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Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
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Gli scenari industriali
Luca Paolazzi
Direttore Centro Studi Confindustria
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
I trend globali
Come si colloca l’Italia
La radice delle diverse performance
Le implicazioni di policy
Morale della favola
I temi
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
I trend nel mondo
I temi
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
 il rallentamento dell’ascesa degli emergenti,
in termini di velocità di crescita del valore aggiunto
manifatturiero, che comunque rimane elevata,
 il consolidamento del primato cinese:
28,6% la quota sul totale mondiale nel 2015,
dal 22,8% nel 2012 e dal 6,8% nel 2000,
 la ripresa dell’attività industriale negli avanzati,
soprattutto in USA e Germania.
Le tendenze in atto mostrano:
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Paesi ordinati in base alla quota del VA manifatturiero al 2015. Paesi avanzati: UE-15, Svizzera, Stati Uniti,
Canada, Giappone e Corea. *I valori possono risentire degli arrotondamenti.
Fonte: elaborazioni CSC su dati e stime Global Insight e ONU.
Paese produttore 2007-2012 2012-2015
Differenza
tra i due periodi*
1 Cina 10,0 7,1 -2,9
2 Stati Uniti -0,9 2,4 3,3
3 Giappone -3,5 -1,1 2,4
4 Germania -0,1 2,3 2,4
5 Corea del Sud 4,4 1,4 -3,0
6 India 5,8 3,5 -2,2
7 Italia -3,1 -0,2 2,9
8 Regno Unito -1,5 0,5 2,0
9 Francia -0,7 0,8 1,5
10 Messico 1,1 1,7 0,6
Mondo 0,7 2,4 1,7
Paesi avanzati -1,7 1,1 2,8
Area euro -2,5 1,0 3,5
BRIC 7,4 5,2 -2,2
La graduatoria nel mondo: dinamica…
(Valore aggiunto manifatturiero, variazione % media annua, dollari 2005)
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Paesi ordinati in base alla quota del VA manifatturiero al 2015. Paesi avanzati: UE-15, Svizzera, Stati Uniti,
Canada, Giappone e Corea. *I valori possono risentire degli arrotondamenti.
Fonte: elaborazioni CSC su dati e stime Global Insight e ONU.
…e quote sulla produzione globale
(Quote % sul valore aggiunto manifatturiero mondiale, cambi e prezzi correnti)
Paese produttore 2000 2007 2012 2015 2015-2007*
1 Cina 6,8 12,9 22,8 28,6 15,6
2 Stati Uniti 27,5 20,9 17,7 19,0 -1,9
3 Giappone 17,7 9,9 9,8 6,5 -3,4
4 Germania 7,2 8,2 6,5 6,1 -2,1
5 Corea del Sud 2,6 3,2 3,1 3,0 -0,2
6 India 1,4 2,4 2,8 3,0 0,6
7 Italia 3,5 4,0 2,5 2,3 -1,6
8 Regno Unito 3,8 3,1 2,1 2,2 -0,9
9 Francia 3,4 3,4 2,4 2,2 -1,2
10 Messico 2,2 2,0 1,8 1,7 -0,2
Paesi avanzati 75,8 63,8 52,4 49,6 -14,7
Area euro 20,6 23,3 16,7 15,9 -7,6
BRIC 10,7 19,7 29,9 34,4 14,5
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Ma soprattutto frena e cambia
il commercio mondiale.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
PIL e scambi mondiali avanti molto adagio
(Mondo, dati a cambi di mercato e prezzi costanti, variazioni %)
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati CPB e FMI.
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PIL
Media PIL 1984-2007
Commercio di beni (scala destra)
Media Commercio di beni 1984-2007(scala destra)
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
 La normalizzazione della crescita cinese.
Frena per 5 ragioni
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
La Cina rallenta…
(Valore aggiunto manifatturiero, variazioni % annue e quote % sul PIL)
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati Global Insight.
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Quote% sul PIL (scala destra)
Variazioni% annue
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…e fa da sé
(Cina, importazioni per categorie di beni, in % del PIL)
* Al netto dei combustibili.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Nazioni Unite.
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Intermedi* Investimento
Consumo Combustibili
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 L’accorciamento delle filiere globali.
Frena per 5 ragioni
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
L’accorciamento delle filiere globali
riflette scelte politiche (la Cina punta a fare in casa
quel che prima importava; gli avanzati rilanciano
il ruolo dell’industria) e aziendali (una maggiore
integrazione a monte e a valle).
Le filiere globali si sono ridotte dell’1,7% annuo
dal 2011 mentre per un ventennio
si erano espanse del 4,0%
(secondo una misura elaborata dall’OCSE).
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
 La caduta degli investimenti nei paesi avanzati.
Frena per 5 ragioni
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Negli avanzati gli investimenti perdono peso
(Investimenti in % del PIL)
Fonte: elaborazioni CSC su dati e previsioni FMI.
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Paesiavanzati Areaeuro
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
 Il protezionismo dilagante.
Frena per 5 ragioni
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Il Global Trade Alert ha calcolato
che nei primi 10 mesi del 2016 più di 360 misure
protezionistiche sono state varate dai paesi del G-20.
Per ogni misura che incentiva il libero scambio
ne vengono varate quattro
che lo rendono più difficoltoso.
Dal 2009 le misure protezionistiche
che hanno visto la luce sono oltre 6.200.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
 La diminuzione del prezzo delle materie prime.
Frena per 5 ragioni
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Petrolio poco sopra i minimi
(Dollari per barile, dati mensili)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.
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Commodity non oil: prezzi in recupero
(Prezzi in dollari correnti, indici 2013=100)
2016-2017: previsioni Banca Mondiale (luglio 2016).
Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca Mondiale.
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Alimentari
Agricolinon alimentari
Metalli non ferrosi
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
…evolvono le relazioni commerciali e quindi i legami
produttivi degli emergenti con il resto del mondo.
Infatti, l’interscambio di semilavorati è sempre più
fitto tra gli emergenti stessi mentre cala il suo peso
tra gli emergenti e gli avanzati.
Il commercio mondiale cambia perché…
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Crescono gli scambi con l’Asia emergente
(Scambi del paese con l'Asia emergente, % del totale)
Fonte: elaborazioni CSC su dati ComTrade.
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Cina India Russia Brasile Sud Africa Unione
europea
StatiUniti
2008 2012 2015
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Scambi sempre più regionalizzati
(Scambi del paese con l'area di appartenenza*, % del totale)
*Asia emergente per Cina e India; Europa dell'Est non-UE e rep. caucasiche per Russia; America Latina
per Brasile; Africa Sub-sahariana per Sud Africa; UE e Balcani per Unione europea; Nord America per Stati Uniti.
Fonte: elaborazioni CSC su dati ComTrade.
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Cina India Russia Brasile Sud Africa Unione
europea
StatiUniti
2008 2012 2015
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Come si colloca l’Italia
I temi
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
L’Italia ancora arranca.
Tuttavia, l’annuale classifica elaborata dal CSC
evidenza che il Paese riesce a difendere
il posto in Europa
e si colloca al posto nel Mondo per valore
aggiunto manifatturiero, con una quota del 2,3%,
seppure quasi dimezzata rispetto al 2007.
Invece è nell’export di manufatti,
se si considera il recente deprezzamento
della sterlina, che riduce il valore esterno
delle merci britanniche.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
L’Italia rimane un Paese ad alta vocazione
manifatturiera e secondo solo a Germania
per complessità dell’export.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Alta vocazione manifatturiera in Italia
(Valore aggiunto pro-capite, prezzi correnti, 2015)
Per l’Italia linea tratteggiata = dato 2007.
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati Global Insight e FMI.
0
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4.500
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7.500
9.000 Germania
CoreadelSud
StatiUniti
Giappone
Italia
Canada
RegnoUnito
Francia
Spagna
Cina
Messico
Russia
Brasile
Indonesia
India
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Fonte: elaborazioni CSC su dati UNCTAD e WTO.
Le migliori tre nell’export performance
(Trade Performance Index)
2006 2015 2006 2015 2006 2015
Mezzi di trasporto Germania Germania Francia Cina Corea del Sud Italia
Meccanica non elettronica Germania Germania Italia Italia Svezia Belgio
Chimica Germania Germania Paesi Bassi Francia Francia Paesi Bassi
Prod. manufatti di base Germania Germania Italia Italia Svezia Cina
Prodotti diversi Germania Germania Italia Paesi Bassi Svizzera Italia
Meccanica ed elettrod. Germania Germania Italia Italia Francia Paesi Bassi
IT ed elettr. di consumo Svezia Singapore Cina Ungheria Singapore Malesia
Prodotti alimentari lavorati Paesi Bassi Germania Germania Francia Francia Paesi Bassi
Prodotti in legno Germania Germania Finlandia Finlandia Svezia Svezia
Tessili Italia Italia Germania Cina Taiwan Germania
Abbigliamento Italia Italia Cina Cina Romania Turchia
Cuoio, pelletteria e calzature Italia Italia Cina Cina Vietnam Vietnam
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Ma la crisi ha scavato enormi vuoti di produzione.
Vuoti molto differenziati tra settori
(rispetto al picco pre-crisi si va dal -50% del legno
al +11% del farmaceutico) e territori,
con il Sud che ha subito i danni maggiori
anche in termini di perdita di potenziale
manifatturiero, già molto inferiore a quello del Nord.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
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0
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Legno
Appar.elettriche
Prod.nonmetall.
Stampa
Mobili
Prod.inmetallo
Tessile
Abbigliamento
Pelle
Cokeeraffinerie
Metallidibase
Altrimezziditrasp.
Macchinari/attrez.
Mezziditrasporto
Manifatturiero
Chimica
Altreind.manif.
Gomma-plastica
IT,elettron./ottica
Carta
Rip.macch./attrez.
Bevande
Alimentari
Farmaceutico
Ampi e vari i vuoti rispetto al picco pre-crisi
(Italia, prod. industriale, differenza % tra 2o trim. 2016 e massimo pre-crisi)
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Il rilancio del sistema industriale italiano
non può contare su una massiccia presenza
di multinazionali…
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Italia fanalino di coda nei capitali esteri attratti
(Stock di IDE in entrata in % del PIL)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.
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Spagna Francia Germania Italia
2010 2015
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
…e deve fare i conti con la bassa profittabilità.
In recupero rispetto ai minimi storici toccati
nel 2012, ma penalizzata da un costo del lavoro
che sale (+24,6% tra 2007 e 2015) a ritmi quasi tripli
di quelli della produttività (+9,5%).
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Mark-up basso e con grandi differenze
(Italia, mark-up per settore, indici 2000=100)
Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT.
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2000
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2003
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2005
2006
2007
2008
2009
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2011
2012
2013
2014
2015
2016
Manifatturiero
Alimentari
Carta
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
La radice delle diverse performance
I temi
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
La divaricazione delle performance
era iniziata già prima della crisi…
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
…e si è accentuata con la crisi…
(Rapporto % tra la produttività del centile superiore e del centile inferiore)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Bureau van Dijk.
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220,0
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Italia Germania Spagna Francia
2007 2014
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
…anche negli altri paesi
(Rapporto % tra la produttività del centile superiore e del centile inferiore)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Bureau van Dijk.
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230,0
240,0
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260,0
270,0
Italia Germania Spagna Francia
2007 2014
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Le differenze di performance non sono
una peculiarità italiana, ma sono presenti
in tutti i paesi, più o meno con la stessa forma
e nella medesima misura.
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Divari di produttività simili in tutti i paesi
(Manifatturiero, produttività del lavoro media per centile, 2014)
Il valore massimo della produttività nei due anni considerati, per tutte le imprese italiane,
tedesche, francesi e spagnole, è normalizzato a 100; il valore minimo a 0.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Bureau van Dijk.
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Germania Spagna Francia Italia
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Oltre che con la produttività per addetto,
la differenza di performance può essere colta
anche con la diversificazione di prodotto
(il 65% delle imprese italiane è specializzato
in un unico prodotto; meno dell’1%
ne realizza dieci tipi diversi) …
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Una minoranza le imprese che diversificano
(Italia, distribuzione % delle imprese per numero di beni che producono)
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT-PRODCOM.
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Percentualediimprese
2005 2009 2013
Numero di prodotti nel repertorio dell'impresa
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…e con i processi di innovazione.
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Settore manifatturiero ed estrattivo. I profili sono stati identificati mediante tecniche di factor e cluster
analysis. Dati pesati per essere rappresentativi della popolazione delle imprese industriali. La spesa totale in
attività innovative è espressa in % del fatturato.
Peso % sul totale
delle imprese industriali
Spesa totale
in attività innovative
Innovatori strutturati 7,4 6,4
Innovatori mediamente strutturati 15,2 3,9
Innovatori poco strutturati 22,9 4,0
Non innovatori 54,5 -
I diversi percorsi di innovazione tecnologica
delle imprese industriali italiane
(Innovazione di prodotto e/o di processo, 2010-2012, valori medi)
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Inoltre, le imprese che vanno meglio
sono presenti, senza grandi differenze,
in tutti i settori, territori e classi dimensionali.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Il top 20% nel ROE è in tutti i settori…
(% imprese per categoria settoriale)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Bureau van Dijk.
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Tessile,
abbigl.,pellame
Farmaceutica
Elettronica
edelettrod.
Mezziditrasp.
Chimica
Gomma-plastica
Altreind.manif.
Legno,
carta,stampa
Alimentari,
bevande,tabacco
Metallurgia
Petrolio,
coke
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
…aree geografiche e classi dimensionali
(% imprese per categoria geografica e dimensionale)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Bureau van Dijk.
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Micro (5-19) Piccola (20-49) Media (50-249) Grande(250 e+)
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Centro Nord-Est Nord-Ovest Sud e isole
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Se non dipende da fattori dimensionali,
settoriali e localizzativi,
qual è l’origine della diversità di performance?
È nel fatto che le competenze di gestione
(nell’ordinario ma soprattutto nello straordinario,
ossia nelle strategie e nei loro cambi)
non sono distribuite uniformemente tra quanti
sono a capo delle imprese.
Cioè, gli imprenditori non sono tutti uguali.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
I saperi che le imprese accumulano nel tempo
ne condizionano le possibilità di scelta e, quindi,
l’ulteriore accumulazione di competenze.
Legate non solo alla sfera produttiva e alle tecnologie,
ma a tutta la vita aziendale.
Questi saperi sono distintivi, anche perché
si combinano in modo particolare in base
all’interazione delle persone che lavorano insieme.
Cosicché non c’è un’impresa uguale all’altra.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Territorio
Impresa
Mercati
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Ma anche chi,
nella scala della performance imprenditoriale,
sta sugli ultimi scalini
svolge almeno tre ruoli importanti,
anche nei confronti di chi si colloca sui primi.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
 mantenere e diffondere il vivaio
dell’imprenditorialità, attraverso esperienze di vita
che creano emulazione;
 generare reddito e occupazione
e quindi benessere e coesione sociale nei territori
dove opera l’impresa;
 far parte delle filiere delle imprese di punta
fornendo semilavorati, componenti e know-how
e contribuendo al loro successo sui mercati.
Questi tre ruoli sono:
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Le implicazioni di policy
I temi
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Occorre partire dalla constatazione
che il contesto esterno è sempre più difficile.
La politica può puntare a:
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
• aiutare le imprese ad arricchire le competenze
e ad accrescere la complessità dei prodotti.
Ciò aumenterebbe il benessere.
Il CSC stima che un aumento del 10%
della complessità (numero di prodotti e loro unicità)
aumenta il PIL pro-capite del 7,5%.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
• far leva sulla domanda di Made in Italy,
di bello e ben fatto, che è forte e crescente.
Il brand Italia mantiene integra la grande capacità
di attrazione,che va meglio colta con la promozione
internazionale usando tutte le leve:
promozione dell’export,
intercettazione dei nuovi turismi,
investimento in e valorizzazione della cultura.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
• adottare politiche fondate su crescita solida,
inclusiva e sostenibile, per contrastare l’ascesa
del nazionalismo, dei sentimenti anti-mercato
e delle misure protezionistiche, che sono la reazione
del corpo sociale in mancanza
di risposte politiche adeguate.
Una crescita incentrata sul manifatturiero
e sull’innovazione, con supporto
alle classi sociali medio-basse.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
• puntare sui nuovi driver di sviluppo.
Sono stati individuati in:
sostenibilità ambientale, green economy,
digitalizzazione, welfare, sanità,
rigenerazione urbana, creatività
che fa leva sul patrimonio culturale, sicurezza.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
• giocare con decisione la partita di Industria 4.0,
che è fondamentale per i destini del manifatturiero
italiano, perché è la direzione verso cui
sta evolvendo tutto il mondo industrializzato.
Evitando che sia ulteriormente divisiva
tra chi è in testa e chi è nelle retrovie
della performance d’impresa.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
• rafforzare il capitale umano.
Nel Paese e nell’impiego delle imprese.
Dall’analisi del CSC emerge che anche le imprese
che più puntano sull’innovazione fanno poco ricorso
ai laureati, con l’80% che ne impiega meno del 10%
della manodopera totale, contro il 40% in Spagna
e il 50% in Germania. Dati preoccupanti per il pieno
sfruttamento delle nuove tecnologie che richiedono
la padronanza di saperi codificati,
appresi a scuola e all’università.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Poco esperti in ICT i giovani occupati italiani
(2015, % ICT under 35 su % occupati under 35)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.
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Finlandia
Svezia
Svizzera
RegnoUnito
Francia
Germania
UE
Polonia
Spagna
Italia
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Italia poco preparata in Industria 4.0
(2015, totale economia)
UE
DE
ES
FR
IT
PL
FI
SE
UK
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BG
CZ
DK
EE
IE
EL
HR
CY
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LT
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PT
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CH
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Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.
% occupati ICT su totale occupati
%laureatitragliICTspecialist
MediaUE
Media UE
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Morale della favola
I temi
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
In questa nuova fase della globalizzazione
l’Italia può giocare bene le sue carte,
in particolare nelle produzioni più specializzate.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Per riuscirci è importante
occuparsi di tutti gli imprenditori,
anche in un’ottica di politica industriale,
in modo da farne crescere la consapevolezza
che si può imparare dai leader,
fornendo gli strumenti cognitivi per questo
apprendimento. Al contempo facendo in modo
che le imprese più avanti siano dotate dal Paese
di tutti i supporti di cui godono
i loro competitor internazionali.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Lo sviluppo basato
sui processi competitivi conduce
a divaricazioni (“grandi fughe”) indispensabili
per procedere nello sviluppo stesso.
Sta alla politica “portare tutti avanti”,
prendendo coscienza che applicare una medesima
politica a soggetti diversi conduce
a risultati molto diversi.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Siamo di fronte a un passaggio stretto.
Alle imprese è richiesto di più, ma lo scenario
dentro cui devono muoversi offre meno opportunità
di prima, perché le prospettive di crescita globale
si sono ridimensionate per tutti.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
C’è da fare un salto, che è prima di tutto culturale
e richiede per essere realizzato una qualità
del capitale umano più alta.
Le imprese non sono attrezzate
nella stessa misura per compierlo,
in ragione della loro storia e specificità.
Ne potrebbero derivare nuove forme
di dualismo (che già si stanno delineando).
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
Occorre che le istituzioni,
anzitutto le associazioni della rappresentanza,
che sono chiamate a svolgere un ruolo nuovo,
creino le condizioni perché lo sviluppo coinvolga
il maggior numero di attori possibile.
Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria

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  • 1. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria
  • 2. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Gli scenari industriali Luca Paolazzi Direttore Centro Studi Confindustria
  • 3. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria I trend globali Come si colloca l’Italia La radice delle diverse performance Le implicazioni di policy Morale della favola I temi
  • 4. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria I trend nel mondo I temi
  • 5. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria  il rallentamento dell’ascesa degli emergenti, in termini di velocità di crescita del valore aggiunto manifatturiero, che comunque rimane elevata,  il consolidamento del primato cinese: 28,6% la quota sul totale mondiale nel 2015, dal 22,8% nel 2012 e dal 6,8% nel 2000,  la ripresa dell’attività industriale negli avanzati, soprattutto in USA e Germania. Le tendenze in atto mostrano:
  • 6. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Paesi ordinati in base alla quota del VA manifatturiero al 2015. Paesi avanzati: UE-15, Svizzera, Stati Uniti, Canada, Giappone e Corea. *I valori possono risentire degli arrotondamenti. Fonte: elaborazioni CSC su dati e stime Global Insight e ONU. Paese produttore 2007-2012 2012-2015 Differenza tra i due periodi* 1 Cina 10,0 7,1 -2,9 2 Stati Uniti -0,9 2,4 3,3 3 Giappone -3,5 -1,1 2,4 4 Germania -0,1 2,3 2,4 5 Corea del Sud 4,4 1,4 -3,0 6 India 5,8 3,5 -2,2 7 Italia -3,1 -0,2 2,9 8 Regno Unito -1,5 0,5 2,0 9 Francia -0,7 0,8 1,5 10 Messico 1,1 1,7 0,6 Mondo 0,7 2,4 1,7 Paesi avanzati -1,7 1,1 2,8 Area euro -2,5 1,0 3,5 BRIC 7,4 5,2 -2,2 La graduatoria nel mondo: dinamica… (Valore aggiunto manifatturiero, variazione % media annua, dollari 2005)
  • 7. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Paesi ordinati in base alla quota del VA manifatturiero al 2015. Paesi avanzati: UE-15, Svizzera, Stati Uniti, Canada, Giappone e Corea. *I valori possono risentire degli arrotondamenti. Fonte: elaborazioni CSC su dati e stime Global Insight e ONU. …e quote sulla produzione globale (Quote % sul valore aggiunto manifatturiero mondiale, cambi e prezzi correnti) Paese produttore 2000 2007 2012 2015 2015-2007* 1 Cina 6,8 12,9 22,8 28,6 15,6 2 Stati Uniti 27,5 20,9 17,7 19,0 -1,9 3 Giappone 17,7 9,9 9,8 6,5 -3,4 4 Germania 7,2 8,2 6,5 6,1 -2,1 5 Corea del Sud 2,6 3,2 3,1 3,0 -0,2 6 India 1,4 2,4 2,8 3,0 0,6 7 Italia 3,5 4,0 2,5 2,3 -1,6 8 Regno Unito 3,8 3,1 2,1 2,2 -0,9 9 Francia 3,4 3,4 2,4 2,2 -1,2 10 Messico 2,2 2,0 1,8 1,7 -0,2 Paesi avanzati 75,8 63,8 52,4 49,6 -14,7 Area euro 20,6 23,3 16,7 15,9 -7,6 BRIC 10,7 19,7 29,9 34,4 14,5
  • 8. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Ma soprattutto frena e cambia il commercio mondiale.
  • 9. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria PIL e scambi mondiali avanti molto adagio (Mondo, dati a cambi di mercato e prezzi costanti, variazioni %) Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati CPB e FMI. 0,0 2,5 5,0 7,5 10,0 12,5 15,0 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 PIL Media PIL 1984-2007 Commercio di beni (scala destra) Media Commercio di beni 1984-2007(scala destra)
  • 10. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria  La normalizzazione della crescita cinese. Frena per 5 ragioni
  • 11. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria La Cina rallenta… (Valore aggiunto manifatturiero, variazioni % annue e quote % sul PIL) Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati Global Insight. 27,0 28,0 29,0 30,0 31,0 32,0 33,0 6,0 7,0 8,0 9,0 10,0 11,0 12,0 13,0 14,0 15,0 16,0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Quote% sul PIL (scala destra) Variazioni% annue
  • 12. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria …e fa da sé (Cina, importazioni per categorie di beni, in % del PIL) * Al netto dei combustibili. Fonte: elaborazioni CSC su dati Nazioni Unite. 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0 16,0 18,0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Intermedi* Investimento Consumo Combustibili
  • 13. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria  L’accorciamento delle filiere globali. Frena per 5 ragioni
  • 14. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria L’accorciamento delle filiere globali riflette scelte politiche (la Cina punta a fare in casa quel che prima importava; gli avanzati rilanciano il ruolo dell’industria) e aziendali (una maggiore integrazione a monte e a valle). Le filiere globali si sono ridotte dell’1,7% annuo dal 2011 mentre per un ventennio si erano espanse del 4,0% (secondo una misura elaborata dall’OCSE).
  • 15. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria  La caduta degli investimenti nei paesi avanzati. Frena per 5 ragioni
  • 16. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Negli avanzati gli investimenti perdono peso (Investimenti in % del PIL) Fonte: elaborazioni CSC su dati e previsioni FMI. 19 20 21 22 23 24 25 26 27 1990 1993 1996 1999 2002 2005 2008 2011 2014 2017 Paesiavanzati Areaeuro
  • 17. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria  Il protezionismo dilagante. Frena per 5 ragioni
  • 18. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Il Global Trade Alert ha calcolato che nei primi 10 mesi del 2016 più di 360 misure protezionistiche sono state varate dai paesi del G-20. Per ogni misura che incentiva il libero scambio ne vengono varate quattro che lo rendono più difficoltoso. Dal 2009 le misure protezionistiche che hanno visto la luce sono oltre 6.200.
  • 19. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria  La diminuzione del prezzo delle materie prime. Frena per 5 ragioni
  • 20. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Petrolio poco sopra i minimi (Dollari per barile, dati mensili) Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters. 20 40 60 80 100 120 140 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
  • 21. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Commodity non oil: prezzi in recupero (Prezzi in dollari correnti, indici 2013=100) 2016-2017: previsioni Banca Mondiale (luglio 2016). Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca Mondiale. 70 75 80 85 90 95 100 105 2013 2014 2015 2016 2017 Alimentari Agricolinon alimentari Metalli non ferrosi
  • 22. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria …evolvono le relazioni commerciali e quindi i legami produttivi degli emergenti con il resto del mondo. Infatti, l’interscambio di semilavorati è sempre più fitto tra gli emergenti stessi mentre cala il suo peso tra gli emergenti e gli avanzati. Il commercio mondiale cambia perché…
  • 23. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Crescono gli scambi con l’Asia emergente (Scambi del paese con l'Asia emergente, % del totale) Fonte: elaborazioni CSC su dati ComTrade. 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 Cina India Russia Brasile Sud Africa Unione europea StatiUniti 2008 2012 2015
  • 24. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Scambi sempre più regionalizzati (Scambi del paese con l'area di appartenenza*, % del totale) *Asia emergente per Cina e India; Europa dell'Est non-UE e rep. caucasiche per Russia; America Latina per Brasile; Africa Sub-sahariana per Sud Africa; UE e Balcani per Unione europea; Nord America per Stati Uniti. Fonte: elaborazioni CSC su dati ComTrade. 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 Cina India Russia Brasile Sud Africa Unione europea StatiUniti 2008 2012 2015
  • 25. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Come si colloca l’Italia I temi
  • 26. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria L’Italia ancora arranca. Tuttavia, l’annuale classifica elaborata dal CSC evidenza che il Paese riesce a difendere il posto in Europa e si colloca al posto nel Mondo per valore aggiunto manifatturiero, con una quota del 2,3%, seppure quasi dimezzata rispetto al 2007. Invece è nell’export di manufatti, se si considera il recente deprezzamento della sterlina, che riduce il valore esterno delle merci britanniche.
  • 27. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria L’Italia rimane un Paese ad alta vocazione manifatturiera e secondo solo a Germania per complessità dell’export.
  • 28. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Alta vocazione manifatturiera in Italia (Valore aggiunto pro-capite, prezzi correnti, 2015) Per l’Italia linea tratteggiata = dato 2007. Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati Global Insight e FMI. 0 1.500 3.000 4.500 6.000 7.500 9.000 Germania CoreadelSud StatiUniti Giappone Italia Canada RegnoUnito Francia Spagna Cina Messico Russia Brasile Indonesia India
  • 29. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Fonte: elaborazioni CSC su dati UNCTAD e WTO. Le migliori tre nell’export performance (Trade Performance Index) 2006 2015 2006 2015 2006 2015 Mezzi di trasporto Germania Germania Francia Cina Corea del Sud Italia Meccanica non elettronica Germania Germania Italia Italia Svezia Belgio Chimica Germania Germania Paesi Bassi Francia Francia Paesi Bassi Prod. manufatti di base Germania Germania Italia Italia Svezia Cina Prodotti diversi Germania Germania Italia Paesi Bassi Svizzera Italia Meccanica ed elettrod. Germania Germania Italia Italia Francia Paesi Bassi IT ed elettr. di consumo Svezia Singapore Cina Ungheria Singapore Malesia Prodotti alimentari lavorati Paesi Bassi Germania Germania Francia Francia Paesi Bassi Prodotti in legno Germania Germania Finlandia Finlandia Svezia Svezia Tessili Italia Italia Germania Cina Taiwan Germania Abbigliamento Italia Italia Cina Cina Romania Turchia Cuoio, pelletteria e calzature Italia Italia Cina Cina Vietnam Vietnam
  • 30. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Ma la crisi ha scavato enormi vuoti di produzione. Vuoti molto differenziati tra settori (rispetto al picco pre-crisi si va dal -50% del legno al +11% del farmaceutico) e territori, con il Sud che ha subito i danni maggiori anche in termini di perdita di potenziale manifatturiero, già molto inferiore a quello del Nord.
  • 31. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria -60 -50 -40 -30 -20 -10 0 10 20 Legno Appar.elettriche Prod.nonmetall. Stampa Mobili Prod.inmetallo Tessile Abbigliamento Pelle Cokeeraffinerie Metallidibase Altrimezziditrasp. Macchinari/attrez. Mezziditrasporto Manifatturiero Chimica Altreind.manif. Gomma-plastica IT,elettron./ottica Carta Rip.macch./attrez. Bevande Alimentari Farmaceutico Ampi e vari i vuoti rispetto al picco pre-crisi (Italia, prod. industriale, differenza % tra 2o trim. 2016 e massimo pre-crisi) Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
  • 32. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Il rilancio del sistema industriale italiano non può contare su una massiccia presenza di multinazionali…
  • 33. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Italia fanalino di coda nei capitali esteri attratti (Stock di IDE in entrata in % del PIL) Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat. 0 10 20 30 40 50 60 70 Spagna Francia Germania Italia 2010 2015
  • 34. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria …e deve fare i conti con la bassa profittabilità. In recupero rispetto ai minimi storici toccati nel 2012, ma penalizzata da un costo del lavoro che sale (+24,6% tra 2007 e 2015) a ritmi quasi tripli di quelli della produttività (+9,5%).
  • 35. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Mark-up basso e con grandi differenze (Italia, mark-up per settore, indici 2000=100) Fonte: elaborazioni e stime CSC su dati ISTAT. 86 88 90 92 94 96 98 100 102 104 106 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Manifatturiero Alimentari Carta
  • 36. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria La radice delle diverse performance I temi
  • 37. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria La divaricazione delle performance era iniziata già prima della crisi…
  • 38. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria …e si è accentuata con la crisi… (Rapporto % tra la produttività del centile superiore e del centile inferiore) Fonte: elaborazioni CSC su dati Bureau van Dijk. 200,0 210,0 220,0 230,0 240,0 250,0 260,0 270,0 Italia Germania Spagna Francia 2007 2014
  • 39. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria …anche negli altri paesi (Rapporto % tra la produttività del centile superiore e del centile inferiore) Fonte: elaborazioni CSC su dati Bureau van Dijk. 200,0 210,0 220,0 230,0 240,0 250,0 260,0 270,0 Italia Germania Spagna Francia 2007 2014
  • 40. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Le differenze di performance non sono una peculiarità italiana, ma sono presenti in tutti i paesi, più o meno con la stessa forma e nella medesima misura.
  • 41. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Divari di produttività simili in tutti i paesi (Manifatturiero, produttività del lavoro media per centile, 2014) Il valore massimo della produttività nei due anni considerati, per tutte le imprese italiane, tedesche, francesi e spagnole, è normalizzato a 100; il valore minimo a 0. Fonte: elaborazioni CSC su dati Bureau van Dijk. 20 30 40 50 60 70 80 Germania Spagna Francia Italia
  • 42. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Oltre che con la produttività per addetto, la differenza di performance può essere colta anche con la diversificazione di prodotto (il 65% delle imprese italiane è specializzato in un unico prodotto; meno dell’1% ne realizza dieci tipi diversi) …
  • 43. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Una minoranza le imprese che diversificano (Italia, distribuzione % delle imprese per numero di beni che producono) Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT-PRODCOM. 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Percentualediimprese 2005 2009 2013 Numero di prodotti nel repertorio dell'impresa
  • 44. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria …e con i processi di innovazione.
  • 45. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Settore manifatturiero ed estrattivo. I profili sono stati identificati mediante tecniche di factor e cluster analysis. Dati pesati per essere rappresentativi della popolazione delle imprese industriali. La spesa totale in attività innovative è espressa in % del fatturato. Peso % sul totale delle imprese industriali Spesa totale in attività innovative Innovatori strutturati 7,4 6,4 Innovatori mediamente strutturati 15,2 3,9 Innovatori poco strutturati 22,9 4,0 Non innovatori 54,5 - I diversi percorsi di innovazione tecnologica delle imprese industriali italiane (Innovazione di prodotto e/o di processo, 2010-2012, valori medi) Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
  • 46. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Inoltre, le imprese che vanno meglio sono presenti, senza grandi differenze, in tutti i settori, territori e classi dimensionali.
  • 47. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Il top 20% nel ROE è in tutti i settori… (% imprese per categoria settoriale) Fonte: elaborazioni CSC su dati Bureau van Dijk. 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 Tessile, abbigl.,pellame Farmaceutica Elettronica edelettrod. Mezziditrasp. Chimica Gomma-plastica Altreind.manif. Legno, carta,stampa Alimentari, bevande,tabacco Metallurgia Petrolio, coke
  • 48. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria …aree geografiche e classi dimensionali (% imprese per categoria geografica e dimensionale) Fonte: elaborazioni CSC su dati Bureau van Dijk. 0 5 10 15 20 25 Micro (5-19) Piccola (20-49) Media (50-249) Grande(250 e+) 0 5 10 15 20 25 Centro Nord-Est Nord-Ovest Sud e isole
  • 49. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Se non dipende da fattori dimensionali, settoriali e localizzativi, qual è l’origine della diversità di performance? È nel fatto che le competenze di gestione (nell’ordinario ma soprattutto nello straordinario, ossia nelle strategie e nei loro cambi) non sono distribuite uniformemente tra quanti sono a capo delle imprese. Cioè, gli imprenditori non sono tutti uguali.
  • 50. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria I saperi che le imprese accumulano nel tempo ne condizionano le possibilità di scelta e, quindi, l’ulteriore accumulazione di competenze. Legate non solo alla sfera produttiva e alle tecnologie, ma a tutta la vita aziendale. Questi saperi sono distintivi, anche perché si combinano in modo particolare in base all’interazione delle persone che lavorano insieme. Cosicché non c’è un’impresa uguale all’altra.
  • 51. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Territorio Impresa Mercati
  • 52. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Ma anche chi, nella scala della performance imprenditoriale, sta sugli ultimi scalini svolge almeno tre ruoli importanti, anche nei confronti di chi si colloca sui primi.
  • 53. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria  mantenere e diffondere il vivaio dell’imprenditorialità, attraverso esperienze di vita che creano emulazione;  generare reddito e occupazione e quindi benessere e coesione sociale nei territori dove opera l’impresa;  far parte delle filiere delle imprese di punta fornendo semilavorati, componenti e know-how e contribuendo al loro successo sui mercati. Questi tre ruoli sono:
  • 54. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Le implicazioni di policy I temi
  • 55. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Occorre partire dalla constatazione che il contesto esterno è sempre più difficile. La politica può puntare a:
  • 56. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria • aiutare le imprese ad arricchire le competenze e ad accrescere la complessità dei prodotti. Ciò aumenterebbe il benessere. Il CSC stima che un aumento del 10% della complessità (numero di prodotti e loro unicità) aumenta il PIL pro-capite del 7,5%.
  • 57. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria • far leva sulla domanda di Made in Italy, di bello e ben fatto, che è forte e crescente. Il brand Italia mantiene integra la grande capacità di attrazione,che va meglio colta con la promozione internazionale usando tutte le leve: promozione dell’export, intercettazione dei nuovi turismi, investimento in e valorizzazione della cultura.
  • 58. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria • adottare politiche fondate su crescita solida, inclusiva e sostenibile, per contrastare l’ascesa del nazionalismo, dei sentimenti anti-mercato e delle misure protezionistiche, che sono la reazione del corpo sociale in mancanza di risposte politiche adeguate. Una crescita incentrata sul manifatturiero e sull’innovazione, con supporto alle classi sociali medio-basse.
  • 59. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria • puntare sui nuovi driver di sviluppo. Sono stati individuati in: sostenibilità ambientale, green economy, digitalizzazione, welfare, sanità, rigenerazione urbana, creatività che fa leva sul patrimonio culturale, sicurezza.
  • 60. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria • giocare con decisione la partita di Industria 4.0, che è fondamentale per i destini del manifatturiero italiano, perché è la direzione verso cui sta evolvendo tutto il mondo industrializzato. Evitando che sia ulteriormente divisiva tra chi è in testa e chi è nelle retrovie della performance d’impresa.
  • 61. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria • rafforzare il capitale umano. Nel Paese e nell’impiego delle imprese. Dall’analisi del CSC emerge che anche le imprese che più puntano sull’innovazione fanno poco ricorso ai laureati, con l’80% che ne impiega meno del 10% della manodopera totale, contro il 40% in Spagna e il 50% in Germania. Dati preoccupanti per il pieno sfruttamento delle nuove tecnologie che richiedono la padronanza di saperi codificati, appresi a scuola e all’università.
  • 62. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Poco esperti in ICT i giovani occupati italiani (2015, % ICT under 35 su % occupati under 35) Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat. 0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 7,0 Finlandia Svezia Svizzera RegnoUnito Francia Germania UE Polonia Spagna Italia
  • 63. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Italia poco preparata in Industria 4.0 (2015, totale economia) UE DE ES FR IT PL FI SE UK BE BG CZ DK EE IE EL HR CY LV LT LU HU SI NL AT PT RO MT SK CH TR 30 40 50 60 70 80 90 0 1 2 3 4 5 6 7 Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat. % occupati ICT su totale occupati %laureatitragliICTspecialist MediaUE Media UE
  • 64. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Morale della favola I temi
  • 65. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria In questa nuova fase della globalizzazione l’Italia può giocare bene le sue carte, in particolare nelle produzioni più specializzate.
  • 66. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Per riuscirci è importante occuparsi di tutti gli imprenditori, anche in un’ottica di politica industriale, in modo da farne crescere la consapevolezza che si può imparare dai leader, fornendo gli strumenti cognitivi per questo apprendimento. Al contempo facendo in modo che le imprese più avanti siano dotate dal Paese di tutti i supporti di cui godono i loro competitor internazionali.
  • 67. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Lo sviluppo basato sui processi competitivi conduce a divaricazioni (“grandi fughe”) indispensabili per procedere nello sviluppo stesso. Sta alla politica “portare tutti avanti”, prendendo coscienza che applicare una medesima politica a soggetti diversi conduce a risultati molto diversi.
  • 68. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Siamo di fronte a un passaggio stretto. Alle imprese è richiesto di più, ma lo scenario dentro cui devono muoversi offre meno opportunità di prima, perché le prospettive di crescita globale si sono ridimensionate per tutti.
  • 69. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria C’è da fare un salto, che è prima di tutto culturale e richiede per essere realizzato una qualità del capitale umano più alta. Le imprese non sono attrezzate nella stessa misura per compierlo, in ragione della loro storia e specificità. Ne potrebbero derivare nuove forme di dualismo (che già si stanno delineando).
  • 70. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria Occorre che le istituzioni, anzitutto le associazioni della rappresentanza, che sono chiamate a svolgere un ruolo nuovo, creino le condizioni perché lo sviluppo coinvolga il maggior numero di attori possibile.
  • 71. Luca Paolazzi - Direttore Centro Studi Confindustria