1. I CONTROLLI SUI
MATERIALI E LE
PROVE DI COLLAUDO
CATANIA, 18 FEBBRAIO 2011 dott. ing. Vincenzo VENTURI
2. LA NORMATIVA PREVIGENTE
D.M. 09/01/1996 - Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle
strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche
O.P.C.M. n° 3274 del 20 marzo 2003 - Primi elementi in materia di criteri
generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative
tecniche per le costruzioni in zona sismica.
D.M. 14/09/2005 - Norme tecniche per le costruzioni
3. LA NORMATIVA COGENTE
Legge n° 1086 del 5 novembre 1971 - art. 21”Norme Tecniche per la
esecuzione delle opere in c.a., c.a.p, e per le strutture metalliche”
Legge n° 64 del 2 febbraio 1974 - Provvedimenti per le costruzioni con
particolari prescrizioni per le zone sismiche
D.P.R. n° 246 del 21 aprile 1993 – Regolamento di attuazione della
“Direttiva 89/106 CEE” relativa ai prodotti da costruzione”
D.P.R. n° 380 del 6 giugno 2001 – “ Testo Unico per l’Edilizia”
D.M. 14/01/2008 - Norme tecniche per le costruzioni
Circolare n. 617 del 02/02/2009 – “Nuove norme tecniche per le
costruzioni" di cui al D.M. 14/01/2008
4. D.M. 14 gennaio 2008
Norme tecniche per le costruzioni
cap. 11 - Materiali e prodotti per uso strutturale
11.2 - Calcestruzzo 11.3 - Acciaio 11.7 - Legno 11.9 – Dispositivi antisismici
11.10 - Muratura
……. tutti i materiali prima di essere impiegati devono
essere:
accettati
identificati
dal produttore
qualificati dal Direttore
dei Lavori
Analisi documentale
Accettazione dei Accertare corrispondenza tra
materiali Prove sperimentali prodotto fornito e dichiarato
5. D.M. 14 gennaio 2008
Norme tecniche per le costruzioni
CAP. 11
MATERIALI E PRODOTTI PER USO STRUTTURALE
MARCATURA CE (A)
Nel caso in cui esista la norma armonizzata UNI EN.. – ALL. ZA)
ATTESTATO DI
QUALIFICAZIONE (B)
Nel caso in cui la procedura sia prevista nelle Norme Tecniche
MARCATURA CE (C)
(ETA – ETAG - ITC)
Casi non previsti nelle situazioni precedenti, e quindi
marcatura CE in conformità a Benestare Tecnico Europeo (ETA)
ovvero a Certificati di Idoneità Tecnica all’impiego rilasciati dal
STC
6. MARCATURA CE
Il sistema di attestazione della conformità previsto per questi prodotti
è di classe 2+.
7. QUALIFICAZIONE DI ALCUNI PRODOTTI
STRUTTURALI
Materiale / Qualificazione Qualificazione Norma di NOTE
prodotto Nazionale CE riferimento
Acciaio per NO SI UNI EN 10025 Vale solo la marcatura
carpenteria UN IEN 10210 CE
UNI EN 10219 (Caso A)
Barre per c.a. SI NON ANCORA NTC 11.3.2 L’armonizzazione è in
corso con EN 10080 e
Acciai per c.a.p. SI NON ANCORA NTC 11.3.3 EN 10138
(Caso B)
Sistemi precompr. SI SI ETAG 013 CIT sulla base di ETAG
a cavi post tesi NTC 11.5.1 013
(Caso C)
Calcestruzzo SI NO NTC 11.1.8 Non esiste Mandato CE
preconfezionato per il cls
(Caso B)
Aggregati NO SI EN 12260 (Caso A)
UNI EN 13055
Dispositivi SI Volontario dal NTC 11.9 Caso B
antisismci 01.08.10 Armonizzazione in
corso EN 12159:2009
Appoggi strutturali NO SI EN 1337 (Caso A)
Ancoranti SI SI ETAG 001 NTC 4.6 CIT sulla base di
strutturali ETAG001
ETA = Benestare Tecnico Europeo
ETAG = Linea Guida Benestare Tecnico Europeo
CIT = Certificato di Idoneità Tecnica
8. QUALIFICAZIONE DI ALCUNI PRODOTTI
STRUTTURALI
Materiale / Qualificazione Qualificazione Norma di NOTE
prodotto Nazionale CE riferimento
Legno lamellare SI SI EN 14080 Periodo di coesistenza
NTC 11.7.10 (Caso A o B)
Legno massiccio SI SI EN 14081 Periodo di coesistenza
NTC 11.7.10 (Caso A o B)
Prefabbricati NO SI EN 13225, EN 13693, (Caso A)
soggetti ad EN 14843, EN 14991
armonizzazione
Prefabbricati non SI POSSIBILE CON NTC 11.8 (Caso B o C)
soggetti ad ETAG o ETA
armonizzazione
Barriere paramassi SI SI ETAG 027 NTC 4.6 CIT sulla base di
ETAG027 (Caso C)
Prodotti innovativi, SI POSSIBILE CON NTC 4.6 CIT (Caso C)
sistemi misti, altri ETAG o ETA senza
prodotti strutturali ETAG
ETA = Benestare Tecnico Europeo
ETAG = Linea Guida Benestare Tecnico Europeo
CIT = Certificato di Idoneità Tecnica
9. “Norme Tecniche per le costruzioni”
SOGGETTI – COMPETENZE - PROCEDURE
IL PROGETTISTA
L’IMPRESA ESECUTRICE
IL PRECONFEZIONATORE
IL CENTRO DI TRASFORMAZIONE
IL DIRETTORE DEI LAVORI
IL COLLAUDATORE STATICO
IL LABORATORIO DI PROVA
10. IL DIRETTORE DEI LAVORI
CONTROLLO DI ACCETTAZIONE
Frequenza dei Controlli sugli acciai
Stabilimento Centro di trasformazione Cantiere
Lotto di produzione Lotto di fornitura Lotto unico di
da 30 t a 120 t (max 90 t) spedizione
(max 30 t)
Acciaio: i controlli di accettazione in cantiere interessano
ciascun lotto di spedizione (max 30 t), riguarda almeno
tre diametri e devono essere eseguiti non oltre i 30 gg.
dalla consegna in cantiere delle barre.
Calcestruzzo: i controlli di accettazione in cantiere si
effettuano con le modalità e le frequenze previste al par.
11.2 delle NTC e che devono essere eseguite, salvo
motivati casi particolari, entro un termine ragionevole
non superiore a qualche settimana dal prelievo.
11. IL COLLAUDATORE STATICO
•LE OPERE NON POSSONO ESSERE POSTE IN ESERCIZIO PRIMA
DELL’ESECUZIONE DEL COLLAUDO STATICO.
• NEL CASO DI MANUFATTI O ELEMENTI STRUTTURALI NON
PIU’ ISPEZIONABILI, CONTROLLABILI E QUINDI
COLLAUDABILI A STRUTTURA ULTIMATA IL COLLAUDO VA
ESEGUITO IN CORSO D’ OPERA.
12. IL COLLAUDATORE STATICO
•Non è intervenuto in alcuna fase dei lavori.
•Acquisisce la documentazione relativa alle procedure di controllo
della qualità ed il registro delle non conformità.
•Verifica i certificati delle prove sui materiali siano conformi:
nel numero, alle procedure di accettazione previste dal Cap.
11 delle NTC.
nell’esito, con riferimento ai criteri di accettazione del cap. 11
delle NTC.
•Esegue il controllo dei verbali di prelievo e di visita.
•Esegue il controllo dei risultati delle eventuali prove di carico fatte
eseguire dal Direttore dei Lavori.
•Esamina il progetto dell’opera.
13. IL COLLAUDATORE STATICO
•Esamina la documentazione relativa alle indagini eseguite nella
fase di progettazione e costruzione e verifica che siano conformi a
quanto prescritto nelle NTC.
•Esamina la relazione a strutture ultimate redatta dal D.L.
•Sulla scorta di quanto acquisito nel corso delle ispezioni
sull’opera e dall’esito delle attività sperimentali svolte durante la
progettazione e l’esecuzione può prescrivere:
Ulteriori prove sui materiali anche con metodi non distruttivi.
Ulteriori prove di carico.
Il monitoraggio di grandezze significative del comportamento
dell’opera, prevedendone la prosecuzione anche dopo il
collaudo statico.
14. IL COLLAUDATORE STATICO
•Predispone il programma prove indicando le procedure di carico e
le prestazioni attese (deformazioni, abbassamenti, livelli tensionali,
reazioni ai vincoli …).
•Sottopone tale programma al direttore dei lavori per l’attuazione,
al progettista perché convalidi la compatibilità con il progetto
strutturale ed al costruttore per accettazione.
•In caso di mancata convalida del progettista o accettazione del
costruttore, può richiederne, previa relazione d’intervento,
l’esecuzione al D.L. ovvero dichiarare l’opera non collaudabile.
15. IL COLLAUDATORE STATICO
Il numero delle prove:
•Nel caso di pali è funzione della numerosità della palificata:
n pali Numero prove
<=20 1
21÷50 2
51÷100 3
101÷200 4
201÷500 5
> 500 5+n/500
•Nel caso dei tiranti è funzione del numero degli ancoraggi:
ancoraggi Prove di progetto
<=30 1
31÷50 2
51÷100 3
101÷200 7
201÷500 8
> 500 10
16. IL COLLAUDATORE STATICO
• I ponti stradali o ferroviari non possono essere messi in esercizio, prima
dell’esecuzione del collaudo statico di cui all’art. 7 della L1086/71.
• E’ necessario verificare che le deformazioni sotto i carichi di
prova, abbassamenti, rotazioni ecc. siano compatibili con quelle previste da
progetto e che le deformazioni residue dopo il primo ciclo non superino il
15% di quelle massime misurate, ovvero si esauriscano nei successivi cicli di
carico.
• Per ponti a campata multipla, il numero delle prove deve essere almeno pari
ad 1/5 del numero complessivo di campate, arrotondato all’unità superiore.
• Per opere di una certa rilevanza, le prove statiche devono essere integrate da
prove dinamiche che devono consentire di verificare che il periodo
determinato sperimentalmente sia compatibile con il periodo fondamentale
previsto in progetto.
17. IL LABORATORIO DI PROVA
-Legge n° 1086 del 5 novembre 1971
”Norme Tecniche per la esecuzione delle opere in c.a., c.a.p, e
per le strutture metalliche”
Art. 20 - Laboratori - Agli effetti della presente legge sono considerati laboratori ufficiali:
- i laboratori degli istituti universitari dei politecnici e delle facoltà di ingegneria e delle facoltà o
istituti universitari di architettura;
- il laboratorio dell'istituto sperimentale delle ferrovie dello Stato (Roma);
- il laboratorio dell'istituto sperimentale stradale, del Touring Club italiano (Milano);
- il laboratorio di scienza delle costruzioni del centro studi ed esperienze dei servizi antincendi e di
protezione civile (Roma);
- il Centro sperimentale dell'ANAS di Cesano (Roma).
Il Ministro per i lavori pubblici, sentito il Consiglio superiore dei lavori
pubblici, può autorizzare con proprio decreto altri laboratori ad effettuare
prove sui materiali da costruzione, ai sensi della presente legge.
L'attività dei laboratori, ai fini della presente legge, è servizio di pubblica
utilità.
18. IL LABORATORIO DI PROVA
D.P.R. n° 380 del 6 giugno 2001
Testo unico delle disposizioni legislative e
regolamentari in materia edilizia
Art. 59 (L) - Laboratori (Legge 5 novembre 1971, n. 1086, art. 20) –
1. Agli effetti del presente testo unico sono considerati laboratori ufficiali:.
a) i laboratori degli istituti universitari dei politecnici e delle facoltà di ingegneria e delle facoltà o istituti
universitari di architettura;
b) il laboratorio di scienza delle costruzioni del centro studi ed esperienze dei servizi antincendi e di
protezione civile (Roma);
b-bis) il laboratorio dell’Istituto sperimentale di rete ferroviaria italiana spa (1);
b-ter) il Centro sperimentale dell'Ente nazionale per le strade (ANAS) di Cesano (Roma), autorizzando
lo stesso ad effettuare prove di crash test per le barriere metalliche (1).
2. Il Ministro per le infrastrutture e i trasporti, sentito il Consiglio superiore dei lavori
pubblici, può autorizzare con proprio decreto, ai sensi del presente capo, altri laboratori ad
effettuare prove su materiali da costruzione, comprese quelle geotecniche su terreni e rocce.
3. L'attività dei laboratori, ai fini del presente capo, è servizio di pubblica utilità.
19. IL LABORATORIO DI PROVA
Circolare 8 settembre 2010 n. 7617/STC
Criteri per il rilascio dell’autorizzazione ai Laboratori
per l’esecuzione di prove sui materiali da costruzione di
cui all’art. 59 del D.P.R. n. 380/2001
Oltre alle prove obbligatorie dei settori A e B, il laboratorio potrà chiedere
l’autorizzazione a svolgere e certificare altre specifiche prove, riconducibili a
prescrizioni contenute nelle vigenti norme tecniche; le prove facoltative possono
riguardare i seguenti materiali:
• Elementi di collegamento in acciaio (chiodi, bulloni, viti e dadi).
•Aggregati.
•Materiali compositi fibro - rinforzati e loro componenti.
Un laboratorio di prove su materiali da costruzione può inoltre chiedere autorizzazione
ad eseguire prove in esterno ovvero:
Prove di carico su piastra.
Prove di carico su pali.
I materiali da sottoporre a prove di laboratorio devono essere messi a disposizione dal
richiedente.
Il laboratorio potrà anche effettuare, su richiesta del Committente e/o Direttore dei
Lavori, il campionamento in cantiere ovvero in sito.
20. IL LABORATORIO DI PROVA
Circolare 8 settembre 2010 n. 7618/STC
Criteri per il rilascio dell’autorizzazione ai Laboratori
per l’esecuzione e certificazione di prove su terre e
rocce di cui all’art. 59 del D.P.R. 380/2001
Vengono definiti due settori di prova e certificazione:
SETTORE A SETTORE B
Terre Rocce
Vengono indicate come prove facoltative su terre le prove meccaniche di tipo dinamico.
Nell’ambito del settore B, il laboratorio deve essere in grado di eseguire tutte le prove
previste per la caratterizzazione meccanica, fisica e chimica degli aggregati.
E’ possibile richiedere autorizzazione per le seguenti prove esterne: densità in sito,
carico su piastra, carico su pali.
Oltre alle prove obbligatorie dei settori A e B, il laboratorio potrà chiedere
l’autorizzazione a svolgere e certificare altre specifiche prove, riconducibili a
prescrizioni contenute nelle vigenti norme tecniche;.
21. IL LABORATORIO DI PROVA
Circolare 8 settembre 2010 n. 7619/STC
Criteri per il rilascio dell’autorizzazione ai Laboratori per
l’esecuzione e certificazione di indagini geognostiche, prelievo di
campioni e prove in situ di cui all’art. 59 del D.P.R. n. 380/2001
Il Laboratorio deve essere in grado di eseguire, elaborare e certificare le seguenti
attività e prove obbligatorie:
PERFORAZIONI PROVE DI PERMEABILITA’ PROVE IN FORO Di SONDAGGIO
A carotaggio continuo o Pompaggio con foro centrale e piezometri S.P.T.
distruzione di nucleo fino ad . Vane test.
almeno 50 m, per ogni tipo di In foro nei terreni (prova Lefranc). Installazione di colonne
materiale In foro nelle rocce (prova Lugeon). piezometriche e inclinometriche
Oltre alle prove obbligatorie sopra elencate, il laboratorio potrà chiedere l’autorizzazione a
svolgere e certificare altre specifiche prove, riconducibili a prescrizioni contenute nelle vigenti
norme tecniche;
Si riportano a titolo esemplificativo alcune delle possibili prove “facoltative”:
•Prove penetrometriche dinamiche e statiche; Prove di carico su piastra con diverse metodologie.
•Indice C.B.R. in sito. Prove pressiometriche. Sondaggi a mare. Perforazioni inclinate – orizzontali
per esecuzione di opere in galleria. Controlli e monitoraggio in continuo.
22. IL LABORATORIO DI PROVA
Qualità dei locali
Efficienza delle attrezzature
Tarature periodiche
REQUISITI
Personale qualificato
Concessione/accreditamento
Indipendenza
Affidabilità
GARANZIE Competenza
Riproducibilita’ e ripetibilità
dei risultati
26. PROVE DI COLLAUDO A CARICO
DISTRIBUITO
DEFINIZIONE DEL CARICO DI COLLAUDO
•Le condizioni logistiche richiedono spesso di caricare una porzione ridotta
(striscia generalmente in direzione parallela alla direzione di orditura ) del solaio
da collaudare.
•Occorre definire il carico equivalente di collaudo tale da indurre in punti
specifici una sollecitazione pari a quella massima di progetto.
p coll k q acc q perm non ancora in opera
•K = coefficiente moltiplicativo che tiene conto dell’effetto di ripartizione
trasversale dei carichi.
27. PROVE DI COLLAUDO A CARICO
DISTRIBUITO
METODO SPERIMENTALE PER IL CALCOLO DEL K
•Si eseguono le letture in 5 punti ad interasse costante i, disposti a partire dal centro
della striscia di carico larga b, lungo la linea mediana ortogonale del solaio.
•Si sommano le aree dei rettangoli di compenso di larghezza pari ad i:
A (f 0 f1 f2 f3 f4 ) i
•La larghezza del solaio con rigidezza trasversale infinita caratterizzato da un
abbassamento costante f0 è pari a:
A f0 f1 f2 f3 f4 ) i
B
f0 f0
28. PROVE DI COLLAUDO A CARICO
DISTRIBUITO
METODO SPERIMENTALE PER IL CALCOLO DEL K
•B è la porzione di geometria del solaio, dei vincoli durante la prova;=ilf3; f2 = f4
1. simmetria della solaio effettivamente reagente e del carico f1 coefficiente k,
che amplifica il carico teorico per ottenere il carico di collaudo è dato dal rapporto
2. Interasse unitario i=1m
B/b:
B f f 0 2f 1 f 1 f 2 f 2 f 3
0 f4 i
k k
b f 0 bf 0 b
•Il carico totale, funzione della luce del solaio L e della larghezza della striscia b sarà:
[f 0 2 (f 1 f 2 )]
Q L b p coll L b k q L q
f0
30. PROVE DI COLLAUDO A CARICO
CONCENTRATO
DETERMINAZIONE DELLA FORZA EQUIVALENTE
•Feq è la forza applicata nella mezzeria di un solaio di luce L, trasversalmente alle
nervature, tale da indurre lo stesso momento massimo indotto dal carico
uniformemente distribuito q.
K1 = coefficiente amplificativo per effetto della ripartizione trasversale
dei carichi.
F eq k 1 k 2 q L K2 = coefficiente di equivalenza tra i momenti flettenti generati in
mezzeria dal carico concentrato e dal carico distribuito, funzione del
grado di vincolo.
1. TRAVE APPOGGIATA - INCASTRATA MEZZERIA
2. INCASTRATA – APPOGGIATA:
1 a)2 MEZZERIA
1 pL IL CARICO CHE EGUAGLIA IL MOMENTO AI
pL FL F
8 2 pL2 4 FL
4 2 pL
F VINCOLI DETERMINA IN MEZZERIA UN
48 32 3 MOMENTO BEN MAGGIORE DI QUELLO DI
PROGETTO
b) VINCOLI
4 4 2pL
pL2 FL F
48 32 3
31. PROVE DI COLLAUDO A CARICO
CONCENTRATO
DETERMINAZIONE DELLA FORZA EQUIVALENTE
•La determinazione sperimentale della linea elastica consiste nella misura degli
abbassamenti lungo l’asse longitudinale in mezzeria, ad L/4 ed agli appoggi.
•Si determina il calcolo del rapporto tra fL/4 e fL/2, depurato dei cedimenti vincolari.
•Tale rapporto è tabellato, sulla base del tipo di vincolo, e correlato
sperimentalmente al coefficiente k2.
Condizione
Momenti di fL/4
estremità
di vincolo fL/2
4 2
Incastro p L 0.500
32
3 2
Incastro-semincastro p L 0.607
32
2 2
Semincastro p L 0.650
32
1 2
Appoggio-semincastro p L 0.673
32
Appoggio 0 0.6875
32. PROVE DI COLLAUDO A CARICO
CONCENTRATO
SCUOLA: SOLAIO DI CALPESTIO – PIANO PRIMO
•Luce solaio L: 7,20 m.
•qe = 350 kg/m2.
•N° cicli carico / scarico: 2.
•N° comparatori: 5.
Per il predimensionamento del carico di prova si può ipotizzare il vincolo di incastro
ed un solaio con una certa rigidezza trasversale, la forza concentrata equivalente
risulta:
k 1 3.0
Feq k 1 k 2 q e L 2494 .8 kg
k 2 0.33
33. PROVE DI COLLAUDO A CARICO
CONCENTRATO
SCUOLA: SOLAIO DI CALPESTIO – PIANO PRIMO
1. CICLO PRELIMINARE DI CARICO – SCARICO PER LA DETERMINAZIONE
SPERIMENTALE DELLA FORZA CONCENTRATA EQUIVALENTE.
F i b f1 [mm] f2 [mm] f3 [mm] f4 f5
[kg] [mm] [mm] [mm] [mm]
500 1000 1000 0.02 0.03 0.03 0.02 0.00
• DETERMINAZIONE DEL COEFFICIENTE DI COMPARTECIPAZIONE
TRASVERSALE k1
A i f3 2 f1 f2 1000 0.03 2 0.03 0.02 130 mm 2
A 130 B 4333
B 4333 mm k1 4.333
f3 0.03 b 1000
34. PROVE DI COLLAUDO A CARICO
CONCENTRATO
SCUOLA: SOLAIO DI CALPESTIO – PIANO PRIMO
1. CICLO PRELIMINARE DI CARICO – SCARICO PER DETERMINAZIONE
SPERIMENTALE DELLA FORZA CONCENTRATA EQUIVALENTE.
F i b f1 [mm] f2 [mm] f3 [mm] f4 f5
[kg] [mm] [mm] [mm] [mm]
500 1000 1000 0.02 0.03 0.03 0.02 0.00
• DETERMINAZIONE DEL COEFFICIENTE k2
FUNZIONE DELLE CONDIZIONI DI VINCOLO
fL/4 f L0 f4 f5 0.02 0.00
0.666
fL/2 f L0 f3 f5 0.03 0.00
k2 0.440
36. PROVE DI COLLAUDO A CARICO
CONCENTRATO
DUE CARICHI APPLICATI AD 1/3 DELLA LUCE
•Dall’ uguaglianza dei momenti ai vincoli ed in mezzeria, si ricavano le forze
concentrate equivalenti Feq.
3
Feq k 1 qL
8
39. PROV E DI COLLAUDO STATICHE
SU IMPALCATI STRADALI
• I ponti stradali o ferroviari non possono essere messi in esercizio, prima
dell’esecuzione del collaudo statico di cui all’art. 7 della L1086/71.
• E’ necessario verificare che le deformazioni sotto i carichi di prova,
abbassamenti, rotazioni ecc. siano compatibili con quelle previste da progetto
e che le deformazioni residue dopo il primo ciclo non superino il 15% di
quelle massime misurate, ovvero si esauriscano nei successivi cicli di carico.
• Per ponti a campata multipla, il numero delle prove deve essere almeno pari
ad 1/5 del numero complessivo di campate, arrotondato all’unità superiore.
40. PROV E DI COLLAUDO STATICHE
SU IMPALCATI STRADALI
41. PROV E DI COLLAUDO DINAMICHE
SU IMPALCATI STRADALI
• Per opere di una certa rilevanza, le prove statiche devono essere integrate da
prove dinamiche che devono consentire di verificare che il periodo
determinato sperimentalmente sia compatibile con il periodo fondamentale
previsto in progetto.
42.
43. PROV E DI COLLAUDO SU PALI
PROVE DI CARICO
•La modalità e la durata delle prove dipendono dalle caratteristiche meccaniche dei terreni.
•Gli strumenti impiegati per le prove devono essere tarati e controllati.
•La misura degli spostamenti alla testa del palo deve essere riferita a punti fissi non influenzati dalle operazioni di prova.
•Il sistema di vincolo deve essere opportunamente dimensionato in modo da contrastare adeguatamente il carico di collaudo.
PROVE DI VERIFICA IN CORSO D’OPERA
La verifica della corretta esecuzione e del comportamento dei pali sotto le azioni di progetto avviene
PROVE DI PROGETTO SU PALI PILOTA un carico di collaudo pari a 1,5 volte l’azione di progetto utilizzata per le
attraverso prove statiche spinte ad
verifiche SLE.
I pali pilota sono identici per geometria e tecnologia esecutiva a quelli da realizzare.
Seesegue una sola prova percarico statica ubicata nella zona dove sono più sfavorevoli le condizioni del
Si il palo è strumentato di il rilievo separato delle curve di mobilitazione delle resistenze lungo la superficie
ed alla base il massimo carico assiale può essere ridotto ad 1,2 volte il carico d’esercizio.
terreno.
La prova viene eseguita fino a raggiungere valori di carico assiale che determinano la rottura del complesso
palo – terreno o provocano cedimenti significati alla testa del palo.
Il carico di prova è almeno pari a 2,5 volte l’azione di progetto utilizzata per le verifiche SLE.
Si assume come resistenza palo – terreno il carico corrispondente al cedimento pari a:
n pali Numero prove
•10% D (pali piccolo e medio diametro < 80 cm).
•5% D (pali di 1
<=20 grande diametro).
Per pali di grande diametro si può ammettere unadi prove può essere ridotto palo pilota non superiore al 50%
Il numero riduzione del diametro del se vengono eseguite prove
21÷50 a quello reale.
rispetto 2
dinamiche da tarare con quelle statiche di progetto, integrate da controlli
Le prove di progetto possono essere eseguite insu almeno il 50% ad alta deformazione, purché siano
51÷100 3 eseguiti campo dinamico dei pali
adeguatamente interpretate per essere comparabili con quelle statiche.
101÷200 4
201÷500 5
> 500 5+n/500
44. PROV E DI COLLAUDO SU PALI
STRUTTURA DI CONTRASTO: ZAVORRA
45. PROV E DI COLLAUDO SU PALI
STRUTTURA DI CONTRASTO: TRAVE IN ACCIAIO ANCORATA A
PALI D’ANCORAGGIO
Trave in
acciaio Ferri piegati del palo da testare per il rilievo
Ferri long. dei pali, degli spostamenti sotto carico
ancorati alla trave
Piastre di distribuzione dei carichi
Martinetto
46. PROV E DI COLLAUDO SU PALI
STRUTTURA DI CONTRASTO: PLINTO DI FONDAZIONE
Zavorra
Plinto in c.a.
Ferri piegati del palo da testare per il rilievo
degli spostamenti sotto carico
Piastre di distribuzione dei carichi
Martinetto
47. PROV E DI COLLAUDO SU PALI
1° ciclo 2° ciclo
800
700
0,00
600
Carico - [t]
500
0,50
400
0,91
300
1,00
200
Spostamenti [mm]
1,49 1,36
1,50 100
0
0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600
2,00
Tempo [minuti]
2,50
3,00
1° ciclo 2° ciclo
3,01
3,50
3,50
300
400
500
100
200
600
700
800
0
3,00
Carico [t] 2,50
Spostamenti - [mm]
2,00
1° CICLO 2° CICLO 1,50
1,00
0,50
0,00
0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600
Tempo [minuti]
E’ discrezione del progettista adottare il criterio interpretativo per desumere il carico
limite Qlim dai dati sperimentali.
In fase di collaudo, l’ammissibilità delle prove deriva dal confronto tra gli
abbassamenti misurati e quelli previsti sulla base del modello di calcolo adottato.
48. VERIFICA D’INTEGRITA’ DEIvelocità
Andamento delle
PALI
all'interno del Palo n° 103
PROVA CROSS – HOLE (ASTM D6760) 0
0 1000 2000 3000 4000 5000
•Il metodo si basa sulla misura dei tempi di propagazione di impulsi ultrasonori generati da una sonda emittente e captati da una
100
sonda ricevente, poste ad una distanza nota all’interno di tubi di ispezione.200
•Difetti e disomogeneità all’interno del calcestruzzo provocano un abbattimento della velocità di propagazione e del rapporto tra
300
l’intensità del segnale emesso e quella del segnale ricevuto. 400
• Le velocità delle onde di pressione (P) e di taglio (S) sono funzione delle caratteristiche del materiale.
500
600
700
E 1 E
vp vs 800
1 1 2 900
2 1
1000
1100
1200
1300
Profondità [cm]
1400
1500
1600
1700
1800
1900
2000
2100
2200
2300
2400
2500
2600
2700
2800
2900
3000
Velocità [m/s]
50. VERIFICA D’INTEGRITA’ DEI PALI
METODO IT TESTER (ASTM D5882)
•La prova ecometrica si basa sull’analisi della propagazione di un’onda elastica, generata da un impatto meccanico sulla testa del
palo e la registrazione dell’onda riflessa tramite un sensore (geofono).
•L’intercettazione di una discontinuità lungo il fusto dell’onda incidente ne provoca la riflessione.
•Fissata la velocità di propagazione dell’onda C, dal tempo di andata e ritorno dell’onda t si può risalire alla lunghezza del palo.
L = (C x t)/2
•Il picco di riflessione concorde a quello della battuta evidenzia una diminuzione di impedenza riconducibile ad una interruzione
del palo o ad una strizione del fusto.
•Se il picco di riflessione ha segno discorde a quello dell’onda incidente, il conseguente aumento di impedenza può invece
associarsi ad una locale sbulbatura del fusto.
• Fenomeni di riflessione possono manifestarsi anche a seguito di variazioni stratigrafiche del terreno.
51. PROVE DINAMICHE SU PALI
PROVE DI AMMETTENZA MECCANICA
•Il palo viene idealizzato come un solido omogeneo in un mezzo alla Winkler, che si comporta come un oscillatore elementare,
PROVA 7
sollecitato da una forzante sinusoidale applicata alla testa. 1,8E-05
•L’interazione palo – terreno viene rappresentata attraverso uno smorzamento C(z) ed una rigidezza K(z) distribuiti lungo la
1,6E-05
superficie laterale; alla base si può avere un vincolo di incastro (ancoraggio in roccia) oppure il palo può risultare libero (in
presenza di terreni sciolti). 1,4E-05
1,2E-05
A [m/NS]
1,0E-05
8,0E-06
6,0E-06
4,0E-06
2,0E-06
0,0E+00
0 500 1000 f [HZ] 1500 2000 2500
6,0E-06
370 Hz
u 0, t
5,0E-06
115 Hz t
A m ax
A [m/NS]
4,0E-06 F0
3,0E-06
2,0E-06
•L’analisi nel dominio delle frequenze dei profili di ammettenza consente di ricavare informazioni riguardo la profondità del palo, e
presenza di difetti lungo il fusto, dovuta ad esempio a variazioni di sezione o di modulo elastico.
1,0E-06
•Alla profondità del difetto l’energia incidente viene in parte trasmessa ed in parte riflessa, generando un’onda che si sovrappone
a quella propria riflessa alla base del palo. 0,0E+00
300 400 500 600 f [HZ] 700 800 900 1000
52. PROV E DI COLLAUDO SU PALI
DETERMINAZIONE DELLA PORTATA STATICA CON
METODO “CASE”
1. DETERMINAZIONE DELLA FORZA APPLICATA E DELLA VELOCITA’ DI
RISPOSTA MISURATA ALLA TESTA DI UN PALO, CONSEGUENTE AD UN
IMPATTO DINAMICO INDOTTO DA UN MAGLIO.
2. RILIEVO DELLO STATO DI SOLLECITAZIONE TRAMITE ESTENSIMETRI.
3. MISURA DELLA RISPOSTA TRAMITE TRASDUTTORE ACCELEROMETRICO.
4. DETERMINAZIONE DELLA PORTATA STATICA Q NELLE FASI DI ESERCIZIO:
Al generico istante t:
Q(t) = R[V(t), F(t)] – D[F(t), V(t)]
dove
•R = forza di reazione del sistema palo – terreno
•D = forza d’urto in fase di smorzamento
53. COLLAUDO SU TIRANTI DI ANCORAGGIO
(D.M. 14.01.08 – AICAP 1993 - UNI EN 1537)
Tempo di sosta Carichi Pressione Carico Allungamento teorico Letture [mm] Allungam. effettivo
PROVE DI CARICO DI PROGETTO
Fasi
manometro Trefolo Carico Tirante
1 2 media [mm]
•Sono eseguite su ancoraggi preliminari, realizzati con lo =N 32,23
0,1 N stesso sistema costruttivo dei definitivi nello 92,50
stesso sito
[min.] [%] bar [kN] [kN] [mm]
0' 14,71 29,42 0,00 89
Q 96 O 0,00
e nelle stesse condizioni ambientali, ma sottoposti a sollecitazioni più severe di quelle di verifica e non sono 14,00
1'
1'
0,2 N
0,3 N
64,46
96,69
29,42
44,13
58,84
88,26
2,937
5,873
83
75
90
82
Q86,50
78,50
6,00
utilizzabili per il successivo impiego.
Q
1' 0,4 N 128,92 58,84 117,68 8,810 68 75Q71,50 21,00
•La durata delle prove dipende dalla natura del terreno0,6 N(roccioso o coesivo).
1' 0,5 N 161,15 73,55 147,10 11,747 61 67Q64,00 28,50
1' 193,38 88,26 176,52 14,684 55 61Q58,00 34,50
Carico
1' 0,7 NQ 225,61 102,97 205,94 17,620 48 53 50,50 42,00
1' 0,8 NQ 257,84 117,68 235,36 20,557 40 44 42,00 50,50
1' 0,9 NQ 290,07 132,39 264,78 23,494 32 36 34,00 58,50
1' NQ 322,30 147,10 294,20 26,431 25 27 26,00 66,50
ancoraggi 1'
Prove di progetto
1,1 NQ 354,54 161,81 323,62 29,367 20 21 20,50 72,00
0' 1,2 NQ =NC 386,77 176,52 353,04 32,304 1 18 9,50 83,00
<=30 1' 1 1,2 NQ =NC 386,77 176,52 353,04 32,304 1 19 10,00 82,50
5' 1,2 NQ =NC 386,77 176,52 353,04 32,304 1 17 9,00 83,50
31÷50 1' 2 0,8 NQ 257,84 117,68 235,36 20,557 16 27 21,50 71,00
Scarico 1' 0,4 NQ 128,92 58,84 117,68 8,810 45 54 49,50 43,00
1' 0,1 NQ 32,23 14,71 29,42 0,000 65 70 67,50 25,00
51÷100 3
101÷200 7
PROVA DI COLLAUDO T1 Allungamenti teorici
201÷500 8 Allungamenti Reali
400.00
> 500 10 83.50
Carico di Tesatura [kN]
300.00
PROVE DI VERIFICA
200.00
•Vanno eseguite su tutti gli ancoraggi e consistono in un ciclo di carico e scarico fino ad un carico di collaudo
100.00
pari a 1,2 volte il carico di esercizio.
0.00
0.00 10.00 20.00 30.00 40.00 50.00 60.00 70.00 80.00 90.00
l [mm]
54. COLLAUDO SU TIRANTI DI ANCORAGGIO
(D.M. 14.01.08 – AICAP 1993 – UNI EN 1537)
55. METODI NON CONVENZIONALI CARATTERIZZAZIONE
DELLE STRUTTURE IN ACCIAIO
VERIFICA DELLA COPPIA DI SERRAGGIO
56. METODI NON CONVENZIONALI CARATTERIZZAZIONE
DELLE STRUTTURE IN ACCIAIO
VERIFICA DELLA RESISTENZA ATRAZIONE
MEDIANTE PROVA DI DUREZZA
57. METODI NON CONVENZIONALI CARATTERIZZAZIONE
DELLE STRUTTURE IN ACCIAIO
VERIFICA DELLA COMPOSIZIONE CHIMICA
61. IL CONTROLLO IN OPERA DELLE
STRUTTURE
L’esigenza di conoscere le proprietà meccaniche del calcestruzzo in un
determinato momento della stagionatura del calcestruzzo o della vita
dell’opera nasce quando:
· sorgono dubbi sulla conformità della resistenza a compressione valutata su
cubi, o su cilindri, convenzionali o sulla reale resistenza del conglomerato a
seguito delle modalità di posa in opera;
· si rende necessario stimare la resistenza reale di un calcestruzzo in
condizioni diverse da quelle convenzionali (28 gg) o di progetto;
· si è in presenza di un cambio di destinazione di uso di una struttura
esistente;
· a seguito di particolari eventi (incendio, sisma, urti, esplosioni, etc.), la
struttura ha subito un danneggiamento;
62. IL CONTROLLO IN OPERA DELLE STRUTTURE
ESAMI PRELIMINARI
RICOGNIZIONE SUI LUOGHI ANALISI DOCUMENTALE
ED ESAME VISIVO (RICERCA STORICA)
OBIETTIVI DELL’INDAGINE
QUALIFICA DEI MATERIALI VERIFICA STRUTTURALE
RISANAMENTO CONSOLIDAMENTO MIGLIORAMENTO
accettazione contenzioso collaudo
(dannegg. lieve) (dissesto-degrado) (aumento capacità
portante; ed.civ. ed. pub.)
PROGETTO DELL’INDAGINE
63. CRONOPROGRAMMA
DI UN INTERVENTO
CONOSCENZA
-Geometria
-Caratteristiche dei materiali
-Condizioni di conservazione
DEFINIZIONE DELLE PRESTAZIONI RICHIESTE
-Sismicità dell’area
-Destinazione d’uso
-Livello di protezione richiesto/accettato
VALUTAZIONE DELLA STRUTTURA ESISTENTE
-Definizione del modello
-Analisi sismica
-Verifica di sicurezza
PROGETTO DI ADEGUAMENTO
-Scelta in relazione a vincoli e prestazioni richieste
-Dimensionamento dell’intervento
VALUTAZIONE DELLA STRUTTURA ADEGUATA
64. DATI NECESSARI PER LA VALUTAZIONE
DEL DEGRADO
Le fonti da considerare per la acquisizione dei dati necessari sono:
Documenti di progetto Rilievo strutturale Prove in situ e in laboratorio
L’O.P.C.M. 3274 ed il D.M. 14/01/08 distinguono tre livelli di conoscenza :
LC1: Conoscenza LC2: Conoscenza LC3: Conoscenza
Limitata Adeguata Accurata
65. LIVELLI DI CONOSCENZA
LA GEOMETRIA
LC1: è nota o in base a un rilievo o dai disegni originali. In quest’ultimo caso un rilievo
visivo a campione dovrà essere effettuato per verificare l’effettiva corrispondenza del
costruito ai disegni. I dati raccolti sulle dimensioni degli elementi strutturali saranno tali
da consentire la messa a punto di un modello strutturale idoneo ad un’analisi lineare.
LC2: è nota o in base a un rilievo o dai disegni originali. In quest’ultimo caso un rilievo
visivo a campione dovrà essere effettuato per verificare l’effettiva corrispondenza del
costruito ai disegni. I dati raccolti sulle dimensioni degli elementi strutturali, insieme a
quelli riguardanti i dettagli strutturali, saranno tali da consentire la messa a punto di un
modello strutturale idoneo ad un’analisi lineare o non lineare.
LC3: è nota o in base a un rilievo o dai disegni originali. In quest’ultimo caso un rilievo
visivo a campione dovrà essere effettuato per verificare l’effettiva corrispondenza del
costruito ai disegni. I dati raccolti sulle dimensioni degli elementi strutturali, insieme a
quelli riguardanti i dettagli strutturali, saranno tali da consentire la messa a punto di un
modello strutturale idoneo ad un’analisi lineare o non lineare.
66. LIVELLI DI CONOSCENZA
I DETTAGLI COSTRUTTIVI
LC1: non sono disponibili da disegni costruttivi e devono venire ricavati sulla base di un
progetto simulato eseguito secondo la pratica dell’epoca della costruzione. E’
richiesta una limitata verifica in-situ delle armature e dei collegamenti presenti negli
elementi più importanti. I dati raccolti saranno tali da consentire verifiche locali di
resistenza.
LC2 : sono noti da un’estesa verifica in-situ oppure parzialmente noti dai disegni
costruttivi originali incompleti. In quest’ultimo caso è richiesta una limitata verifica
in-situ delle armature e dei collegamenti presenti negli elementi più importanti.
LC3: sono noti o da un’esaustiva verifica in-situ oppure dai disegni costruttivi
originali. In quest’ultimo caso è comunque richiesta una limitata verifica in-situ delle
armature e dei collegamenti presenti negli elementi più importanti.
67. LIVELLI DI CONOSCENZA
LE PROPRIETA’ DEI MATERIALI
LC1: non sono disponibili informazioni sulle caratteristiche meccaniche dei
materiali, né da disegni costruttivi né da certificati di prova. Si adotteranno valori usuali
della pratica costruttiva dell’epoca convalidati da limitate prove in-situ sugli elementi
più importanti.
LC2 : informazioni sulle caratteristiche meccaniche dei materiali sono disponibili in
base ai disegni costruttivi o ai certificati originali di prova, o da estese verifiche in-
situ. Nel primo caso dovranno anche essere eseguite limitate prove in-situ; se i
valori ottenuti dalle prove in-situ sono minori di quelli disponibili dai disegni o dai
certificati originali, dovranno essere eseguite estese prove in-situ.
LC3 : informazioni sulle caratteristiche meccaniche dei materiali sono disponibili in
base ai disegni costruttivi o ai certificati originali, o da esaustive verifiche in situ. Nel
primo caso dovranno anche essere eseguite estese prove in situ; se i valori ottenuti
dalle prove in situ sono minori di quelli disponibili dai disegni o dai certificati
originali, dovranno essere eseguite esaustive prove in situ.
68. STRUTTURE IN C.A.
Rilievo (dei dettagli costruttivi) Prove (sui materiali)
Per ogni tipo di elemento “primario” (trave, pilastro…)
Verifiche La quantità e disposizione 1 provino di cls per piano
limitate dell’armatura è verificata per dell’edificio,
almeno il 15% dei collegamenti 1 campione di armatura per
piano dell’edificio
Verifiche La quantità e disposizione 2 provini di cls per piano
Estese dell’armatura è verificata per dell’edificio,
almeno il 35% dei collegamenti 2 campioni di armatura per
piano dell’edificio
Verifiche La quantità e disposizione 3 provini di cls per piano
Esaustive dell’armatura è verificata per dell’edificio,
almeno il 50% dei collegamenti 3 campioni di armatura per
piano dell’edificio
•Le prove sugli acciai sono finalizzate all’identificazione della classe dell’acciaio con riferimento alla normativa
vigente all’epoca della costruzione.
•Ai fini delle prove sui materiali è consentito sostituire alcune prove distruttive (non più del 50%) con un più
ampio numero, almeno il triplo, di prove non distruttive, singole o combinate, tarate su quelle distruttive.
•La Circolare n° 617 del 2 febbraio 2009 chiarisce che, per una stima attendibile della resistenza di un’area di
prova, devono essere prelevate e provate almeno 3 carote di calcestruzzo.
70. ESAME VISIVO
Scheda B - DIFETTOSITA’
B1 - Fessurazioni
Ubicazione:
Geometria e frequenza fessura Spessore ______(mm) - Lunghezza ______(mm) - Frequenza______ (mm)
Regolarità/Irregolarità Fessure Regolari Fessure Irregolari
Ambiente Esposizione Strutturale Estensione
Posizione ed estensione INTERNO EST OVEST INTRADOSSO _______ [m2]
ESTERNO NORD SUD ESTRADOSSO
B2 – Delaminazioni
Ubicazione:
Aspetto e frequenza delaminato Duro - Incoerente Frequenza______
Presenza di Efflorescenze Crazing Scaling Spalling
Ambiente Esposizione Strutturale Estensione
Posizione ed estensione INTERNO EST OVEST INTRADOSSO _______ [m2]
ESTERNO NORD SUD ESTRADOSSO
Note: (riportare i punti di riferimento)
71. ESAME VISIVO
Scheda B - DIFETTOSITA’
B3 – Ferri d’armatura scoperti
Ubicazione:
Aspetto e frequenza corrosione Generalizzata Localizzata Frequenza ______
Riduzione ferri e spessore SI NO Spessore ______(mm)
copriferro
Tipo di ruggine
Compatta Porosa
Ambiente Esposizione Strutturale Estensione
Posizione ed estensione INTERNO EST OVEST INTRADOSSO _______ [m2]
ESTERNO NORD SUD ESTRADOSSO
B4 – Macchie di ruggine
Ubicazione:
Forma e frequenza macchia Circolare Oblunga Irregolare Frequenza ______
Ambiente Esposizione Strutturale Estensione
Posizione ed estensione INTERNO EST OVEST INTRADOSSO _______ [m2]
ESTERNO NORD SUD ESTRADOSSO
72. CATALOGO DEI DIFETTI
Il catalogo viene redatto per
consentire una chiara identificazione
dei difetti rilevati ed utilizzati nella
redazione dello schedario tecnico.
Il codice dei difetti indicato in
ciascuna scheda si riferisce alla
numerazione utilizzata nella
compilazione delle schede difetti
degli elementi strutturali.
Alla nomenclatura segue una breve
descrizione del difetto con le
indicazioni delle principali cause che
lo possono determinare.
76. PROVE PER STRUTTURE IN C.A.
INFORMAZIONE RICHIESTA TIPOLOGIA DI PROVA DISPONIBILE
Resistenza a compressione del Prelievo campioni di campioni cilindrici
calcestruzzo Prove non distruttive
Resistenza dell’acciaio per armature Prelievo campioni di armatura con prova di rottura a
trazione
Individuazione delle armature - Saggi diretti
- Rilievi pacometrici
Degrado acciaio per armature - Prove di propagazione della corrosione nelle barre
- Misure di potenziale di corrosione
- Misure di resistività del cls
- Induzione magnetica
Dimensioni e profondità fondazioni - Saggi diretti (scavi)
- Rilievi Georadar
77. RILIEVO MAGNETOMETRICO DELLE BARRE
(B.S. 1881)
Principio dell’induzione magnetica
V = L· v · I
Individuazione di materiali
ferromagnetici nel cls o murature
Spessore copriferro e
diametro delle armature
78. RESISTENZA A COMPRESSIONE DI CAMPIONI
CILINDRICI PRELEVATI IN OPERA
(UNI EN 12504-1; UNI EN 12590-3)
Prelievo di campioni cilindrici di cls
Determinazione della resistenza a
compressione del cls dell’elemento
indagato posto in opera
Rc,car Rcil Rcub Rck
SPECIFICHE TECNICHE:
-prelievo – esame – prova di compressione UNI EN 12504-1
-- tolleranze e geometria dei campioni UNI EN 12390-1
- elaborazione dei risultati UNI EN 13791 ; T.R. n° 11 , Concrete and Cement society; BS 6089
79. METODO MICROSISMICO
(UNI EN 12504-4)
Metodo ad ultrasuoni basato Determinazione della ANALISI DEI DIFETTI
sul rilievo di onde velocità di degli elementi strutturali
microsismiche emesse da un trasmissione delle
trasmettitore (E) ad alta onde di pressione nel
frequenza (ultrasuoni) e cls
ricevute da un’apposita sonda.
80. METODO SCLEROMETRICO
(UNI EN 12504-4)
Massa scagliata da una molla colpisce un
pistone a contatto con la superficie.
Determinazione dell’indice di rimbalzo.
Misura della durezza superficiale e
valutazione dell’uniformità di un cls posto
in opera.
Fornisce una stima della resistenza in
situ con opportuna correlazione
81. PULL OUT TEST
(UNI EN 12504-3)
Estrazione da un elemento di cls un inserto
metallico di opportune caratteristiche
introdotto nell’elemento stesso
Determinazione della forza di
estrazione
Individuazione della resistenza a compressione del
cls in situ, con opportuna curva di taratura
R= 0,0427 F + 242,52 R= 0,092 F + 93,1
Tasselli pre-inglobati Tasselli post-inseriti
82. PULL OFF (ASTM D 6881)
Estrazione/strappo da un elemento di
cls di un dischetto metallico di
opportune caratteristiche accoppiato
all’elemento stesso
Determinazione della resistenza allo
strappo
83. ANALISI ENDOSCOPICA
Esame visivo in-situ di cavità naturali e/o
artificiali in punti inaccessibili.
Individuazione della morfologia, tipologia e
stato di conservazione superficiale dei
materiali, solai, travi e tutte le strutture
indagabili attraverso fori di piccolo
diametro
84. METODI NON CONVENZIONALI DI
VALUTAZIONE DEL DEGRADO
MAPPATURA DI POTENZIALE (UNI 10174 – ASTM C876-91)
Misura della differenza di potenziale tra una barra d’armatura del manufatto analizzato ed
un elettrodo di riferimento (Cu/SO4Cu).
Individuazione di processi corrosivi all’interno dell’elemento strutturale indagato.
RIFERIMENTI ASTM C876-91
LIVELLO DI
TRASCURABILE BASSO MODERATO MEDIO ALTO
CORROSIONE
P (mV) >0 -100÷ 0 -200 ÷ -100 -300÷-200 < -300
85. METODI NON CONVENZIONALI DI
VALUTAZIONE DEL DEGRADO
GEORADAR
Studia l’interazione di onde elettromagnetiche ad alta frequenza con il materiale da
indagare (leggi di Maxwell).
Lesione
L’antenna ha doppia funzione di trasmissione e ricezione del segnale; quando l’onda
intercetta un bersaglio, si genera un ecogramma intercettato dall’antenna in fase di
avanzamento (hyperbola).
x-N x-1 x0 x1 xN
x
x-N x0 xN moto
antenna d0
Antenna d1
d-1
d-N d0 dN d-N dN
oggetto sepolto
Generazione
Acquisizione iperbole Sezione radar
86. METODI NON CONVENZIONALI DI
VALUTAZIONE DEL DEGRADO
STIMA DELLA VELOCITA’ DI CORROSIONE E DELLA RESISTIVITA’
(SHRP # 2001 AASHTO TP11-95, 5^/2002)
Impalcato 4 Trave 1 Dx (mV CSE)
Misura della Resistenza di Polarizzazione, attraverso la tecnica del CONFINAMENTO MODULATO -
Livello di trascurabile basso moderato A cm 2
I corr 0.048 alto
corrosione
“anello di guardia” (Corrosimetro GECOR-6). E 154 .1 mV
corr
Icorr ( A/cm2) < 0,1
Determinazione della corrente di corrosione I
0,1 – 0,5
e della Resistività
0,5 - 41 K
R
del cls.
.64
>1
corr 26 .12 K cm
S1
Riduzione della sezione a causa della penetrazione dell’attacco.
La perdita di raggio, x, può essere calcolata attraverso l’espressione:
S2 -400--300
1
x = 0,0115 Icorr t dove t è il tempo in anni. -300--200
1- unità di misura LG-ECM-06 -200--100
(microprocessore) S3
La resistività è 2
1 inversamente proporzionale alla velocitàA
3 4 5 6 7 8 di 9 10 -100-0
corrosione: più bassa
è la
resistività nel calcestruzzo, più rapida èI corr 2.219laAdiffusione di agenti inquinanti
A- sensore LG-ECS-06A infatti cm 2 0-100
(cloruri) all’interno della matrice cementizia. 273 .1 mV
(misura della Icorr) E corr
R 2.33 K
B- sensore LG-ECS-06B
(misura della ρ) 18 . 66 K Bcm