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Convegno 
La rabbia e 
la cura 
Emozioni 
impreviste e 
scelte 
L’organizzazione che 
non si nasconde ma si 
mette in gioco 
responsabili 
Chiavari 31-10-2014 
Intervento della 
dott.ssa 
Valeria Degiovanni
Di cosa vi parlo oggi 
Il mio intervento ha l’obiettivo di indagare le 
componenti organizzative del fenomeno della 
violenza 
Partiamo dunque dal condividere uunn aapppprroocccciioo 
all’analisi di un problema che si manifesta 
all’interno di un contesto: 
l’approccio sistemico e di comunità 
(riferimento “Fare lavoro di comunità: Elvio Raffaello Martini)
Cosa intendo per approccio 
sistemico? 
CONSIDERARE UN FENOMENO COME 
ESPRESSIONE DI INTERDIPENDENZE 
TRA SISTEMI: 
INDIVIDUO, GRUPPO, ISTITUZIONE, 
TERRITORIO, SOCIETÀ, TEMPO, …
Cosa intendo per approccio 
di comunità? 
L’AZIENDA PUÒ ESSERE CONSIDERATA 
OLTRE CHE UN LUOGO DI PRODUZIONE 
DI BENI O SERVIZI , ANCHE UN LUOGO 
DI VITA, UNA COMUNITÀ 
UN INSIEME DI SOGGETTI CHE 
CONDIVIDONO ASPETTI 
SIGNIFICATIVI , CHE SONO IN 
RELAZIONE, CHE POSSONO SVILUPPARE 
SENSO DI APPARTENENZA E 
INTRATTENERE RELAZIONI DI FIDUCIA
Cos’è un’azienda? 
L’azienda è una 
comunità di individui 
che si associano per 
raggiungere obiettivi 
 Nell’ISPIRARE le persone 
 Nell’INCARNARE i valori 
 Nel GUIDARE i gruppi di lavoro 
comuni 
Spesso la si identifica 
con i capi, la direzione, 
i ruoli di coordinamento 
Sicuramente la 
leadership ha un ruolo 
fondamentale 
 Nel COMUNICARE obiettivi e 
regole 
 Nel DECIDERE come 
assumere, formare, valutare, 
premiare, … 
 Nel COINVOLGERE e far 
sentire importanti tutti i 
soggetti 
 Nel VALORIZZARE competenze 
e risorse presenti
Cos’è un’azienda? 
Ma l’organizzazione è 
fatta da tutti gli 
individui che la 
Tra i membri della 
comunità-azienda si 
instaura un legame 
compongono 
I singoli con la loro 
responsabilità 
individuale sono quelli 
che fanno la differenza 
nel day by day 
affettivo la cui intensità 
è influenzata dal grado 
di importanza 
percepita degli aspetti 
che si condividono: 
obiettivi ma anche 
valori
I valori 
fanno 
parte della 
cultura 
La cultura 
aziendale è 
I valori esprimono una visione 
 del mondo 
 del lavoro 
 dei rapporti 
 del futuro 
che si respira nei reparti, nelle 
quell’insieme di 
norme, valori e 
credenze che 
fanno da collante 
in 
un’organizzazione 
e ne influenzano 
il clima 
riunioni, nel modo in cui ci si 
relaziona al paziente, ai parenti, ai 
colleghi, ai capi, … 
che, implicitamente o 
esplicitamente, guida l’azione
Come si esprime la cultura? 
 Nella comunicazione: 
il modo di parlare, 
salutarsi, rapportarsi 
 Nei riti di passaggio: 
inserimento di nuovo 
personale, sostituzione 
 Nelle storie 
organizzative: aneddoti 
e storie che si 
trasmettono tra i 
dipendenti basati su 
eventi passati 
di un dirigente, 
premiazione dei 
dipendenti 
 Negli elementi fisici: 
disposizione dei locali, 
arredamento, uniformi
Come si sostiene la cultura? 
 Di norma la cultura è 
trasmessa dalla 
leadership e dai 
 la SELEZIONE di nuovi 
dipendenti 
 l’accoglienza e 
l’INSERIMENTO 
padri fondatori 
dell’organizzazione 
 Ma la cultura si 
tramanda e viene 
co-costruita 
attraverso specifici 
processi aziendali 
 la FORMAZIONE e i piani 
di sviluppo 
 la VALUTAZIONE e i 
SISTEMI PREMIANTI 
 la COMUNICAZIONE e la 
PARTECIPAZIONE 
 il sostegno della 
LEADERSHIP
Cosa può fare l’azienda? 
PRESIDIARE I VALORI AZIENDAL I : 
LA LORO ESPL ICITAZIONE E DIFFUSIONE 
LA LORO INCARNAZIONE NEI 
COMPORTAMENTI DEL LA LEADERSHIP 
LA LORO CONDIVISIONE TRA GL I 
OPERATORI 
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ASSUMERSI E PERSEGUIRE NEL TEMPO CON 
SPECIFICHE AZIONI A SUPPORTO
Approccio sistemico e di comunità 
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lettura 
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violenza come 
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 Sviluppare strategie che 
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l’empowerment del senso 
di comunità 
individuali ma anche 
come espressione di una 
sofferenza nelle 
relazioni all’interno della 
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 Di una cultura e di un clima 
organizzativo non 
sufficientemente presidiati 
 Per risolvere problemi 
specifici e allo stesso tempo 
accrescere le competenze e 
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soggetti della comunità
1. Chiave di 
lettura 
Il fenomeno della 
violenza può essere 
analizzato nella 
complessità 
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comunità in cui si 
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individuo 
manifesta 
Interazione tra 
fattori psicologici 
individuali e 
fattori socio-culturali 
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della società 
società 
zione
Cosa può fare l’azienda? 
METTERSI IN ASCOLTO DEI MALUMORI E 
DEI MALESSERI AL LORO SORGERE 
MONITORARE I L CL IMA CON SPECIFICI 
STRUMENTI 
NON NASCONDERSI NEL FARE O NEL 
GIUSTIFICARE 
ATTIVARE DEGL I SPAZI DI CONDIVISIONE, 
CONFRONTO, DIALOGO SUI PROBLEMI PIÙ 
SENTITI DAGL I OPERATORI 
METTERSI IN GIOCO A 360° E DARE SENSO 
A CIO’ CHE ACCADE TRA LE SUE MURA
2. Criterio di 
azione 
L’azienda può 
coinvolgere i 
dipendenti in forme 
di collaborazione e 
partecipazione nei 
processi decisionali e 
Persone come attori 
protagonisti di processi 
di crescita, con le loro 
idee, esperienze ed 
energie 
nei processi 
trasformativi 
dell’organizzazione, 
nei momenti di crisi 
così come nei 
momenti di 
benessere aziendali 
Persone come 
beneficiari di interventi 
mirati a sviluppare 
competenze chiave
Essere comunità o sentirsi comunità? 
 C’è una differenza 
significativa tra l’essere una 
comunità e sentirsi una 
comunità 
 Anche nelle organizzazioni 
talvolta i singoli non hanno la 
percezione di poter 
esercitare qualche forma 
 Es. condominio, le persone 
condividono uno spazio 
comune e una vicinanza 
fisica ma spesso non si 
sentono affatto una comunità 
di controllo sulla propria 
vita lavorativa 
 Questo ostacola la possibilità 
di assumersi 
responsabilità reciproche, 
di prendere impegni per 
migliorare le condizioni in cui 
si svolge il lavoro
Cosa può fare l’azienda? 
COL TIVARE I L SENSO DI COMUNITÀ: 
L ’ INSIEME DEI SENTIMENTI , CONVINZIONI E 
PERCEZIONI CHE MANTENGONO UN L EGAME 
AF FETTIVO CON L ’AZIENDA E PERMETTONO 
AL L E PERSONE DI SENTIRSI PARTE DI UN 
TUTTO 
ATTIVANDO PROCESSI PARTECIPATIVI PER 
RISOLVERE I PROBL EMI COSÌ COME PER 
PROMUOVERE BENESSERE 
ASCOL TANDO L E IDEE DI TUTTI E 
METTENDOL E IN CIRCOLO 
VALORIZZANDO L E COMPETENZE E L E 
DI F FERENZE AL DI LÀ DEI RUOL I
Come si sviluppa il senso di comunità? 
 Sostenendo la capacità 
di instaurare e 
mantenere legami 
 Ascolto organizzativo 
come variabile chiave 
nella promozione di un 
ambiente di cura che si 
significativi all’interno 
del contesto 
lavorativo 
 Relazioni fiduciarie, 
forme di 
responsabilizzazione e 
partecipazione attiva 
senta una comunità 
 Una comunità sicura, 
per i pazienti e per gli 
operatori, oltre che per 
tutti i portatori di 
interesse strettamente 
interrelati: i parenti, le 
famiglie, il territorio, le 
istituzioni, …
Cos’è 
l’ascolto in 
azienda? 
Una variabile 
chiave della 
 Processo trasversale all’organizzazione, 
che nella leadership può trovare la sua 
massima espressione 
 Metodologia per promuovere responsabilità 
e benessere a tutti i livelli (personale, 
gruppale, aziendale, sociale) 
 Competenza distintiva, in grado di essere 
valutata in fase di selezione del personale, 
sviluppata attraverso specifici programmi 
comunità-azienda 
Imprescindibile 
per capire, 
cambiare, 
partecipare, stare 
bene, 
responsabilizzarsi 
formativi e monitorata attraverso moderni 
sistemi gestionali 
 Possibilità per capire e valutare le diverse 
sfaccettature degli episodi di fallimento 
 Modalità operativa per cercare e 
progettare soluzioni partecipate 
 Via maestra per promuovere e attraversare 
qualunque cambiamento organizzativo
Case history
Cosa sono i circoli di ascolto 
organizzativo? 
UN MODEL LO INNOVATIVO DI 
COMUNICAZIONE E COL LABORAZIONE NEI 
CONTESTI DI LAVORO 
NASCONO DA UNA ESPERIENZA 
SPERIMENTALE 
SONO UN ESEMPIO DI ORGANIZZAZIONI 
CHE CREANO MODEL L I SISTEMATICI DI 
FACI L ITAZIONE CAPACI DI CONIUGARE LA 
CENTRAL ITÀ DEL LA PERSONA AL LA 
QUAL ITÀ E AL L ’EFFICACIA DEI PROCESSI 
OPERATIVI
La storia dei circoli 
I CIRCOL I DI ASCOLTO ORGANIZZATIVO 
NASCONO AL L ’ INTERNO DEL CANTIERE DI 
INNOVAZIONE COMPETENZE PER L ’ASCOLTO 
ORGANIZZATIVO, NEL L ’AMBITO DEL 
PROGRAMMA CANTIERI 
I L CANTIERE HA OPERATO DA GENNAIO A 
OTTOBRE 2007, COINVOLGENDO NEL LA 
SPERIMENTAZIONE DEI CIRCOL I 52 
AMMINISTRAZIONI PUBBL ICHE E CIRCA 
500 OPERATORI DEL PUBBL ICO IMPIEGO
Le amministrazioni partecipanti
Lo scopo dei Circoli 
 Promuovere la 
sperimentazione sul campo 
di alcuni interventi 
finalizzati al cambiamento 
 Individuare all’interno delle 
organizzazioni persone 
motivate a utilizzare le 
proprie risorse relazionali, 
della percezione che i 
lavoratori hanno del 
proprio ambiente di lavoro, 
all’incremento della 
motivazione, al miglioramento 
delle performance lavorative 
ad acquisire un metodo di 
facilitazione e a trasferire 
all’interno del proprio contesto 
operativo un modello di lavoro 
centrato sulla valorizzazione 
delle risorse interne delle 
persone
Un approccio 
all’innovazione 
Basato sul 
benessere delle 
persone e 
sull’empowerment 
delle istituzioni 
che collega il tema 
 Anziché produrre continui interventi 
normativi occorre stimolare il 
consolidamento di alcune condizioni 
utili per individuare 
autonomamente le proprie 
necessità di crescita e per 
interpretare in modo strategico e 
anticipatorio la propria mission 
delle competenze a 
quello più ampio del 
miglioramento del 
clima all’interno dei 
contesti di lavoro 
 Alle amministrazioni non è stato 
proposto un modello ideale da 
seguire ma sono stati suggeriti 
percorsi da realizzare e 
personalizzare a partire da 
esigenze specifiche
Il modello di 
ricerca 
Messo a punto dalla 
Facoltà di Psicologia 2 
dell’Università di Roma 
La Sapienza 
Si parte dalla 
definizione di 
benessere 
organizzativo: 
Le dimensioni del benessere 
organizzativo 
la capacità di 
un’organizzazione, 
di essere non 
soltanto efficace e 
produttiva, ma 
anche di crescere e 
svilupparsi, 
assicurando un 
adeguato grado di 
benessere fisico e 
psicologico dei 
propri lavoratori
Sulla base di queste 
14 dimensioni e di 
alcuni indicatori di 
benessere e di 
malessere è stato 
redatto 
il questionario sul 
benessere 
organizzativo 
uno strumento di 
L’analisi dei dati ha fornito una 
mappa delle criticità relative alle 
diverse aree dell’organizzazione 
rilevazione che 
consente di misurare 
la percezione dei 
lavoratori rispetto alla 
propria 
organizzazione e di 
individuare criticità e 
positività degli 
ambienti lavorativi e 
delle dinamiche 
interpersonali
Analisi 
qualitativa 
Al metodo 
quantitativo di 
analisi del 
questionario è stato 
affiancato un 
metodo qualitativo 
per la comprensione 
• Restituzione 
degli esiti 
dell’indagine 
• Analisi delle 
problematiche 
emerse 
Colloqui 
individuali 
con i 
responsabili 
e approfondimento 
delle criticità emerse 
Il questionario 
rilevava il benessere 
o il malessere 
percepito, ma non 
poteva portare alla 
conoscenza delle 
cause delle 
criticità rilevate 
• Restituzione 
degli esiti 
dell’indagine 
• Analisi delle 
problematiche 
emerse 
Focus 
group 
con i 
dipendenti
Risultati trasversali 
NEL LA MAGGIORANZA DEI CASI LE PERSONE SENTONO 
DI NON ESSERE VALORIZZATE DAL L ’ORGANIZZAZIONE 
A CUI APPARTENGONO 
CONSIDERATA COME LONTANA DAL LE PROPRIE 
ASPIRAZIONI E CON LA QUALE STENTANO AD 
IDENTIFICARSI 
MA LE PERSONE, PER LAVORARE IN MANIERA 
PROATTIVA E NON ADERIRE IN MANIERA FORMALE 
AL LE REGOLE DI CONVIVENZA ORGANIZZATIVA, 
DEVONO ESSERE ANIMATE DA UN FORTE SENTIMENTO 
DI APPARTENENZA AL LA PROPRIA ORGANIZZAZIONE E 
CONDIVIDERNE VALORI E MISSION
Risultati trasversali 
L E PERSONE VOGL IONO PARTECIPARE AL LA VITA 
ORGANIZZATIVA ED ESSERE COINVOL TE NEL L E SF IDE 
CHE L ’AMMINISTRAZIONE DEVE INTRAPRENDERE 
CHIEDONO DI ESSERE ASCOL TATE IN MERITO AI PROPRI 
BISOGNI E AL L E PROPRIE OPINIONI , DICHIARANDO DI 
ESSERE PRONTE A METTERE A DISPOSIZIONE I L 
PROPRIO PATRIMONIO DI COMPETENZE 
UN PATRIMONIO CHE PUÒ ESSERE MESSO A FRUTTO PER 
LA RISOLUZIONE DEL L E CRITICITÀ, A PATTO CHE NEL L E 
ORGANIZZAZIONI SI CREINO L E CONDIZIONI 
NECESSARIE A FAVORIRE LA PARTECIPAZIONE E A FAR 
EMERGERE I CONTRIBUTI DI TAL I RISORSE
Metodologia di intervento 
 Il benessere organizzativo è una dimensione al contempo 
semplice e complessa: non si tratta di pensare il 
benessere bensì di farne esperienza 
 Ci sono in gioco le dimensioni emotive del rapporto tra 
persone e organizzazione e, dunque, non si può pensare di 
realizzare una positiva convivenza organizzativa sseennzzaa ddaarree 
spazio alla dimensione emozionale del lavoro 
 La metodologia proposta prevede dunque la 
sperimentazione delle competenze di ascolto da svolgersi 
all’interno di Unità organizzative, in cui capi e collaboratori si 
confrontino e collaborino per il miglioramento del clima e delle 
performance nel proprio settore
La progettazione dei circoli 
I Circoli di ascolto organizzativo 
vengono progettati come un 
luogo e un metodo di incontro 
in cui persone appartenenti allo 
stesso settore lavorativo o 
provenienti da ambiti e funzioni 
diverse hanno l’occasione di 
condividere esperienze, 
 L’ascolto crea un luogo 
nell’organizzazione che si 
prende cura della 
dimensione emozionale e 
che rende vitale il senso di 
partecipazione nel rapporto tra 
persone e lavoro 
Partecipare a un Circolo di 
analisi, ipotesi di 
miglioramento, progetti di 
sviluppo allo scopo di far 
aumentare il livello di 
partecipazione di tutta 
l’organizzazione rispetto a una 
nuova visione relazionale del 
lavoro 
 ascolto organizzativo è di per 
sé un’occasione di crescita 
personale e, allo stesso 
tempo, un momento di 
acquisizione di strumenti 
concreti per generare azioni di 
cambiamento all’interno del 
sistema
Condizioni di 
base 
Per rendere 
pienamente efficace 
l’attività di un Circolo 
di ascolto 
organizzativo è 
importante che 
 L’attività del Circolo è individuata e 
supportata da una figura di 
responsabilità dirigenziale 
 Se opportuno questa figura partecipa 
direttamente alle attività del Circolo, in 
caso contrario garantisce un supporto 
organizzativo per il buon svolgimento 
dei lavori 
All’interno di ogni Circolo è prevista la 
siano presenti 
alcune 
caratteristiche 
preliminari 
 figura centrale di un facilitatore 
 Il facilitatore ha un duplice obiettivo: 
1. raggiungere risultati di analisi e 
intervento concreti e specifici 
2. garantire la qualità delle relazioni e 
le modalità di lavoro all’interno del 
gruppo
I partecipanti 
Differenti tipologie, 
da scegliere in 
base agli obiettivi 
di progetto 
È consigliabile 
creare un Circolo 
 Persone che lavorano all’interno 
di uno stesso settore/ufficio 
 Persone di differenti uffici/settori 
che lavorano all’interno degli 
stessi processi organizzativi 
 Persone che lavorano insieme 
all’interno di progetti speciali 
di ascolto 
organizzativo 
formato da un 
numero di 
persone variabile 
tra 6 e 12 
 Persone che, pur non lavorando a 
stretto contatto, sono 
accomunate da forte motivazione 
e risonanza rispetto al tema del 
progetto
Struttura 
temporale del 
percorso 
La sperimentazione 
è stata ideata 
prevedendo un 
impegno 
complessivo per 
ciascun Circolo di 
 La distribuzione indicata è di 10 
incontri della durata di 2h 
ciascuno 
 In ogni caso, sia il numero degli 
incontri che la durata delle 
sessioni può essere 
personalizzata in funzione delle 
esigenze specifiche di ciascun 
circa 20 ore Circolo 
 L’obiettivo fondamentale è quello 
di mantenere la struttura del 
piano di lavoro e delle attività 
previste
Struttura dei 
contenuti del 
percorso 
Per ogni incontro 
Cantieri ha messo a 
disposizione linee 
guida per il 
facilitatore e 
strumenti 
 Il patto d'ascolto: 1° incontro 
 Valorizzazione delle persone e 
del lavoro: 2° incontro 
 Le dinamiche critiche: ascolto e 
trasformazione 3° e 4° incontro 
 Il cerchio dei valori: una mappa 
di valori e comportamenti per lo 
sviluppo: 5° e 6° incontro 
 Competenze per l’ascolto 
operativi di lavoro 
in gruppo 
organizzativo: 7° incontro 
 Progetti di sviluppo e 
valutazione: 8° incontro 
 La valutazione del Circolo:9° 
incontro 
 Lo sviluppo del Circolo: 10° 
incontro
“Ognuno di noi ha ricevuto 
qualcosa da questa esperienza. 
Questo lavoro ha fatto crescere 
qualcuno, ha fatto pensare 
qualcun altro, ha determinato e 
prese di posizione, ma in qualche 
modo ha cambiato chi vi ha 
partecipato, non è stato 
certamente tempo perso” 
“Questo progetto ha scoperto 
“All’inizio abbiamo provato tutti un 
senso di disagio: lavoriamo 
insieme da anni e per noi è 
abituale riunirci per affrontare 
problematiche legate al nostro 
servizio, ma non siamo abituati ad 
ascoltare l’altro, lo sentiamo cosa 
diversa da NOI” 
“Ora dovremmo cercare di 
diffondere l’esperienza, ampliare i 
delle ferite che esistevano, ma si 
preferiva non guardare, non 
affrontare. C’è sempre chi punta il 
dito verso gli altri e ha difficoltà a 
sentirsi l’altro. Chi ritiene che il 
suo dare è già completo, che non 
ha più nulla da aggiungere, che 
non si mette in discussione.” 
cerchi di quel sasso gettato 
nell’acqua e qui emergono le 
difficoltà, che non pongono tanto 
gli amministratori o i dirigenti 
quanto i colleghi non coinvolti, ma 
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L’organizzazione che non si nasconde ma si mette in gioco

  • 1. Convegno La rabbia e la cura Emozioni impreviste e scelte L’organizzazione che non si nasconde ma si mette in gioco responsabili Chiavari 31-10-2014 Intervento della dott.ssa Valeria Degiovanni
  • 2. Di cosa vi parlo oggi Il mio intervento ha l’obiettivo di indagare le componenti organizzative del fenomeno della violenza Partiamo dunque dal condividere uunn aapppprroocccciioo all’analisi di un problema che si manifesta all’interno di un contesto: l’approccio sistemico e di comunità (riferimento “Fare lavoro di comunità: Elvio Raffaello Martini)
  • 3. Cosa intendo per approccio sistemico? CONSIDERARE UN FENOMENO COME ESPRESSIONE DI INTERDIPENDENZE TRA SISTEMI: INDIVIDUO, GRUPPO, ISTITUZIONE, TERRITORIO, SOCIETÀ, TEMPO, …
  • 4. Cosa intendo per approccio di comunità? L’AZIENDA PUÒ ESSERE CONSIDERATA OLTRE CHE UN LUOGO DI PRODUZIONE DI BENI O SERVIZI , ANCHE UN LUOGO DI VITA, UNA COMUNITÀ UN INSIEME DI SOGGETTI CHE CONDIVIDONO ASPETTI SIGNIFICATIVI , CHE SONO IN RELAZIONE, CHE POSSONO SVILUPPARE SENSO DI APPARTENENZA E INTRATTENERE RELAZIONI DI FIDUCIA
  • 5. Cos’è un’azienda? L’azienda è una comunità di individui che si associano per raggiungere obiettivi Nell’ISPIRARE le persone Nell’INCARNARE i valori Nel GUIDARE i gruppi di lavoro comuni Spesso la si identifica con i capi, la direzione, i ruoli di coordinamento Sicuramente la leadership ha un ruolo fondamentale Nel COMUNICARE obiettivi e regole Nel DECIDERE come assumere, formare, valutare, premiare, … Nel COINVOLGERE e far sentire importanti tutti i soggetti Nel VALORIZZARE competenze e risorse presenti
  • 6. Cos’è un’azienda? Ma l’organizzazione è fatta da tutti gli individui che la Tra i membri della comunità-azienda si instaura un legame compongono I singoli con la loro responsabilità individuale sono quelli che fanno la differenza nel day by day affettivo la cui intensità è influenzata dal grado di importanza percepita degli aspetti che si condividono: obiettivi ma anche valori
  • 7. I valori fanno parte della cultura La cultura aziendale è I valori esprimono una visione del mondo del lavoro dei rapporti del futuro che si respira nei reparti, nelle quell’insieme di norme, valori e credenze che fanno da collante in un’organizzazione e ne influenzano il clima riunioni, nel modo in cui ci si relaziona al paziente, ai parenti, ai colleghi, ai capi, … che, implicitamente o esplicitamente, guida l’azione
  • 8. Come si esprime la cultura? Nella comunicazione: il modo di parlare, salutarsi, rapportarsi Nei riti di passaggio: inserimento di nuovo personale, sostituzione Nelle storie organizzative: aneddoti e storie che si trasmettono tra i dipendenti basati su eventi passati di un dirigente, premiazione dei dipendenti Negli elementi fisici: disposizione dei locali, arredamento, uniformi
  • 9. Come si sostiene la cultura? Di norma la cultura è trasmessa dalla leadership e dai la SELEZIONE di nuovi dipendenti l’accoglienza e l’INSERIMENTO padri fondatori dell’organizzazione Ma la cultura si tramanda e viene co-costruita attraverso specifici processi aziendali la FORMAZIONE e i piani di sviluppo la VALUTAZIONE e i SISTEMI PREMIANTI la COMUNICAZIONE e la PARTECIPAZIONE il sostegno della LEADERSHIP
  • 10. Cosa può fare l’azienda? PRESIDIARE I VALORI AZIENDAL I : LA LORO ESPL ICITAZIONE E DIFFUSIONE LA LORO INCARNAZIONE NEI COMPORTAMENTI DEL LA LEADERSHIP LA LORO CONDIVISIONE TRA GL I OPERATORI È UN OBIETTIVO CHE L ’AZIENDA DEVE ASSUMERSI E PERSEGUIRE NEL TEMPO CON SPECIFICHE AZIONI A SUPPORTO
  • 11. Approccio sistemico e di comunità 1. come chiave di lettura 2. Come criterio di azione Leggere gli episodi di violenza come espressione di responsabilità Sviluppare strategie che perseguano l’empowerment del senso di comunità individuali ma anche come espressione di una sofferenza nelle relazioni all’interno della comunità-azienda Di una cultura e di un clima organizzativo non sufficientemente presidiati Per risolvere problemi specifici e allo stesso tempo accrescere le competenze e il potere personale dei soggetti della comunità
  • 12. 1. Chiave di lettura Il fenomeno della violenza può essere analizzato nella complessità relazionale della comunità in cui si organizza individuo manifesta Interazione tra fattori psicologici individuali e fattori socio-culturali dell’azienda e della società società zione
  • 13. Cosa può fare l’azienda? METTERSI IN ASCOLTO DEI MALUMORI E DEI MALESSERI AL LORO SORGERE MONITORARE I L CL IMA CON SPECIFICI STRUMENTI NON NASCONDERSI NEL FARE O NEL GIUSTIFICARE ATTIVARE DEGL I SPAZI DI CONDIVISIONE, CONFRONTO, DIALOGO SUI PROBLEMI PIÙ SENTITI DAGL I OPERATORI METTERSI IN GIOCO A 360° E DARE SENSO A CIO’ CHE ACCADE TRA LE SUE MURA
  • 14. 2. Criterio di azione L’azienda può coinvolgere i dipendenti in forme di collaborazione e partecipazione nei processi decisionali e Persone come attori protagonisti di processi di crescita, con le loro idee, esperienze ed energie nei processi trasformativi dell’organizzazione, nei momenti di crisi così come nei momenti di benessere aziendali Persone come beneficiari di interventi mirati a sviluppare competenze chiave
  • 15. Essere comunità o sentirsi comunità? C’è una differenza significativa tra l’essere una comunità e sentirsi una comunità Anche nelle organizzazioni talvolta i singoli non hanno la percezione di poter esercitare qualche forma Es. condominio, le persone condividono uno spazio comune e una vicinanza fisica ma spesso non si sentono affatto una comunità di controllo sulla propria vita lavorativa Questo ostacola la possibilità di assumersi responsabilità reciproche, di prendere impegni per migliorare le condizioni in cui si svolge il lavoro
  • 16. Cosa può fare l’azienda? COL TIVARE I L SENSO DI COMUNITÀ: L ’ INSIEME DEI SENTIMENTI , CONVINZIONI E PERCEZIONI CHE MANTENGONO UN L EGAME AF FETTIVO CON L ’AZIENDA E PERMETTONO AL L E PERSONE DI SENTIRSI PARTE DI UN TUTTO ATTIVANDO PROCESSI PARTECIPATIVI PER RISOLVERE I PROBL EMI COSÌ COME PER PROMUOVERE BENESSERE ASCOL TANDO L E IDEE DI TUTTI E METTENDOL E IN CIRCOLO VALORIZZANDO L E COMPETENZE E L E DI F FERENZE AL DI LÀ DEI RUOL I
  • 17. Come si sviluppa il senso di comunità? Sostenendo la capacità di instaurare e mantenere legami Ascolto organizzativo come variabile chiave nella promozione di un ambiente di cura che si significativi all’interno del contesto lavorativo Relazioni fiduciarie, forme di responsabilizzazione e partecipazione attiva senta una comunità Una comunità sicura, per i pazienti e per gli operatori, oltre che per tutti i portatori di interesse strettamente interrelati: i parenti, le famiglie, il territorio, le istituzioni, …
  • 18. Cos’è l’ascolto in azienda? Una variabile chiave della Processo trasversale all’organizzazione, che nella leadership può trovare la sua massima espressione Metodologia per promuovere responsabilità e benessere a tutti i livelli (personale, gruppale, aziendale, sociale) Competenza distintiva, in grado di essere valutata in fase di selezione del personale, sviluppata attraverso specifici programmi comunità-azienda Imprescindibile per capire, cambiare, partecipare, stare bene, responsabilizzarsi formativi e monitorata attraverso moderni sistemi gestionali Possibilità per capire e valutare le diverse sfaccettature degli episodi di fallimento Modalità operativa per cercare e progettare soluzioni partecipate Via maestra per promuovere e attraversare qualunque cambiamento organizzativo
  • 20. Cosa sono i circoli di ascolto organizzativo? UN MODEL LO INNOVATIVO DI COMUNICAZIONE E COL LABORAZIONE NEI CONTESTI DI LAVORO NASCONO DA UNA ESPERIENZA SPERIMENTALE SONO UN ESEMPIO DI ORGANIZZAZIONI CHE CREANO MODEL L I SISTEMATICI DI FACI L ITAZIONE CAPACI DI CONIUGARE LA CENTRAL ITÀ DEL LA PERSONA AL LA QUAL ITÀ E AL L ’EFFICACIA DEI PROCESSI OPERATIVI
  • 21. La storia dei circoli I CIRCOL I DI ASCOLTO ORGANIZZATIVO NASCONO AL L ’ INTERNO DEL CANTIERE DI INNOVAZIONE COMPETENZE PER L ’ASCOLTO ORGANIZZATIVO, NEL L ’AMBITO DEL PROGRAMMA CANTIERI I L CANTIERE HA OPERATO DA GENNAIO A OTTOBRE 2007, COINVOLGENDO NEL LA SPERIMENTAZIONE DEI CIRCOL I 52 AMMINISTRAZIONI PUBBL ICHE E CIRCA 500 OPERATORI DEL PUBBL ICO IMPIEGO
  • 23. Lo scopo dei Circoli Promuovere la sperimentazione sul campo di alcuni interventi finalizzati al cambiamento Individuare all’interno delle organizzazioni persone motivate a utilizzare le proprie risorse relazionali, della percezione che i lavoratori hanno del proprio ambiente di lavoro, all’incremento della motivazione, al miglioramento delle performance lavorative ad acquisire un metodo di facilitazione e a trasferire all’interno del proprio contesto operativo un modello di lavoro centrato sulla valorizzazione delle risorse interne delle persone
  • 24. Un approccio all’innovazione Basato sul benessere delle persone e sull’empowerment delle istituzioni che collega il tema Anziché produrre continui interventi normativi occorre stimolare il consolidamento di alcune condizioni utili per individuare autonomamente le proprie necessità di crescita e per interpretare in modo strategico e anticipatorio la propria mission delle competenze a quello più ampio del miglioramento del clima all’interno dei contesti di lavoro Alle amministrazioni non è stato proposto un modello ideale da seguire ma sono stati suggeriti percorsi da realizzare e personalizzare a partire da esigenze specifiche
  • 25. Il modello di ricerca Messo a punto dalla Facoltà di Psicologia 2 dell’Università di Roma La Sapienza Si parte dalla definizione di benessere organizzativo: Le dimensioni del benessere organizzativo la capacità di un’organizzazione, di essere non soltanto efficace e produttiva, ma anche di crescere e svilupparsi, assicurando un adeguato grado di benessere fisico e psicologico dei propri lavoratori
  • 26. Sulla base di queste 14 dimensioni e di alcuni indicatori di benessere e di malessere è stato redatto il questionario sul benessere organizzativo uno strumento di L’analisi dei dati ha fornito una mappa delle criticità relative alle diverse aree dell’organizzazione rilevazione che consente di misurare la percezione dei lavoratori rispetto alla propria organizzazione e di individuare criticità e positività degli ambienti lavorativi e delle dinamiche interpersonali
  • 27. Analisi qualitativa Al metodo quantitativo di analisi del questionario è stato affiancato un metodo qualitativo per la comprensione • Restituzione degli esiti dell’indagine • Analisi delle problematiche emerse Colloqui individuali con i responsabili e approfondimento delle criticità emerse Il questionario rilevava il benessere o il malessere percepito, ma non poteva portare alla conoscenza delle cause delle criticità rilevate • Restituzione degli esiti dell’indagine • Analisi delle problematiche emerse Focus group con i dipendenti
  • 28. Risultati trasversali NEL LA MAGGIORANZA DEI CASI LE PERSONE SENTONO DI NON ESSERE VALORIZZATE DAL L ’ORGANIZZAZIONE A CUI APPARTENGONO CONSIDERATA COME LONTANA DAL LE PROPRIE ASPIRAZIONI E CON LA QUALE STENTANO AD IDENTIFICARSI MA LE PERSONE, PER LAVORARE IN MANIERA PROATTIVA E NON ADERIRE IN MANIERA FORMALE AL LE REGOLE DI CONVIVENZA ORGANIZZATIVA, DEVONO ESSERE ANIMATE DA UN FORTE SENTIMENTO DI APPARTENENZA AL LA PROPRIA ORGANIZZAZIONE E CONDIVIDERNE VALORI E MISSION
  • 29. Risultati trasversali L E PERSONE VOGL IONO PARTECIPARE AL LA VITA ORGANIZZATIVA ED ESSERE COINVOL TE NEL L E SF IDE CHE L ’AMMINISTRAZIONE DEVE INTRAPRENDERE CHIEDONO DI ESSERE ASCOL TATE IN MERITO AI PROPRI BISOGNI E AL L E PROPRIE OPINIONI , DICHIARANDO DI ESSERE PRONTE A METTERE A DISPOSIZIONE I L PROPRIO PATRIMONIO DI COMPETENZE UN PATRIMONIO CHE PUÒ ESSERE MESSO A FRUTTO PER LA RISOLUZIONE DEL L E CRITICITÀ, A PATTO CHE NEL L E ORGANIZZAZIONI SI CREINO L E CONDIZIONI NECESSARIE A FAVORIRE LA PARTECIPAZIONE E A FAR EMERGERE I CONTRIBUTI DI TAL I RISORSE
  • 30. Metodologia di intervento Il benessere organizzativo è una dimensione al contempo semplice e complessa: non si tratta di pensare il benessere bensì di farne esperienza Ci sono in gioco le dimensioni emotive del rapporto tra persone e organizzazione e, dunque, non si può pensare di realizzare una positiva convivenza organizzativa sseennzzaa ddaarree spazio alla dimensione emozionale del lavoro La metodologia proposta prevede dunque la sperimentazione delle competenze di ascolto da svolgersi all’interno di Unità organizzative, in cui capi e collaboratori si confrontino e collaborino per il miglioramento del clima e delle performance nel proprio settore
  • 31. La progettazione dei circoli I Circoli di ascolto organizzativo vengono progettati come un luogo e un metodo di incontro in cui persone appartenenti allo stesso settore lavorativo o provenienti da ambiti e funzioni diverse hanno l’occasione di condividere esperienze, L’ascolto crea un luogo nell’organizzazione che si prende cura della dimensione emozionale e che rende vitale il senso di partecipazione nel rapporto tra persone e lavoro Partecipare a un Circolo di analisi, ipotesi di miglioramento, progetti di sviluppo allo scopo di far aumentare il livello di partecipazione di tutta l’organizzazione rispetto a una nuova visione relazionale del lavoro ascolto organizzativo è di per sé un’occasione di crescita personale e, allo stesso tempo, un momento di acquisizione di strumenti concreti per generare azioni di cambiamento all’interno del sistema
  • 32. Condizioni di base Per rendere pienamente efficace l’attività di un Circolo di ascolto organizzativo è importante che L’attività del Circolo è individuata e supportata da una figura di responsabilità dirigenziale Se opportuno questa figura partecipa direttamente alle attività del Circolo, in caso contrario garantisce un supporto organizzativo per il buon svolgimento dei lavori All’interno di ogni Circolo è prevista la siano presenti alcune caratteristiche preliminari figura centrale di un facilitatore Il facilitatore ha un duplice obiettivo: 1. raggiungere risultati di analisi e intervento concreti e specifici 2. garantire la qualità delle relazioni e le modalità di lavoro all’interno del gruppo
  • 33. I partecipanti Differenti tipologie, da scegliere in base agli obiettivi di progetto È consigliabile creare un Circolo Persone che lavorano all’interno di uno stesso settore/ufficio Persone di differenti uffici/settori che lavorano all’interno degli stessi processi organizzativi Persone che lavorano insieme all’interno di progetti speciali di ascolto organizzativo formato da un numero di persone variabile tra 6 e 12 Persone che, pur non lavorando a stretto contatto, sono accomunate da forte motivazione e risonanza rispetto al tema del progetto
  • 34. Struttura temporale del percorso La sperimentazione è stata ideata prevedendo un impegno complessivo per ciascun Circolo di La distribuzione indicata è di 10 incontri della durata di 2h ciascuno In ogni caso, sia il numero degli incontri che la durata delle sessioni può essere personalizzata in funzione delle esigenze specifiche di ciascun circa 20 ore Circolo L’obiettivo fondamentale è quello di mantenere la struttura del piano di lavoro e delle attività previste
  • 35. Struttura dei contenuti del percorso Per ogni incontro Cantieri ha messo a disposizione linee guida per il facilitatore e strumenti Il patto d'ascolto: 1° incontro Valorizzazione delle persone e del lavoro: 2° incontro Le dinamiche critiche: ascolto e trasformazione 3° e 4° incontro Il cerchio dei valori: una mappa di valori e comportamenti per lo sviluppo: 5° e 6° incontro Competenze per l’ascolto operativi di lavoro in gruppo organizzativo: 7° incontro Progetti di sviluppo e valutazione: 8° incontro La valutazione del Circolo:9° incontro Lo sviluppo del Circolo: 10° incontro
  • 36. “Ognuno di noi ha ricevuto qualcosa da questa esperienza. Questo lavoro ha fatto crescere qualcuno, ha fatto pensare qualcun altro, ha determinato e prese di posizione, ma in qualche modo ha cambiato chi vi ha partecipato, non è stato certamente tempo perso” “Questo progetto ha scoperto “All’inizio abbiamo provato tutti un senso di disagio: lavoriamo insieme da anni e per noi è abituale riunirci per affrontare problematiche legate al nostro servizio, ma non siamo abituati ad ascoltare l’altro, lo sentiamo cosa diversa da NOI” “Ora dovremmo cercare di diffondere l’esperienza, ampliare i delle ferite che esistevano, ma si preferiva non guardare, non affrontare. C’è sempre chi punta il dito verso gli altri e ha difficoltà a sentirsi l’altro. Chi ritiene che il suo dare è già completo, che non ha più nulla da aggiungere, che non si mette in discussione.” cerchi di quel sasso gettato nell’acqua e qui emergono le difficoltà, che non pongono tanto gli amministratori o i dirigenti quanto i colleghi non coinvolti, ma i benefici saranno goduti da chi sarà disponibile a mettersi in gioco, a crederci, a chi saprà sfruttare l’occasione e non perderà il treno!”