2. Nasiriyah (Irak) 12 novembre 2003
19 italiani (12 Carabinieri, 5 Militari dell'Esercito del
contingente di pace delle Forze Armate Italiane e 2 civili)
hanno trovato la morte in un attentato kamikaze.
Tenente Massimiliano FICUCIELLO
Luogotenente Enzo FREGOSI
Aiutante Giovanni CAVALLARO
Aiutante Alfonso TRINCONE
Maresciallo Capo Alfio RAGAZZI
Maresciallo Capo Massimiliano BRUNO
Maresciallo Daniele GHIONE
Maresciallo Filippo MERLINO
Maresciallo Silvio OLLA
Vice Brigadiere Giuseppe COLETTA
Vice Brigadiere Ivan GHITTI
Appuntato Domenico INTRAVAIA
Carabiniere Scelto Horatio MAIORANA
Carabiniere Scelto Andrea FILIPPA
Caporal Maggiore Emanuele FERRARO
Caporale Alessandro CARRISI
Caporale Pietro PETRUCCI
Dottor Stefano ROLLA
Signor Marco BECI
prof. Vincenzo Cremone
4. • Il vice brigadiere Giuseppe Coletta
aveva 38 anni.
• Era nato ad Avola (SR) nel 1965,
sposato con Margherita Caruso.
• Da anni prestava servizio a San
Vitaliano (Napoli) nella "terra dei
fuochi“, chiamata così a causa dei
rifiuti tossici abusivi presenti in quella
zona che stanno causando tante morti
per cancro.
prof. Vincenzo Cremone
5. Giuseppe e Margherita hanno avuto il
loro primogenito Paolo, che è morto di
leucemia a 6 anni.
prof. Vincenzo Cremone
6. La morte di Paolo, pur causando un
forte dolore in famiglia, non
scoraggiò né fece cadere nella
depressione i due genitori ma fu
fonte di ispirazione per il papà.
Infatti,
dopo
quella
tragica
esperienza, si impegnò in tante
missioni di pace soprattutto a favore
dei bambini.
prof. Vincenzo Cremone
7. Questo fu il motivo che
fu conosciuto come
prof. Vincenzo Cremone
8. Dedicò ai bambini, piagati
dalla guerra, l'amore che non
poté dare al suo piccolo
Paolo. Sono centinaia le foto
che lo ritraggono circondato
da bambini in Albania,
Kosovo, Bosnia e poi Iraq.
prof. Vincenzo Cremone
13. Quel carabiniere riusciva a fare arrivare
dall’Italia container di giocattoli, cioccolato,
medicinali,
attrezzi
per
la
scuola,
omogeneizzati, latte in polvere, soluzione
fisiologica per neonati e - proprio a Nasiriyah le incubatrici che mancavano.
E Margherita, la
moglie, dall’Italia
provvedeva
seguendo le sue
istruzioni.
prof. Vincenzo Cremone
14. Era il 12 novembre del 2003. Margherita teneva in braccio
Maria, la figlia di 2 anni, da poche ore sapeva che il marito
era tra i morti del sanguinoso attentato in Iraq.
Davanti alle telecamere dei giornalisti
che affollavano la sua casa apre il
Vangelo e legge queste parole: «Se
amate quelli che vi amano che merito
avete? Amate i vostri nemici e pregate
per i vostri persecutori». “La nostra vita
è tutta qua dentro” diceva a se stessa e
ai giornalisti indicando il Vangelo.
Una prova che Margherita, 33 anni
soltanto, aveva già dovuto affrontare:
quando il suo primo bambino, Paolo,
era morto di leucemia. prof. Vincenzo Cremone
15. La sua storia ha colpito molti. È la storia di una donna
dal coraggio inesauribile. Una donna provata, piegata,
ma non vinta dal dolore, capace di reggere all’urto della
tragica morte del marito, trovando la forza del perdono
per i suoi assassini e il coraggio di mettere in piedi
un’associazione di solidarietà, «Bussate e vi sarà
aperto», per portare aiuti al popolo iracheno, per
portare aiuti alle famiglie da cui venne il kamikaze che
uccise suo marito.
prof. Vincenzo Cremone
16. Questa storia ci fa capire che il dolore si
supera dando un significato alla vita.
Capire che tutto ha un senso e questo
senso bisogna cercarlo e trovarlo.
prof. Vincenzo Cremone