SlideShare a Scribd company logo
1 of 7
Canali gratuiti. Articolo “Open Access e Archivi istituzionali: opportunità e
problemi”.
Grazie alle opportunità offerte dalla rivoluzione digitale, come la velocità nello
scambio di dati tra persone distanti, le università, che trasferiscono le conoscenze
innanzitutto tramite l’insegnamento e la ricerca, si sono rese conto della possibilità di
diffondere e condividere in maniera più rapida le informazioni e i materiali di studio
e di ricerca tramite la rete, tentando anche di attenuare in tal modo la pressione
finanziaria dovuta agli elevati e crescenti costi degli abbonamenti alle riviste
scientifiche. In tal modo si cerca inoltre di dare una risposta strategica al paradosso
della proprietà intellettuale, la quale spesso ha un effetto frenante all’interno del
circuito della comunicazione scientifica, perché introduce, in quanto sistema di tutela
dei diritti d’autore, una situazione artificiale di monopolio sull’opera, la cui durata e
intensità determina un fallimento di mercato, creando barriere all’accesso, che si
aggiunge al fallimento del mercato della conoscenza, essendo essa per sua natura un
bene pubblico, quindi non rivale e non esclusivo. Proprio per ovviare ai problemi
appartenenti a tale tipo di mercato anelastico, dove la ricerca universitaria non può
fare a meno della letteratura scientifica, ma dove contemporaneamente gli editori
delle riviste più importanti impongono i loro prezzi, è nato il cosiddetto movimento
OA. “Open access” è l’espressione coniata nel corso di un meeting finanziato
dall’Open Society Institute (OSI) di George Soros, tenutosi a Budapest il 1 e il 2
dicembre 2001, al quale hanno partecipato studiosi di varie discipline provenienti da
diversi Paesi, ed è citata per la prima volta nel 2002 in un documento pubblico, il
manifesto della Budapest Open Access Initiative (BOAI), che definisce anche le
cosiddettegreen e gold roads. L’Open Access (accesso aperto, detto anche gold road)
permette ai membri di una comunità accademica di confrontarsi dinamicamente con
quelli di altre nel mondo e comunicare la propria conoscenza al più ampio numero di
persone possibile, rendendo quindi disponibili ai cittadini interessati le nuove
acquisizioni scientifiche, senza ulteriori costi alla collettività. Esso promuove inoltre
la diffusione gratuita dei risultati delle ricerche scientifiche su internet, che sono
valutati secondo il sistema della peer-review (valutazione tra pari o revisione dei
pari), espressione che indica la procedura di selezione degli articoli o dei progetti di
ricerca effettuata attraverso una valutazione esperta eseguita da altri specialisti dello
stesso settore, per verificarne l'idoneità alla pubblicazione su riviste specializzate o,
nel caso dei progetti, al finanziamento.
Altra soluzione è quella (definita green road) dei cosiddetti Archivi istituzionali, o
depositi istituzionali (Institutional Repositories, IR). Gli archivi istituzionali nascono
negli anni Novanta del secolo scorso (caratterizzandosi per il fatto di essere gestiti da
università che raccolgono i vari contributi dei propri ricercatori), per scissione da
quelli disciplinari, che erano intesi come aggregazione di documenti riguardanti
singole discipline e, dopo molti dibattiti sulla loro consistenza e sulle loro
caratteristiche organizzative, nel 1999 nasce anche l’Open Archive Initiative (OAI),
che tra la fine del 2001 e l’inizio del 2002 spingerà l’OA a trasformarsi in un vero e
proprio movimento per l’accesso aperto alla produzione intellettuale di ricerca, nato a
causa della crisi del modello tradizionale di comunicazione. In sostanza si tratta di
centri di diffusione di testi che consentono l’autoarchiviazione immediata dei risultati
della ricerca scientifica prodotta in un’università, grazie al deposito di preprints o
postprints. Le enormi potenzialità offerte da questi strumenti consistono anche nella
possibilità di archiviare tutta la letteratura grigia prodotta nelle università ed utilizzata
ai fini della ricerca e della didattica: tesi, dissertazioni, brevetti, atti di convegni etc.
In Italia, per esempio, da qualche anno è invalso l’obbligo di deposito delle tesi di
dottorato negli IR. La caratteristica dell’interoperabilità che li contraddistingue
permette di ricercare i loro contenuti tramite motori di ricerca generalisti e specialisti,
incrementando la visibilità, il prestigio e la valenza pubblica di un ateneo, attraverso
la diffusione della sua produzione intellettuale. Nel mondo esistono oltre duemila
archivi aperti che è possibile consultare sulla piattaforma OpenDOAR, mentre per
l’Italia esiste la piattaforma PLEIADI. Sempre in Italia, poi, su settantuno università,
oltre la metà si è dotata di un archivio istituzionale e ha aderito alla Dichiarazione di
Berlino, l’accordo internazionale del 2003 cui ha fatto seguito la Dichiarazione di
Messina del 2004, con la quale i rettori delle università italiane recepiscono i principi
del suddetto accordo. Ci sono ancora, come sottolineato dalla stessa Conferenza dei
Rettori delle Università Italiane (CRUI), delle resistenze da parte delle istituzioni che
derivano dalla mancata percezione dell’esatta funzione e dei benefici offerti dagli
archivi istituzionali. Le Università non comprendono che le riviste OA offrono
vantaggi non solo a loro, ma anche a tutti gli attori del sistema editoriale accademico.
Per gli autori, i vantaggi consistono nella maggiore e più immediata visibilità, ma
anche in nuove metriche di valutazione dell’impatto alternative all’Impact Factor; per
i ricercatori nella maggiore facilità di accesso ai dati e ai risultati della ricerca e nella
possibilità di sfruttare appieno nuove tecnologie quali il text-mining e il data-mining;
per gli editori nell’aumento di visibilità, usabilità e impatto delle riviste pubblicate e
degli indici di citazione.
Se si pensa alle biblioteche di ricerca si può capire come queste possano beneficiare
di un’ottica di condivisione, visto che sono costrette spesso a pagare abbonamenti
costosi per mettere a disposizione dell’utenza alcune riviste scientifiche che parte di
quella stessa utenza (come docenti e ricercatori) ha contribuito a creare, rinunciando
così all’acquisto di alcune monografie e innescando un effetto “a cascata” secondo il
quale neanche le case editrici universitarie le pubblicano più, né gli studiosi possono
vedere stampate le proprie tesi in molti campi disciplinari. In alcune università
americane il corpo docenti è giunto a votare delle mozioni a favore del libero accesso,
nella convinzione che le biblioteche di ricerca solo mettendo a disposizione
gratuitamente online le collezioni speciali possano adempiere la loro funzione
principale.
Ci sono però numerose questioni ancora aperte collegate alla condivisione del
sapere online, prima fra tutte quella del diritto d’autore, poi dei controlli di qualità,
della compatibilità dei sistemi di ricerca e di immagazzinamento dei dati, nonché del
reperimento dei fondi necessari per costruire e mantenere in funzione
un’infrastruttura digitale e vari altri aspetti tecnici che vanno considerati per costruire
IR validi. Per quanto riguarda il diritto d’autore sulla piattaforma PLEIADI si legge
che «normalmente l'editore (soprattutto gli editori stranieri) prima di pubblicare un
articolo richiede all'autore di sottoscrivere un contratto. Le tipologie di contratto
variano da un editore all'altro. Per quanto riguarda gli editori italiani, l’articolo 42
della legge 22 aprile 1941, n. 633 sul diritto d'autore stabilisce che l'autore di un
articolo su rivista ha diritto a riprodurlo altrove, purché citi gli estremi della prima
pubblicazione, a meno che non sia stato esplicitamente pattuito il contrario. In
assenza di clausole esplicite nel contratto o in assenza di contratto, l'autore può
autoarchiviare il suo articolo in un deposito istituzionale. In generale possiamo dire
che l'autore può procedere all'autoarchiviazione senza particolari richieste di
autorizzazione nei seguenti casi: 1) se il lavoro che sta depositando è un preprint, un
inedito, un lavoro non ancora sottomesso a una rivista (è tuttavia opportuno chiedere
all'eventuale futuro editore se l'autoarchiviazione può pregiudicare la pubblicazione
dell'articolo); 2) se non ha sottoscritto con un editore o altra figura un contratto di
cessione o trasferimento dei diritti; 3) se l'editore è tra quelli che consentono
l'autoarchiviazione (vd. Sherpa/RoMEO).» (Editori e diritto d’autore, in
http://www.openarchives.it/pleiadi/open-access/diritto-dautore ).
Oggi il diritto d’autore è scomposto in una serie di diritti, dal diritto di pubblicare a
quello di trascrivere, distribuire, noleggiare etc. Per la tutela di ciascuno di essi
esistono vari tipi di accordi. Solo i diritti morali, come il diritto d’inedito e il diritto
ad essere riconosciuto autore di quella specifica opera, sono inalienabili (non
trasferibili) e imprescrittibili (non si estinguono con il tempo). Allo stato attuale gli
editori italiani non si sono ancora pronunciati all’unanimità rispetto
all’autoarchiviazione nei depositi istituzionali, assumendo posizioni diverse. Esistono
infatti diversi tipi di contratti per la pubblicazione di materiale accademico e per
conoscere quali editori hanno adottato politiche favorevoli all’autoarchiviazione, si
possono consultare strumenti appositi, come la banca dati SHERPA/RoMEO.
La banca dati RoMEO (Rights on MEtadata for Open archiving) infatti, permette di
capire molto delle politiche di archiviazione e di copyright degli editori e specifica
quali editori consentono l’autoarchiviazione sia di pre-prints che di post-prints, quali
invece offrono la possibilità di archiviare solo un tipo, oppure nessuno dei due.
Anche l’atteggiamento di quest’ultimo gruppo di editori sta mutando: a volte essi
raggiungono un compromesso con gli autori che desiderano depositare i loro testi in
un IR, ponendo un periodo di ‘embargo’ da far seguire alla pubblicazione della
rivista, di durata variabile (di solito da sei a ventiquattro mesi), nel quale gli articoli
non possono essere resi disponibili in accesso aperto.
Per quanto riguarda il copyright, gli autori possono specificare quali sono i diritti di
utilizzo economico dei testi e le condizioni d’uso grazie a licenze open content come
Creative Commons (CC), tradotte in italiano nel 2004, formate dalla combinazione di
4 tipi diversi di condizioni: attribuzione (devi attribuire la paternità dell'opera nei
modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza e in modo tale da non
suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l'opera); non commerciale ( non
puoi usare quest'opera per fini commerciali); non opere derivate (non puoi alterare o
trasformare quest'opera, ne' usarla per crearne un'altra); condividi allo stesso modo
(se alteri o trasformi quest'opera, o se la usi per crearne un'altra, puoi distribuire
l'opera risultante solo con una licenza identica o equivalente a questa). Le diverse
combinazioni (che comprendono sempre obbligatoriamente la condizione
"attribuzione") danno luogo a 6 tipi di licenza. Ogni licenza si compone di una parte
sintetica (Human readable commons deed), della intera licenza in linguaggio
giuridico (lawyer readable Legal code), e di una parte di metadati (Machine readable
digital code). Queste licenze sono a metà strada tra il modello del copyright con ‘tutti
i diritti riservati’, e il pubblico dominio con ‘nessun diritto riservato’, introducendo il
modello di ‘alcuni diritti riservati’. In questi ultimi anni per esempio, tra i vari tipi di
condizioni d’uso si sta diffondendo il copyleft (secondo la clausola di CC ‘condividi
allo stesso modo’), ossia la copia lasciata, per la quale non è dovuto alcun tipo di
compenso per la riproduzione, la modifica, la distribuzione o la pubblicazione di una
versione perfezionata dello stesso programma.
Anche i controlli di qualità che servono a valutare la ricerca scientifica sono cambiati
con l’introduzione degli IR. Non si basano più solo sull’impact factor, né solo su una
valutazione ex-ante, ma usano una combinazione di indici qualitativi e quantitativi,
che sono oggi indicati nel decreto del Miur n.89/2009. Gli indici prescritti sono: il
numero totale delle citazioni; il numero medio di citazioni per pubblicazione; ‘impact
factor’ totale; ‘impact factor’ medio per pubblicazione, nonché combinazioni dei
precedenti parametri (indice di Hirsch o simili).
In particolare, i controlli di qualità si concentrano su tre fattori: la percentuale di full-
text depositati, il valore scientifico dei contributi e l’accuratezza dei metadati.
Quest’ultima questione è inevitabilmente collegata a quella dell’immagazzinamento
dei dati in un IR. Come per gli Opac, così anche per gli archivi c’è bisogno di una
serie di regole e protocolli da rispettare perché i dati nell’IR siano omogenei anche se
immessi dai singoli autori e quindi universalmente reperibili, utilizzando forme
standard di rappresentazione dei documenti, ad esempio il Dublin Core. Gli Opac e
gli archivi istituzionali tuttavia, pur essendo entrambi strumenti per la diffusione dei
testi e per la condivisione del sapere, restano due strumenti distinti, non
interoperabili. Un altro problema da affrontare per gli IR è la scarsezza di contributi
depositati in confronto all’aumento del numero di archivi, dovuto, secondo uno
studioso come Robert Darnton, alle difficoltà incontrate dai professori nel self-
archiving. Tale problema, a suo dire, si può risolvere con un servizio di supporto ai
docenti e alla gestione degli IR che sia svolto da professionisti dell’informazione,
come i bibliotecari.
Per saperne di più:
CRUI, Linee guida per gli archivi istituzionali, in
http://www.crui.it/HomePage.aspx?ref=1781#
Mauro Guerrini, Gli archivi istituzionali. Open access, valutazione della ricerca e
diritto d’autore, a cura di Andrea Capaccioni, Milano, Editrice Bibliografica, 2010
Piattaforma OpenDOAR, http://www.opendoar.org/index.html
Piattaforma PLEIADI, http://www.openarchives.it/pleiadi/progetto-pleiadi/manifesto
Dichiarazione di Berlino, http://oa.mpg.de/files/2010/04/BerlinDeclaration_it.pdf
Dichiarazionedi Messina,
http://www.aepic.it/conf/Messina041/viewpaper5af5.pdf?id=49&cf=1
Per il testo del decreto ministeriale sui controlli di qualità,
http://attiministeriali.miur.it/anno-2009/luglio/dm-28072009-n-89.aspx

More Related Content

Viewers also liked

Orientarsi fra Predatory Publishers e distorsioni della peer review:il punto ...
Orientarsi fra Predatory Publishers e distorsioni della peer review:il punto ...Orientarsi fra Predatory Publishers e distorsioni della peer review:il punto ...
Orientarsi fra Predatory Publishers e distorsioni della peer review:il punto ...GIDIF-RBM
 
La questione del Copyright nell'era dell'Open Access
La questione del Copyright nell'era dell'Open AccessLa questione del Copyright nell'era dell'Open Access
La questione del Copyright nell'era dell'Open AccessGIDIF-RBM
 
Il ruolo degli editori: criteri per valutare l'informazione scientifica di qu...
Il ruolo degli editori: criteri per valutare l'informazione scientifica di qu...Il ruolo degli editori: criteri per valutare l'informazione scientifica di qu...
Il ruolo degli editori: criteri per valutare l'informazione scientifica di qu...GIDIF-RBM
 
Limiti e opportunità dell’EBM nella valutazione della qualità della letteratu...
Limiti e opportunità dell’EBM nella valutazione della qualità della letteratu...Limiti e opportunità dell’EBM nella valutazione della qualità della letteratu...
Limiti e opportunità dell’EBM nella valutazione della qualità della letteratu...GIDIF-RBM
 
[Dis]informazione in rete tra scienza e divulgazione: nuovo ruolo del bibliot...
[Dis]informazione in rete tra scienza e divulgazione: nuovo ruolo del bibliot...[Dis]informazione in rete tra scienza e divulgazione: nuovo ruolo del bibliot...
[Dis]informazione in rete tra scienza e divulgazione: nuovo ruolo del bibliot...GIDIF-RBM
 
Valutare le fonti e informare i professionisti: ruolo e strategie del bibliot...
Valutare le fonti e informare i professionisti: ruolo e strategie del bibliot...Valutare le fonti e informare i professionisti: ruolo e strategie del bibliot...
Valutare le fonti e informare i professionisti: ruolo e strategie del bibliot...GIDIF-RBM
 

Viewers also liked (6)

Orientarsi fra Predatory Publishers e distorsioni della peer review:il punto ...
Orientarsi fra Predatory Publishers e distorsioni della peer review:il punto ...Orientarsi fra Predatory Publishers e distorsioni della peer review:il punto ...
Orientarsi fra Predatory Publishers e distorsioni della peer review:il punto ...
 
La questione del Copyright nell'era dell'Open Access
La questione del Copyright nell'era dell'Open AccessLa questione del Copyright nell'era dell'Open Access
La questione del Copyright nell'era dell'Open Access
 
Il ruolo degli editori: criteri per valutare l'informazione scientifica di qu...
Il ruolo degli editori: criteri per valutare l'informazione scientifica di qu...Il ruolo degli editori: criteri per valutare l'informazione scientifica di qu...
Il ruolo degli editori: criteri per valutare l'informazione scientifica di qu...
 
Limiti e opportunità dell’EBM nella valutazione della qualità della letteratu...
Limiti e opportunità dell’EBM nella valutazione della qualità della letteratu...Limiti e opportunità dell’EBM nella valutazione della qualità della letteratu...
Limiti e opportunità dell’EBM nella valutazione della qualità della letteratu...
 
[Dis]informazione in rete tra scienza e divulgazione: nuovo ruolo del bibliot...
[Dis]informazione in rete tra scienza e divulgazione: nuovo ruolo del bibliot...[Dis]informazione in rete tra scienza e divulgazione: nuovo ruolo del bibliot...
[Dis]informazione in rete tra scienza e divulgazione: nuovo ruolo del bibliot...
 
Valutare le fonti e informare i professionisti: ruolo e strategie del bibliot...
Valutare le fonti e informare i professionisti: ruolo e strategie del bibliot...Valutare le fonti e informare i professionisti: ruolo e strategie del bibliot...
Valutare le fonti e informare i professionisti: ruolo e strategie del bibliot...
 

Similar to Articolo 5 Open access e archivi istituzionali: opportunità e problemi

Testoni open-access-per-pubblica-amministrazione
Testoni open-access-per-pubblica-amministrazioneTestoni open-access-per-pubblica-amministrazione
Testoni open-access-per-pubblica-amministrazioneLaura Testoni
 
Presentazione oa 18 novembre 2013
Presentazione oa 18 novembre 2013Presentazione oa 18 novembre 2013
Presentazione oa 18 novembre 2013Simonetta Sarzana
 
Open Access. La valutazione della ricerca oltre le divisioni tra le scienze
Open Access. La valutazione della ricerca oltre le divisioni tra le scienzeOpen Access. La valutazione della ricerca oltre le divisioni tra le scienze
Open Access. La valutazione della ricerca oltre le divisioni tra le scienzeFrancesca Di Donato
 
Oa Week Polimetrica
Oa Week PolimetricaOa Week Polimetrica
Oa Week Polimetricagiovannisica
 
Pubblicare Open Access
Pubblicare Open AccessPubblicare Open Access
Pubblicare Open Accessbibliobioing
 
Open Access: l'accesso aperto alla ricerca
Open Access: l'accesso aperto alla ricercaOpen Access: l'accesso aperto alla ricerca
Open Access: l'accesso aperto alla ricercaAnnarita Barbaro
 
Pubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatore
Pubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatorePubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatore
Pubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatoreBiblioteca d'Area CNR Bologna
 
Pubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatore
Pubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatore Pubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatore
Pubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatore Ornella Russo
 
Open Access per la comunicazione scientifica
Open Access per la comunicazione scientificaOpen Access per la comunicazione scientifica
Open Access per la comunicazione scientificaUniversità di Padova
 
Open AIRE / Paola Gargiulo
Open AIRE / Paola GargiuloOpen AIRE / Paola Gargiulo
Open AIRE / Paola Gargiulolibriedocumenti
 
Apritisettimo 2
Apritisettimo 2Apritisettimo 2
Apritisettimo 2CSP Scarl
 
Accesso Libero all'informazione scientifica ott2014
Accesso Libero all'informazione scientifica ott2014Accesso Libero all'informazione scientifica ott2014
Accesso Libero all'informazione scientifica ott2014Ornella Russo
 
Digital library: riflessioni su scelte e obiettivi. Visibilità delle collezio...
Digital library: riflessioni su scelte e obiettivi. Visibilità delle collezio...Digital library: riflessioni su scelte e obiettivi. Visibilità delle collezio...
Digital library: riflessioni su scelte e obiettivi. Visibilità delle collezio...4Science
 
Le edizioni elettroniche dei periodici scientifici (2012)
Le edizioni elettroniche dei periodici scientifici (2012)Le edizioni elettroniche dei periodici scientifici (2012)
Le edizioni elettroniche dei periodici scientifici (2012)monicazedda
 

Similar to Articolo 5 Open access e archivi istituzionali: opportunità e problemi (20)

Testoni open-access-per-pubblica-amministrazione
Testoni open-access-per-pubblica-amministrazioneTestoni open-access-per-pubblica-amministrazione
Testoni open-access-per-pubblica-amministrazione
 
Presentazione oa 18 novembre 2013
Presentazione oa 18 novembre 2013Presentazione oa 18 novembre 2013
Presentazione oa 18 novembre 2013
 
Open Access. La valutazione della ricerca oltre le divisioni tra le scienze
Open Access. La valutazione della ricerca oltre le divisioni tra le scienzeOpen Access. La valutazione della ricerca oltre le divisioni tra le scienze
Open Access. La valutazione della ricerca oltre le divisioni tra le scienze
 
Oa Week Polimetrica
Oa Week PolimetricaOa Week Polimetrica
Oa Week Polimetrica
 
Archenvimat
ArchenvimatArchenvimat
Archenvimat
 
Pubblicare Open Access
Pubblicare Open AccessPubblicare Open Access
Pubblicare Open Access
 
Open Access: l'accesso aperto alla ricerca
Open Access: l'accesso aperto alla ricercaOpen Access: l'accesso aperto alla ricerca
Open Access: l'accesso aperto alla ricerca
 
L’Open Access in pratica
L’Open Access in praticaL’Open Access in pratica
L’Open Access in pratica
 
Pubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatore
Pubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatorePubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatore
Pubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatore
 
Pubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatore
Pubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatore Pubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatore
Pubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatore
 
Open Access per la comunicazione scientifica
Open Access per la comunicazione scientificaOpen Access per la comunicazione scientifica
Open Access per la comunicazione scientifica
 
Open AIRE / Paola Gargiulo
Open AIRE / Paola GargiuloOpen AIRE / Paola Gargiulo
Open AIRE / Paola Gargiulo
 
Apritisettimo 2
Apritisettimo 2Apritisettimo 2
Apritisettimo 2
 
Accesso Libero all'informazione scientifica ott2014
Accesso Libero all'informazione scientifica ott2014Accesso Libero all'informazione scientifica ott2014
Accesso Libero all'informazione scientifica ott2014
 
Digital library: riflessioni su scelte e obiettivi. Visibilità delle collezio...
Digital library: riflessioni su scelte e obiettivi. Visibilità delle collezio...Digital library: riflessioni su scelte e obiettivi. Visibilità delle collezio...
Digital library: riflessioni su scelte e obiettivi. Visibilità delle collezio...
 
Modulo3
Modulo3Modulo3
Modulo3
 
Giuseppe Vitiello - Le politiche dei commons
Giuseppe Vitiello - Le politiche dei commonsGiuseppe Vitiello - Le politiche dei commons
Giuseppe Vitiello - Le politiche dei commons
 
L'Open Access
L'Open AccessL'Open Access
L'Open Access
 
Le edizioni elettroniche dei periodici scientifici (2012)
Le edizioni elettroniche dei periodici scientifici (2012)Le edizioni elettroniche dei periodici scientifici (2012)
Le edizioni elettroniche dei periodici scientifici (2012)
 
La biblioteca app2009ppt
La biblioteca app2009pptLa biblioteca app2009ppt
La biblioteca app2009ppt
 

More from Rosa Regine

L'archivio di santa maria di loreto
L'archivio di santa maria di loretoL'archivio di santa maria di loreto
L'archivio di santa maria di loretoRosa Regine
 
Escursioni isola d'ischia 3: natura e gastronomia
Escursioni isola d'ischia 3: natura e gastronomiaEscursioni isola d'ischia 3: natura e gastronomia
Escursioni isola d'ischia 3: natura e gastronomiaRosa Regine
 
Escursioni isola d'Ischia 2: Benessere e natura
Escursioni isola d'Ischia 2: Benessere e naturaEscursioni isola d'Ischia 2: Benessere e natura
Escursioni isola d'Ischia 2: Benessere e naturaRosa Regine
 
Escursioni isola d'ischia 1 Itinerario cultura e natura
Escursioni isola d'ischia 1 Itinerario cultura e naturaEscursioni isola d'ischia 1 Itinerario cultura e natura
Escursioni isola d'ischia 1 Itinerario cultura e naturaRosa Regine
 
Marmellata di kumquat
Marmellata di kumquatMarmellata di kumquat
Marmellata di kumquatRosa Regine
 
Democrazia digitale
Democrazia digitaleDemocrazia digitale
Democrazia digitaleRosa Regine
 
Articolo 13 booktrailer
Articolo 13 booktrailerArticolo 13 booktrailer
Articolo 13 booktrailerRosa Regine
 
Articolo 11 Radio tv libri
Articolo 11 Radio tv libriArticolo 11 Radio tv libri
Articolo 11 Radio tv libriRosa Regine
 
Articolo 10 Promozione e Pubblicità del libro: come si imposta lo spot.
Articolo 10 Promozione e Pubblicità del libro: come si imposta lo spot.Articolo 10 Promozione e Pubblicità del libro: come si imposta lo spot.
Articolo 10 Promozione e Pubblicità del libro: come si imposta lo spot.Rosa Regine
 
Articolo 9 Canali di vendita indiretta di libri
Articolo 9 Canali di vendita indiretta di libriArticolo 9 Canali di vendita indiretta di libri
Articolo 9 Canali di vendita indiretta di libriRosa Regine
 
Articolo 7 Commercio di libri, ieri e oggi: canali tradizionali e digitali
Articolo 7 Commercio di libri, ieri e oggi: canali tradizionali e digitaliArticolo 7 Commercio di libri, ieri e oggi: canali tradizionali e digitali
Articolo 7 Commercio di libri, ieri e oggi: canali tradizionali e digitaliRosa Regine
 
Articolo 6 Istituti culturali italiani in Italia e all'estero
Articolo 6 Istituti culturali italiani in Italia e all'esteroArticolo 6 Istituti culturali italiani in Italia e all'estero
Articolo 6 Istituti culturali italiani in Italia e all'esteroRosa Regine
 
Articolo 2 biblioteche scolastiche
Articolo 2 biblioteche scolasticheArticolo 2 biblioteche scolastiche
Articolo 2 biblioteche scolasticheRosa Regine
 
Articolo 1 informatica e canali di diffusione del libro
Articolo 1 informatica e canali di diffusione del libroArticolo 1 informatica e canali di diffusione del libro
Articolo 1 informatica e canali di diffusione del libroRosa Regine
 

More from Rosa Regine (14)

L'archivio di santa maria di loreto
L'archivio di santa maria di loretoL'archivio di santa maria di loreto
L'archivio di santa maria di loreto
 
Escursioni isola d'ischia 3: natura e gastronomia
Escursioni isola d'ischia 3: natura e gastronomiaEscursioni isola d'ischia 3: natura e gastronomia
Escursioni isola d'ischia 3: natura e gastronomia
 
Escursioni isola d'Ischia 2: Benessere e natura
Escursioni isola d'Ischia 2: Benessere e naturaEscursioni isola d'Ischia 2: Benessere e natura
Escursioni isola d'Ischia 2: Benessere e natura
 
Escursioni isola d'ischia 1 Itinerario cultura e natura
Escursioni isola d'ischia 1 Itinerario cultura e naturaEscursioni isola d'ischia 1 Itinerario cultura e natura
Escursioni isola d'ischia 1 Itinerario cultura e natura
 
Marmellata di kumquat
Marmellata di kumquatMarmellata di kumquat
Marmellata di kumquat
 
Democrazia digitale
Democrazia digitaleDemocrazia digitale
Democrazia digitale
 
Articolo 13 booktrailer
Articolo 13 booktrailerArticolo 13 booktrailer
Articolo 13 booktrailer
 
Articolo 11 Radio tv libri
Articolo 11 Radio tv libriArticolo 11 Radio tv libri
Articolo 11 Radio tv libri
 
Articolo 10 Promozione e Pubblicità del libro: come si imposta lo spot.
Articolo 10 Promozione e Pubblicità del libro: come si imposta lo spot.Articolo 10 Promozione e Pubblicità del libro: come si imposta lo spot.
Articolo 10 Promozione e Pubblicità del libro: come si imposta lo spot.
 
Articolo 9 Canali di vendita indiretta di libri
Articolo 9 Canali di vendita indiretta di libriArticolo 9 Canali di vendita indiretta di libri
Articolo 9 Canali di vendita indiretta di libri
 
Articolo 7 Commercio di libri, ieri e oggi: canali tradizionali e digitali
Articolo 7 Commercio di libri, ieri e oggi: canali tradizionali e digitaliArticolo 7 Commercio di libri, ieri e oggi: canali tradizionali e digitali
Articolo 7 Commercio di libri, ieri e oggi: canali tradizionali e digitali
 
Articolo 6 Istituti culturali italiani in Italia e all'estero
Articolo 6 Istituti culturali italiani in Italia e all'esteroArticolo 6 Istituti culturali italiani in Italia e all'estero
Articolo 6 Istituti culturali italiani in Italia e all'estero
 
Articolo 2 biblioteche scolastiche
Articolo 2 biblioteche scolasticheArticolo 2 biblioteche scolastiche
Articolo 2 biblioteche scolastiche
 
Articolo 1 informatica e canali di diffusione del libro
Articolo 1 informatica e canali di diffusione del libroArticolo 1 informatica e canali di diffusione del libro
Articolo 1 informatica e canali di diffusione del libro
 

Recently uploaded

Terza cultura w la scienza Italo Calvino.pdf
Terza cultura w la scienza Italo Calvino.pdfTerza cultura w la scienza Italo Calvino.pdf
Terza cultura w la scienza Italo Calvino.pdfPierLuigi Albini
 
Ticonzero news 148.pdf aprile 2024 Terza cultura
Ticonzero news 148.pdf aprile 2024 Terza culturaTiconzero news 148.pdf aprile 2024 Terza cultura
Ticonzero news 148.pdf aprile 2024 Terza culturaPierLuigi Albini
 
Storia dell’Inghilterra nell’Età Moderna.pptx
Storia dell’Inghilterra nell’Età Moderna.pptxStoria dell’Inghilterra nell’Età Moderna.pptx
Storia dell’Inghilterra nell’Età Moderna.pptxOrianaOcchino
 
Parole inclusive: le parole cambiano il mondo o il mondo cambia le parole?
Parole inclusive: le parole cambiano il mondo o il mondo cambia le parole?Parole inclusive: le parole cambiano il mondo o il mondo cambia le parole?
Parole inclusive: le parole cambiano il mondo o il mondo cambia le parole?Nicola Rabbi
 
La produzione e la gestione degli Open Data
La produzione e la gestione degli Open DataLa produzione e la gestione degli Open Data
La produzione e la gestione degli Open DataGianluigi Cogo
 
Esame finale - riunione genitori 2024.pptx
Esame finale - riunione genitori 2024.pptxEsame finale - riunione genitori 2024.pptx
Esame finale - riunione genitori 2024.pptxfedericodellacosta2
 
La seconda guerra mondiale per licei e scuole medie
La seconda guerra mondiale per licei e scuole medieLa seconda guerra mondiale per licei e scuole medie
La seconda guerra mondiale per licei e scuole medieVincenzoPantalena1
 
biblioverifica ijf24 Festival Internazionale del Giornalismo 2024
biblioverifica ijf24 Festival Internazionale del Giornalismo 2024biblioverifica ijf24 Festival Internazionale del Giornalismo 2024
biblioverifica ijf24 Festival Internazionale del Giornalismo 2024Damiano Orru
 

Recently uploaded (8)

Terza cultura w la scienza Italo Calvino.pdf
Terza cultura w la scienza Italo Calvino.pdfTerza cultura w la scienza Italo Calvino.pdf
Terza cultura w la scienza Italo Calvino.pdf
 
Ticonzero news 148.pdf aprile 2024 Terza cultura
Ticonzero news 148.pdf aprile 2024 Terza culturaTiconzero news 148.pdf aprile 2024 Terza cultura
Ticonzero news 148.pdf aprile 2024 Terza cultura
 
Storia dell’Inghilterra nell’Età Moderna.pptx
Storia dell’Inghilterra nell’Età Moderna.pptxStoria dell’Inghilterra nell’Età Moderna.pptx
Storia dell’Inghilterra nell’Età Moderna.pptx
 
Parole inclusive: le parole cambiano il mondo o il mondo cambia le parole?
Parole inclusive: le parole cambiano il mondo o il mondo cambia le parole?Parole inclusive: le parole cambiano il mondo o il mondo cambia le parole?
Parole inclusive: le parole cambiano il mondo o il mondo cambia le parole?
 
La produzione e la gestione degli Open Data
La produzione e la gestione degli Open DataLa produzione e la gestione degli Open Data
La produzione e la gestione degli Open Data
 
Esame finale - riunione genitori 2024.pptx
Esame finale - riunione genitori 2024.pptxEsame finale - riunione genitori 2024.pptx
Esame finale - riunione genitori 2024.pptx
 
La seconda guerra mondiale per licei e scuole medie
La seconda guerra mondiale per licei e scuole medieLa seconda guerra mondiale per licei e scuole medie
La seconda guerra mondiale per licei e scuole medie
 
biblioverifica ijf24 Festival Internazionale del Giornalismo 2024
biblioverifica ijf24 Festival Internazionale del Giornalismo 2024biblioverifica ijf24 Festival Internazionale del Giornalismo 2024
biblioverifica ijf24 Festival Internazionale del Giornalismo 2024
 

Articolo 5 Open access e archivi istituzionali: opportunità e problemi

  • 1. Canali gratuiti. Articolo “Open Access e Archivi istituzionali: opportunità e problemi”. Grazie alle opportunità offerte dalla rivoluzione digitale, come la velocità nello scambio di dati tra persone distanti, le università, che trasferiscono le conoscenze innanzitutto tramite l’insegnamento e la ricerca, si sono rese conto della possibilità di diffondere e condividere in maniera più rapida le informazioni e i materiali di studio e di ricerca tramite la rete, tentando anche di attenuare in tal modo la pressione finanziaria dovuta agli elevati e crescenti costi degli abbonamenti alle riviste scientifiche. In tal modo si cerca inoltre di dare una risposta strategica al paradosso della proprietà intellettuale, la quale spesso ha un effetto frenante all’interno del circuito della comunicazione scientifica, perché introduce, in quanto sistema di tutela dei diritti d’autore, una situazione artificiale di monopolio sull’opera, la cui durata e intensità determina un fallimento di mercato, creando barriere all’accesso, che si aggiunge al fallimento del mercato della conoscenza, essendo essa per sua natura un bene pubblico, quindi non rivale e non esclusivo. Proprio per ovviare ai problemi appartenenti a tale tipo di mercato anelastico, dove la ricerca universitaria non può fare a meno della letteratura scientifica, ma dove contemporaneamente gli editori delle riviste più importanti impongono i loro prezzi, è nato il cosiddetto movimento OA. “Open access” è l’espressione coniata nel corso di un meeting finanziato dall’Open Society Institute (OSI) di George Soros, tenutosi a Budapest il 1 e il 2 dicembre 2001, al quale hanno partecipato studiosi di varie discipline provenienti da diversi Paesi, ed è citata per la prima volta nel 2002 in un documento pubblico, il manifesto della Budapest Open Access Initiative (BOAI), che definisce anche le cosiddettegreen e gold roads. L’Open Access (accesso aperto, detto anche gold road) permette ai membri di una comunità accademica di confrontarsi dinamicamente con quelli di altre nel mondo e comunicare la propria conoscenza al più ampio numero di persone possibile, rendendo quindi disponibili ai cittadini interessati le nuove acquisizioni scientifiche, senza ulteriori costi alla collettività. Esso promuove inoltre la diffusione gratuita dei risultati delle ricerche scientifiche su internet, che sono
  • 2. valutati secondo il sistema della peer-review (valutazione tra pari o revisione dei pari), espressione che indica la procedura di selezione degli articoli o dei progetti di ricerca effettuata attraverso una valutazione esperta eseguita da altri specialisti dello stesso settore, per verificarne l'idoneità alla pubblicazione su riviste specializzate o, nel caso dei progetti, al finanziamento. Altra soluzione è quella (definita green road) dei cosiddetti Archivi istituzionali, o depositi istituzionali (Institutional Repositories, IR). Gli archivi istituzionali nascono negli anni Novanta del secolo scorso (caratterizzandosi per il fatto di essere gestiti da università che raccolgono i vari contributi dei propri ricercatori), per scissione da quelli disciplinari, che erano intesi come aggregazione di documenti riguardanti singole discipline e, dopo molti dibattiti sulla loro consistenza e sulle loro caratteristiche organizzative, nel 1999 nasce anche l’Open Archive Initiative (OAI), che tra la fine del 2001 e l’inizio del 2002 spingerà l’OA a trasformarsi in un vero e proprio movimento per l’accesso aperto alla produzione intellettuale di ricerca, nato a causa della crisi del modello tradizionale di comunicazione. In sostanza si tratta di centri di diffusione di testi che consentono l’autoarchiviazione immediata dei risultati della ricerca scientifica prodotta in un’università, grazie al deposito di preprints o postprints. Le enormi potenzialità offerte da questi strumenti consistono anche nella possibilità di archiviare tutta la letteratura grigia prodotta nelle università ed utilizzata ai fini della ricerca e della didattica: tesi, dissertazioni, brevetti, atti di convegni etc. In Italia, per esempio, da qualche anno è invalso l’obbligo di deposito delle tesi di dottorato negli IR. La caratteristica dell’interoperabilità che li contraddistingue permette di ricercare i loro contenuti tramite motori di ricerca generalisti e specialisti, incrementando la visibilità, il prestigio e la valenza pubblica di un ateneo, attraverso la diffusione della sua produzione intellettuale. Nel mondo esistono oltre duemila archivi aperti che è possibile consultare sulla piattaforma OpenDOAR, mentre per l’Italia esiste la piattaforma PLEIADI. Sempre in Italia, poi, su settantuno università, oltre la metà si è dotata di un archivio istituzionale e ha aderito alla Dichiarazione di Berlino, l’accordo internazionale del 2003 cui ha fatto seguito la Dichiarazione di
  • 3. Messina del 2004, con la quale i rettori delle università italiane recepiscono i principi del suddetto accordo. Ci sono ancora, come sottolineato dalla stessa Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), delle resistenze da parte delle istituzioni che derivano dalla mancata percezione dell’esatta funzione e dei benefici offerti dagli archivi istituzionali. Le Università non comprendono che le riviste OA offrono vantaggi non solo a loro, ma anche a tutti gli attori del sistema editoriale accademico. Per gli autori, i vantaggi consistono nella maggiore e più immediata visibilità, ma anche in nuove metriche di valutazione dell’impatto alternative all’Impact Factor; per i ricercatori nella maggiore facilità di accesso ai dati e ai risultati della ricerca e nella possibilità di sfruttare appieno nuove tecnologie quali il text-mining e il data-mining; per gli editori nell’aumento di visibilità, usabilità e impatto delle riviste pubblicate e degli indici di citazione. Se si pensa alle biblioteche di ricerca si può capire come queste possano beneficiare di un’ottica di condivisione, visto che sono costrette spesso a pagare abbonamenti costosi per mettere a disposizione dell’utenza alcune riviste scientifiche che parte di quella stessa utenza (come docenti e ricercatori) ha contribuito a creare, rinunciando così all’acquisto di alcune monografie e innescando un effetto “a cascata” secondo il quale neanche le case editrici universitarie le pubblicano più, né gli studiosi possono vedere stampate le proprie tesi in molti campi disciplinari. In alcune università americane il corpo docenti è giunto a votare delle mozioni a favore del libero accesso, nella convinzione che le biblioteche di ricerca solo mettendo a disposizione gratuitamente online le collezioni speciali possano adempiere la loro funzione principale. Ci sono però numerose questioni ancora aperte collegate alla condivisione del sapere online, prima fra tutte quella del diritto d’autore, poi dei controlli di qualità, della compatibilità dei sistemi di ricerca e di immagazzinamento dei dati, nonché del reperimento dei fondi necessari per costruire e mantenere in funzione un’infrastruttura digitale e vari altri aspetti tecnici che vanno considerati per costruire IR validi. Per quanto riguarda il diritto d’autore sulla piattaforma PLEIADI si legge
  • 4. che «normalmente l'editore (soprattutto gli editori stranieri) prima di pubblicare un articolo richiede all'autore di sottoscrivere un contratto. Le tipologie di contratto variano da un editore all'altro. Per quanto riguarda gli editori italiani, l’articolo 42 della legge 22 aprile 1941, n. 633 sul diritto d'autore stabilisce che l'autore di un articolo su rivista ha diritto a riprodurlo altrove, purché citi gli estremi della prima pubblicazione, a meno che non sia stato esplicitamente pattuito il contrario. In assenza di clausole esplicite nel contratto o in assenza di contratto, l'autore può autoarchiviare il suo articolo in un deposito istituzionale. In generale possiamo dire che l'autore può procedere all'autoarchiviazione senza particolari richieste di autorizzazione nei seguenti casi: 1) se il lavoro che sta depositando è un preprint, un inedito, un lavoro non ancora sottomesso a una rivista (è tuttavia opportuno chiedere all'eventuale futuro editore se l'autoarchiviazione può pregiudicare la pubblicazione dell'articolo); 2) se non ha sottoscritto con un editore o altra figura un contratto di cessione o trasferimento dei diritti; 3) se l'editore è tra quelli che consentono l'autoarchiviazione (vd. Sherpa/RoMEO).» (Editori e diritto d’autore, in http://www.openarchives.it/pleiadi/open-access/diritto-dautore ). Oggi il diritto d’autore è scomposto in una serie di diritti, dal diritto di pubblicare a quello di trascrivere, distribuire, noleggiare etc. Per la tutela di ciascuno di essi esistono vari tipi di accordi. Solo i diritti morali, come il diritto d’inedito e il diritto ad essere riconosciuto autore di quella specifica opera, sono inalienabili (non trasferibili) e imprescrittibili (non si estinguono con il tempo). Allo stato attuale gli editori italiani non si sono ancora pronunciati all’unanimità rispetto all’autoarchiviazione nei depositi istituzionali, assumendo posizioni diverse. Esistono infatti diversi tipi di contratti per la pubblicazione di materiale accademico e per conoscere quali editori hanno adottato politiche favorevoli all’autoarchiviazione, si possono consultare strumenti appositi, come la banca dati SHERPA/RoMEO. La banca dati RoMEO (Rights on MEtadata for Open archiving) infatti, permette di capire molto delle politiche di archiviazione e di copyright degli editori e specifica quali editori consentono l’autoarchiviazione sia di pre-prints che di post-prints, quali
  • 5. invece offrono la possibilità di archiviare solo un tipo, oppure nessuno dei due. Anche l’atteggiamento di quest’ultimo gruppo di editori sta mutando: a volte essi raggiungono un compromesso con gli autori che desiderano depositare i loro testi in un IR, ponendo un periodo di ‘embargo’ da far seguire alla pubblicazione della rivista, di durata variabile (di solito da sei a ventiquattro mesi), nel quale gli articoli non possono essere resi disponibili in accesso aperto. Per quanto riguarda il copyright, gli autori possono specificare quali sono i diritti di utilizzo economico dei testi e le condizioni d’uso grazie a licenze open content come Creative Commons (CC), tradotte in italiano nel 2004, formate dalla combinazione di 4 tipi diversi di condizioni: attribuzione (devi attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l'opera); non commerciale ( non puoi usare quest'opera per fini commerciali); non opere derivate (non puoi alterare o trasformare quest'opera, ne' usarla per crearne un'altra); condividi allo stesso modo (se alteri o trasformi quest'opera, o se la usi per crearne un'altra, puoi distribuire l'opera risultante solo con una licenza identica o equivalente a questa). Le diverse combinazioni (che comprendono sempre obbligatoriamente la condizione "attribuzione") danno luogo a 6 tipi di licenza. Ogni licenza si compone di una parte sintetica (Human readable commons deed), della intera licenza in linguaggio giuridico (lawyer readable Legal code), e di una parte di metadati (Machine readable digital code). Queste licenze sono a metà strada tra il modello del copyright con ‘tutti i diritti riservati’, e il pubblico dominio con ‘nessun diritto riservato’, introducendo il modello di ‘alcuni diritti riservati’. In questi ultimi anni per esempio, tra i vari tipi di condizioni d’uso si sta diffondendo il copyleft (secondo la clausola di CC ‘condividi allo stesso modo’), ossia la copia lasciata, per la quale non è dovuto alcun tipo di compenso per la riproduzione, la modifica, la distribuzione o la pubblicazione di una versione perfezionata dello stesso programma. Anche i controlli di qualità che servono a valutare la ricerca scientifica sono cambiati con l’introduzione degli IR. Non si basano più solo sull’impact factor, né solo su una
  • 6. valutazione ex-ante, ma usano una combinazione di indici qualitativi e quantitativi, che sono oggi indicati nel decreto del Miur n.89/2009. Gli indici prescritti sono: il numero totale delle citazioni; il numero medio di citazioni per pubblicazione; ‘impact factor’ totale; ‘impact factor’ medio per pubblicazione, nonché combinazioni dei precedenti parametri (indice di Hirsch o simili). In particolare, i controlli di qualità si concentrano su tre fattori: la percentuale di full- text depositati, il valore scientifico dei contributi e l’accuratezza dei metadati. Quest’ultima questione è inevitabilmente collegata a quella dell’immagazzinamento dei dati in un IR. Come per gli Opac, così anche per gli archivi c’è bisogno di una serie di regole e protocolli da rispettare perché i dati nell’IR siano omogenei anche se immessi dai singoli autori e quindi universalmente reperibili, utilizzando forme standard di rappresentazione dei documenti, ad esempio il Dublin Core. Gli Opac e gli archivi istituzionali tuttavia, pur essendo entrambi strumenti per la diffusione dei testi e per la condivisione del sapere, restano due strumenti distinti, non interoperabili. Un altro problema da affrontare per gli IR è la scarsezza di contributi depositati in confronto all’aumento del numero di archivi, dovuto, secondo uno studioso come Robert Darnton, alle difficoltà incontrate dai professori nel self- archiving. Tale problema, a suo dire, si può risolvere con un servizio di supporto ai docenti e alla gestione degli IR che sia svolto da professionisti dell’informazione, come i bibliotecari. Per saperne di più: CRUI, Linee guida per gli archivi istituzionali, in http://www.crui.it/HomePage.aspx?ref=1781# Mauro Guerrini, Gli archivi istituzionali. Open access, valutazione della ricerca e diritto d’autore, a cura di Andrea Capaccioni, Milano, Editrice Bibliografica, 2010
  • 7. Piattaforma OpenDOAR, http://www.opendoar.org/index.html Piattaforma PLEIADI, http://www.openarchives.it/pleiadi/progetto-pleiadi/manifesto Dichiarazione di Berlino, http://oa.mpg.de/files/2010/04/BerlinDeclaration_it.pdf Dichiarazionedi Messina, http://www.aepic.it/conf/Messina041/viewpaper5af5.pdf?id=49&cf=1 Per il testo del decreto ministeriale sui controlli di qualità, http://attiministeriali.miur.it/anno-2009/luglio/dm-28072009-n-89.aspx