta con soluzioni concentrate di coloranti
alimentari, preparate da coloranti commerciali o estratti da cibi che contengono
coloranti come additivi. Particolarmente adatti sono i confettini con la superficie
colorata. Ogni confettino viene posto in un piccolo recipiente o in una provetta con
qualche goccia di acqua. in pochi minuti il rivestimento esterno rilascia il colorante
e la soluzione, prelevata con la pipetta, può essere utilizzata per la cromatografia
su carta. Come eluente può essere usata acqua satura di cloruro di sodio, il
comune sale da cucina.
Cromatografia su gessetto bianco
A qualche millimetro da uno dei bordi, poggiare la punta di un pennarello colorato sul
gessetto lungo 4-5 cm. Possono essere applicati diversi puntini con lo stesso pennarello o
con pennarelli di diverso colore. Predisporre un piccolo vasetto di vetro o un bicchierino
in plastica trasparente con qualche millilitro di alcool etilico e coprirlo con il suo tappo o
un piccolo pezzo di foglio di alluminio. Introdurre il gessetto con cautela, in modo che
stia “in piedi” e non poggi sulle pareti. Le macchie sul gessetto non devono essere
immerse nel solvente. Ricoprire il vasetto e lasciare eluire per il tempo necessario.
Dov’è la chimica?

Cosa accade? Perché i colori si separano? La ragione risiede nella natura delle sostanze
chimiche d cui sono fatti i pigmenti colorati, l’acqua e la carta. Spesso i colori sono miscele
di pigmenti diversi tra loro per forma, peso e caratteristiche. Alcuni pigmenti si sciolgono
molto bene in acqua e quindi si fanno “trasparire”, altri “amano”, invece, aggrapparsi alla
carta. Questi ultimi sono trascinati meno velocemente dei primi, più solubili,durante la
risalita dell’acqua della carta per capillarità. Per questo motivo si separano abbastanza
sulla carta per poter dire quanti diversi componenti sono presenti in una misciela.
MATERIALI
Batuffolo di cotone
Amido di mais
Tintura di iodio
Foglio di carta
Succo di limone
pennello
Che cosa fare
Per prima cosa dobbiamo scrivere un messaggio su un foglio bianco
utilizzando un pennello imbevuto di succo di limone.
Fare asciugare la scritta, che diventerà così invisibile da non vederla
quasi più.
Prepariamo il rilevatore: mettiamo nel frattempo un cucchiaio di
amido in mezzo bicchiere d’acqua e mescoliamo, aggiungiamo
qualche goccia di tintura di iodio si otterrà un sospensione
intensamente colorato in blu.
Cosa è successo?
Una volta asciugato il succo di limone sul foglio e passato il pennello
imbevuto di tintura di iodio cosa notiamo?
La scritta riappare, bianca su uno sfondo azzurro/violetto
Dov’è la chimica?
In tutto questo dove si trova la chimica??
L’amido è un polisaccaride, un polimero naturale del glucosio. È caratterizzato da
una struttura che si avvolge a spirale, e per questo motivo si combina con lo iodio
formando un complesso con una forte colorazione azzurro/violetto. Anche la
vitamina C contenuta nel limone si combina con lo iodio ma forma una molecola
incolore. Nel nostro esperimento, l’aria ricoperta dal succo di limone appare,
pertanto, bianca sul fondo colorato
Suggerimento
Tracciare un piccolo segno a matita sulla facciata del foglio dove
viene scritto il messaggio segreto, in modo che sia possibile
individuare il lato da trattare con il complesso amido-iodio.
Inoltre, perché il messaggio sia ben visibile, la sospensione di amido
deve essere piuttosto concentrata ed intensamente colorata in blu.
DETTI GLUCIDI O ZUCCHERI
                                               SONO COMPOSTI ORGANICI
                                                  FORMATI DA CARBONIO,
                                                  IDROGENO E OSSIGENO.
Sono la principale fonte energetica dell’organismo. I glucidi hanno anche una
funzione strutturale perché entrano nella costituzione degli acidi nucleici
(DNA, RNA).
Essi si distinguono in:
Monosaccaridi: glucosio, fruttosio.
Disaccaridi: lattosio, saccarosio.
Polisaccaridi: amidi, glicogeno.
Negli SPORTS i glucidi assumono importanza fondamentale in quanto, il
sistema nervoso ed i globuli rossi del sangue utilizzano particolarmente il
glucosio. Alimenti particolarmente ricchi di glucidi sono i cereali e derivati, i
legumi, le patate, il miele.
Un aspetto che molti ritengono strettamente legato alla dieta mediterranea è
un elevato INDICE GLICEMICO.
Una patata                              Tagliare alcune fettine sottilissime di patate
Farina di frumento                           e immergerle in in un vetrino di orologio.
Zucchero                                     Aggiungere una goccia di tintura di iodio
Tintura di iodio
Pasta
Formaggio
Vetrini di orologio o becker

Osservazioni
Si è osservato la colorazione che ha assunto il preparato dopo l’aggiunta della
tintura di iodio. Poi si sono compiute le stesse operazioni usando la farina. La pasta
e lo zucchero. Si sono notate delle analogie e/o delle differenze.
La tintura di iodio, di colore marrone, assume una
colorazione blu-viola a contatto con l’amido. La tintura
può essere considerata l’indicatore specifico per l’amido.
Materiale occorrente
Tintura di iodio
Amido
Acido citrico
Acqua



In un becher si scioglie una punta di spatola
di amido in 5 o 6 ml di acqua distillata;
alla soluzione si aggiungono alcune
gocce di soluzione di tintura di iodio che
impartiranno la colorazione blu-violetta….
A questo punto, si aggiungono 3 o 4
gocce di acido citrico (limone) e si
riscalda; in pochi secondi il colore blu
scomparirà indicando la demolizione.
L’amido      è,     come      noto,    un
polisaccaride formato da una catena
di monomeri di α-D-glucosio legati da
legami α-1,4-glicosidici.Lo iodio in
soluzione se posto in una soluzione di
amido dà una colorazione blu-
violetta.L’azione       di   un     acido
forte, come l’acido citrico, a caldo
porta      all’idrolisi    del    legame
glicosidico e quindi al rilascio dei
monomeri; di conseguenza scompare
la colorazione blu-violetta.
Le proteine hanno come principale funzione, quella plastica. Sono importanti
soprattutto nella fase di accrescimento e per gli atleti che effettuano
allenamenti muscolari pesanti. A secondo della complessità della loro
costituzione chimica si distinguono in semplici e composte; le loro unità
costitutive sono gli amminoacidi, otto dei quali sono essenziali. Una dieta
mediterranea sana ed equilibrata fornisce a sufficienza tutti i nutrienti e gli
amminoacidi necessari.
Possono essere di origine animale ( carne, latte, formaggi, uova, pesci ) o
vegetale ( verdura, legumi, frutta, farinacei ).
Un bicchiere
Colino
Cucchiaio
Latte
Succo di limone o aceto


Versa nel bicchiere del latte fresco, scaldarlo fino a 21 °C, se era conservato in
frigo. Aggiungi qualche goccia del succo di limone o di aceto e mescola per
qualche minuto. Dopo cinque minuti di riposo, le caseine, le più abbondanti
proteine del latte, coagulano e si separano sotto forma di pesanti fiocchi
bianchi. Il coagulo si separa per filtrazione e si risciacqua nel filtro con acqua
fresca. Infine si strizza la caseina e la si lascia ad asciugare per almeno cinque
minuti.
L’aggiunta della sostanza acida ha fatto variare il grado di acidità(pH)
del latte, con la conseguente denaturazione delle proteine del
latte, che si sono separate dalla massa del liquido formando i coaguli.
Durante la cottura delle uova l’albume e il tuorlo addensano. L’addensamento
dell’albume, un fluido viscoso trasparente di colore giallino formato per il 90 %
da acqua e per il 10 % da proteine, consiste nella sua trasformazione in una
gelatina opaca, bianca.




Anche l’aggiunta di alcol all’albume e al tuorlo d’uovo produce la denaturazione
delle proteine, con un effetto simile a quello della temperatura. Pertanto per
aggiunta di alcol, l’albume e il tuorlo (rotto) di un uovo assumono l’aspetto
dell’uovo cotto anche senza riscaldamento.
Questi fenomeni sono causati dalla denaturazione delle proteine
dell’albume, prevalentemente globulari. Quando la temperatura supera i 62
°C (68 °C per le proteine del tuorlo) le molecole proteiche si srotolano, si
legano fra loro e formano un gel.
Le proteine delle sostanze alimentari, per la presenza dei legami
peptidici,   reagiscono   con    gli   ioni   rameici,   in   ambiente
alcalino, formando un complesso di colore viola.
Sostanze contenenti proteine
(es. albume, pesce, carne,
formaggio ecc.), idrossido di
sodio(idraulico liquido), solfato
di rame, acqua, provette




Porre in una provetta 1 gr di sostanza
contenente           proteine          (es.
albume, pesce, carne, formaggio
ecc.)•Aggiungere 5 ml di idrossido di
sodio (o idraulico liquido)•Fare bollire il
miscuglio per alcuni minuti•Dopo
raffreddamento, decantare la parte
liquida, trasportandola in un’altra
provetta
Aggiungere        alcune     gocce     di
soluzione    di    solfato    di     rame
(CuSO4)•Si osserverà la comparsa
di una colorazione violetta
La chimica nell’acqua.
Il pH
Il pH misura la concentrazione di ioni idrogeno nell'acqua.
Un pH 7 rappresenta un'acqua neutra, nè acida, nè
alcalina. In acqua dolce il pH oscilla solitamente tra 6.5 e
7.5, sebbene alcuni pesci possano tollerare valori più alti o
più bassi.
L’acqua in forma molecolare
  L'acqua è un composto chimico di formula molecolare
H2O, in cui i due atomi di idrogeno sono legati all'atomo di
               ossigeno con legame covalente.
I cambiamenti di stato dell’acqua
L’acqua, la conosciamo soprattutto sotto l’aspetto liquido.
Essa, però, la si può trovare sotto diversi stati:
•Solido: se l’acqua viene tenuta ad una temperatura sotto lo
0 essa si solidifica sotto forma di ghiaccio.
•Aeriforme: quando, l’acqua viene sottoposta ad una
temperatura di 100° o più essa evapora.
Una piccola curiosità
          Il liquido più curioso di tutti è L’acqua.
   E' apparentemente semplice nella sua complessità, è
indispensabile alla nostra sopravvivenza, plasma la Terra
  quotidianamente e la rende un luogo abitabile: stiamo
    parlando dell'acqua. Una delle piccole curiosità più
                        conosciute è:
 Essa quando passa dallo stato liquido a quello gassoso
 aumenta il suo volume, cosa che altri liquidi non fanno.
L’acqua nell’universo
L'acqua è inodore, insapore, pressochè incolore in molte
condizioni. Appare in natura in tre stati: liquido, solido e
gassoso.
L'acqua è diffusa in tutto l'universo: è stata rilevata acqua
nelle nubi interstellari della Via Lattea e di altre galassie,
dato che idrogeno e ossigeno sono probabilmente i gas più
diffusi nel cosmo.

E' stata rilevata anche su altri pianeti o lune. Ad esempio:
- Di recente l'acqua è stata scoperta sulla Luna
- Titano, Europa, Plutone e Caronte hanno ghiaccio d'acqua
- Le comete contengono spesso acqua.
Essa,è l’elemento più abbondante nell’universo.
Bollire l’acqua
Riempiamo una pentola con 3-4 litri di acqua fredda del rubinetto e
mettiamola a scaldare lentamente sul fuoco.
 Pian piano la temperatura dell’acqua comincia a salire. Sul fondo della
pentola e sulle pareti, dopo un po’, iniziano ad uscire bollicine. La
temperatura però è ancora troppo bassa perché sia vapor d’acqua.
Quelle piccole bollicine sono formate da gas che erano disciolti
nell’acqua.
 Continuiamo a scaldare.
 L’acqua sul fondo, più vicina al fuoco, si riscalda e per convenzione
cerca di risalire.
idrosfera terrestre

  Le condizioni atmosferiche primordiali sono state alterate in
 maniera preponderante dalla presenza di forme di vita, le quali
   hanno creato un diverso equilibrio ecologico, plasmando la
   superficie del pianeta. Circa il 71% della superficie è coperta
da oceani ad acqua salata, mentre il restante 29% è rappresentato
                    dai continenti e dalle isole.
L’acqua non è sempre fonte di vita

Ultimamente si è molto parlato dello tsunami, provocato da
un terremoto, che ha colpito il Giappone. I maggiori danni
  infatti non sono stati provocati dal terremoto, in quanto
essendo il Giappone una zone spesso soggetta a terremoti,
      le case sono state costruite a prova di terremoto.
Le onde che hanno colpito le coste erano di circa di 10m e
  hanno penetrato per chilometri il territorio Giapponese.
Inquinamento marino
     Il 20 aprile 2010 nel golfo del Messico è scoppiata una
    piattaforma petrolifera. Essa ha avuto un ingente danno
economico e soprattutto ecologico. Infatti sono stati dispersi in
    mare circa 700 mila tonnellate di greggio, distruggendo
l’ecosistema marino e provocando la morte di numerose specie
                             animali.
In sostanza l’acqua è la principale fonte di vita, ma dobbiamo
anche saperla rispettare per evitare che essa ci si rivolti contro.




                                      Salvatore Viscomi & Tropea Davide.
In generale
 Le vitamine sono sostanze organiche, assunte con gli alimenti,
  indispensabili al nostro organismo. Esse sono incluse tra i micronutrienti che
  devono essere assunti con la dieta quotidianamente poiché non vengono
  sintetizzati dall'organismo umano. Il termine vitamina viene dal
  tedesco Vitamin, ovvero amina della vita. Considerando la loro solubità si
  distinguono e classificano in:
• vitamine liposolubili cioè solubili nei grassi: sono le vitamine A, D, E, K, F;
• vitamine idrosolubili cioè solubili in acqua: sono le vitamine C, B1, B2, B5,
  B6, PP, B12, Bc, H
 Le vitamine idrosolubili non sono accumulate
  dall'organismo umano, per questo vanno assunte
  con regolarità. Al contrario, le vitamine liposolubili
  possono essere accumulate.
 Le vitamine non sono apportatrici di calorie né
  entrano a far parte dei costituenti strutturali
  dell'organismo.
 Le vitamine idrosolubili svolgono principalmente la
  funzione di coenzimi, mentre non tutte quelle
  liposolubili hanno una simile attività.
La Scoperta
 La scoperta delle vitamine nacque dalla
 constatazione che una dieta a base
 di carboidrati, lipidi, proteine e sali
 minerali non era sufficiente a garantire lo
 sviluppo e la sopravvivenza degli individui
 ma che era necessario addizionare anche
 degli opportuni fattori di crescita.
Idrosolubili
 Vitamine idrosolubili
• Vitamina B1
• Vitamina B2
• Vitamina B3 o Vitamina PP
• Vitamina B5 o Vitamina W
• Vitamina B6 o Vitamina Y
• Vitamina B8 o Vitamina H
• Vitamina B9 o Vitamina M
• Vitamina B12
• Vitamina C
Liposolubili
Vitamine liposolubili (che si sciolgono nel grasso)
• Vitamina A
• Vitamina D
• Vitamina E
• Vitamina K
• Vitamina F
L’ assunzione
 L'assunzione di vitamine deve essere
 costante nel tempo; attualmente però
 solo di alcune di esse sono note
 esattamente le quantità giornaliere
 raccomandabili ( vitamine:
 A, D, PP, acido folico, B1, B2, B6, B12).
 Per le altre si tende a far riferimento ad
 un intervallo di sicurezza. Il fabbisogno
 vitaminico varia a seconda dello stato
 fisiologico e/o patologico dell'individuo:
 età, sesso, gravidanza, allattamento.
La vitamina A
 La vitamina A dà elasticità
  alla pelle e, insieme ai
  carotenoidi
  , è antiossidante. I frutti
  che più ne contengono
  sono il cocomero, le
  albicocche, i cachi e il
  melone.
La vitamina B
 Queste vitamine forniscono
 energia all'organismo,
 convertendo i carboidrati in
 glucosio che l'organismo
 brucia per produrre energia.
 Sono fondamentali per il
 metabolismo dei grassi e
 delle proteine; sono
 essenziali al normale
 funzionamento del sistema
 nervoso, al tono muscolare
 nel tratto gastrointestinale,
 alla pelle, ai capelli, agli
 occhi, alla bocca e al fegato.
L’ assorbimento della vitamina B
 L'assorbimento di
 queste vitamine è ridotto
 in presenza di
 stress, dall'eccessivo
 consumo di
 zucchero, caffè, alcolici,
 dalla pillola
 anticoncezionale, dai
 sonniferi, dai
 sulfamidici, se si è in
 presenza di infezioni. Il
 suo assorbimento è
 favorito dalla presenza
 di Calcio, Vitamina
 E, Vitamina C e Fosforo.
La vitamina C
 La vitamina C,
 potente antiossidante
 che combatte i
 radicali liberi,
 importante nella
 formazione
 del collagene che dà
 elasticità alla pelle e
 previene le rughe, è
 presente in agrumi,
 fragole, kiwi, lamponi,
 mango papaia e ribes
 nero.
La vitamina E
 La vitamin     Ma anche
  a E, che       nella frutta
  ripara         fresca
  dai danni      esotica, l’av
  provocati      ocado.
  dal            La frutta
  sole sulla     secca pur
  pelle, è       essendo
  presente in    molto
  buone          calorica, fa
  quantità       bene
  nella frutta   perché
  secca:         ricca di
  noci, noccio   proteine, fib
  le, mandorl    re e sali
  ee             minerali.
  pistacchi.
La Vitamina D
                       l'attività
    Si acquisisce       principale è la
    sia con             salute e la
    l'ingestione che    crescita delle
    con                 ossa, regolatore
    l'esposizione al    del
    sole, che attiva    metabolismo
    una forma di        del calcio, la
    colesterolo della   salute dei nervi,
    pelle e la          coopera alla
    trasforma in        regolazione del
    vitamina D, si      battito cardiaco,
    trova nei reni,     utile nel
    nell'intestino,     rachitismo,
    nel cervello, nel   osteoporosi,
    pancreas, nella     sclerosi
    pelle, nelle        multipla,
    ossa,               combatte gli
    nell'apparato       effetti nocivi
    riproduttivo,       della terapia a
    regola fa           base di steroidi.
    funzione
    immunitaria,
La regola dei cinque colori…
E una regola che
       dovremmo
      seguire per
    mantenerci in
          forma e
   soprattutto per
prevenire diverse
      malattie …
In che consiste questa regola ?
 Una buona norma
 per vivere meglio è
 mangiare spesso
 frutta e ortaggi
 alimenti che si
 trovano alla base
 della catena
 alimentare … Alcuni
 scienziati hanno
 consigliato questa
 regola che consiste
 nel mangiare ogni
 giorno 3 o 5 porzioni
 di frutta o di vegetali
 di 5 colori diversi …
Ogni frutta contiene delle sostanze che
danno un colore diverso ad ognuna …
MELA VERDE
Nella mela verde
si trova un
composto
chiamato
catenina che è
un composto
metabolico …
che fornisce alla
mela colore
bianco …
LIMONE
Nel limone si trovano
i flavonoidi che
Sono composti
chimici naturali
apprezzati
 per le loro capacità
salutistiche e che
forniscono
al limone un colore
particolarmente
giallo
RIBES
Nel ribes si
trovano
delle
sostanze
chiamate
antocianine
che danno a
questa frutta
un colore di
tipo
rossastro
CAROTE
Nelle carote si
trovano i
carotenoidi
dei pigmenti
vegetali che
danno alla
carota
un colore
arancio
Uva viola
Nell’uva si trovano
dei pigmenti
vegetali chiamate
antocianine queste
sono fra le più
importanti sostanze
che si trovano in
frutta e vegetali e
danno all’uva un
colore viola
Più intelligenti se mangiamo
di tutto seguendo le regole:

Le sette regole ESSENZIALI…
1)Limitare i grassi e il colesterolo
Perché fanno male i grassi e il colesterolo?
Il consumo eccessivo di trigliceridi saturi e di colesterolo
favoriscono l‟insorgere di malattie coronariche, con il rischio
d‟infarto nell‟età adulta. La dieta mediterranea consiglia di
consumare grassi di origine vegetale, olio crudo extra vergine
d‟oliva, al posto di grassi animali (burro, lardo, pancetta e
strutto). Evitare carni grasse, salumi e formaggi, che sono
fonte di grassi saturi; aumentare il consumo del pesce e delle
carni bianche (coniglio, pollo e tacchino), preferire il latte
scremato a quello intero.
2)Consumare più amido e più fibre.
Consumare più cereali integrali (pane, pasta e riso), più legumi e
più vegetali ricchi di cellulosa (frutta e verdura). I vantaggi della
fibra sono tantissimi: favorisce la peristalsi intestinale e lo
svuotamento rapido dell‟intestino, diminuisce il riassorbimento
delle sostanze da parte della mucosa intestinale, genera un senso
di sazietà e diminuendo lo stimolo della fame, assumere fibra
previene in modo efficace l‟insorgere di tumori intestinali. Nel
consumare questi alimenti bisogna stare attenti all‟aggiunta dei
condimenti grassi e oli che devono essere sostituiti con aromi e
spezie.
3)Diminuire consumi di zuccheri semplici
Lo zucchero più abbondante nella nostra dieta è il saccarosio.
Esso, oltre ad essere presente nello zucchero comune, è
presente nei dolci, gelati e bevande alcoliche. Un eccessivo
consumo di zucchero, predispone sovrappeso e alla carie
dentaria. Pertanto, bisogna controllare il consumo di creme
dolci, marmellate e dolciumi, sostituendo questi prodotti con
frutta, frullati e yogurt.
4) Consumare meno sale.
Non è sempre necessario aggiungere sali ai cibi, in quanto molti
di loro, soprattutto se sono conservati ne contengono
sufficientemente. E‟ consigliato usare il sale marino integrale, il
quale non contiene solo cloruro di sodio, ma anche altri sali
indispensabili come, il cloruro di magnesio fluoro e iodio. Per
contenere l‟assunzione di sale è necessario evitare il consumo di
salumi, formaggi e i vari prodotti in scatola. Anche i surgelati
devono essere consumati con moderatezza in quanto anche loro
contengono sale aggiunto, derivato dall‟acqua salata impiegata
per “scottare” gli alimenti prima della surgelazione e bloccare
così l‟azione enzimatica. Al posto del sale possiamo usare spezie
e aromi.
5) Non consumare alcool.
L‟abuso di bevande alcoliche, oltre a provocare dannosi squilibri
nutritivi, può creare problemi di dipendenza e di tossicità con gravi
complicazioni morbose, inclusi il rischio di sviluppo di tumori. Solo un
consumo moderato di alcool può essere sopportato dal nostro
organismo. Tra le bevande alcoliche è più opportuno consumare quelle
con moderato tasso alcolico ( vino e birra ) e preferibilmente durante i
pasti. E‟ opportuno non consumare bevande alcoliche in seguito
all‟assunzione di farmaci.
6)Mantenere il peso ideale
Onde evitare l‟insorgere di malattie oggi di larga
diffusione, come diabete, coronariopatie e ipertensione, bisogna
evitare il sovrappeso e cercare di mantenere il peso forma. A
questo scopo si deve mantenere un buon livello di esercizio
fisico, controllando periodicamente il peso e cercando di
mantenerlo in limiti normali, in caso di sovrappeso è bene
orientarsi verso il consumo di alimenti non eccessivamente
calorici, quali ortaggi, frutta, vegetali in genere, aumentando nel
contempo il consumo energetico attraverso una maggiore
attività fisica.
7)Variare frequentemente gli alimenti della dieta.
Solo una dieta variata consente all‟organismo di rifornirsi
giornalmente di tutti i principi nutritivi necessari per svolgere le
varie funzioni. Le abitudini alimentari “ monotone ” costituiscono
un rischio per la salute, in quanto l‟ingestione ripetuta di sostanze
nocive presenti in un particolare prodotto, alla lunga può
determinare lo sviluppo di malattie tumorali. Dei sette gruppi si
consiglia il consumo delle porzioni giornaliere riportate nella
tabella seguente:
Le reazioni chimiche nel piatto

Forse non tutti sanno che anche nella pizza
avvengono reazioni chimiche. La farina utilizzata
per la pizza contiene circa il 70% di amido, un
carboidrato, e tra l’8% e il 13% di proteine.
Questa farina contiene due proteine, la glutenina e
la gliadina, che a contatto con l’acqua formano un
complesso proteico chiamato glutine. Uno degli
ingredienti fondamentali è il lievito, il cui scopo è
di produrre anidride carbonica per gonfiare
l’impasto. I lieviti sono organismi unicellulari che
appartengono alla famiglia dei funghi, questi
organismi a contatto con l’acqua trasformano gli
zuccheri presenti in anidride carbonica e alcool.
Durante l’impasto le molecole di glutine
iniziano a formare delle lunghe catene, più a
lungo si impasta più le catene di glutine si
allungano allineandosi l’une con le altre,
formando un reticolo tridimensionale che
elasticizza l’impasto della pizza. Questa fase
è importantissima per la riuscita di una buona
pizza, perché se il reticolo è sufficientemente
fitto sarà in grado di trattenere sotto forma
di   bollicine   l’anidride   carbonica    formata
durante la fermentazione. Dopo è consigliabile
lasciare la pasta a riposo. Poi infornate e
aspettate con pazienza di mangiare una buona
fetta    di   pizza.   Se     siete   fortunati   la
mangerete tutta.
In molte famiglie resiste ancora la
   tradizione di preparare la pizza in
   casa impastando acqua, farina e
   lievito. Una conoscenza dei processi
   chimici e fisici che avvengono durante
   la preparazione dell'impasto può
   aiutare a preparare una pizza
   migliore.
La farina di frumento si distingue da

molte altre per presenza di due

proteine, la glutenina e la gliadina, che

a contatto con l'acqua formano un

complesso proteico chiamato glutine,

che dona all'impasto quell'elasticità e

plasticità fondamentali per

trasformarlo in pizze, focacce e pane

di mille forme diverse.
Un altro ingrediente fondamentale e' il
lievito, il cui scopo è di produrre
anidride carbonica, usata per gonfiare
l'impasto. I lieviti sono organismi
viventi unicellulari che appartengono al
regno dei funghi. Questi
organismi, comunemente usati per
produrre pane e bevande alcoliche, a
contatto con l'acqua, attraverso il
processo di
fermentazione, trasformano gli
zuccheri presenti in anidride carbonica
e alcool
In commercio vi sono anche confezioni
di pizza a lievitazione istantanea, con
l'agente lievitante già miscelato alla
farina. In questo caso non si tratta
di organismi viventi ma di una miscela
di due o più composti, solitamente
una sostanza alcalina, il bicarbonato
di sodio, e una sostanza acida, quale
il tartrato acido di potassio (il
cosiddetto cremor tartaro) o il
glucone delta lattone, che in presenza
di acqua reagiscono immediatamente
producendo CO2. In questo caso
verranno a mancare all'impasto quegli
aromi che sono tipici dei lieviti e che
conferiscono un sapore caratteristico.
Una volta formato il glutine, bisogna
impastare. Durante l'impasto le
molecole di glutine iniziano a formare
delle lunghe catene. Più a lungo
s'impasta, più le catene di glutine si
allungano allineandosi le une con le
altre, creando legami tra loro e
formando un complesso reticolo
tridimensionale che conferisce
elasticità alla pasta. Se il reticolo è
sufficientemente fitto, aiutato anche
dall'amido parzialmente idratato, sarà
in grado di trattenere sotto forma di
bollicine l'anidride carbonica formata
durante la fermentazione.
•   ….Per concludere
    auguriamo a tutti …




                          Buon Appetito
La pasta non fu invenzione cinese, gli
italiani la conoscevano già prima che
l'eroe de Il Milione tornasse dal suo
avventuroso viaggio. Allora furono
veramente gli italiani ad inventare la
pasta? Pare assai azzardato cercare
di imputare a tutti i costi
l'invenzione della pasta perché, a
nostro avviso, di invenzione non si
tratta, ma piuttosto del naturale
sfruttamento di una materia prima
assai diffusa. Il frumento era
conosciuto circa 10.000 anni fa e,
quando si scoprì che, frantumandone
i chicchi, se ne poteva ricavare la
farina, gli uomini incominciarono
anche a produrre i primi impasti che,
cotti su pietre roventi, davano
sottili focacce, il famoso pane
àzimo. Dalla cottura del composto
farina-acqua sulle pietre, alla
bollitura in acqua il passo è breve e
naturale.
COMPOSIZIONE CHIMICA E VALORE ENERGETICO DEGLI ALIMENTI PER
100g DI PARTE EDIBILE

Parte edibile 100 %            Le paste alimentari hanno alto contenuto in glucidi sotto forma
Acqua (g) 67,2                 di amido (circa 80%) e un comunque notevole contenuto
Proteine (g) 4,3               in protidi (circa 10%), pure se quest' ultimi hanno insufficiente
Lipidi (g) 0,8                 contenuto in amminoacidi essenziali. Le carenze nutritive riguardano
Glucidi Disponibili (g) 25,9   il contenuto di grassi e quello di vitamine; risulta fortemente
Amido (g) 23,0                 squilibrato l' apporto di minerali per la prevalenza del potassio.
Solubili 0,7                   Pertanto sarà utile ai fini del Carico di Indice Glicemico, introdurre
Fibra alimentare 1,1           all'interno del pasto le verdure per le vitamine; carni e legumi per
Colesterolo 31                 completare l'apporto proteico, si ricordi il pesce per l'apporto di
Energia                        acidi grassi omega 3; i formaggi per i lipidi; gli oli vegetali, fra cui
Kcal 122 calorie               primeggia l'olio d'oliva, per gli acidi grassi insaturi. Le kcal apportate
Kj 508                         da 100 gr. di pasta si aggirano intorno alle 350, equivalenti a 1487 kJ.
Anche il quotidiano piatto di pasta può
trovare in sé una eccellenza molecolare.
Diverse fonti attribuiscono alla pasta origini
disparate, c’è chi cita i cinesi, che gli arabi …
ma è indiscutibile che un piatto di “spaghetti
al ragù” siano icona di italianità nel modo!!
Il DPR 187/01 sancisce i regolamenti circa la
produzione degli sfarinati e le caratteristiche
legali previste per la pasta di semola e di
grano duro nonché per la pasta all’uovo.
Quest’ultima dovrebbe essere preparata con
semola di grano duro (se siete proprio
interessati circa gli ingredienti ammessi
nella produzione industriale della pasta
potete consultare, il DM 119/96…), fatta
eccezione per le paste fresche con l’aggiunta
di almeno 4 uova, di peso complessivo non
inferiore a 200g/Kg. La pasta all’uovo è
certamente interessante dal punto di vista
nutrizionale considerando il maggiore
apporto di proteine che conferisce l’aggiunta
di uova all’impasto (citando il DPR 187/01 il
tenore minimo di proteine espresso con qnt.
di Azoto x 5,70 è di 12,50).
Esistono due tipi di farina di semola, che si
distinguono innanzi tutto in base alla
dimensione delle particelle dalle quali sono
costituite:
una proviene da un macinazione grezza del
grano, che fornisce alla farina un 50% circa
di particelle con diametro superiore a 425
micron (= un milione di volte più piccole
di 4 metri circa);
l’altra da una lavorazione più fine che dà una
farina certamente più sottile al tatto, per
questo composta per il 50 % da particelle
con diametro inferiore ai 250 micron!!
Ad un livello di produzione della pasta quale
quello casalingo, è evidente che, a seconda
della percentuale di H2O aggiunta
all’impasto, fornirsi di una materia prima
più grezza, significa donare alla pasta una
consistenza totalmente diversa e
certamente più rugosa e tenace, rispetto
all’utilizzo della farina più raffinata.
Inoltre, un importante processo di
raffinamento, impone uno stress meccanico
che agisce sull’integrità
delle proteine (glutine principalmente) e
degli zuccheri (amido) della pasta, il che
può riflettersi ulteriormente sulle proprietà
chimico fisiche di lavorazione della
stessa, che ne risulterà
compromessa, specialmente nei termini di
estensibilità e omogeneità dell’impasto.
In più, pur se con degli effetti difficilmente
percepibili nell’ordinario, aumentare la
quota di proteine e zuccheri semplici
disponibili nell’impasto, significa aumentare
le possibilità di reazioni incrociate tra
questi, come il buon Maillard ci insegna!!!
(vedi più avanti).
E questo è quel che pensa la maggior parte
dei produttori di pasta a livello industriale
nella nostra nazione!
Anche l’occhio aiuta! Infatti osservando da
vicino qualsiasi taglio di pasta ottenuto da
impasti che presentano una quantità
percentuale maggiore di semola grezza
rispetto a quella più lavorata, vi accorgerete
che sono presenti delle piccole macchioline
quasi saline e di color avorio (in linguaggio
scientifico “spots”) che sono assenti in paste
che provengono da impasti più “raffinati”.
Taglio desiderato tramite passaggio
in trafila:
Ma perché tutta
questa differenza
tra Teflon e
bronzo??




                    La risposta si riflette sulle proprietà della
                    pasta, quali:
                    resistenza alla rottura;
                    porosità.
                    La prima, (i più avidi lettori di food-blog lo
                    sapranno), ha inspirato il post del Prof.
                    Dario Bressanini nel suo Blog Le Scienze per
                    Repubblica, che rimandava al curioso
                    articolo circa la dinamica fisica di rottura
                    dello spaghetto!
Oltre a ciò, la cosiddetta “breaking strenght” è un parametro
monitorabile in laboratorio (con un dinamometro) e misurabile
in Newton (N), che esprime la forza con la quale uno spaghetto si
oppone alla frattura.
Sebbene non con la stessa sensibilità di un dinamometro, i più attenti
possono cogliere anche a casa propria, questa sensata esperienza. La
resistenza, sarà quindi influenzata in primo luogo dalla porosità della
pasta, che disomogenea nella sua lunghezza, fornirà una minore
resistenza alla frattura.
Perciò ci aspettiamo che sistemi di
produzione come quelli della pasta
artigianale, conferiscano una maggiore
suscettibilità alla rottura rispetto alle
produzioni industriali.
La temperatura inoltre favorisce la rottura:
l’essiccamento ad elevate temperature (80-
90 C°), favorisce la denaturazione delle
proteine del glutine, che nella nuova
conformazione formeranno più facilmente
un reticolato, irrigidente la matrice della
pasta.
Le due cose, si capisce, sono connesse e la trafilatura in bronzo aumenta infatti la
porosità, come si può vedere da queste immagini.




 (A) pasta ottenuta mediante trafilatura
 in Teflon
 (B) pasta ottenuta mediante trafila
 di Bronzo
Infine per quanto riguarda le fasi di
essiccamento, è rinomato che esse possano
svolgersi per periodi prolungati a
basse/medie temperature (50-60 °C) oppure
per tempi inferiori a temperature più elevate
(80-90 °C), entrambe in ambienti
ventilati, rigorosamente controllati in
termini di temperatura e umidità.



                                                Quale delle due tecniche è da
                                                    ritenersi migliore?!
Certamente la prima…
Infatti se la perdita dell’acqua dall’alimento è particolarmente sostenuta, i protagonisti
della reazione di Maillard (ovvero zuccheri e composti contenenti azoto amminico)
tendono a reagire tra di loro formando dei complessi che contemporaneamente danno
colore e sequestrano composti nutritivi essenziali come gli amminoacidi provenienti dal
grano. Ne viene, che la pasta assumerà una colorazione più giallognola ed omogenea
piuttosto che variabilmente chiara (come è facilmente visualizzabile nella foto qui sotto: A.
pasta essiccata ad elevate temperature, B. pasta essiccata a basse temperature).




   (A) pasta ottenuta mediante trafilatura
   in Teflon
   (B) pasta ottenuta mediante trafila
   di Bronzo
Anche in questo caso ne risente la rugosità
della pasta perché le alte temperature di
essiccamento causano
lo “shrinkage” (restringimento) delle
proteine superficiali, che lasciano vere e
proprie cavità sulla pasta!La reazione di
Maillard durante il processo di essiccamento
della pasta secca, ha i suoi risvolti anche da
un punto di vista nutrizionale. Se
infatti, immaginiamo che il composto
azotato della reazione di Maillard (come in
figura) sia una Lisina (Lys, uno degli 8 L-
amminacidi non sintetizzabili dal nostro
organismo e quindi ESSENZIALI), il
composto di Amadori o do Heyns che si
viene a formare in prima istanza, ovvero
prima che la reazione prosegua
ulteriormente a formare le melanoidine
(avete presente la “crosta” di mozzarella non
lavabile sul fondo del tegame …?!) avrà già
sequestrato l’amminoacido di cui abbiamo
bisogno.
Parliamo di Lisina non per nulla, dal momento
che in quanto essenziale è purtroppo
scarsamente presente nel corredo
ammianoacidico di cui è costituita la pasta: per
questo paste essiccate ad alta temperatura
saranno ulteriormente prive dell’amminoacido
essenziale! Spesso infatti si consiglia di abbinare
al piatto di pasta il legume, ricco in Lisina e
povero di amminoacidi solforati (ovvero
contenenti Zolfo), di cui, versa vice è ricca la
pasta!
Dopo un pasto all’interno di uno
stomaco, mentre l’organismo tenta invano di
digerirle, qualche molecola proveniente da
alimenti diversi si soffermano a
chiacchierare:
Ciao, noi proveniamo da un
bel piatto di pasta col ragù
… siamo i carboidrati …
come cereali serviamo a
generare energia a livello
corporeo.
Ciao, noi invece siamo le
molecole della carne
macinata … siamo le
proteine …
“A questo punto mi presento
 anch‟io … sono una molecola
 proveniente dal formaggio …
 anche noi siamo proteine, ma
diverse da quelle della carne …
“Noi siamo molecole
H2O… siamo l’acqua che
    hai bevuto mentre
  mangiavai … di solito
siamo le molecole più utili
        al corpo.”
“Ehi … ci sono anch‟io … sono
       la molecola dell’olio
      d’oliva, sono il grasso
insaturo che se assunto crudo ho
     mille proprietà benefiche
   peccato che invece sono stato
  usato per soffriggere il ragù …
 sono stato modificato col calore
    ed ho perso tutte le sostanze
               utili.”
“Alloraaaaaaaa !!! Facciamo un po‟ di silenzio?!?! Sono
lo stomaco … e a causa vostra sono in difficoltà!!! Vi
ricordo che posso creare un ambiente digestivo alla volta
… quindi,

Ecco le giuste combinazioni alimentari:
-PROTEINE CON „VERDURE SENZA AMIDI‟
-CARBOIDRATI CON „VERDURE SENZA AMIDI‟
-GRASSI E OLII CON „VERDURE SENZA AMIDI‟
Da evitare: proteine con carboidrati e proteine con grassi
e oli.
PS: anche mangiando le proteine EVITATE di
 mangiare diversi tipi di proteina nello stesso
pasto … quindi, o mangi formaggi … o mangi
    la carne, o le uova … non mischiatele
                   assieme!!!
Pesce di mare e di acqua dolce
I pesci e gli altri prodotti d’acqua
salata sono generalmente più
saporiti di quelli d’acqua dolce.
Poiché l’acqua di mare contiene
circa il 3% di cloruro di sodio, il
comune sale da cucina, si
potrebbe pensare che questa sia
la spiegazione della loro maggior
sapidità.
Non potendo aumentare la concentrazione di
          cloruro di sodio la maggior parte delle
     creature marine accumula nelle cellule alcuni
        aminoacidi. In particolare la GLICINA, dal
       sapore dolciastro, e l’acido GLUTTAMMICO
      insieme al suo sale, il glutammato, che ha il
         potere di esaltare i sapori. Soprattutto i
                 molluschi ne sono ricchi.

•   .
La glicina è un amminoacido non polare. È il più
   semplice dei 20 amminoacidi ordinari, il suo
      gruppo laterale è un atomo di idrogeno.
 Avendo due atomi di idrogeno legati all'atomo
            di carbonio α, non è chirale.
L'acido glutammico è un amminoacido polare,
            la sua molecola è chirale.
  L'enantiomero L è uno dei 20 amminoacidi
     ordinari, il suo gruppo laterale reca un
          carbossile, che gli conferisce il
  comportamento acido da cui prende il nome.
Molti pesci per bilanciare la pressione osmotica
 accumulano una sostanza inodore e insapore,
 la trimetilammina N-ossido. Questa sostanza,
  dopo la morte, viene convertita dagli enzimi
 presenti e dai batteri nella trimetilammina, il
    cui Forte odore noi associamo al pesce di
               mare non più fresco.
Altri pesci, come gli squali e le
    razze, accumulano l’UREA, una sostanza
  amarognola e leggermente salata. L'urea è
                  un composto
chimico di formula CO(NH2)2 e massa molare
      60,06 g/mol; in condizioni normali si
presenta come un solido cristallino incolore;
si tratta della diammide dell'acido carbonico.
Il pesce surgelato continua, sebbene più
 lentamente, la sua degradazione. Durante il
periodo di surgelazione gli enzimi producono
   la dimetilammina, dall’odore vagamente
                 ammoniacale.
Per fermare gli enzimi si devono raggiungere
     temperature molto più basse di quelle
       raggiungibili in un normale freezer
   casalingo, per cui non conservateci i pesci
 troppo a lungo. In più, le proteine delle fibre
   muscolari dei pesci sono particolarmente
   sensibili al congelamento, modificando la
                  loro struttura.
I pesci di mare spesso hanno anche un vero e
      proprio “odore di mare”. Le molecole
       responsabili di questo aroma sono i
  bromofenoli, queste molecole sono prodotte
  da alghe e altri organismi marini a partire dal
  bromo, un elemento abbondante nell’acqua
                      di mare.



                                               L’angolo chimico
                                   2,6 dibromofenolo, uno dei responsabili
                                   dell‟”odore di mare”
Alcuni pesci di acqua dolce invece,
specialmente quelli che vivono sul fondo
come le carpe, possono avere un aroma e
   sapore “fangoso”. Le due molecole
    responsabili sono la geosmina e il
 metilisoborneolo, prodotte dalle alghe.
LA CHIMICA DELLA CIOCCOLATA

      La composizione della cioccolata dipende dai tipi di
      ingredienti utilizzati e dalla loro proporzione (il
      cioccolato fondente dovrebbe contenere il 35% di
      cacao e non più del 65% di zucchero; quello al latte
      almeno il 14% di latte e 25% di cacao, ma non più del
      55% di zucchero) e può quindi variare da un tipo
      all’altro               di                  prodotto.
Nella seguente tabella vengono riportati i principali componenti del cioccolato
espressi in massa per 100 g di prodotto
La presenza di latte arricchisce la cioccolata di proteine e calcio, oltre che di vitamine B2
ed A, mentre diminuisce la quantità di ferro, maggiormente presente nella pasta di
cacao.
Nel tabella a fianco vengono riportati
esclusivamente       i    componenti       del
cacao,                           l’ingrediente
fondamentale, essendo proprio questo ad
impartire le proprietà del cioccolato.
 I composti elencati nelle tabelle
 rappresentano soltanto i componenti
 principali del cioccolato e del cacao.
 Vi sono infatti numerosi componenti
 minoritari presenti in tracce ma
 anch'essi responsabili delle proprietà
 e delle caratteristiche organolettiche
 del prodotto.
I COSTITUENTI DEL CACAO

Nel cacao sono stati identificati oltre 200 costituenti. Le metilxantine ne
rappresentano circa il 3% e sono costituite per due terzi da teobromina e per un
terzo da caffeina che danno al cacao il suo sapore amaro, oltre che effetti
stimolanti. Il cioccolato contiene anche polifenoli, triptofano e un grup-po di
alcaloidi neuroattivi, da cui le sensazioni di piacevolezza e gratificazione
gustativa. Il piacere di mangiare cioccolato potrebbe essere spiegato dalla
presenza di quantita' variabili di endorfine, che sono in grado di stimolare il
buonumore e di agire contro il dolore. I flavonoidi hanno invece proprieta'
antiossidanti ed antitrombotiche benefiche in particolare per il cuore e le pareti
delle arterie. Il consumo abituale di cioccolato contrasta l’ipertensione. Uno
studio dell’Universita' dell’ Aquila pubblicato sulla rivista American Journal of
Clinical Nutrition ha dimostrato che i benefici del cioccolato si osservano solo
dopo il consumo di cioccolata fondente e non bianca, priva del contenuto di
polifenoli.
Un effetto positivo è la diminuzione dei livelli di colesterolo LDL (cioé quello
cattivo’) e la riduzione dell’ossidazione del colesterolo ematico, processo
che può portare al blocco delle arterie. Nel cacao non si trova traccia di
colesterolo e quindi nel cioccolato fondente, mentre un etto di cioccolato al
latte ne con-tiene 16 milligrammi, la stessa quantità contenuta in 100
grammi di yogurt naturale parzialmente scremato. In piccole dosi si può
quindi affermare che il cioccolato fa bene alla salute per la sua benefica
influenza sul sistema cardiovascolare, sul flusso del sangue e sulla
pressione sanguigna. Certa anche la proprietà rimineralizzante, soprattutto
ferro, magnesio, fosforo e potassio, di cui il cacao e' ricco, che aiutano a
combattere i segni dell'età. Confermate scientificamente anche le proprietaà
riducenti, sfruttabili in cosmesi per creme che aiutano a bruciare i grassi
localizzati. Quindi, anche se a dieta possiamo permetterci un quadratino di
cioccolata fondente, ma attenti a non esagerare.
La conservazione dei cibi ebbe
inizio quando l'uomo imparò a
immagazzinare i raccolti e a
usare salatura e affumicamento
per far durare più a lungo carne
e pesce. Oggi la conservazione
richiede, nella gran parte dei
casi,   l'impiego     di   additivi
chimici    per      conservare   o
"migliorare" il prodotto.
Gli additivi chimici creano qualche preoccupazione al
consumatore consapevole perché, sommati tra loro nel corso dei
pasti quotidiani, diventano responsabili dell'aumento del 5%
delle allergie alimentari. Non solo. I nitrati e nitriti di sodio e
potassio, contenuti nelle carni conservate e nei salumi, possono
modificare il funzionamento della tiroide o trasformarsi in
composti cancerogeni. I solfiti, presenti in crostacei, vino, frutta
secca e candita, funghi secchi, possono causare asma e orticaria. I
fosfati di budini, gelati, latte concentrato, prosciutto
cotto, possono determinare osteoporosi. Ecco perché è bene
scegliere i prodotti che contengono meno additivi chimici o che
addirittura non ne possiedono.
Un tempo gli alimenti deperibili
potevano essere messi in salamoia,
sotto sale, sott'olio, sott'aceto, sotto
il   grasso,        essiccati       oppure
affumicati.      Sono      sistemi      di
conservazione         degli     alimenti
utilizzati     da       millenni,      che
continuano a essere validi e che
hanno        permesso     all'uomo      di
sopravvivere fino a oggi. Ecco quali
sono i principali.
Viene eseguita ancora oggi
con il comune sale da cucina
che,     disidratando         gli
alimenti,        ostacola      lo
sviluppo dei germi. Si può
effettuare a secco o con
salamoia.   Il    pesce     viene
solitamente salato a secco e
le olive in salamoia.
È uno dei primi metodi di
conservazione. In antichità si
otteneva tramite esposizione
al sole, oggi è effettuato anche
industrialmente       mediante
l'utilizzo di forni o speciali
camere ad aria calda. Viene
usata soprattutto per frutta e
pesce.
Il fumo conserva a lungo
carni,      pesci     e    alcuni
formaggi, oltre a conferire
sapori e aromi particolari.
Il   cibo     viene       esposto
all'azione     combinata       di
calore e fumo sprigionati
dalla               combustione
incompleta di legni come
faggio, quercia e castagno.
L'olio non ha un'azione
conservante,       serve     solo
come     isolante       dall'aria,
bloccando         l'azione     di
microrganismi        aerobi.    È
quindi   inefficace        contro
quelli anaerobi (come il
botulino)     e    va    sempre
associato ad altre forme di
conservazione (cottura o
salagione).
Viene                   utilizzato
soprattutto per conservare
gli ortaggi, grazie al suo
contenuto          in          acido
acetico,     che    non        deve
essere     inferiore      al    6%.
L'azione     conservativa         è
dovuta      all'abbassamento
del pH e alla tossicità
dell'acido     acetico           nei
confronti                        dei
microrganismi.
Impediscono          la
deterioramento
degli         alimenti.
Esempi:    l'anidride
solforosa (E220) per
impedire a muffe e
batteri di formarsi
sulla frutta secca; i
nitriti e i nitrati
(E249-E252)        per
carni e salumi.
Usati     al   posto
dello zucchero in
bibite, yogurt e
gomma            da
masticare.
Esempi:
aspartame (E951),
saccarina (E954) e
acesulfame-K
(E950).
Molte    aziende    del    settore    alimentare
aggiungono additivi “inutili” dal punto di
vista della sicurezza alimentare, ma “molto
utili” per far vendere meglio il prodotto: si
tratta   di   aromi,    addensanti,   sapidanti,
dolcificanti, coloranti, spesso ottenuti per
sintesi chimica; è bene sapere quali additivi
sono aggiunti a un alimento che acquistiamo,
non perché le sostanze aggiunte siano nocive,
ma perché spingono a consumare alimenti e
bevande industriali ricchi di zuccheri e grassi
e poveri in fibre, vitamine in fibre, vitamine e
altre sostanze utili!
Oggi l’educazione alimentare può svolgere un ruolo determinante per la      .
 corretta alimentazione, soprattutto di bambini e ragazzi; come
 dimostra l’esempio a fianco, tratto dal sito di una scuola di Bollate
 (Milano), non è necessario “demonizzare” gli alimenti industriali o gli
 additivi chimici, ma serve far capire agli allievi che è importante
 controllare la quantità assunta giornalmente di questi cibi. Inoltre, la
 spinta   verso   una   alimentazione    più   sana   sta   modificando
 gradualmente anche le strategie delle industrie alimentari, che oggi
 sono molto più attente alla richiesta di cibi più sani e con la minor
 quantità possibile di additivi.
Imparare      a    leggere    le
etichette    è     un    ottimo
metodo per scegliere gli
alimenti industriali con
maggiore consapevolezza:
infatti     gli    ingredienti
devono essere indicati in
ordine        di        quantità
decrescente, e deve essere
specificata la presenza di
conservanti,       aromi      o
coloranti.
Purtroppo non sempre
le etichette sono chiare
e   a    volte   risultano
illeggibili,       perché
stampate in caratteri
microscopici.        Altre
volte le scritte sulla
confezione       possono
essere     ambigue      o
ingannevoli!
Chimica e alimenti sono fra loro ‘amici’ o
‘nemici’? Ad esempio: cosa rende rosso il
pomodoro      maturo?   Se     avessimo       un
potentissimo     microscopio,      oltre       a
tantissime         piccole         molecole
d’acqua,     vedremmo     delle    molecole
filiformi, come dei serpentelli che ci
apparirebbero    di   colore   rosso:     è   il
licopene: il colorante rosso dei pomodori!
Il licopene è molto utile alla salute perché
ci protegge da sostanze nocive, e diciamo
che è un antiossidanti e protettivo.

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  • 3. 1. Home 2. La chimica 3. L’alimentazione 4. Chimica e ambiente Cos’è la chimica La chimica: un mondo di colori: 5. Vita quotidiana - Sostanze: acidi o basi? 6. Partecipanti - La cromatografia . - Messaggi segreti ESPERTO TUTOR ASSISTENTE TECNICO PROF.SSA Maria Riccio Prof.ssa Giuseppina Gallelli Mele Antonella
  • 4. 1. Home 2. La chimica 3. L’alimentazione I principi nutritivi dell’alimentazione: 4. Chimica e ambiente Carboidrati Proteine Acqua Vitamine Le regole del mangiar bene 5. Vita quotidiana La chimica negli alimenti: 6. Partecipanti Pizza Spaghetti Pesce Cioccolata . Gli additivi ESPERTO TUTOR ASSISTENTI TECNICI PROF.SSA Maria Riccio Prof.ssa Giuseppina Gallelli Mele Antonella
  • 5. 1. Home 2. La chimica 3. L’alimentazione 4. Chimica e ambiente 5. Vita quotidiana I Rifiuti 6. Partecipanti Le piogge acide L’aria che respiriamo . ESPERTO TUTOR ASSISTENTI TECNICI PROF.SSA Maria Riccio Prof.ssa Giuseppina Gallelli Mele Antonella
  • 6. 1. Home 2. La chimica 3. L’alimentazione 4. Chimica e ambiente 5. Vita quotidiana 6. Partecipanti La plastica . ESPERTO TUTOR ASSISTENTE TECNICO PROF.SSA Maria Riccio Prof.ssa Giuseppina Gallelli Mele Antonella
  • 7. 1. Home CALABRETTA ANTONIO MARULLA MISU 2. La chimica CARCHIDI GIUSEPPE MARINO GIUSEPPE CARUSO ANTONIO NOTARO DOMENICO 3. L’alimentazione CELI SIMONE GIUSEPPE PIDORENKA ALEH CORRADO VITO POLITI ALESSANDRO COSENTINO MATTEO POSELLA ANTONIO 4. Chimica e ambiente EMLIK ABDULBAKI SPOSATO NICCOLO’ EMLIK ARIF TROPEA DAVIDE 5. Vita quotidiana GAGLIARDI ANTONIO VALENTINO RICCARDO GIORGIO ANDREA VISCOMI ANTONIO 6. Partecipanti KANAT OZAN VISCOMI SALVATORE MAIDA MATTEO . MANOIERO AGAZIO ESPERTO TUTOR ASSISTENTE TECNICO PROF.SSA Maria Riccio Prof.ssa Giuseppina Gallelli Mele Antonella
  • 8.
  • 9. La chimica è una scienza sperimentale perché fondata sull’evidenza sperimentale. Ogni affermazione della chimica ha alla base degli esperimenti.
  • 10. La chimica non si può eliminare perché è tutt’intorno a noi e in noi. Intorno a noi: Nei fenomeni naturali indispensabili per la vita come la fotosintesi. Nei prodotti artificiali di primaria importanza per la nostra civiltà come farmaci,fertilizzanti,materie plastiche,carburanti,saponi,ecc. In noi: l’uomo funziona o non funziona tramite reazioni chimiche sia pure molto complesse.
  • 11. La chimica spiega i “perché” e i “come” della vita di tutti i giorni partendo dalle proprietà degli atomi e delle molecole che sono i mattoni di tutto cìò che ci circonda e anche del nostro corpo. Ci permette di comprendere il mondo in cui viviamo; Ci fa entrare con competenza nel meraviglioso mondo della vita e dei meccanismi che la rendono possibile; Ci fa cogliere i legami con la produzione industriale di tutti i beni che costituiscono il nostro mondo quotidiano; Ci dà le chiavi per riflettere sui problemi; Ci permette di trovare i rimedi ai disastri che il progresso e la tecnologia comportano, a volte inevitabilmente,più spesso per colpa dell’uomo.
  • 12. Nonostante ciò la chimica si associa spesso all’inquinamento ed al pericolo, senza pensare che si occupa di tutte le sostanze e delle loro trasformazioni, comprese le cose più preziose che ci circondano: come l’aria, l’acqua, la terra ed il nostro corpo.
  • 13. Chi non ha mai sentito pubblicizzare le virtù di un alimento o un cosmetico con scritte del tipo: “privo di additivi chimici”? E quante volte si identifica la “naturalità” di un prodotto con le sue qualità benefiche, contrapponendo una fantomatica origine “ chimica” per quello sicuramente dannoso? Questi esempi sono limpida dimostrazione dell’atteggiamento consolidato con cui i mass media di regola contraffanno il significato “chimico”,usandolo solo per far risaltare pericolosità e aggressività. Perché? I mass media spesso non sono in grado di garantire una corretta comunicazione scientifica …. E le ragioni sono molteplici.
  • 14. Questo lo esporremo con una mappa concettuale …
  • 15. I colori che vediamo dipendono da sostanze chimiche contenute nelle “cose” (oggetti, vernici, sassi, vegetali, animali…) che ci circondano. Qualche volta i colori di una sostanza ci aiutano a identificarle. Questa attività mostra che esistono sostanze, contenute nei vegetali, capaci di cambiare colore quando sono in contatto con altre sostanze chimiche chiamate acidi e basi e, quindi, ci aiutano a identificarle.
  • 16. 2-3 Foglie di cavolo rosso Acqua 1 limone Aceto Bicarbonato Idrossido di sodio Tovaglioli di carta Bicchieri Cucchiai Pennarelli Cartina al tornasole
  • 17. Abbiamo preparato l’indicatore, l’ingrediente essenziale per fare questo esperimento: abbiamo tagliato le foglie del cavolo (parte rossa) a piccoli pezzi e le abbiamo immerse in un becher contenente acqua e abbiamo fatto bollire il tutto per circa trenta minuti. Abbiamo lasciato riposare per circa 30 minuti e abbiamo infine filtrato il liquido. Si è osservato che il liquido si è colorato di rosso.
  • 18. - bicchierino di plastica n.1: succo di limone (ca 2 cucchiai) - bicchierino di plastica n.2: 2 cucchiai di aceto - bicchierino di plastica n.3: 2 cucchiai di acqua - bicchierino di plastica n.4: un cucchiaino di bicarbonato e 3-4 cucchiai di acqua e mescoliamo -bicchierino di plastica n.5: o 2 cucchiai di Sprite - bicchierino di plastica n.6: idrossido di sodio (3 o 4 pastiglie) e 3-4 cucchiai di acqua e mescoliamo. Osserviamo: che colore ha ogni liquido contenuto in ogni bicchierino? Scriviamolo insieme nella tabella riportata qui sotto.
  • 19. Adesso, in ogni bicchierino versiamo 1-2-cucchiai di “indicatore”, mescoliamo ed osserviamo: che colore ha adesso ogni liquido contenuto in ogni bicchierino? Anche questo scriviamolo insieme nella tabella riportata qui sotto. Paragonare ogni colore con il “controllo”, cioè il bicchierino n.3 contenente acqua alla quale si aggiunge l’indicatore. BICCHIERINO COLORE PRIMA COLORE DOPO 1 LIMONE GIALLO ROSSO 2 ACETO TRASPARENTE ROSSO CHIARO 3 ACQUA TRASPARENTE TRASPARENTE 4 BICARBONATO TRASPARENTE VERDE CHIARO 5 SPRITE TRASPARENTE ROSSO CHIARO 6 IDROSSIDO DI TRASPARENTE VERDE SODIO
  • 20. L’indicatore che abbiamo estratto con acqua calda dalle foglie del cavolo rosso ha reagito con le sostanze chimiche presenti nei bicchieri causandone il cambiamento di colore.
  • 21. L’indicatore ci permette di dire se una sostanza è acida, basica o neutra. Abbiamo effettuato una seconda misurazione di pH utilizzando una cartina al tornasole ed abbiamo ottenuto i seguenti risultati: Ph Succo limone 2 Sprite 3 Pomodoro 4 Aceto 2-3 Acqua distillata 6-7 Bicarbonato di sodio 8 Idrossido di sodio 11 Acido cloridrico 1
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  • 23. Ecco perché fiori e cavoli possono funzionare da indicatori di pH… Quando prepariamo l’infusione, le antocianine, che sono importanti pigmenti presenti in molti vegetali, passano nell’acqua. Il colore delle antocianine può variare con il pH del mezzo in cui si trovano e per la formazione di sali colorati con metalli presenti nei tessuti vegetali, assorbiti dal terreno. Le antocianine in ambiente acido sono, in genere colorate in rosso, in ambiente neutro o basico sono colorate in violetto, blu o verde. Le rose rosse ed i fiordalisi possiedono la stessa antocianina. Il colore dei fiordalisi è dovuto anche al complesso metallico che si forma con ferro ed alluminio, mentre nelle ortensie blu è presente solo l’alluminio (ed il complesso cambia colore dall’azzurro al rosa a seconda del pH) e nelle rose non è presente alcun metallo
  • 24. La cromatografia su carta Materiali: Pennarelli con colori ad acqua Carta da filtro Due barattoli di vetro cilindrici ( con coperchio ) Una cannuccia per bibite in plastica morbida Una graffetta Acqua, NaCl Alcool etilico
  • 25. Cosa fare: • Tagliare la carta da filtro a strisce larghe circa la metà del diametro del barattolo e circa 1cm più lunghe della sua altezza. • Piegare una striscia vicino ad uno dei bordi corti ed avvolgere il lembo sulla cannuccia fissandolo con la graffetta. • Mettere in un barattolo un volume di acqua, tale che abbia una profondità di circa ½ cm chiudere il barattolo. Preparare allo stesso modo un altro barattolo con una soluzione salina. • Tracciare con una matita un segno parallelo ad uno dei lati corti di ogni striscia di carta distante circa 1,5 cm dal bordo. • Tracciare su questo segno, con la matita, dei punti distanti dal bordo più lungo almeno 1,5 cm ad intervalli di 1 cm. • Su ogni punto tracciato con la matita fare un punto con un pennarello. • Posizionare la striscia di carta nel barattolo immergendo nell’acqua l’estremità più vicina ai punti di calore, facendo in modo che essi siano al di sopra della superficie del liquido. Con cautela chiudere il barattolo posizionando con l’aiuto della cannuccia la striscia al centro del barattolo, in modo che non poggi sulle pareti. • Lasciare che il liquido risalga per capillarità lungo la striscia di carta. • Osservare il comportamento dei differenti colori.
  • 27. Curiosità L’esperienza può essere ripetuta con soluzioni concentrate di coloranti alimentari, preparate da coloranti commerciali o estratti da cibi che contengono coloranti come additivi. Particolarmente adatti sono i confettini con la superficie colorata. Ogni confettino viene posto in un piccolo recipiente o in una provetta con qualche goccia di acqua. in pochi minuti il rivestimento esterno rilascia il colorante e la soluzione, prelevata con la pipetta, può essere utilizzata per la cromatografia su carta. Come eluente può essere usata acqua satura di cloruro di sodio, il comune sale da cucina.
  • 28. Cromatografia su gessetto bianco A qualche millimetro da uno dei bordi, poggiare la punta di un pennarello colorato sul gessetto lungo 4-5 cm. Possono essere applicati diversi puntini con lo stesso pennarello o con pennarelli di diverso colore. Predisporre un piccolo vasetto di vetro o un bicchierino in plastica trasparente con qualche millilitro di alcool etilico e coprirlo con il suo tappo o un piccolo pezzo di foglio di alluminio. Introdurre il gessetto con cautela, in modo che stia “in piedi” e non poggi sulle pareti. Le macchie sul gessetto non devono essere immerse nel solvente. Ricoprire il vasetto e lasciare eluire per il tempo necessario.
  • 29. Dov’è la chimica? Cosa accade? Perché i colori si separano? La ragione risiede nella natura delle sostanze chimiche d cui sono fatti i pigmenti colorati, l’acqua e la carta. Spesso i colori sono miscele di pigmenti diversi tra loro per forma, peso e caratteristiche. Alcuni pigmenti si sciolgono molto bene in acqua e quindi si fanno “trasparire”, altri “amano”, invece, aggrapparsi alla carta. Questi ultimi sono trascinati meno velocemente dei primi, più solubili,durante la risalita dell’acqua della carta per capillarità. Per questo motivo si separano abbastanza sulla carta per poter dire quanti diversi componenti sono presenti in una misciela.
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  • 31. MATERIALI Batuffolo di cotone Amido di mais Tintura di iodio Foglio di carta Succo di limone pennello
  • 32. Che cosa fare Per prima cosa dobbiamo scrivere un messaggio su un foglio bianco utilizzando un pennello imbevuto di succo di limone. Fare asciugare la scritta, che diventerà così invisibile da non vederla quasi più. Prepariamo il rilevatore: mettiamo nel frattempo un cucchiaio di amido in mezzo bicchiere d’acqua e mescoliamo, aggiungiamo qualche goccia di tintura di iodio si otterrà un sospensione intensamente colorato in blu.
  • 33. Cosa è successo? Una volta asciugato il succo di limone sul foglio e passato il pennello imbevuto di tintura di iodio cosa notiamo? La scritta riappare, bianca su uno sfondo azzurro/violetto
  • 34. Dov’è la chimica? In tutto questo dove si trova la chimica?? L’amido è un polisaccaride, un polimero naturale del glucosio. È caratterizzato da una struttura che si avvolge a spirale, e per questo motivo si combina con lo iodio formando un complesso con una forte colorazione azzurro/violetto. Anche la vitamina C contenuta nel limone si combina con lo iodio ma forma una molecola incolore. Nel nostro esperimento, l’aria ricoperta dal succo di limone appare, pertanto, bianca sul fondo colorato
  • 35. Suggerimento Tracciare un piccolo segno a matita sulla facciata del foglio dove viene scritto il messaggio segreto, in modo che sia possibile individuare il lato da trattare con il complesso amido-iodio. Inoltre, perché il messaggio sia ben visibile, la sospensione di amido deve essere piuttosto concentrata ed intensamente colorata in blu.
  • 36. DETTI GLUCIDI O ZUCCHERI SONO COMPOSTI ORGANICI FORMATI DA CARBONIO, IDROGENO E OSSIGENO. Sono la principale fonte energetica dell’organismo. I glucidi hanno anche una funzione strutturale perché entrano nella costituzione degli acidi nucleici (DNA, RNA). Essi si distinguono in: Monosaccaridi: glucosio, fruttosio. Disaccaridi: lattosio, saccarosio. Polisaccaridi: amidi, glicogeno. Negli SPORTS i glucidi assumono importanza fondamentale in quanto, il sistema nervoso ed i globuli rossi del sangue utilizzano particolarmente il glucosio. Alimenti particolarmente ricchi di glucidi sono i cereali e derivati, i legumi, le patate, il miele. Un aspetto che molti ritengono strettamente legato alla dieta mediterranea è un elevato INDICE GLICEMICO.
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  • 39. Una patata Tagliare alcune fettine sottilissime di patate Farina di frumento e immergerle in in un vetrino di orologio. Zucchero Aggiungere una goccia di tintura di iodio Tintura di iodio Pasta Formaggio Vetrini di orologio o becker Osservazioni Si è osservato la colorazione che ha assunto il preparato dopo l’aggiunta della tintura di iodio. Poi si sono compiute le stesse operazioni usando la farina. La pasta e lo zucchero. Si sono notate delle analogie e/o delle differenze.
  • 40. La tintura di iodio, di colore marrone, assume una colorazione blu-viola a contatto con l’amido. La tintura può essere considerata l’indicatore specifico per l’amido.
  • 41. Materiale occorrente Tintura di iodio Amido Acido citrico Acqua In un becher si scioglie una punta di spatola di amido in 5 o 6 ml di acqua distillata; alla soluzione si aggiungono alcune gocce di soluzione di tintura di iodio che impartiranno la colorazione blu-violetta….
  • 42. A questo punto, si aggiungono 3 o 4 gocce di acido citrico (limone) e si riscalda; in pochi secondi il colore blu scomparirà indicando la demolizione. L’amido è, come noto, un polisaccaride formato da una catena di monomeri di α-D-glucosio legati da legami α-1,4-glicosidici.Lo iodio in soluzione se posto in una soluzione di amido dà una colorazione blu- violetta.L’azione di un acido forte, come l’acido citrico, a caldo porta all’idrolisi del legame glicosidico e quindi al rilascio dei monomeri; di conseguenza scompare la colorazione blu-violetta.
  • 43. Le proteine hanno come principale funzione, quella plastica. Sono importanti soprattutto nella fase di accrescimento e per gli atleti che effettuano allenamenti muscolari pesanti. A secondo della complessità della loro costituzione chimica si distinguono in semplici e composte; le loro unità costitutive sono gli amminoacidi, otto dei quali sono essenziali. Una dieta mediterranea sana ed equilibrata fornisce a sufficienza tutti i nutrienti e gli amminoacidi necessari. Possono essere di origine animale ( carne, latte, formaggi, uova, pesci ) o vegetale ( verdura, legumi, frutta, farinacei ).
  • 44.
  • 45. Un bicchiere Colino Cucchiaio Latte Succo di limone o aceto Versa nel bicchiere del latte fresco, scaldarlo fino a 21 °C, se era conservato in frigo. Aggiungi qualche goccia del succo di limone o di aceto e mescola per qualche minuto. Dopo cinque minuti di riposo, le caseine, le più abbondanti proteine del latte, coagulano e si separano sotto forma di pesanti fiocchi bianchi. Il coagulo si separa per filtrazione e si risciacqua nel filtro con acqua fresca. Infine si strizza la caseina e la si lascia ad asciugare per almeno cinque minuti.
  • 46. L’aggiunta della sostanza acida ha fatto variare il grado di acidità(pH) del latte, con la conseguente denaturazione delle proteine del latte, che si sono separate dalla massa del liquido formando i coaguli.
  • 47. Durante la cottura delle uova l’albume e il tuorlo addensano. L’addensamento dell’albume, un fluido viscoso trasparente di colore giallino formato per il 90 % da acqua e per il 10 % da proteine, consiste nella sua trasformazione in una gelatina opaca, bianca. Anche l’aggiunta di alcol all’albume e al tuorlo d’uovo produce la denaturazione delle proteine, con un effetto simile a quello della temperatura. Pertanto per aggiunta di alcol, l’albume e il tuorlo (rotto) di un uovo assumono l’aspetto dell’uovo cotto anche senza riscaldamento.
  • 48. Questi fenomeni sono causati dalla denaturazione delle proteine dell’albume, prevalentemente globulari. Quando la temperatura supera i 62 °C (68 °C per le proteine del tuorlo) le molecole proteiche si srotolano, si legano fra loro e formano un gel.
  • 49. Le proteine delle sostanze alimentari, per la presenza dei legami peptidici, reagiscono con gli ioni rameici, in ambiente alcalino, formando un complesso di colore viola.
  • 50. Sostanze contenenti proteine (es. albume, pesce, carne, formaggio ecc.), idrossido di sodio(idraulico liquido), solfato di rame, acqua, provette Porre in una provetta 1 gr di sostanza contenente proteine (es. albume, pesce, carne, formaggio ecc.)•Aggiungere 5 ml di idrossido di sodio (o idraulico liquido)•Fare bollire il miscuglio per alcuni minuti•Dopo raffreddamento, decantare la parte liquida, trasportandola in un’altra provetta
  • 51. Aggiungere alcune gocce di soluzione di solfato di rame (CuSO4)•Si osserverà la comparsa di una colorazione violetta
  • 53. Il pH Il pH misura la concentrazione di ioni idrogeno nell'acqua. Un pH 7 rappresenta un'acqua neutra, nè acida, nè alcalina. In acqua dolce il pH oscilla solitamente tra 6.5 e 7.5, sebbene alcuni pesci possano tollerare valori più alti o più bassi.
  • 54. L’acqua in forma molecolare L'acqua è un composto chimico di formula molecolare H2O, in cui i due atomi di idrogeno sono legati all'atomo di ossigeno con legame covalente.
  • 55. I cambiamenti di stato dell’acqua L’acqua, la conosciamo soprattutto sotto l’aspetto liquido. Essa, però, la si può trovare sotto diversi stati: •Solido: se l’acqua viene tenuta ad una temperatura sotto lo 0 essa si solidifica sotto forma di ghiaccio. •Aeriforme: quando, l’acqua viene sottoposta ad una temperatura di 100° o più essa evapora.
  • 56. Una piccola curiosità Il liquido più curioso di tutti è L’acqua. E' apparentemente semplice nella sua complessità, è indispensabile alla nostra sopravvivenza, plasma la Terra quotidianamente e la rende un luogo abitabile: stiamo parlando dell'acqua. Una delle piccole curiosità più conosciute è: Essa quando passa dallo stato liquido a quello gassoso aumenta il suo volume, cosa che altri liquidi non fanno.
  • 57. L’acqua nell’universo L'acqua è inodore, insapore, pressochè incolore in molte condizioni. Appare in natura in tre stati: liquido, solido e gassoso. L'acqua è diffusa in tutto l'universo: è stata rilevata acqua nelle nubi interstellari della Via Lattea e di altre galassie, dato che idrogeno e ossigeno sono probabilmente i gas più diffusi nel cosmo. E' stata rilevata anche su altri pianeti o lune. Ad esempio: - Di recente l'acqua è stata scoperta sulla Luna - Titano, Europa, Plutone e Caronte hanno ghiaccio d'acqua - Le comete contengono spesso acqua. Essa,è l’elemento più abbondante nell’universo.
  • 58. Bollire l’acqua Riempiamo una pentola con 3-4 litri di acqua fredda del rubinetto e mettiamola a scaldare lentamente sul fuoco. Pian piano la temperatura dell’acqua comincia a salire. Sul fondo della pentola e sulle pareti, dopo un po’, iniziano ad uscire bollicine. La temperatura però è ancora troppo bassa perché sia vapor d’acqua. Quelle piccole bollicine sono formate da gas che erano disciolti nell’acqua. Continuiamo a scaldare. L’acqua sul fondo, più vicina al fuoco, si riscalda e per convenzione cerca di risalire.
  • 59. idrosfera terrestre Le condizioni atmosferiche primordiali sono state alterate in maniera preponderante dalla presenza di forme di vita, le quali hanno creato un diverso equilibrio ecologico, plasmando la superficie del pianeta. Circa il 71% della superficie è coperta da oceani ad acqua salata, mentre il restante 29% è rappresentato dai continenti e dalle isole.
  • 60. L’acqua non è sempre fonte di vita Ultimamente si è molto parlato dello tsunami, provocato da un terremoto, che ha colpito il Giappone. I maggiori danni infatti non sono stati provocati dal terremoto, in quanto essendo il Giappone una zone spesso soggetta a terremoti, le case sono state costruite a prova di terremoto. Le onde che hanno colpito le coste erano di circa di 10m e hanno penetrato per chilometri il territorio Giapponese.
  • 61. Inquinamento marino Il 20 aprile 2010 nel golfo del Messico è scoppiata una piattaforma petrolifera. Essa ha avuto un ingente danno economico e soprattutto ecologico. Infatti sono stati dispersi in mare circa 700 mila tonnellate di greggio, distruggendo l’ecosistema marino e provocando la morte di numerose specie animali.
  • 62. In sostanza l’acqua è la principale fonte di vita, ma dobbiamo anche saperla rispettare per evitare che essa ci si rivolti contro. Salvatore Viscomi & Tropea Davide.
  • 63.
  • 64. In generale  Le vitamine sono sostanze organiche, assunte con gli alimenti, indispensabili al nostro organismo. Esse sono incluse tra i micronutrienti che devono essere assunti con la dieta quotidianamente poiché non vengono sintetizzati dall'organismo umano. Il termine vitamina viene dal tedesco Vitamin, ovvero amina della vita. Considerando la loro solubità si distinguono e classificano in: • vitamine liposolubili cioè solubili nei grassi: sono le vitamine A, D, E, K, F; • vitamine idrosolubili cioè solubili in acqua: sono le vitamine C, B1, B2, B5, B6, PP, B12, Bc, H
  • 65.  Le vitamine idrosolubili non sono accumulate dall'organismo umano, per questo vanno assunte con regolarità. Al contrario, le vitamine liposolubili possono essere accumulate.  Le vitamine non sono apportatrici di calorie né entrano a far parte dei costituenti strutturali dell'organismo.  Le vitamine idrosolubili svolgono principalmente la funzione di coenzimi, mentre non tutte quelle liposolubili hanno una simile attività.
  • 66. La Scoperta  La scoperta delle vitamine nacque dalla constatazione che una dieta a base di carboidrati, lipidi, proteine e sali minerali non era sufficiente a garantire lo sviluppo e la sopravvivenza degli individui ma che era necessario addizionare anche degli opportuni fattori di crescita.
  • 67. Idrosolubili  Vitamine idrosolubili • Vitamina B1 • Vitamina B2 • Vitamina B3 o Vitamina PP • Vitamina B5 o Vitamina W • Vitamina B6 o Vitamina Y • Vitamina B8 o Vitamina H • Vitamina B9 o Vitamina M • Vitamina B12 • Vitamina C
  • 68. Liposolubili Vitamine liposolubili (che si sciolgono nel grasso) • Vitamina A • Vitamina D • Vitamina E • Vitamina K • Vitamina F
  • 69. L’ assunzione  L'assunzione di vitamine deve essere costante nel tempo; attualmente però solo di alcune di esse sono note esattamente le quantità giornaliere raccomandabili ( vitamine: A, D, PP, acido folico, B1, B2, B6, B12). Per le altre si tende a far riferimento ad un intervallo di sicurezza. Il fabbisogno vitaminico varia a seconda dello stato fisiologico e/o patologico dell'individuo: età, sesso, gravidanza, allattamento.
  • 70. La vitamina A  La vitamina A dà elasticità alla pelle e, insieme ai carotenoidi , è antiossidante. I frutti che più ne contengono sono il cocomero, le albicocche, i cachi e il melone.
  • 71. La vitamina B  Queste vitamine forniscono energia all'organismo, convertendo i carboidrati in glucosio che l'organismo brucia per produrre energia. Sono fondamentali per il metabolismo dei grassi e delle proteine; sono essenziali al normale funzionamento del sistema nervoso, al tono muscolare nel tratto gastrointestinale, alla pelle, ai capelli, agli occhi, alla bocca e al fegato.
  • 72. L’ assorbimento della vitamina B  L'assorbimento di queste vitamine è ridotto in presenza di stress, dall'eccessivo consumo di zucchero, caffè, alcolici, dalla pillola anticoncezionale, dai sonniferi, dai sulfamidici, se si è in presenza di infezioni. Il suo assorbimento è favorito dalla presenza di Calcio, Vitamina E, Vitamina C e Fosforo.
  • 73. La vitamina C  La vitamina C, potente antiossidante che combatte i radicali liberi, importante nella formazione del collagene che dà elasticità alla pelle e previene le rughe, è presente in agrumi, fragole, kiwi, lamponi, mango papaia e ribes nero.
  • 74. La vitamina E  La vitamin Ma anche a E, che nella frutta ripara fresca dai danni esotica, l’av provocati ocado. dal La frutta sole sulla secca pur pelle, è essendo presente in molto buone calorica, fa quantità bene nella frutta perché secca: ricca di noci, noccio proteine, fib le, mandorl re e sali ee minerali. pistacchi.
  • 75. La Vitamina D  l'attività Si acquisisce principale è la sia con salute e la l'ingestione che crescita delle con ossa, regolatore l'esposizione al del sole, che attiva metabolismo una forma di del calcio, la colesterolo della salute dei nervi, pelle e la coopera alla trasforma in regolazione del vitamina D, si battito cardiaco, trova nei reni, utile nel nell'intestino, rachitismo, nel cervello, nel osteoporosi, pancreas, nella sclerosi pelle, nelle multipla, ossa, combatte gli nell'apparato effetti nocivi riproduttivo, della terapia a regola fa base di steroidi. funzione immunitaria,
  • 76. La regola dei cinque colori… E una regola che dovremmo seguire per mantenerci in forma e soprattutto per prevenire diverse malattie …
  • 77. In che consiste questa regola ?  Una buona norma per vivere meglio è mangiare spesso frutta e ortaggi alimenti che si trovano alla base della catena alimentare … Alcuni scienziati hanno consigliato questa regola che consiste nel mangiare ogni giorno 3 o 5 porzioni di frutta o di vegetali di 5 colori diversi …
  • 78. Ogni frutta contiene delle sostanze che danno un colore diverso ad ognuna …
  • 79. MELA VERDE Nella mela verde si trova un composto chiamato catenina che è un composto metabolico … che fornisce alla mela colore bianco …
  • 80. LIMONE Nel limone si trovano i flavonoidi che Sono composti chimici naturali apprezzati per le loro capacità salutistiche e che forniscono al limone un colore particolarmente giallo
  • 81. RIBES Nel ribes si trovano delle sostanze chiamate antocianine che danno a questa frutta un colore di tipo rossastro
  • 82. CAROTE Nelle carote si trovano i carotenoidi dei pigmenti vegetali che danno alla carota un colore arancio
  • 83. Uva viola Nell’uva si trovano dei pigmenti vegetali chiamate antocianine queste sono fra le più importanti sostanze che si trovano in frutta e vegetali e danno all’uva un colore viola
  • 84. Più intelligenti se mangiamo di tutto seguendo le regole: Le sette regole ESSENZIALI…
  • 85. 1)Limitare i grassi e il colesterolo Perché fanno male i grassi e il colesterolo? Il consumo eccessivo di trigliceridi saturi e di colesterolo favoriscono l‟insorgere di malattie coronariche, con il rischio d‟infarto nell‟età adulta. La dieta mediterranea consiglia di consumare grassi di origine vegetale, olio crudo extra vergine d‟oliva, al posto di grassi animali (burro, lardo, pancetta e strutto). Evitare carni grasse, salumi e formaggi, che sono fonte di grassi saturi; aumentare il consumo del pesce e delle carni bianche (coniglio, pollo e tacchino), preferire il latte scremato a quello intero.
  • 86. 2)Consumare più amido e più fibre. Consumare più cereali integrali (pane, pasta e riso), più legumi e più vegetali ricchi di cellulosa (frutta e verdura). I vantaggi della fibra sono tantissimi: favorisce la peristalsi intestinale e lo svuotamento rapido dell‟intestino, diminuisce il riassorbimento delle sostanze da parte della mucosa intestinale, genera un senso di sazietà e diminuendo lo stimolo della fame, assumere fibra previene in modo efficace l‟insorgere di tumori intestinali. Nel consumare questi alimenti bisogna stare attenti all‟aggiunta dei condimenti grassi e oli che devono essere sostituiti con aromi e spezie.
  • 87. 3)Diminuire consumi di zuccheri semplici Lo zucchero più abbondante nella nostra dieta è il saccarosio. Esso, oltre ad essere presente nello zucchero comune, è presente nei dolci, gelati e bevande alcoliche. Un eccessivo consumo di zucchero, predispone sovrappeso e alla carie dentaria. Pertanto, bisogna controllare il consumo di creme dolci, marmellate e dolciumi, sostituendo questi prodotti con frutta, frullati e yogurt.
  • 88. 4) Consumare meno sale. Non è sempre necessario aggiungere sali ai cibi, in quanto molti di loro, soprattutto se sono conservati ne contengono sufficientemente. E‟ consigliato usare il sale marino integrale, il quale non contiene solo cloruro di sodio, ma anche altri sali indispensabili come, il cloruro di magnesio fluoro e iodio. Per contenere l‟assunzione di sale è necessario evitare il consumo di salumi, formaggi e i vari prodotti in scatola. Anche i surgelati devono essere consumati con moderatezza in quanto anche loro contengono sale aggiunto, derivato dall‟acqua salata impiegata per “scottare” gli alimenti prima della surgelazione e bloccare così l‟azione enzimatica. Al posto del sale possiamo usare spezie e aromi.
  • 89. 5) Non consumare alcool. L‟abuso di bevande alcoliche, oltre a provocare dannosi squilibri nutritivi, può creare problemi di dipendenza e di tossicità con gravi complicazioni morbose, inclusi il rischio di sviluppo di tumori. Solo un consumo moderato di alcool può essere sopportato dal nostro organismo. Tra le bevande alcoliche è più opportuno consumare quelle con moderato tasso alcolico ( vino e birra ) e preferibilmente durante i pasti. E‟ opportuno non consumare bevande alcoliche in seguito all‟assunzione di farmaci.
  • 90. 6)Mantenere il peso ideale Onde evitare l‟insorgere di malattie oggi di larga diffusione, come diabete, coronariopatie e ipertensione, bisogna evitare il sovrappeso e cercare di mantenere il peso forma. A questo scopo si deve mantenere un buon livello di esercizio fisico, controllando periodicamente il peso e cercando di mantenerlo in limiti normali, in caso di sovrappeso è bene orientarsi verso il consumo di alimenti non eccessivamente calorici, quali ortaggi, frutta, vegetali in genere, aumentando nel contempo il consumo energetico attraverso una maggiore attività fisica.
  • 91. 7)Variare frequentemente gli alimenti della dieta. Solo una dieta variata consente all‟organismo di rifornirsi giornalmente di tutti i principi nutritivi necessari per svolgere le varie funzioni. Le abitudini alimentari “ monotone ” costituiscono un rischio per la salute, in quanto l‟ingestione ripetuta di sostanze nocive presenti in un particolare prodotto, alla lunga può determinare lo sviluppo di malattie tumorali. Dei sette gruppi si consiglia il consumo delle porzioni giornaliere riportate nella tabella seguente:
  • 92.
  • 93. Le reazioni chimiche nel piatto Forse non tutti sanno che anche nella pizza avvengono reazioni chimiche. La farina utilizzata per la pizza contiene circa il 70% di amido, un carboidrato, e tra l’8% e il 13% di proteine. Questa farina contiene due proteine, la glutenina e la gliadina, che a contatto con l’acqua formano un complesso proteico chiamato glutine. Uno degli ingredienti fondamentali è il lievito, il cui scopo è di produrre anidride carbonica per gonfiare l’impasto. I lieviti sono organismi unicellulari che appartengono alla famiglia dei funghi, questi organismi a contatto con l’acqua trasformano gli zuccheri presenti in anidride carbonica e alcool.
  • 94. Durante l’impasto le molecole di glutine iniziano a formare delle lunghe catene, più a lungo si impasta più le catene di glutine si allungano allineandosi l’une con le altre, formando un reticolo tridimensionale che elasticizza l’impasto della pizza. Questa fase è importantissima per la riuscita di una buona pizza, perché se il reticolo è sufficientemente fitto sarà in grado di trattenere sotto forma di bollicine l’anidride carbonica formata durante la fermentazione. Dopo è consigliabile lasciare la pasta a riposo. Poi infornate e aspettate con pazienza di mangiare una buona fetta di pizza. Se siete fortunati la mangerete tutta.
  • 95. In molte famiglie resiste ancora la tradizione di preparare la pizza in casa impastando acqua, farina e lievito. Una conoscenza dei processi chimici e fisici che avvengono durante la preparazione dell'impasto può aiutare a preparare una pizza migliore.
  • 96. La farina di frumento si distingue da molte altre per presenza di due proteine, la glutenina e la gliadina, che a contatto con l'acqua formano un complesso proteico chiamato glutine, che dona all'impasto quell'elasticità e plasticità fondamentali per trasformarlo in pizze, focacce e pane di mille forme diverse.
  • 97. Un altro ingrediente fondamentale e' il lievito, il cui scopo è di produrre anidride carbonica, usata per gonfiare l'impasto. I lieviti sono organismi viventi unicellulari che appartengono al regno dei funghi. Questi organismi, comunemente usati per produrre pane e bevande alcoliche, a contatto con l'acqua, attraverso il processo di fermentazione, trasformano gli zuccheri presenti in anidride carbonica e alcool
  • 98. In commercio vi sono anche confezioni di pizza a lievitazione istantanea, con l'agente lievitante già miscelato alla farina. In questo caso non si tratta di organismi viventi ma di una miscela di due o più composti, solitamente una sostanza alcalina, il bicarbonato di sodio, e una sostanza acida, quale il tartrato acido di potassio (il cosiddetto cremor tartaro) o il glucone delta lattone, che in presenza di acqua reagiscono immediatamente producendo CO2. In questo caso verranno a mancare all'impasto quegli aromi che sono tipici dei lieviti e che conferiscono un sapore caratteristico.
  • 99. Una volta formato il glutine, bisogna impastare. Durante l'impasto le molecole di glutine iniziano a formare delle lunghe catene. Più a lungo s'impasta, più le catene di glutine si allungano allineandosi le une con le altre, creando legami tra loro e formando un complesso reticolo tridimensionale che conferisce elasticità alla pasta. Se il reticolo è sufficientemente fitto, aiutato anche dall'amido parzialmente idratato, sarà in grado di trattenere sotto forma di bollicine l'anidride carbonica formata durante la fermentazione.
  • 100. ….Per concludere auguriamo a tutti … Buon Appetito
  • 101.
  • 102. La pasta non fu invenzione cinese, gli italiani la conoscevano già prima che l'eroe de Il Milione tornasse dal suo avventuroso viaggio. Allora furono veramente gli italiani ad inventare la pasta? Pare assai azzardato cercare di imputare a tutti i costi l'invenzione della pasta perché, a nostro avviso, di invenzione non si tratta, ma piuttosto del naturale sfruttamento di una materia prima assai diffusa. Il frumento era conosciuto circa 10.000 anni fa e, quando si scoprì che, frantumandone i chicchi, se ne poteva ricavare la farina, gli uomini incominciarono anche a produrre i primi impasti che, cotti su pietre roventi, davano sottili focacce, il famoso pane àzimo. Dalla cottura del composto farina-acqua sulle pietre, alla bollitura in acqua il passo è breve e naturale.
  • 103. COMPOSIZIONE CHIMICA E VALORE ENERGETICO DEGLI ALIMENTI PER 100g DI PARTE EDIBILE Parte edibile 100 % Le paste alimentari hanno alto contenuto in glucidi sotto forma Acqua (g) 67,2 di amido (circa 80%) e un comunque notevole contenuto Proteine (g) 4,3 in protidi (circa 10%), pure se quest' ultimi hanno insufficiente Lipidi (g) 0,8 contenuto in amminoacidi essenziali. Le carenze nutritive riguardano Glucidi Disponibili (g) 25,9 il contenuto di grassi e quello di vitamine; risulta fortemente Amido (g) 23,0 squilibrato l' apporto di minerali per la prevalenza del potassio. Solubili 0,7 Pertanto sarà utile ai fini del Carico di Indice Glicemico, introdurre Fibra alimentare 1,1 all'interno del pasto le verdure per le vitamine; carni e legumi per Colesterolo 31 completare l'apporto proteico, si ricordi il pesce per l'apporto di Energia acidi grassi omega 3; i formaggi per i lipidi; gli oli vegetali, fra cui Kcal 122 calorie primeggia l'olio d'oliva, per gli acidi grassi insaturi. Le kcal apportate Kj 508 da 100 gr. di pasta si aggirano intorno alle 350, equivalenti a 1487 kJ.
  • 104. Anche il quotidiano piatto di pasta può trovare in sé una eccellenza molecolare. Diverse fonti attribuiscono alla pasta origini disparate, c’è chi cita i cinesi, che gli arabi … ma è indiscutibile che un piatto di “spaghetti al ragù” siano icona di italianità nel modo!!
  • 105. Il DPR 187/01 sancisce i regolamenti circa la produzione degli sfarinati e le caratteristiche legali previste per la pasta di semola e di grano duro nonché per la pasta all’uovo. Quest’ultima dovrebbe essere preparata con semola di grano duro (se siete proprio interessati circa gli ingredienti ammessi nella produzione industriale della pasta potete consultare, il DM 119/96…), fatta eccezione per le paste fresche con l’aggiunta di almeno 4 uova, di peso complessivo non inferiore a 200g/Kg. La pasta all’uovo è certamente interessante dal punto di vista nutrizionale considerando il maggiore apporto di proteine che conferisce l’aggiunta di uova all’impasto (citando il DPR 187/01 il tenore minimo di proteine espresso con qnt. di Azoto x 5,70 è di 12,50).
  • 106. Esistono due tipi di farina di semola, che si distinguono innanzi tutto in base alla dimensione delle particelle dalle quali sono costituite: una proviene da un macinazione grezza del grano, che fornisce alla farina un 50% circa di particelle con diametro superiore a 425 micron (= un milione di volte più piccole di 4 metri circa); l’altra da una lavorazione più fine che dà una farina certamente più sottile al tatto, per questo composta per il 50 % da particelle con diametro inferiore ai 250 micron!!
  • 107. Ad un livello di produzione della pasta quale quello casalingo, è evidente che, a seconda della percentuale di H2O aggiunta all’impasto, fornirsi di una materia prima più grezza, significa donare alla pasta una consistenza totalmente diversa e certamente più rugosa e tenace, rispetto all’utilizzo della farina più raffinata. Inoltre, un importante processo di raffinamento, impone uno stress meccanico che agisce sull’integrità delle proteine (glutine principalmente) e degli zuccheri (amido) della pasta, il che può riflettersi ulteriormente sulle proprietà chimico fisiche di lavorazione della stessa, che ne risulterà compromessa, specialmente nei termini di estensibilità e omogeneità dell’impasto.
  • 108. In più, pur se con degli effetti difficilmente percepibili nell’ordinario, aumentare la quota di proteine e zuccheri semplici disponibili nell’impasto, significa aumentare le possibilità di reazioni incrociate tra questi, come il buon Maillard ci insegna!!! (vedi più avanti). E questo è quel che pensa la maggior parte dei produttori di pasta a livello industriale nella nostra nazione! Anche l’occhio aiuta! Infatti osservando da vicino qualsiasi taglio di pasta ottenuto da impasti che presentano una quantità percentuale maggiore di semola grezza rispetto a quella più lavorata, vi accorgerete che sono presenti delle piccole macchioline quasi saline e di color avorio (in linguaggio scientifico “spots”) che sono assenti in paste che provengono da impasti più “raffinati”.
  • 109. Taglio desiderato tramite passaggio in trafila:
  • 110. Ma perché tutta questa differenza tra Teflon e bronzo?? La risposta si riflette sulle proprietà della pasta, quali: resistenza alla rottura; porosità. La prima, (i più avidi lettori di food-blog lo sapranno), ha inspirato il post del Prof. Dario Bressanini nel suo Blog Le Scienze per Repubblica, che rimandava al curioso articolo circa la dinamica fisica di rottura dello spaghetto!
  • 111. Oltre a ciò, la cosiddetta “breaking strenght” è un parametro monitorabile in laboratorio (con un dinamometro) e misurabile in Newton (N), che esprime la forza con la quale uno spaghetto si oppone alla frattura. Sebbene non con la stessa sensibilità di un dinamometro, i più attenti possono cogliere anche a casa propria, questa sensata esperienza. La resistenza, sarà quindi influenzata in primo luogo dalla porosità della pasta, che disomogenea nella sua lunghezza, fornirà una minore resistenza alla frattura.
  • 112. Perciò ci aspettiamo che sistemi di produzione come quelli della pasta artigianale, conferiscano una maggiore suscettibilità alla rottura rispetto alle produzioni industriali. La temperatura inoltre favorisce la rottura: l’essiccamento ad elevate temperature (80- 90 C°), favorisce la denaturazione delle proteine del glutine, che nella nuova conformazione formeranno più facilmente un reticolato, irrigidente la matrice della pasta.
  • 113. Le due cose, si capisce, sono connesse e la trafilatura in bronzo aumenta infatti la porosità, come si può vedere da queste immagini. (A) pasta ottenuta mediante trafilatura in Teflon (B) pasta ottenuta mediante trafila di Bronzo
  • 114. Infine per quanto riguarda le fasi di essiccamento, è rinomato che esse possano svolgersi per periodi prolungati a basse/medie temperature (50-60 °C) oppure per tempi inferiori a temperature più elevate (80-90 °C), entrambe in ambienti ventilati, rigorosamente controllati in termini di temperatura e umidità. Quale delle due tecniche è da ritenersi migliore?!
  • 115. Certamente la prima… Infatti se la perdita dell’acqua dall’alimento è particolarmente sostenuta, i protagonisti della reazione di Maillard (ovvero zuccheri e composti contenenti azoto amminico) tendono a reagire tra di loro formando dei complessi che contemporaneamente danno colore e sequestrano composti nutritivi essenziali come gli amminoacidi provenienti dal grano. Ne viene, che la pasta assumerà una colorazione più giallognola ed omogenea piuttosto che variabilmente chiara (come è facilmente visualizzabile nella foto qui sotto: A. pasta essiccata ad elevate temperature, B. pasta essiccata a basse temperature). (A) pasta ottenuta mediante trafilatura in Teflon (B) pasta ottenuta mediante trafila di Bronzo
  • 116. Anche in questo caso ne risente la rugosità della pasta perché le alte temperature di essiccamento causano lo “shrinkage” (restringimento) delle proteine superficiali, che lasciano vere e proprie cavità sulla pasta!La reazione di Maillard durante il processo di essiccamento della pasta secca, ha i suoi risvolti anche da un punto di vista nutrizionale. Se infatti, immaginiamo che il composto azotato della reazione di Maillard (come in figura) sia una Lisina (Lys, uno degli 8 L- amminacidi non sintetizzabili dal nostro organismo e quindi ESSENZIALI), il composto di Amadori o do Heyns che si viene a formare in prima istanza, ovvero prima che la reazione prosegua ulteriormente a formare le melanoidine (avete presente la “crosta” di mozzarella non lavabile sul fondo del tegame …?!) avrà già sequestrato l’amminoacido di cui abbiamo bisogno.
  • 117. Parliamo di Lisina non per nulla, dal momento che in quanto essenziale è purtroppo scarsamente presente nel corredo ammianoacidico di cui è costituita la pasta: per questo paste essiccate ad alta temperatura saranno ulteriormente prive dell’amminoacido essenziale! Spesso infatti si consiglia di abbinare al piatto di pasta il legume, ricco in Lisina e povero di amminoacidi solforati (ovvero contenenti Zolfo), di cui, versa vice è ricca la pasta!
  • 118. Dopo un pasto all’interno di uno stomaco, mentre l’organismo tenta invano di digerirle, qualche molecola proveniente da alimenti diversi si soffermano a chiacchierare:
  • 119. Ciao, noi proveniamo da un bel piatto di pasta col ragù … siamo i carboidrati … come cereali serviamo a generare energia a livello corporeo.
  • 120. Ciao, noi invece siamo le molecole della carne macinata … siamo le proteine …
  • 121. “A questo punto mi presento anch‟io … sono una molecola proveniente dal formaggio … anche noi siamo proteine, ma diverse da quelle della carne …
  • 122. “Noi siamo molecole H2O… siamo l’acqua che hai bevuto mentre mangiavai … di solito siamo le molecole più utili al corpo.”
  • 123. “Ehi … ci sono anch‟io … sono la molecola dell’olio d’oliva, sono il grasso insaturo che se assunto crudo ho mille proprietà benefiche peccato che invece sono stato usato per soffriggere il ragù … sono stato modificato col calore ed ho perso tutte le sostanze utili.”
  • 124. “Alloraaaaaaaa !!! Facciamo un po‟ di silenzio?!?! Sono lo stomaco … e a causa vostra sono in difficoltà!!! Vi ricordo che posso creare un ambiente digestivo alla volta … quindi, Ecco le giuste combinazioni alimentari: -PROTEINE CON „VERDURE SENZA AMIDI‟ -CARBOIDRATI CON „VERDURE SENZA AMIDI‟ -GRASSI E OLII CON „VERDURE SENZA AMIDI‟ Da evitare: proteine con carboidrati e proteine con grassi e oli.
  • 125. PS: anche mangiando le proteine EVITATE di mangiare diversi tipi di proteina nello stesso pasto … quindi, o mangi formaggi … o mangi la carne, o le uova … non mischiatele assieme!!!
  • 126. Pesce di mare e di acqua dolce I pesci e gli altri prodotti d’acqua salata sono generalmente più saporiti di quelli d’acqua dolce. Poiché l’acqua di mare contiene circa il 3% di cloruro di sodio, il comune sale da cucina, si potrebbe pensare che questa sia la spiegazione della loro maggior sapidità.
  • 127. Non potendo aumentare la concentrazione di cloruro di sodio la maggior parte delle creature marine accumula nelle cellule alcuni aminoacidi. In particolare la GLICINA, dal sapore dolciastro, e l’acido GLUTTAMMICO insieme al suo sale, il glutammato, che ha il potere di esaltare i sapori. Soprattutto i molluschi ne sono ricchi. • .
  • 128. La glicina è un amminoacido non polare. È il più semplice dei 20 amminoacidi ordinari, il suo gruppo laterale è un atomo di idrogeno. Avendo due atomi di idrogeno legati all'atomo di carbonio α, non è chirale.
  • 129. L'acido glutammico è un amminoacido polare, la sua molecola è chirale. L'enantiomero L è uno dei 20 amminoacidi ordinari, il suo gruppo laterale reca un carbossile, che gli conferisce il comportamento acido da cui prende il nome.
  • 130. Molti pesci per bilanciare la pressione osmotica accumulano una sostanza inodore e insapore, la trimetilammina N-ossido. Questa sostanza, dopo la morte, viene convertita dagli enzimi presenti e dai batteri nella trimetilammina, il cui Forte odore noi associamo al pesce di mare non più fresco.
  • 131. Altri pesci, come gli squali e le razze, accumulano l’UREA, una sostanza amarognola e leggermente salata. L'urea è un composto chimico di formula CO(NH2)2 e massa molare 60,06 g/mol; in condizioni normali si presenta come un solido cristallino incolore; si tratta della diammide dell'acido carbonico.
  • 132. Il pesce surgelato continua, sebbene più lentamente, la sua degradazione. Durante il periodo di surgelazione gli enzimi producono la dimetilammina, dall’odore vagamente ammoniacale.
  • 133. Per fermare gli enzimi si devono raggiungere temperature molto più basse di quelle raggiungibili in un normale freezer casalingo, per cui non conservateci i pesci troppo a lungo. In più, le proteine delle fibre muscolari dei pesci sono particolarmente sensibili al congelamento, modificando la loro struttura.
  • 134. I pesci di mare spesso hanno anche un vero e proprio “odore di mare”. Le molecole responsabili di questo aroma sono i bromofenoli, queste molecole sono prodotte da alghe e altri organismi marini a partire dal bromo, un elemento abbondante nell’acqua di mare. L’angolo chimico 2,6 dibromofenolo, uno dei responsabili dell‟”odore di mare”
  • 135. Alcuni pesci di acqua dolce invece, specialmente quelli che vivono sul fondo come le carpe, possono avere un aroma e sapore “fangoso”. Le due molecole responsabili sono la geosmina e il metilisoborneolo, prodotte dalle alghe.
  • 136. LA CHIMICA DELLA CIOCCOLATA La composizione della cioccolata dipende dai tipi di ingredienti utilizzati e dalla loro proporzione (il cioccolato fondente dovrebbe contenere il 35% di cacao e non più del 65% di zucchero; quello al latte almeno il 14% di latte e 25% di cacao, ma non più del 55% di zucchero) e può quindi variare da un tipo all’altro di prodotto.
  • 137. Nella seguente tabella vengono riportati i principali componenti del cioccolato espressi in massa per 100 g di prodotto
  • 138. La presenza di latte arricchisce la cioccolata di proteine e calcio, oltre che di vitamine B2 ed A, mentre diminuisce la quantità di ferro, maggiormente presente nella pasta di cacao. Nel tabella a fianco vengono riportati esclusivamente i componenti del cacao, l’ingrediente fondamentale, essendo proprio questo ad impartire le proprietà del cioccolato. I composti elencati nelle tabelle rappresentano soltanto i componenti principali del cioccolato e del cacao. Vi sono infatti numerosi componenti minoritari presenti in tracce ma anch'essi responsabili delle proprietà e delle caratteristiche organolettiche del prodotto.
  • 139. I COSTITUENTI DEL CACAO Nel cacao sono stati identificati oltre 200 costituenti. Le metilxantine ne rappresentano circa il 3% e sono costituite per due terzi da teobromina e per un terzo da caffeina che danno al cacao il suo sapore amaro, oltre che effetti stimolanti. Il cioccolato contiene anche polifenoli, triptofano e un grup-po di alcaloidi neuroattivi, da cui le sensazioni di piacevolezza e gratificazione gustativa. Il piacere di mangiare cioccolato potrebbe essere spiegato dalla presenza di quantita' variabili di endorfine, che sono in grado di stimolare il buonumore e di agire contro il dolore. I flavonoidi hanno invece proprieta' antiossidanti ed antitrombotiche benefiche in particolare per il cuore e le pareti delle arterie. Il consumo abituale di cioccolato contrasta l’ipertensione. Uno studio dell’Universita' dell’ Aquila pubblicato sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition ha dimostrato che i benefici del cioccolato si osservano solo dopo il consumo di cioccolata fondente e non bianca, priva del contenuto di polifenoli.
  • 140. Un effetto positivo è la diminuzione dei livelli di colesterolo LDL (cioé quello cattivo’) e la riduzione dell’ossidazione del colesterolo ematico, processo che può portare al blocco delle arterie. Nel cacao non si trova traccia di colesterolo e quindi nel cioccolato fondente, mentre un etto di cioccolato al latte ne con-tiene 16 milligrammi, la stessa quantità contenuta in 100 grammi di yogurt naturale parzialmente scremato. In piccole dosi si può quindi affermare che il cioccolato fa bene alla salute per la sua benefica influenza sul sistema cardiovascolare, sul flusso del sangue e sulla pressione sanguigna. Certa anche la proprietà rimineralizzante, soprattutto ferro, magnesio, fosforo e potassio, di cui il cacao e' ricco, che aiutano a combattere i segni dell'età. Confermate scientificamente anche le proprietaà riducenti, sfruttabili in cosmesi per creme che aiutano a bruciare i grassi localizzati. Quindi, anche se a dieta possiamo permetterci un quadratino di cioccolata fondente, ma attenti a non esagerare.
  • 141. La conservazione dei cibi ebbe inizio quando l'uomo imparò a immagazzinare i raccolti e a usare salatura e affumicamento per far durare più a lungo carne e pesce. Oggi la conservazione richiede, nella gran parte dei casi, l'impiego di additivi chimici per conservare o "migliorare" il prodotto.
  • 142. Gli additivi chimici creano qualche preoccupazione al consumatore consapevole perché, sommati tra loro nel corso dei pasti quotidiani, diventano responsabili dell'aumento del 5% delle allergie alimentari. Non solo. I nitrati e nitriti di sodio e potassio, contenuti nelle carni conservate e nei salumi, possono modificare il funzionamento della tiroide o trasformarsi in composti cancerogeni. I solfiti, presenti in crostacei, vino, frutta secca e candita, funghi secchi, possono causare asma e orticaria. I fosfati di budini, gelati, latte concentrato, prosciutto cotto, possono determinare osteoporosi. Ecco perché è bene scegliere i prodotti che contengono meno additivi chimici o che addirittura non ne possiedono.
  • 143. Un tempo gli alimenti deperibili potevano essere messi in salamoia, sotto sale, sott'olio, sott'aceto, sotto il grasso, essiccati oppure affumicati. Sono sistemi di conservazione degli alimenti utilizzati da millenni, che continuano a essere validi e che hanno permesso all'uomo di sopravvivere fino a oggi. Ecco quali sono i principali.
  • 144. Viene eseguita ancora oggi con il comune sale da cucina che, disidratando gli alimenti, ostacola lo sviluppo dei germi. Si può effettuare a secco o con salamoia. Il pesce viene solitamente salato a secco e le olive in salamoia.
  • 145. È uno dei primi metodi di conservazione. In antichità si otteneva tramite esposizione al sole, oggi è effettuato anche industrialmente mediante l'utilizzo di forni o speciali camere ad aria calda. Viene usata soprattutto per frutta e pesce.
  • 146. Il fumo conserva a lungo carni, pesci e alcuni formaggi, oltre a conferire sapori e aromi particolari. Il cibo viene esposto all'azione combinata di calore e fumo sprigionati dalla combustione incompleta di legni come faggio, quercia e castagno.
  • 147. L'olio non ha un'azione conservante, serve solo come isolante dall'aria, bloccando l'azione di microrganismi aerobi. È quindi inefficace contro quelli anaerobi (come il botulino) e va sempre associato ad altre forme di conservazione (cottura o salagione).
  • 148. Viene utilizzato soprattutto per conservare gli ortaggi, grazie al suo contenuto in acido acetico, che non deve essere inferiore al 6%. L'azione conservativa è dovuta all'abbassamento del pH e alla tossicità dell'acido acetico nei confronti dei microrganismi.
  • 149. Impediscono la deterioramento degli alimenti. Esempi: l'anidride solforosa (E220) per impedire a muffe e batteri di formarsi sulla frutta secca; i nitriti e i nitrati (E249-E252) per carni e salumi.
  • 150. Usati al posto dello zucchero in bibite, yogurt e gomma da masticare. Esempi: aspartame (E951), saccarina (E954) e acesulfame-K (E950).
  • 151. Molte aziende del settore alimentare aggiungono additivi “inutili” dal punto di vista della sicurezza alimentare, ma “molto utili” per far vendere meglio il prodotto: si tratta di aromi, addensanti, sapidanti, dolcificanti, coloranti, spesso ottenuti per sintesi chimica; è bene sapere quali additivi sono aggiunti a un alimento che acquistiamo, non perché le sostanze aggiunte siano nocive, ma perché spingono a consumare alimenti e bevande industriali ricchi di zuccheri e grassi e poveri in fibre, vitamine in fibre, vitamine e altre sostanze utili!
  • 152. Oggi l’educazione alimentare può svolgere un ruolo determinante per la . corretta alimentazione, soprattutto di bambini e ragazzi; come dimostra l’esempio a fianco, tratto dal sito di una scuola di Bollate (Milano), non è necessario “demonizzare” gli alimenti industriali o gli additivi chimici, ma serve far capire agli allievi che è importante controllare la quantità assunta giornalmente di questi cibi. Inoltre, la spinta verso una alimentazione più sana sta modificando gradualmente anche le strategie delle industrie alimentari, che oggi sono molto più attente alla richiesta di cibi più sani e con la minor quantità possibile di additivi.
  • 153. Imparare a leggere le etichette è un ottimo metodo per scegliere gli alimenti industriali con maggiore consapevolezza: infatti gli ingredienti devono essere indicati in ordine di quantità decrescente, e deve essere specificata la presenza di conservanti, aromi o coloranti.
  • 154. Purtroppo non sempre le etichette sono chiare e a volte risultano illeggibili, perché stampate in caratteri microscopici. Altre volte le scritte sulla confezione possono essere ambigue o ingannevoli!
  • 155. Chimica e alimenti sono fra loro ‘amici’ o ‘nemici’? Ad esempio: cosa rende rosso il pomodoro maturo? Se avessimo un potentissimo microscopio, oltre a tantissime piccole molecole d’acqua, vedremmo delle molecole filiformi, come dei serpentelli che ci apparirebbero di colore rosso: è il licopene: il colorante rosso dei pomodori! Il licopene è molto utile alla salute perché ci protegge da sostanze nocive, e diciamo che è un antiossidanti e protettivo.