2. Il 28 giugno 1914 a Sarajevo
viene ucciso in un attentato
l’arciduca Francesco Ferdinando,
erede al trono d’Austria.
Responsabile dell’attentato un
irridentista membro di
un’organizzazione serba.
3. L’attentato determina una serie di conseguenze storiche
rilevanti che si concluderanno con la II Guerra mondiale e
con la fine della centralità europea.
Naturalmente non basta un singolo fatto a spiegare il
conflitto e in realtà le cause sono molteplici:
· Rapporti tesi tra le grandi potenze: Austria
contro Russia, Francia contro Germania,
Germania contro Inghilterra;
· Divisione in blocchi contrapposti: Triplice
alleanza e Intesa
· Corsa agli armamenti
· Spinte belliciste e nazionalismo all’interno dei
singoli stati
• Crisi economica e crescenti disagi sociali
4.
5. A causa dell'attentato, l'Austria invia un
ultimatum alla Serbia. Il sostanziale rifiuto
serbo a lasciare campo libero agli
austriaci determina la dchiarazione di
guerra contro la Serbia.
A seguire scatta tutto il sistema delle
alleanze: Intesa (Gran Bretagna, Francia
e Russia) e Imperi centrali (Austria,
Germania e Impero Ottomano) si
fronteggiano nel primo conflitto mondiale.
6.
7. Estranea al conflitto rimane l'Italia che si
dichiara non belligerante e resta alla finestra,
corteggiata per opposti motivi da tutte le
potenze in guerra.
All'interno l'Italia è lacerata dallo scontro tra
interventisti e neutralisti. Sul piano
internazionale le proposte dell'Intesa
appaiono più vantaggiose ai governanti
italiani che, anche sulla spinta popolare degli
interventisti, siglano il patto segreto di Londra.
8. Il patto di Londra prevede per l'Italia un
ruolo di potenza nell'area balcanica, con
l'annessone di Trentino e Friuli, dell'Istria
e della Dalmazia. A ciò si aggiunge la
possibilità di una profonda penetrazione
commerciale nell'est europeo.
9.
10. Sulla base di questo accordo l'Italia dichiara
guerra all'Austria, aprendo così il terzo fronte del
conflitto che obbliga gli austrotedeschi a dividere
ulteriormente le proprie forze tra i vari teatri bellici.
11.
12. Il conflitto si può suddividere a grandi linee in alcune fasi:
•Tentativo tedesco di realizzare la guerra lampo,
resistenza franco-belga e inizio della guerra di
posizione.
• Logoramento degli imperi centrali( battaglia dello
Jutland e supremazia navale britannica, sconfitta della
Russia (anche a causa della rivoluzione d'Ottobre).
• Profilarsi dell'intervento statunitense a fianco
dell'Intesa; offensiva di pace della Germania che punta
ad una tregua in vista di una conferenza di pace.
•Fallimento della strategia tedesca e tentativo degli
Imperi centrali di scatenare l'offensiva finale
(resistenza francese e disfatta italiana di Caporetto).
•Intervento statunitense e controffensive degli eserciti
dell'Intesa.
•Sconfitta degli Imperi centrali e trattati di pace
13.
14. I trattati di pace sono bilaterali fra le varie potenze
ed evidenziano alcuni elementi rilevanti:
•Forte condizionamento statunitense sui trattati
(14 punti di Wilson).
•Revanscismo francese teso ad impedire qualsiasi
possibilità di ripresa alla Germania.
•Nascita di numerosi stati nazionali a seguito della
frantumazione dll'impero asburgico.
•Mancato soddisfacimento delle aspirazioni
italiane.
15. Sul piano economico-sociale la Grande guerra
determina costi altissimi: sia i vinti che i vincitori
escono dal conflitto con l'economia distrutta,
centinaia di migliaia di morti, tensioni sociali a
seguito del malcontento dei reduci, frustrazioni
nazionaliste.
16. Più in generale sembra lecito sostenere che col primo
conflitto mondiale entra in crisi definitivamente il
modello dello stato liberale: Gran Bretagna e Francia
realizzeranno dopo circa un decennio la ripresa
economica e un rinnovato modello parlamentare,
sostanzialmente democratico, mentre Italia e
Germania mostreranno i limiti della loro forma stato,
dando origine ad un modello politico assolutamente
originale e proprio del Novecento: il totalitarismo.
Al contrario, gli Stati Uniti emergono come la vera
nuova grande potenza planetaria.
17.
18. film di riferimento:
Uomini contro di Francesco Rosi 1970
Nel corso della prima guerra mondiale, i soldati del generale Leone, dopo aver conquistato,
lasciando sul terreno tremila caduti, una cima considerata strategicamente indispensabile,
ricevono l'ordine di abbandonarla. Poi l'ordine cambia: occorre che la cima venga di nuovo
tolta al nemico. Gli austriaci, però, vi si sono saldamente insediati e la difendono
accanitamente con due mitragliatrici. Gli inutili assalti, nemmeno protetti dall'artiglieria, si
susseguono provocando ogni volta una strage tra gli attaccanti. Stanchi di essere mandati al
massacro da un generale tanto incompetente, quanto stupidamente esaltato, una parte dei
soldati inscena una protesta: il generale Leone ordina, come risposta, di punirli con la
decimazione. Costretti ad uccidere o ad essere uccisi da uomini come loro, vittime dello
stesso mostruoso ingranaggio, i soldati italiani, in gran parte ex contadini, rivolgono la loro
fiducia a quei pochi ufficiali - come i tenenti Ottolenghi e Sassu - che giudicano quella e tutte
le guerre come inutili stragi. Ma il primo muore, nel tentativo di impedire il massacro dei suoi
uomini, mentre Sassu viene condannato alla fucilazione per essersi opposto a un ordine
iniquo di un suo superiore.
tratto da http://it.movies.yahoo.com
19. realizzato nell'ambito del progetto
Cinema e Storia
Il secolo breve italiano
a cura del Prof. Pietro Volpones
2009
Le slide e la conversione nel
formato flash sono state
realizzate con OpenOffice 3.1